Catechesi 79-2005 25105

Mercoledi 25 Ottobre 1995: Il volto della Madre del Redentore

25105
Piazza San Pietro -


1. Dicendo che "Maria Vergine è riconosciuta e onorata come vera Madre di Dio, Madre del Redentore" (
LG 53), il Concilio attira l'attenzione sul legame esistente tra la maternità di Maria e la redenzione.

Dopo aver preso coscienza del ruolo materno di Maria, venerata nella dottrina e nel culto dei primi secoli quale Madre verginale di Gesù Cristo e quindi Madre di Dio, nel Medioevo la pietà e la riflessione teologica della Chiesa approfondiscono la sua collaborazione all'opera del Salvatore.

Questo ritardo si spiega con il fatto che lo sforzo dei Padri della Chiesa e dei primi Concili ecumenici, incentrato com'era sul mistero dell'identità di Cristo, lascio necessariamente nell'ombra altri aspetti del dogma. Sarà solo progressivamente che la verità rivelata potrà essere esplicitata in tutta la sua ricchezza. Nel corso dei secoli la Mariologia si orienterà sempre in funzione della Cristologia. La stessa divina maternità di Maria viene proclamata nel Concilio di Efeso soprattutto per affermare l'unità personale di Cristo.

Analogamente avviene per l'approfondimento della presenza di Maria nella storia della salvezza.


2. Alla fine del secondo secolo sant'Ireneo, discepolo di Policarpo, pone già in evidenza il contributo di Maria all'opera della salvezza. Egli ha compreso il valore del consenso di Maria al momento dell'Annunciazione, riconoscendo nell'obbedienza e nella fede della Vergine di Nazaret al messaggio dell'angelo l'antitesi perfetta della disobbedienza e dell'incredulità di Eva, con effetto benefico sul destino dell'umanità. Infatti, come Eva ha causato la morte, così Maria, col suo "si", è divenuta "causa di salvezza" per se stessa e per tutti gli uomini (cfr. Haer Adv. 3.22,4; SC 211,185). Ma si tratta di un'affermazione non sviluppata in modo organico e abituale dagli altri Padri della Chiesa.

Tale dottrina, invece, viene sistematicamente elaborata per la prima volta, alla fine del decimo secolo, nella "Vita di Maria" di un monaco bizantino, Giovanni il Geometra. Maria è qui unita a Cristo in tutta l'opera redentrice partecipando, secondo il piano divino, alla Croce e soffrendo per la nostra salvezza. Ella è rimasta unita al Figlio "in ogni azione, atteggiamento e volontà" (Vita di Maria, Bol. 196, f. 122 v.). L'associazione di Maria all'opera salvifica di Gesù avviene mediante il suo amore di Madre, un amore animato dalla grazia, che le conferisce una forza superiore: la più esente da passione si mostra la più compassionevole (cfr. ibid. Bol. 196, f. 123 v.).


3. In Occidente san Bernardo, morto nel 1153, rivolgendosi a Maria, così commenta la presentazione di Gesù al tempio: "Offri tuo Figlio, sacrosanta Vergine, e presenta al Signore il frutto del tuo seno. Per la nostra riconciliazione con tutti offri l'ostia santa, gradita a Dio" (Sermo 3 in Purif., 2, PL 183,370).

Un discepolo ed amico di san Bernardo, Arnaldo di Chartres, mette in luce in particolare l'offerta di Maria nel sacrificio del Calvario. Egli distingue nella Croce "due altari: uno nel cuore di Maria, l'altro nel corpo di Cristo. Il Cristo immolava la sua carne, Maria la sua anima". Maria s'immola spiritualmente in profonda comunione con Cristo e supplica per la salvezza del mondo: "Quello che la madre chiede il Figlio lo approva, il Padre lo dona" (De septem verbis Domini in cruce, 3: PL 189,1694).

Da questa epoca in poi altri autori espongono la dottrina della speciale cooperazione di Maria al sacrificio redentore.


4. Contemporaneamente, nel culto e nella pietà cristiana, si sviluppa lo sguardo contemplativo sulla "compassione" di Maria, significativamente rappresentata nelle immagini della Pietà. La partecipazione di Maria al dramma della Croce rende questo evento più profondamente umano ed aiuta i fedeli ad entrare nel mistero: la compassione della Madre fa scoprire meglio la Passione del Figlio.

Con la partecipazione all'opera redentrice di Cristo, viene anche riconosciuta la maternità spirituale ed universale di Maria. In Oriente, Giovanni il Geometra, dice di Maria: "Tu sei nostra madre". Rendendo grazie a Maria "per le pene e le sofferenze sopportate per noi", egli ne mette in luce l'affetto materno e la qualità di madre nei confronti di tutti coloro che ricevono la salvezza (cfr. Discorso d'addio sulla Dormizione della gloriosissima Nostra Signora Madre di Dio, in A. Wenger, L'Assomption de la T.S. Vierge dans la tradition byzantine, 407).

Anche in Occidente la dottrina della maternità spirituale si sviluppa con sant'Anselmo, che afferma: "Tu sei la madre... della riconciliazione e dei riconciliati, la madre della salvezza e dei salvati" (cfr. Oratio 52,8: PL 158,957 A).

Maria non cessa di essere venerata come Madre di Dio, ma il fatto di essere nostra Madre, conferisce alla sua maternità divina un nuovo volto ed apre a noi la via per una più intima comunione con lei.


5. La maternità di Maria nei nostri confronti non consiste soltanto in un legame affettivo: per i suoi meriti e la sua intercessione ella contribuisce efficacemente alla nostra nascita spirituale e allo sviluppo della vita della grazia in noi. Per questo motivo Maria viene chiamata "Madre della grazia", "Madre della vita".

Il titolo "Madre della vita" usato già da Gregorio Nisseno, è stato spiegato così da Guerrico d'Igny, morto nel 1157: "Ella è la Madre della Vita, di cui vivono tutti gli uomini: generando da se stessa questa vita, in un certo modo ha rigenerato tutti quelli che l'avrebbero vissuta. Uno solo fu generato, ma noi tutti fummo rigenerati" (In Assumpt. I,2, PL 185,188).

Un testo del tredicesimo secolo, il "Mariale", usando un'immagine ardita, attribuisce questa rigenerazione al "parto doloroso" del Calvario, con il quale "è diventata madre spirituale di tutto il genere umano"; infatti "nelle sue caste viscere ella concepi, per compassione, i figli della Chiesa" (Q. 29, par. 3).


6. Il Concilio Vaticano II, dopo aver affermato che Maria "coopero in modo tutto speciale all'opera del Salvatore...", così conclude: "Per questo divento per noi Madre nell'ordine della grazia" (LG 61), confermando, in tal modo, il sentire ecclesiale che vede Maria accanto al Figlio come Madre spirituale dell'intera umanità.

Maria è nostra Madre: questa consolante verità, offertaci in modo sempre più chiaro e profondo dall'amore e dalla fede della Chiesa, ha sostenuto e sostiene la vita spirituale di noi tutti e ci incoraggia, anche nella sofferenza, alla fiducia ed alla speranza.

(Segue un saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli]




Mercoledi 8 Novembre 1995: Maria nella Sacra Scrittura e nella riflessione teologica

8115
Basilica Vaticana e Aula Paolo VI -


1. Nelle precedenti catechesi abbiamo visto come la dottrina della maternità di Maria dalla prima formulazione, "la Madre di Gesù", sia poi passata a quella più completa ed esplicita di "Madre di Dio", fino all'affermazione del suo coinvolgimento materno nella redenzione dell'umanità.

Anche per altri aspetti della dottrina mariana, sono stati necessari molti secoli per giungere alla definizione esplicita di verità rivelate riguardanti Maria. Casi tipici di questo cammino di fede per scoprire sempre più profondamente il ruolo di Maria nella storia della salvezza, sono i dogmi dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione, proclamati, com'è noto, da due miei venerati predecessori, rispettivamente dal Servo di Dio Pio IX nel 1854, e dal Servo di Dio Pio XII nel corso del Giubileo dell'anno 1950.

La Mariologia è un campo di ricerca teologica particolare: in essa l'amore del popolo cristiano per Maria ha intuito non di rado con anticipo alcuni aspetti del mistero della Vergine, richiamando su di essi l'attenzione dei teologi e dei pastori.


2. Dobbiamo riconoscere che, a prima vista, i Vangeli offrono una scarsa informazione sulla persona e sulla vita di Maria. Avremmo certo desiderato al riguardo indicazioni più abbondanti, che ci avrebbero permesso di conoscere meglio la Madre di Gesù.

Aspettativa, questa, che resta inappagata anche da parte degli altri scritti del Nuovo Testamento, dove manca uno sviluppo dottrinale esplicito su Maria. Le stesse lettere di san Paolo, che ci offrono un pensiero ricco su Cristo e sulla sua opera, si limitano a dire, in un passo molto significativo, che Dio ha mandato il suo Figlio, "nato da donna" (
Ga 4,4).

Ben poco viene riferito sulla famiglia di Maria. Se escludiamo i racconti dell'infanzia, nei Vangeli sinottici troviamo solo due affermazioni che gettano qualche luce su Maria: una a proposito del tentativo dei "fratelli" o parenti che avrebbero voluto ricondurre Gesù a Nazaret (cfr. Mc 3,21 Mt 12,48); l'altra, in risposta all'esclamazione di una donna sulla beatitudine della Madre di Gesù (Lc 11,27).

Tuttavia, Luca nel Vangelo dell'infanzia, con gli episodi dell'Annunciazione, della Visitazione, della nascita di Gesù, della presentazione del Bambino al tempio, e del suo ritrovamento tra i Dottori all'età di dodici anni, non solo fornisce alcuni importanti dati, ma presenta una sorta di "protomariologia" di fondamentale interesse. I suoi dati vengono completati indirettamente da Matteo nel racconto sull'annuncio a Giuseppe (1,18-25), ma solo in relazione al concepimento verginale di Gesù.

Il Vangelo di Giovanni, inoltre, approfondisce il valore storico-salvifico del ruolo svolto dalla Madre di Gesù, quando registra la presenza di lei all'inizio ed alla fine della vita pubblica. Particolarmente significativo è l'intervento di Maria presso la Croce, dove riceve dal Figlio morente il compito di fare da madre del discepolo amato e, in lui, di tutti i cristiani (cfr. Jn 19,25-27). Gli Atti degli Apostoli, infine, ricordano espressamente la Madre di Gesù fra le donne della prima comunità, in attesa della Pentecoste (cfr. Ac 1,14).

Nulla sappiamo, invece, in assenza di altre testimonianze neotestamentarie e di sicure notizie provenienti da fonti storiche, della vita di Maria dopo l'evento pentecostale, né della data e delle circostanze della sua morte. Possiamo solamente supporre che abbia continuato ad abitare con l'Apostolo Giovanni e che sia stata molto vicina allo sviluppo della prima comunità cristiana.


3. La scarsità dei dati sulla vicenda terrena di Maria è compensata dalla loro qualità e ricchezza teologica, che l'esegesi attuale pone attentamente in rilievo.

Del resto, dobbiamo ricordare che la prospettiva degli evangelisti è totalmente cristologica e intende interessarsi della Madre solo in relazione al lieto annuncio del Figlio. Come osserva già sant'Ambrogio, l'evangelista esponendo il mistero dell'Incarnazione "credette bene di non cercare ulteriori testimonianze sulla verginità di Maria, per non sembrare piuttosto il difensore della Vergine che il banditore del mistero" (Exp. in Lucam, 2,6: PL 15,1555).

Possiamo riconoscere in questo fatto un'intenzione speciale dello Spirito Santo, il quale ha voluto suscitare nella Chiesa uno sforzo di ricerca che, conservando la centralità del mistero di Cristo, non si disperdesse sui particolari dell'esistenza di Maria, ma mirasse a scoprire soprattutto il suo ruolo nell'opera di salvezza, la sua santità personale e la sua missione materna nella vita cristiana.


4. Lo Spirito Santo guida lo sforzo della Chiesa, impegnandola ad assumere gli stessi atteggiamenti di Maria. Nel racconto della nascita di Gesù, Luca nota come sua madre serbasse tutte le cose "meditandole nel suo cuore" (2,19), sforzandosi cioè di "mettere insieme" (symballousa) con uno sguardo più profondo, tutti gli eventi di cui era stata testimone privilegiata.

Analogamente, anche il popolo di Dio è spinto dallo stesso Spirito a capire in profondità tutto ciò che è stato detto di Maria, per progredire nell'intelligenza della sua missione, intimamente legata al mistero di Cristo.

Emerge, nello sviluppo della Mariologia, un ruolo particolare del popolo cristiano. Esso coopera, con l'affermazione e la testimonianza della sua fede, al progresso della dottrina mariana, che normalmente non è solo opera dei teologi, anche se il loro compito rimane indispensabile per l'approfondimento e la chiara esposizione del dato di fede e della stessa esperienza cristiana.

La fede dei semplici è ammirata e lodata da Gesù, che vi riconosce una manifestazione meravigliosa della benevolenza del Padre (cfr. Mt 11,25 Lc 10,21).

Essa continua nel corso dei secoli a proclamare le meraviglie della storia della salvezza, nascoste ai sapienti. Questa fede, in armonia con la semplicità della Vergine, ha fatto progredire il riconoscimento della sua santità personale e del valore trascendente della sua maternità.

Il mistero di Maria impegna ogni cristiano, in comunione con la Chiesa, a "meditare nel suo cuore" ciò che la rivelazione evangelica afferma della Madre di Cristo. Nella logica del Magnificat, ciascuno sperimenterà su di sé, al seguito di Maria, l'amore di Dio e scoprirà nelle meraviglie compiute dalla Santissima Trinità nella "Piena di grazia" un segno della tenerezza di Dio per l'uomo.

(Segue un saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli]




Mercoledi 15 Novembre 1995: Maria nell'esperienza spirituale della Chiesa

15115
Aula Paolo VI -


1. Dopo aver seguito nelle catechesi precedenti il consolidarsi della riflessione della Comunità cristiana sin dalle origini sulla figura e sul ruolo della Vergine nella storia della salvezza, ci soffermiamo oggi a meditare sull'esperienza mariana della Chiesa.

Lo sviluppo della riflessione mariologica e del culto alla Vergine nel corso dei secoli ha contribuito a far apparire sempre meglio il volto mariano della Chiesa. Certamente, la Vergine Santissima è interamente riferita a Cristo, fondamento della fede e dell'esperienza ecclesiale, ed a lui conduce. perciò obbedendo a Gesù, che ha riservato alla Madre un ruolo del tutto speciale nell'economia della salvezza, i cristiani hanno venerato, amato e pregato Maria in maniera particolarissima ed intensa. Essi le hanno attribuito una posizione di rilievo nella fede e nella pietà, riconoscendola via privilegiata verso Cristo, supremo Mediatore.

La dimensione mariana della Chiesa costituisce così un elemento innegabile nell'esperienza del popolo cristiano. Essa si rivela in numerose manifestazioni della vita dei credenti, testimoniando il posto assunto da Maria nel loro cuore. Non si tratta di un sentimento superficiale, ma di un vincolo affettivo profondo e consapevole, radicato nella fede, che spinge i cristiani di ieri e di oggi a ricorrere abitualmente a Maria, per entrare in più intima comunione con Cristo.


2. Dopo la più antica preghiera, formulata in Egitto dalle comunità cristiane del III secolo per implorare dalla "Madre di Dio" protezione nel pericolo, si sono moltiplicate le invocazioni rivolte a Colei che i battezzati ritengono molto potente nella sua intercessione presso il Signore.

Oggi, la preghiera più comune è l'Ave Maria, la cui prima parte è composta di parole tratte dal Vangelo (cfr.
Lc 1,28 Lc 1,42). I cristiani imparano a recitarla tra le mura domestiche, sin dai teneri anni, ricevendola come un dono prezioso da custodire per tutta la vita. Questa stessa preghiera, ripetuta decine di volte nel Rosario, aiuta molti fedeli ad entrare nella contemplazione orante dei misteri evangelici e a rimanere talvolta per molto tempo in contatto intimo con la Madre di Gesù. Sin dal Medio Evo, l'Ave Maria è la preghiera più comune di tutti i credenti, che chiedono alla Santa Madre del Signore di accompagnarli e di proteggerli nel cammino della quotidiana esistenza (cfr. Esort. Ap. Marialis cultus, 42-55).

Il popolo cristiano ha, inoltre, manifestato il suo amore a Maria moltiplicando le espressioni della sua devozione: inni, preghiere e composizioni poetiche, semplici o talora di grande pregio, pervase dal medesimo amore per Colei che dal Crocifisso è stata donata agli uomini come Madre. Tra queste talune, come l'inno "Akatistos" e la "Salve Regina", hanno profondamente contrassegnato la vita di fede del popolo credente.

Alla pietà mariana fa poi riscontro una ricchissima produzione artistica in Oriente e in Occidente, che ha fatto apprezzare ad intere generazioni la bellezza spirituale di Maria. Pittori, scultori, musicisti e poeti hanno lasciato dei capolavori che, mettendo in luce i diversi aspetti della grandezza della Vergine, aiutano a meglio capire il senso ed il valore del suo alto contributo all'opera della redenzione.

L'arte cristiana ha ravvisato in Maria la realizzazione di un'umanità nuova, rispondente al progetto di Dio e, perciò, un sublime segno di speranza per l'intera umanità.


3. Tale messaggio non poteva non essere colto dai cristiani chiamati ad una vocazione di speciale consacrazione. Infatti, negli ordini e nelle congregazioni religiose, negli istituti o associazioni di vita consacrata, Maria è particolarmente venerata. Numerosi istituti soprattutto, ma non soltanto, femminili, portano nel loro titolo il nome di Maria. Al di là tuttavia delle manifestazioni esterne, la spiritualità delle famiglie religiose, nonché di molti movimenti ecclesiali, alcuni dei quali specificamente mariani, pone in luce un loro legame speciale con Maria, a garanzia di un carisma vissuto in autenticità e pienezza.

Tale riferimento mariano nella vita di persone particolarmente favorite dallo Spirito Santo ha sviluppato anche la dimensione mistica, che mostra come il cristiano possa sperimentare nel più profondo del suo essere l'intervento di Maria.

Il riferimento a Maria accomuna non solo i cristiani impegnati, ma anche i credenti dalla fede semplice e persino i "lontani" per i quali, spesso, esso costituisce forse l'unico legame con la vita ecclesiale. Segno di questo comune sentire del popolo cristiano verso la Madre del Signore sono i pellegrinaggi ai santuari mariani, che attirano, durante tutto l'arco dell'anno, numerose folle di fedeli. Alcuni di questi baluardi della pietà mariana sono molto conosciuti, come Lourdes, Fatima, Loreto, Pompei, Guadalupe, Czestochowa! Altri sono noti solo a livello nazionale o locale. In tutti la memoria di eventi legati al ricorso a Maria, trasmette il messaggio della sua materna tenerezza, aprendo il cuore alla grazia divina.

Questi luoghi di preghiera mariana sono testimonianza stupenda della misericordia di Dio, che arriva all'uomo per intercessione di Maria. Miracoli di guarigione corporale, di riscatto spirituale e di conversione, sono il segno evidente che Maria continua, con Cristo e nello Spirito, la sua opera di soccorritrice e di madre.


4. Spesso i santuari mariani diventano centri di evangelizzazione: infatti, anche nella Chiesa di oggi, come nella comunità in attesa della Pentecoste, la preghiera con Maria spinge molti cristiani all'apostolato ed al servizio dei fratelli.

Desidero qui ricordare, in special modo, il grande influsso della pietà mariana sull'esercizio della carità e delle opere di misericordia. Incoraggiati dalla presenza di Maria, i credenti hanno spesso sentito il bisogno di dedicarsi ai poveri, ai diseredati, ai malati per essere per gli ultimi della terra il segno della materna protezione della Vergine, icona viva della misericordia del Padre.

Da tutto ciò appare con evidenza come la dimensione mariana attraversi l'intera vita della Chiesa. L'annuncio della Parola, la liturgia, le varie espressioni caritative e cultuali trovano nel riferimento a Maria un'occasione di arricchimento e di rinnovamento.

Il Popolo di Dio, sotto la guida dei suoi Pastori, è chiamato a discernere in questo fatto l'azione dello Spirito Santo, che ha spinto la fede cristiana sulla via della scoperta del volto di Maria. E' lui che opera meraviglie nei luoghi di pietà mariana. E' lui che stimolando la conoscenza e l'amore per Maria, conduce i fedeli a porsi alla scuola della Vergine del Magnificat, per imparare a leggere i segni di Dio nella storia e ad acquisire la sapienza che rende ogni uomo e ogni donna costruttori di una nuova umanità.

(Segue un saluto ai giovani, agli ammalati e alle coppie di sposi novelli]





Mercoledi 22 Novembre 1995: Influsso di Maria nella vita della Chiesa

22115
Aula Paolo VI -


1. Dopo aver riflettuto sulla dimensione mariana della vita ecclesiale, ci accingiamo ora a mettere in luce l'immensa ricchezza spirituale che Maria comunica alla Chiesa con il suo esempio e la sua intercessione.

Desideriamo innanzitutto fermarci a considerare brevemente alcuni aspetti significativi della personalità di Maria, che offrono a ciascun fedele indicazioni preziose per accogliere e realizzare pienamente la propria vocazione.

Maria ci ha preceduto sulla via della fede: credendo al messaggio dell'angelo, ella accoglie per prima e in modo perfetto il mistero dell'Incarnazione (cfr.
RMA 13). Il suo itinerario di credente inizia ancor prima dell'avvio della maternità divina e si sviluppa ed approfondisce durante tutta la sua esperienza terrena. La sua è una fede audace che nell'Annunciazione crede all'umanamente impossibile e a Cana spinge Gesù a compiere il primo miracolo provocando la manifestazione dei suoi poteri messianici (cfr. Jn 2,1-5).

Maria educa i cristiani a vivere la fede come cammino impegnativo e coinvolgente, che, in tutte le età e le situazioni della vita, richiede audacia e perseveranza costante.


2. Alla fede di Maria è legata la sua docilità alla volontà divina. Credendo alla Parola di Dio, ha potuto accoglierla pienamente nella sua esistenza e, mostrandosi disponibile al sovrano disegno divino, ha accettato tutto ciò che le era richiesto dall'Alto.

La presenza della Vergine nella Chiesa incoraggia così i cristiani a mettersi ogni giorno in ascolto della Parola del Signore, per comprenderne nelle diverse vicende quotidiane il disegno di amore, cooperando fedelmente alla sua realizzazione.


3. Maria educa in tal modo la comunità dei credenti a guardare verso il futuro con pieno abbandono in Dio. Nell'esperienza personale della Vergine, la speranza si arricchisce di motivazioni sempre nuove. Sin dalla Annunciazione, Maria concentra nel Figlio di Dio incarnato nel suo seno verginale le attese dell'antico Israele.

La sua speranza si rafforza nelle fasi successive della vita nascosta di Nazaret e del ministero pubblico di Gesù. La sua grande fede nella parola di Cristo, che aveva annunciato la sua risurrezione il terzo giorno, non l'ha fatta vacillare neppure di fronte al dramma della Croce: ella ha conservato la speranza nel compimento dell'opera messianica, attendendo senza tentennamenti, dopo le tenebre del Venerdi santo, il mattino della risurrezione.

Nel suo faticoso incedere nella storia, tra il "già" della salvezza ricevuta e il "non ancora" della sua piena realizzazione, la comunità dei credenti sa di poter contare sull'aiuto della "Madre della Speranza" che, avendo sperimentato la vittoria di Cristo sulle potenze della morte, le comunica una capacità sempre nuova di attesa del futuro di Dio e di abbandono alle promesse del Signore.


4. L'esempio di Maria fa meglio apprezzare alla Chiesa il valore del silenzio. Il silenzio di Maria non è solo sobrietà nel parlare, ma soprattutto capacità sapienziale di fare memoria e di raccogliere in uno sguardo di fede il mistero del Verbo fatto uomo e gli eventi della sua esistenza terrena.

E' questo silenzio-accoglienza della Parola, questa capacità di meditare sul mistero di Cristo, che Maria trasmette al popolo credente. In un mondo pieno di frastuono e di messaggi d'ogni genere, la sua testimonianza fa apprezzare un silenzio spiritualmente ricco e promuove lo spirito contemplativo.

Maria testimonia il valore di un'esistenza umile e nascosta. Tutti esigono normalmente, e quasi talora pretendono, di poter valorizzare appieno la propria persona e le proprie qualità. Tutti sono sensibili alla stima e all'onore.

I Vangeli riferiscono a più riprese che gli Apostoli ambivano i primi posti nel regno, discutevano tra loro chi fosse il più grande e che Gesù dovette dar loro in proposito lezioni sulla necessità dell'umiltà e del servizio (cfr. Mt 18,1-5 Mt 20,20-28 Mc 9,33-37 Mc 10,35-45 Lc 9,46-48 Lc 22,24-27). Maria, al contrario, non ha mai desiderato gli onori e i vantaggi di una posizione privilegiata; ha sempre cercato di compiere la volontà divina conducendo un'esistenza secondo il piano salvifico del Padre.

A quanti non di rado sentono il peso di un'esistenza apparentemente insignificante, Maria svela quanto possa essere preziosa la vita, se vissuta per amore di Cristo e dei fratelli.


5. Maria, inoltre, testimonia il valore di una vita pura e piena di tenerezza per tutti gli uomini. La bellezza della sua anima, totalmente donata al Signore, è oggetto di ammirazione per il popolo cristiano. In Maria la comunità cristiana ha sempre visto un ideale di donna, piena di amore e di tenerezza, perché ha vissuto nella purezza del cuore e della carne.

Di fronte al cinismo di una certa cultura contemporanea che, troppo spesso, sembra non riconoscere il valore della castità e banalizza la sessualità separandola dalla dignità della persona e dal progetto di Dio, la Vergine Maria propone la testimonianza di una purezza che illumina la coscienza e conduce ad un amore più grande per le creature e per il Signore.


6. E ancora: ai cristiani di tutti i tempi, Maria appare come colei che prova per le sofferenze dell'umanità una viva compassione. Tale compassione non consiste soltanto in una partecipazione affettiva, ma si traduce in un aiuto efficace e concreto di fronte alle miserie materiali e morali dell'umanità.

La Chiesa, seguendo Maria, è chiamata ad assumere un identico atteggiamento verso i poveri e tutti i sofferenti della terra. L'attenzione materna della Madre del Signore alle lacrime, ai dolori ed alle difficoltà degli uomini e delle donne di tutti i tempi, deve stimolare i cristiani, in particolar modo all'avvicinarsi del terzo millennio, a moltiplicare i segni concreti e visibili di un amore che faccia partecipare gli umili e i sofferenti di oggi alle promesse e alle speranze del mondo nuovo che nasce dalla Pasqua.


7. L'affetto e la devozione degli uomini per la Madre di Gesù travalicano i confini visibili della Chiesa e spingono gli animi a sentimenti di riconciliazione. Come una madre, Maria vuole l'unione di tutti i suoi figli. La sua presenza nella Chiesa costituisce un invito a conservare l'unanimità di cuore che regnava nella prima comunità (cfr. Ac 1,14) e, in conseguenza, a cercare anche le vie dell'unità e della pace tra tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

Nella sua intercessione presso il Figlio, Maria chiede la grazia dell'unità del genere umano, in vista della costruzione della civiltà dell'amore, superando le tendenze alla divisione, le tentazioni della vendetta e dell'odio, e il fascino perverso della violenza.


8. Il sorriso materno della Vergine, riprodotto in tanta parte dell'iconografia mariana, manifesta una pienezza di grazia e di pace che vuole comunicarsi. Tale manifestazione di serenità dello spirito contribuisce efficacemente a conferire un volto gioioso alla Chiesa.

Accogliendo nell'Annunciazione l'invito dell'angelo a rallegrarsi, (chàire=rallegrati: Lc 1,28), Maria partecipa per prima alla gioia messianica, già predetta dai profeti per la "figlia di Sion" (cfr. Is 12,6 So 3,14-15 Za 9,8) e la trasmette all'umanità di ogni tempo.

Il popolo cristiano, invocandola come "causa nostrae laetitiae", scopre in lei la capacità di comunicare la gioia che nasce dalla speranza, anche in mezzo alle prove della vita, e di guidare chi a lei si affida alla letizia che non avrà fine.

(Segue saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli] (Quindi il Santo Padre ha voluto esprimere la sua gratitudine a Dio per il raggiungimento di un accordo di pace per la Bosnia Erzegovina:] E' giunta ieri, nel tardo pomeriggio, la tanto sperata notizia del raggiungimento di un accordo di pace per la martoriata Bosnia-Erzegovina.

In questo significativo momento per quelle popolazioni e per la storia dell'Europa, desidero far pervenire a tutti gli artefici del difficile negoziato fervide congratulazioni per la perseveranza mostrata fino alla conclusione dell'Accordo.

Diamo grazie a Dio per quanto è stato raggiunto, ma permane pressante l'invito a pregare perché tutti coloro che sono coinvolti in questo lungo processo - penso specialmente alle stesse numerose vittime del conflitto: rifugiati, sfollati ed altri - abbiano le necessarie volontà e forza per condurlo a termine.

Anche oggi rinnovo un appello alla comunità internazionale affinché dia un generoso sostegno alla ricostruzione materiale, sociale e spirituale delle città e villaggi distrutti dal conflitto.

Voglia Iddio benedire gli artefici di pace, che Gesù stesso chiama "figli di Dio" (cfr. Mt 5,9).




Mercoledi 29 Novembre 1995: Maria e il valore della donna

29115
Aula Paolo VI -


1. La dottrina mariana, ampiamente sviluppata nel nostro secolo sotto l'aspetto teologico e spirituale, ha assunto recentemente nuova importanza sotto l'aspetto sociologico e pastorale, anche per la miglior comprensione del ruolo della donna nella comunità cristiana e nella società, come emerge da non pochi, significativi interventi del Magistero.

Sono note le parole del messaggio che, a conclusione del Concilio Vaticano II, l'8 dicembre 1965, i Padri indirizzarono alle donne di tutto il mondo: "Viene l'ora, l'ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l'ora in cui la donna acquista nella società un'influenza, un irradiamento, un potere finora mai registrato" (Ench. Vat. 1, 307).

Ho ribadito tali affermazioni, qualche anno più tardi, nell'Enciclica Mulieris dignitatem: "La dignità della donna e la sua vocazione - oggetto costante della riflessione umana e cristiana - hanno assunto un rilievo tutto particolare negli anni più recenti" (
MD 1).

Il ruolo e la dignità della donna sono stati particolarmente rivendicati, in questo secolo, dal movimento femminista, che ha inteso reagire, talora in forme vibrate, contro tutto ciò che, nel passato e nel presente, ha ostacolato la valorizzazione e il pieno sviluppo della personalità femminile, nonché la sua partecipazione alle molteplici manifestazioni della vita sociale e politica.

Si tratta di istanze, in gran parte legittime, che hanno contribuito ad una più equilibrata visione della questione femminile nel mondo contemporaneo.

Verso tali istanze la Chiesa, soprattutto in epoca recente, ha mostrato singolare attenzione, incoraggiata anche dal fatto che la figura di Maria, se letta alla luce della sua vicenda evangelica, costituisce una valida risposta al desiderio di emancipazione della donna: Maria è l'unica persona umana che realizza in maniera eminente il progetto d'amore divino riguardo all'umanità.


2. Tale progetto si manifesta già nell'Antico Testamento, con il racconto della creazione, che presenta la prima coppia creata ad immagine di Dio stesso: "Dio creo l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creo, maschio e femmina li creo" (Gn 1,27). La donna, quindi, non meno dell'uomo, porta in sé la somiglianza con Dio. Vale anche per lei, dal suo apparire sulla terra come risultato dell'opera divina, l'apprezzamento: "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona" (Gn 1,31). Secondo tale prospettiva, la diversità fra l'uomo e la donna non implica inferiorità di questa, né ineguaglianza, ma costituisce un elemento di novità che arricchisce il disegno divino, manifestandosi come cosa "molto buona".

Eppure l'intento divino va ben al di là di quello che rivela il Libro della Genesi. In Maria, infatti, Dio ha fatto sorgere una personalità femminile che supera di molto la condizione ordinaria della donna, così come emerge nella creazione di Eva. L'eccellenza unica di Maria nel mondo della grazia e la sua perfezione sono frutti della particolare benevolenza divina che vuole elevare tutti, uomini e donne, alla perfezione morale ed alla santità proprie dei figli adottivi di Dio. Maria è la "benedetta fra tutte le donne"; tuttavia, della sua sublime dignità nel piano divino partecipa, in qualche modo, ogni donna.


3. Il dono singolare fatto alla Madre del Signore non soltanto testimonia quello che potremmo chiamare il rispetto di Dio per la donna, ma evidenzia, altresi, la considerazione profonda che vi è nei disegni divini per il suo ruolo insostituibile nella storia dell'umanità.

Le donne hanno bisogno di scoprire questa stima divina per prendere sempre più coscienza della loro elevata dignità. La situazione storica e sociale che ha provocato la reazione del femminismo era caratterizzata da una mancanza di apprezzamento per il valore della donna, costretta spesso ad un ruolo di secondo piano o addirittura marginale. Questo non le ha permesso di esprimere pienamente le ricchezze di intelligenza e di saggezza che racchiude la femminilità. Nel corso della storia, infatti, le donne non di rado hanno sofferto di scarsa considerazione per quanto concerne le loro capacità e, talora, persino di disprezzo e di ingiusti pregiudizi. Si tratta di uno stato di cose che, nonostante significative modifiche, permane purtroppo anche oggi in non poche Nazioni e in non pochi ambienti del mondo.


4. La figura di Maria manifesta una tale stima di Dio per la donna da privare di fondamento teoretico ogni forma di discriminazione.

L'opera mirabile compiuta dal Creatore in Maria offre agli uomini ed alle donne la possibilità di scoprire dimensioni prima non abbastanza percepite della loro condizione. Guardando alla Madre del Signore, le donne potranno meglio comprendere la loro dignità e la grandezza della loro missione. Ma anche gli uomini, alla luce della Vergine Madre, potranno avere una visione più completa ed equilibrata della loro identità, della famiglia e della società.

L'attenta considerazione della figura di Maria, così come ce la presenta la Sacra Scrittura letta nella fede dalla Chiesa, è ancora più necessaria di fronte alla svalutazione che, talora, ne è stata fatta da alcune correnti femministe. La Vergine di Nazaret è stata presentata, in alcuni casi, come il simbolo della personalità femminile racchiusa in un orizzonte domestico ristretto ed angusto.

Maria, al contrario, costituisce il modello del pieno sviluppo della vocazione della donna, avendo esercitato, nonostante i limiti oggettivi posti dalla sua condizione sociale, un influsso immenso sul destino dell'umanità e sulla trasformazione della società.


5. La dottrina mariana, inoltre, può mettere in luce i molteplici modi con cui la vita della grazia promuove la bellezza spirituale della donna.

Dinanzi al vergognoso sfruttamento di chi talvolta rende la donna oggetto senza dignità, destinato alla soddisfazione di turpi passioni, Maria riafferma il senso sublime della bellezza femminile, dono e riflesso della bellezza di Dio.

E' vero che la perfezione della donna, così come si è realizzata appieno in Maria, può sembrare a prima vista un caso eccezionale, senza possibilità d'imitazione, un modello troppo alto per essere imitato. Di fatto, la santità unica di Colei che dal primo istante ha ricevuto il privilegio della concezione immacolata, è stata considerata talvolta come segno di una distanza invalicabile.

Ma, al contrario, l'eccelsa santità di Maria, lungi dall'essere un freno sulla via della sequela del Signore, è destinata, nel disegno divino, a incoraggiare tutti i cristiani ad aprirsi alla potenza santificatrice della grazia di Dio, cui nulla è impossibile. In Maria, pertanto, tutti sono chiamati a una fiducia totale nell'onnipotenza divina, che trasforma i cuori, guidandoli verso una disponibilità piena al suo provvidenziale progetto d'amore.

(Segue un saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli]





Catechesi 79-2005 25105