Catechesi 79-2005 22107

Mercoledì, 22 ottobre 1997: Natura del culto mariano

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(
Mt 22,36-38)
1. Il Concilio Vaticano II afferma che il culto della Beata Vergine, "quale sempre fu nella Chiesa, sebbene del tutto singolare, differisce essenzialmente dal culto di adorazione, prestato al Verbo incarnato come al Padre e allo Spirito Santo, e particolarmente lo promuove" (Lumen Gentium LG 66).

Con queste parole la Costituzione Lumen Gentium ribadisce le caratteristiche del culto mariano. La venerazione dei fedeli verso Maria, pur superiore al culto rivolto agli altri santi, è tuttavia inferiore al culto di adorazione riservato a Dio, dal quale differisce essenzialmente. Con il termine "adorazione" viene indicata la forma di culto che l'uomo rende a Dio, riconoscendolo Creatore e Signore dell'universo. Illuminato dalla divina rivelazione, il cristiano adora il Padre "in spirito e verità" (Jn 4,23). Con il Padre, adora Cristo, Verbo incarnato, esclamando con l'apostolo Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!" (Jn 20,28). Nel medesimo atto di adorazione include, infine, lo Spirito Santo, che "con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato" (Denz.-Schönm., DS 150), come ricorda il Simbolo Niceno-Constantinopolitano.

I fedeli, quando invocano Maria come "Madre di Dio" e contemplano in lei la più alta dignità conferita a una creatura, non le attribuiscono però un culto uguale a quello delle Persone divine. C'è una distanza infinita fra il culto mariano e quello rivolto alla Trinità e al Verbo incarnato.

Ne consegue che lo stesso linguaggio col quale la comunità cristiana si rivolge alla Vergine, pur richiamando talora i termini del culto a Dio, assume un significato e valore del tutto diverso.

Così l'amore che i credenti nutrono per Maria differisce da quello che essi devono a Dio: mentre il Signore va amato sopra ogni cosa con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente (cfr Mt 22,37), il sentimento che unisce i cristiani alla Vergine ripropone sul piano spirituale l'affetto dei figli verso la madre.

2. Tra il culto mariano e quello reso a Dio vi è però una continuità: infatti, l'onore reso a Maria è ordinato e conduce all'adorazione della Santissima Trinità.

Il Concilio ricorda che la venerazione dei cristiani per la Vergine "singolarmente promuove" il culto prestato al Verbo incarnato, al Padre ed allo Spirito Santo. Aggiunge poi in prospettiva cristologica che "le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, che la Chiesa ha approvato entro i limiti di una dottrina sana e ortodossa, secondo le circostanze di tempo e di luogo e l'indole e la mentalità dei fedeli, fanno sì, che mentre è onorata la Madre, il Figlio per il quale esistono tutte le cose (cfr Col 1,15-16) e nel quale 'piacque all'eterno Padre di far risiedere tutta la pienezza' (Col 1,19) sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti" (Lumen Gentium LG 66).

Sin dai primordi della Chiesa il culto mariano è destinato a promuovere l'adesione fedele a Cristo. Venerare la Madre di Dio significa affermare la divinità di Cristo. Infatti i Padri del Concilio di Efeso, proclamando Maria Theotokos, "Madre di Dio", intesero confermare la fede in Cristo, vero Dio.

La stessa conclusione del racconto del primo miracolo di Gesù, ottenuto a Cana per intercessione di Maria, evidenzia come la sua azione sia finalizzata alla glorificazione del Figlio. Dice infatti l'evangelista: "Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui" (Jn 2,11).

3. Il culto mariano favorisce altresì, in chi lo pratica secondo lo spirito della Chiesa, l'adorazione del Padre e dello Spirito Santo. Infatti, riconoscendo il valore della maternità di Maria, i credenti scoprono in essa una manifestazione speciale della tenerezza di Dio Padre.

Il mistero della Vergine Madre pone in risalto l'azione dello Spirito Santo che ha operato nel suo seno il concepimento del bambino e ha continuamente guidato la sua vita.

I titoli di Consolatrice, Avvocata, Ausiliatrice, attribuiti a Maria dalla pietà del popolo cristiano, non offuscano, ma esaltano l'azione dello Spirito Consolatore e dispongono i credenti a beneficiare dei suoi doni.

4. Il Concilio ricorda infine che il culto mariano è "del tutto singolare" e ne sottolinea la differenza rispetto all'adorazione di Dio ed alla venerazione dei santi.

Esso possiede una sua peculiarità irrepetibile perché si riferisce ad una persona unica per la sua perfezione personale e per la sua missione.

Del tutto eccezionali, infatti, sono i doni conferiti a Maria dall'amore divino, come la santità immacolata, la maternità divina, l'associazione all'opera redentrice e soprattutto al sacrificio della Croce.

Il culto mariano esprime la lode e la riconoscenza della Chiesa per tali straordinari doni. A Lei, divenuta Madre della Chiesa e Madre dell'umanità, ricorre il popolo cristiano, animato da filiale confidenza, per sollecitare la sua materna intercessione ed ottenere i beni necessari alla vita terrena in vista dell'eterna beatitudine.

...

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Adesso saluto tutti i pellegrini neerlandesi e belgi, in modo particolare i pellegrini della parrocchia della Basilica di Oudenbosch, della parrocchia Sant'Amalberga a Susteren, nonché i coristi e volontari parrocchiali di Nijmegen, Mierlo-Hout e Zeeland.

Siete venuti in preparazione al Giubileo dell'anno 2000. Vi auguro che questo pellegrinaggio rafforzi la vostra fede in Cristo, unico Salvatore del mondo, e dia un nuovo slancio all'evangelizzazione nelle vostre parrocchie.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo !

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Di cuore saluto i pellegrini lituani. Benvenuti! Voglio augurarvi, carissimi, che il profondo patrimonio spirituale, ricevuto dalle generazioni precedenti, il continuo rinnovamento nello spirito e l'amore della verità contribuiscano alla diffusione del Vangelo di Cristo nel vostro Paese. Il coraggio e la saggezza della fede facciano superare le difficoltà del vivere quotidiano!

Con questo desiderio benedico voi, i vostri cari e tutti gli abitanti della Lituania, soprattutto i bambini, gli ammalati e coloro che soffrono. Sia lodato Gesù Cristo.

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Saluto cordialmente i fedeli della Diocesi di Hvar, unitamente al loro Vescovo, Mons. Slobodan Štambuk, venuti in occasione dell'850° anniversario della Diocesi. Saluto pure i fedeli della città di Osijek guidati dal loro Vescovo di Ðakovo e Srijem, Mons. Marin Srakic, come pure gli altri pellegrini croati. Benvenuti!

Carissimi, aprite il vostro cuore a Gesù Cristo affinché con Lui possiate affrontare la ricostruzione della vostra Patria, dopo la dura prova del passato conflitto. Essa avvenga a misura d'uomo, così che tutti siano pronti a varcare speditamente la soglia del Terzo millennio cristiano.

Su tutti voi qui presenti e sulle vostre diocesi invoco la Benedizione di Dio. Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Moravia.

Carissimi, domenica scorsa ho proclamato Santa Teresa di Gesù Bambino Dottore della Chiesa. La sua vita è un modello dell'amore a Dio, espresso specialmente nella preghiera contemplativa e nell'adoperarsi per la diffusione del Vangelo in tutto il mondo.

Per la sua intercessione, il Signore vi benedica!

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Con affetto saluto i pellegrini slovacchi da Bratislava e Prievidza, da Kamenec pod Vtácnikom e dai dintorni di Lucenec, da Lopej, Dolná Lehota e da Bystrá.

Cari fratelli e sorelle, sono contento che siete venuti in pellegrinaggio a Roma. Vi ringrazio di questa professione della vostra fede. Che la fede, ricevuta nel sacramento del battesimo, irradi da tutta la vostra vita e vi renda simili al Signore Gesù. Affinchè questo pellegrinaggio serva al rafforzamento della vostra fede, vi imparto la mia Benedizione apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!
* * *


Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i Fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio che formano l'Assemblea Internazionale dell'Unione Apostolica del Clero. Benedico di cuore loro ed il servizio che svolgono nella Chiesa.

Rivolgo poi un cordiale saluto ai partecipanti alla Tavola Rotonda sulla "Conversione delle armi in strumenti di pace", promossa dal Comitato di Collegamento di Cattolici per una Civiltà dell'Amore con l'adesione del Pontificio Consiglio "Cor Unum". Incoraggio tutti a proseguire nello sforzo affinché le risorse spese per le armi siano destinate a progetti di autentico sviluppo.

Sono lieto di accogliere gli studenti italiani vincitori del premio "Alfieri del Lavoro", come pure i delegati tedeschi, spagnoli e greci ospiti della Caritas di Roma per il programma di educazione interculturale.

Un caloroso saluto rivolgo al folto gruppo della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Barletta, alle Suore di Santa Chiara, agli alunni della scuola "Sacro Cuore" ed ai loro familiari. Carissimi, la vostra Comunità celebra quarant'anni di vita: in questo tempo essa è cresciuta, sotto lo sguardo materno di Maria. Possa il vostro pellegrinaggio alla tomba dell'apostolo Pietro ravvivare in ciascuno la fede e rendervi capaci di seguire sempre fedelmente la volontà di Dio.

Il mio pensiero va, infine, come di consueto, ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli.

Domenica scorsa, come sapete, ho proclamato Dottore della Chiesa Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo. A voi, cari giovani, la propongo come autentica maestra di fede e di vita evangelica; a voi, cari malati, come modello di cristiana sofferenza; e a voi, cari sposi novelli, come esempio di amore vissuto nell'esistenza quotidiana.

A tutti la mia Benedizione.




Mercoledì, 29 ottobre 1997: Devozione mariana e culto delle immagini

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(
Col 1,15-18).

1. Dopo aver giustificato dottrinalmente il culto della Beata Vergine, il Concilio Vaticano II esorta tutti i fedeli a farsene promotori: "Il Sacrosanto Concilio espressamente insegna questa dottrina cattolica, e insieme esorta tutti i figli della Chiesa, perché generosamente promuovano il culto, specialmente liturgico, verso la Beata Vergine, abbiano in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di Lei, raccomandati lungo i secoli dal Magistero" (Lumen Gentium LG 67).

Con quest'ultima affermazione i Padri conciliari, senza scendere a determinazioni particolari, intendevano ribadire la validità di alcune preghiere come il Rosario e l'Angelus care alla tradizione del popolo cristiano e frequentemente incoraggiate dai Sommi Pontefici, quali mezzi efficaci per alimentare la vita di fede e la devozione alla Vergine.

2. Il testo conciliare prosegue chiedendo ai credenti che "scrupolosamente osservino quanto in passato è stato sancito circa il culto delle immagini di Cristo, della Beata Vergine e dei Santi" (Lumen Gentium LG 67).

Ripropone così le decisioni del secondo Concilio di Nicea, svoltosi nell'anno 787, che confermò la legittimità del culto delle immagini sacre, contro quanti volevano distruggerle, ritenendole inadeguate a rappresentare la divinità (Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater RMA 33).

"Noi definiamo, - dichiararono i Padri di quell'assise Conciliare -con ogni rigore e cura che, a somiglianza della raffigurazione della croce preziosa e vivificante, così le venerande

e sante immagini sia dipinte che in mosaico o in qualsiasi altro materiale adatto, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, sulle sacre suppellettili, sui sacri paramenti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l'immagine del Signore Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella della immacolata Signora nostra, la Santa Madre di Dio, dei santi angeli, di tutti i santi e giusti" (Denz.-Schönm. DS 600).

Richiamando tale definizione, la Lumen gentium ha inteso ribadire la legittimità e la validità delle immagini sacre nei confronti di alcune tendenze miranti ad eliminarle dalle chiese e dai santuari, al fine di concentrare tutta l'attenzione su Cristo.

3. Il secondo Concilio di Nicea non si limita ad affermare la legittimità delle immagini, ma cerca di illustrarne l'utilità per la pietà cristiana: "Infatti, quanto più frequentemente queste immagini vengono contemplate, tanto più quelli che le vedono sono portati al ricordo e al desiderio dei modelli originari e a tributare loro, baciandole, rispetto e venerazione" (Denz.-Schönm. DS 601).

Si tratta di indicazioni che valgono in modo particolare per il culto della Vergine. Le immagini, le icone e le statue della Madonna, presenti nelle case, nei luoghi pubblici e in innumerevoli chiese e cappelle, aiutano i fedeli ad invocare la sua costante presenza e il suo misericordioso patrocinio nelle diverse circostanze della vita. Rendendo concreta e quasi visibile la tenerezza materna della Vergine, esse invitano a rivolgersi a Lei, a pregarla con fiducia e ad imitarla nell'accogliere generosamente la volontà divina.

Nessuna delle immagini conosciute riproduce il volto autentico di Maria, come già riconosceva sant'Agostino (S. Agostino, De Trinitate, 8, 7); tuttavia esse ci aiutano a stabilire relazioni più vive con lei. Va incoraggiato, pertanto, l'uso di esporre le immagini di Maria nei luoghi di culto e negli altri edifici, per sentirne l'aiuto nelle difficoltà ed il richiamo ad una vita sempre più santa e fedele a Dio.

4. Per promuovere il retto uso delle sacre effigi, il Concilio Niceno ricorda che "l'onore reso all'immagine, in realtà, appartiene a colui che vi è rappresentato; e chi venera l'immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto" (Denz.-Schönm. DS 601).

Così adorando nell'immagine di Cristo la Persona del Verbo Incarnato, i fedeli compiono un genuino atto di culto, che nulla ha in comune con l'idolatria.

Analogamente, venerando le raffigurazioni di Maria, il credente compie un atto destinato in definitiva ad onorare la persona della Madre di Gesù.

5. Il Vaticano II esorta, però, i teologi e i predicatori ad astenersi tanto da esagerazioni quanto da atteggiamenti minimalisti nel considerare la singolare dignità della Madre di Dio. E aggiunge: "Con lo studio della Sacra Scrittura, dei santi Padri e Dottori e delle liturgie della Chiesa, condotto sotto la guida del Magistero, illustrino rettamente i compiti e i privilegi della Beata Vergine, che sempre hanno per fine Cristo, origine di ogni verità, santità e devozione" (Lumen Gentium LG 67).

L'autentica dottrina mariana è assicurata dalla fedeltà alla Scrittura ed alla Tradizione, come pure ai testi liturgici ed al Magistero. Sua caratteristica imprescindibile è il riferimento a Cristo: tutto, infatti, in Maria deriva da Cristo ed a Lui è orientato.

6. Il Concilio offre, infine, ai credenti alcuni criteri per vivere in maniera autentica il loro rapporto filiale con Maria: "I fedeli a loro volta si ricordino che la vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimento, né in una vana credulità, ma bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della Madre di Dio, e siamo spinti a un amore filiale verso la Madre nostra e all'imitazione delle sue virtù" (Lumen Gentium LG 67).

Con queste parole i Padri conciliari mettono in guardia contro la "vana credulità" e il predominio del sentimento. Essi mirano soprattutto a riaffermare che la devozione mariana autentica, procedendo dalla fede e dall'amorevole riconoscimento della dignità di Maria, spinge al filiale affetto verso di lei e suscita il fermo proposito di imitare le sue virtù.



Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Ora vorrei porgere il benvenuto ai pellegrini belgi e neerlandesi.

Il Rosario è per noi un compendio del Vangelo e una scuola di preghiera. Auguro che il vostro pellegrinaggio in questo mese di ottobre vi aiuti a riscoprire il valore di questa preghiera semplice ma efficace.

Di cuore imparto a voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo !

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Carissimi fratelli e sorelle, Cristo Gesù nei Sacramenti della Chiesa, da Egli stesso istituiti, rende partecipi gli uomini del suo Mistero Pasquale, della sua opera di salvezza e della sua grazia. I Sacramenti abbracciano l'intero vivere ed operare dell'uomo, per infondergli in abbondanza la vita divina a cui è stato chiamato.

Saluto i fedeli della neoeretta Diocesi di Varazdin, quelli della Parrocchia di S. Giovanni Battista a Sveti Ivan Zelina, nell'Arcidiocesi di Zagabria, e gli altri pellegrini croati. Di cuore imparto a loro la Benedizione Apostolica. Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovena

Benvenuti i pellegrini di Kresnice nell'arcidiocesi di Ljubljana in Slovenia, venuti a Roma, guidati dal signor Parroco, per visitare, nello spirito del vostro patrono San Benedetto, i luoghi sacri della città eterna e professare presso le tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo la propria fedeltà al Cristo e alla Sua Chiesa.

Con la mia Benedizione Apostolica benedico i buoni propositi vostri e quelli dei vostri cari!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Saluto di cuore i pellegrini slovacchi da Spišský Štiavnik.

Cari fratelli e sorelle, questo sabato si celebra la festa di Tutti i Santi. La Chiesa gloriosa del cielo dice a noi, Chiesa peregrinante in terra, dove è il fine del pellegrinaggio di tutta la nostra vita. Nelle vostre preghiere qui a Roma rinnovatevi nella speranza che anche voi possiate raggiungere la gloria del cielo.

Abbiate in ciò fiducia nella Vergine Maria che vi precede con l'esempio e vi accompagna aiutandovi. Di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua russa

Rivolgo un cordiale benvenuto ai membri del "Coro" di Mosca.

Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita ed invoco ben volentieri su di voi e sui vostri cari copiose benedizioni dal cielo!
* * *


Rivolgo ora un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare, ai sacerdoti, ai seminaristi, al Sindaco ed alla Giunta Municipale di Francavilla Fontana, ai rappresentanti delle Confraternite ed ai numerosi fedeli della diocesi di Oria. Guidati dal loro Vescovo Mons. Armando Franco, essi sono venuti per ricordare il cinquantesimo anniversario di fondazione di alcune parrocchie della loro Comunità diocesana. Carissimi, vi ringrazio per la vostra presenza e, mentre mi associo volentieri alla vostra gioia per questa ricorrenza giubilare, auspico per ciascuno di voi una rinnovata effusione di favori celesti, perché siano rafforzati i vostri generosi propositi di testimonianza evangelica.

Il mio pensiero si volge poi, come di consueto, ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. La solennità di Tutti i Santi e la Commemorazione dei fedeli defunti, che celebreremo sabato e domenica prossimi, invitano i credenti ad innalzare lo sguardo al cielo, nostra Patria definitiva.

Vi esorto, cari giovani, cari ammalati e cari sposi novelli ad essere sempre orientati, nelle vicende gioiose e tristi d'ogni giorno, al mistero della vita eterna. La sua luce sarà per voi sostegno e conforto ed imprimerà autentico senso a tutta la vostra esistenza.

Vi benedico di cuore.



Mercoledì, 5 novembre 1997: La preghiera a Maria

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(
Lc 1,26-28)

1. Nel corso dei secoli il culto mariano ha conosciuto uno sviluppo ininterrotto. Esso ha visto fiorire, accanto alle tradizionali feste liturgiche dedicate alla Madre del Signore, innumerevoli espressioni di pietà, sovente approvate ed incoraggiate dal Magistero della Chiesa.

Molte devozioni e preghiere mariane costituiscono un prolungamento della stessa liturgia e talvolta hanno contribuito ad arricchirne l'impianto, come nel caso dell'Ufficio in onore della Beata Vergine e di altre pie composizioni entrate a far parte del Breviario.

La prima invocazione mariana conosciuta risale al III secolo ed inizia con le parole: "Sotto la tua protezione (Sub tuum praesidium) cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio . . .". Tuttavia, dal secolo XIV, è l'"Ave Maria" la preghiera alla Vergine più comune tra i cristiani.

Essa, riprendendo le prime parole rivolte dall'Angelo a Maria, introduce i fedeli alla contemplazione del mistero dell'Incarnazione. La parola latina "Ave" traduce il vocabolo greco "Chaire": costituisce un invito alla gioia e potrebbe essere tradotto con "Rallegrati". L'inno orientale "Akáthistos" ribadisce con insistenza questo "rallegrati". Nell'Ave Maria la Vergine viene chiamata "piena di grazia" e così riconosciuta nella perfezione e nella bellezza della sua anima.

L'espressione "Il Signore è con te" rivela la speciale relazione personale tra Dio e Maria, che si situa nel grande disegno dell'alleanza di Dio con tutta l'umanità. Poi la locuzione

"Benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù", afferma l'attuazione del disegno divino nel corpo verginale della Figlia di Sion.

Invocando "Santa Maria, Madre di Dio", i cristiani chiedono a Colei che per singolare privilegio è l'immacolata Madre del Signore: "Prega per noi peccatori", e si affidano a Lei nell'ora presente e in quella suprema della morte.

2. Anche la tradizionale preghiera dell'"Angelus" invita a meditare il mistero dell'Incarnazione, esortando il cristiano a prendere Maria come punto di riferimento nei diversi momenti della propria giornata per imitarla nella sua disponibilità a realizzare il piano divino della salvezza. Questa preghiera ci fa quasi rivivere il grande evento della storia dell'umanità, l'Incarnazione, a cui già ogni "Ave Maria" fa riferimento. Sta qui il valore ed il fascino dell'"Angelus", tante volte espresso non solo da teologi e pastori, ma anche da poeti e pittori.

Nella devozione mariana ha assunto un posto di rilievo il Rosario, che attraverso la ripetizione delle "Ave Maria" conduce a contemplare i misteri della fede. Anche questa preghiera semplice, alimentando l'amore del popolo cristiano per la Madre di Dio, ordina più chiaramente la preghiera mariana al suo scopo: la glorificazione di Cristo.

Il Papa Paolo VI, come i suoi Predecessori, specialmente Leone XIII, Pio XII e Giovanni XXIII, tenne in grande considerazione la pratica del Rosario e ne auspicò la diffusione nelle famiglie. Inoltre, nell'Esortazione apostolica Marialis cultus, ne illustrò la dottrina, ricordando che trattasi di "preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell'Incarnazione redentrice", e ribadendone l'"orientamento nettamente cristologico" (n. 46).

Al Rosario sono spesso affiancate dalla pietà popolare le litanie, tra le quali le più note sono quelle in uso nel Santuario di Loreto e chiamate perciò "lauretane".

Con invocazioni molto semplici, esse aiutano a concentrarsi sulla persona di Maria per cogliere la ricchezza spirituale riversata in Lei dall'amore del Padre.

3. Come dimostrano la liturgia e la pietà cristiana, la Chiesa ha sempre tenuto in grande considerazione il culto verso Maria, ritenendolo indissolubilmente legato alla fede in Cristo. Esso, infatti, trova il suo fondamento nel disegno del Padre, nella volontà del Salvatore e nell'azione ispiratrice del Paraclito.

Avendo ricevuto da Cristo la salvezza e la grazia, la Vergine è chiamata a svolgere un ruolo rilevante nella redenzione dell'umanità. Con la devozione mariana i cristiani riconoscono il valore della presenza di Maria nel cammino verso la salvezza, ricorrendo a Lei per ottenere ogni genere di grazie. Essi sanno soprattutto di poter contare sulla sua materna intercessione per ricevere dal Signore quanto è necessario allo sviluppo della vita divina e al conseguimento della salvezza eterna.

Come attestano i numerosi titoli attribuiti alla Vergine e i pellegrinaggi ininterrotti ai santuari mariani, la fiducia dei fedeli verso la Madre di Gesù li spinge ad invocarla nelle quotidiane necessità.

Essi sono certi che il suo cuore materno non può rimanere insensibile alle miserie materiali e spirituali dei suoi figli.

Così la devozione alla Madre di Dio, incoraggiando alla fiducia ed alla spontaneità, contribuisce a rasserenare il clima della vita spirituale e fa progredire i fedeli sulla via esigente delle beatitudini.

4. Vogliamo infine ricordare che la devozione a Maria, dando rilievo alla dimensione umana dell'Incarnazione, fa meglio scoprire il volto di un Dio che condivide le gioie e le sofferenze dell'umanità, il "Dio con noi", che Ella ha concepito come uomo nel suo seno purissimo, generato, assistito e seguito con ineffabile amore dai giorni di Nazaret e di Betlemme a quelli della Croce e della Risurrezione.

J'accueille avec plaisir les pèlerins de langue française présents à cette audience. En ce mois de novembre, nous prions pour tous les défunts et nous demandons l'aide de la Vierge, pour faire la volonté de Dieu. À tous, j'accorde de grand coeur la Bénédiction apostolique.

Upon all the English-speaking pilgrims, especially those from England, Japan, Canada and the United States, I invoke God's blessings of grace and peace.

Mit diesen Gedanken zur Marienverehrung grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher sehr herzlich. Unter Euch heiße ich die Pilgergruppe aus Peuerbach anläßlich ihres 25-jährigen Romfahrtjubiläums willkommen sowie die Gruppe der Mesner aus der Region Kempten im Allgäu. Euch allen und Euren Angehörigen zu Hause sowie den mit uns über Radio Vatikan und das Fernsehen verbundenen Gläubigen erteile ich von Herzen den Apostolischen Segen.

Quiero saludar ahora a los fieles de lengua española. De forma particular, a la delegación de la "Agencia de Desarrollo Económico Local de Nueva Segovia" (Nicaragua), así como a los demás grupos de España, México, Argentina, Panamá y Puerto Rico. Invocando a María, la llena de gracia y bendita entre todas las mujeres, os imparto con afecto la Bendición Apostólica.

Amados peregrinos de língua portuguesa, o mês de Novembro lembra-nos o destino eterno que nos espera; e lembra-o de várias formas, sendo uma delas a recordação saudosa dos nossos queridos defuntos. Deixaram-nos um dia com o pedido, tácito ou explícito, da nossa ajuda espiritual na sua travessia para o Além; sabeis que as nossas mãos em oração chegam até ao Céu, e assim podemos acompanhá-los até lá, consolidando neles e em nós mesmos as amarras que nos ligam à eternidade. Com este apelo que se faz súplica pelos vossos familiares falecidos, de coração vos dou a minha Bênção Apostólica.

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Un cordiale saluto a tutti i pellegrini belgi e neerlandesi !

Vi ringrazio per la vostra presenza. Vi auguro che il vostro pellegrinaggio ai luoghi sacri sia una preghiera continua, che vi dà la grazia di essere 'il sale della terra e la luce del mondo' (cfr Mt 5,13-14).

Di cuore imparto a voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo !

Traduzione italiana del saluto in lingua finlandese

Che il vostro viaggio di studi vi aiuti nel vostro compito di educatori.

Continuate il vostro lavoro per il bene comune con l'umiltà indicata da Cristo.

Dio benedica voi e il vostro paese!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Mi rivolgo al gruppo dei pellegrini provenienti dalla Lituania. Carissimi, vi saluto augurandovi un buon soggiorno a Roma per scoprire le ricchezze sia spirituali che culturali di codesta illustre città. Questo pellegrinaggio fortifichi la vostra fede e vi conduca verso un autentico amore del prossimo, fondato sui sentimenti del rispetto reciproco e della giustizia.

Dio benedica tutti voi e la vostra Patria. Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Cari pellegrini di Praga!

Il prevosto della cattedrale di Berlino Bernard Lichtenberg durante la Seconda guerra mondiale pubblicamente chiedeva ai fedeli di pregare per gli ebrei perseguitati e per i detenuti nei campi di concentramento. Fu imprigionato e condannato a Dachau e morì il 5 novembre 1943. L'anno scorso ho avuto la gioia di beatificarlo. Con questa figura luminosa di sacerdote vorrei ricordarvi tutti i sacerdoti e laici della vostra patria, che in questo secolo hanno sofferto o sono morti per la fede in Cristo. Sono i vostri modelli e protettori.

Vi benedico di cuore insieme a tutti i vostri cari in patria.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua rumena

Rivolgo in cordiale benvenuto al gruppo di pellegrini provenienti dalla Romania.

Carissimi, la visita alle tombe degli Apostoli e dei martiri romani vi siano di stimolo per un sempre più generoso impegno di testimonianza cristiana nella vostra patria.

Con questo auspicio di cuore benedico voi e le vostre famiglie!
* * *


Saluto ora i pellegrini di lingua italiana e porgo a ciascuno un cordiale benvenuto.

Con particolare affetto mi rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. La Chiesa ci invita in questi giorni a pregare per i nostri cari, che hanno ormai lasciato questo mondo. Il loro ricordo ci conduce a meditare sul mistero della morte e della vita eterna.

Cari giovani, il pensiero della morte non sia per voi motivo di tristezza, ma vi spinga piuttosto ad apprezzare e valorizzare appieno la vostra giovinezza, orientando sempre il vostro spirito ai valori che non periscono.

Per voi, cari ammalati, la speranza della risurrezione e la promessa dell'immortalità futura siano sostegno nella sofferenza ed invito a sentirvi uniti in modo speciale al mistero della morte e risurrezione del Signore.

Cari sposi novelli, la prospettiva eterna della vita vi stimoli costantemente a progettare la vostra famiglia lasciandovi guidare da Cristo e dal suo Vangelo.

A tutti imparto una speciale benedizione.




Mercoledì, 12 Novembre 1997: La Madre dell'unità e della speranza

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(
Ac 1,13-14)

1. Dopo aver illustrato i rapporti fra Maria e la Chiesa, il Concilio Vaticano II si rallegra nel costatare che la Vergine è onorata anche dai cristiani che non appartengono alla comunità cattolica: "Per questo santo Concilio è di grande gioia e consolazione che vi siano anche, tra i fratelli separati, di quelli che tributano il debito onore alla Madre del Signore e Salvatore . . ." (Lumen Gentium LG 69), (cfr Redemptoris Mater RMA 29-34). A ragion veduta possiamo dire che la maternità universale di Maria, anche se fa apparire ancor più dolorose le divisioni tra i cristiani, costituisce un grande segno di speranza per il cammino ecumenico.

Molte Comunità protestanti, a motivo di una particolare concezione della grazia e dell'ecclesiologia, si sono opposte alla dottrina e al culto mariano, ritenendo la cooperazione di Maria all'opera della salvezza lesiva dell'unica mediazione di Cristo. In questa prospettiva, il culto della Madre farebbe quasi concorrenza all'onore dovuto al Figlio.

2. Tuttavia, in tempi recenti, l'approfondimento del pensiero dei primi riformatori ha posto in luce posizioni più aperte nei confronti della dottrina cattolica. Gli scritti di Lutero manifestano ad esempio amore e venerazione per Maria, esaltata come modello di ogni virtù: egli sostiene l'eccelsa santità della Madre di Dio ed afferma talvolta il privilegio dell'Immacolata Concezione, condividendo con altri Riformatori la fede nella Verginità perpetua di Maria.

Lo studio del pensiero di Lutero e di Calvino, come anche l'analisi di alcuni testi di cristiani evangelici, hanno contribuito a creare una rinnovata attenzione di alcuni protestanti ed anglicani verso diversi temi della dottrina mariologica. Alcuni sono giunti persino a posizioni molto vicine a quelle dei cattolici per quanto riguarda i cardini fondamentali della dottrina su Maria, quali la maternità divina, la verginità, la santità, la maternità spirituale.

La preoccupazione di sottolineare il valore della presenza della donna nella Chiesa favorisce lo sforzo di riconoscere il ruolo di Maria nella storia della salvezza.

Tutti questi dati costituiscono altrettanti motivi di speranza per il cammino ecumenico. Il desiderio profondo dei cattolici sarebbe di poter condividere con tutti i loro fratelli in Cristo la gioia derivante dalla presenza di Maria nella vita secondo lo Spirito.

3. Il Concilio ricorda tra i fratelli che "tributano il debito onore alla Madre del Signore e Salvatore", specialmente gli Orientali, "i quali concorrono nel venerare la Madre di Dio sempre Vergine, con ardente slancio ed animo devoto" (Lumen Gentium LG 69).

Come risulta dalle numerose manifestazioni di culto, la venerazione per Maria rappresenta un significativo elemento di comunione tra cattolici ed ortodossi.

Restano, tuttavia, alcune divergenze circa i dogmi dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione, anche se tali verità furono illustrate inizialmente proprio da alcuni teologi orientali - basti pensare a grandi scrittori come Gregorio Palamas (+ 1359), Nicola Cabasilas (+ dopo il 1396), Giorgio Scholarios (+ dopo il 1472).

Tuttavia tali divergenze, forse più di formulazione che di contenuto, non devono far dimenticare la comune fede nella divina maternità di Maria, nella sua perenne Verginità, nella sua perfetta santità, nella sua materna intercessione presso il Figlio. Come ha ricordato il Concilio Vaticano II, l'"ardente slancio" e "l'animo devoto" accomunano ortodossi e cattolici nel culto della Madre di Dio.

4. Alla fine della Lumen Gentium il Concilio invita ad affidare a Maria l'unità dei cristiani: "Tutti i fedeli effondano insistenti preghiere alla Madre di Dio e Madre degli uomini, perché Ella, che con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa, anche ora in cielo esaltata sopra tutti i beati e gli angeli, nella Comunione di tutti i Santi interceda presso il Figlio suo" (Ibid.).

Come nella prima comunità la presenza di Maria promuoveva l'unanimità dei cuori, che la preghiera consolidava e rendeva visibile (cfr Ac 1,14), così la più intensa comunione con Colei che Agostino chiama "madre dell'unità" (Sant'Agostino, Sermo 192, 2; PL 38, 1013), potrà condurre i cristiani a godere il dono tanto atteso dell'unità ecumenica.

Alla Vergine Santa si rivolgono incessanti le nostre preghiere perché, come agli inizi ha sostenuto il cammino della comunità cristiana unita nella preghiera e nell'annuncio del Vangelo, così oggi con la sua intercessione ottenga la riconciliazione e la piena comunione tra i credenti in Cristo.

Madre degli uomini, Maria ben conosce i bisogni e le aspirazioni dell'umanità. A Lei il Concilio chiede particolarmente di intercedere perché "le famiglie dei popoli, sia quelle insignite del nome cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro Salvatore, nella pace e nella concordia siano felicemente riunite in un solo Popolo di Dio, a gloria della Santissima e indivisibile Trinità" (Lumen Gentium LG 69).

La pace, la concordia e l'unità, oggetto della speranza della Chiesa e dell'umanità, appaiono ancora lontane. Esse, tuttavia, costituiscono un dono dello Spirito da domandare senza sosta, ponendosi alla scuola di Maria e confidando nella sua intercessione.

5. Con tale richiesta i cristiani condividono l'attesa di Colei che, ricolma della virtù della speranza, sostiene la Chiesa in cammino verso il futuro di Dio.

Raggiunta personalmente la beatitudine per aver "creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,45), la Vergine accompagna i credenti - e la Chiesa intera - perché tra le gioie e le tribolazioni della vita presente, siano nel mondo i veri profeti della speranza che non delude.

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Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Cari parrocchiani di Kromeríz!

"Ut omnes unum sint". Questa preghiera di Gesù durante l'Ultima Cena non permette di rassegnarsi alla divisione dei cristiani. Specialmente alla soglia del Terzo Millennio cresce l'urgenza dell'unità. Il giovane arcivescovo (43 anni) di Polock, Josafat Kuncevic la capì, la annunziò e la visse fino alla santità. Il 12 novembre 1623 versò per essa il suo sangue. La testimonianza del martire dell'unità dei cristiani d'Oriente con la sede di San Pietro ci entusiasma a seguire il suo esempio anche alla fine del 20° secolo.

Vi benedico di cuore insieme a tutti i vostri cari in patria.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovena

Saluto i pellegrini di Šoštanj in Slovenia che sono venuti con il sacerdote Vinko Potocnik, desideroso di celebrare il proprio 25.mo di Sacerdozio nella Città eterna. Con lui rendete grazie per i continui doni effusi sul suo sacerdozio e implorate ulteriori favori celesti sul suo fruttuoso servizio ecclesiale. Possa la visita alle tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo rendere sempre più forte la vostra Fede.

Con questo desiderio vi imparto la mia Benedizione Apostolica.

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Carissimi fratelli e sorelle, i Sacramenti agiscono in virtù dell'opera salvifica di Cristo e sono testimonianza dell'immenso amore che Dio nutre verso ogni uomo. Essi sono segni visibili della benedizione con la quale il Padre, nel Figlio, per mezzo dello Spirito Santo, eleva a nuova dignità l'uomo e tutto il creato, e sono intimamente legati alla Chiesa.

Saluto tutti i pellegrini croati, in modo particolare quanti di essi ancora attendono notizie circa la sorte dei propri cari, e di cuore imparto a ciascuno la Benedizione Apostolica. Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

Saluto cordialmente il gruppo di pellegrini ungheresi da Szentendre. San Martino ed il Beato Vilmos Apor siano per voi esempi di imitazione cristiana, come pure di condivisione con i fratelli bisognosi. Vi imparto la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Con affetto saluto i pellegrini lituani, un gruppo dell'associazione nazionale degli invalidi. Cari fratelli e sorelle, il mistero salvifico della croce di Cristo vi dia la forza di trasformare ogni sofferenza in generosa testimonianza della fede e della dignità umana.

Di cuore imparto a voi qui presenti ed all'intero popolo lituano la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo.
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Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare al Parroco ed ai fedeli della Parrocchia di sant'Alberto Magno in Roma, venuti per ricordare il decimo anniversario della mia Visita alla loro Comunità parrocchiale.

Saluto i cori che partecipano al Quinto Concorso Internazionale di Musica Sacra "Giovanni Pierluigi da Palestrina" e la delegazione della manifestazione fieristica "Flòroma Business", come pure la Cooperativa Edificatoria Ansaloni, che celebra il cinquantesimo anniversario di fondazione. Saluto, altresì, il gruppo dell'Associazione delle Mogli dei Medici Italiani ed i partecipanti al Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria.

A tutti esprimo viva gratitudine per la partecipazione a questa Udienza ed auspico di cuore che da essa ciascuno tragga incoraggiamen-to per un sempre più generoso impegno di testimonianza cristiana.

Rivolgo ora un cordiale pensiero ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. La Liturgia odierna ricorda san Giòsafat Kuncevyc, Arcivescovo di Polock e Vitebsk, di rito slavo orientale, che operò infaticabilmente per la causa dell'unità della Chiesa e testimoniò con il sangue il suo amore per Cristo.

L'esempio luminoso di questo Santo sia di sostegno per voi, cari giovani, ad operare sempre a favore dell'accoglienza, della comprensione e della fraternità tra i Cristiani. Incoraggi voi, cari malati, ad unire le sofferenze al sacrificio della Croce, per favorire la comunione di quanti credono ed amano lo stesso Signore. Ed aiuti voi, cari sposi novelli, a fare della vostra famiglia con la preghiera, con il dialogo e con la concordia, una particolare «icona» della Chiesa, mistero di salvezza per tutti gli uomini.

Volentieri imparto a tutti la mia Benedizione.





Catechesi 79-2005 22107