Catechesi 79-2005 18398

Mercoledì 18 marzo 1998: La fede in Cristo

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(Lettura:
Mt 16,13-17)

1. Guardando all'obiettivo primario del Giubileo, che è "il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani" (Tertio millennio adveniente TMA 42), dopo aver delineato nelle precedenti catechesi i tratti fondamentali della salvezza offerta da Cristo, ci fermiamo oggi a riflettere sulla fede che egli si attende da noi.

A Dio che si rivela - insegna la Dei Verbum - è dovuta "l'obbedienza della fede" (cfr DV 5). Dio si è rivelato nell'Antica Alleanza, domandando al popolo da lui scelto una fondamentale adesione di fede. Nella pienezza dei tempi, questa fede è chiamata a rinnovarsi e svilupparsi, per rispondere alla rivelazione del Figlio di Dio incarnato. Gesù la richiede espressamente, rivolgendosi ai discepoli nell'ultima Cena: "Avete fede in Dio; abbiate fede anche in me" (Jn 14,1).

2. Gesù aveva già chiesto al gruppo dei dodici Apostoli una professione di fede nella sua persona. Presso Cesarea di Filippo, dopo aver interrogato i discepoli sui pareri espressi dalla gente circa la sua identità, egli domanda: "Voi chi dite che io sia?" (Mt 16,15). La risposta viene da Simone: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16).

Immediatamente Gesù conferma il valore di questa professione di fede, sottolineando che essa non procede semplicemente da un pensiero umano, ma da un'ispirazione celeste: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17). Queste espressioni di forte colore semitico designano la rivelazione totale, assoluta e suprema: quella che si riferisce alla persona del Cristo Figlio di Dio.

La professione di fede fatta da Pietro rimarrà espressione definitiva dell'identità di Cristo. Marco ne riprende i termini per introdurre il suo Vangelo (cfr Mc 1,1), Giovanni vi fa riferimento alla conclusione del suo, affermando di averlo scritto perché si creda "che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio", e perché, credendo, si possa avere la vita nel suo nome (cfr Jn 20,31).

3. In che cosa consiste la fede? La Costituzione Dei Verbum spiega che con essa "l'uomo si abbandona a Dio tutt'intero liberamente, prestandogli 'il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà' e acconsentendo volontariamente alla rivelazione data da Lui" (Cfr DV 5). La fede non è, dunque, solo adesione dell'intelligenza alla verità rivelata, ma anche ossequio della volontà e dono di sé a Dio che si rivela. E' un atteggiamento che impegna l'intera esistenza.

Il Concilio ricorda ancora che per la fede sono necessari "la grazia di Dio, che previene e soccorre, e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi della mente, e dia a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità" (ibid. DV 5). Si vede così come la fede, da una parte, fa accogliere la verità contenuta nella Rivelazione e proposta dal magistero di coloro che, come Pastori del Popolo di Dio, hanno ricevuto un "carisma certo di verità" (Dei Verbum DV 8). D'altra parte, la fede spinge anche ad una vera e profonda coerenza, che deve esprimersi in tutti gli aspetti di una vita modellata su quella di Cristo.

4. Frutto com'è della grazia, la fede esercita un influsso sugli avvenimenti. Lo si vede mirabilmente nel caso esemplare della Vergine Santa. Nell'Annunciazione la sua adesione di fede al messaggio dell'angelo è decisiva per la stessa venuta di Gesù nel mondo. Maria è Madre di Cristo perché prima ha creduto in Lui.

Alle nozze di Cana Maria per la sua fede ottiene il miracolo. Dinanzi a una risposta di Gesù che sembrava poco favorevole, Ella mantiene un atteggiamento fiducioso, diventando così modello della fede audace e costante che supera gli ostacoli.

Audace e insistente fu anche la fede della cananea. A questa donna, venuta a chiedere la guarigione della figlia, Gesù aveva opposto il piano del Padre, che limitava la sua missione alle pecore perdute della casa d'Israele. La cananea rispose con tutta la forza della sua fede e ottenne il miracolo: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri" (Mt 15,28).

5. In molti altri casi il Vangelo testimonia la potenza della fede. Gesù esprime la sua ammirazione per la fede del centurione: "In verità vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande" (Mt 8,10). E a Bartimeo dice: "Va', la tua fede ti ha salvato" (Mc 10,52). La stessa cosa ripete all'emorroissa (cfr Mc 5,34).

Le parole rivolte al padre dell'epilettico, che desiderava la guarigione del figlio, non sono meno impressionanti: "Tutto è possibile per chi crede" (Mc 9,23).

Il ruolo della fede è di cooperare con questa onnipotenza. Gesù chiede tale cooperazione al punto che, tornando a Nazaret, non opera quasi nessun miracolo per il motivo che gli abitanti del suo villaggio non credevano in lui (cfr Mc 6,5-6). Ai fini della salvezza, la fede ha per Gesù un'importanza decisiva.

San Paolo svilupperà l'insegnamento di Cristo quando, in contrasto con quanti volevano fondare la speranza di salvezza sull'osservanza della legge giudaica, affermerà con forza che la fede in Cristo è la sola fonte di salvezza: "Noi riteniamo, infatti, che l'uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della legge" (Rm 3,28). Non bisogna, tuttavia, dimenticare che san Paolo pensava a quella fede autentica e piena "che opera per mezzo della carità" (Ga 5,6). La vera fede è animata dall'amore verso Dio, che è inseparabile dall'amore verso i fratelli.

Saluti

Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare ai Vescovi, ai missionari, al clero, ai religiosi ed ai fedeli delle Diocesi Toscane della Metropolia di Siena, venuti in pellegrinaggio a Roma per affidare al Signore la buona riuscita delle Missioni popolari in preparazione al Grande Giubileo dell'Anno Duemila. Carissimi, mi rallegro della vostra così numerosa presenza ed esprimo il mio vivo compiacimento per questa iniziativa ecclesiale. Mentre auspico che questo intenso annuncio della Parola di Dio costituisca per i fedeli delle vostre Comunità diocesane un'occasione provvidenziale per riaffermare fervida adesione agli insegnamenti del Vangelo e per un rinnovato impegno di testimonianza cristiana alle soglie del terzo millennio, invoco di cuore su tutti l'abbondanza delle grazie divine.

Saluto, poi, la delegazione nazionale diretta in Austria per accendere la "Fiaccola Benedettina" della pace. Essa è accompagnata da Monsignor Riccardo Fontana, Arcivescovo di Norcia-Spoleto, e dagli Abati Ordinari di Subiaco e di Montecassino. Auspico che questa bella iniziativa, animata dal motto "pro Europea una", contribuisca alla formazione di una coscienza attenta alla solidarietà ed alla cultura della pace, valori che scaturiscono dal Vangelo e di cui san Benedetto fu apostolo infaticabile.

Do, inoltre, un fraterno benvenuto ai docenti ed agli studenti dell'Istituto Teologico Marchigiano, come pure ai diaconi dell'Arcidiocesi di Milano, accompagnati dai loro Superiori. Carissimi, nell'assicurare per ciascuno il mio ricordo nella preghiera, invoco su di voi un'abbondante effusione di favori celesti, perché siano rafforzati i vostri generosi propositi di fedeltà al Signore.

Saluto, altresì, con affetto il responsabile ed i membri dell'Istituto secolare "Servi della Chiesa", come pure i fedeli della Parrocchia san Tommaso Apostolo di Foggia, che ricordano rispettivamente il cinquantesimo ed il centesimo anniversario di fondazione; i Dirigenti dell'Associazione "Italia Marathon Club", accompagnati dall'Assessore allo Sport di Roma e dal Presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera; il Dirigente generale, il Presidente ed il gruppo dell'Azienda Tranvie e Autobus del Comune di Roma; i membri della Casa Famiglia "Villa del Pino", tenuta dai Padri Betharraniti; gli ospiti e gli operatori dell'Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone; il gruppo dell'Unione Nazionale Reduci della Campagna di Russia; i membri dell'Associazione albergatori di Jesolo e di Caorle e gli Ufficiali ed i militari del Comando Brigata Meccanizzata "Friuli".

Tutti ringrazio di cuore per la loro partecipazione.

Rivolgo, infine, un saluto ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli.

Cari giovani, che oggi vedo così numerosi, e tra i quali saluto particolarmente il grande gruppo dei cresimandi della Diocesi di Ascoli Piceno, accompagnato dal Vescovo; gli alunni di tante scuole nonché i ragazzi di diverse parrocchie, che intendono rinnovare qui a Roma la loro professione di fede. Sappiate far crescere e maturare in questo tempo di Quaresima la vostra adesione a Gesù per essere, come lui vi vuole, apostoli del Vangelo fra i vostri coetanei.

Invito voi, cari ammalati, a deporre sull'altare del sacrificio supremo di Cristo la vostra sofferenza, che è dono di salvezza per il mondo.

Esorto voi, cari sposi novelli, ad accogliere con grande disponibilità la grazia dello Spirito Santo che vi guida sul sentiero dell'autentica comunione.

A voi tutti la mia Apostolica Benedizione.

Saluto in lingua neerlandese

Un cordiale saluto a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi !
Auguro che il vostro pellegrinaggio al centro della Chiesa universale approfondisca la vostra fede.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Discorso del Santo Padre ai pellegrini croati

( Testo croato: )

Carissimi fratelli e sorelle, attraverso i Sacramenti, la Chiesa lungo il tempo si rinnova, cresce e progredisce continuamente sulla via della salvezza, manifestandosi come «comunità sacerdotale», «organicamente strutturata» (Lumen Gentium LG 11). Essendo opera di Cristo e della Chiesa, i Sacramenti manifestano pure l'unità del Popolo di Dio, «radunato e ordinato sotto la guida dei Vescovi» (cf Sacrosanctum Concilium SC 26), successori degli Apostoli, e dei Presbiteri e dei Diaconi in unione a loro.

Saluto di cuore il presente gruppo degli studenti dell'Università di Zagabria e invoco la benedizione di Dio su ciascuno di loro e sulle rispettive famiglie.

Siano lodati Gesù e Maria!

Saluto ai pellegrini lituani

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Lituania. Carissimi, la Quaresima - tempo di grazia e di sincera conversione, disponga ogni cuore al dialogo con Dio, attraverso la riflessione, la penitenza ed i gesti di solidarietà fraterna!

Con tali auspici, invocando su voi, sulle vostre famiglie e sull'intera popolazione della Lituania l'abbondanza dei doni celesti, a tutti imparto la propiziatrice Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo.




Mercoledì 25 marzo 1998: Riflessioni sulla Visita pastorale in Nigeria

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Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Rendo grazie al Signore che nei giorni scorsi, con il breve ma intenso soggiorno in Nigeria, mi ha concesso di tornare a visitare l'amato continente africano. L'Africa diventa nella Chiesa sempre più protagonista della propria storia e corresponsabile del cammino dell'intero Popolo di Dio.

In Nigeria ho incontrato una Chiesa viva, che ha festeggiato da poco i cent'anni della prima evangelizzazione e si avvia con decisione verso il Duemila, guidata e stimolata dagli orientamenti del recente Sinodo africano. Vi sono sorte negli ultimi tempi nuove Comunità diocesane e parrocchiali. Aumentano le vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata: tre nuovi Seminari sono stati aperti, oltre agli otto già esistenti. Tutto ciò è frutto dello Spirito Santo, che ha animato la Chiesa in Nigeria in questi cento anni, e continua anche oggi a sostenerla nel suo cammino incontro al futuro.

2. Ringrazio il Capo dello Stato e le altre Autorità civili per l'accoglienza riservatami. Auspico che questo singolare evento spirituale contribuisca ad intensificare il processo verso la riconciliazione nella giustizia e verso il pieno rispetto dei diritti umani di ogni componente del popolo nigeriano.

Esprimo fraterna riconoscenza ai Vescovi del Paese per la testimonianza di comunione e di affetto che hanno offerto al Successore di Pietro, coinvolgendo in questo i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i catechisti e tutti i fedeli laici. Rinnovo a ciascuno il mio "grazie" e il mio abbraccio di pace.

Saluto con deferenza i seguaci delle altre religioni, specialmente i Musulmani, che hanno una cospicua presenza nel Paese. A tutto il popolo nigeriano va il mio più sentito saluto.

3. Durante questa permanenza in Nigeria, oltre a far visita alle Autorità del Paese, mi è stato dato di intrattenermi con i Vescovi, Pastori solerti del popolo cristiano. Conservo, altresì, un caro ricordo dell'incontro con i massimi rappresentanti dell'Islam, con i quali ho voluto ribadire l'importanza dei vincoli spirituali che accomunano cristiani e musulmani: la fede nel Dio unico e misericordioso, l'impegno di ricercare e compiere la sua volontà, il valore di ogni persona in quanto creata da Dio con un fine speciale, la libertà religiosa, l'etica della solidarietà. Prego il Signore che cristiani e musulmani, entrambi numerosi in Nigeria, collaborino nella difesa della vita, come pure nel promuovere l'effettivo riconoscimento dei diritti umani di ciascuno.

4. Altro momento forte della mia visita pastorale è stata la Santa Messa ad Abuja, nuova capitale federale del Paese. Nel cuore del continente nero, ho elevato a Dio, insieme con i Vescovi, con il clero e con i fedeli, una grande preghiera per l'Africa, perché conosca giustizia, pace e sviluppo; perché custodisca i suoi valori più genuini, il suo amore alla vita e alla famiglia, alla solidarietà ed alla vita comunitaria. Ho pregato perché l'Africa, abitata da innumerevoli gruppi etnici, diventi una famiglia di popoli, così come il Signore vuole che sia il mondo intero: una famiglia di nazioni. Il Vangelo è fermento di autentica pace ed unità.

La Chiesa annuncia fino agli estremi confini della terra questa "buona notizia" della salvezza ed anima l'impegno per la giustizia, per la pace, per lo sviluppo integrale della società e per il rispetto dei diritti fondamentali della persona.

Per tale causa hanno dato la vita i missionari, primi evangelizzatori del continente africano; per questa stessa causa hanno speso l'esistenza molti nigeriani, come Padre Tansi, e tanti altri che dopo di lui hanno risposto alla chiamata del Signore ed ora cooperano alla nuova evangelizzazione in patria ed in altre parti del globo. La Chiesa non cessa di rendere grazie a Dio per questo misterioso scambio di doni, frutto dell'azione efficace ed universale dello Spirito Santo.

5. Il momento culminante di questo mio pellegrinaggio apostolico è stata la solenne Celebrazione eucaristica per la beatificazione di Padre Cyprian Michael Iwene Tansi, svoltasi nella sua città natale, Onitsha.

Questo evento ha comunicato un alto messaggio di santità, di pacificazione e di speranza, mirabilmente concentrato nella testimonianza di Padre Tansi. Tutto il suo apostolato traeva vigore dall'Eucaristia: celebrava la Santa Messa con visibile fervore di fede e di amore e adorava per ore e ore il Santissimo Sacramento, nel raccoglimento della contemplazione.

In queste pause prolungate di preghiera, il Signore lo attirò a Sé sempre più, facendogli percepire con crescente chiarezza la chiamata alla vita contemplativa. All'età di 47 anni, partì per l'Inghilterra, dove entrò nell'Abbazia Cistercense di Monte San Bernardo. Non poté, come era suo desiderio e progetto, ritornare in patria ad impiantarvi una comunità monastica. La morte lo prevenne, ma la sua testimonianza, fecondata dalla preghiera e dal sacrificio, è restata come un seme prezioso ed efficace, che non ha mancato di suscitare frutti abbondanti.

6. Padre Tansi è il primo testimone della fede cristiana in Nigeria ad essere elevato agli onori degli altari: per questo viene spontaneo pensare a lui come al "protomartire" di quella Nazione. Non perché sia stato martirizzato, ma nel senso che ha offerto una invitta testimonianza di amore, consumandosi nel servizio di Dio e dei fratelli lungo l'intera sua esistenza.

Nella storia della Chiesa i protomartiri rivestono notevole importanza per lo sviluppo della comunità dei credenti e per l'evangelizzazione. Pensiamo, ad esempio, ai protomartiri romani ed a quelli di innumerevoli altri Paesi, dove la fede è scaturita dalla loro eroica testimonianza. La beatificazione di Padre Tansi non è soltanto riconoscimento della sua santità e del clima spirituale nel quale egli è cresciuto sino a pervenire alla perfezione dell'unione con Dio e con i fratelli. Essa è anche un augurio ed un segno di speranza per il futuro sviluppo della Chiesa in Nigeria e nell'Africa.

7. Il novello Beato interceda perché si incrementi nella società nigeriana ed in tutti i Paesi africani un giusto e sincero spirito di riconciliazione e si diffonda sempre più il messaggio evangelico. Cresca la comprensione reciproca, sorgente di pace, gioia, unità nelle famiglie. S'affermi la solidarietà nella giustizia, perché è su questa strada che può realizzarsi l'armonioso sviluppo di ogni nazione.

Affidiamo questi voti alla Vergine Santa, che oggi la Liturgia ci fa contemplare nel mistero dell'Annunciazione. Lo Spirito Santo la spinse a dire il suo "fiat" a Dio e formò nel suo grembo il Verbo incarnato. Lo stesso Spirito ha reso feconda nel corso dei secoli l'infaticabile opera missionaria degli Apostoli e dei testimoni di Cristo in ogni angolo della terra.

Contemplando Maria, icona della fedeltà e dell'obbedienza, siamo tutti invitati quest'oggi ad accogliere generosamente la divina chiamata ed a pronunciare il nostro "" fedele e definitivo alla volontà del Signore, perché si compia dappertutto il suo disegno salvifico.

La Vergine dell'Annunciazione, che oggi celebriamo, ci renda docili e coraggiosi servitori della Parola che in Lei si è fatta carne per la salvezza di ogni essere umano.

Saluti

Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare al gruppo di insegnanti di religione cattolica delle diocesi toscane, accompagnati dal Vescovo delegato per la pastorale scolastica della Regione, Mons. Vincenzo Savio. Carissimi, vi ringrazio per la vostra presenza e vi incoraggio a perseverare nel generoso impegno di testimonianza cristiana nel mondo della scuola.

Saluto la Madre Abbadessa e le Consorelle dell'Archicenobio Benedettino delle Monache di sant'Andrea Apostolo in Arpino che, unitamente ad una rappresentanza cittadina, sono venute per far benedire la prima pietra dell'erigendo Monastero di Piatra Neamt in Romania, dedicato a Maria "Mater Unitatis". Esprimo compiacimento per tale provvida iniziativa e ben volentieri assicuro la mia preghiera, auspicando che la nuova istituzione sia centro propulsore di animazione spirituale secondo lo spirito di san Benedetto.

Saluto anche i partecipanti al Convegno sulla riforma della scuola, con l'auspicio che venga sempre sottolineata la centralità della persona nel processo formativo.

Il mio affettuoso pensiero va ora ai bambini bielorussi, ospiti della Parrocchia di san Martino I, Papa, in Roma. Il Signore protegga voi, cari bambini, e quanti vi hanno accolto in questi mesi.

Domenica ha luogo la quarta edizione della Maratona della Città di Roma. Rivolgo con affetto il mio saluto alle Autorità, agli organizzatori ed a tutti gli atleti che percorrono le strade della Città, messaggeri di pace e di unità fra i popoli del mondo. Carissimi, correte insieme per la pace: sia questo il senso di un'iniziativa che sono lieto si svolga a Roma, in preparazione anche al Grande Giubileo dell'Anno Duemila. Vi accompagni la mia Benedizione.

Saluto, infine, i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Carissimi, è per me una grande gioia accogliervi nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità dell'Annunciazione del Signore. In questo mistero scorgiamo il meraviglioso disegno col quale Dio ha voluto renderci partecipi dell sua vita immortale ed altresì il gesto di generosa disponibilità di Maria, che ha accolto con fede l'annuncio dell'Angelo, divenendo la Madre del Salvatore.

Auguro di cuore a voi giovani, alle persone che soffrono ed ai novelli sposi qui presenti di crescere nella generosa disponibilità nei confronti del Signore, seguendo l'esempio di Maria.

Discorso del Santo Padre ai pellegrini croati



Carissimi Fratelli e Sorelle, i Sacramenti sono segno dell'amore costante di Dio verso ogni uomo. La preparazione al Grande Giubileo è un'occasione particolare per approfondire questo Mistero di Salvezza, che il Padre opera nella Chiesa per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo.

Saluto cordialmente il Vescovo di Porec-Pula, Mons. Ivan Milovan, che è venuto con i Docenti, gli Educatori e gli Studenti del Collegio e Liceo Classico di Pazin. Saluto allo stesso modo anche i Fedeli della Parrocchia della Santissima Trinità a Sveta Nedjelja ed imparto a tutti la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!

Saluto in lingua neerlandese


Ora vorrei porgere il benvenuto a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi !
Il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli vi aiuti a seguire Cristo nella vita quotidiana.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.


Mercoledì 1° aprile 1998: Il Battesimo fondamento dell'esistenza cristiana

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(Lettura:
Mt 28,16-20)

1. Secondo il Vangelo di Marco, gli ultimi insegnamenti di Gesù ai suoi discepoli presentano insieme fede e battesimo come unica via di salvezza: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato" (Mc 16,16). Anche Matteo, nel riferire il mandato missionario che Gesù dà agli Apostoli, sottolinea il nesso tra predicazione del Vangelo e battesimo: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Mc 28,19).

In conformità a queste parole di Cristo, Pietro nel giorno di Pentecoste, rivolgendosi al popolo per esortarlo alla conversione, invita i suoi ascoltatori a ricevere il battesimo: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo" (Ac 2,38). La conversione, dunque, non consiste solo in un atteggiamento interiore, ma implica anche l'ingresso nella comunità cristiana attraverso il battesimo, che opera la remissione dei peccati e inserisce nel Corpo mistico di Cristo.

2. Per cogliere il senso profondo del battesimo occorre rimeditare il mistero del battesimo di Gesù, all'inizio della sua vita pubblica. Si tratta di un episodio a prima vista sorprendente, perché il battesimo di Giovanni, che Gesù ricevette, era un battesimo di "penitenza", che disponeva l'uomo a ricevere la remissione dei peccati. Gesù sapeva bene di non avere bisogno di quel battesimo, essendo perfettamente innocente. Egli dirà un giorno in tono di sfida ai suoi avversari: "Chi di voi può convincermi di peccato?" (Jn 8,46).

In realtà, sottomettendosi al battesimo di Giovanni, Gesù lo riceve non per la propria purificazione,ma in segno di solidarietà redentrice con i peccatori. Nel suo gesto battesimale è insita un'intenzione redentrice, poiché egli è "l'agnello [...] che toglie il peccato del mondo" (Jn 1,29). Più tardi chiamerà "battesimo" la sua passione, sperimentandola come una sorta di immersione nel dolore, accettata a scopo redentivo per la salvezza di tutti: "C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!" (Lc 12,50).

3. Nel battesimo al Giordano Gesù non annuncia soltanto l'impegno della sofferenza redentrice, ma ottiene anche una speciale effusione dello Spirito, che scende in forma di colomba, cioè come Spirito della riconciliazione e della benevolenza divina. Questa discesa prelude al dono dello Spirito Santo, che sarà comunicato nel battesimo dei cristiani.

Inoltre una voce celeste proclama: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (Mc 1,11). E' il Padre a riconoscere il proprio Figlio e ad esprimere il legame d'amore che l'unisce a lui. In realtà, Cristo è unito al Padre da un rapporto unico, perché egli è il Verbo eterno "della stessa sostanza del Padre". Tuttavia, in forza della filiazione divina conferita dal battesimo, si può dire che per ogni persona battezzata e innestata in Cristo, risuona ancora la voce del Padre: "Tu sei il mio figlio diletto".

Nel battesimo di Cristo si trova così la fonte del battesimo dei cristiani e della sua ricchezza spirituale.

4. San Paolo illustra il battesimo soprattutto come partecipazione ai frutti dell'opera redentrice di Cristo, sottolineando la necessità di rinunciare al peccato e d'iniziare una vita nuova. Scrive ai Romani: "Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova" (Rm 6,3-4).

Proprio perché immerge nel mistero pasquale di Cristo, il battesimo cristiano ha un valore molto superiore ai riti battesimali ebraici e pagani, che erano abluzioni destinate a significare la purificazione, ma incapaci di cancellare i peccati. Il battesimo cristiano, invece, è un segno efficace, che opera realmente la purificazione delle coscienze, comunicando il perdono dei peccati. Esso inoltre conferisce un dono ben più grande: la nuova vita del Cristo risorto, che trasforma radicalmente il peccatore.

5. Paolo rivela l'effetto essenziale del battesimo, quando scrive ai Galati: "Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo" (). Esiste una somiglianza fondamentale del cristiano con Cristo, che implica il dono della filiazione divina adottiva. Proprio perché "battezzati in Cristo", i cristiani sono a titolo speciale "figli di Dio". Il battesimo produce una vera "rinascita".

La riflessione di Paolo si collega alla dottrina trasmessa dal Vangelo di Giovanni, specialmente al dialogo di Gesù con Nicodemo: "Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel Regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito" (Jn 3,5-6).

"Nascere dall'acqua" è un chiaro riferimento al battesimo, che in tal modo risulta una vera nascita dallo Spirito. In esso, infatti, viene dato all'uomo lo Spirito della vita che ha "consacrato" l'umanità di Cristo fin dal momento dell'Incarnazione e che Cristo stesso ha effuso in forza della sua opera redentrice.

Lo Spirito Santo fa nascere e crescere nel cristiano una vita "spirituale", divina, che anima ed eleva tutto il suo essere. Attraverso lo Spirito, la vita stessa di Cristo produce i suoi frutti nell'esistenza cristiana.

Dono e mistero grande quello del Battesimo! E' da auspicare che tutti i figli della Chiesa, specie in questo periodo di preparazione all'evento giubilare, ne prendano sempre più profonda coscienza.

Saluti

Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare ai docenti e agli studenti dell'Istituto Teologico di Assisi. Carissimi, mi rallegro della vostra presenza e vi auguro una fruttuosa attività accademica per una sempre più approfondita conoscenza e coerente testimonianza della Verità cristiana.

Saluto anche i membri della Banda musicale di Nerola, che recentemente ha stabilito un gemellaggio con quella di Bicske in Ungheria; la squadra ciclistica professionisti "Amore & Vita Fanini Team", provenienti dalla Parrocchia di Villanova Mondovì; come pure i professori e gli alunni della Scuola cattolica "Romano Guardini" di Verona. Auspico di cuore per tutti che quest'incontro sia un'occasione provvidenziale per riaffermare una fervida adesione agli insegnamenti del Vangelo.

Saluto inoltre con affetto i giovani, i malati, gli sposi novelli.

Carissimi nell'imminenza della Settimana Santa, che ci farà rivivere la morte e la risurrezione di Cristo, desidero invitarvi ad una pausa di intimo raccoglimento, per contemplare questo grande mistero, da cui scaturisce la nostra salvezza.

Troverete in esso, cari giovani, una sorgente di gioia ed entusiasmo e voi, cari ammalati, un motivo di grande conforto, sentendovi vicino il volto sofferente del Salvatore. A voi, cari sposi novelli, auguro di andare avanti con fiducia nella strada comune appena intrapresa, sostenuti dalla gioia di Cristo risorto.

Saluto ai pellegrini lituani


Cari pellegrini lituani! Esprimo a voi il mio cordiale saluto unito ad una preghiera a Dio per il bene e lo sviluppo spirituale dell'intera Nazione lituana. Vi accompagni ovunque la mia Benedizione Apostolica! Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto in lingua neerlandese

Carissimi fratelli e sorelle provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio !

Vi auguro che il vostro pellegrinaggio alle soglie degli Apostoli sia una preghiera continua che vi rende veri testimoni del Vangelo.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Discorso del Santo Padre ai pellegrini croati

Carissimi Fratelli e Sorelle, Dio segue di continuo i passi dell'uomo e non lo abbandona mai. Questo vuole ricordare anche la prossima celebrazione del Grande Giubileo, che rievoca la pienezza del tempo in cui il Padre mandò il suo Figlio (cf Ga 4,4), per mezzo del quale effuse nei nostri cuori lo Spirito di adozione (cf Rm 8,6 Ga 4,6), per farci creature nuove e per prepararci alla Pasqua gloriosa del suo Regno.

Saluto ora tutti i pellegrini croati e di cuore li benedico.

Siano lodati Gesù e Maria!

Saluto ai pellegrini della Repubblica Ceca:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Velké Bílovice!

Carissimi, in questo tempo santo di Quaresima dobbiamo tener ben presente la necessità della nostra conversione: conversione nel pensare, nell'amare e nell'agire.

Con questi voti vi benedico tutti di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!



Mercoledì, 8 aprile 1998: Riflessione sul Triduo pasquale

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1. In questi giorni della Settimana Santa, la Liturgia sottolinea con particolare vigore l'opposizione tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte, ma non ci lascia nel dubbio circa l'esito finale: la gloria del Cristo risorto. Domani, con la solenne celebrazione «in Cena Domini», saremo introdotti nel Triduo Sacro, che offrirà alla contemplazione di tutti i credenti gli eventi centrali della storia della salvezza. Rivivremo insieme, con profonda partecipazione, la passione, la morte e la risurrezione di Gesù.

2. La Santa Messa Crismale, preludio mattutino del Giovedì Santo, vedrà domani mattina riuniti i presbiteri con il proprio Vescovo. Nel corso di una significativa celebrazione eucaristica, che ha luogo solitamente nelle Cattedrali diocesane, verranno benedetti l'olio degli infermi e quello dei catecumeni, e sarà consacrato il Crisma. Con tali riti sono simbolicamente significate la pienezza del sacerdozio di Cristo e quella comunione ecclesiale che deve animare il popolo cristiano, radunato dal sacrificio eucaristico e vivificato nell'unità dal dono dello Spirito Santo.

Domani pomeriggio celebreremo, con animo grato, il momento istitutivo dell'Eucaristia. Nell'ultima Cena il Signore, avendo "amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" (
Jn 13,1) e, proprio nel momento in cui Giuda si apprestava a tradirlo e nel suo cuore scendeva la notte, la misericordia divina trionfava sull'odio, la vita sulla morte: "Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati»" (Mt 26,26-28).

La nuova ed eterna Alleanza di Dio con l'uomo è, dunque, scritta a caratteri indelebili nel sangue di Cristo, agnello mite e mansueto, immolato liberamente per espiare i peccati del mondo. Al termine della Celebrazione la Chiesa ci inviterà a sostare in prolungata adorazione dell'Eucaristia, per meditare su questo straordinario ed incommensurabile mistero d'amore.

3. Il Venerdì Santo è contrassegnato dal racconto della Passione e dalla contemplazione della Croce. In essa s'è rivelata pienamente la misericordia del Padre. Così ci fa pregare la Liturgia: "Eravamo morti a causa del peccato ed incapaci di accostarci a te, tu ci hai dato la prova suprema della tua misericordia quando il tuo Figlio, il solo giusto, si è consegnato nelle nostre mani e si è lasciato inchiodare alla croce" (Messale Romano, ed. 1983, Preghiera della Riconciliazione I, pag. 920). È tanto grande la commozione che suscita questo mistero, che l'apostolo Pietro, scrivendo ai fedeli dell'Asia Minore, esclamava: "Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia" (1P 1,18-19). Per questo, dopo aver proclamato la Passione del Signore, la Chiesa pone al centro della Liturgia del Venerdì Santo l'adorazione della Croce, non simbolo di morte, ma sorgente di vita autentica. In questo giorno, carico di emozione spirituale, si erge sul mondo la croce di Cristo, vessillo di speranza per tutti coloro che ne accolgono con fede il mistero nella propria vita.

4. Meditando su queste soprannaturali realtà, entreremo nel silenzio del Sabato Santo, in attesa del glorioso trionfo di Cristo nella Risurrezione. Accanto al sepolcro potremo riflettere sulla tragedia di una umanità che, privata del suo Signore, è dominata inevitabilmente dalla solitudine e dallo sconforto. Ripiegato su se stesso, l'uomo si sente come privato di ogni anelito di speranza davanti al dolore, alle sconfitte della vita e, specialmente, dinanzi alla morte. Che fare? Occorre porsi in attesa della risurrezione. Ci sarà accanto, secondo un'antica e diffusa tradizione popolare, la Madonna, Vergine Addolorata e Madre del Cristo immolato.

Nella notte del Sabato Santo, però, durante la solenne Veglia pasquale, "madre di tutte le veglie", il silenzio sarà rotto dal canto della gioia: l'Exsultet. Ancora una volta verrà proclamata la vittoria della Luce sulle tenebre, della Vita sulla morte, e la Chiesa gioirà nell'incontro con il suo Signore.

Entreremo così nel clima della Pasqua di Risurrezione, giorno senza fine che il Signore inaugura risuscitando dai morti.

Carissimi Fratelli e Sorelle, apriamo il cuore alla grazia divina e disponiamoci a seguire Gesù nella sua passione e morte per entrare con Lui nella gioia della risurrezione.

Con tali sentimenti, auguro a tutti un fruttuoso triduo pasquale ed una santa e felice Pasqua.

Saluti

Rivolgo il mio cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare a quanti prendono parte alla Campagna di impegno missionario "Chiama l'Africa", promossa dalla Congregazione religiosa dei Missionari Saveriani, e che coinvolge molti organismi ed associazioni.

In occasione del quinto centenario della circumnavigazione dell'Africa da parte di Vasco de Gama, questa opportuna iniziativa di promozione umana intende porre in essere un nuovo patto di solidarietà con le popolazioni africane, basato sul riconoscimento e la stima reciproca, su forme di cooperazione rispettose della loro dignità, sulla valorizzazione delle loro ricchezze culturali e su regole politiche ed economiche innovative - a partire dalla soluzione del problema del debito estero - che permettano agli africani di essere artefici del proprio sviluppo.

Esprimo il mio apprezzamento per questa opera umana e cristiana, che ben si armonizza con l'impegno della Chiesa, nella quale le comunità africane sono "pietre vive e preziose" e svolgono un ruolo sempre più rilevante ed incisivo.

Rivolgo ora il mio saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli.Siamo alla vigilia ormai del Sacro Triduo, che ci farà contemplare la morte e la risurrezione di Cristo.

Invito voi, cari giovani, a guardare alla Croce di Cristo per trarre da essa luce e vigore per la vostra crescita spirituale.

Auguro che per voi, cari ammalati, la Passione di Cristo, culminante nel trionfo glorioso della Pasqua, costituisca la sorgente di rinnovata speranza e consolazione nell'ora della prova.

Ed auguro a voi, cari sposi novelli, che l'esempio di Gesù, il quale offre la vita per i suoi amici, sia esempio di reciproco dono generoso di voi stessi nell'esistenza quotidiana.

A tutti la mia Benedizione.

Saluto ai pellegrini lituani

Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini dalla Lituania. Sia lodato Gesù Cristo. Carissimi Fratelli e Sorelle, vi ringrazio per la vostra presenza e vi auguro che i momenti della Settimana Santa vissuti a Roma diventino per ciascuno un forte invito a conoscere e amare di più il nostro Salvatore, morto e risorto per noi.

Con affetto imparto la mia Benedizione Apostolica a voi e ai vostri cari in Patria. Buona Santa Pasqua a tutti!

Saluto del Santo Padre in lingua ungherese ai pellegrini provenienti dall'Ungheria (dall'Ardiciocesi di Veszprém).

Vi saluto cordialmente, cari pellegrini ungheresi dall'Arcidiocesi di Veszprém.

Nella Settimana Santa la liturgia ci invita a riflettere sul grande mistero della morte e risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo. Il Signore ci aiuti a riscoprire in questi giorni i santi misteri della nostra fede e a partecipare alle grazie di essa. Ciò chiedo per voi e per i vostri cari con le mie preghiere ed imparto di cuore la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto in lingua neerlandese


Cari pellegrini provenienti dal Belgio e dai Paesi Bassi !

La Settimana Santa ci invita al raccoglimento e alla preghiera. Auguro che il vostro pellegrinaggio alle soglie degli Apostoli in questa settimana suggestiva vi aiuti a seguire Cristo nel suo cammino della croce.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Saluto ai pellegrini della REPUBBLICA CECA:

Un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini Cechi!

In questa Settimana Santa Gesù Cristo ci chiama ad unirci più profondamente al mistero della sua morte e risurrezione. Egli vuole colmarci della sua grazia, dandoci una speranza nuova.

Vi benedico di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!

Discorso del Santo Padre ai pellegrini croati

Carissimi Studenti del II e del III Liceo di Split, carissimi pellegrini croati, vi saluto tutti cordialmente. Benvenuti!

La Chiesa domani, con la Messa «in Cena Domini», da inizio al Triduo Santo, in cui celebra il Mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù. Sono giorni di grazia nei quali i cristiani sono chiamati a meditare e vivere in modo particolare gli eventi della loro salvezza.

A tutti di cuore imparto la Benedizione Apostolica. Siano lodati Gesù e Maria!





Catechesi 79-2005 18398