Catechesi 79-2005 30698

Mercoledì, 3 giugno 1998

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1. Un altro significativo intervento dello Spirito Santo nella vita di Gesù, dopo quello dell’Incarnazione, si compie nel battesimo di lui al fiume Giordano.

Nel Vangelo di Marco l'evento è narrato così: "In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito Santo discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: 'Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto'" (
Mc 1,9-11 parr.). Nel quarto vangelo viene riferita la testimonianza resa dal Battista: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui” (Jn 1,32).

2. Nella concorde testimonianza evangelica l’evento del Giordano costituisce l'inizio della missione pubblica di Gesù e della sua rivelazione come Messia, Figlio di Dio.

Giovanni predicava “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” (Lc 3,3). Nella folla di peccatori che vengono a farsi battezzare da lui ecco comparire Gesù. Egli lo riconosce e proclama l’agnello innocente che toglie il peccato del mondo (cfr Jn 1,29) per ricondurre tutta l’umanità alla comunione con Dio. Il Padre esprime il suo compiacimento per il Figlio diletto che si fa servo obbediente fino alla morte e gli comunica la potenza dello Spirito perché possa attuare la missione di Messia-Salvatore.

Certamente Gesù possiede lo Spirito fin dal suo concepimento (cfr Mt 1,20 Lc 1,35), ma nel battesimo riceve una nuova effusione dello Spirito, un'unzione di Spirito Santo, come attesta san Pietro nel discorso in casa di Cornelio: “Dio unse di Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret” (Ac 10,38). Questa unzione è una elevazione di Gesù “agli occhi di Israele come Messia, cioè unto con lo Spirito Santo”; è una vera esaltazione di Gesù in quanto Cristo e Salvatore (cfr Dom. et viv., DEV 19).

Fin quando Gesù è vissuto a Nazaret, Maria e Giuseppe hanno potuto sperimentare la sua crescita in età, sapienza e grazia (cfr Lc 2,40 Lc 2,51) sotto la guida dello Spirito Santo che operava in lui. Ora invece si inaugurano i tempi messianici: inizia una nuova fase nell’esistenza storica di Gesù. Il battesimo al Giordano è come un “preludio” di quanto avverrà in seguito. Gesù comincia ad affiancarsi ai peccatori per rivelare loro il volto misericordioso del Padre. L’immersione nel fiume Giordano prefigura e anticipa il “battesimo” nelle acque della morte, mentre la voce del Padre che lo proclama Figlio prediletto preannuncia la gloria della risurrezione.

3. Dopo il battesimo al Giordano Gesù comincia ad esercitare la sua triplice missione: missione regale, che lo impegna nella lotta contro lo spirito del male, missione profetica, che lo rende predicatore instancabile della buona novella, e missione sacerdotale, che lo spinge alla lode e all'offerta di sé al Padre per la nostra salvezza.

Tutti e tre i sinottici sottolineano come, subito dopo il battesimo, Gesù viene “condotto” dallo Spirito Santo nel deserto “per essere tentato da Satana” (Mt 4,1 cfr Lc 4,1 Mc 1,12). La proposta di Satana è quella di un messianismo trionfale, fatto di prodigi spettacolari, come trasformare le pietre in pane, gettarsi dal pinnacolo del tempio restando illeso, conquistare in un istante il dominio politico di tutte le nazioni. Ma la scelta di Gesù, in pieno ossequio alla volontà del Padre, è chiara e inequivocabile: egli accetta di essere il Messia sofferente e crocifisso, che offrirà la sua vita per la salvezza del mondo.

Iniziata nel deserto, la lotta con Satana prosegue per tutta la vita di Gesù. Una sua tipica attività è proprio quella dell'esorcista, per cui la gente grida ammirata: “Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono” (Mc 1,27). Chi osa affermare che una tale potenza deriva a Gesù dallo stesso Satana, bestemmia contro lo Spirito Santo (Mc 3,22-30): è infatti proprio “con lo Spirito di Dio” che Gesù scaccia i demoni (Mt 12,28). Come afferma san Basilio di Cesarea, con Gesù “il diavolo ha perso il suo potere in presenza dello Spirito Santo” (De Spir. S. 19).

4. Secondo l’evangelista Luca, dopo la tentazione nel deserto “Gesù ritornò nella Galilea con la potenza dello Spirito Santo (...) e insegnava nelle loro sinagoghe” (Lc 4,14-15). La presenza potente dello Spirito Santo si riscontra anche nell'attività evangelizzatrice di Gesù. Egli stesso lo sottolinea nel discorso inaugurale alla sinagoga di Nazaret (Lc 4,16-30), applicando a sé il passo di Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me" (Is 61,1). In certo senso si può dire che Gesù è il “missionario dello Spirito”, mandato com'è dal Padre ad annunciare con la forza dello Spirito Santo il vangelo della misericordia.

Animata dalla potenza dello Spirito, la parola di Gesù esprime veramente il suo mistero di Verbo fatto carne (Jn 1,14). Perciò è la parola di uno che ha “autorità”, a differenza degli scribi (Mc 1,22). E' “una dottrina nuova”, come riconoscono stupefatti gli ascoltatori del suo primo discorso a Cafarnao (Mc 1,27). E' una parola che compie e supera la legge mosaica, come emerge nel discorso della montagna (Mt 5-7). E' parola che comunica il perdono divino ai peccatori, offre guarigione e salvezza ai malati, addirittura risuscita i morti. E’ la Parola di colui “che Dio ha mandato”, ed è talmente abitato dallo Spirito, da poterlo comunicare "senza misura" (Jn 3,34).

5. La presenza dello Spirito Santo risalta in modo speciale nella preghiera di Gesù.

L’evangelista Luca riferisce che al momento del battesimo al Giordano “ mentre Gesù stava in preghiera (...), il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo” (Lc 3,21-22). Questo collegamento tra la preghiera di Gesù e la presenza dello Spirito ritorna esplicitamente nell'inno di giubilo: “Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra...” (Lc 10,21).

Lo Spirito accompagna così l'esperienza più intima di Gesù, quella della sua filiazione divina, che lo spinge a rivolgersi a Dio Padre chiamandolo “Abbà” (Mc 14,36) con una confidenza singolare, che non è attestata a proposito di nessun altro giudeo nel rivolgersi all’Altissimo. Proprio attraverso il dono dello Spirito Gesù farà partecipare i credenti alla sua comunione filiale e alla sua intimità con il Padre. Come ci assicura san Paolo, lo Spirito Santo ci fa gridare a Dio: “Abbà, Padre” (Rm 8,15 cfr Ga 4,6).

Questa vita filiale è il grande dono che riceviamo nel Battesimo. Dobbiamo riscoprirla e coltivarla sempre nuovamente, rendendoci docili all'opera che compie in noi lo Spirito Santo.

Dall'Africa giungono preoccupanti notizie di forti e pericolose tensioni tra Eritrea ed Etiopia.

Preghiamo il Signore perché tutti abbiano il coraggio di rinunciare al ricorso alle armi e prevalgano la pazienza del dialogo e la saggezza del negoziato.

Il Continente africano ha bisogno di ricostruzione e non di nuove guerre, di riconciliazione e non di altre lacerazioni.

Saluti
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Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Auguro a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi, qui presenti, che si approfondisca la vostra fede nell’amore di Dio, affinchè possiate sperimentare nella vostra vita quotidiana l’opera dello Spirito Santo, e irradiare la gioia della fede.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Carissimi Fratelli e Sorelle, lo Spirito Santo ha preparato il tempo di Cristo ed Egli ha ispirato quanti redigevano i Libri Sacri, sia dell’Antico sia del Nuovo Testamento. Giunta poi la “pienezza del tempo” (Ga 4,4), per l’opera dello stesso Spirito Santo il “Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Jn 1,14), affinchè si realizzasse così il mistero della volontà del Padre: il suo disegno di benevolenza, di ricapitolare cioè in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra (cf Ep 1,9-10).

Saluto cordialmente i pellegrini croati, tra i quali è presente anche un gruppo di medici, ed a tutti imparto la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai PP. Premonstratensi con i loro parrocchiani e ai pellegrini di “Misie - Brodek u Prerova”!

La pietà dei cattolici dedica il mese di giugno ad una devozione speciale al Sacro Cuore di Gesù. L’amore del Padre si è manifestato a noi uomini nel Cuore del Suo Figlio Gesù. Affidiamoci a Lui: Gesù mite e umile di cuore, trasforma i nostri cuori ed insegnaci ad amare Dio e il prossimo con generosità.

Volentieri vi benedico tutti.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Sološnica e Mochovce.

Cari fratelli e sorelle. Noi tutti con gioia crediamo che lo Spirito Santo ci guida e ci conforta. Nel sacramento della Cresima abbiamo ricevuto il dono della forza dello Spirito Santo, per essere testimoni di Cristo. Rafforzatevi in questa fede qui a Roma presso le tombe dei santi Pietro e Paolo. Essi hanno dimostrato la loro fedeltà a Cristo con il martirio fino alla morte. Voi non cessate di dimostrare la vostra fedeltà a Cristo con la vita piena di fede e di amore cristiano.

Perciò di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua romena

Rivolgo un cordiale benvenuto ai superiori ed ai seminaristi dell’Arcieparchia di Fagaras-Alba Iulia e dell’Eparchia di Oradea, accompagnati da Monsignor Virgil Bercea; come pure al gruppo di fedeli della Chiesa greco-cattolica di Bucarest, in Romania.

Carissimi, vi ringrazio di cuore per la vostra gradita visita, e mentre invoco su tutti la continua assistenza divina affinchè sia confermata la vostra fede ed il vostro generoso impegno di testimonianza evangelica, volentieri benedico voi e le vostre famiglie.



Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Saluto i pellegrini giunti dalla Lituania. Cari Fratelli e Sorelle, abbiamo appena trascorso la grande festività della Pentecoste. In questa occasione voglio augurarvi che “lo Spirito Santo che abita in tutti e conduce tutti all’unità spirituale” (cfr Cirillo di Alessandria, Commento a JN 12), conceda a ciascuno di voi e ai vostri connazionali la grazia di crescere nell’amore e nella fraterna solidarietà.

Con questi voti vi imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!
* * *


Rivolgo ora un saluto cordiale ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli della Parrocchia dei Santi Leonardo ed Erasmo di Roccagorga, della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, venuti per ricordare il secondo centenario del "Riscatto del Busto" del Patrono Sant'Erasmo. Carissimi, vi ringrazio per la vostra partecipazione ed auspico che la Solennità della Pentecoste, recentemente celebrata, sia per tutti un ulteriore stimolo per essere credibili testimoni del Vangelo.

Rivolgo ora un affettuoso saluto ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli.

Cari giovani, domenica prossima celebreremo la solennità della Santissima Trinità. Vi auguro che la contemplazione del mistero trinitario vi introduca sempre più nell'Amore divino.

Cari ammalati, vi invito a trovare nella consapevolezza della presenza della Trinità nella vostra vita, grazie al Battesimo, il sostegno per compiere in ogni circostanza la volontà del Signore.

E voi, cari sposi novelli, possiate sempre ispirarvi alla comunione trinitaria per formare una famiglia cristiana nella quale vi sia dato di sperimentare, nel reciproco amore, la gioia della preghiera e dell'accoglienza della vita.





Mercoledì, 10 giugno 1998

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1. Tutta la vita di Cristo si svolse nello Spirito Santo. San Basilio afferma che lo Spirito gli fu “compagno inseparabile in tutto” (De Spir. S. 16) e ci offre della storia di Cristo questa mirabile sintesi: “Venuta del Cristo: lo Spirito Santo precede; incarnazione: lo Spirito Santo è presente; operazioni miracolose, grazie e guarigioni: attraverso lo Spirito; i demoni cacciati, il diavolo incatenato: mediante lo Spirito Santo; remissione dei peccati, congiunzione con Dio: mediante lo Spirito Santo; risurrezione dei morti: per virtù dello Spirito Santo” (ibid., 19).

Dopo aver meditato sul battesimo di Gesù e sulla sua missione svolta nella potenza dello Spirito, vogliamo ora riflettere sulla rivelazione dello Spirito nell'"ora" suprema di Gesù, l’ora della sua morte e risurrezione.

2. La presenza dello Spirito Santo nel momento della morte di Gesù è da supporre già per il semplice fatto che sulla croce muore nella sua natura umana il Figlio di Dio. Se “unus de Trinitate passus est” (
DS 401), cioè "se colui che ha sofferto è una Persona della Trinità", nella sua passione si rende presente tutta la Trinità, quindi anche il Padre e lo Spirito Santo.

Dobbiamo però domandarci: quale è stato precisamente il ruolo dello Spirito nell’ora suprema di Gesù? A questa domanda è possibile rispondere soltanto se si comprende il mistero della redenzione come mistero d’amore.

Il peccato, che è ribellione della creatura al Creatore, aveva interrotto il dialogo d’amore tra Dio e i suoi figli.

Con l'Incarnazione del Figlio Unigenito, Dio esprime all’umanità peccatrice il suo amore fedele e appassionato, fino a rendersi vulnerabile in Gesù. Il peccato, da parte sua, manifesta sul Golgota la sua natura di "attentato contro Dio", sicché ogni volta che gli uomini tornano a peccare gravemente, come dice la lettera agli Ebrei, “per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia” (He 6,6).

Nel consegnare suo Figlio per i nostri peccati, Dio ci rivela che il suo disegno d’amore precede ogni nostro merito e supera abbondantemente ogni nostra infedeltà. “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Jn 4,10).

3. La passione e morte di Gesù è un ineffabile mistero d’amore, in cui sono coinvolte le tre Persone divine. Il Padre ha l’iniziativa assoluta e gratuita: è lui che ama per primo e consegnando il Figlio alle nostre mani omicide, espone il suo bene più caro. Egli, come dice Paolo, “non ha risparmiato il proprio Figlio”, cioè non l’ha tenuto per sé come un tesoro geloso, ma “lo ha dato per tutti noi” (Rm 8,32).

Il Figlio condivide pienamente l’amore del Padre e il suo progetto di salvezza: “Ha dato se stesso per i nostri peccati..., secondo la volontà di Dio e Padre nostro” (Ga 1,4).

E lo Spirito Santo? Come nell'intimo della vita trinitaria, anche in questa circolazione d’amore che si attua tra il Padre e il Figlio nel mistero del Golgota, lo Spirito Santo è la Persona-Amore, in cui convergono l'amore del Padre e del Figlio.

La lettera agli Ebrei, sviluppando l’immagine del sacrificio, precisa che Gesù si è offerto “con uno Spirito eterno” (He 9,14). Nell’enciclica Dominum et vivificantem ho mostrato che in questo passo “Spirito eterno” sta ad indicare appunto lo Spirito Santo: come il fuoco consumava le vittime sacrificali degli antichi sacrifici rituali così “lo Spirito Santo agì in modo speciale in questa assoluta autodonazione del Figlio dell’uomo, per trasformare la sofferenza in amore redentivo” (DEV 40). “Lo Spirito Santo come amore e dono discende, in un certo senso, nel cuore stesso del sacrificio che viene offerto sulla croce. Riferendoci alla tradizione biblica, possiamo dire: egli consuma questo sacrificio col fuoco dell’amore, che unisce il Figlio al Padre nella comunione trinitaria. E poiché il sacrificio della croce è un atto proprio di Cristo, anche in questo sacrificio egli 'riceve' lo Spirito Santo” (Dom. et viv., DEV 41).

Giustamente nella liturgia romana, il sacerdote prima della comunione, prega con queste significative espressioni: “Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che per volontà del Padre e con l’opera dello Spirito Santo morendo hai dato vita al mondo...”.

4. La storia di Gesù non finisce con la morte, ma si apre alla vita gloriosa della Pasqua. “Mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo nostro Signore” è stato “costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione” (cfr Rm 1,4).

La risurrezione è il compimento dell’Incarnazione, e avviene anch'essa, come la generazione del Figlio nel mondo, “per opera dello Spirito Santo”. "Noi - afferma Paolo ad Antiochia di Pisidia - vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, poiché Dio l’ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: ?Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato'" (Ac 13,32).

Il dono dello Spirito che il Figlio riceve in pienezza al mattino di Pasqua viene da lui effuso in sovrabbondanza sulla Chiesa. Ai suoi discepoli riuniti nel cenacolo Gesù dice: “Ricevete lo Spirito Santo” (Jn 20,22) e lo comunica "quasi attraverso le ferite della sua crocifissione: «Mostrò loro le mani e il costato»" (Dom. et viv., DEV 24). La missione salvifica di Gesù si riassume e si compie nella comunicazione dello Spirito Santo agli uomini, per ricondurli al Padre.

5. Se il “capolavoro” dello Spirito Santo è la Pasqua del Signore Gesù, mistero di sofferenza e di gloria, attraverso il dono dello Spirito è possibile anche ai discepoli di Cristo soffrire con amore e fare della croce la via alla luce: “per crucem ad lucem”. Lo Spirito del Figlio dona a noi la grazia di avere gli stessi sentimenti di Cristo e di amare come egli ha amato, fino ad offrire la vita per i fratelli: “Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli" (1Jn 3,16).

Comunicandoci il suo Spirito, Cristo entra nella nostra vita, perché ognuno di noi possa dire come Paolo: “Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me” (Ga 2,20). Tutta la vita diventa così una continua Pasqua, un passaggio incessante dalla morte alla vita, fino all’ultima Pasqua, quando passeremo anche noi con Gesù e come Gesù “da questo mondo al Padre” (Jn 13,1). Infatti - afferma sant'Ireneo di Lione -“coloro che hanno ricevuto e portano lo Spirito di Dio vengono condotti al Verbo, cioè al Figlio, e il Figlio li accoglie e li presenta al Padre, e il Padre dona loro l’incorruttibilità” (Demonstr. Ap. 7).

Saluti


Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Vorrei porgere il benvenuto ai pellegrini neerlandesi e belgi, specialmente ai membri del coro “De Lutte”.

Auguro che il vostro pellegrinaggio al centro della Chiesa universale vi stimoli a partecipare pienamente alla vita della vostra Chiesa locale, in particolare la vostra comunità parrocchiale.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Carissimi Fratelli e Sorelle, dopo aver preparato la venuta del Regno di Dio sulla terra, lo Spirito Santo ha intrapreso l’opera della sua costruzione e crescita. Egli è pertanto costantemente presente nella Chiesa, suo Tempio e Corpo di Cristo, donando ai battezzati la “caparra” o le “primizie” della loro eredità (cf Rm 8,23 2Co 1,21), conducendoli alle sorgenti dell’Amore, a Dio (cf 1Jn 4,8 1Jn 4,16), e facendoli già partecipi della comunione con il Padre e il Figlio (cf 1Jn 1,3).

Saluto di cuore i pellegrini della Diocesi di Hvar, gli Studenti dell’Università di Zagabria e gli altri pellegrini croati, impartendo a tutti la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Brno e dintorni!

La solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo, di domani, ci pone dinanzi l’Eucaristia come segno di unità e vincolo di carità. La vostra fede deve diventare un’occasione per testimoniare, a quanti sono vicini a voi, la grandezza dell’amore di Dio, di cui l’Eucaristia è un evidente simbolo.

Di cuore vi benedico tutti!

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi da Ruzomberok e da Levice.

Domani - nella festa del “Corpus Domini” - vogliamo in modo solenne ringraziare il Signore Gesù, perché ha sacrificato se stesso sulla croce per noi, e anche perché nella santa comunione si dà a noi come cibo. Fratelli e sorelle, con amore e volentieri vogliate partecipare alla celebrazione della Santa Messa, e volentieri riceviate il Santissimo Sacramento, che è sorgente di forza necessaria per i pellegrini verso la patria celeste.

A ciò vi esorto e di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua romena

Rivolgo un cordiale benvenuto al gruppo di fedeli della Chiesa greco-cattolica di Bucarest, in Romania.

Carissimi, il pellegrinaggio a Torino per l’Ostensione della Sacra Sindone e qui a Roma per la visita alle Tombe degli Apostoli e dei martiri, valgano a ravvivare il vostro fervore spirituale per un sempre più generoso impegno di testimonianza cristiana.

Con questi sentimenti di cuore benedico voi e le vostre famiglie.

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

Vi saluto cordialmente, cari pellegrini ungheresi di Kalocsa.

Domani ricorre la festa dell’Eucaristia, del “Corpus Domini”. Nel sacramento dell’Eucaristia è presente tra noi la seconda Persona della Santissima Trinità. In occasione di tale grande festa celebriamo il tesoro più grande della nostra fede, con gratitudine ed amore.

Celebratela anche Voi degnamente. Con la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!
* * *


Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare al gruppo di atleti che, passando per Assisi, porteranno la "Fiaccola del Giubileo", che tra poco benedirò, allo stadio di Macerata, per il ventesimo pellegrinaggio a piedi a Loreto, in programma sabato prossimo, 13 giugno. Carissimi, rinnovo il mio vivo apprezzamento per quest'ormai tradizionale iniziativa ed auspico di cuore che essa valga a stimolare in tutti i partecipanti un rinnovato impegno nell'annuncio e nella testimonianza cristiana sull'esempio della Vergine Santissima, Madre della Chiesa.

Saluto, poi, i giovani, i malati e gli sposi novelli.

La festa del Corpus Domini, che celebreremo domani, ci offre l'occasione per approfondire la nostra fede ed il nostro amore verso l'Eucaristia.

Cari giovani, il sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo sia per voi l'alimento spirituale d'ogni giorno per avanzare nel cammino della santità; per voi, cari ammalati, sia il sostegno ed il conforto nella prova e nella sofferenza; e per voi, cari sposi novelli, sia il principio dell'unione di carità, non solo nel sentimento, ma anche nella vostra quotidiana condotta.





Mercoledì, 17 giugno 1998

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1. Nell’ultima cena Gesù aveva detto agli Apostoli: “Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò” (
Jn 16,7). La sera del giorno di Pasqua Gesù mantiene la promessa: appare agli Undici riuniti nel cenacolo, alita su di loro e dice: “Ricevete lo Spirito Santo” (Jn 20,22). Cinquanta giorni dopo, a Pentecoste, si ha “la definitiva manifestazione di ciò che si era compiuto nello stesso cenacolo già la domenica di Pasqua” (Dom. et viv., DEV 25). Il libro degli Atti degli Apostoli ci ha conservato la descrizione dell'evento (cfr Ac 2,1-4). Riflettendo su questo testo, possiamo percepire qualche tratto della misteriosa identità dello Spirito Santo.

2. E’ importante innanzitutto cogliere il nesso tra la festa ebraica della Pentecoste e la prima Pentecoste cristiana.

All’inizio la Pentecoste era la festa delle sette settimane (cfr Tb 2,1), la festa della mietitura (cfr Ex 23,16), quando si offriva a Dio la primizia del grano (cfr NM 28,26 Dt 16,9). Successivamente la festa ha ricevuto un nuovo significato: è divenuta la festa dell’alleanza che Dio aveva stipulato con il suo popolo al Sinai, quando aveva donato a Israele la sua legge.

San Luca narra l’evento della Pentecoste come una teofania, una manifestazione di Dio analoga a quella del monte Sinai (cfr. Ex 19,16-25): rumore fragoroso, vento potente, lingue di fuoco. Il messaggio è chiaro: la Pentecoste è il nuovo Sinai, lo Spirito Santo è la nuova alleanza, è il dono della nuova legge. Acutamente coglie questo legame sant'Agostino: “C’è un grande e meraviglioso mistero, fratelli: se fate caso, nel giorno di Pentecoste (i giudei) ricevettero la legge scritta con il dito di Dio e nello stesso giorno di Pentecoste venne lo Spirito Santo” (Ser. Mai 158,4). E un padre dell’oriente, Severiano di Gabala, annota: “Era conveniente che nel giorno in cui fu data la legge antica, in quello stesso giorno fosse data la grazia dello Spirito Santo” (Cat. in Act. Apost. 2,1).

3. Si compie così la promessa fatta ai padri. Leggiamo nel profeta Geremia: “Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore” (Jr 31,33). E nel profeta Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio Spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi” (Ez 36,26-27).

In che modo lo Spirito Santo costituisce la nuova ed eterna alleanza? Togliendo il peccato e riversando nel cuore dell’uomo l’amore di Dio : “La legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato che dà la morte” (Rm 8,2). La legge mosaica additava degli obblighi, ma non poteva cambiare il cuore dell’uomo. Occorreva un cuore nuovo, ed è appunto quello che Dio ci offre in forza della redenzione operata da Gesù. Il Padre toglie il nostro cuore di pietra e ci dona un cuore di carne, come quello di Cristo, animato dallo Spirito Santo che ci fa agire per amore (cfr Rm 5,5). Sulla base di questo dono si instaura la nuova alleanza tra Dio e l’umanità. San Tommaso afferma acutamente che lo Spirito Santo stesso è la Nuova Alleanza, operando in noi l’amore, pienezza della legge (cfr Comment. in 2CO 3,6).

4. A Pentecoste scende lo Spirito e nasce la Chiesa. La Chiesa è la comunità di coloro che sono “rinati dall’alto”, “da acqua e da Spirito”, come si legge nel Vangelo di Giovanni (cfr Jn 3,3 Jn 3,5). La comunità cristiana non è innanzitutto il risultato della libera decisione dei credenti; alla sua origine c'è primariamente la gratuita iniziativa dell’Amore di Dio che offre il dono dello Spirito Santo. L’assenso della fede a questo dono d’amore è “risposta” alla grazia ed è esso stesso suscitato dalla grazia. Tra lo Spirito Santo e la Chiesa esiste pertanto un legame profondo e indissolubile. Dice a tal proposito sant'Ireneo: “Dov’è la Chiesa, là è anche lo Spirito di Dio; e dov’è lo Spirito del Signore, là è la Chiesa e ogni grazia” (Adv. Haer, 3,24,1). Si comprende allora l’ardita espressione di sant'Agostino: “Si ha tanto Spirito Santo quanto si ama la Chiesa” (In JN 32,8).

Il racconto dell’evento di Pentecoste sottolinea che la Chiesa nasce universale: è questo il senso dell'elenco dei popoli -Parti, Medi, Elamiti... (cfr Ac 2,9-11) - che ascoltano il primo annuncio fatto da Pietro. Lo Spirito Santo è donato a tutti gli uomini di qualsiasi razza e nazione, e realizza in loro la nuova unità del Corpo mistico di Cristo. San Giovanni Crisostomo mette in evidenza la comunione operata dallo Spirito Santo con questa concreta osservazione: “Chi vive in Roma sa che gli abitanti delle Indie sono sue membra” (In Giov. 65,1: PG 59,361).

5. Dal fatto che lo Spirito Santo è “la nuova alleanza”, deriva che l’opera della terza Persona della Santissima Trinità consiste nel rendere presente il Signore Risorto e con lui Dio Padre. Lo Spirito infatti esercita la sua azione salvifica rendendo immediata la presenza di Dio. In questo consiste la nuova ed eterna alleanza: ormai Dio si è reso raggiungibile da ognuno di noi. Ciascuno, "dal più piccolo al più grande" (cfr Jr 31,34), è dotato, in certo senso, della conoscenza diretta del Signore, come leggiamo nella prima lettera di san Giovanni: “Quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce, così state saldi in lui, come essa vi insegna” (1Jn 2,27). Si compie così la promessa fatta da Gesù ai suoi discepoli durante l’ultima cena: “Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Jn 14,26).

Grazie allo Spirito Santo, il nostro incontro con il Signore avviene nel tessuto ordinario dell'esistenza filiale, nel “faccia a faccia” dell’amicizia, facendo esperienza di Dio come Padre, Fratello, Amico e Sposo. Questa è la Pentecoste. Questa è la Nuova Alleanza.

Appello

Invito tutti a farsi solidali nella preghiera con gli abitanti della Guinea Bissau, in particolare con il Vescovo Monsignor Settimo A. Ferrazzetta, O.F.M., e con i suoi diocesani, che ho avuto l'opportunità di visitare ben due volte, nel 1990 e nel 1992.

Mi rivolgo con insistenza alle parti in conflitto, perché depongano le armi e mettano termine alla violenza e al conseguente esodo delle popolazioni. Auguro ardentemente che la comunità internazionale continui la sua opera in favore della pace e possa contribuire con mezzi non violenti alla riconciliazione di tutti.

Saluti

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Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Adesso vorrei porgere il benvenuto a tutti i pellegrini belgi e neerlandesi.

Auguro che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli approfondisca il vostro amore per Cristo e la sua Chiesa.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Carissimi Fratelli e Sorelle, nella “pienezza del tempo” il Padre ha inviato il Figlio, perché gli uomini ricevessero l’adozione a figli di Dio e l’eredità preparata per ciascuno di loro (cf Ga 4,4-7). Lo Spirito Santo attesta agli uomini tale figliolanza e tale eredità e in lui ogni coerede di Cristo può gridare: “Abba! Padre!” (cf Rm 8,14-17).

Saluto cordialmente tutti i pellegrini croati, in particolare gli insegnanti e gli studenti del Centro di Formazione “Slava Raškaj” di Zagabria, e su tutti invoco la benedizione di Dio.

Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti da Veselí nad Moravou e da Velehrad!

Dopodomani celebreremo la solennità del Sacro Cuore di Gesù. L’amore del Padre si è manifestato a noi uomini nel Cuore del Suo Figlio Gesù. Affidiamoci a Lui: Gesù mite e umile di cuore, trasforma i nostri cuori ed insegnaci ad amare Dio e il prossimo con generosità.

Volentieri vi benedico tutti.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Bratislava e dalla Parrocchia di Konská.

Cari fratelli e sorelle, fra due giorni ricorre la festa del Santissimo Cuore di Gesù. Siate certi che il Signore Gesù vi ha amato quando è morto per voi sulla croce, e che vi ama ancor oggi quando vi invita: “Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore!”.

Con gioia imparate da Lui a compiere i vostri lavori quotidiani umilmente e con amore verso il Padre celeste. Che lo Spirito Santo vi accompagni in ciò come luce e come forza. E io vi benedico di cuore.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovena

Saluto la prima generazione degli studenti e delle studentesse del ginnasio diocesano Anton Martin Slomšek di Maribor come pure i vari pellegrini della Slovenia. Sono lieto della vostra Visita perché mi fa ricordare le belle giornate vissute due anni fa in Slovenia. Lo Spirito Santo sia la vostra guida e rimanete fedeli alla Chiesa nonchè alla vostra bella patria.
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Rivolgo ora un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana. In particolare, ai novelli sacerdoti della Diocesi di Brescia, accompagnati dai loro familiari ed a quelli delle Diocesi di Bergamo e di Padova che ricordano l'anniversario della loro Ordinazione presbiterale. Carissimi, grazie per la vostra presenza. Mentre assicuro un costante ricordo nella preghiera, auspico per ciascuno di voi una rinnovata effusione di favori celesti, perché siate rafforzati nei vostri generosi propositi di fedeltà alla chiamata del Signore.

Mi rivolgo ora ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Venerdì prossimo celebreremo la festa del Sacro Cuore di Gesù e sabato ricorderemo il Cuore Immacolato di Maria.

Cari giovani, vi saluto con affetto e tra voi saluto specialmente i numerosi bambini e ragazzi che hanno ricevuto la Prima Comunione e la Cresima. Carissimi, la ricchezza del Cuore di Cristo e la tenerezza del Cuore di Maria vi accompagnino e vi sostengano sempre. Aiutino voi, cari ammalati, ad affidarvi con generoso abbandono nelle mani della Provvidenza divina; ed incoraggino voi, cari sposi novelli, a vivere la vostra unione cristiana con paziente comprensione e generosa reciproca dedizione.

Con affetto tutti vi benedico.





Catechesi 79-2005 30698