Catechesi 79-2005 9998

Mercoledì, 9 settembre 1998

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1. Il Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Dichiarazione Nostra aetate sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, insegna che "la Chiesa Cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini" (
Na 2).

Riprendendo l'insegnamento conciliare, sin dalla prima Lettera enciclica del mio pontificato, ho voluto richiamare l'antica dottrina formulata dai Padri della Chiesa, secondo cui è necessario riconoscere "i semi del Verbo" presenti e operanti nelle diverse religioni (cfr Ad gentes AGD 11 Lumen gentium LG 17). Tale dottrina ci spinge ad affermare che, quantunque per vie diverse, "è rivolta tuttavia in un'unica direzione la più profonda aspirazione dello spirito umano, quale si esprime nella ricerca di Dio ed insieme nella ricerca, mediante la tensione verso Dio, della piena dimensione dell'umanità, ossia del pieno senso della vita umana" (Redemptor hominis RH 11).

I "semi di verità" presenti e operanti nelle diverse tradizioni religiose sono un riflesso dell'unico Verbo di Dio, "che illumina ogni uomo" (cfr Jn 1,9) e che si è fatto carne in Cristo Gesù (cfr Jn 1,14). Essi sono insieme "effetto dello Spirito di verità operante oltre i confini visibili del Corpo Mistico" e che "soffia dove vuole" (Jn 3,8) (cfr Redemptor hominis RH 6 Redemptor hominis RH 6 RH 12). Tenendo presente questa dottrina, la celebrazione del Giubileo dell'anno 2000 "sarà una grande occasione, anche alla luce degli avvenimenti di questi ultimi decenni, per il dialogo interreligioso" (Tertio millennio adveniente TMA 53). Già fin d'ora, in questo anno pneumatologico, è opportuno soffermarci ad approfondire in quale senso e per quali vie lo Spirito Santo sia presente nella ricerca religiosa dell'umanità e nelle diverse esperienze e tradizioni che la esprimono.

2. Bisogna innanzitutto tener presente che ogni ricerca dello spirito umano in direzione della verità e del bene, e in ultima analisi di Dio, è suscitata dallo Spirito Santo. Proprio da questa apertura primordiale dell'uomo nei confronti di Dio nascono le diverse religioni. Non di rado, alla loro origine troviamo dei fondatori che hanno realizzato, con l'aiuto dello Spirito di Dio, una più profonda esperienza religiosa. Trasmessa agli altri, tale esperienza ha preso forma nelle dottrine, nei riti e nei precetti delle varie religioni.

In tutte le autentiche esperienze religiose la manifestazione più caratteristica è la preghiera. A motivo della costitutiva apertura dello spirito umano all'azione con cui Dio lo sollecita a trascendersi, possiamo ritenere che "ogni autentica preghiera è suscitata dallo Spirito Santo, il quale è misteriosamente presente nel cuore di ogni uomo" (Allocuzione ai membri della Curia romana, 22 dic. 1986, n. 11, in Insegnamenti IX/2 [1986], p. 2028).

Una manifestazione eloquente di questa verità l'abbiamo vissuta nella Giornata mondiale di preghiera per la pace, il 27 ottobre 1986 ad Assisi, e in altre simili occasioni di grande intensità spirituale.

3. Lo Spirito Santo è presente nelle altre religioni non solo attraverso le autentiche espressioni di preghiera. "La presenza e l'attività dello Spirito, infatti - come ho scritto nella Lettera enciclica Redemptoris missio - non toccano solo gli individui, ma la società e la storia, i popoli, le culture, le religioni" (RMi 28).

Normalmente, "è attraverso la pratica di ciò che è buono nelle loro proprie tradizioni religiose e seguendo i dettami della loro coscienza, che i membri delle altre religioni rispondono positivamente all'invito di Dio e ricevono la salvezza in Gesù Cristo, anche se non lo riconoscono come il loro Salvatore (cfr Ad gentes AGD 3 AGD 9 AGD 11)", (Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso - Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, Istruzione Dialogo e annuncio, 19 maggio 1991, n. 29, in Enchiridion Vaticanum 13 [1991-1993], p. 203).

Infatti, come insegna il Concilio Vaticano II, "Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale" (Gaudium et spes GS 22).

Tale possibilità si realizza mediante l'adesione intima e sincera alla Verità, il dono generoso di sé al prossimo, la ricerca dell'Assoluto suscitata dallo Spirito di Dio. Anche attraverso l'attuazione dei precetti e delle pratiche conformi alla legge morale e all'autentico senso religioso, si manifesta un raggio della Sapienza divina. Proprio in forza della presenza e dell'azione dello Spirito, gli elementi di bene all'interno delle diverse religioni dispongono misteriosamente i cuori ad accogliere la rivelazione piena di Dio in Cristo.

4. Per i motivi qui ricordati, l'atteggiamento della Chiesa e dei singoli cristiani nei confronti delle altre religioni è improntato a sincero rispetto, a profonda simpatia, e anche, quando è possibile ed opportuno, a cordiale collaborazione. Ciò non significa dimenticare che Gesù Cristo è l'unico Mediatore e Salvatore del genere umano. E neppure attenuare la tensione missionaria, cui siamo tenuti in obbedienza al comando del Signore risorto: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19). L'atteggiamento di rispetto e dialogo, piuttosto, costituisce un doveroso riconoscimento dei "semi del Verbo" e dei "gemiti dello Spirito". In questo senso, lungi dall'opporsi all'annuncio del Vangelo, esso lo prepara, in attesa dei tempi disposti dalla misericordia del Signore. "Attraverso il dialogo facciamo in modo che Dio sia presente in mezzo a noi: poiché mentre ci apriamo l'un l'altro nel dialogo, ci apriamo anche a Dio" (Discorso ai membri delle altre religioni, Madras, 5 febbraio 1986, n. 4: Insegnamenti IX/1, 1986, pp. 322s.).

Lo Spirito di verità e di amore, nell'orizzonte del terzo Millennio ormai vicino, ci guidi sulle vie dell'annuncio di Gesù Cristo e del dialogo di pace e di fraternità con i seguaci di tutte le religioni!

Saluti


Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Rivolgo il mio affettuoso saluto al gruppo di Professori e Studenti del Liceo Cattolico “San Paolo” di Zenica. Benvenuti!

Tornate alle vostre case confermati nella fede e vi accompagni sempre la benedizione di Dio.

Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Carissimi pellegrini belgi e neerlandesi!

Auguro che la visita ai luoghi sacri, che ricordano la storia del cristianesimo, rafforzi la vostra fede, in modo tale che ognuno possa dare il suo contributo all’evangelizzazione della società odierna.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Cebín, di Opava e agli ex-allievi della Congregazione di Don Bosco!

Lunedì abbiamo celebrato la memoria dei “Martiri di Košice”, Melchiorre Grodziecki, nato a Cieszyn, e Stefano Pongracz, di Transilvania, due santi Gesuiti i quali, insieme al canonico Marco Krizevcanin, diedero testimonianza a Crsito con il loro sangue (7 settembre 1619).

Anche voi siete chiamati ad essere similmente saldi nella fede.

Per la loro intercessione il Signore vi renderà coraggiosi nel testimoniare la fedeltà a Lui e alla sua Chiesa.

Vi benedico tutti di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi da Bratislava e Košice, da Trnava e Zilina, da Hel’pa, Michalovce e Lucenec, come anche ai liceali di Trebišov e ai seminaristi di Prešov.

Cari fratelli e sorelle! Ho grande gioia che tutti i vostri vescovi siano in questi giorni a Roma per la visita “ad Limina”. Voi siete venuti numerosi dalla Slovacchia - insieme alla delegazione dell’America - per celebrare il trentacinquesimo anniversario dell’Istituto dei Santi Cirillo e Metodio, che ho personalmente visitato. Questo Istituto in Roma ha molto aiutato i fedeli in Slovacchia nei tempi dell’oppressione, e ora è il centro spirituale per i pellegrini che dalla Slovacchia vengono a Roma. Ho voluto che esso diventasse Pontificio e desidero molto che continui nelle sue iniziative apostoliche. Nell’ambito dell’Istituto è sorto il nuovo Pontificio Collegio per i sacerdoti, perché si preparino qui scientificamente e spiritualmente per il loro futuro apostolato. Che la Vergine Maria Addolorata protegga quest’opera slovacca in Roma, ed io di cuore vi benedico tutti.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovena

Saluto i partecipanti al Simposio scientifico, organizzato dall’Accademia Teologica Slovena e dal Pontificio Collegio Sloveno sulla figura del sacerdote Peter Pavel Glavar che, nel secolo XVIII, spiccava tra gli sloveni per i suoi ricchi doni, che ha impiegato nella formazione religiosa ed educativa dei fedeli. Per i parrocchiani era un vivo esempio di profonda fede, sincera preghiera e cordiale accoglienza.

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Sono lieto di accogliere un gruppo di pellegrini lituani: i giovani della parrocchia di S. Francesco Saverio a Kaunas e i loro accompagnatori.

Carissimi, vi saluto di cuore e prego per voi nonchè per tutti i giovani del vostro Paese, soprattutto per quelli che sono in difficoltà nella ricerca del senso della vita, affinché si aprano alla Parola liberante di Cristo e si lascino guidare dal suo Amore infinito.

Con affetto imparto a tutti voi e ai vostri cari la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!
* * *


Rivolgo ora un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare al gruppo dell'Oratorio San Giuseppe della Parrocchia di Sant'Agnese in Olginate, dell'Arcidiocesi di Milano, venuti per far benedire la lampada votiva con cui intende dare inizio alle attività oratoriane.

A voi e a tutti coloro che partecipano a questa Udienza auguro di cuore che quest'incontro e la visita alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo valgano a rinsaldare la vostra fede per una sempre più generosa testimonianza cristiana nell'odierna società.

Mi rivolgo infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli, qui presenti.

Carissimi fratelli e sorelle, ieri abbiamo celebrato la memoria liturgica della Natività della Beata Vergine Maria. Il Concilio Vaticano II dice che Maria ci precede nel cammino della fede perché "ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,45).

Per voi giovani chiedo alla Vergine Santa il dono di una fede sempre più matura; per voi ammalati, una fede sempre più forte e per voi cari sposi novelli una fede sempre più profonda.

Auspicando che il Suo esempio e la Sua materna intercessione ci accompagnino nel nostro cammino di testimonianza cristiana, di cuore vi benedico.




Mercoledì, 16 settembre 1998: Lo Spirito e i "semi di verità" del pensiero umano

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1. Riprendendo un'affermazione del Libro della Sapienza (
Sg 1,7), il Concilio Ecumenico Vaticano II ci insegna che "lo Spirito del Signore", il quale colma dei suoi doni il popolo di Dio pellegrino nella storia, "replet orbem terrarum", riempie tutto l'universo (cfr Gaudium et spes GS 11). Egli guida incessantemente gli uomini verso la pienezza di verità e di amore che Dio Padre ha comunicato in Cristo Gesù.

Questa profonda consapevolezza della presenza e dell'azione dello Spirito Santo illumina da sempre la coscienza della Chiesa, facendo sì che tutto ciò che è genuinamente umano trovi eco nel cuore dei discepoli di Cristo (cfr ibid., GS 1).

Già nella prima metà del secondo secolo, il filosofo san Giustino poteva scrivere: "Tutto quanto è stato affermato sempre in modo eccellente e quanto scoprirono coloro che fanno filosofia o istituiscono leggi, è stato compiuto da loro attraverso la ricerca o la contemplazione di una parte del Verbo" (II Apol., 10,1-3).

2. L'apertura dello spirito umano alla verità e al bene si realizza sempre nell'orizzonte della "Luce vera che illumina ogni uomo" (Jn 1,9). Questa luce è lo stesso Cristo Signore, che ha illuminato fin dalle origini i passi dell'uomo ed è entrato nel suo "cuore". Con l'Incarnazione, nella pienezza dei tempi, la Luce è apparsa nel mondo in tutto il suo fulgore, brillando agli occhi dell'uomo come splendore di verità (cfr Jn 14,6).

Preannunciata già nell'Antico Testamento, la manifestazione progressiva della pienezza di verità che è Cristo Gesù si compie lungo il corso dei secoli per opera dello Spirito Santo. Tale specifica azione dello "Spirito della verità" (cfr Jn 14,17 Jn 15,26 Jn 16,13) riguarda non solo i credenti, ma, in modo misterioso, tutti gli uomini che, pur ignorando senza colpa il Vangelo, sinceramente cercano la verità e si sforzano di vivere rettamente (cfr Lumen gentium LG 16).

Sulle orme dei Padri della Chiesa, san Tommaso d'Aquino può ritenere che nessuno spirito sia "così tenebroso da non partecipare in nulla alla luce divina. Infatti, ogni verità conosciuta da chicchessia è dovuta totalmente a questa 'luce che brilla nelle tenebre'; giacché ogni verità, chiunque sia che la dica, viene dallo Spirito Santo" (Super Ioannem, 1,5 lect. 3, n.103).

3. Per questo motivo, la Chiesa è amica di ogni autentica ricerca del pensiero umano e stima sinceramente il patrimonio di sapienza elaborato e trasmesso dalle diverse culture. In esso ha trovato espressione l'inesauribile creatività dello spirito umano indirizzato dallo Spirito di Dio verso la pienezza della verità.

L'incontro tra la parola di verità predicata dalla Chiesa e la sapienza espressa dalle culture ed elaborata dalle filosofie, sollecita queste ultime ad aprirsi e a trovare il proprio compimento nella rivelazione che viene da Dio. Come sottolinea il Concilio Vaticano II, tale incontro arricchisce la Chiesa, rendendola capace di penetrare sempre più a fondo nella verità, di esprimerla attraverso i linguaggi delle diverse tradizioni culturali e di presentarla - immutata nella sostanza - nella forma più adatta al mutare dei tempi (cfr Gaudium et spes GS 44).

La fiducia nella presenza e nell'azione dello Spirito Santo anche nel travaglio della cultura del nostro tempo, può costituire, all'alba del Terzo Millennio, la premessa per un nuovo incontro tra la verità di Cristo e il pensiero umano.

4. Nella prospettiva del grande Giubileo dell'anno 2000, occorre approfondire l'insegnamento del Concilio a proposito di questo incontro sempre rinnovato e fecondo tra la verità rivelata, custodita e trasmessa dalla Chiesa, e le molteplici forme del pensiero e della cultura umana. Resta purtroppo ancor oggi valida la constatazione di Paolo VI nella lettera Enciclica Evangelii nuntiandi, secondo cui "la rottura tra Vangelo e cultura è senza dubbio il dramma della nostra epoca" (EN 20).

Per ovviare a questa rottura, che incide con gravi conseguenze sulle coscienze e sui comportamenti, occorre risvegliare nei discepoli di Gesù Cristo quello sguardo di fede capace di scoprire i "semi di verità" diffusi dallo Spirito Santo nei nostri contemporanei. Si potrà contribuire anche alla loro purificazione e maturazione attraverso la paziente arte del dialogo, che mira in particolare alla presentazione del volto di Cristo in tutto il suo splendore.

In particolare è necessario tener ben presente il grande principio formulato dall'ultimo Concilio, che ho voluto richiamare nell'Enciclica Dives in misericordia: "Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano ad essere propense a dividere e persino a contrapporre il teocentrismo e l'antropocentrismo, la Chiesa invece, seguendo Cristo, cerca di congiungerli nella storia dell'uomo in maniera organica e profonda" (DM 1).

5. Tale principio si mostra fecondo non solo per la filosofia e la cultura umanistica, ma anche per i settori della ricerca scientifica e dell'arte. Infatti, l'uomo di scienza che "si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza avvertirlo viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quelle che sono" (GS 36b).

D'altro canto, il vero artista ha il dono di intuire e di esprimere l'orizzonte luminoso e infinito in cui è immersa l'esistenza dell'uomo e del mondo. Se è fedele all'ispirazione che lo abita e lo trascende, egli acquisisce una segreta connaturalità con la bellezza di cui lo Spirito Santo riveste la creazione.

Lo Spirito Santo, Luce che illumina le menti e divino "artista del mondo" (S. Bulgakov, Il Paraclito, Bologna 1971, p. 311), guidi la Chiesa e l'umanità del nostro tempo lungo i sentieri di un nuovo sorprendente incontro con lo splendore della Verità!

Saluti

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Con le parole di benvenuto mi rivolgo ai fedeli della Parrocchia di San Giuseppe di Varazdin e al gruppo dei Vigili del Fuoco di Jastrebarsko.

A tutti voi ed alle vostre famiglie imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Auguro a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi, qui presenti, che si approfondisca la vostra fede nell’amore di Dio, affinchè le vostre famiglie e le vostre parrocchie possano diventare focolari di vita cristiana.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Cari pellegrini di tutte le Diocesi della Repubblica Ceca!

“Quam bonum et iucundum...” Quanto è buono e soave quando i figli della Boemia, Moravia e Slesia vengono, insieme con i loro Vescovi e Sacerdoti, a ringraziare il Papa per la sua visita.

Il Papa vi saluta e vi ama per la vostra fede sempre viva, nutrita del sangue dei santi Martiri, Ludmila, Venceslao ed Adalberto, e per la vostra fedeltà alla Chiesa di Cristo, specialmente negli ultimi 40 anni dell’oppressione atea.

Siate sempre fedeli a Cristo e al suo Vangelo!

Saluto cordialmente anche gli ascoltatori della Radio Proglas.

Volentieri benedico tutti voi e la vostra Terra!

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Adesso cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Nitrianske, Pravno, Bojnice, Vel’ké Záluzie, Poprad, Michalovce e Bratislava.

Ieri avete celebrato in Slovacchia la festa della Dolorosa, che è la vostra Patrona principale. Mi è vivo il ricordo della visita nella sua Basilica a Šaštín, tre anni fa.

Rinnovate sempre la vostra fede mediante la venerazione della Madre di Gesù. Supplicate con fiducia il suo aiuto nell’esigente periodo in cui viviamo, affinché i valori cristiani siano sempre più rispettati nella vita pratica dei credenti e di tutta la società.

Vi benedico di cuore.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

Saluto i pellegrini giunti dall’Ungheria. Carissimi, auspico di cuore che questo odierno incontro nel centro della Chiesa Universale confermi in ciascuno di voi lo spirito della comunione ecclesiale e la tensione alla più profonda conoscenza delle verità della nostra fede.

Con tali sentimenti, imparto la mia Benedizione Apostolica a voi e alla vostra Patria.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Saluto cordialmente i pellegrini lituani. Carissimi, vi ringrazio per la vostra partecipazione a questo incontro ed auspico che la grazia divina aiuti ciascuno di voi e tutti i vostri fratelli in Patria a riscoprire i principi evangelici nella vita di ogni giorno, affrontando la realtà con la fede e con la speranza.

Con questi voti imparto a voi tutti e ai vostri cari la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!
* * *


Rivolgo ora un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini italiani. In particolare, saluto il gruppo proveniente da Borgo Serravalle del Chienti, località completamente rasa al suolo dal recente terremoto che ha colpito le Marche e l'Umbria. Saluto quanti l'accompagnano: l'Arcivescovo di Camerino, Monsignor Angelo Fagiani, il Parroco di Borgo Serravalle del Chienti e una delegazione dell'Ordine di Malta di Macerata, rappresentata dal Gran Priore di Roma, Fra' Franz von Lobstein, che molto ha operato per venire incontro alle necessità più impellenti della popolazione colpita dal sisma. Carissimi, grazie di cuore per la vostra visita. Mentre invoco su tutti la continua assistenza divina, auspico che queste iniziative di mutua solidarietà accrescano la reciproca conoscenza e la fraterna collaborazione.

Saluto inoltre i soci del Kiwanis Club Città di Modena, come pure gli Ufficiali ed i Cadetti dell'Accademia Militare dell'Esercito.

Desidero ora rivolgere il mio pensiero ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli.

Nei giorni scorsi, la liturgia ci ha fatto meditare sul mistero della Croce e sui dolori della Madre del Signore. La croce di Cristo e l'esempio di Maria, Vergine Addolorata, illuminino la vostra esistenza, cari giovani; vi sostengano nelle prove quotidiane, cari ammalati; e siano di stimolo per voi, cari sposi novelli, ad un'esistenza familiare coraggiosa e coerente con i principi evangelici.

A tutti la mia Benedizione.





Mercoledì, 23 settembre 1998

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1. Nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente, riferendomi all'anno dedicato allo Spirito Santo, esortavo tutta la Chiesa a "riscoprire lo Spirito come Colui che costruisce il Regno di Dio nel corso della storia e prepara la sua piena manifestazione in Gesù Cristo, animando gli uomini nell'intimo e facendo germogliare all'interno del vissuto umano i semi della salvezza definitiva che avverrà alla fine dei tempi" (
TMA 45).

Se ci poniamo nella prospettiva della fede, vediamo la storia, soprattutto dopo la venuta di Gesù Cristo, come tutta avvolta e penetrata dalla presenza dello Spirito di Dio. Si comprende facilmente perché la Chiesa si senta oggi più che mai chiamata a discernere i segni di tale presenza nella storia degli uomini con la quale essa - a imitazione del suo Signore - "si sente realmente e intimamente solidale" (Gaudium et spes GS 1).

2. Per adempiere questo suo "permanente dovere" (cfr GS 4), la Chiesa è invitata a riscoprire in modo sempre più profondo e vitale che Gesù Cristo, il Signore crocifisso e risorto, è "la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana" (GS 10). Egli costituisce "il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il centro del genere umano, la gioia d'ogni cuore, la pienezza delle loro aspirazioni" (GS 45). E insieme la Chiesa riconosce che solo lo Spirito Santo, imprimendo nei cuori dei credenti l'immagine viva del Figlio di Dio fatto uomo, può renderli capaci di scrutare la storia, cogliendo in essa i segni della presenza e dell'azione di Dio.

Scrive l'apostolo Paolo: "Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato" (1Co 2,11-12). Sostenuta da questo dono incessante dello Spirito, la Chiesa sperimenta con intima gratitudine che "la fede tutto rischiara di una luce nuova, e svela le intenzioni di Dio sulla vocazione integrale dell'uomo, e perciò guida l'intelligenza verso soluzioni pienamente umane" (GS 11).

3. Il Concilio Vaticano II, con un'espressione ripresa dal linguaggio di Gesù stesso, designa come "segni dei tempi" (GS 4) gli indizi significativi della presenza e dell'azione dello Spirito di Dio nella storia.

L'ammonimento rivolto da Gesù ai suoi contemporanei risuona forte e salutare anche per noi oggi: "Sapete interpretare l'aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi? Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma nessun segno le sarà dato se non il segno di Giona" (Mt 16,3-4).

Nella prospettiva della fede cristiana, l'invito a discernere i segni dei tempi corrisponde alla novità escatologica introdotta nella storia dalla venuta del Logos in mezzo a noi (cfr Jn 1,14).

4. In effetti Gesù invita al discernimento in rapporto alle parole ed opere, che testimoniano l'imminente avvento del Regno del Padre. Anzi, Egli indirizza e concentra tutti i segni nell'enigmatico "segno di Giona". E con ciò rovescia la logica mondana tesa a cercare segni che confermino il desiderio di autoaffermazione e di potenza dell'uomo. Come sottolinea l'apostolo Paolo, "mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani" (1Co 1,22-23).

Come primogenito tra molti fratelli (cfr Rm 8,29), Cristo per primo ha vinto in se stesso la "tentazione" diabolica di servirsi di mezzi mondani per realizzare la venuta del Regno di Dio. Ciò è avvenuto dal momento delle prove messianiche nel deserto alla sarcastica sfida rivoltagli mentre era inchiodato alla croce: "Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!" (Mt 27,40). In Gesù crocifisso avviene come una trasformazione e concentrazione dei segni: è Lui stesso il "segno di Dio", soprattutto nel mistero della sua morte e resurrezione. Per discernere i segni della sua presenza nella storia, occorre liberarsi d'ogni mondana pretesa ed accogliere lo Spirito che "scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio" (1Co 2,10).

5. Se ci chiedessimo quando avverrà la realizzazione del Regno di Dio, Gesù ci risponderebbe come ha fatto con gli Apostoli che non spetta a noi "conoscere i tempi (chrónoi) e i momenti (kairói) che il Padre ha diposto nella sua potenza (exousía)". Gesù chiede anche a noi di accogliere la forza dello Spirito, per essere suoi testimoni "a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" (Ac 1,7-8).

La disposizione provvidenziale dei segni dei tempi era prima nascosta nel segreto del disegno del Padre (cfr Rm 16,25 Ep 3,9), ha fatto irruzione nella storia e in essa si è fatta strada nel segno paradossale del Figlio crocifisso e risorto (cfr 1P 1,19-21). Essa è accolta e interpretata dai discepoli di Cristo nella luce e nella potenza dello Spirito, in attesa vigile ed operosa dell'avvento definitivo che porterà a compimento la storia al di là di se stessa, nel seno del Padre.

6. Così il tempo per disposizione del Padre si distende come un invito a "conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza", per essere "ricolmi di tutta la pienezza di Dio" (Ep 3,18-19). Il segreto di questo cammino è lo Spirito Santo, che ci guida "verso la verità tutta intera" (Jn 16,13).

Con il cuore fiduciosamente aperto a questa prospettiva di speranza, invoco dal Signore l'abbondanza dei doni dello Spirito per tutta la Chiesa, "affinché la 'primavera' del Concilio Vaticano II possa trovare nel nuovo millennio la sua 'estate', vale a dire il suo maturo sviluppo" (Discorso nel Concistoro Pubblico Ordinario, 21 febbraio 1998, n. 4, in L'Osservatore Romano, 22 febbraio 1998, p. 1).




Mercoledì, 30 settembre 1998

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Lettura:
Ac 8,14-17

1. In questo secondo anno di preparazione al Giubileo del Duemila, la riscoperta della presenza dello Spirito Santo ci porta a rivolgere un'attenzione particolare al sacramento della Confermazione (cfr Tertio millennio adveniente TMA 45). Esso, - come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica - "perfeziona la grazia battesimale... dona lo Spirito Santo per radicarci più profondamente nella filiazione divina, incorporarci più saldamente a Cristo, rendere più solido il nostro legame con la Chiesa, associarci maggiormente alla sua missione e aiutarci a testimoniare la fede cristiana con la parola accompagnata dalle opere" (CFR CEC 1316).

In effetti, il sacramento della Confermazione associa intimamente il cristiano all'unzione stessa di Cristo, che "Dio unse di Spirito Santo" (Ac 10,38). Tale unzione è evocata nel nome stesso di "cristiano", che trae la sua origine da quello di "Cristo", traduzione greca del termine ebraico "messia", che appunto significa "unto". Cristo è il Messia, l'Unto di Dio.

Grazie al sigillo dello Spirito conferito dalla Confermazione, il cristiano raggiunge la sua piena identità e diviene consapevole della sua missione nella Chiesa e nel mondo. "Prima che vi fosse conferita tale grazia - scrive san Cirillo di Gerusalemme - non eravate sufficientemente degni di questo nome, ma eravate come in cammino per diventare cristiani" (Catech. myst., III, 4: PG 33,1092).

2. Per comprendere tutta la ricchezza di grazia racchiusa nel sacramento della Confermazione, che con il Battesimo e l'Eucaristia costituisce l'insieme organico dei "sacramenti dell'iniziazione cristiana", occorre coglierne il significato alla luce della storia della salvezza.

Nell'Antico Testamento, i profeti annunciano che lo Spirito di Dio si poserà sul Messia promesso (cfr Is 11,2), e insieme sarà comunicato a tutto il popolo messianico (cfr Ez 36,25-27 Jl 3,1-2). Nella "pienezza dei tempi", Gesù è concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo della Vergine Maria (cfr Lc 1,35). Con la discesa dello Spirito su di Lui, al momento del battesimo nel fiume Giordano, è manifestato come il Messia promesso, il Figlio di Dio (cfr Mt 3,13-17 Jn 1,33-34). Tutta la sua vita si svolge in una totale comunione con lo Spirito Santo che egli dona "senza misura" (Jn 3,34), quale coronamento escatologico della sua missione secondo la sua promessa (cfr Lc 12,12 Jn 3,5-8 Jn 7,37-39 Jn 16,7-15 Ac 1,8). Gesù comunica lo Spirito "alitando" sugli Apostoli il giorno della Risurrezione (cfr Jn 20,22) e poi con l'effusione solenne e stupenda del giorno di Pentecoste (cfr Ac 2,1-4).

E' così che gli Apostoli, pieni di Spirito Santo, cominciano ad "annunciare le grandi opere di Dio" (cfr Ac 2,11). Anche coloro che credono alla loro predicazione e si fanno battezzare ricevono "il dono dello Spirito Santo" (Ac 2,38).

La distinzione tra la Confermazione e il Battesimo viene chiaramente suggerita negli Atti degli Apostoli in occasione dell'evangelizzazione della Samaria. A predicare la fede e a battezzare è Filippo, uno dei Sette; vengono poi gli apostoli Pietro e Giovanni e impongono le mani ai neo-battezzati perché ricevano lo Spirito Santo (Ac 8,5-17). Similmente a Efeso, l'apostolo Paolo impone le mani a un gruppo di neo-battezzati "e venne su di loro lo Spirito Santo" (Ac 19,6).

3. Il sacramento della Confermazione "rende, in qualche modo, perenne nella Chiesa la grazia della Pentecoste" (CEC 1288). Il Battesimo, che la tradizione cristiana chiama "porta della vita spirituale" (ibid., 1213), ci fa rinascere "da acqua e da Spirito" (cfr Jn 3,5) rendendoci partecipi sacramentalmente della morte e della resurrezione di Cristo (cfr Rm 6,1-11). La Confermazione a sua volta ci rende partecipi pienamente dell'effusione dello Spirito Santo da parte del Signore Risorto.

L'inscindibile legame tra la Pasqua di Gesù Cristo e l'effusione pentecostale dello Spirito Santo si esprime nell'intimo rapporto che unisce i sacramenti del Battesimo e della Confermazione. Tale stretto legame emerge anche dal fatto che nei primi secoli la Confermazione costituiva in genere "una celebrazione unica con il Battesimo, formando con questo, secondo l'espressione di san Cipriano, un sacramento doppio" (CEC 1290). Questa prassi è stata conservata fino ad oggi in Oriente, mentre in Occidente, per molteplici cause, si è affermata la celebrazione successiva ed anche normalmente distanziata dei due sacramenti.

Fin dai tempi apostolici la piena comunicazione del dono dello Spirito Santo ai battezzati è significata efficacemente dall'imposizione delle mani. Ad essa, per meglio esprimere il dono dello Spirito, ben presto si è aggiunta una unzione di olio profumato, detto "crisma". Infatti, mediante la Confermazione, i cristiani, consacrati con l'unzione nel Battesimo, partecipano alla pienezza dello Spirito di cui è ricolmo Gesù, affinché tutta la loro vita effonda il "profumo di Cristo" (2Co 2,15).

4. Le differenze rituali che, nel corso dei secoli, la Confermazione ha conosciuto in Oriente e in Occidente, secondo le diverse sensibilità spirituali delle due tradizioni e in risposta a varie esigenze pastorali, esprime la ricchezza del sacramento e il suo pieno significato nella vita cristiana.

In Oriente, questo sacramento viene chiamato "Crismazione", unzione con il "crisma", o "myron". In Occidente, il termine Confermazione esprime la conferma del Battesimo in quanto rafforzamento della grazia mediante il sigillo dello Spirito Santo. In Oriente, essendo i due sacramenti uniti, la Crismazione è conferita dal presbitero stesso che battezza, anche se egli compie l'unzione con il crisma consacrato dal Vescovo (cfr CEC 1312). Nel rito latino il ministro ordinario della Confermazione è il Vescovo, che, per gravi motivi, ne può dare la facoltà a sacerdoti a ciò deputati (cfr CEC 1313).

Così, "la pratica delle Chiese orientali sottolinea maggiormente l'unità dell'iniziazione cristiana. Quella della Chiesa latina evidenzia più nettamente la comunione del nuovo cristiano con il proprio Vescovo, garante e servo dell'unità della sua Chiesa, della sua cattolicità e della sua apostolicità e, conseguentemente, il legame con le origini apostoliche della Chiesa di Cristo" (CEC 1292).

5. Da quanto abbiamo esposto risalta non solo il significato della Confermazione nell'insieme organico dei sacramenti dell'iniziazione cristiana, ma anche la insostituibile efficacia che esso ha in ordine alla piena maturazione della vita cristiana. Un impegno decisivo della pastorale, da intensificare nel cammino di preparazione al Giubileo, consiste nel formare con ogni cura i battezzati che stanno preparandosi a ricevere la Cresima, introducendoli nelle profondità affascinanti del mistero che essa significa ed attua. Nello stesso tempo occorre aiutare i cresimati a riscoprire con gioioso stupore l'efficacia salvifica di questo dono dello Spirito Santo.

Saluti

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Adesso vorrei porgere il benvenuto ai pellegrini, provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio.

Carissimi fratelli e sorelle, auguro che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli accresca il vostro amore ed il vostro impegno per la Chiesa di Dio.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Uherské Hradište!

Lunedì scorso la Chiesa Ceca ha festeggiato il suo Patrono, San Venceslao. Egli non era attaccato alle sue origini nobiliari terrene, ma si gloriava della sua provenienza celeste, della chiamata alla perfezione conferitagli nel Battesimo. Rimanete anche voi fedeli alla sua eredità.

Di cuore vi benedico!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Topol’cany, Zilina e Michalovce.

Cari fratelli e sorelle, apparteniamo tutti a una grande famiglia, la Chiesa. Ciascuno deve impegnarsi per la sua unità, santità e diffusione nel mondo. Abbiate nel cuore l’amore per la Chiesa e per i suoi rappresentanti, e così potrete contribuire al progresso della vostra patria.

Con amore a tutti i presenti ed anche a coloro che sono in Slovacchia impartisco la mia benedizione apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Sono lieto di poter salutare i pellegrini giunti dalla Lituania.

Cari Fratelli e Sorelle, vi auguro di cuore che questo viaggio apra una nuova prospettiva alla vostra fede, vi avvicini a Cristo, unica fonte di speranza nel mondo. Che la sua grazia operi in ciascuno una vera conversione e la volontà d’impegnarsi sulla via della giustizia, della solidarietà e della carità.

Con questi voti benedico voi insieme a tutti i vostri cari in Patria.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua romena

Rivolgo un cordiale benvenuto al gruppo di pellegrini provenienti dalla Romania.

Carissimi, la visita ai Santuari mariani di Lourdes e di Fatima, come pure il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli e dei martiri romani vi siano di stimolo per un sempre più generoso impegno di testimonianza cristiana nella vostra Patria.

Con questo auspicio di cuore benedico voi e le vostre famiglie.
* * *


Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana e in particolare ai membri dell'Associazione Nazionale delle Fonderie, che in questi giorni celebrano a Roma il loro Congresso per ricordare il cinquantesimo anniversario di fondazione. Carissimi, nell'esprimere di cuore la mia gratitudine per la vostra presenza, auspico che quest'incontro rafforzi il vostro impegno di testimonianza cristiana nel mondo del lavoro.

Rivolgo ora uno speciale saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli.

Cari giovani, ascoltate Cristo, parola di verità, e accogliete con prontezza il suo disegno sulla vostra vita. Voi, cari ammalati, sentite Gesù accanto a voi e testimoniate con la vostra speranza la forza vivificante della sua Croce. Voi, cari sposi novelli, con la grazia del sacramento da poco ricevuto, irrobustite di giorno in giorno il vostro amore e camminate sulla via della santità.

A tutti la mia benedizione.




Catechesi 79-2005 9998