Catechesi 79-2005 7198

Mercoledì, 7 ottobre 1998

7198

1. Da venerdì a domenica scorsi ho compiuto la mia seconda visita pastorale in Croazia. Mentre ho ancora negli occhi le immagini di questo pellegrinaggio, desidero soffermarmi brevemente con voi sul suo significato, collocandolo nel contesto degli eventi storici nei quali è stata coinvolta non solo la Croazia, ma l'intera Europa.

Ringrazio innanzitutto Dio che mi ha concesso di vivere questa esperienza tanto intensa. Il mio pensiero riconoscente va poi ai carissimi Vescovi della Croazia, come pure al Signor Presidente della Repubblica, alle altre Autorità e a tutti coloro che hanno reso possibile questo rinnovato incontro tra il Successore di Pietro e la nazione croata, a Lui sempre fedele da oltre tredici secoli.

Il tema della visita riecheggiava le parole di Gesù risorto agli Apostoli: "Mi sarete testimoni" (
Ac 1,8). Un pellegrinaggio, dunque, nel segno della testimonianza. Ed è in questa prospettiva che ho potuto abbracciare idealmente quasi due millenni di storia: dai martiri delle persecuzioni romane fino a quelli del recente regime comunista: da san Domnio, Vescovo di Salona, antica sede primaziale, al Cardinale Alojzije Stepinac, Arcivescovo di Zagabria, la cui beatificazione è stata l'evento culminante del mio soggiorno croato. Il solenne atto liturgico è venuto così a stagliarsi sullo sfondo di vicende storiche risalenti all'antica Roma, quando il Paese non era ancora abitato dai Croati.

L'altro punto focale del viaggio apostolico è stata la celebrazione dei 1700 anni della città di Spalato. Entrambi questi momenti sono stati accompagnati da un pellegrinaggio mariano: prima al Santuario nazionale di Marija Bistrica e poi a quello della Madonna dell'Isola di Salona, il Santuario più antico dedicato alla Vergine in Croazia. Questo fatto è assai significativo. Infatti, quando un popolo conosce l'ora della passione e della croce, sperimenta più forte che mai il legame con la Madre di Cristo, ed Ella diventa segno di speranza e di conforto. Così è stato per la mia patria, la Polonia; così è stato per la Croazia, come per ogni nazione cristiana duramente provata dalle vicende della storia.

2. In Te, Domine, speravi: era questo il motto del Cardinale Alojzije Stepinac, sulla cui tomba ho sostato in preghiera appena giunto a Zagabria. Nella sua figura si sintetizza l'intera tragedia che ha colpito l'Europa nel corso di questo secolo, segnato dai grandi mali del fascismo, del nazismo e del comunismo. In lui rifulge in pienezza la risposta cattolica: fede in Dio, rispetto dell'uomo, amore verso tutti confermato nel perdono, unità con la Chiesa guidata dal successore di Pietro.

La causa della persecuzione e del processo-farsa contro di lui fu il fermo rifiuto da lui opposto alle insistenze del regime perché si separasse dal Papa e dalla Sede Apostolica e si mettesse a capo di una "chiesa nazionale croata". Egli preferì restare fedele al Successore di Pietro. Per questo fu calunniato e poi condannato.

Nella sua beatificazione riconosciamo la vittoria del Vangelo di Cristo sulle ideologie totalitarie; la vittoria dei diritti di Dio e della coscienza sulla violenza e sulla sopraffazione; la vittoria del perdono e della riconciliazione sull'odio e sulla vendetta. Il Beato Stepinac costituisce così il simbolo della Croazia che vuole perdonare e riconciliarsi, purificando la memoria dal rancore e vincendo il male col bene.

3. Da tempo desideravo recarmi di persona al celebre Santuario di Marija Bistrica. La Provvidenza ha disposto che ciò si realizzasse in occasione della beatificazione del Cardinale Alojzije Stepinac. Egli, sin dagli inizi del suo episcopato, guidò personalmente ogni anno, a piedi, il pellegrinaggio votivo dalla città di Zagabria a quel Santuario, distante circa 50 chilometri dalla capitale, fino a quando le autorità comuniste vietarono ogni tipo di manifestazione religiosa.

L'antica e venerata statua di legno della Madonna col Bambino, che nel secolo XVI, durante l'invasione ottomana, i fedeli furono costretti a nascondere per preservarla dal sacrilegio e dalla distruzione, rappresenta in un certo senso la sofferta storia del popolo croato durante oltre milletrecento anni. La beatificazione del Cardinale Stepinac presso quel Santuario, con la visita l'indomani a Spalato, veniva così proiettata sullo sfondo di eventi che risalgono ai tempi antichi, quando la città faceva parte dell'Impero romano.

L'attuale città di Spalato, che include l'antica sede vescovile di Salona, nasconde al centro il Palazzo ed il Mausoleo dell'imperatore Diocleziano, che fu forse il più crudele persecutore dei cristiani. Ed ecco, qualche secolo dopo, il Mausoleo fu trasformato in Cattedrale e tra le sue mura furono poste le reliquie di san Domnio, Vescovo di Salona e martire. Ho sostato in preghiera davanti alla sua urna, ripercorrendo col pensiero l'ampia prospettiva storica che da Diocleziano va fino alle vicende di questo nostro secolo, segnato da persecuzioni non meno feroci, ma illustrato anche da figure di martiri non meno splendide di quelle antiche.

4. A Salona, dove sorge il santuario mariano dedicato alla Madonna dell'Isola, si trovano le più antiche vestigia del cristianesimo nella regione. E proprio lì ho voluto incontrare i catechisti, i docenti e gli aderenti alle associazioni e ai movimenti ecclesiali, in gran parte giovani: presso le memorie delle radici cristiane, abbiamo pregato per il futuro della Chiesa e dell'evangelizzazione.

I grandi campi in cui lavorare sono soprattutto quelli della famiglia, della vita e dei giovani, come ho ricordato nell'incontro con la Conferenza Episcopale Croata. In ciascuno di essi, i cristiani sono chiamati a dare testimonianza di coerenza evangelica nelle scelte sia personali che collettive. Il risanamento delle ferite della guerra, la costruzione di una pace giusta e stabile e soprattutto il ripristino dei valori morali minati dai precedenti totalitarismi, richiedono un lavoro lungo e paziente, nel quale è necessario rifarsi continuamente al patrimonio spirituale ereditato dai padri.

La figura del Beato Alojzije Stepinac costituisce per tutti un punto di riferimento a cui guardare per trarne ispirazione e sostegno. Con la sua beatificazione si è svelata davanti a noi, sullo sfondo dei secoli, quella lotta tra Vangelo ed anti-Vangelo che percorre la storia. Il martire dei nostri tempi, che i più anziani ancora ricordano, sale così al rango di grande simbolo di questo combattimento: da quando sulle rovine dell'Impero romano cominciò a formarsi una nuova società e sulle rive del mare Adriatico giunsero i Croati, attraverso i tempi difficili della dominazione ottomana, fino a questo nostro secolo turbinoso e drammatico, sempre la Chiesa ha continuato a fronteggiare le sfide del male, annunciando con impavida fortezza la parola del Vangelo.

Nell'arco di oltre tredici secoli, i Croati, accolta questa Parola e ricevuto il Battesimo, hanno conservato la loro fedeltà a Cristo ed alla Chiesa, confermandola alla soglia del terzo millennio. Ne è testimone la persona dell'Arcivescovo di Zagabria, il Beato martire Alojzije Stepinac! La sua figura si collega con quella dei martiri antichi: contrariamente alle intenzioni di Diocleziano, le persecuzioni dei primi secoli consolidarono la presenza della Chiesa nel mondo antico. Preghiamo il Signore affinché, per intercessione della Vergine Maria, Advocata Croatiae, Mater fidelissima, le persecuzioni dei tempi moderni portino una nuova fioritura della vita ecclesiale in Croazia e nel mondo intero.

Saluti


Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Saluto cordialmente i pellegrini del Decanato di Tomislavgrad, nella Diocesi di Mostar-Duvno. Benvenuti!
Carissimi, la fede in Cristo vi infonda la forza per poter superare le avversità della vita e guardare con speranza verso il futuro.
Benedico tutti voi e le vostre famiglie.
Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Adesso un cordiale saluto a tutti i pellegrini belgi e neerlandesi!
Il Rosario è per noi una scuola di preghiera. Auguro che il vostro pellegrinaggio in questo mese di ottobre, in cui veneriamo Maria Santissima, Madre di Dio, vi aiuti a riscoprire il valore di questa bella ed efficace preghiera.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.
Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Do il mio cordiale benvenuto ai pellegrini della Parrocchia di Milevsko.
La pia tradizione dedica il mese di ottobre al Santo Rosario. Perciò vi esorto a riscoprire la comunione con la Vergine Maria, per mezzo di questa bella preghiera.
Con questi voti, volentieri, vi imparto la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Bratislava.
Cari fratelli e sorelle, è cominciato il mese del Rosario. Proprio oggi si celebra la festa della Beata Vergine del Rosario. So che in Slovacchia, soprattutto tra i sofferenti e gli ammalati - nella Famiglia dell’Immacolata - è grande la devozione e la tradizione di questa preghiera, che può aiutare ogni persona. Recitate il Rosario con amore.
Vi benedico di cuore.
Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovena

Un cordiale saluto ai pellegrini sloveni di Parigi nonchè ai connazionali delle varie parti della Slovenia. Con la vostra visita alla Città Eterna desiderate completare la conoscenza della Chiesa di Cristo nonchè approfondire la vostra fede presso le tombe degli Apostoli.
La Madre Celeste vi accompagni e vi guidi nella professione giornaliera del messaggio di Cristo.
Con questo desiderio impartisco la Benedizione Apostolica a voi ed ai vostri cari.

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

Vi saluto cordialmente, cari pellegrini ungheresi provenienti da Tata e da Fél in Slovacchia. Sono lieto di vedervi qui a Roma, presso la Cattedra di San Pietro.
Mi auguro che da questo pellegrinaggio riportiate anche nelle vostre case un arricchimento di fede, un maggiore amore e una più grande fedeltà a Cristo.
Vi accompagni la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Rivolgo un caloroso benvenuto ai pellegrini lituani, in particolare alle componenti di un coro femminile, ed auspico che la visita a Roma sia per ciascuno spiritualmente proficua e dia la possibilità a tutti di scoprire e vivere la gioia dell’unità cristiana.
Portate il mio cordiale saluto e la mia Benedizione Apostolica a tutti gli abitanti della Lituania, soprattutto ai bambini, agli ammalati e a coloro che soffrono.
Sia lodato Gesù Cristo!
* * *


Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare, al Padre Abate ed ai Benedettini di Monte Oliveto, che in questi giorni stanno celebrando il loro Capitolo Generale. Auguro loro che, sull'esempio del Fondatore, il Beato Bernardo Tolomei, di cui ricorre il seicentocinquantesimo anniversario della morte, si impegnino con rinnovato slancio caritativo e missionario a rendere sempre più attuale lo spirito benedettino, per cooperare generosamente nell'opera della nuova evangelizzazione, alle soglie del terzo millennio.

Saluto i fedeli della Parrocchia San Giovanni Battista di Nocera Inferiore, venuti per far benedire la prima pietra del nuovo complesso parrocchiale, quelli della Parrocchia San Nicola di Motta di Livenza e della Parrocchia Santa Maria delle Grazie di Torre del Greco, che ricordano il cinquantesimo anniversario di fondazione.

Saluto inoltre il gruppo di artisti provenienti da Siena, la delegazione del Comune di Cassino e di quello di Casino in Australia, che hanno stretto tra loro un gemellaggio, come pure gli Ufficiali ed i Militari della Brigata di Cavalleria "Pozzuolo del Friuli".

Ringrazio tutti di cuore per la loro presenza, invocando su ciascuno la continua protezione di Dio e della Vergine Santissima, che oggi onoriamo con il titolo di Regina del Santo Rosario.

Quest'odierna memoria liturgica mi offre così la gradita opportunità di ribadire l'importanza del Santo Rosario, preghiera mariana tanto cara alla tradizione della Chiesa.

E' orazione semplice, ma con profondo contenuto teologico; in essa, mentre ci uniamo al saluto angelico dell'Ave Maria, siamo condotti a contemplare i misteri della vita di Gesù.

A voi, cari giovani, raccomando la recita del Rosario, perché vi aiuti a compiere con sempre pronta disponibilità la volontà di Dio e trovare nel Cuore Immacolato di Maria un rifugio sicuro in mezzo alle difficoltà della vita.

A voi, cari ammalati, questa semplice preghiera vi faccia sperimentare il conforto della nostra Madre celeste, perché da Lei sorretti e guidati possiate affrontare e superare gli ardui momenti della prova.

Per voi, cari sposi novelli, il Santo Rosario meditato in famiglia costituisca un appuntamento giornaliero per crescere nell'unità familiare e nella fedeltà al Vangelo.

A tutti la mia Benedizione.





Mercoledì, 14 ottobre 1998: Il "sigillo dello Spirito" e la testimonianza fino al martirio

14108

1. Nella precedente catechesi ci siamo soffermati sul sacramento della Confermazione come compimento della grazia battesimale. Ora ne approfondiamo il valore salvifico e l'effetto spirituale espressi dal segno dell'unzione, che indica il "sigillo del dono dello Spirito Santo" (cfr Paolo VI, Cost. Ap. Divinae consortium naturae [15.8.1971]: AAS 63, 663).

Per mezzo dell'unzione il cresimando riceve pienamente quel dono dello Spirito Santo che, in forma iniziale e fondamentale, egli ha già ricevuto nel Battesimo. Come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica, "il sigillo è il simbolo della persona (cfr
Gn 38,18 Ct 8,6), il segno della sua autorità (cfr Gn 41,42), della sua proprietà su un oggetto (cfr Dt 32,34)..." (Catechismo della Chiesa Cattolica CEC 1295). Gesù stesso dichiara che su di Lui "il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo" (Jn 6,27). E così noi cristiani, innestati in virtù della fede e del Battesimo nel Corpo di Cristo Signore, ricevendo l'unzione veniamo segnati dal sigillo dello Spirito. Lo insegna esplicitamente l'apostolo Paolo rivolgendosi ai cristiani di Corinto: "E' Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori" (2Co 1,21-22 cfr Ep 1,13-14 Ep 4,30).

2. Il sigillo dello Spirito Santo, dunque, significa e attua l'appartenenza totale del discepolo a Gesù Cristo, l'essere al suo servizio per sempre nella Chiesa, e insieme implica la promessa della divina protezione nelle prove che egli dovrà sostenere per testimoniare nel mondo la sua fede.

Lo ha predetto Gesù stesso, nell'imminenza della sua passione: "Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per rendere testimonianza davanti a loro... E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo" (Mc 13,9 Mc 13,11).

Analoga promessa ritorna nell'Apocalisse, in una visione che abbraccia l'intera storia della Chiesa e illumina la vicenda drammatica che i discepoli di Cristo sono chiamati ad affrontare, uniti al loro Signore Crocifisso e Risorto. Essi sono presentati con l'immagine suggestiva di coloro sulla cui fronte è stato impresso il sigillo di Dio (cfr Ap 7,2-4).

3. La Confermazione, portando a compimento la grazia battesimale, ci unisce più saldamente a Gesù Cristo e al suo Corpo che è la Chiesa. Tale sacramento aumenta in noi anche i doni dello Spirito Santo al fine di accordarci "una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere con la parola e con l'azione la fede, come veri testimoni di Cristo, per confessare coraggiosamente il nome di Cristo e per non vergognarci mai della sua Croce" (CEC 1303 cfr Concilio di Firenze, DS 1319 Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium LG 11 LG 12).

Sant'Ambrogio esorta il cresimato con queste vibranti parole: "Ricorda che hai ricevuto il sigillo spirituale, 'lo Spirito di sapienza e di intelletto, lo Spirito di consiglio e di fortezza, lo Spirito di conoscenza e di pietà, lo Spirito di timore di Dio' e conserva ciò che hai ricevuto. Dio Padre ti ha segnato, ti ha confermato Cristo Signore e ha posto nel tuo cuore quale pegno lo Spirito" (De mysteriis, 7,42; PL 16,402-403).

Il dono dello Spirito impegna a rendere testimonianza a Gesù Cristo e a Dio Padre, ed assicura la capacità e il coraggio di farlo. Gli Atti degli Apostoli ci dicono chiaramente che lo Spirito è effuso sugli apostoli, perché essi diventino "testimoni" (Ac 1,8 cfr Jn 15,26-27).

San Tommaso d'Aquino, dal canto suo, sintetizzando mirabilmente la tradizione della Chiesa, afferma che mediante la Confermazione vengono comunicati al battezzato gli aiuti necessari per professare pubblicamente e in ogni circostanza la fede ricevuta nel battesimo. "Gli è data la pienezza dello Spirito Santo - egli precisa - ad robur spirituale (per la fortezza spirituale), che conviene all'età matura" (S. Th., III 72,2). Tale maturità va ovviamente misurata non con criteri umani, ma all'interno del misterioso rapporto di ciascuno con Cristo.

Questo insegnamento, radicato nella Sacra Scrittura e sviluppato dalla sacra Tradizione, trova espressione nella dottrina del Concilio di Trento, secondo cui il sacramento della Confermazione imprime nell'anima come un "marchio spirituale indelebile": il "carattere" (cfr DS 1609), che è appunto il segno impresso da Gesù Cristo nel cristiano col sigillo del suo Spirito.

4. Questo dono specifico conferito dal sacramento della Confermazione abilita i fedeli ad esercitare il loro "ufficio profetico" di testimonianza resa alla fede. "Il cresimato - spiega san Tommaso - riceve il potere di professare pubblicamente la fede cristiana, quasi per un incarico ufficiale (quasi ex officio)" (S. Th., III 72,5, ad. 2; cfr CEC 1305). E il Vaticano II, illustrando nella Lumen gentium l'indole sacra e organica della comunità sacerdotale, sottolinea che "col sacramento della Confermazione (i fedeli) vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo, e in tal modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere con la parola e con l'opera la fede come veri testimoni di Cristo" (LG 11).

Il battezzato che riceve, con piena e matura consapevolezza, il sacramento della Confermazione, dichiara solennemente davanti alla Chiesa, sostenuto dalla grazia di Dio, la sua disponibilità a lasciarsi afferrare, in modo sempre nuovo e sempre più profondo dallo Spirito di Dio, per divenire testimone di Cristo Signore.

5. Questa disponibilità, grazie allo Spirito che penetra e riempie il cuore, si spinge sino al martirio, come ci mostra l'ininterrotta catena di testimoni cristiani che, dagli albori del cristianesimo sino al nostro secolo, non hanno temuto di sacrificare la loro vita terrena per amore di Gesù Cristo. "Il martirio - scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica - è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità" (CEC 2473).

Alle soglie del terzo Millennio, invochiamo il dono del Paraclito per ravvivare l'efficacia di grazia del sigillo spirituale in noi impresso nel sacramento della Confermazione. Animata dallo Spirito, la nostra vita effonderà il "profumo di Cristo" (2Co 2,15) sino agli ultimi confini della terra.

Saluti


Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Saluto cordialmente i pellegrini provenienti da Zagabria, da Varazdin e da altre località della Croazia. Benvenuti!

Vi auguro, carissimi, di saper sempre trovare nel Vangelo l’ispirazione del vostro quotidiano vivere e operare nella famiglia e nella società.

Invoco la benedizione di Dio su tutti voi.

Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Porgo il benvenuto ai pellegrini di Veself nad Luznicí.

Possa questo vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo rinvigorire la vostra fede e l’amore per Cristo e la sua Chiesa.

Con questi voti, con amore paterno nel cuore, vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

Vi saluto cordialmente, cari pellegrini ungheresi. Il mese di ottobre è il mese del Rosario. Vi raccomando di pregare ogni giorno il Rosario in famiglia.

Vi do la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Cari pellegrini lituani!

Vi saluto di cuore ed auspico che la vostra visita al centro della Cristianità e l’odierno incontro con il Successore di Pietro vi avvicinino ancora di più alla Chiesa di Cristo, messaggera di certezza e di speranza per il mondo di oggi.

Volentieri imparto la mia Benedizione Apostolica a voi, ai vostri cari e a tutta la vostra Patria, la Lituania.

Sia lodato Gesù Cristo!
* * *


Rivolgo il mio cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli di Annifo, venuti a restituire la visita da me compiuta nel gennaio scorso, dopo il terremoto che ha duramente colpito l’Umbria e le Marche. Ringrazio la Banda Musicale di Annifo e quella di Firenze, e mi congratulo per la solidarietà che le unisce.

Sono lieto di accogliere i fedeli di Atripalda (diocesi di Avellino), che si preparano alla riapertura al culto della Chiesa Madre, dedicata al santo martire Ippolisto, primo evangelizzatore della loro terra.

Saluto e ringrazio inoltre la Comunità Domenicana di Varazze ed il Centro Studi “Jacopo da Varagine”, che, in occasione del settimo centenario della morte dell’illustre concittadino, domenicano e Arcivescovo di Genova, offrono un’edizione in polacco della sua celeberrima Legenda Aurea.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. Carissimi, celebreremo domani la festa di santa Teresa d’Avila, maestra di Edith Stein, suor Teresa Benedetta della Croce, che domenica scorsa ho avuto la gioia di proclamare santa. Entrambe testimoniano a voi, cari giovani, che l’amore autentico non può essere scisso dalla verità; entrambe mostrano a voi, cari malati, la croce di Cristo, mistero di amore che redime l’umana sofferenza. Per voi, cari sposi novelli, santa Teresa d’Avila e la nuova santa Edith Stein sono modello di fedeltà a Dio, che affida ad ognuno una speciale missione.




Mercoledì, 21 ottobre 1998: La vita nello Spirito

21108

1. Lo Spirito Santo "è Signore e dà la vita". Con queste parole del simbolo niceno-costantinopolitano la Chiesa continua a professare la fede nello Spirito Santo, che san Paolo proclama "Spirito della vita" (
Rm 8,2).

Nella storia della salvezza la vita appare sempre collegata allo Spirito di Dio. Fin dal mattino della creazione, grazie al soffio divino, quasi "un alito di vita", "l'uomo divenne un essere vivente" (Gn 2,7). Nella storia del popolo eletto lo Spirito del Signore interviene ripetutamente a salvare Israele e a guidarlo mediante i patriarchi, i giudici, i re e i profeti. Ezechiele raffigura efficacemente la situazione del popolo umiliato dall'esperienza dell'esilio come una valle sterminata piena di scheletri a cui Dio comunica nuova vita (cfr Ez 37,1-14): "E lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi" (Ez 37,10).

Soprattutto nella storia di Gesù lo Spirito Santo dispiega la sua potenza vivificante: il frutto del grembo di Maria viene alla vita "per opera dello Spirito Santo" (Mt 1,18 cfr Lc 1,35). Tutta la missione di Gesù è animata e diretta dallo Spirito Santo; in modo speciale la risurrezione porta il sigillo dello "Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti" (Rm 8,11).

2. Lo Spirito Santo, al pari del Padre e del Figlio, è il protagonista di quel "Vangelo della vita" che la Chiesa non si stanca di annunciare e testimoniare al mondo.

Il Vangelo della vita infatti - come ho spiegato nella Lettera Enciclica Evangelium vitae - non è una semplice riflessione sulla vita umana, e neppure soltanto un comandamento rivolto alla coscienza; esso è, in verità, "una realtà concreta e personale, perché consiste nell'annuncio della persona stessa di Gesù" (EV 29). Egli si presenta infatti come "la via, la verità e la vita" (Jn 14,6). E rivolgendosi a Marta, sorella di Lazzaro, ribadisce: "Io sono la risurrezione e la vita" (Jn 11,25).

3. "Chi segue me - Egli proclama ancora - avrà la luce della vita" (Jn 8,12). La vita che Gesù Cristo ci dona è un'acqua viva che disseta l'anelito più profondo dell'uomo e lo introduce, quale figlio, nella piena comunione con Dio. Quest'acqua viva e donatrice di vita è lo Spirito Santo.

Nel colloquio con la Samaritana, Gesù preannuncia questo dono divino: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: 'Dammi da bere!', tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva... Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna" (Jn 4,10 Jn 4,13-14). Preannunciando poi, in occasione della festa delle Capanne, la sua morte e risurrezione, Gesù esclama sempre ad alta voce, quasi per farsi ascoltare dagli uomini di tutti i luoghi e di tutti i tempi: "Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura: 'fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno'. Questo egli disse - nota l'evangelista Giovanni - riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui" (Jn 7,37-39).

Ottenendoci il dono dello Spirito col sacrificio della propria vita, Gesù adempie la missione ricevuta dal Padre: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiamo in abbondanza" (Jn 10,10). Lo Spirito Santo rende nuovo il nostro cuore (cfr Ez 36,25-27 Jr 31,31-34) conformandolo a quello di Cristo. Il cristiano può così "comprendere e realizzare il senso più vero e più profondo della vita: quello di essere un dono che si compie nel donarsi" (EV 49). E' questa la legge nuova, "la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù" (Rm 8,2). La sua espressione fondamentale, a imitazione del Signore che offre la vita per i propri amici (cfr Jn 15,13), è il dono di sé nell'amore: "Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli" (1Jn 3,14).

4. La vita del cristiano che, mediante la fede e i sacramenti, è intimamente unito a Gesù Cristo, è una "vita nello Spirito". Lo Spirito Santo, infatti, effuso nei nostri cuori (cfr Ga 4,6) diventa in noi e per noi "sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna" (Jn 4,14).

Occorre dunque lasciarsi guidare docilmente dallo Spirito di Dio, per diventare sempre più pienamente quelli che già siamo per grazia: figli di Dio in Cristo (cfr Rm 8,14-16). "Se pertanto viviamo dello Spirito - ci esorta ancora san Paolo - camminiamo anche secondo lo Spirito" (Ga 5,25).

Su questo principio si fonda la spiritualità cristiana, che consiste nell'accogliere tutta la vita che lo Spirito ci dona. Questa concezione della spiritualità ci mette al riparo dagli equivoci che talvolta offuscano il suo profilo genuino.

La spiritualità cristiana non consiste in uno sforzo di auto-perfezionamento, quasi che l'uomo con le sue forze possa promuovere la crescita integrale della sua persona e conseguire la salvezza. Il cuore dell'uomo, ferito dal peccato, viene risanato solo dalla grazia dello Spirito Santo e solo se sostenuto da questa grazia l'uomo può vivere da vero figlio di Dio.

La spiritualità cristiana non consiste nemmeno nel diventare quasi "immateriali", disincarnati, privi di impegno responsabile nella storia. La presenza dello Spirito Santo in noi, infatti, lungi dallo spingerci ad una "evasione" alienante, penetra e mobilita tutto il nostro essere: intelligenza, volontà, affettività, corporeità, perché il nostro "uomo nuovo" (Ep 4,24) impregni lo spazio e il tempo della novità evangelica.

5. Alle soglie del terzo Millennio, la Chiesa si dispone ad accogliere il dono sempre nuovo di quello Spirito datore di vita che sgorga dal costato trafitto di Gesù Cristo, per annunciare a tutti con intima gioia il Vangelo della vita.

Supplichiamo lo Spirito Santo perché renda la Chiesa del nostro tempo un'eco fedele della parola degli Apostoli: "Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo" (1Jn 1,1-3).

Saluti

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Nel porgervi il benvenuto, rivolgo un cordiale saluto al gruppo di pensionati provenienti da varie regioni della Croazia.

Saluto cordialmente pure il Vescovo di Šibenik, Mons. Ante Ivas, ed i pellegrini della sua Diocesi, che sta festeggiando il VII centenario della fondazione. Carissimi, fedeli all’eredità dei padri, continuate con coraggio a costruire il vostro futuro e quello del vostro popolo, interamente dediti al Vangelo e alla Chiesa Cattolica. Il mondo di oggi ha bisogno di cristiani coerenti e coraggiosi, che sappiano rendere testimonianza all’amore di Dio e manifestino a tutti che la sua salvezza è offerta agli uomini per mezzo della Croce di Cristo.

Imparto volentieri la Benedizione Apostolica a ciascuno di voi qui presenti.

Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Adesso vorrei salutare tutti i pellegrini belgi e neerlandesi.

Auguro che la vostra visita alle tombe degli Apostoli vi permetta di avere un approccio alle radici della civiltà cristiana, affinchè ognuno possa sperimentare nella sua vita personale l’amore di Dio Padre.

Di cuore imparto la benedizione apostolica.

Siano lodati i nomi di Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Repubblica Ceca,

Possa questo vostro pellegrinaggio a Roma rinvigorire la vostra fede e l’amore per Cristo, e accrescere in voi il desiderio di perfezione spirituale.

Volentieri vi benedico tutti.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

Vi saluto cordialmente, cari pellegrini ungheresi dal Liceo Sant’Emerico di Budapest e da Sopron. Questa visita presso la tomba di San Pietro approfondisca la vostra fede.

Vi do la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!
* * *


Nel rivolgere ora il mio saluto ai pellegrini di lingua italiana, desidero ricordare, in particolare, il gruppo di sacerdoti dell'Istituto Secolare Missionari della Regalità di Cristo. Carissimi, auspico di cuore che il corso di esercizi spirituali, che state per iniziare, valga a ravvivare il vostro generoso impegno di apostoli del Vangelo.

Saluto, poi, quanti hanno partecipato ad Arezzo all'inaugurazione dell'Associazione "Rondine - Cittadella della Pace" e dello "Studentato internazionale", che ne costituisce in qualche modo il cuore. Mi compiaccio con coloro che hanno promosso questo nuovo progetto di notevole interesse ecumenico ed interreligioso ed auguro che esso offra a giovani, provenienti da regioni del mondo segnate da conflitti e guerre, un'occasione preziosa per conoscersi e dialogare in modo aperto e cordiale.

Un pensiero affettuoso, infine, ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. Il mese di ottobre, mese missionario, rappresenta un pressante invito per i cristiani a sentirsi tutti responsabili nella diffusione del Regno di Dio in ogni angolo della terra.

Cari giovani, siate coraggiosi nell'annunciare con le parole e con l'esempio il messaggio evangelico.

E voi, cari ammalati, sappiate accogliere la sofferenza unendovi al sacrificio della Croce per la redenzione di quanti ancora non conoscono Cristo, unico Redentore del mondo.

E voi, cari sposi novelli, grazie al Sacramento del matrimonio, siate testimoni dell'Amore e cooperatori della nuova evangelizzazione.






Catechesi 79-2005 7198