Catechesi 79-2005 11902

Mercoledì, 11 settembre 2002

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1. Da ogni parte del mondo innumerevoli persone vanno oggi col pensiero alla città di New York, ove l’11 settembre dello scorso anno le torri gemelle del World Trade Center sono crollate in conseguenza di un efferato attentato, inghiottendo nella loro rovina molti nostri fratelli e sorelle innocenti.

A un anno di distanza vogliamo nuovamente ricordare queste vittime del terrorismo e raccomandarle alla misericordia di Dio. Desideriamo al tempo stesso rinnovare alle loro famiglie e ai loro cari l’espressione della nostra spirituale vicinanza. Ma vogliamo anche interpellare le coscienze di chi ha pianificato e fatto eseguire un disegno così barbaro e crudele.

Ad un anno dall’11 settembre 2001 ripetiamo che nessuna situazione di ingiustizia, nessun sentimento di frustrazione, nessuna filosofia o religione possono giustificare una tale aberrazione. Ogni persona umana ha diritto al rispetto della propria vita e dignità, che sono beni inviolabili. Lo dice Dio, lo sancisce il diritto internazionale, lo proclama la coscienza umana, lo esige la convivenza civile.

2. Il terrorismo è e sarà sempre una manifestazione di disumana ferocia, che, proprio perché tale, non potrà mai risolvere i conflitti tra esseri umani. La sopraffazione, la violenza armata, la guerra sono scelte che seminano e generano solo odio e morte. Soltanto la ragione e l’amore sono mezzi validi per superare e risolvere le contese tra le persone e i popoli.

È tuttavia necessario ed urgente uno sforzo concorde e risoluto per avviare nuove iniziative politiche ed economiche capaci di risolvere le scandalose situazioni di ingiustizia e di oppressione, che continuano ad affliggere tanti membri della famiglia umana, creando condizioni favorevoli all’esplosione incontrollabile del desiderio di vendetta. Quando i diritti fondamentali sono violati è facile cadere preda delle tentazioni dell’odio e della violenza. Bisogna costruire insieme una cultura globale della solidarietà, che ridia ai giovani la speranza nel futuro.

3. Vorrei ripetere a tutti la parola della Bibbia: «Il Signore… viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (
Ps 95,13). Solo dalla verità e dalla giustizia possono scaturire la libertà e la pace. Su questi valori è possibile costruire una vita degna dell’uomo. Fuori di essi c’è solamente rovina e distruzione.

In questo anniversario tristissimo eleviamo a Dio la nostra preghiera perché l’amore possa soppiantare l’odio e, con l’impegno di tutte le persone di buona volontà, la concordia e la solidarietà possano affermarsi in ogni angolo della terra.

Saluti:

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Ora saluto i pellegrini provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio.

Oggi vogliamo ricordare nella preghiera tutte le vittime dell’odio e della violenza. Eleviamo a Dio la nostra preghiera perché l’odio possa essere vinto dall’amore, e la pace, la giustizia e la solidarietà possano crescere in ogni angolo della terra.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Do il benvenuto ai pellegrini di Praga e dei dintorni.

Sabato celebreremo la festa dell'Esaltazione della S.Croce. Gesù Cristo ci dona la salvezza, la vita, la risurrezione. Solo lui ci libera dal peccato e ci salva. Il nostro vanto sia nella croce del nostro Signore Gesù Cristo (cfr. Ga 6,14).

Vi benedico di cuore! Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Saluto di cuore i pellegrini Slovacchia: da Topolcany e dintorni da Siroke e Bojna.

Fratelli e sorelle, domenica prossima la Slovacchia celebrerà la festa della Patrona, la Vergine Addolorata. Gesù l’ha data come Madre a ciascuno di noi. Ella vi accompagni sempre sulla via verso di lui.

Volentieri benedico voi e la vostra patria.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Saluto cordialmente i fedeli ungheresi.

Chiedo le vostre preghiere per la giustizia e la pace nel mondo tormentato da tanti conflitti.

Con la Benedizione Apostolica! Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ucraina:

Rivolgo un cordiale benvenuto al gruppo giovanile musicale "Zhuravka", proveniente dall’Ucraina.

Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita e, mentre invoco su di voi la continua assistenza divina, cordialmente vi imparto una speciale Benedizione Apostolica, che estendo ai vostri cari e all’intero popolo ucraino.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua lettone:

Saluto cordialmente i fedeli luterani provenienti dalla Lettonia, convenuti a Roma per un incontro ecumenico. Nell’augurare ogni desiderato bene spirituale, invoco su ciascuno copiosi favori celesti.


Traduzione italiana delle parole pronunciate in polacco:

Oggi è l'11 settembre, un anno fa in questo giorno è stato compiuto il terribile attacco terroristico a New York. Non possiamo dimenticare le numerose vittime umane di quell'attacco. Oggi preghiamo Dio perché abbiano l'eterno riposo e gli chiediamo pietà e perdono per gli autori di quel terribile attacco. Ricordiamo anche che nel settembre del 1939 siamo stati attaccati dalla Germania di Hitler e per tutto il mese è durata la lotta impari dalla quale siamo usciti sconfitti. Raccomandiamo a Dio le vittime di quella guerra come anche le vittime dell'attacco terroristico a New York. "L'eterno riposo dona loro, Signore..."
*****


Rivolgo ora il mio saluto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto in particolare il gruppo di sacerdoti della diocesi di Padova, come pure le Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, partecipanti al Capitolo generale della loro Congregazione.

Saluto infine i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli.

Carissimi, domenica scorsa abbiamo celebrato la festa della Natività della Vergine e domani commemoreremo il suo Santo Nome. La celeste Madre di Dio, che ci accompagna lungo tutto l’anno liturgico, guidi voi, cari giovani, sul cammino d’una sempre più perfetta adesione a Cristo e al suo Vangelo; incoraggi voi, cari ammalati, ad accogliere con serenità e coraggio la volontà di Dio; sostenga voi, cari sposi novelli, nel costruire giorno dopo giorno una convivenza familiare che si ispiri allo stile della casa di Nazaret. A tutti la mia Benedizione.

PREGHIERA DEI FEDELI



Santo Padre

Fratelli e Sorelle, la memoria degli avvenimenti tragici della storia umana non oscura la fiducia nell'infinita bontà e fedeltà di Dio. La sua immutabile volontà d'amore e di pace, manifestata in Cristo morto e risorto, è fondamento di sicura speranza per tutti gli uomini e per tutti i popoli.

- Rit. Dominum deprecemur. Te rogamus, audi nos.

...

[arabo]

[Per i credenti di tutte le religioni, perché nel nome di Dio, misericordioso e amante della pace, rigettino con fermezza ogni forma di violenza e si impegnino a risolvere i conflitti con il dialogo sincero e paziente, rispettoso delle differenti esperienze storiche, culturali e religiose. Preghiamo.]

...

Santo Padre

Padre Santo, Dio di infinita misericordia, abbi pietà delle tante ingiustizie che macchiano la coscienza del genere umano. Infondi nel cuore di ogni uomo e di ogni donna il soffio potente del tuo Santo Spirito, perché insieme, giorno per giorno, crescano nella concordia e formino una grande famiglia, dove tutti siano accolti e riconosciuti come tuoi figli. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, Figlio della Vergine Immacolata, nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli.





Mercoledì, 18 settembre 2002: Salmo 95: Dio, re e giudice dell’universo - Lodi del lunedì della 3a settimana

18902

(
Ps 95,1-2 Ps 95,5-6 Ps 95,8 Ps 95,10)

1. «Dite tra i popoli: "Il Signore regna!"». Questa esortazione del Salmo 95 (Ps 95,10), ora proclamato, offre quasi la tonalità sulla quale si modula tutto l’inno. Esso, infatti, si colloca tra i cosiddetti «Salmi del Signore re», che comprendono i Salmi 95-98, oltre al 46 e al 92.

Abbiamo già avuto in passato l’occasione di incontrare e commentare il Salmo 92, e sappiamo come questi cantici abbiano al centro la figura grandiosa di Dio, che regge l’intero universo e governa la storia dell’umanità.

Anche il Salmo 95 esalta sia il Creatore degli esseri, sia il Salvatore dei popoli: Dio «sorregge il mondo, perché non vacilli; giudica le nazioni con rettitudine» (Ps 95,10). Anzi, nell’originale ebraico il verbo tradotto con «giudicare» significa in realtà «governare»: si ha, così, la certezza che noi non siamo abbandonati alle oscure forze del caos o del caso, ma siamo da sempre nelle mani di un Sovrano giusto e misericordioso.

2. Il Salmo incomincia con un invito festoso a lodare Dio, un invito che apre subito una prospettiva universale: «Cantate al Signore da tutta la terra» (Ps 95,1). I fedeli vengono invitati a «narrare la gloria» di Dio «in mezzo ai popoli», poi a rivolgersi «a tutte le nazioni» per dire «i suoi prodigi» (Ps 95,3). Anzi, il Salmista interpella direttamente le «famiglie dei popoli» (Ps 95,7) per invitare a glorificare il Signore. Infine, chiede ai fedeli di dire «tra i popoli: il Signore regna» (Ps 95,10), e precisa che il Signore «giudica le nazioni» (Ps 95,10), «tutte le genti» (Ps 95,13). È molto significativa questa apertura universale da parte di un piccolo popolo schiacciato tra grandi imperi. Questo popolo sa che il suo Signore è il Dio dell’universo e che «tutti gli dèi delle nazioni sono un nulla» (Ps 95,5).

Il Salmo è sostanzialmente costruito da due quadri. La prima parte (cfr Ps 95,1-9) comprende una solenne epifania del Signore «nel suo santuario» (Ps 95,6), cioè nel tempio di Sion. Essa è preceduta e seguita dai canti e dai riti sacrificali dell’assemblea dei fedeli. Scorre incalzante il flusso della lode di fronte alla maestà divina: «Cantate al Signore un canto nuovo... cantate... cantate... benedite... annunziate la sua salvezza... narrate la sua gloria... dite i suoi prodigi... date al Signore gloria e potenza... date al Signore gloria... Portate offerte... prostratevi» (Ps 95,1-3 Ps 95,7-9). Il gesto fondamentale di fronte al Signore re, che manifesta la sua gloria nella storia della salvezza, è, dunque, il canto di adorazione, di lode e di benedizione. Questi atteggiamenti dovrebbero essere presenti anche all’interno della nostra liturgia quotidiana e della nostra preghiera personale.

3. Nel cuore di questo canto corale troviamo una dichiarazione anti-idolatrica. La preghiera si rivela così come una via per raggiungere la purezza della fede, secondo il noto asserto lex orandi, lex credendi: la norma della vera preghiera è anche norma di fede, è lezione sulla verità divina. Questa infatti può essere scoperta proprio attraverso l’intima comunione con Dio realizzata nella preghiera.

Il Salmista proclama: «Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi. Tutti gli dèi delle nazioni sono un nulla, ma il Signore ha fatto i cieli» (Ps 95,4-5). Attraverso la liturgia e l’orazione si purifica la fede da ogni degenerazione, si abbandonano quegli idoli ai quali si sacrifica facilmente qualcosa di noi durante la vita quotidiana, si passa dalla paura di fronte alla trascendente giustizia di Dio all’esperienza viva del suo amore.

4. Ma eccoci al secondo quadro, quello che si apre con la proclamazione della regalità del Signore (cfr Ps 95,10-13). Ora a cantare è l’universo, anche nei suoi elementi più misteriosi e oscuri, come il mare secondo l’antica concezione biblica: «Gioiscano i cieli, esulti la terra, frema il mare e quanto racchiude; esultino i campi e quanto contengono, si rallegrino gli alberi della foresta davanti al Signore che viene, perché viene a giudicare la terra» (Ps 95,11-13).

Come dirà san Paolo, anche la natura, insieme con l’uomo, «attende con impazienza... di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,19 Rm 8,21).

E a questo punto vorremmo lasciare spazio alla rilettura cristiana di questo Salmo compiuta dai Padri della Chiesa, che in esso hanno visto una prefigurazione dell’Incarnazione e della Crocifissione, segno della paradossale regalità di Cristo.

5. Così, all’inizio del discorso pronunciato a Costantinopoli nel Natale del 379 o del 380, san Gregorio di Nazianzo riprende alcune espressioni del Salmo 95: «Cristo nasce: glorificatelo! Cristo scende dal cielo: andategli incontro! Cristo è sulla terra: levatevi! "Cantate al Signore, tutta la terra" (Ps 95,1), e, per riunire insieme i due concetti, "si rallegrino i cieli ed esulti la terra" (Ps 95,11) a causa di colui che è celeste ma poi è divenuto terrestre» (Omelie sulla natività, Discorso 38, 1, Roma 1983, p. 44).

In tal modo il mistero della regalità divina si manifesta nell’Incarnazione. Anzi, colui che regna «diventando terrestre», regna precisamente nell’umiliazione sulla Croce. È significativo che molti antichi leggessero il v. 10 di questo Salmo con una suggestiva integrazione cristologica: «Il Signore regnò dal legno».

Per questo già la Lettera di Barnaba insegnava che «il regno di Gesù è sul legno» (VIII, 5: I Padri Apostolici, Roma 1984, p. 198) e il martire san Giustino, citando quasi integralmente il Salmo nella sua Prima Apologia, concludeva invitando tutti i popoli a gioire perché «il Signore regnò dal legno» della Croce (Gli apologeti greci, Roma 1986, p. 121).

In questo terreno è fiorito l’inno del poeta cristiano Venanzio Fortunato, Vexilla regis, in cui si esalta Cristo che regna dall’alto della Croce, trono di amore e non di dominio: Regnavit a ligno Deus. Gesù, infatti, già durante la sua esistenza terrena aveva ammonito: «Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,43-45).

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Saluto cordialmente i fedeli ungheresi.
"Il Signore regnò dal legno". Confessiamo la nostra fede nel Crocefisso e proclamiamo lo scandalo della croce.
Imparto volentieri a voi la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti da:
- Diocesi di Hradec Králové,
- Kretín,
- e Veselí nad Moravou.
Sabato celebreremo la festa di San Matteo, Apostolo ed Evangelista. La sua risposta alla vocazione di Cristo continui ad illuminare la vostra vita cristiana.
Con tali voti vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua croata:

Mi rivolgo con le cordiali parole di benvenuto a tutti i pellegrini croati qui presenti. A ciascuno di essi e alle loro famiglie volentieri imparto la Benedizione Apostolica.
Siano lodati Gesù e Maria!
*****


Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Suore Ospedaliere della Misericordia e le Suore Ministre degli Infermi di San Camillo, che sono venute, in occasione delle rispettive Assemblee capitolari, a rinnovare al Successore di Pietro i loro sentimenti di affetto e di profonda comunione ecclesiale.

Saluto poi i partecipanti alla maratona "Fiaccola d’amore e di speranza" diretti a San Giovanni Rotondo, i membri dell’Associazione "Anni d’argento" di San Zeno e quelli della Comunità "La mano amica" di Favara.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati, e agli sposi novelli.

Cari giovani, l’amicizia con Gesù sia per voi fonte di gioia e motivo ispiratore di ogni vostra scelta impegnativa. Cari malati, attingete dalla preghiera conforto e serenità nei momenti della sofferenza e della prova. Cari sposi novelli, il costante contatto con il Signore vi sia di sprone a corrispondere alla vostra vocazione familiare.

APPELLO DEL SANTO PADRE



Nei giorni scorsi, dopo i venti di guerra che minacciavano di sconvolgere l’intera regione medio orientale è giunta la buona notizia della possibilità di una ripresa della collaborazione dell’Iraq con la Comunità internazionale. Vi esorto a continuare nella preghiera, affinché il Signore illumini i responsabili delle Nazioni, dischiuda e sostenga gli spiragli di buona volontà e conduca l’umanità, già afflitta da tanti mali, verso una convivenza libera dalla guerra e dalla sopraffazione della violenza.










Mercoledì, 25 settembre 2002: Salmo 84: La nostra salvezza è vicina - Lodi del martedì della 3a settimana

25902

(
Ps 84,2-3 Ps 84,9 Ps 84,13-14)

1. Il Salmo 84 che abbiamo ora proclamato è un canto gioioso e pieno di speranza nel futuro della salvezza. Esso riflette il momento esaltante del ritorno di Israele dall’esilio babilonese nella terra dei padri. La vita nazionale ricomincia in quell’amato focolare, che era stato spento e distrutto nella conquista di Gerusalemme da parte delle armate del re Nabucodonosor nel 586 a.C.

Infatti, nell’originale ebraico del Salmo si sente risuonare ripetutamente il verbo shûb, che indica il ritorno dei deportati, ma significa anche un «ritorno» spirituale, cioè la «conversione». La rinascita, quindi, non riguarda solo la nazione, ma anche la comunità dei fedeli, che avevano sentito l’esilio come una punizione per i peccati commessi e che vedevano ora il rimpatrio e la nuova libertà come una benedizione divina, per l’avvenuta conversione.

2. Il Salmo può essere seguito nel suo svolgimento secondo due tappe fondamentali. La prima scandita dal tema del «ritorno» con tutte le valenze a cui accennavamo.

Si celebra innanzitutto il ritorno fisico di Israele: «Signore..., hai ricondotto i deportati di Giacobbe» (Ps 95,2); «rialzaci, Dio nostra salvezza... Non tornerai tu forse a darci vita?» (Ps 95,5 Ps 95,7). È questo un prezioso dono di Dio, il quale si preoccupa di liberare i suoi figli dall’oppressione e s’impegna per la loro prosperità. Egli, infatti, «ama tutte le cose esistenti..., risparmia tutte le cose, perché tutte sono di lui, il Signore amante della vita» (cfr Sg 11,24 Sg 11,26).

Ma, accanto a questo «ritorno», che concretamente unifica i dispersi, c’è un altro «ritorno» più interiore e spirituale. Ad esso il Salmista lascia ampio spazio, attribuendogli un particolare rilievo, che vale non solo per l’antico Israele ma per i fedeli di tutti i tempi.

3. In questo «ritorno» agisce efficacemente il Signore, rivelando il suo amore nel perdonare l’iniquità del suo popolo, nel cancellare tutti i suoi peccati, nel deporre tutto il suo sdegno e mettere fine alla sua ira (cfr Ps 84,3-4).

Proprio la liberazione dal male, il perdono delle colpe, la purificazione dei peccati creano il nuovo popolo di Dio. Ciò è espresso attraverso un’invocazione che è entrata anche nella liturgia cristiana: «Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza» (Ps 84,8).

Ma a questo «ritorno» di Dio che perdona deve corrispondere il «ritorno», cioè la conversione, dell’uomo che si pente. Infatti il Salmo dichiara che la pace e la salvezza vengono offerte a «chi ritorna a lui con tutto il cuore» (Ps 84,9). Chi si mette decisamente sulla via della santità riceve i doni della gioia, della libertà e della pace.

È noto che spesso i termini biblici concernenti il peccato evocano uno sbagliare strada, un fallire la meta, un deviare dal retto percorso. La conversione è appunto un «ritorno» sulla via lineare che conduce alla casa del Padre, il quale ci attende per abbracciarci, perdonarci e renderci felici (cfr Lc 15,11-32).

4. Giungiamo, così, alla seconda parte del Salmo (cfr Ps 84,10-14), tanto cara alla tradizione cristiana. Vi si descrive un mondo nuovo, in cui l’amore di Dio e la sua fedeltà, come se fossero persone, si abbracciano; similmente anche la giustizia e la pace si baciano incontrandosi. La verità germoglia come in una rinnovata primavera e la giustizia, che per la Bibbia è anche salvezza e santità, si affaccia dal cielo per iniziare il suo cammino in mezzo all’umanità.

Tutte le virtù, prima espulse dalla terra a causa del peccato, ora rientrano nella storia e, incrociandosi, disegnano la mappa di un mondo di pace. Misericordia, verità, giustizia e pace diventano quasi i quattro punti cardinali di questa geografia dello spirito. Anche Isaia canta: «Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo» (Is 45,8).

5. Le parole del Salmista, già nel secondo secolo con sant’Ireneo di Lione, sono state lette come annunzio della «generazione di Cristo dalla Vergine» (Adversus haereses, III, 5, 1). La venuta di Cristo è, infatti, la sorgente della misericordia, lo sbocciare della verità, la fioritura della giustizia, lo splendore della pace.

Per questo il Salmo, soprattutto nella sua parte finale, è riletto in chiave natalizia dalla tradizione cristiana. Ecco come lo interpreta sant’Agostino in un suo discorso per il Natale. Lasciamo a lui di concludere la nostra riflessione. «"La verità è sorta dalla terra": Cristo, il quale ha detto: "Io sono la verità" (Jn 14,6) è nato da una Vergine. "E la giustizia si è affacciata dal cielo": chi crede in colui che è nato non si giustifica da se stesso, ma viene giustificato da Dio. "La verità è sorta dalla terra": perché "il Verbo si è fatto carne" (Jn 1,14). "E la giustizia si è affacciata dal cielo": perché "ogni grazia eccellente e ogni dono perfetto discendono dall’alto" (Jc 1,17). "La verità è sorta dalla terra", cioè ha preso un corpo da Maria. "E la giustizia si è affacciata dal cielo": perché "l'uomo non può ricevere cosa alcuna, se non gli viene data dal cielo" (Jn 3,27)» (Discorsi, IV/l, Roma 1984, p. 11).

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Rivolgo ora il benvenuto a tutti i pellegrini provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio!

Il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli vi aiuti a seguire Cristo nella vita quotidiana.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Rivolgo un cordiale saluto al gruppo di pellegrini provenienti dalla Repubblica Ceca.

Carissimi, durante il vostro pellegrinaggio alla tomba dell'Apostolo Pietro, le seguenti parole dell'Apostolo rinsaldino la vostra fede: "Crescete nella speranza e nella conoscenza di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo" (2P 3,18). Testimoniatela poi, dovunque andrete.

Di cuore benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!




Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini da Bratislava e Nitra. Saluto in modo particolare il gruppo della Parrocchia di S, Egidio di Bardejov, che sono venuti a ringraziare per il dono della Basilica minore.

Cari fratelli e sorelle, vi auguro che il vostro pellegrinaggio alle tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo rappresenti per ciascuno di voi il rinnovamento della fede cristiana.

Volentieri benedico voi e le vostre famiglie in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua ungherese, provenienti da Budapest e Várpalota.

Ieri avete celebrato la memoria di San Gerardo Sagredo, Vescovo e Martire. L’esempio di vita del santo benedettino vi fortifichi sulla via della fede.

Volentieri imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto cordialmente i pellegrini lituani.

Carissimi, sia incessante la vostra preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, e le vostre opere si ispirino a Cristo e al suo vangelo.

Il Signore vi benedica tutti! Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Oggi cade il 49° anniversario dell'arresto del servo di Dio Card. Stefan Wyszynski, Primate del Millennio, da parte del regime comunista: il 25 settembre 1953; fu un atto di persecuzione della Chiesa.

Parliamo ora dei Salmi. Forse ciò che essi sono è preso bene dal salmo più breve del Salterio:

"Lodate il Signore, popoli tutti / voi tute, nazioni, dategli gloria; / perché forte è il suo amore per noi / e la fedeltà del Signore dura in eterno. / Gloria a Dio unico e trino, al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. / Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli".

Così lo ricordo, come lo cantavo in Polonia, a Wadowice, durante i Vespri. Dio vi benedica!
*****


Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai componenti dell’AVIS di Milano e Parabiago, ai fedeli di Travacò Siccomario e ai ministranti di Linguaglossa. Una parola di apprezzamento e di vivo incoraggiamento rivolgo poi ai rappresentanti della "Catholica Unio Internationalis", giunti a Roma per l’Assemblea generale, e ai missionari della Consolata partecipanti ad un Corso di formazione.

Come di consueto, il mio pensiero va adesso ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli.

Carissimi giovani, siate sempre fedeli all’ideale evangelico e realizzatelo nelle vostre quotidiane attività. Carissimi ammalati, vi sia ogni giorno di sostegno nelle vostre pene la grazia del Signore. Ed a voi, cari sposi novelli, rivolgo un paterno benvenuto invitandovi ad aprire l’animo all’amore divino perché vivifichi la vostra esistenza familiare.





Mercoledì, 2 ottobre 2002: Is 26, 1-4.7-9.12: Inno dopo la vittoria - Lodi del martedì della 3a settimana

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(
Is 26,1-2 Is 26,4 Is 26,7 Is 26,9)

1. Nel Libro del profeta Isaia convergono voci diverse, distribuite in un ampio arco di tempo e tutte poste sotto il nome e l’ispirazione di questo grandioso testimone della Parola di Dio, vissuto nell’ottavo secolo a. C.

All’interno di questo vasto rotolo di profezie che anche Gesù aprì e lesse nella sinagoga del suo villaggio, Nazareth (cfr Lc 4,17-19), si trova una serie di capitoli, che va dal 24 al 27, solitamente intitolata dagli studiosi «la grande apocalisse di Isaia». Se ne incontrerà, infatti, una seconda e minore nei capitoli 34-35. In pagine spesso ardenti e dense di simboli, si delinea una potente descrizione poetica del giudizio divino sulla storia e si esalta l’attesa di salvezza da parte dei giusti.

2. Spesso, come accadrà nell’Apocalisse di Giovanni, si oppongono due città antitetiche tra loro: la città ribelle, incarnata in alcuni centri storici di allora, e la città santa, ove si radunano i fedeli.

Ebbene il Cantico che ora abbiamo sentito proclamare, e che è ritagliato dal capitolo 26 di Isaia, è appunto la celebrazione gioiosa della città della salvezza. Essa si erge forte e gloriosa, perché è il Signore stesso che ne ha gettato le fondamenta e le mura di difesa, rendendola dimora sicura e tranquilla (cfr Is 26,1). Egli ora ne spalanca le porte per accogliere il popolo dei giusti (cfr Is 26,2), che sembrano ripetere le parole del Salmista quando, davanti al tempio di Sion, esclama: «Apritemi le porte della giustizia: entrerò a rendere grazie al Signore. È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti» (Ps 117,19-20).

3. Chi entra nella città della salvezza deve avere un requisito fondamentale: «l’animo saldo... avere in te fiducia... confidare» (cfr Is 26,3-4). È la fede in Dio, una fede solida, basata su di Lui, che è «roccia eterna» (Is 26,4).

È la fiducia, già espressa nella radice originaria ebraica della parola «amen», sintetica professione di fede nel Signore, che - come cantava il re Davide - è «mia forza, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo, mia potente salvezza» (Ps 17,2-3 cfr 2S 22,2-3).

Il dono che Dio offre ai fedeli è la pace (cfr Is 26,3), il dono messianico per eccellenza, sintesi di vita nella giustizia, nella libertà e nella gioia della comunione.

4. È un dono ribadito con forza anche nel versetto finale del Cantico di Isaia: «Signore, ci concederai la pace, perché tu dai successo a tutte le nostre imprese» (Is 26,12). È stato questo versetto ad attirare l’attenzione dei Padri della Chiesa: in quella promessa di pace hanno intravisto le parole di Cristo che sarebbero risuonate secoli dopo: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Jn 14,27).

Nel suo Commento al Vangelo di Giovanni san Cirillo d’Alessandria ricorda che, nel dare la pace, Gesù dona il suo stesso Spirito. Egli quindi non ci lascia orfani, ma mediante lo Spirito rimane con noi. E san Cirillo commenta: il profeta «invoca che sia dato lo Spirito divino, per mezzo del quale siamo stati riammessi nell’amicizia con Dio Padre, noi che prima eravamo lontani da lui per il peccato che regnava in noi». Il commento si fa poi preghiera: «Concedici la pace, o Signore. Allora ammetteremo di aver tutto, e ci apparirà che non manca nulla a colui che ha ricevuto la pienezza di Cristo. È infatti pienezza d’ogni bene che Dio abiti in noi per lo Spirito (cfr Col 1,19)» (vol. III, Roma 1994, p. 165).

5. Diamo un ultimo sguardo al testo di Isaia. Esso presenta una riflessione sul «cammino del giusto» (cfr Is 26,7) e una dichiarazione di adesione alle giuste decisioni di Dio (cfr Is 26,8-9). L’immagine dominante è quella, classica nella Bibbia, della via, come aveva già dichiarato Osea, un profeta di poco anteriore a Isaia: «Chi è saggio comprenda queste cose... poiché rette sono le vie del Signore, i giusti camminano in esse, mentre i malvagi vi inciampano» (Is 14,10).

Nel Cantico di lsaia c’è un’altra componente, che si rivela molto suggestiva anche per l’uso liturgico che ne fa la Liturgia delle Lodi. Si ha, infatti, una menzione dell’alba, attesa dopo una notte impegnata nella ricerca di Dio: «Di notte anela a te l’anima mia, al mattino ti cerca il mio spirito» (Is 26,9).

E proprio alle porte del giorno, quando inizia il lavoro e già pulsa la vita quotidiana nelle strade della città, il fedele deve nuovamente impegnarsi a camminare «nella via dei tuoi giudizi, Signore» (Is 26,8), sperando in Lui e nella sua Parola, unica sorgente di pace.

Affiorano allora alle sue labbra le parole del Salmista, che fin dall’aurora professa la sua fede: «O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia... poiché la tua grazia vale più della vita» (Ps 62,2 Ps 62,4). Con l’animo rinfrancato egli può così affrontare la nuova giornata.

Saluti:

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini dalla Repubblica Ceca. Oggi festeggiamo la memoria liturgica dei Santi Angeli Custodi. Affinché vi custodiscano per tutte le vostre vie, perché con la loro guida raggiungerete la gioia eterna.
Di cuore benedico voi e i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini slovacchi.
Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita e, mentre invoco ben volentieri su di voi e sulle vostre famiglie la continua assistenza divina, cordialmente vi imparto una speciale Benedizione, che estendo all’intero popolo slovacco.
Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua ungherese, provenienti da Budapest.
Nel mese di ottobre la Chiesa prega specialmente con la recita del Santo Rosario. Invocando l’intercessione della Beata Vergine Maria del Rosario vi imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!
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Sono lieto di accogliere i sacerdoti, provenienti da varie nazioni, ed iscritti presso i Pontifici Collegi San Pietro Apostolo, San Paolo Apostolo e Sant’Anselmo in Roma per il completamento dei loro studi

Rivolgo poi il mio cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai rappresentanti dell’Associazione "Panathlon" di Gorla Minore e al Gruppo anziani della Marzotto di Valdagno.

Saluto i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli.

L’odierna festa dei santi Angeli Custodi, ci invita a pensare a questi celesti protettori che la provvida premura di Dio ha posto accanto ad ogni persona.

Cari giovani, lasciatevi guidare dagli Angeli, affinché la vostra vita sia fedele esecuzione dei comandamenti divini. Voi, cari ammalati, aiutati dagli Angeli Custodi, unite le vostre sofferenze a quelle di Cristo per il rinnovamento spirituale dell’intera società. Voi, infine, cari sposi novelli, ricorrete sovente ai vostri Angeli Custodi per rendere la vostra famiglia luogo di reciproca comprensione e di crescente unità in Cristo.







Catechesi 79-2005 11902