Catechesi 79-2005 23403

Mercoledì, 23 aprile 2003: Salmo 135 - Meditazione sul tempo pasquale appena iniziato

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1. In questi giorni dell’Ottava di Pasqua è grande l’esultanza della Chiesa per la risurrezione di Cristo. Dopo aver subito la passione e la morte in croce, Egli è ora vivo per sempre e la morte non ha più alcun potere su di Lui.

Dalla comunità dei fedeli, in ogni parte del mondo, si innalza al cielo un cantico di lode e di ringraziamento a Colui che ha liberato l’uomo dalla schiavitù del male e del peccato mediante la redenzione operata dal Verbo incarnato. È quanto esprime il Salmo 135 poc’anzi proclamato, che costituisce uno splendido inno alla bontà del Signore. L’amore misericordioso di Dio si rivela pienamente e definitivamente nel Mistero pasquale.

2. Dopo la sua risurrezione, il Signore appare più volte ai discepoli e a più riprese li incontra. Gli Evangelisti riferiscono diversi episodi dai quali traspare lo stupore e la gioia dei testimoni di così prodigiosi eventi. Giovanni, in particolare, pone in evidenza le prime parole rivolte dal Maestro risorto ai discepoli.

"Pace a voi", Egli dice entrando nel Cenacolo, e ripete questo saluto per ben tre volte (cfr
Jn 20,19 Jn 20,21 Jn 20,26). Possiamo dire che quest’espressione "pace a voi", in ebraico shalom, contiene e sintetizza, in un certo modo, tutto il messaggio pasquale. La pace è il dono offerto agli uomini dal Signore risorto ed è il frutto della vita nuova inaugurata dalla sua risurrezione.

La pace, pertanto, si identifica come "novità" immessa nella storia dalla Pasqua di Cristo. Essa nasce da un profondo rinnovamento del cuore dell’uomo. Non è dunque il risultato di sforzi umani né può essere raggiunta soltanto grazie ad accordi fra persone e istituzioni. È piuttosto un dono da accogliere con generosità, da custodire con cura, e da far fruttificare con maturità e con responsabilità. Per quanto travagliate siano le situazioni e forti le tensioni e i conflitti, nulla può resistere all’efficace rinnovamento portato dal Cristo risorto. È Lui la nostra pace. Come leggiamo nella Lettera di san Paolo agli Efesini, Egli con la sua Croce ha abbattuto l’inimicizia "per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace" (Ep 2,15).

3. L’Ottava di Pasqua, pervasa di luce e di gioia, si concluderà domenica prossima con la domenica in Albis, chiamata anche domenica della "Divina Misericordia". Di questa misericordia di Dio, "che si muove a pietà dei suoi servi" (Ps 135,14), la Pasqua è manifestazione perfetta.

Con la morte in Croce, Cristo ci ha riconciliato con Dio e ha posto le basi nel mondo di una fraterna convivenza fra tutti. In Cristo l’essere umano fragile e anelante alla felicità è stato riscattato dalla schiavitù del Maligno e della morte, che genera tristezza e dolore. Il sangue del Redentore ha lavato i nostri peccati. Abbiamo così sperimentato la potenza rinnovatrice del suo perdono. La misericordia divina apre il cuore al perdono verso i fratelli, ed è con il perdono offerto e ricevuto che si costruisce la pace nelle famiglie e in ogni altro ambiente di vita.

Rinnovo volentieri i miei più cordiali auguri pasquali a tutti voi, mentre vi affido insieme alle vostre famiglie e alle vostre comunità alla celeste protezione di Maria, Madre della Misericordia e Regina della Pace.

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua croata:

Cari pellegrini croati, vi saluto tutti cordialmente.
Nell'auspicare vivamente che la gioia pasquale riempia i vostri cuori e ispiri i vostri passi, invoco su ciascuno di voi e sulla vostra Patria la benedizione del Signore risorto.
Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Saluto cordialmente i miei connazionali dalla Polonia e dal mondo.

"Lodate il Signore perché è buono: eterna è la sua misericordia" (Ps 135,1). Queste parole del Salmo che abbiamo meditato nell’odierna catechesi assumono un particolare significato nell’ottava di Pasqua. Ci rendono consapevoli che proprio nella risurrezione di Cristo la misericordia di Dio si è rivelata perfettamente. Il Risorto ha vinto il peccato e la morte, ed ha aperto agli uomini le porte della felicità eterna.

La prossima domenica si chiama in albis - domenica "bianca". E’ così perché secondo la tradizione liturgica in questo giorno coloro, che sono stati battezzati durante la Veglia pasquale si toglievano le vesti bianche del battesimo e indossavano le vesti quotidiane. Nello stesso tempo la stessa domenica è vissuta nella Chiesa come festa della Divina Misericordia. E’ una consuetudine recente, ma esprime bene la verità che tramite la grazia del Battesimo abbiamo parte nell’amore misericordioso di Dio.

Questa domenica, in cui ci rechiamo spiritualmente nel Santuario di Lagiewniki e negli altri santuari per chiedere a Dio la "misericordia per noi e per tutto il mondo", sia anche il giorno di ringraziamento per il sacramento del Battesimo; sia il giorno di lode al Signore che "ha compiuto meraviglie" (Ps 135,4).

Ancora una volta auguro a tutti i miei connazionali che la luce della risurrezione li accompagni costantemente e sia la fonte della ferma speranza. Dio vi benedica!

*****


Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli della diocesi di Lucca accompagnati dal loro Pastore Mons. Bruno Tommasi, qui convenuti in occasione del primo Centenario della morte di santa Gemma Galgani.

Saluto, poi, i rappresentanti dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano, quelli dell’Istituto di Scienze Religiose di Tempio Ampurias, e i fedeli della parrocchia di San Gregorio Magno in Casalfiumanese. A tutti auguro di aderire sempre più a Cristo e al suo Vangelo per esserne coraggiosi annunciatori.

Il mio pensiero si dirige infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli.

Cari giovani – e specialmente voi, così numerosi che appartenete a diverse parrocchie dell’Arcidiocesi di Milano e che fate quest’anno la vostra "Professione di fede" – rinnovando la fede nel Salvatore risorto, siate entusiasti suoi testimoni nella Chiesa e nella società, perchè con la vostra fedeltà al Vangelo possiate contribuire alla costruzione della civiltà dell’amore.

Cari malati, la luce della Risurrezione, che è conforto e sostegno per chi crede, illumini la vostra quotidiana esistenza e la renda feconda a beneficio dell’intera umanità.

E voi, cari sposi novelli, attingete ogni giorno dal Mistero pasquale la forza spirituale per alimentare la vostra famiglia con un amore sincero ed inesauribile.






Mercoledì, 30 aprile 2003: Salmo 100 - Programma di un re fedele a Dio - Lodi martedì 4a settimana

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(Lettura:
Ps 100,1-4 Ps 100,6).

1. Dopo le due catechesi dedicate al significato delle Celebrazioni pasquali, riprendiamo la nostra riflessione sulla Liturgia delle Lodi. Per il martedì della quarta settimana, essa ci propone il Salmo 100, che abbiamo appena ascoltato.

È una meditazione che dipinge il ritratto dell’uomo politico ideale, il cui modello di vita dovrebbe essere l’agire divino nel governo del mondo: un agire retto da una perfetta integrità morale e da un energico impegno contro le ingiustizie. Tale testo viene ora riproposto come programma di vita per il fedele che inizia il suo giorno di lavoro e di relazione col prossimo. È un programma di "amore e giustizia" (cfr Ps 100,1), che si articola in due grandi linee morali.

2. La prima è chiamata «via dell’innocenza» ed è orientata ad esaltare le scelte personali di vita, fatte «con cuore integro», cioè con perfetta rettitudine di coscienza (cfr Ps 100,2).

Da un lato, si parla in modo positivo delle grandi virtù morali che rendono luminosa la «casa», cioè la famiglia del giusto (cfr Ps 100,2): la saggezza che aiuta a ben comprendere e giudicare; l’innocenza che è purezza di cuore e di vita; e, infine, l’integrità della coscienza che non tollera compromessi col male.

Dall’altro lato, il Salmista introduce un impegno negativo. Si tratta della lotta contro ogni forma di malvagità e di ingiustizia, così da tener lontano dalla propria casa e dalle proprie scelte ogni perversione dell’ordine morale (cfr Ps 100,3-4).

Come scrive san Basilio, grande Padre della Chiesa d’Oriente, nella sua opera Il battesimo, «neppure il piacere di un istante che contamina il pensiero deve turbare colui che è compiantato col Cristo in una morte somigliante alla sua» (Opere ascetiche, Torino 1980, p. 548).

3. La seconda linea è sviluppata nella parte finale del Salmo (cfr Ps 100,5-8) e precisa l’importanza delle doti più tipicamente pubbliche e sociali. Anche in questo caso si elencano i punti essenziali di una vita che intende rigettare il male con rigore e fermezza.

Innanzitutto la lotta contro la calunnia e la delazione segreta, un impegno basilare in una società di tradizione orale, che attribuiva particolare rilievo alla funzione della parola nelle relazioni interpersonali. Il re, che esercita anche la funzione del giudice, annuncia che in questa lotta userà la più rigorosa severità: farà perire il calunniatore (cfr Ps 100,5). Si rigetta poi ogni arroganza e superbia; si rifiuta la compagnia e il consiglio di chi procede sempre con l’inganno e la menzogna. Infine, il re dichiara in che modo vuol scegliere i suoi «servitori» (cfr Ps 100,6), cioè i suoi ministri. Avrà cura di prenderli tra «i fedeli del paese». Vuol farsi circondare da gente integra e rifiutare il contatto con «chi agisce con inganno» (cfr Ps 100,7).

4. L’ultimo versetto del Salmo è particolarmente energico. Può creare imbarazzo al lettore cristiano, perché annuncia uno sterminio: «Sterminerò ogni mattino tutti gli empi del paese, per estirpare dalla città del Signore quanti operano il male» (Ps 100,8). È però importante ricordarsi una cosa: colui che parla così non è un individuo qualsiasi, ma il re, supremo responsabile della giustizia nel paese. Con questa frase egli esprime in modo iperbolico il suo implacabile impegno di lotta contro la criminalità, un impegno doveroso, condiviso da tutti coloro che hanno responsabilità nella gestione della cosa pubblica.

Evidentemente questo compito di giustiziere non spetta ad ogni cittadino! Perciò se i singoli fedeli vogliono applicare a se stessi la frase del Salmo, lo debbono fare in senso analogico, decidendo cioè di estirpare ogni mattina dal proprio cuore e dalla propria condotta la mala pianta della corruzione e della violenza, della perversione e della malvagità, nonché ogni forma di egoismo e d’ingiustizia.

5. Concludiamo la nostra meditazione riprendendo il versetto d’avvio del Salmo: «Amore e giustizia voglio cantare…» (Ps 100,1). Un antico scrittore cristiano, Eusebio di Cesarea nei suoi Commenti ai Salmi, sottolinea il primato dell’amore sulla pur necessaria giustizia: «Canterò la tua misericordia e il tuo giudizio, mostrando il modo che ti è abituale: non prima giudicare e poi aver misericordia, ma prima aver misericordia e poi giudicare, e con clemenza e con misericordia emettere sentenze.

Per la qual cosa io stesso, esercitando misericordia e giudizio verso il prossimo, oso accostarmi per cantare e salmeggiare a te. Consapevole quindi che così bisogna agire, conservo immacolate e innocenti le mie vie, persuaso che in questo modo ti sarà gradito il mio salmeggiare per mezzo delle buone opere» (PG 23,1241).



Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Ora saluto i pellegrini provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio.
Auguro che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli sia una preghiera continua, che vi dà la grazia di essere "il sale della terra e la luce del mondo" (cfr Mt 5,13-14).
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua croata:

Saluto cordialmente i Dirigenti e i Membri dell’Associazione Culturale Croata «Napredak» di Zagabria, Sarajevo ed altre località della Croazia e della Bosnia ed Erzegovina. Carissimi, nell’incoraggiarvi a continuare generosamente la molteplice opera culturale della vostra benemerita Associazione, che poco tempo fa ha celebrato il primo centenario della fondazione ed oggi celebra la propria Giornata, invoco su di voi la benedizione di Dio.

Saluto ugualmente i Bambini e gli Educatori della Scuola Materna di San Vincenzo di Zagabria.

Siano lodati Gesù e Maria!


Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Un cordiale benvenuto agli studenti e ai docenti dell'Università "Boemia-Ovest", di Plzen.
Prego Iddio affinché infonda in voi la gioia della Risurrezione e vi accompagni sempre con i suoi numerosi doni.
Con questi voti vi benedico di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Saluto con affetto i pellegrini ungheresi, i membri del gruppo di Budapest e quelli che sono arrivati all’ordinazione diaconale.
Nel tempo liturgico di Pasqua con gioia proclamiamo la Risurrezione del Signore.
Vi imparto volentieri la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Con affetto rivolgo un benvenuto ai pellegrini slovacchi di Holic e del "Coro laudamus" di Piešt‘any.
Cari pellegrini, la vostra visita a Roma nel Tempo di Pasqua sia per ognuno di voi occasione di autentico rinnovamento religioso.
Volentieri benedico voi e le vostre famiglie.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovena:

Con grande gioia saluto oggi i numerosi pellegrini sloveni.
Il pellegrinaggio alla città eterna sulle tombe dei martiri e alla sede apostolica di San Pietro rafforzi e approfondisca la vostra fede, speranza e carità.

A voi, alle vostre famiglie e alle vostre parrocchie la mia speciale Benedizione Apostolica.

Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Saluto cordialmente i miei connazionali. Carissimi Fratelli e Sorelle!

Dopo le due catechesi sul significato delle celebrazioni pasquali, riprendiamo oggi la nostra riflessione sulla Liturgia delle Lodi. Il Salmo 100 chiama il popolo di Dio a realizzare il programma di una vita fondata sulla giustizia e sulla misericordia. Giustizia e misericordia sono due dimensioni del mistero della carità: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Jn 13,34).

In questi giorni la Chiesa in Polonia celebra grandi solennità nazionali legate a San Adalberto, Maria Santissima, Regina della Polonia e a San Stanislao. Per l’intercessione di questi grandi Patroni della Polonia prego affinché la vostra vita personale, sociale e nazionale sia ricolma dello spirito di giustizia e di misericordia. La loro protezione accompagni sempre tutti i Polacchi. Dio vi benedica!

*****


Inizia domani il mese di maggio, consacrato alla Madonna. Inizia con la festa di San Giuseppe lavoratore. Alla Vergine Santissima, e specialmente al suo casto sposo Giuseppe, affidiamo oggi in particolare il mondo del lavoro. Egli, che ha conosciuto la fatica del lavoro quotidiano, sia di esempio e di sostegno a quanti con la loro attività provvedono alle necessità della famiglia e dell’intera comunità umana.

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana. In particolare, i fedeli di San Ferdinando di Puglia e di Bisceglie, qui convenuti in occasione della Missione Giovani per i Giovani; la comunità monastica di Siloe; i partecipanti alla manifestazione Roma città del plein air. A tutti auguro un tempo pasquale ricolmo di serenità e pace.

Il mio pensiero si rivolge, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Il Signore risorto riempia del suo amore il cuore di ciascuno di voi, cari giovani, perché siate pronti a seguirlo con entusiasmo; sostenga voi, cari malati, perché siate pronti ad accettare con serenità il peso quotidiano della sofferenza, e guidi voi, cari sposi novelli, perché la vostra famiglia cresca nella santità, seguendo il modello della Santa Famiglia.




Mercoledì, 7 maggio 2003

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Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Desidero quest'oggi soffermarmi sul viaggio apostolico che, sabato e domenica scorsi, ho potuto compiere in Spagna e che ha avuto come tema: "Seréis mis testigos - Sarete miei testimoni".

Ringrazio il Signore di avermi concesso di visitare per la quinta volta quella nobile e amata Nazione, e rinnovo l'espressione della mia cordiale riconoscenza al Cardinale Arcivescovo di Madrid, ai Pastori e all’intera Chiesa di Spagna, alle Loro Maestà il Re e la Regina, come pure al Capo del Governo e alle altre Autorità, che mi hanno accolto con tanta premura e affetto.

Fin dal mio arrivo, ho avuto modo di esprimere la stima del Successore di Pietro per quella porzione del Popolo di Dio che - da quasi duemila anni - è pellegrina in terra iberica e ha ricoperto un ruolo rilevante nell'evangelizzazione dell'Europa e del mondo. Al tempo stesso, ho desiderato manifestare il mio apprezzamento per i progressi sociali del Paese, invitando a fondarli sempre su quei valori autentici e perenni che costituiscono il patrimonio prezioso dell'intero continente europeo.

2. Due sono stati i momenti principali di questo pellegrinaggio pastorale: il grande incontro con i giovani, nel pomeriggio di sabato, e la santa Messa con la canonizzazione di cinque beati, domenica mattina.

Presso la Base Aerea di Cuatros Vientos, a Madrid, la veglia dei giovani, che ha avuto come sfondo la preghiera del Rosario, mi ha dato modo di riproporre in sintesi il messaggio della Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae e dell'Anno del Rosario che stiamo celebrando. Ho invitato i giovani ad essere sempre più uomini e donne di robusta interiorità, contemplando assiduamente, insieme con Maria, Cristo e i suoi misteri. Proprio in questo sta l’antidoto più efficace ai rischi del consumismo, a cui è esposto l’uomo di oggi. Alla suggestione dei valori effimeri del mondo visibile, che un certo tipo di comunicazione mediatica propone, è urgente contrapporre i valori durevoli dello spirito, che possono essere raggiunti solo rientrando nella propria interiorità mediante la contemplazione e la preghiera.

Ho poi costatato con gioia che i giovani in mezzo ai loro coetanei sempre più sanno farsi protagonisti della nuova evangelizzazione, pronti a spendere le proprie energie al servizio di Cristo e del suo Regno. Alla Vergine ho affidato i giovani di Madrid e di tutta la Spagna, che sono il futuro e la speranza della Chiesa e della società di quella Nazione.

3. All'indomani si è svolta la solenne Celebrazione eucaristica nella centrale Plaza de Colón. Alla presenza della Famiglia Reale, dell'Episcopato e delle Autorità del Paese, dinanzi a una vasta assemblea con rappresentanti di tutte le componenti ecclesiali, ho avuto la gioia di proclamare santi cinque figli della Spagna: Pedro Poveda Castroverde, sacerdote e martire, José María Rubio y Peralta, sacerdote, e le religiose Genoveva Torres Morales, Angela de la Cruz e María Maravillas de Jesús.

Questi autentici discepoli di Cristo e testimoni della sua Risurrezione sono un esempio per i cristiani del mondo intero: attingendo nella preghiera la forza necessaria, hanno saputo svolgere i compiti loro affidati da Dio nella vita contemplativa, nel ministero pastorale, nel campo educativo, nell'apostolato degli esercizi spirituali, nella carità verso i poveri. Ad essi, in particolare, si ispirino i credenti e le comunità ecclesiali di Spagna, perché anche ai nostri giorni quella terra benedetta da Dio continui a produrre frutti abbondanti di perfezione evangelica.

A tal fine, ho esortato i cristiani di Spagna a rimanere fedeli al Vangelo, a difendere e promuovere l'unità della famiglia, a custodire e rinnovare continuamente l'identità cattolica che è vanto della Nazione. Sarà in virtù dei valori perenni della sua tradizione che quel nobile Paese potrà recare un proprio efficace contributo all’edificazione della nuova Europa.

4. Questo quinto viaggio apostolico in Spagna ha confermato in me una profonda convinzione: le antiche nazioni dell'Europa conservano un'anima cristiana, che costituisce un tutt'uno col "genio" e la storia dei rispettivi popoli. Il secolarismo ne minaccia purtroppo i valori fondamentali, ma la Chiesa intende lavorare per mantenere continuamente desta questa tradizione spirituale e culturale.

Facendo appello alla grandezza dell'anima spagnola formata a saldi principi umani e cristiani, ho voluto indirizzare specialmente ai giovani le parole di Cristo: "Sarete miei testimoni". Queste parole ripeto oggi, assicurando alla Chiesa e al popolo di Spagna, come pure a tutti voi qui presenti, la mia preghiera, avvalorata da una speciale Benedizione.

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Saluto i pellegrini di Praga e di Ždár nad Sázavou.

Nel mese di maggio, dedicato alla Vergine Maria, invito tutti voi ad intensificare la preghiera e la devozione alla Madre di Dio. Affidatevi alle sue cure materne. Vi benedico di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Saluto con affetto i pellegrini di Dvorníky nad Váhom, del Ginnasio di S. Francesco in Banská Štiavnica e del Seminario Arcivescovile di S. Carlo Borromeo in Košice.

Cari Fratelli e Sorelle, in questo mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla devozione mariana, vi affido alla Madonna.

Benedico di cuore tutti voi.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ucraina:

Saluto cordialmente i pellegrini ucraini, in particolare le persone consacrate qui convenute. La vostra presenza mi offre l’opportunità di rivolgere un beneaugurante pensiero ai monaci, alle monache e a tutte le comunità religiose, che si apprestano a celebrare la Conferenza Nazionale sulla vita consacrata nella Chiesa Greco-Cattolica. Nell’augurare che questo importante e provvido incontro susciti nei cattolici ucraini una rinnovata fedeltà a Cristo e alla Chiesa, di cuore imparto a tutti una speciale Benedizione Apostolica.



Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Saluto cordialmente i numerosi pellegrini di lingua polacca.

Oggi torniamo con la memoria al recente pellegrinaggio in Spagna che si è inciso profondamente nel mio cuore. La meta principale di questo viaggio era la canonizzazione di cinque nuovi santi: due sacerdoti e tre religiose. Tutti loro hanno vissuto nei tempi difficili, in cui la violenza dettata dall’ideologia si scontrava con la potenza della fede. Invero solo uno dei nuovi santi, padre Pedro Poveda, donò la vita per la fede come martire, ma tutti loro la donavano ogni giorno servendo con perseveranza i più bisognosi. Ringrazio Dio per questo nuovo dono di santità per la Chiesa in Spagna e in tutto il mondo.

Il giorno prima della canonizzazione ho avuto possibilità di incontrare la gioventù. La maggioranza di loro è giunta dalla Spagna, ma erano presenti anche i giovani dagli altri paesi. Non sono mancati anche i polacchi - coloro che vivono nella Spagna e coloro che sono venuti dalla Polonia. Gli sono grato per questa presenza, per il loro accompagnamento nella mia missione e per la costruzione della comunità della fede con i coetanei dall’Europa e dal mondo. Prego affinché la comune testimonianza dell’amore di Cristo e della Chiesa fruttifichi del consolidamento della fede.

In questi giorni la Chiesa in Polonia, e particolarmente a Cracovia, festeggia il 750° anniversario della canonizzazione di San Stanislao Vescovo e Martire, con cui la storia della Polonia è legata per sempre. Già oggi mi reco in pellegrinaggio in Wawel e Skalka, e rendo onore a questo grande Patrono della Polonia. Alla sua protezione raccomando la nostra patria e la nazione. La sua intercessione porti il dono dell’unità, della pace e di ogni prosperità.

Sia lodato Gesù Cristo!

*****


Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto voi, cari fedeli di Ischia, guidati dal Vescovo Mons. Filippo Strofaldi, che siete venuti a restituirmi la visita pastorale che un anno fa ho compiuto nella vostra Isola. Serbo un grato ricordo della vostra calorosa accoglienza e auspico di cuore che la mia presenza abbia contribuito a rendervi tutti più entusiasti e coraggiosi testimoni di Cristo. Il Signore benedica gli sforzi che la vostra Comunità diocesana dispiega al servizio del Vangelo.

Saluto poi i partecipanti alla maratona-pellegrinaggio Roma-Lourdes promossa dal Centro Sportivo Italiano, e i fedeli della parrocchia "Santa Maria Assunta" di Colle di Compito.

Mi rivolgo ora ai giovani, ai malati e agli sposi novelli.

Domani ricorre la festa della Madonna di Pompei. Invito voi, cari giovani, a imitare Maria e a confidare sempre nella sua materna protezione. Essa vi aiuti a portare serenità dove c’è tristezza e solitudine. Auguro a voi, cari malati, di vivere con l’aiuto della Vergine Santa la vostra condizione, fiduciosamente abbandonati alla volontà del Signore. La Madonna sostenga voi, cari sposi novelli, perché la vostra reciproca fedeltà sia sorgente di gioia e di serenità.




Mercoledì, 14 maggio 2003: Dn 3,26-27.29.34-41: Preghiera di Azaria nella fornace - Lodi martedì 4a settimana

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(Lettura:
Da 3,26-27 Da 3,29 Da 3,39 Da 3,41)

1. Il Cantico che ora è stato proclamato appartiene al testo greco del Libro di Daniele e si presenta come supplica elevata al Signore con ardore e sincerità. È la voce di Israele che sta sperimentando la dura vicenda dell’esilio e della diaspora tra i popoli. A intonare il cantico è, infatti, un ebreo, Azaria, inserito nell’orizzonte babilonese al tempo dell’esilio di Israele, dopo la distruzione di Gerusalemme per opera del re Nabucodonosor.

Azaria, con altri due fedeli ebrei, è «in mezzo al fuoco» (Da 3,25), come un martire pronto ad affrontare la morte pur di non tradire la sua coscienza e la sua fede. È stato condannato a morte per essersi rifiutato di adorare la statua imperiale.

2. La persecuzione è considerata da questo Cantico come una giusta pena con cui Dio purifica il popolo peccatore: «Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo - confessa Azaria - a causa dei nostri peccati» (Da 3,28). Siamo così in presenza di una preghiera penitenziale, che non sfocia nello scoraggiamento o nella paura, ma nella speranza.

Certo, il punto di partenza è amaro, la desolazione è grave, la prova è pesante, il giudizio divino sul peccato del popolo è severo: «Ora non abbiamo più né principe, né capo, né profeta, né olocausto, né sacrificio, né oblazione, né incenso, né luogo per presentarti le primizie e trovar misericordia» (Da 3,38). Il tempio di Sion è distrutto e il Signore non sembra più dimorare in mezzo al suo popolo.

3. Nella situazione tragica del presente, la speranza ricerca la sua radice nel passato, cioè nelle promesse fatte ai padri. Si risale, quindi, ad Abramo, Isacco e Giacobbe (cfr Da 3,35), ai quali Dio aveva assicurato benedizione e fecondità, terra e grandezza, vita e pace. Dio è fedele e non smentirà le sue promesse. Anche se la giustizia esige che Israele sia punito per le sue colpe, permane la certezza che l’ultima parola sarà quella della misericordia e del perdono. Già il profeta Ezechiele riferiva queste parole del Signore: «Forse che io ho piacere della morte del malvagio o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?… Io non godo della morte di chi muore» (Ez 18,23 Ez 18,32). Certo, ora è il tempo dell’umiliazione: «Siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione, ora siamo umiliati per tutta la terra, a causa dei nostri peccati» (Ez 3,37). Eppure l’attesa non è quella della morte, ma di una nuova vita, dopo la purificazione.

4. L’orante si accosta al Signore offrendogli il sacrificio più prezioso e accetto: il «cuore contrito» e lo «spirito umiliato» (Ez 3,39; cfr Ps 50,19). È proprio il centro dell’esistenza, l’io rinnovato dalla prova che viene offerto a Dio, perché lo accolga in segno di conversione e di consacrazione al bene.

Con questa disposizione interiore cessa la paura, si spengono la confusione e la vergogna (cfr Da 3,40), e lo spirito si apre alla fiducia in un futuro migliore, quando si compiranno le promesse fatte ai padri.

La frase finale della supplica di Azaria, così come è proposta dalla liturgia, è di forte impatto emotivo e di profonda intensità spirituale: «Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto» (Da 3,41). Si ha l’eco di un altro Salmo: «Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto"; il tuo volto, Signore, io cerco» (Ps 26,8).

Ormai è giunto il momento in cui il nostro cammino sta abbandonando le strade perverse del male, i sentieri tortuosi e le vie oblique (cfr Pr 2,15). Ci avviamo alla sequela del Signore, mossi dal desiderio di incontrare il suo volto. E il suo non è irato, ma colmo di amore, come si è rivelato nel padre misericordioso nei confronti del figlio prodigo (cfr Lc 15,11-32).

5. Concludiamo la nostra riflessione sul Cantico di Azaria con la preghiera stilata da san Massimo il Confessore nel suo Discorso ascetico (37-39), dove prende spunto proprio dal testo del profeta Daniele. «Per il tuo nome, Signore, non abbandonarci per sempre, non disperdere la tua alleanza e non allontanare la tua misericordia da noi (cfr Da 3,34-35) per la tua pietà, o Padre nostro che sei nei cieli, per la compassione del tuo Figlio unigenito e per la misericordia del tuo Santo Spirito… Non trascurare la nostra supplica, o Signore, e non abbandonarci per sempre.

Noi non confidiamo nelle nostre opere di giustizia, ma nella tua pietà, mediante la quale conservi la nostra stirpe… Non detestare la nostra indegnità, ma abbi compassione di noi secondo la tua grande pietà, e secondo la pienezza della tua misericordia cancella i nostri peccati, affinché senza condanna ci avviciniamo al cospetto della tua santa gloria e siamo ritenuti degni della protezione del tuo unigenito Figlio».

San Massimo conclude: «Sì, o Signore padrone onnipotente, esaudisci la nostra supplica, poiché noi non riconosciamo nessun altro all’infuori di te» (Umanità e divinità di Cristo, Roma 1979, PP 51-52).

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua croata:

Saluto cordialmente il gruppo di amici del Servo di Dio Padre Ante Antic, come pure il gruppo di pellegrini provenienti dalle Parrocchie di Gorica-Struge e Domanovici.

Carissimi, vi affido tutti all’intercessione della Beata Vergine Maria, alla Quale è dedicato il mese di maggio, e vi imparto la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!


Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Con affetto saluto i fedeli ungheresi venuti da Budapest.

Il mese di maggio è dedicato alla Vergine Maria.

Nelle preghiere affidatevi alla nostra Madre Celeste.

Di cuore imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Con affetto do il benvenuto ai pellegrini dalla Slovacchia provenienti da Brodské e da Komárno.

Fratelli e sorelle, domenica scorsa abbiamo celebrato la Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni. Domandate a Cristo Buon Pastore di mandare numerosi nuovi operai al suo servizio.

Di cuore vi imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto con gioia i pellegrini lituani!

Il Cantico che oggi è stato proclamato è espressione di fiducia che il credente ripone nel suo Dio. Il Signore faccia sempre crescere in voi il desiderio di conoscerLo da vicino, affinché la vostra speranza sia forte e ben radicata. Il Signore benedica tutti voi e i vostri cari!

Sia lodato Gesù Cristo!





Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Saluto cordialmente i pellegrini dalla Polonia e dagli altri Paesi.

L’oggetto dell’odierna catechesi è il Cantico dal Libro del profeta Daniele. E’ una testimonianza di come sia potente una preghiera fiduciosa e l’affidamento al buon Dio.

Il mese di maggio è in modo particolare dedicato alla Madre di Dio. Durante le celebrazioni mariane, pronunciando le strofe delle Litanie, ci rendiamo conto di come sia grande il ruolo di Maria nella storia della salvezza, nella vita della Chiesa e di ognuno di noi. Questa preghiera sia accompagnata dalla fiducia e dall’affidamento di cui parla il Libro di Daniele. La protezione di Maria accompagni voi, le vostre famiglie e persone care!


Traduzione italiana del saluto in lingua ucraina:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini ucraini. In particolare saluto con affetto il caro Cardinale Marian Jaworski. Saluto i rappresentanti dell’Accademia Internazionale "Colden Fortuna". Carissimi, in questo mese di maggio, dedicato in modo speciale alla Madre del Signore, vi invito a porvi alla scuola della Vergine Santa per imparare ad amare Dio sopra ogni cosa e ad essere sempre pronti a compiere la sua volontà. Di cuore benedivo voi e i vostri cari.

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Rivolgo ora un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto con affetto voi, cari fedeli della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, venuti in pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli, accompagnati dal vostro zelante Arcivescovo Mons. Gerardo Pierro. Ricordo con gratitudine la vostra calorosa accoglienza in occasione della mia visita, quattro anni or sono, per inaugurare il Seminario Metropolitano. Carissimi, vi incoraggio a continuare nell’impegno di adesione a Cristo e a testimoniare coraggiosamente il Vangelo in ogni ambito della società. Seguite fedelmente l’esempio della Vergine Maria, che è modello di ogni perfezione cristiana, e che voi venerate particolarmente nel Santuario di S. Maria a Vico.

Saluto inoltre i numerosi aderenti all’Azione Cattolica Ragazzi di Benevento e il "Comitato 8 ottobre" di Milano.

Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, esortando tutti ad approfondire la pia pratica del santo Rosario, specialmente in questo mese di maggio dedicato alla Madre di Dio.

Invito voi, cari giovani, a valorizzare questa tradizionale preghiera evangelica, che aiuta a meglio comprendere i momenti centrali della salvezza operata da Cristo. Esorto voi, cari malati, a rivolgervi con fiducia alla Madonna mediante questo pio esercizio, affidando a Lei tutte le vostre necessità. Auguro a voi, cari sposi novelli, di fare del Rosario recitato insieme un momento di intensa vita familiare sotto lo sguardo materno della Vergine Maria.







Catechesi 79-2005 23403