Paolo VI Catechesi 25675

Mercoledì, 25 giugno 1975

25675


Una parola sola noi vi diremo, ma degna dressere ricordata; e se ricordata, capace di dare a questo momento, a questo Giubileo, unrimportanza decisiva nella vostra vita. La parola è questa: siate fedeli! Semplicissima, ma formidabile. Sapete da che cosa essa ci è suggerita? Ci è suggerita dal nome stesso che Gesù, nostro Signore, attribui al primo dei suoi Apostoli, a Simone, figlio di Giona, dopo che questi, ispirato da Dio, alla inchiesta promossa da Gesù stesso, sulla strada di Cesarea di Filippo, per sapere che cosa si pensasse finalmente di Lui, rispose proclamando in un lampo di fede, di certezza interiore: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente r; e fu allora che Gesù gli replico: "E Io ti dico che tu sei Pietro, e su questa pietra Io edifichero la mia Chiesa" (
Mt 16,13-20).

Pietro! è venuto il momento, ed è questo per noi, di renderci conto del significato di questo nome profetico, nome-promessa, nome- impegno, nome-programma, nome-carisma. Che cosa voleva dire Gesù con questo titolo, con questa definizione, che Egli imponeva all'umile suo seguace, al suo primo discepolo nel gruppo eletto dei dodici (sebbene fosse il terzo chiamato - Jn 1,35 ss. - ), al pescatore di Galilea, che per seguire il misterioso maestro aveva lasciato ogni sua cosa? Gesù voleva dire: Tu sei sasso, roccia, base stabile e ferma, investita della capacità e della fermezza di rendere perenne l'atto di fede, ora a Te ispirato dal Padre celeste e da Te affermato con assoluta sicurezza, al confronto delle molteplici e incerte opinioni, che la gente professa a mio riguardo. Il nuovo nome "Pietro" doveva significare chiarezza, fermezza, stabilità; e voleva dire argine alla incredulità, alla volubilità, alla decadenza dottrinale, che la gente avrebbe nutrito a riguardo di Gesù; voleva poi dire sfida al tempo, alla storia, alla divorante variabilità dei pensieri e delle cose umane; voleva dire fondamento forte e inamovibile drun grande edificio, che in quel momento Gesù svelo essere suo proposito di costruire, la Chiesa, l'assemblea da Lui chiamata alla fede, all'unità, alla vita divina.

Figli carissimi, tutta la piazza di pietra, posta davanti alla Basilica, che custodisce la tomba di San Pietro, sembra raccogliere un nostro atto di fede in Cristo Gesù, nostro Signore e Salvatore, e solidificarlo, pietrificarlo in una promessa di fedeltà. La fede deve qui tradursi in fedeltà. La fede esige una professione, esige una logica di pensiero e di vita, esige una coerenza vissuta; comporta percio un trasferimento dalla mente alla volontà, comporta una testimonianza, uno sforzo, una resistenza, un sacrificio, un "martirio r, come tante generazioni cristiane, tanti eroi della fede ci hanno insegnato.

La fede ci obbliga alla fedeltà.

Fedeltà alla verità religiosa che Cristo ha confidato agli Apostoli, e che essi, cioè la Chiesa "madre e maestra r, trasmettono agli uomini, che accettando il loro messaggio sono qualificati "fedeli r. Non crediate che questa fedeltà significhi immobilismo cieco e inerte; significa piuttosto dare al seme della fede una vitalità straordinaria.

Certamente la fedeltà, che ci è domandata, impone l'adesione salda e autentica alla verità rivelata dal Signore e garantita dal magistero apostolico, e storicamente identica sostanzialmente a se stessa; ma è unradesione nostra, personale e vitale, che riempie la mente di luce, la volontà di forza. Ci aiuta a pensare, ci aiuta ad agire. E un principio fecondo in due sensi; primo, nella nostra capacità di conoscere, di studiare, di pregare, di arrivare all'esperienza spirituale della Verità ineffabile, chrè il Sole dell'universo, il Dio Uno e Trino, oggetto jnconsapevolmente sospirato dalla nostra spiritualità conoscitiva sotto l'impulso della grazia divina; fin drora, e poi in eterno, la nostra felicità: gaudium de veritate (Cfr. S. AUGUSTINI Confessiones, X, 23: PL 1, 793-794)

E nell'altro senso: la fede ci aiuta ad operare. Essa ci traccia la via della vita; e crinfonde la forza per camminare su questa via. E la logica del nostro carattere cristiano. Qual è il grande peccato del cristianesimo moderno? E quello dressere illogico, incoerente, infedele. La fede senza le opere! Qui unranalisi, anche sommaria, di questa incoerenza devastatrice della vita cristiana, esigerebbe un discorso troppo lungo, sui motivi e sulle forme di tale incoerenza (come unrerronea opinione teologica sull'inutilità delle buone opere o unracquiescenza all'interesse pratico, alla paura e all'intimidazione sociale, alle passioni che rifuggono dall'austerità della croce, al costume vigente che coonesta spesso degradazioni morali, ecc.). Ma ora una cosa sola ci preme affidare al vostro ricordo: l'invito che scaturisce da questa celebrazione del nostro giubileo: Battezzati, credenti, figli della Chiesa, siate fedeli!

Con la nostra Benedizione Apostolica.


SALUTI DEL SANTO PADRE

Frati Minori Conventuali

Ed ora il nostro cordiale saluto a voi, membri del Capitolo Generale dei Frati Minori Conventuali, che in questi giorni siete giunti al termine dei vostri lavori. Vi accogliamo, figli carissimi, con quell'affetto e con quella stima che hanno sempre caratterizzato i nostri rapporti coi benemeriti figli di S. Francesco. In un momento cosi solenne e cosi importante per la vita del vostro Ordine, avete voluto che sulle vostre deliberazioni fosse assicurata la Benedizione del Vicario di Cristo. Questo ci dice quanto sia radicato in voi lo spirito del vostro incomparabile Fondatore. E un segno di vitalità.

Di qui, pertanto, il nostro augurio paterno, affinché la vostra famiglia religiosa, traendo impulsi dal vostro Capitolo, possa percorrere il suo cammino con sempre maggiore impegno in fedele continuità con gli esempi e gli insegnamenti del vostro Padre Serafico. San Francesco per mezzo vostro1 ha ancora molto da insegnare agli uomini di oggi. A tale scopo vi assicuriamo le nostre preghiere benedicendovi di cuore.

Pellegrini delle diocesi di Calabria

Ci fa molto piacere accogliere questroggi e salutare, sia pure con brevi parole, il grande pellegrinaggio giubilare della Calabria.

Siete venuti, figli carissimi, da tutte le Diocesi della Regione e siete ora qui l'iuniti, con lnoi e con i vostri Pastori, per una pubblica e corale dimostrazione di pietà religiosa e di coesione ecclesiale durante l'Anno Santo. Come potremmo tacere i nostri sentimenti di gratitudine e di plauso dinanzi allo spettacolo che ci offrite? Sentiamo, infatti, vibrare in voi l'anima più autentica di una terra antica e generosa, fervida di ingegni e di opere, fedele e coerente lungo i secoli all'annuncio evangelico che si ricollega al passaggio ed alla sosta, breve ma provvidenziale, di San Paolo a Reggio, nel suo viaggio verso Roma (Cfr. Ac 28,13).

Tutta la storia religiosa di Calabria è ricca di figure che hanno lasciato tracce profonde di spiritualità non solo tra la gente calabra, ma in tutta la Chiesa; ricordiamo in particolare Cassiodoro e San Nilo ed il grande santo calabrese San Francesco di Paola.

Tali ricordi sono anche un invito diretto e autorevole a testimoniare, tuttora, che il buon seme apostolico è cresciuto e fruttifica rigoglioso in mezzo alla vostra gente (Cfr. Mt 13,8-23).

A conforto di questo impegno di vita cristiana impartiamo a voi tutti, fedeli, alunni del Pontificio Seminario Regionale, sacerdoti e religiosi, la propiziatrice Benedizione Apostolica.

Pellegrini della diocesi svizzera di Lugano

Ci è gradito anche di porgere il nostro paterno saluto ai numerosi fedeli e ai sacerdoti della Diocesi di Lugano, guidati dal loro zelante Pastore, Monsignor Giuseppe Martinoli. Nel dirvi la nostra sincera letizia per la vostra presenza, vogliamo altresi esprimere l'auspicio che il vostro pellegrinaggio a Roma, con la visita alle tombe degli Apostoli, alle stupende Basiliche, ai vari luoghi venerandi testimoni della primitiva comunità cristiana dell'urbe, possa veramente raggiungere nelle vostre anime quelle soprannaturali finalità di autentica conversione e di universale riconciliazione, che abbiamo indicato per questo Anno Giubilare, Desideriamo accompagnare questo augurio con una fervida preghiera al Signore per voi, per le vostre famiglie, per i vostri cari, per la vostra comunità diocesana, per la vostra Nazione. Con la nostra Benedizione Apostolica.

Pellegrinaggio interdiocesano turco di Istanbul e Izmir

Pellegrinaggio interdiocesano dei Paesi scandinavi

It is a great joy for us to greet the members of the Interdiocesan Pilgrimage from Denmark, Finland, Norway and Sweden, led by their Bishops. May your countries always be enriched by the authentic Christian witness of your lives. And may your faith be confirmed here in Rome at the Memorials of Peter and Paul. To all Scandinavia we say: "Grace to you and peace from God our Father and the Lord Jesus Christr (1Co 1,3).

Gruppo inglese della diocesi di Brentwood

Special greetings to the large group of English pilgrims from the Diocese of Brentwood. We thank you for your generosity in responding to our invitation to come to Rome to renew your Catholic faith.

Gruppi provenienti da1 Giappone, India e Canada

Our cordial greetings go once again to pilgrims from Japan. We know that you are aware of our special love for your people. Be always strong in faith.

We welcome the students from Kerala. Keep alive the noble Christian traditions of your land. Be proud of your faith.

We extend likewise a warm welcome to our Canadian sons and daughters from Timmins in Ontario. Together with your Bishop you have come to visit us in the true spirit of the Holy Year. May the Lord sustain you in faith and love.

Varie Diocesi degli Stati Uniti

We greet all the pilgrims from the United States, especially the diocesan pilgrimages led by lthe Bishops. Greetings to all of you from Saint Louis. We always have special memories of your City.

We welcome our sons and daughters from San Francisco. May the Lord keep you ever faithful to your great spiritual heritage as the City of Saint Francis.

The large group from Charlotte, North Carolina gives us particular joy. Thank you for your fidelity in answering our call to renewal and reconciliation.

Affectionate greetings to the pilgrimage from Salt Lake City. We send our greetings back to the entire Diocese: to the priests, religious and laity - to the whole State of Utah.

Fedeli della diocesi di Samoa

Present here with us is a group from Samoa. Welcome to all of you who are making this pilgrimage of faith. Our heart is always with you. God bless Samoa!

Aborigeni della diocesi australiana di Darwin

A very special welcome goes to a group of descendants of Australiars first inhabitants. We know of the sacrifices you have made to come to Rome, and of the accident that occurred en route. Despite all this, your faith and courage and determination have spurred you on. With all the more reason we can now repeat to you what we said to the Aborigines whom we met in Sydney: lFor us, you and the values which you represent are precious. We deeply respect your dignity and reiterate our deep affection for you.

We pray that all the blessings of Christrs uplifting Gospel may be yours in abundancer (AAS 63, 1971, p. 69). Beloved sons and daughters, take our greetings back to all your beloved people. And the Lord be with you on your journey.

Da varie diocesi del Messico

Con gran gozo damos un saludo cordial a los peregrinos mexicanos de las diocesis de Jalapa, San Andrés Tuxtla y Veracruz, asi como a los Senores Obispos que los acompanan en su visita a esta sede de San Pedro.

Renovad en vosotros, amados hijos, el proposito de ser cada vez hijos mas fieles de la Iglesia. Sea este el fruto mejor de vuestra peregrinacion.

Gruppo guatemalteco

Bienvenidos seais igualmente vosotros, peregrinos de la arquidiocesis de Guatemala, que venis presididos por vuestro Pastor, el Senor Cardenal Mario Casariego. Nos alegra profundamente vuestra presencia y queremos aprovechar esta ocasion para dirigiros una palabra de aliento, para que no desfallezcais nunca en vuestra fe y seais siempre verdaderos cristianos, conscientes de vuestros deberes ante Dios y ante los demas.

Pellegrini di Puerto Rico

Otro grupo que acogemos con paterno y hoado afecto es el de los numerosos visitantes provenietntes de San Juan de Puerto Rico, al frente de los cuaIes vemos al Senor Cardenal Luis Aponte. Muchas gracias por vuestra visita. Vivid intensamente el espiritu del Ano Santo, y que ello imprima Ia toda vuestra peregrinacion terrena la orientacion sobrenatural que no debe faltarle.

Os acompane a todos nuestra especial Bendicion





Mercoledì, 2 luglio 1975

20775


Voi avete ascoltato la voce della Chiesa, la quale vi ha invitato a celebrare l'Anno Santo, come un avvenimento rinnovatore, dapprima nelle vostre Chiese locali, nelle vostre rispettive comunità; e poi l'invito si è determinato: venite a Roma, dove le memorie apostoliche e la sede del successore di Pietro segnano non soltanto un centro topografico, geografico, storico della Chiesa cattolica, ma un mistero di unità e di universalità, di coerenza storica (lrapostolicità) e di vitalità religiosa autentica (la santità), mistero che racchiude e al tempo stesso manifesta una permanente ed operante presenza di Cristo nella storia, nella Chiesa stessa cioè, e nel mondo.

Voi avete ascoltato questa voce invitante, e siete venuti. Noi vogliamo supporre, e voi stessi con la vostra religiosità ce ne date la prova, che la vostra venuta a questa Città (nonostante la fatica del viaggio e forsranche qualche deludente esperienza profana) ha suscitato nei vostri animi il richiamo, l'impulso, e, vogliamo sperare, il gaudio della nuova, della vera vita cristiana. Ciascuno di noi, sotto lo stimolo del Giubileo, deve aver detto a se stesso: si, la mia adesione a Cristo e alla sua Chiesa, a malgrado della impressione profana, areligiosa, moderna, che sembra spesso soverchiare come una prepotente inondazione la vita comune, deve sopravvivere, deve riaffermarsi, deve ricominciare forte e schietta, come un fatto appunto di rinnovamento, di nuova scoperta, di speranza e di gioia ricuperate.

Ora, Figli e Fratelli carissimi, fate attenzione. Un tale rinnovamento di coscienza religiosa e cristiana, comporta una conseguenza logica e naturale, che non aggrava il peso della vita cristiana, ma lo rende, come Gesù ebbe a dire del suo "giogo r, "soave r, come il peso da lui imposto sulle nostre spalle è "leggero" (Cfr.
Mt 11,30). Abbiamo parlato di fedeltà; di quel comportamento generale e connaturale che la fede infonde ed esige nello stile della vita cristiana. Fedeltà: il discorso non è finito, anzi continua, e formula una nuova esigenza, una nuova espressione, che possiamo definire: attività.

Puo essere inerte un cristiano autentico e rinnovato? Puo essere Indifferente, abulico ed apatico? Puo forse separare il campo della sua fede da quello della sua attività? In pratica molti, che si dicono cristiani, lo credono, pensando che l'adesione alla religione non comporti altri doveri oltre quelli di alcune specifiche osservanze, come l'assistenza alla Messa festiva e l'adempimento del precetto pasquale. Anzi dovremo notare una certa allergia dei cristiani moderni all'azione qualificata dai propri sentimenti religiosi, per unrinterpretazione inesatta del cosiddetto pluralismo, quasi che ogni opinione dottrinale fosse ammissibile, e quindi non valesse la pena di proporre ad altri la propria fede, come necessaria; o per unresclusiva autorità attribuita alla coscienza soggettiva, a scapito del criterio oggettivo che deve informare la coscienza stessa (Cfr. S. AUGUSTINI Serm. 47, c. IX: PL 38, 301-303).

l'attività, cosi detta confessionale, cioè derivata da premesse religiose e rivolta a fini religiosi e morali, l'apostolato, comunque si manifesti, è oggi contestata in radice; non ha cittadinanza in una società laica; ogni forma di proselitismo, anche quello derivante dall'esempio, o dalla discussione apologetica, non è più da molti, anche credenti, oggi ammissibile; si finisce cosi per subire quello imposto da opportunismo sociale, o da prepotenza politica. Lrazione libera e religiosamente ispirata trova oggi ostacolo, anche nel campo ecclesiale, sia per la crisi diffusa dello spirito drassociazione, sia dall'abitudine invalsa in molti ambienti della critica interna, antidogmatica e antistituzionale.

Non cosi il Vangelo, Fratelli e Figli carissimi, che ci fa obbligo di amare il nostro prossimo nella stessa misura, tendenziale almeno, con cui ognuno ama se stesso (Mc 12,31 cfr. Rm 15,1-2, etc.;); non cosi il recente Concilio, che fa carico ad ogni discepolo di Cristo dressere difensore della fede (Cfr. Lumen Gentium, LG 17), e che si caratterizza per l'istanza apostolica attribuita alla responsabilità personale drogni credente (Cfr. Apostolicam Actuositatem AA 1 et ss), affermando che "la vocazione cristiana è per natura sua anche vocazione dall'apostolato" (Ibid. AA 2), e che la famiglia specialmente (Ibid. AA 11), i giovani (Ibid. AA 12), i laici (Ibid. AA 13) devono impegnarsi nell'attività apostolica.

Cosi che è da sperare che il rinnovamento giubilare metta nel cuore di quanti, come voi, cari Pellegrini, vi hanno aderito, la convinzione ed il coraggio della ,necessità di diffondere il messaggio evangelico e di costruire cosi la Chiesa di Dio (Cfr. Ad Gentes, AGD 1 et ss.).

Il Vangelo è seme (Lc 3,5); il Vangelo è fermento (Mt 13,33). Il Vangelo è fuoco (Lc 12,49). Potrà soffrire la compressione di molti ed enormi ostacoli alla sua libera e felice espansione; non potrà perdere nel cuore dei suoi discepoli l'energia nativa della sua universale diffusione. Ciascuno ne faccia in se stesso la generosa esperienza.

Con la nostra apostolica benedizione.

SALUTI DEL SANTO PADRE

Pellegrini della Regione Sicula

Ci è veramente gradito di rivolgere un affettuoso saluto al numeroso Pellegrinaggio Siculo, guidato dal Cardinale Salvatore Pappalardo e da tutti gli Arcivescovi e Vescovi di quella Regione.

Vogliamo dirvi anzitutto, figli carissimi, la gioia nel vedervi e sentirvi accanto a noi, in questa fortunata circostanza del Giubileo.

Pur nella confluenza geografica e storica, nell'incontro di varie civiltà, attraverso i secoli voi avete voluto e saputo conservare, con cura tenace e gelosa, quei valori che, trasmessi dai vostri padri, hanno sempre rappresentato il vostro carattere distintivo: la generosità ardente, il rispetto e l'apertura verso gli altri, il profondo amore alla casa e alla famiglia, il senso del dovere, la dedizione al lavoro. Il messaggio evangelico, penetrato fin dai suoi primi anni in mezzo a voi, ha fatto altresi risplendere la vostra fede inconcussa in Cristo, la tenerissima devozione alla Vergine Santissima, la "Bella Madre r, come siete soliti invocarla, il vostro attaccamento alla Sede Apostolica.

Che l'Anno Santo, col suo messaggio di radicale rinnovamento interiore, produca in voi un rifiorire di autentica vita cristiana, a livello diocesano, parrocchiale, familiare e individuale.

Con questi voti, mentre invochiamo su voi tutti e suoi vostri cari l'intercessione e la protezione celeste delle Sante Vergini Agata, Lucia e Rosalia, vi impartiamo di cuore la nostra Benedizione Apostolica.

Gruppo di della diocesi di Brescia

Ci procura viva consolazione stasera la presenza dei Sacerdoti novelli della nostra diocesi drorigine, Brescia, i quali a pochi giorni dall'ordinazione son venuti con i parenti ed il reverendo Rettore del Seminario a porgerci, in lieta primizia, l'omaggio della loro venerazione.

Come potremmo omettere, figli carissimi, di rispondere a questo gesto affettuoso? Il vostro numero - siete davvero tanti, questranno! - l'appartenenza ad una terra, ad una gente, ad una Chiesa, a cui ci sentiamo costantemente legati, la celebrazione del Giubileo, la freschezza, diremo, e il profumo della grazia divina che in voi è discesa con l'imposizione delle mani del Vescovo (Cfr. 1 Tim 1Tm 4,14 2 Tim. 2Tm 1,6 2 Tim. ), sono altrettanti motivi per dare un accento particolare al nostro saluto.

Vi parliamo mentre perdura ancora nel nostro spirito la visione dell'assemblea di Domenica scorsa, e ci piace percio ripetere ora dinanzi a voi, per voi, le tre parole che abbiamo proposto quale ricordo e tema di riflessione ai Diaconi a cui abbiamo conferito il Sacerdozio: vocazione, ordinazione, missione, perché designano realtà essenziali nel Sacerdozio cristiano, le quali sono tra loro intimamente collegate e si sostengono a vicenda e non debbono, quindi, mai esser disgiunte né a livello profondo della coscienza, né sul piano operativo del ministero sacro.

Sia familiare anche a voi la meditazione di si grandi parole, per ricavarne certezza, fiducia, conforto e, all'occorrenza, coraggio nel vostro lavoro di operai del Vangelo, cioè di testimoni e maestri dell'amore di Cristo.

Con la nostra Apostolica Benedizione.

Gruppo di emigrati Lituani di varie Nazioni

Rivolgiamo un affettuoso saluto lai fedeli della forte stirpe lituana, che, dai vari continenti ove risiedono, sono venuti a Roma a compiere il loro pellegrinaggio giubilare, insieme con tre loro Vescovi e decine di sacerdoti, religiosi e religiose.

l'universalità della fede cattolica, che più viva si avverte qui presso le sacre memorie dell'Apostolo Pietro, vi fa sentire uniti, "un cuor solo e unranima sola" (Ac 4,32), insieme con i fedeli di tutto il mondo, che partecipano alla grande corrente di preghiera e di penitenza dell'Anno Santo; ma tanto più uniti vi fa sentire sia tra voi, sebbene sparsi nel mondo, sia con tutti i credenti della vostra dilettissima terra natia, dalle ricche, gloriose, costanti tradizioni cristiane. Il nostro pensiero va, insieme col vostro, anche a quei cari vostri e nostri fratelli nella fede: per assicurare ad essi la nostra paterna presenza; per incoraggiarli con la nostra preghiera alla fedeltà umile e sincera a Cristo e alla Chiesa.

E il nostro augurio. E a tutti - a voi qui presenti, ai familiari lontani, ai sacerdoti e fedeli lituani, a noi sempre carissimi -, il nostro affetto, la nostra stima, la nostra benedizione.

Pellegrini francesi e canadesi

Gruppo di cattolici egiziani e siriani

Pellegrinaggio dell'Uganda

Once again we have the occasion to extend a particular greeting to our beloved sons and daughters from Uganda. You all know of our love and solicitude for your country and your continent. May the Lord keep you in his love.

Fedeli di varie diocesi dell'Indonesia

With special interest we welcome the interdiocesan pilgrimage from Indonesia. What joy your presence gives us today, as we celebrate the catholicity of the Church - together! Grace and peace in Jesus Christ!

Pellegrini del Giappone

We are always happy to receive pilgrims from Japan. And today again, we welcome you all most cordially. Take our greetings back to your parish in Tokyo.

Gruppi statunitensi

Our thoughts turn towards the Pacific land the Island of Guam, as we greet the pilgrims from the Diocese of Agana. Be assured, beloved pilgrims, of our affection in the Lord.

We thank the large group from Cork and Ross for their presence here. May the Lord strengthen you in faith and love, and renew your hearts in joy.

With respect and friendship we welcome the Veterans of the United States Fifth Army, led by General Mark Clark. We extend to you greetings of peace, and pray that the blessings of peace may fill your hearts, and dwell in your homes and in your land.

Pellegrini della Repubblica Democratica Tedesca

Wir richten einen besonderen Gruss an die Pilger aus der Deutschen Demokratischen Republik, die in Begleitung des verehrten Herrn Kardinal Alfred Bengsch, und des Herrn Weihbischof von Meissen, Georg Weinhold, zu uns gekommen sind. Wir heissen euch im gemeinsamen Vaterhaus willkommen. Ihr sollt wissen, dass der Papst euch im Geiste nahe ist und Euch liebt.

Ihr seid die lerste Pilgergruppe, die aus euerer Heimat in die Ewige Stadt kommt, und wir sehen in euch die würdigen Vertreter euerer blühenden katholischen Gemeinden, deren kraftvolles, religiöses Leben und deren Treue zu Christus, zur Kirche und zum Papst wir kennen. Erst jüngst haben wir ja ein neues Zeugnis davon erhalten.

Ihr alle - Geistliche, Ordensleute und Laien -, die ihr diese Pilgerreise des Heiligen Jahres nach Rom unternommen habt, bleibt der Kirche, dem Stellvertreter Christi und eueren Bischöfen treu; schart euch immer enger um die, rdie der Heilige Geist als Leiter der Kirche eingesetzt hatl (Ac 20,28).

Der Herr behüte euch auf die Fürsprache der Heiligen Apostel Petrus und Paulus, euerer Schutzpatrone und aller Heiligen. Dazu erteilen wir euch von Herzen unseren Apostolischen Segen!

Pellegrini dell'America Latina

Saludamos con afecto a los numerosos peregrinos, venidos de la arquidiocesis de Cordoba (Argentina), de Maracay (Venezuela) y de las dikesis de Tabasco, Acapulco y Aguascalientes (México), presididols por sus respectivos Pastores.

Os agradecemos de corazon vuestra presencia aqui, en la que vemos un testimonio mas de vuestra adhesion y afecto al Papa. Correspondemos a estos sentimientos, pidiendo al Senor que os ayude a corroborar cada vez mas en vuestra vida los vinculos de la fe y de la caridad, para que seais hijos fieles de la Iglesia y fermento de salvacion en medio de la sociedad.

Con nuestra Bendicion Apostolica para vosotros y para vuestras familias





Mercoledì, 9 luglio 1975

9775


Ad un certo punto la nostra riflessione sull'Anno Santo si fa difficile e quasi repellente, come quella che noi oggi osiamo proporre alla vostra attenzione. Perché difficile e repellente? Perché esigente. Del resto molti prevedono e indovinano che le premesse religiose e morali, proposte per questa universale celebrazione giubilare, relative ad un vero rinnovamento spirituale e sociale, dovevano condurre a questa logica e punto attraente conclusione, che non è solo del Giubileo e dell'Anno Santo, ma, a ben guardare, è del cristianesimo stesso, è della religione professata con intelligenza e con serietà, è della Chiesa, quando vuol essere coerente e fedele. Chi accetta dressere positivamente cristiano avverte, ad un dato momento, e puo essere proprio questo per noi, dressere preso da una sempre più stringente esigenza.

Qual è questa esigenza? E la perfezione dell'uomo. Notiamo subito che se il discorso riguarda la perfezione dell'uomo per se stessa, esso non è più respinto, ma accolto dalla naturale attrattiva della psicologia umana. Se domandate ad un bambino chi e che cosa voglia essere nella vita, egli risponderà ingenuamente, ma francamente, proponendo un modello umano reputato eccellente e singolare; e dirà di voler essere un eroe, un astronauta, un campione sportivo, un ricco senza misura, un sapiente che supera tutti, un essere bello e felice, come un Adone classico, un tipo superiore insomma, un "superuomo r: l'ideale del superuomo veglia in fondo alla fantasia dell'l uomo che cresce" (Cfr. Gen. 49, 22). Cioè l'ideale della perfezione umana è molteplice, e non sempre rappresenta la vera interpretazione della possibile grandezza dell'uomo. Anzi a questo riguardo notiamo che uno dei crocicchi, dove la moda del pensiero sceglie la sua via è proprio questo; si cerca l'umanesimo superlativo, quello a cui deve improntarsi la filosofia pratica della vita moderna, la perfezione umana da cercare e da preferire.

Noi, seguaci di Cristo, ci domandiamo: qual è la vera perfezione, quella che noi dobbiamo preferire? Giunge subito a noi una di quelle parole, ad un tempo sublimi e sconcertanti, che sono caratteristiche del Vangelo. Dice infatti Gesù: "Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre, che sta nei cieli" (
Mt 5,48). Ci sentiamo esaltati: avere Dio come modello di perfezione! Quale elevazione dell'uomo, quale stimolo ad essere simili nella realtà a quel Dio, del quale è impressa la ineffabile somiglianza sul nostro volto! Ma poi subito un certo scoraggiamento ci deprime: come, come imitare Dio, tanto superiore, tanto misterioso?

Ecco, Fratelli e Figli carissimi, l'ostacolo da superare: non dobbiamo temere; è Cristo che ci propone questa vera statura dell'uomo, questo autentico tipo di superuomo; anzi è la Chiesa che a tanta perfezione ci invita e che ci ricorda essere non facoltativa, ma obbligatoria, per ogni seguace di Cristo tale perfezione (Cfr. Lumen Gentium LG 40): ricordate il Concilio! e sappiate che l'Anno Santo fa proprio questo programma evangelico, esortandoci a scoprire nel rinnovamento della nostra vita religiosa il grande impegno, la grande energia, la grande speranza della nostra perfezione umana e cristiana.

Ha un nome, noi ci domandiamo, questa paradossale perfezione? Si, ha un nome; e voi lo conoscete; e si chiama santità. Santità, altro termine oceanico, che più incute a molti spavento che non attrattiva. Quanti si rifugiano nella facile professione: io non sono un santo! per giustificare la propria mediocrità spirituale e morale, e per sottrarsi all'obbligo druna professione cristiana integra e coerente. Ma cotesto non vale per noi che vogliamo essere fedeli sinceri, e non soltanto nominali ed ipocriti.

Se non che la dottrina sulla santità è immensa! come è mai possibile applicare alla nostra vita vissuta una formula talmente impegnativa, e indubbiamente superiore alle nostre possibilità?

Vediamo. Prima di tutto non è vero che la santità sia impossibile; leggete le vite dei Santi, e vedrete come essi per primi abbiano sperimentato le nostre stesse difficoltà, le nostre debolezze; e come siano riusciti, miracoli e carismi straordinari a parte, a meritarsi il titolo di Santi. Secondo: non a tutti i cristiani è fatto obbligo di impegnarsi nella esperienza di quei fenomeni straordinari, che caratterizzano alcune eccezionali figure di uomini e di donne, tra le tante che la Chiesa innalza agli onori degli altari.

Esiste una santità, che possiamo dire ordinaria mentre anchressa è tutta tessuta in un duplice disegno straordinario, ma, per sé, a tutti accessibile.

La santità infatti, di cui ora parliamo, risulta da due coefficienti, disuguali per natura e per efficacia, ma concorrenti e disponibili ad ogni buon cristiano fedele alla propria vocazione alla santità. Voi li conoscete questi due coefficienti, donde risulta la santità, che noi a tutti raccomandiamo.

Il primo è la grazia, lo stato di grazia, la vita di grazia, che la fede ed i sacramenti ci procurano, e che la preghiera alimenta ed esprime. I primi cristiani, battezzati e in tal modo inseriti nella Chiesa, si chiamavano comunemente, per antonomasia, "santi r.

Santi voleva dire cristiani viventi di quel principio vitale nuovo e divino, chrè la grazia, l'azione cioè dello Spirito Santo, l'inabitazione di Dio, Uno e Trino, nell'anima, che appunto per cio si chiama santa (Cfr. Jn 14,23). Questo ineffabile rapporto soprannaturale della nostra anima col Dio vivo, col Dio-Amore, è la perfezione più alta, la fortuna più vera, la condizione più felice e indispensabile, a cui l'uomo possa e debba aspirare. Vivere sempre in grazia di Dio è il proposito che ciascuno deve fare, e per sempre, se davvero ha celebrato in sé l'Anno Santo.

Il secondo coefficiente è la nostra volontà, cioè la nostra personale vita morale, alla quale la nostra religione non impone solo precetti e minaccia castighi, ma infonde lumi, energie, conforti, carismi, che rendono, in certa misura, facile e possibile una stupenda, anche se nascosta, perfezione umana. Volontà: la santità, derivante dall'uomo, esige questo primissimo impegno: bisogna volerla. Volere vuol dire amare. l'amore umano, animato da quello divino, cioè la carità, possiede il segreto della perfezione, e riassume tutto il dovere dell'uomo e tutta l'onestà naturale; questo è il sommo e primo precetto di Cristo: amare Dio, amare il prossimo (Cfr. Mt 22,38 cfr. S. THOMAE Summa Theologiae, II-II 184,2).

Questa è la santità. Quella che il Vangelo ci predica e che esso rende possibile. Quella che sola salva l'uomo, edifica la Chiesa, rinnova il mondo. Da ricordare, come effetto del Giubileo. Con la nostra Apostolica Benedizione.


SALUTI DEL SANTO PADRE

Pellegrini delle diocesi di Bari, Otranto, Ascoli Satriano e Nicastro

Un cordiale saluto desideriamo rivolgere anche ai pellegrini delle Diocesi Italiane di Bari, Otranto, Ascoli Satriano e Cerignola, Nicastro, guidati dai loro Pastori.

Il Giubileo sacro deve rappresentare per voi, figli carissimi, una profonda svolta nella vostra vita, sia nella sua dimensione interiore, sia nelle sue manifestazioni esteriori. Una vita spirituale rinnovata, che si articola nella fede ardente in Cristo, nella serena fedeltà alla Chiesa e al suo insegnamento, nella carità generosa verso gli altri, figli dello stesso Padre celeste, fratelli in Gesù. Portate nelle vostre famiglie e nel vostro lavoro quotidiano la forza dei buoni pensieri e dei pii propositi, che il pellegrinaggio dell'Anno Santo vi ha ispirato nel corso di questi giorni di grazia.

Con tali voti invochiamo su voi tutti, sulle persone che vi sono care, larga effusione di favori celesti, e vi impartiamo di cuore la propiziatrice Benedizione Apostolica.

Membri del Consiglio Direttivo dell'l Interflora Italia r

Rivolgiamo un saluto particolare al Consiglio Direttivo dell'Associazione "Interflora Italia" e ai loro familiari, venuti per il Giubileo. Nel ricordare gli incontri del 1964 e del 1969, il nostro pensiero va a tutti i vostri associati, che provvedono a un servizio tanto gentile dell'umana convivenza. I fiori che voi procurate, accompagnano col loro linguaggio espressivo momenti lieti o tristi della vita; giungono anche sugli Altari, come espressioni di amore e di fede. Sappiate pertanto improntare il vostro lavoro a sentimenti di devozione e di venerazione a Dio, di bontà e di disponibilità verso i fratelli; "e la pace di Dio - vi lasciamo lo stesso augurio di San Paolo - custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù" (Ph 4,7).

Con la Nostra Benedizione Apostolica.

Pellegrini francesi della diocesi di Strasburgo e pellegrinaggio interdiocesano di Lucori e Nantes

Pellegrini armeni cattolici residenti in Europa e nel Medio Oriente

Pellegrini di Algeria e di Tunisia

Gruppi di lingua inglese

Our greetings in the Lord to the many pilgrims from the United States, especially those from Rockford, Illinois, and from Providence, Rhode Island. May the Lord give you joy on your pilgrimage and sustain you in his love.

Welcome to our beloved sons and daughters from Ireland - from the Diocese of Clonfert. We pray that your faith may be strengthened at the tomb of Peter. Take our greetings back with you to Clonfert - into your parishes and into your homes.

Once again we greet our sons and daughters from Denmark, Norway and Sweden. How happy we are to have you here today. We want you to know always that we are close to you. The Pope prays for Scandinavia. The Pope loves Scandinavia






Paolo VI Catechesi 25675