Paolo VI Catechesi 9573

Mercoledì, 9 maggio 1973: INDIZIONE DELL'ANNO SANTO 1975

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Vogliamo oggi dare a voi una notizia, che crediamo importante per la vita spirituale della Chiesa; ed è questa. Dopo aver pregato e pensato, noi abbiamo deliberato di celebrare nel prossimo 1975 l’Anno Santo, secondo la scadenza venticinquennale fissata dal nostro predecessore Paolo II, con la Bolla pontificia Ineffabilis Providentia del 17 aprile 1470. L’Anno Santo, che si chiama, nel linguaggio canonico, Giubileo, consisteva nella tradizione biblica dell’Antico Testamento in un anno di vita pubblica speciale, con l’astensione dal lavoro normale, col ripristino della distribuzione originaria della proprietà terriera e con la remissione dei debiti in corso e la liberazione degli schiavi ebrei (Cfr. Lev
Lv 25,8 ss.). Nella storia della Chiesa, come si sa, il Giubileo fu istituito da Bonifacio VIII, ma con scopi, puramente spirituali, nel 1300; e consisteva in un pellegrinaggio penitenziale alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo; vi partecipò anche Dante, che ne descrive la moltitudine circolante in Roma (Cfr. Inf. XVIII, 28-33); poi, al Giubileo del 1500, si aggiunse l’apertura delle Porte Sante delle basiliche da visitare, non solo per facilitarvi l’afflusso dei penitenti, ma anche per simboleggiare il più facile accesso alla misericordia divina con l’acquisto dell’indulgenza giubilare.

Ci siamo domandati se una simile tradizione meriti d’essere mantenuta nel tempo nostro, tanto diverso dai tempi passati, e tanto condizionato, da un lato, dallo stile religioso impresso dal recente Concilio alla vita ecclesiale, e, dall’altro, dal disinteresse pratico di tanta parte del mondo moderno verso espressioni rituali d’altri secoli; e ci siamo subito convinti che la celebrazione dell’Anno Santo, non solo può innestarsi nella coerente linea spirituale del Concilio stesso, alla quale preme a noi di dare fedele svolgimento, ma può benissimo corrispondere e contribuire altresì allo sforzo indefesso e amoroso che la Chiesa rivolge ai bisogni morali della nostra età, all’interpretazione delle sue profonde aspirazioni, ed anche alla onesta condiscendenza verso certe forme delle sue espressioni esteriori preferite.

È necessario a questo molteplice scopo mettere in evidenza la concezione essenziale dell’Anno Santo, ch’è il rinnovamento interiore dell’uomo: dell’uomo che pensa, e pensando ha smarrito la certezza nella Verità; dell’uomo che lavora, e lavorando ha avvertito d’essersi tanto estroflesso da non possedere più abbastanza il proprio personale colloquio; dell’uomo che gode e si diverte e tanto fruisce dei mezzi eccitanti una sua gaudente esperienza da sentirsene presto annoiato e deluso. Bisogna rifare l’uomo dal di dentro. È ciò che il Vangelo chiama conversione, chiama penitenza, chiama metànoia. È il processo di autorinascita, semplice come un atto di lucida e coraggiosa coscienza, e complesso come un lungo tirocinio pedagogico riformatore. È un momento di grazia, che di solito non si ottiene se non a capo chino. E noi pensiamo di non errare scoprendo nell’uomo d’oggi una profonda insoddisfazione, una sazietà unita ad un’insufficienza, una infelicità esasperata dalle false ricette di felicità dalle quali è intossicato, uno stupore di non saper godere dei mille godimenti che la civiltà gli offre in abbondanza. Cioè egli ha bisogno di un rinnovamento interiore, quale il Concilio ha auspicato.

Ora, a questo rinnovamento personale, interiore, e quindi, sotto certi aspetti, anche esteriore, tende precisamente l’Anno Santo, questa terapia, faci e e straordinaria insieme, che dovrebbe portare il 1 benessere spirituale ad ogni coscienza, e di riflesso, in qualche misura almeno, alla mentalità sociale. Questa l’idea generale del prossimo Anno Santo, polarizzata in un’altra idea centrale particolare e rivolta alla pratica: la riconciliazione.

Il termine «riconciliazione» richiama il concetto opposto di rottura. Quale rottura dovremmo aggiustare per raggiungere quella riconciliazione, ch’è condizione dell’auspicato rinnovamento giubilare? Quale rottura? Ma non basta forse porre questa parola programmatica di riconciliazione per accorgerci che la nostra vita è turbata da troppe rotture, da troppe disarmonie, da troppi disordini per poter godere dei doni della vita personale e collettiva secondo la loro ideale finalità?

Abbiamo innanzi tutto bisogno di ristabilire rapporti autentici, vitali e felici con Dio, d’essere riconciliati, nell’umiltà e nell’amore, con Lui, affinché da questa prima, costituzionale armonia tutto il mondo della nostra esperienza esprima una esigenza ed acquisti una virtù di riconciliazione, nella carità e nella giustizia con gli uomini, ai quali subito riconosciamo il titolo innovatore di fratelli. Eccetera: la riconciliazione si svolge su altri piani vastissimi e realissimi: la stessa comunità ecclesiale, la società, la politica, l’ecumenismo, la pace . . . L’Anno Santo, se Dio ci concederà di celebrarlo, avrà molte cose da spiegarci al riguardo.

Limitiamoci ora ad anticipare un rilievo importante circa la struttura del prossimo Anno Santo, il quale, secondo la secolare consuetudine, ha in Roma il suo punto focale e l’avrà ancora, ma con questa novità. Le condizioni prescritte per acquistare particolari frutti spirituali saranno questa volta anticipate e accordate alle Chiese locali, affinché tutta la Chiesa sparsa sulla terra possa incominciare subito a godere di questa grande occasione di rinnovamento e di riconciliazione, e meglio prepararne così il momento culminante e conclusivo che si celebrerà a Roma nell’anno 1975, il quale conferirà al classico pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli, per coloro che lo possono e lo vogliono compiere, il suo consueto significato. E questo importante e salutare movimento spirituale e penitenziale, che interessa tutta la Chiesa e che sarà accompagnato dalla elargizione di speciali indulgenze, avrà inizio nella prossima festa di Pentecoste, 10 giugno. Nei precedenti Anni Santi l’estensione di essi avveniva dopo le celebrazioni romane; ora invece le precederà. Ognuno può comprendere come in questa innovazione vi sia anche un’intenzione di onorare con più evidente ed efficace comunione le Chiese locali, membra vive dell’unica ed universale Chiesa di Cristo.

Basti così, per ora. Ma, a Dio piacendo, avremo in proposito molte altre cose da dire. Sia con voi tutti la nostra Apostolica Benedizione.

La scuola «Cordon Bleu»

Parmi les nombreux groupes présents à cette Audience, Nous saluons la délégation des Commandeurs de l’Ecole de gastronomie «Cordon bleu». Vous situez l’art culinaire dans toute une tradition culturelle, sans l’isoler des autres arts. Vous le pratiquez avec une maîtrise qui vous a acquis un grand renom, et vous avez à coeur d’y former de nouveaux candidats, selon une initiation exigeante. Une telle recherche de compétence, appliquée aux biens que le Créateur nous donne pour nourriture et dont la Bible nous a appris à rendre grâce, mérite intérêt et approbation; elle peut être une façon de servir les hommes avec délicatesse et contribuer à leurs bonnes relations et à leur joie de vivre, lorsqu’ils en usent selon une juste mesure et sans j’amais oublier ceux qui manquent même du minimum vital. En encourageant la conscience professionnelle que développe votre Association, Nous implorons sur vous, comme sur tous les assistants, les Bénédictions du Seigneur.

Visitatori di lingua inglese

It is a joy for us to receive a group of our beloved sons and daughters from the Philippines who, under the leadership of Cardinal Santos, are on a pilgrimage to Fatima. We pray that this pilgrimage Will bring blessings to each of you, to your families and to all your fellow-citizens. May the Blessed Mother watch over you.

Our special greetings in Christ Jesus go likewise to the members of the General Chapter of the Congregation of the Servants of the Paraclete. May you be strengthened in your worthy apostolate; and through the grate of God, the holiness of your own lives and the use of the most effective methods possible may you resch your desired goal. Be assured of our prayerful interest and support.

We extend a particular welcome to the Diaconate Class of the North American College. We know that you will be ordained tomorrow to this sacred Order and we are happy to be able to share your joy and that of your families. What we ask of each of you today is this: be always faithful-in the words of Saint Peteras a “witness of the sufferings of Christ” (1P 5,1) so that you may give effective testimony to his Resurrection (Cfr. Ac 4,33).

Lavoratori cattolici della Svizzera

Ein wort herlicher Begrüßung richten wir an die Mitglieder der Katholischen Arbeiter und Angestelltenbewegung aus der Schweiz.

Liebe Söhne und Töchter! Als überzeugte Katholiken sehen Sie Ihre Berufsarbeit im Lichte des Glaubens. Die gewissenhafte Erfüllung der täglichen Arbeit ist der Wille Gottes und für uns alle ein wichtiges Mittel zur Heiligung. Die katholischen Arbeiter und Angestellten leisten wertvolle Dienste für die Gemeinschaft, in der sie leben. Mit Recht weist darum das Zweite Vatikanische Konzil die christlichen Arbeitnehmer darauf hin, »daß sie durch ihre Arbeit das Werk des Schöpfers weiterentwickeln, für die Wohlfahrt ihrer Brüder sorgen und durch ihre persönliche Bemühung zur Erfüllung des göttlichen Planes beitragen« (Gaudium et Spes GS 34).

Von Herzen erteilen wir Ihnen und allen Anwesenden unseren Apostolischen Segen.

Associazione Adoratrici del SS.mo Sacramento

Nos complacemos en dirigir un saludo especial a vosotras, amadísimas Adoradoras del Santísimo Sacramento, que habéis querido visitarnos con ocasión de vuestra Segunda Asamblea Internacional.

El empeño de adaptación y puesta al dia de vuestra organización nos llena de alegría, porque significará un nuevo impulso a esa constante conversión interior, que hace más profundo, auténtico y attivo el amor a Cristo en la Eucaristía, y lo pone corno punto de referencia en las actitudes, corno inspirador de toda la vida y corno fuente de caridad y generosidad bacia los hermanos.

En prenda de la asistencia divina, os otorgamos de corazón a vosotras y a vuestras familias, así corno a toda la organización de la que sois representantes, nuestra paternal Bendición Apostólica.

Pellegrini di Nocera de’ Pagani e Sarno

Ci piace rivolgere ora un saluto a voi, pellegrini delle diocesi di Nocera de’ Pagani e di Sarno, che, guidati dal vostro Pastore, Monsignore Jolando Nuzzi, e con alcune Autorità Civili, siete venuti a testimoniare, presso la Tomba dell’apostolo Pietro, la vostra fede e la vostra devozione alla Chiesa e al Papa.

Voi venite da una terra che unisce allo splendore della natura la ricchezza di un’antica e nobile tradizione religiosa: in mezzo a voi è tuttora viva l’eco dell’apostolato di S. Alfonso Maria de’ Liguori, che proprio in Nocera fondò la Congregazione dei Missionari Redentoristi. Dovete quindi aver cura di custodire il patrimonio di fede e di pietà, ricevuto dai padri; ma dovete preoccuparvi, altresì, di svilupparlo e di accrescerlo, perché la vita dello spirito esige da parte di ciascuno una maturazione personale, uno sforzo di conquista, una costante tensione di approfondimento. Non soltanto il senso della tradizione, ma anche una continuata ricerca dovrà irrobustirvi interiormente e rendere aperta, coraggiosa e sempre coerente la vostra professione cristiana.

È un invito che vale per tutti, ma noi amiamo indirizzarlo, a titolo speciale, ai fanciulli ed ai giovani che, per l’età e per la freschezza delle loro energie, sono chiamati a compiere in se stessi un intenso lavoro, che deve prepararli al futuro e di cui la formazione religiosa è momento essenziale.

Perché la nostra voce produca in voi abbondanti frutti di grazia, vi impartiamo la Benedizione Apostolica, estendendola volentieri alle due Comunità diocesane, che qui rappresentate.



Mercoledì, 16 maggio 1973: INDIZIONE DELL'ANNO SANTO 1975

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Abbiamo dato, la scorsa settimana, ai nostri visitatori della Udienza Generale l’annuncio dell’Anno Santo per il 1975, ma con un’apertura nelle Chiese locali, cioè nelle varie Diocesi e quindi nelle singole parrocchie e nelle comunità ecclesiali, alla prossima festa di Pentecoste, fino perciò dal 10 giugno, affinché tutti i fedeli nel mondo abbiano tempo e modo di partecipare a questo grande esercizio di rinnovamento religioso e morale ancor prima ch’esso si celebri a Roma nell’anno stabilito, e che in tal modo si possano conseguire i benefici spirituali anche da quelli che non avranno la felice possibilità di recarsi in pellegrinaggio alle tombe degli apostoli nella «città eterna».

L’annuncio ha avuto grande risonanza nel mondo, come quello d’un fatto che per la sua estensione interessa variamente tutta la terra, e grande risonanza, com’è naturale, nella Chiesa cattolica, come quello d’un avvenimento che la riguarda in ogni suo membro, che de rinnova le vibrazioni spirituali di anni e di secoli della sua storia passata, che le riporta il flusso rinnovatore del recente Concilio, e che le offre motivo e forza per la sua perenne discussione evangelizzatrice con la società umana, pervasa ai nostri giorni da mutamenti assai inquieti e profondi. Questa prima accoglienza al suono della tromba giubilare (il termine appunto di «giubileo» si riferisce alle trombe con cui presso gli antichi Ebrei era annunciato l’anno settimo, o sabatico, e l’inizio dell’anno cinquantesimo), ci fa molto piacere e ci lascia ben e sperare dell’esito positivo di questa ricorrente iniziativa ecclesiale. Noi dobbiamo, fra le tante, distinguere come altamente significativa e autorevole la voce del Card. Marty, Arcivescovo di Parigi, che a nome proprio ed a nome di tutti i Vescovi francesi, accoglie con gioia la nostra deliberazione, la fa propria, e tanto più volentieri quanto meglio essa coincide con le sue proprie sollecitudini pastorali. Così di cuore ringraziamo la Conferenza Episcopale Italiana d’aver subito fatto eco al nostro invito con la sua adesione piena di fervore e di promessa.

Questo diciamo a voi, Fratelli e Figli carissimi, e cari Visitatori, e con voi a quanti può giungere notizia di questo nostro commento all’annuncio dato del prossimo Anno Santo, per esortarvi tutti a dare a tale annuncio la dovuta importanza. Occorre davvero prenderlo sul serio. Non riguarda un momento fuggitivo della nostra corsa nel tempo; riguarda un orientamento della nostra vita moderna alla fine del secolo ventesimo; non si riferisce ad un aspetto particolare del nostro comportamento mentale, o morale, ma investe tutto il nostro modo di pensare e di vivere.

Si tratta, in altri termini, di un esame complessivo della nostra mentalità in ordine a due realtà principalissime: in ordine alla religione che professiamo, e in ordine al mondo in cui viviamo. Religione e mondo; fede ed esperienza profana; concezione cristiana della vita e concezione priva di luce, di principii, di doveri e di speranze trascendenti sopra il nostro cammino nel tempo, il quale sfocia inesorabilmente nella morte temporale.

È venuto il momento di misurare la nostra adesione a Cristo nel conflitto ch’essa subisce con l’adesione alle forme di pensiero e di azione, che prescindono dal suo Vangelo e dalla sua salvezza. È maturo il momento d’un atto di coscienza totale sui valori supremi e sui valori subalterni; è tempo di scelta non solo pratica e remissiva, ma pensata altresì e impegnativa sul carattere generale, che vogliamo imprimere alla nostra esistenza: cristiano, o no? che, alla fine vuol dire, veramente umano, o no? Potremmo prolungare questo interrogatorio proponendo tante altre alternative, anzi tante altre antitesi, come: vogliamo essere seguaci di Cristo autentici, ovvero puramente iscritti all’anagrafe dei battezzati e quindi facilmente farisaici e accusati dai principii e dalle esigenze che noi stessi diciamo di professare? vogliamo fare di Dio e di Cristo il centro che condiziona ed armonizza la nostra vita, col suo dramma di redenzione e con la sua immancabile felicità presente e terminale, ovvero vogliamo porre in noi stessi, nel nostro assorbente e fallace egoismo, il cardine d’ogni nostro movimento? vogliamo allargare nell’amore solidale verso i nostri fratelli, vicini e lontani, oppure vogliamo rinchiudere il cerchio della nostra visione sociale nell’ambito del nostro ristretto interesse, murato in un amaro egoismo individuale o collettivo, e perciò armato di odio e di lotta, incapace d’amare veramente? E così via.

Noi desideriamo cioè che questa formula dell’Anno Santo costituisca il bilancio generale su le nostre idee, sul nostro modo di concepire i nostri superiori doveri e i nostri veri interessi, e ci guidi alla sintesi nuova fra la nostra fede antica e viva e necessaria, e l’incalzante programma della vita moderna, non tanto in un supino compromesso, quanto piuttosto nell’intelligente armonia cristiana, esigente, sì, di certe rinunce e di certe austerità, ma feconda di sincera umanità, di autentica felicità.

È la filosofia della vita, insomma, che viene in gioco, quella che riconosceva, col Bergson, che quanto più oggi progredisce lo sviluppo scientifico, tecnico, economico e sociale, e tanto più l’uomo ha bisogno d’un «supplemento spirituale», affinché egli non rimanga vittima delle sue stesse conquiste.

È la teologia della vita, quale il Concilio ha delineato, che, a dieci anni dalla sua conclusione, interroga la nostra fedeltà alla sua rinnovatrice parola e la nostra capacità a ricomporre da nostra personale coscienza e la nostra sociale convivenza nella giustizia e nella pace.

Per ora noi ringraziamo il Signore che soffia sul mondo, sulla Chiesa, sulle nostre anime questi maestosi pensieri, e lo preghiamo affinché essi siano, per voi, per tutti, secondo il suo Spirito, illuminanti e vivificanti.

Con la nostra Apostolica Benedizione.



Il Capitolo Generale della Società Missioni Africane

Igienisti e tecnici municipali di Francia

Visitatori di lingua inglese

Once again this year we have the pleasure of extending a special greeting to the Sisters of the "ARC Program". We know what these months of prayerful study and exchange in Rome have meant for all of you, as you have endeavoured to live more deeply your consecrated life and mission. On our part we wish to confirm you even more in your vocation of loving service, In the words of Saint Paul we say to you: ". . . he whom you serve is the Lord. Rejoice in hope, be patient under tria!, persevere in prayer. Look on the needs of the saints as your own . . ." (
Rm 12,11-12). And may the grace of Christ Jesus be with each of you.

Our Secretariat for Promoting Christian Unity has told us of the history of zealous ecumenical work in the South West of England, a region which has its own vigorous life. We know of the careful preparation and success of the recent regional conference, attended by so many distinguished church leaders and laymen.

We have pleasure today in welcoming an ecumenical group and receiving from them the greetings of the conference. We extend our own good wishes and blessings to your devoted work for Christian witness and reconciliation. May it continue and Prosper under the guidance of the Holy Spirit.

Pellegrinaggio della Calabria

Due liete ricorrenze: la conclusione delle celebrazioni del 750° anniversario della Cattedrale di Cosenza e il 60° di fondazione del Pontificio Seminario Regionale Teologico «San Pio X», di Catanzaro, ci offrono la tanto gradita occasione di porgere il nostro cordiale benvenuto alla cospicua rappresentanza della Arcidiocesi Cosentina, guidata da Monsignor Enea Selis. Salutiamo i Presuli Monsignori Zupi, Vairo e Altomare, i Superiori Generali di Ordini religiosi, le Autorità presenti, i Superiori e i Chierici di Teologia del Seminario di Catanzaro.

Nel congratularci con voi per questa testimonianza di amore per Iddio e per la Chiesa, vi ringraziamo dell’affetto e della devozione che avete volute manifestarci, ben sapendo che i vostri sentimenti sono condivisi dalle popolazioni, a noi spiritualmente vicine, di tutta la generosa Calabria, che mentre non dimentica la sua antichissima civiltà e gli illustri figli per il contributo da essi dato nei campi del pensiero, della scienza e delle lettere, intende mantenersi fedele alle sue nobili tradizioni religiose.

Ed è in questa certezza che vi esortiamo a continuare ad attendere col senso di Dio e del prossimo, dietro l’esempio del vostro grande Apostolo S. Francesco di Paola, al vostro lavoro per il progresso civile, economico e sociale della vostra terra, recentemente provata da dure calamità.

E a voi, diletti Chierici di Catanzaro, oggi più che mai speranza della Chiesa, il nostro invito alla fedeltà agli ideali della vostra vocazione e all’impegno della migliore preparazione al sacro ministero, a cui sarete destinati.

Confermi questi nostri voti la propiziatrice Benedizione Apostolica.

Giuseppini del Murialdo

Un folto e distinto gruppo richiama stamane in particolar b modo la nostra attenzione: è il pellegrinaggio organizzato e guidato dai Religiosi della Pia Società Torinese di San Giuseppe - più comunemente conosciuti col nome di «Giuseppini del Murialdo» -, venuti per ricordare presso l’umile Successore di San Pietro il centenario della loro Congregazione, che sull’esempio e con lo spirito del Fondatore, Leonardo Murialdo, da noi stessi proclamato Beato nel novembre del 1963 e poi Santo nel maggio del 1970, si dedica alle varie opere del ministero ecclesiastico, ma specialmente all’assistenza e all’educazione della gioventù, con preferenza per quella del popolo lavoratore.

Vi siamo molto riconoscenti, figli carissimi, per questo graditissimo omaggio, e volentieri apriamo il nostro animo per riconfermarvi l’affetto e la stima che nutriamo verso la vostra benemerita Congregazione, e per rinnovarvi le felicitazioni e i voti, di cui abbiamo dato cordiale espressione nella lettera autografa, indirizzata al vostro Superiore Generale per la fausta ricorrenza centenaria.

Amiamo incoraggiare la vostra generosa dedizione, che degnamente continua la preziosa eredità del vostro venerato Fondatore. Lavorate con sempre costante impegno, e la consapevolezza delle vostre grandi responsabilità sorregga i vostri sforzi, stimolandovi a proseguire sulla via della perfetta conformità a Cristo e del servizio ai fratelli più bisognosi, secondo la vostra specifica vocazione. La nostra preghiera vi accompagna in tale luminoso cammino, e vi invoca fin d’ora copiose grazie celesti, delle quali vuol essere pegno la nostra paterna Benedizione, che impartiamo a voi, qui presenti, ai vostri Confratelli, a quanti partecipano all’odierno pellegrinaggio, come pure alle persone e alle opere, alle quali va la zelante attività della vostra Famiglia Religiosa.

Vincitori del concorso «Veritas»

Un saluto particolare agli studenti di Grosseto, vincitori del Concorso «Veritas», venuti con i loro genitori e insegnanti, tra cui la Provveditrice agli Studi. Vi meritate un elogio, carissimi giovani, perché avete saputo distinguervi nell’approfondimento della «verità che tanto ci sublima», si da conseguire un premio non certo facile! Il nostro pensiero va, altresi, a tutti i vostri amici, che hanno anche essi partecipato al Concorso, pur senza raggiungere i primi risultati: è un segno molto consolante, questo, che tanta gioventù, pensosa del problema fondamentale della esistenza umana, quello della religione, si dedichi allo studio della Parola rivelatrice di Dio, con cui Egli manifesta il suo piano di salvezza e ci chiama a realizzarlo in noi e negli altri. Sappiate tradurre nella vita le grandi verità che avete apprese: fatene tesoro; non seppellitele come il servo infingardo, ma fatele fruttificare come talenti che Dio vi ha affidato, crescendo in sapienza, età e grazia come Gesù adolescente (Cfr. Lc 2,52).

Noi siamo certi che da codeste schiere di giovani generosi e ardenti la cara città di Grosseto trarrà auspici lietissimi per il suo avvenire: il Millenario che state celebrando avrà così il degno coronamento di una lieta speranza per il futuro! È l’augurio che facciamo alle autorità civili, al degno Vescovo Monsignore Gasbarri e al suo Ausiliare, qui presenti, nonché a voi e a tutti i vostri concittadini, mentre paternamente vi benediciamo.

«Sposi d’Argento»

In questa udienza oltre al consueto gruppo di sposi novelli, abbiamo duecento «Sposi d’Argento», che partecipano al pellegrinaggio a Roma e a Pompei, organizzato dall’ENAL. Come non dedicare un particolare augurio e compiacimento a queste coppie, che hanno raggiunto un traguardo così significativo? Venticinque anni di matrimonio! La vita a due, iniziata con tanta speranza e letizia ai piedi dell’Altare, si mostra ora a voi come un lungo filo d’oro, che si dipana lentamente, tra gioie e affanni, tra pene e consolazioni, manifestando a poco a poco, ma sempre più chiaramente, la mano di Dio che guida ogni evento della nostra vita. In questi anni la grazia del Sacramento vi ha sorretti nell’educazione dei figli, come nel mutuo sostegno: e voi, mantenendo la reciproca fede, avete dato davanti alla Chiesa e al mondo una bella lezione, una autentica testimonianza: quella dell’amore santificato dalla grazia, quella della fedeltà, della fortezza d’animo, del sacrificio, con la impareggiabile consolazione che questi valori procurano al cuore umano.

Vi ringraziamo pubblicamente di questo esempio: e con voi ringraziamo il Signore e la Vergine Santa per tutti i doni, che vi sono stati elargiti, pregando affinché l’assistenza celeste sempre vi accompagni, nelle gioie caste e serene della famiglia, fondata nel timore di Dio. A tutti la nostra Benedizione.



Mercoledì, 23 maggio 1973: INDIZIONE DELL'ANNO SANTO 1975

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Ancora noi vi preghiamo, Fratelli, di voler considerare l’annuncio, che noi abbiamo dato alla Chiesa e al mondo della prossima celebrazione dell’Anno Santo, come una voce ispirata dallo Spirito Santo, secondo la promessa di Gesù Cristo agli Apostoli nella sua profezia dopo l’ultima cena: «Quando sarà venuto lo Spirito di verità, Egli vi insegnerà tutta la verità . . . Egli mi glorificherà, perché da ciò ch’è mio prenderà e ve lo annunzierà» (
Jn 16,13-14); e di volerlo considerare come l’apertura d’un periodo nuovo della vita religiosa e spirituale nel mondo, non come un avvenimento fra i tanti della nostra storia, quasi a sé stante, ma come un principio, un fatto genetico, una conseguenza del Concilio, destinata a caratterizzare un rinnovamento interiore e morale nella coscienza degli uomini; e di considerarlo ancora come una grande occasione propizia, «un tempo favorevole, un giorno di salvezza» (Cfr. 2Co 6,2), che abbiamo una fortuna benedetta, se lo sappiamo accogliere come si deve, una grave responsabilità, se per stolta distrazione o per maliziosa opposizione noi lo lasciamo cadere.

Noi tutti ci dobbiamo mettere in sopravvento al soffio misterioso, ma ora, in certo modo, identificabile dello Spirito Santo. Non è senza significato il fatto che proprio nel giorno felice di Pentecoste l’Anno Santo apre le sue vele nelle singole Chiese locali, affinché una nuova navigazione, vogliamo dire un nuovo movimento, veramente «pneumatico», cioè carismatico, spinga in unica direzione e in concorde emulazione l’umanità credente verso le nuove mete della storia cristiana verso il suo porto escatologico.

Ben sappiamo che la stagione psicologica e sociologica del nostro mondo non è la migliore per l’audace avventura. Tempeste, scogli e opposizioni formidabili si oppongono al nostro sereno e sicuro veleggiare. Noi sentiamo fischiare ai nostri orecchi le raffiche di invadenti e violenti venti contrari. Non ne facciamo adesso la descrizione, anche perché è ormai comune l’esperienza dell’irreligiosità, che si è impadronita, in non poche nazioni, in non poche scuole di pensiero, in non pochi fenomeni sociali dell’uomo moderno. Dio non è di moda. La nostra visione della realtà resta abbagliata dallo splendore e dall'interesse della scienza; la cui applicazione pragmatica dà, sì, risultati stupefacenti, ma soverchia la vita di ricchezze incalcolabili e disputatissime, tanto da spingere e da dividere gli uomini in una lotta continua ed in una equivoca smania di liberazione; non c’è più la tranquillità di spirito per mettere la nostra esperienza a confronto di principii stabili e superiori, sub specie aeternitatis, ma tutto è ridotto alle dimensioni del tempo, cioè della relatività contingente e mobile della storia, che come il Saturno mitico, genera e divora i suoi figli. In questa situazione la concezione cosmica della terra e dell’uomo come un «regno di Dio» in fieri (adveniat regnum tuum) incontra cento terribili difficoltà, che l’uomo religioso sperimenta non come stimoli alla sua ascensione, perché tali sono, ma come ostacoli supposti insuperabili.

Per venire a confronto con questo mondo agitato ed ostile, l’uomo di Chiesa, il «fedele», avrebbe bisogno almeno di idee chiare e sicure, cioè d’una razionalità naturale autentica ed operante, d’un pensiero filosofico, d’un senso comune capace di verità basilari e di funzionalità veramente logica e normale, di cui oggi egli non si sente più padrone, narcotizzato com’è da dubbi d’ogni genere, che solo gli studi scientifici da un lato e gli istintivi ragionamenti del buon senso, empirico e utilitario, dall’altro, valgono a calmare. Noi dovremmo auspicare che la forza della ragione fosse ristabilita nella sua integrità; è questo uno dei grandi e ricorrenti bisogni della cultura, veramente umanistica. Ma ci basti, per ora, esprimerne l’auspicio. Diremo piuttosto, allo scopo che ora ci preme, che esiste un’altra sorgente di conoscenza, oltre quella puramente razionale troppo fiacca e vulnerabile per risolvere tutti i problemi dell’umana esistenza; un’altra sorgente non a mortificazione, ma a fortificazione del pensiero razionale, sorgente estrinseca per la sua origine, intrinseca per la sua operazione: ed è lo Spirito Santo, è «la fede che opera mediante la carità» (Ga 5,6 cfr. Ph 2,13 1Co 12,11). Di questa infusione di capacità di comprendere ,la Verità, nella sua espressione soprannaturale e vitale, propria dell’economia cristiana (Cfr. Jn 1,4-5), di questa illuminazione interiore, retaggio degli umili e dei semplici (Cfr. Mt 11,25-26), di questo dono dai sette raggi dello Spirito Santo noi abbiamo bisogno per affrontare il grande esperimento dell’Anno Santo, se vogliamo che esso davvero sia rinnovamento e riconciliazione. Ricordiamolo.

È noto a tutti come il Concilio abbia riempito le pagine dei suoi sublimi e attualissimi insegnamenti di continue menzioni dello Spirito Santo. Vi è chi ne ha contate 258. Facciamo nostra la molteplice esortazione del Concilio, e mettiamo a prefazione del nostro Anno Santo la ripetuta e sempre nuova invocazione: Vieni, o Spirito Santo; vieni, o Spirito Creatore; vieni, o Spirito Consolatore! Non lo avremo invocato invano! (Cfr. Lc 11,13) Con la nostra Benedizione Apostolica.

L’Associazione Cattolica Internazionale al servizio della giovane

Non possiamo lasciare senza una particolare menzione la presidenza e le partecipanti all’Assemblea Nazionale dell’Associazione Cattolica Internazionale al Servizio della giovane, che si svolge in questi giorni a Roma. La vostra azione, dedicata, come si diceva un tempo, alla protezione della giovane, meriterebbe ben più che queste brevi parole di saluto: ma sappiate vedere in esse l’ammirazione, l’interesse, la stima che nutriamo per voi e per i vostri nobili sforzi.

Conosciamo la fisionomia, gli scopi, l’attività della vostra Associazione, che opera instancabilmente da più di settant’anni, in una continua trasformazione dei contesti sociologici e storici, nelle varie Nazioni europee e, sempre lodevolmente, in Italia; e sappiamo quanto bene essa abbia compiuto. Voi siete davvero come gli angeli custodi di tanta gioventù femminile, e così vi auguriamo di essere sempre: materne, vigili, premurose, pronte a soccorrere, a consigliare, a prevenire, a confortare, a reggere con mano sicura giovani esistenze, nelle loro crisi, nei loro disorientamenti, nella loro sete di affetto e di sicurezza. È un’opera altamente meritoria, quella che compite davanti alla società civile e davanti alla Chiesa, alla quale voi offrite una cooperazione assai rilevante: è infatti un vero apostolato laicale, quello che voi svolgete, a cui ben possono essere applicati gli orientamenti, che il Concilio Vaticano II ha dato col Decreto Apostolicam actuositatem. A quella grande carta dell’azione dei laici in favore dei fratelli noi vi indirizziamo, affinché sappiate rispondere con rinnovata efficacia alle esigenze crescenti dei tempi; e vi incoraggiamo e stimoliamo a sempre nuove mete con l’assicurazione della nostra preghiera, del nostro affetto, della nostra benedizione.

Convegno di studi degli Economi Cattolici

Con vivo compiacimento porgiamo un cordiale saluto anche ai partecipanti a due Convegni che si tengono a Roma in questi giorni nell’ambito della Settimana della Vita Collettiva: si tratta del XIII Convegno Nazionale degli Economi Cattolici e del III Convegno Nazionale degli Economi Generali e Provinciali. Vi ringraziamo, figli carissimi, per questo cortese atto di omaggio in occasione delle vostre riunioni di studio. Esaminando il programma dei vostri lavori, ci siamo resi conto dell’importanza e dell’attualità dei fermi propositi alla vostra riflessione e discussione; e siamo certi che le direttive e gli orientamenti pratici che ne deriveranno, saranno di grande aiuto alle Istituzioni religiose in Italia sia per una più chiara presa di conoscenza dei doveri di chi è chiamato ad amministrarle, sia per quanto riguarda lo sforzo che le Istituzioni stesse compiono per adeguarsi alle sempre nuove esigenze della società che si evolve. Questo ci fa augurare l’alta considerazione che abbiamo di voi e del vostro lavoro. In pegno della nostra benevolenza, di cuore vi benediciamo, chiedendo al Signore che non vi manchi mai il conforto della divina assistenza.

Le Discepole di Gesù Eucaristico

E ora a Voi, Suore Discepole di Gesù Eucaristico, che aspettate una nostra parola per il cinquantesimo anniversario del vostro Istituto, sorto dal cuore e dalla profonda sensibilità pastorale del Servo di Dio Raffaello Delle Nocche, Vescovo di Tricarico e nativo di Marano di Napoli. Per questo vi hanno qui accompagnate il Cardinale Arcivescovo di Napoli e il suo Ausiliare.

Siamo informati del buon spirito che anima la vostra Congregazione, incentrata sull’adorazione eucaristica e riparatrice, sulla preghiera per i sacerdoti, sull’apostolato parrocchiale, svolto di preferenza, con esemplare spirito di umiltà e di nascondimento, nei piccoli centri più bisognosi di assistenza spirituale; e questo programma, che voi vi sforzate fedelmente di vivere secondo le consegne del Fondatore, ci procura viva consolazione. Lo stato di costante «kenosi» del Figlio di Dio nel mistero del suo amore immolato a gloria del Padre e per la salvezza dell’umanità sia sempre il punto luminoso che orienta la vostra consacrazione religiosa e la vostra dedizione alle anime: sia l’ispirazione e l’impulso alle vostre giornate di preghiera e di lavoro per la Chiesa; sia la via sicura al Regno dei Cieli, a cui pervenire un giorno con le schiere di coloro che avete beneficato. È l’augurio che vi facciamo in questa ricorrenza commemorativa, accompagnato dalla nostra particolare Benedizione Apostolica, per voi, per le vostre Consorelle lontane, e per tutte le vostre opere.

Benediciamo altresì anche i carissimi sacerdoti novelli di Napoli, venuti col Cardinale Arcivescovo in questo pellegrinaggio, ai quali auspichiamo un ministero gioioso, generoso, aperto, fondato su di una solida vita interiore, e ricco di frutti spirituali, per il bene di quella Arcidiocesi a noi tanto cara.

Ufficiali Canadesi della NATO

Nous saluons aussi le Collège National de la Défense du Canada, actuellement en voyage d’information à travers l’Europe. Messieurs, à travers votre courtoise visite au Pape, nous sentons l’attachement du Peuple canadien à notre mission spirituelle et Nous vous en remercions.

Meme si nos obligations nous imposent la brièveté, Nous tenons à vous dire quelques paroles du cceur. Les hautes responsabilités que vous assumez avec compétence ne sont pas facilitées par la mutation actuelle et générale des institutions destinées à assurer le bien commun. S’agit-il de faire table rase tout? Nous pensons qu’il est nécessaire de réévaluer la place de certaines institutions, de rénover l’esprit de celles qui doivent demeurer. Il y faut beaucoup de lucidité, de courage, de patience. Nous en savons quelque chose à l’endroit où la divine Providence nous a placé. Aussi nous vous exhortons très vivement à former l’élite qui vous est confiée, dans l’optique du développement intégral de l’homme qui a besoin de paix, de justice, d’amour, qui a besoin de Dieu. C’est dans ces sentiments que Nous invoquons sur vous, sur vos familles, sur tous ceux qui vous sont chers, en gage des meilleures graces de confiance dans le Seigneur, sa divine bénédiction.

Corso di aggiornamento dei Fratelli Cristiani

Our special welcome goes to the group of twenty-five Christian Brothers who have come to Rome for a course of spiritual renewal. We are confident that these months have brought you into closer contact with Jesus Christ and with his Gospel. It is our hope that when you return to your post you will be able to communicate effectively to others the results of your prayerful study and meditation; that you will radiate Christ. to confirm you even more in your vocation of faith and love we invoke upon you in abundance the gifts of the Holy Spirit.

«Convegni Maria Cristina»

Ci piace ora rivolgere il nostro saluto alle Socie dei «Convegni Maria Cristina», riunite in questi giorni a Roma per tenere il XXV raduno dell’Associazione.

Avete desiderato, figlie carissime, questa visita per ascoltare una parola di incoraggiamento e più ancora per riaffermare il vostro impegno di fedeltà alla Chiesa, nella professione aperta ed attiva dell’apostolato. Noi che conosciamo le coraggiose iniziative che sapete promuovere sia in sede nazionale, sia nei centri culturali delle varie Città, volentieri confermiamo i sentimenti di apprezzamento e di stima che abbiamo per voi e per il vostro lavoro, vedendovi inserite, con una nota originale e distinta, nella gamma dei Sodalizi, esistenti nella comunità ecclesiale italiana. Ci rafforza in questa fiducia la scelta degli argomenti, intorno ai quali state discutendo: l’evangelizzazione dei popoli ed il nuovo diritto familiare. Son temi attualissimi, perché s’inquadrano, con larga e comprensiva visione, nell’essenziale funzione della Chiesa, senza dimenticare i problemi, particolari sì, ma anch’essi urgenti, della società civile; ed è scelta, quindi, che fa onore alla vostra perspicacia ed alla vostra sensibilità di donne e di madri cristiane. Questa aderenza alla realtà vi qualifica nel lavoro e, come esprime il proposito di contribuire alla soluzione di quei problemi, così fa appello ai valori della fede per attingerne il necessario fervore e per offrire concrete indicazioni soprattutto al mondo femminile e giovanile.

Auguriamo che il presente convegno, con l’applicazione del nuovo Statuto, dia ulteriore slancio al Movimento ed allarghi la sfera della sua benefica attività, e di tutto cuore vi impartiamo la Benedizione Apostolica, comprendendo in essa le colleghe ed i vostri cari congiunti.

Corsi di formazione professionale

Particolare affetto ci muove ora a rivolgere un paterno e cordiale benvenuto al gruppo di allievi dei Corsi di formazione professionale «San Giovanni Bosco» di Rovigo e «Santa Rita» di Ficarolo, convenuti, insieme col Vescovo Monsignore Giovanni Mocellini, con i Dirigenti, gli Insegnanti e Assistenti, in questo centro del Cattolicesimo e sede dell’umile Successore di Pietro per rendere pubblica testimonianza di fede in Dio e nella Chiesa e di amore al Papa, e per dare atto dei nobili obiettivi che ispirano l’istituzione.

Sappiamo, carissimi giovani, la vostra ansia e quella delle vostre famiglie di vedere riaffermata nella sua integrità la vostra dignità umana, quale Dio l’ha voluta; conosciamo altresì la generosità con cui corrispondete alle premure degli Educatori e di quanti ne affiancano l’opera, per il vostro inserimento qualificato e responsabile nel mondo del lavoro. Possiamo, da parte nostra, assicurarvi che non siete soli. Avete con voi l’Amico Gesù che vi consola e vi fortifica; spira in voi i suoi doni lo Spirito Santo, vi sorregge la Chiesa, della cui materna sollecitudine abbiamo voluto, ancora una volta, farci eco con la Lettera Apostolica «Octogesima adveniens», tutti esortando a un impegno di crescente solidarietà verso i fratelli più meritevoli e bisognosi di aiuto morale, culturale ed economico.

Nel congratularci col benemerito Ente per la iniziativa di cui voi siete oggetto, noi ringraziamo coloro che vi assistono della sensibilità cristiana con la quale attendono al compito ad essi affidato. Auspicio di sempre maggiori soddisfazioni spirituali e culturali per voi e per i vostri maestri sia la nostra propiziatrice Benedizione, che estendiamo volentieri ai vostri familiari e condiscepoli.

Maestre Pie Filippini

Rivolgiamo il nostro cordiale e riconoscente saluto a voi, Religiose del Pontificio Istituto delle Maestre Pie Filippini, che avete voluto concludere con questa visita al Papa le celebrazioni del III centenario della nascita della vostra Santa Fondatrice.

E con i medesimi sentimenti di compiacimento accogliamo volentieri tutte le persone - grandi e piccoli - che vi fanno corona, in numerosa e significativa rappresentanza dei vostri alunni di ieri e di oggi.

Anzitutto, una parola di plauso per la vostra commemorazione tricentenaria. È doveroso riandare al passato, risalire alle origini, quando, in epoche che ci hanno preceduto, tante preziose sementi sono state gettate, tanti frutti sono maturati e sono stati raccolti, molteplici esperienze hanno comprovato la propria validità e preso un avvio non caduco. Quali e quante ricchezze ci offre a tale proposito la storia due volte millenaria della Chiesa! E Lucia Filippini vi ha il suo posto: con la sua spiritualità di contemplativa nell’azione, col suo carisma di fondatrice ad appena vent’anni, con la sua fede saldissima, con la sua singolare fortezza nelle difficoltà e nella sofferenza, con il suo metodo pedagogico e il suo stile personale improntati a dolcezza; col suo entusiasmo apostolico, con la sua indefessa operosità e la sua moderna chiaroveggenza in numerose opere educative e assistenziali, sempre nel superiore e manifesto intento di portare anime a Cristo.

E poi, una parola di incoraggiamento. Vi siano sempre di conforto i suoi insegnamenti, i suoi esempi, e quel corroborante ed edificante contatto e colloquio spirituale che, in Dio, potete avere con lei, per attingerne luce e forza nella realizzazione della vostra consacrazione e nello svolgimento della vostra missione. La Santa Fondatrice vi confermi nei valori propri della vita religiosa, nelle motivazioni profonde della vostra oblazione e nelle sue espressioni esteriori, affinché tutto, in voi, sia sempre palese testimonianza di amore e di fedeltà al Signore, e possa così condurre a Lui i fratelli, a favore dei quali con tanto zelo vi prodigate.

A voi e a tutti coloro che qui vi accompagnano; a tutte le vostre consorelle e a quanti, vicini o lontani, beneficiamo delle attività apostoliche della vostra Congregazione, impartiamo di cuore una larga Benedizione Apostolica, propiziatrice di copiose grazie celesti.

Piccoli sordomuti

Un paterno ed affettuoso saluto desideriamo rivolgere adesso al numeroso gruppo di sordomuti ed alle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, le quali si dedicano alla loro educazione umana ed alla loro formazione cristiana.

Vorremmo cercare, figliuoli carissimi, di dirvi che Gesù vi ama con particolare predilezione, che il Papa sente per voi un affetto tutto speciale e vi augura di essere sempre buoni e sereni.

E voi, Religiose, custodite gelosamente nel cuore e realizzate nella vita, consacrata a Dio con i voti, gli insegnamenti e gli esempi del vostro Fondatore, il Sac. Filippo Smaldone, del quale in questi giorni ricorre il cinquantesimo anniversario del pio transito.

A tutti i bambini, che la divina Provvidenza e le famiglie affidano alle vostre materne cure, donate l’umile, nascosto, instancabile servizio, permeato di generosa carità, nella certezza che ogni gesto di amore, che avrete rivolto anche ad uno dei più Piccoli, lo avrete fatto allo stesso Gesù (Cfr. Mt 25,40).

A questi nostri auspici uniamo la propiziatrice Apostolica Benedizione.

«Fraternité Catholique Amicitia»


Mercoledì, 30 maggio 1973: INDIZIONE DELL'ANNO SANTO 1975


Paolo VI Catechesi 9573