BENSON IL PADRONE DEL MONDO

BENSON,

Il padrone del mondo

(Jn 15,18-20) (1Jn 3,13) (Ps 53,2) (1Jn 2,18-22) (1Jn 4,3) (2Jn 1,7)



«I principi dell’amore e della solidarietà, timidamente preannunciati nell’ultimo secolo in occidente, sono stati raccolti dall’oriente. Non si farà più appello alle armi, ma alla giustizia. Non dovremo più rivolgerci a un dio che resta nascosto, ma all’uomo, perché egli ha appreso la propria divinità!

È morto, in brevi parole, il soprannaturale, o, meglio, noi sappiamo che esso non è mai esistito. E ora dobbiamo solo mettere in pratica la buona lezione e lasciar perdere ogni tergiversazione affidando ogni pensiero, ogni parola e ogni opera al tribunale dell’amore e della giustizia.

Questo certamente sarà il compito degli anni che ci attendono. Ogni codice sia distrutto e ogni barriera abbattuta: partito unito a partito, paese a paese, continente a continente […] l’uomo è arrivato, finalmente, alla pace, perché ha capito se stesso». […]

«La pace era diventata finalmente una realtà universale, cosa mai accaduta prima nella storia non c’erano nazioni che, per quanto piccole, potessero vantare interessi diversi da quelli delle tre grandi potenze di cui obbligatoriamente facevano parte. Questo era il primo stadio dell’umanitarismo ed era stato raggiunto già da circa cinquant’anni. Il secondo stadio, cioè l’unione delle tre grandi potenze sotto un unico capo […] era stato raggiunto per opera di un solo uomo, che l’Umanità suscitò quando sentì indispensabile per la propria sussistenza l’esistenza di un uomo del genere. […] La razza umana aveva ora un’autocoscienza di unità, con una suprema responsabilità nei con­fronti di se stessa: sparivano dunque i diritti degli individui che erano giustamente riconosciuti nelle epoche precedenti. L’uomo ora aveva il supremo dominio sopra ogni cellula di questo Corpo Mistico e non poteva che considerare illimitati i diritti del tutto, allorché una cellula agiva a danno del corpo.

C’era una sola religione che reclamava la stessa totalità di diritto: la religione cattolica. [...] Il cattolicesimo [...] negava il fulcro stesso, della concezione nuova dell’uomo. I cristiani pie­gano il capo a un essere inventato che non solo è, secondo le loro idee, separato dal mondo, ma addirittura superiore. Per non considerare poi la sciocca leggenda dell’incarnazione che, da sola, basterebbe a far tramontare la loro fede. I cristiani si distaccavano, dunque, delibe­ratamente da quel Corpo Mistico di cui facevano per natura parte. […] II cristianesimo portava con se’ un veleno mortale; ogni cellula nella quale veniva inoculato il veleno infettava tutte le fibre che la ricollegavano al centro della vita. Era questo e solo questo il massimo delitto di alto tradimento contro l’uomo. Ed era un delitto, che non richiedeva altra ammenda se non la completa estirpazione della fede cristiana».



(R. Benson, Il padrone del mondo, Jaca Book, Milano 1997)







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