Agnese Grazi




Lettere di S. Paolo

a Agnese Grazi




1

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (001)

3O dicembre 173O.

(era nel Vol. I, al n. 48, a pag. 96)(399)


I. M. I.

Mia figliuola in Gesù Cristo,

Oggi parto per la S. Missione anche in mezzo alle mie fiere tempeste, ma purchè Dio sia glorificato, non importa : lei m'accompagni con fervide orazioni per la conversione delle anime, e si mantenga fedele nelle ss. regole date e massime del disprezzo ed annichilamento. Se il dolce Bambino la tira alla sua Capanna vada pure, e gli metta fra le fascie il memoriale dei bisogni dell' infelice che scrive, e massime che Dio ispiri per il buon esito di questo Ritiro, che alla mia venuta dopo essermi riposato verrò a sentirla. Si umilii, si diffidi di sè e legga in quello specchio Divino del Divin Infante, legga, dissi, il farsi niente, povera, piccola, morta, crocifissa, sepolta a tutto.
Gesù insegnerà lui, non vorrei si trattenesse in immaginative, ma lasciasse l'anima in s. libertà di volare e riposarsi in quel Sommo Bene, tutta bruciata, stupita, maravigliata, assorta in quelle infinite perfezioni, e massime in quell'Infinita Bontà, che s'impicciolì nella nostra umanità ecc. La contemplazione di questi ss. giorni le apre strada grande e Gesù benedica la mia figliuola, che mi ha data, e la faccia santa secondo il suo Cuore : Amen.

Ritiro ai 3O dicembre 173O.

Il POVERO PECCATORE PAOLO che parte.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Agnese Grazi nacque in Orbetello il 28 gennaio 17O3 da Marcantonio Grazi e Maria Monica Borsoni. Perdette la madre circa i dodici anni di età. Questa perdita fu di non lieve danno per la piccola Agnese, poichè priva della vigilanza materna si lasciò sedurre il cuore dalle vanità della terra e si diè a battere un sentiero che non era certo fatto per condurla a santità. Ma vegliava su lei l'occhio misericordioso di Dio. L'anno 173O S. Paolo della Croce teneva la sua prima missione formale a Talamone, non lungi da Orbetello. Una sera tra gli uditori vi era pure l'Agnese. Il Santo Missionario predicava sull' inferno. Ad un tratto egli si rivolse a quella parte dove trovavasi la Grazi, che in tal giorno aveva sofferto assai per un fiero mal di denti e si diè ad apostrofarla con questi termini : " O tu che adesso non puoi quasi più reggere per un solo dolor di denti, come potrai soffrire nell'inferno un cumulo di acerbi spasimi che ti sei pur meritato con le tue vanità ? " Queste parole colpirono grandemente l'Agnese ; il giorno appresso ella si gettava ai piedi del S. Missionario per fare l'accusa generale delle sue colpe e cominciò in quel punto un genere di vita virtuosissimo che non abbandonò più fino alla morte che avvenne il mese di giugno del 1744. Il Santo, conosciuta la divina volontà, si diè a dirigerla nello spirito conducendola ad un grado ben elevato di perfezione cristiana, come il lettore potrà rilevare dalle lettere seguenti. La conversione di Agnese guadagnò pure alla causa della fondazione la famiglia Grazi, che era tra le principali di Orbetello e il padre di lei, Capitano Marcantonio Grazi aprì al Servo di Dio e ai suoi compagni la sua casa nella quale trovarono poi sempre caritatevole ospizio quando si portavano ad Orbetello. Altri nomi ancora di questa famiglia troveremo in appresso. La Serva di Dio Agnese Grazi fu tumulata nella Chiesa del Ritiro della Presentazione sul Monte Argentaro. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 48, a pag. 96




2

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (002)

S. Antonio - Monte Argentario, 3 giugno 1733.

(era nel Vol. I, al n. 49, a pag. 98)(400)


Viva Gesù.

Sig.a D. Agnese : Gesù sia sempre nel suo cuore.

Ricevo in questo punto una sua con una scatola. Prego V. S. a non incomodarsi in alcun modo, ma solo dare a me occasione di servire all'anima sua con tutto quel zelo che m'ispira S. D. M. Non le dico altro, chè venerdì sarò in Orbetello ed ivi parleremo a gloria di Dio. Intanto prego il Signore la rimuneri della carità, e per fine la lascio nel Santissimo Costato di Gesù Cristo, in cui sono invariabilmente.
Di V. S.

S. Antonio 1733 ai 3 giugno.

Umil.mo Servo nel Signore PAOLO DANEI.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 49, a pag. 98





3

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (003)

2 agosto 1733.

(era nel Vol. I, al n. 50, a pag. 98)(401)


Sia lodato Gesù e Maria. Amen.

Mia figlia in Gesù Cristo,

Ieri sera ad un'ora di notte ho letto la sua lettera con le solite cose.
Lei è piena d'immaginazioni, che sono soggette ad infinite illusioni, e mi creda che io in queste sue così frequenti visioni immaginarie, temo fortemente che vi sia inganno del diavolo, ma però (per quello mi pare di conoscere) senza sua colpa per grazia di Dio, e però bisogna fuggirle, scacciarle con costanza, (ma senza sdegno con spirito umile e quieto) e massime quella immaginativa, quando le pare di veder me e di parlarmi. Oh ! che questo senz'altro è il diavolo, che sotto color di bene vuole ingannarla, e pretende che lei miri la creatura e perda di vista il Creatore, e così s'invanisca.
Non ha fretta il diavolo, va a poco a poco, e si trasfigura in Angelo di luce, ed anche prende immagine di Gesù, di Maria e dei Santi, ed anche dei Padri Spirituali. Mi creda che in questo v'è l'opera del diavolo, massime quando pregava se era volontà di Dio, che io venissi spesso da lei per le sue cose straordinarie, che in verità non sono, e lei si sentì dire di sì, sì che vogilo. Questa locuzione è del demonio, non è di Dio, perchè Dio non puole volere il mio danno spirituale, e venendo costì mi conviene perder molto tempo, lasciar l'orazione, non alzarmi a mattutino, oltre di quello non dico. Ah ! diavolo maledetto, non la vincerai.
Quando vorrà Dio che io venga, lui me lo farà conoscere, del resto poi non vi è pericolo che io più mi muova senza gran necessità.
Adunque io le comando che scacci tali cose, cioè tutte le immaginative, e quando sente o vede me sputi contro l'immagine ; ed anche quando le pare di vedere immaginative di Gesù e di Maria, gli sputi incontro, intendendo di sputare in faccia al diavolo che la vuole ingannare. Mi creda che parlo in nome di Gesù Cristo. Non faccia caso di locuzioni ecc., faccia stima della virtù e l'eserciti.
Non faccia lunghe conferenze in orazione dei miei bisogni, ma semplicemente mi raccomandi alla Misericordia di Dio, che mi salvi l'anima e mi faccia fare la sua Santissima Volontà. Seguiti la sua orazione in pura fede, abissata in Dio, in ispirito d'umiltà e d'annichilamento. Porti fra il seno dell'anima un mazzetto delle pene di Gesù e dei dolori di Maria.
Non perda di vista il nostro buon Dio, stando di continuo alla sua Divina Presenza, e procuri di lavorare qualche poco almeno al giorno, trattando però con Dio cuore a cuore. Seguiti la SS. Comunione al solito. Se vengono immaginazioni o altre viste subito le scacci via, e si diverta, e poi ritorni alla santa orazione in pura fede, cercando solo Dio e la sua Gloria, e viva morta a tutto quello che non è Dio.
Mi scriva solamente ogni quindici giorni, e in succinto. Voglio però che quest'altra settimana mi scriva se vengono più tali immaginazioni.
Non faccia caso che si senta ritener l'interno, quando dice a Dio che sarà ingannata, e ciò le pare segno di non esserlo. Sappia che anche il diavolo puol fare questo. Oh ! che è furba la bestiaccia.
Mi creda che queste cose le so, e che ho fatto qualche piccolo studio per la Gloria di Dio. Orsù buon cuore, che Dio ci libererà da ogni inganno, ne stia sicura.
Seguiti la sua via, che va bene. Mi obbedisca e non dubiti.
Gesù la benedica. Amen.

Ai 2 agosto 1733. PAOLO suo vero Servo in Dio.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 50, a pag. 98




4

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (004)

S. Antonio - Monte Argentario, 10 agosto 1733.

(era nel Vol. I, al n. 51, a pag. 100)(402)


Sia lodato Gesù e Maria.

La grazia dello Spirito Santo sia sempre nel suo cuore. Amen.

Ho ricevuto la sua lettera, in risposta della quale le dico che è ottimo obbedire al signor padre circa il comunicarsi, e così farà un gran sacrificio a Dio della sua volontà e manterrà la santa pace col suo signor padre, la cui intenzione sarà buona, e così deve credersi.
Quei gran Servi di Dio antichi si comunicavano ben di rado, ma perchè vi andavano ben disposti ricevevano sì grand'abbondanza di grazie che in breve facevano voli alla perfezione. Tenga sempre il suo cuore preparato a ricevere Gesù, l'inviti spesso a venire con ardenti desideri, ma quello le raccomando si è di tenere il cuore in pace, senza perturbazione, se si voltasse il mondo sotto sopra si mantenga la pace del cuore, niuno ci puole separare da Dio se non il peccato, questo non si vuole dunque viva Gesù ; manteniamo il cuore sempre rivolto al Paradiso.
Metta in pratica quei ricordi che le ho scritto e detto a voce. Si mantenga raccolta. Tenga lo spirito sollevato, si ristori il necessario per amor di Dio, e dorma il suo bisogno acciò la testa sia forte ed abile agli esercizi di pietà.
Dio la benedica, preghi per me che la lascio nel Cuore Santissimo di Gesù, ed io sono sempre

S. Antonio ai 10 agosto 1733.

Suo vero Servo nel Signore PAOLO FRANCESCO DANEO D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 51, a pag. 100




5

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (005)

S. Antonio - Monte Argentario, 6 settembre 1733.

(era nel Vol. I, al n. 51 bis, a pag. 101)(403)



I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo dilett.ma,

In questo punto ho ricevuta la sua lettera, e non ho tempo di rispondere che il ragazzo vuol partire. Mi riservo lunedì. Io sarò ad Orbetello a buon'ora ; la Messa la celebriamo qui. Bisogna che lunedì sera io sia a Marciano senz'altro. In Orbetello mi devo fermare almeno tre o quattro ore, che devo parlare col Generale, col Vicario ed altri. Lo dica al signor zio, che poi noi anderemo a pranzo alla Vigna, ma lui puole andar più presto, che noi partiremo da Orbetello a 15 ore.
Lei stia forte e contenta in Dio, che la libererà sempre da ogni male.
Se puole si comunichi un poco per tempo, e poi venga a San Giuseppe che ivi la sentirò, almeno un'ora.
Se non ha il libro dei Sette Dolori lei, se lo faccia dare dalla Signora Marianna a mio nome, che ne ho bisogno, poi farò la restituzione.
Gesù la benedica.

Da S. Antonio 6 settembre 1733.

PAOLO Suo Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Questa lettera era indicata nella edizione curata dal P. Casetti come la numero 4bis delle lettere rivolte a lei dal santo. Evidentemente era stata scoperta e collocata in ordine cronologico in un secondo tempo . Con la rinumerazione operata in questo volume il problema è risolto e le lettere rivolte ad Agnese Grazi risultano non 165, ma 166. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 51 bis, a pag. 101




6

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (006)

Portercole, 15 settembre 1733.

(era nel Vol. I, al n. 52, a pag. 102)(404)


I. M. I.

Sig.a D. Agnese. Ho ricevute due sue lettere, e perchè ero infermo non ho potuto rispondere. Adesso che sto un poco meglio, sebbene ancora convalescente, le dico che bisogna turarsi le orecchie alle dicerie del mondo, non farne caso niente affatto, ma camminare avanti in viva fede, servendo a Dio con gran fedeltà, e patendo tutti quei travagli che la Maestà Sua si compiace mandarci per nostro bene.
Mi spiace sentire la grand'irriverenza della Chiesa, io procurerò di andare in pulpito per gloria di Dio, nel mio passaggio che farò in Missione. Desidero però che ciò sia segreto ecc.
Circa alla condotta del suo spirito, mi rimetto a ciò che ho detto e scritto altre volte ; per ora non v'è bisogno di rinnovar niente.
Io sono venuto qui in Portercole per essere miglior aria, e per avere la Chiesa vicina alla propria camera, che posso dir Messa.
Prego però il Signore a rimunerare a tutta la sua Casa la carità che ci continuano ; verrà il tempo che tutti ce ne prevaleremo. Altro non dico, perchè son fiacco e debole di capo. Preghi per me e stia contenta in Dio ed il Signore la benedica. Mi saluti nel Signore la Signora Maria Anna.

Portercole 1733 ai 15 settembre.

Domani a sera me ne vado al Monte.

Suo Indeg.mo Servo PAOLO.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 52, a pag. 102





7

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (007)

16 dicembre 1733. (era nel Vol. I, al n. 53, a pag. 103)

(405)


Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Mia Figlia in Gesù Cristo. La grazia dello Spirito Santo sia sempre con lei. Amen.
Ieri, dopo avere scritta la piccola regola per la distribuzione degli esercizi, secondo il suo stato presente (che è quella qui dietro notata), ricevei una sua lettera, e ringrazio Dio che per sua infinita Misericordia la spoglia di tutti i sentimenti di sensibile divozione, acciò staccata da tutto, viva abbandonata in Dio, e impari nell'orazione ad adorare l'Immensa Sua Maestà in spirito e verità.
Sento dunque che non puole meditare come prima, nè figurarsi il luogo, e che lo spirito patisce, se vuole sforzarlo. Deo gratias. Faccia dunque così.
Se ne stia alla Presenza di Dio, con una pura e semplice attenzione amorosa a quest'Immenso Bene, in un sacro silenzio d'amore, riposando con questo santo silenzio tutto il suo spirito nel Seno amoroso dell'Eterno Iddio ; e quando cessa il raccoglimento, svegli lo spirito dolcemente, con qualche slancio d'amore : Oh cara Bontà ! Oh infinita Carità ! Oh caro Dio ! Son vostra : Oh infinita dolcezza ! Questi od altri come Dio le ispira. Ma avverta che se nel fare uno di questi slanci d'amore l'anima si pacifica e si raccoglie in Dio, non bisogna far altro, ma seguitare questo silenzio amoroso, questo riposo di spirito in Dio, che comprende incomparabilmente tutti gli atti discorsivi che mai possiamo fare noi.
E quando non si sente questa pace interna, ossia raccoglimento, e che l'anima nemmeno puole meditare, bisogna lasciarla così ; deve però sempre starsene con attenzione amorosa a Dio, con la suprema parte dello spirito. In tal caso dunque se ne stia avanti a Dio, come una statua nella sua nicchia staccata da ogni consolazione.
Circa alle orazioni vocali dica le seguenti, perchè vedo che lei s'è caricata troppo.
Il terzo del Rosario, tre Pater ed Ave alla Santissima Trinità, ringraziandola da parte di Maria Vergine, con quelle tre orazioni: lo vi adoro ecc.
Un Credo ai Santi Apostoli. Un Pater ed Ave con gloria all'Angelo Custode.
Un altro al Santo del proprio nome.
Tre Pater ed Ave con il Gloria Patri ecc. ringraziando la Santissima Trinità delle grazie fatte ai suoi Santi Avvocati e a tutto il Paradiso. Ai Sette Dolori i soliti che dice. Alle Piaghe di Gesù i soliti cinque. Adesso seguiti sino al SS. Natale le 40 Ave Maria.
A S. Francesco un Pater Noster e cinque Gloria Patri.
Nove Gloria Patri ai nove Cori degli Angeli.
Nelle Feste dei suoi Santi Avvocati li onori con qualche divozione di più, secondo lo Spirito Santo le ispira.
E se nel dire le orazioni vocali si sentisse tirata alla mentale con profondo raccoglimento, lasci e faccia la mentale, poi seguiterà le vocali. Gli dia il suo tempo : le reciti senza prescia, ma soavemente con lo spirito riposato in Dio.
Per adesso, non posso venire in Orbetello : preghi per me e Dio la benedica.

Ai 16 dicembre 1733.

Suo vero Servo nel Signore PAOLO FRANCESCO DANEI.

Qui dietro è scritta la distribuzione del tempo. I. M. I.


Regole per la distribuzione del tempo, per la Sig. D. Agnese Grazi (1).

Primo. Alla mattina subito alzata faccia un'ora circa di orazione mentale, dopo la S. Comunione Spirituale.
2 Se puole andare a Messa, ci vada, se no pazienza.
3 Il resto del tempo sino a pranzo lavori, con la mente a Dio in santo silenzio. Risponda però quando è interrogata, con ogni dolcezza, buona grazia e carità.
4 Mezz'ora prima di pranzo legga un poco e poi si trattenga ai piedi del Crocifisso, se puole per un quarto d'ora circa.
5 Pranzi in pace : attenda alla discreta mortificazione.
6 Dopo pranzo stia in ricreazione con gli altri, con ogni dolcezza e carità. Se fa bisogno riposi per un poco.
7 Sino a ventitre ore o poco più, lavori con la mente a Dio. Poi si prepari per l'orazione mentale, e ne faccia un'ora.
8 Ceni. Dopo pigli un po' di divertimento.
Poi si ritiri : faccia l'esame di coscienza, la lezione spirituale e vada al riposo. Dica le solite orazioni vocali della sera ecc.
Le raccomando la presenza di Dio, da cui ne nasce ogni bene. Dio la benedica.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. E' da tener conto per intendere quest'orario del modo di calcolare le ore in uso in quel tempo. La numerazione cominciava un'ora dopo il suono dell'Ave Maria della sera. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 53, a pag. 103




8

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (008)

S. Antonio - Monte Argentario, 25 febbraio 1734.

(era nel Vol. I, al n. 54, a pag. 106)(406)


Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù.

La grazia dello Spirito Santo sia sempre nel suo cuore. Amen.

Ricevei una sua lettera che sono molti giorni, a cui non ho potuto mai rispondere, perchè Dio ha disposto così. Adesso, che (grazie a Dio) i rumori vanno cessando e la posta corre, rispondo (1).
Godo al sommo che abbia trovato un buon Confessore ; sa Dio quanto ne sono consolato. Si prevalga dei santi avvertimenti e consigli che le darà, e ne faccia profitto. Circa a quello mi dice degli scrupoli, le dico ciò che già le ho detto, si serva di quelle regole : desidero però più che V. S. li conferisca con il Padre Confessore e faccia quello le dirà lui ; preghi assai per me. Io la raccomando sempre a Dio. Dica alla Signora Suplicia Roselli, se però la vede, che io prego nella Santa Messa per lei ancora, e che perseveri nel bene incominciato e non lasci mai l'orazione ; così dico a V. S., preghino per questo povero Sacerdote peccatore, acciò faccia la Santissima Volontà di Dio. Deo gratias.

S. Antonio ai 25 febbraio 1734.

Suo vero Servo PAOLO DANEI.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)


1. Accenna alla guerra di quei tempi nello Stato dei Presidi. Di essa ne parlano le biografie del santo. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 54, a pag. 106



9

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (009)

Orbetello, 17 marzo 1734. (era nel Vol. I, al n. 55, a pag. 107)

(407)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia figlia in Gesù Cristo : La pace di Gesù Cristo sia sempre nel suo cuore. Questa sera giorno diciassette di marzo ricevo la sua lettera, in data dei cinque del medesimo. Sento i suoi lamenti e il rammarico sentito che io abbia scritto non come Padre Spirituale, ma come persona particolare ; eppure sa Dio, quanto desidero di giovare all'anima sua, e non passa giorno che io non la raccomandi a Sua D. M. nel Costato di Gesù Cristo. Quando scrissi lo feci in fretta, e non mi pareva necessario allungarmi di più, tanto più che (grazie sempre a Dio) lei è provvista di un buon Confessore, e sa Iddio quanto ne godo nel Signore.
Oh ! via ; ringraziamo Iddio, che ci continua le Divine sue Misericordie.
Circa a quello mi dice dell'orazione, e delle aridità che prova nella medesima, le dico che questo è un tesoro nascosto, e che Iddio pretende con queste di spogliarla d'ogni contento, acciocchè Dio solo sia il contento de' suoi contenti.
Oh, mia figlia ! fortunata quell'anima che si stacca dal suo proprio godere, dal proprio sentire, e dal proprio intendere ! Altissima lezione è questa ; Dio gliela farà imparare, se lei metterà il suo contento nella Croce di Gesù Cristo, nel morire a tutto quello che non è Dio, sulla Croce del Salvalore.
Le avversioni che lei prova, le burle, le derisioni, i motteggiamenti ecc. si devono ricevere con somma gratitudine verso Dio : queste servono per legna, alfine di far la catasta amorosa, per poi bruciare vittima d'amore. Circa alle avversioni le scacci dolcemente, con mostrarsi tutta cordiale verso quelle persone, e faccia nel medesimo tempo qualche atto interno di carità, ma soavemente, per esempio : o care anime di Gesù, vi amo nel Cuore di Gesù, che brucia di amore per voi ; o anime benedette ! amate l'amore Gesù per me ! ecc. Questi atti devono essere fatti con la punta dello spirito, con ogni soavità. La lascio però in libertà di farne degli altri, secondo Dio le ispirerà.
Nelle burle, stia zitta, ma si mostri di buona cera, mostri di gradirle, per amor di Dio, mia figlia ! Le sia a cuore il disprezzo di se stessa.
Circa all'orazione, seguiti le regole, che le ho date : nelle aridità svegli dolcemente lo spirito con atti amorosi e poi riposi in Dio, senza sentirlo e senza goderlo, che allora l'anima si mostra più fedele.
Farsi un mazzetto delle pene di Gesù e tenerle nel seno dell'anima, come già ho detto. Qualche volta se ne puol fare una memoria dolorosa ed amorosa, parlandone dolcemente col Salvatore : oh, Gesù caro ! Come vedo il vostro Volto livido, gonfio, sputacchiato ! Oh, amor mio ! che vi miro tutto piaghe ! Oh dolcezza mia, che vi vedo le ossa spolpate ! Ahi quante pene ! Ahi quanti affanni ! Ahi quanti schiaffi ! Ah amor mio dolcissimo, che siete tutto una piaga ! Ah pene care ! Ah piaghe care ! Vi voglio sempre tenere nel mio cuore. Oh Padre Eterno, ecco il mio Gesù tutto piaghe ! Ecco il vostro Figlio caro in tante pene, ve l'offerisco per remissione dei miei peccati e di quelli di tutto il mondo, in ringraziamento dei benefici ecc.
Ho detto questo per esempio ; la lascio però in santa libertà di fare come lo Spirito Santo le ispira. Voglio però che come ha fatto questa memoria, seguiti il riposo amoroso in Dio, il santo silenzio amoroso, tutta abissata in Dio, adorandolo in spirito e verità.
Queste regole puole praticarle anche nella Santissima Comunione, e la memoria della Passione del Signore la faccia avanti, ed anche dopo, quando Dio la muove a farlo.
Dia pure tutto il ragguaglio dell'anima sua al Padre suo Confessore : gli dica pure come l'ho regolata, che ne ho assai caro e metto il tutto sotto la sua caritatevole censura : gli dica che l'ho istruita nella meditazione e glie l'ho fatta fare sempre, ma poi Dio ha voluto, che si cammini in altro modo, e così col consiglio dei Santi, anch'io le ho dati gli avvisi, che lei pratica. Se Dio ci vuole spogliare, lasciamolo fare. Non si lasci l'esercizio delle sante virtù, non si lasci la cara presenza di Dio, non si lasci la memoria della Passione del caro Gesù, ma bisogna meditarla a modo suo e non a modo nostro. Le regole si sono date, ma Dio è il Maestro. Abbandoniamoci in lui, fidiamoci di lui. Spogliamoci di tutto, che Dio ci vestirà a modo suo.
Circa agli scrupoli faccia pure e seguiti il modo che già le ho detto e che lei mi scrive. Lei già ne prova mirabili effetti. Quella allegrezza interna che viene, dopo che lei ha fatto nel modo prescritto, è testimonio che non è rimasta l'anima macchiata e che non si è acconsentito alle tentazioni.
Le dò licenza, e ne ho gusto, se però lei vuole, che mostri la mia lettera al suo Padre Confessore, e avrei caro che lui correggesse i miei errori, che so certo che sono un grande ignorante ed imperfetto : la lascio però in libertà.
La Signora Suplizia seguiti l'orazione, e vorrei che s'acquietasse sopra quello che le ho detto, se no non avrà mai pace : non dico altro.
Il Crocefisso non l'ho mai ricevuto, e ho scritto, mi pare, due volte, una lo so di certo ; saranno i presenti rumori.
Circa la Comunione la faccia tutte le feste, oltre dei tre giorni la settimana. La Settimana Santa, anzi dalla Domenica di Passione sino al Giovedì Santo, si comunichi ogni mattina, se però puole ed il Confessore suo glielo accorda, a cui mi sottopongo con tutto lo spirito. Non occorre confessarsi sempre, che non v'è bisogno (grazie a Dio) ; basta ricevere l'assoluzione alla domenica o in altro giorno, e farsi materia di qualche cosa passata. E' due ore di notte suonate e sto qui in Orbetello assistendo un inferno. Resto con darle la santa benedizione di Gesù Cristo, preghi per i miei grandissimi bisogni. Deo gratias. La lascio nel Cuore di Gesù : Amen.

Orbetello ai 17 marzo 1734.

Suo vero Servo nel Signore PAOLO DANEI.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 55, a pag. 107




10

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (010)

S. Antonio - Monte Argentario, 17 aprile 1734.

(era nel Vol. I, al n. 56, a pag. 110)(408)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figlia in Cristo,

Ho ricevuta la sua lettera consegnatami dalla Sig.a Marianna, e poco fa ricevei l'altra, che mi mandò dalla Sig.a D. Giulia sua sorella. Non ho altro che dire se non confermare il già detto. Circa all'orazione tiri avanti così. Cavi l'amor d'Iddio da tutte le creature, ma per farlo bene bisogna essere staccata, anzi morta alle medesime. Viva tutta riposata in Dio, in spirito e verità, ma sia il suo cuore sempre umile, dolce e tutto fuoco di carità.
Seguiti come fa con le Monache : ami tutte in Dio, ma non si attacchi a nessuna, sia uguale con tutte, ma non mostri confidenza ed amicizia particolare. Segreta, modesta e prudente nel parlare, pieghevole in tutto ciò che non è peccato. Studi di far piuttosto la volontà degli altri che la sua.
Non s'attacchi alle consolazioni spirituali ecc. Quando le viene quel profondo raccoglimento, che nasce dalla presenza d'Iddio, seguiti così, senza fare altra sorta di orazione. S'abbandoni in Dio, riposi in Dio e lasci a lui la cura di tutto. Non pensi al dimani, ma viva a momenti, facendo sempre il beneplacito d'Iddio. Quando vengono consolazioni di spirito assai profonde è segno che Dio ci vuol fortificare, acciò ci apparecchiamo a patire assai per suo amore.
Mia Figlia, mi creda che non mancheranno croci, e tanto più se approfitterà nel servizio d'Iddio più crescerà il patire. Questa è la vita di Cristo, questa è la vita dei Servi del Signore. Abbracciamo dunque di buon cuore la Santa Croce.
In quanto agli esercizi che mi dice, che vuole il P. Confessore che li facciano tutte le secolari ecc., se il Padre lo vuole, lo obbedisca subito.
Vada a sentire le meditazioni, si metta nell'ultimo luogo, ma non stia legata ai punti delle medesime. Seguiti la sua orazione, come Dio la guida, abissata tutta in Dio. Senta con devozione, ma lasci che il suo spirito se ne stia in un profondo raccoglimento, riposandosi tutto nel Sommo Bene.
Quando poi vorrà che si conferisca, gli dica che lei non ha spirito di conferenza, che per la sua ignoranza non ha che dire intorno alle sue meditazioni, ma però gli dica che sono divote e di profitto, e poi replichi ciò che le ho scritto nell'altra mia. Se poi si sente di conferire, lo faccia pure. Già sa che le ho data licenza di conferire con chi vuole, di pigliarsi altro Padre Spirituale. Io le confermo il già detto, se si sente ispirata, lo faccia pure, che l'ho assai caro. Sa Dio se lo dico di cuore, che io non ho spirito da sapere dirigere nessuno. Ma se poi non si sente di farlo, io non posso, nè devo in coscienza obbligarla a conferire, che non farei bene in questa parte. Vorrei che dicesse al suo Padre Confessore che il Padre suo Spirituale le ha detto e replicato più volte che quando sarà in Viterbo le dà licenza di conferire con chi vuole e pigliarsi quel Padre Spirituale che Dio le ispira, e poi gli dica che Dio finora non l'ha ispirata a farlo, e che non puole farlo senza mettere il suo spirito in grande sconvolgimento e turbazione, e che però la perdoni se non puole dir di più, che lei è pronta ad obbedirlo, tanto nelle Comunioni che in altro che concerne lo stare in Monastero ecc. ; ma che lei è in Monastero per sei mesi, e che finiti, quello vorrà Dio si farà, e non vuole per altro che la volontà di Dio ; e però che lo prega a contentarsi così e pregare per lei.
Circa al confessarsi, seguiti come ho detto.
Senta gli avvisi del Confessore con ogni riverenza ed umiltà e si ritiri in pace.
Il giorno santissimo di Pasqua parto per Acquapendente, ma non potrò venire a Viterbo che non sono troppo disposto. Se Dio disponesse avrei caro, che visiterei S. Rosa, ma è moralmente impossibile che io venga. Preghi per me, che ne ho estrema necessità, e mi raccomandi alle orazioni delle RR. Madri Monache, senza nominarmi e preghi Dio che mi dia un alto disprezzo di me stesso, e che tutti mi conoscano per quel che sono, e così non facciano conto di me, ma tutti mi raccomandino a Dio.
La lascio nel Costato di Gesù e la benedico nel Signore.

S. Antonio ai 17 aprile 1734.

Non occorre mandarmi lettere sino alla fine di maggio, che non sarò qui, o almeno verso il fine. Se le bisogna qualche cosa mi scriva in Acquapendente, che vi sarò per tutto il nove di maggio, in cui darò la Santa Benedizione Papale ; ma se non v'è necessità non scriva.

Suo Indeg.mo Servo PAOLO DANEI.

(Conforme all' originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Questa lettera e le seguenti fino al n. 97 sono dirette al Monastero delle Domenicane in Viterbo, dove la Serva di Dio si era ritirata per qualche tempo. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 56, a pag. 110





11

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (011)

S. Antonio - Monte Argentario, 4 agosto 1734.

(era nel Vol. I, al n. 57, a pag. 112)(409)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figlia nel Signore. La pace di Gesù sia sempre nel suo cuore. Amen.

Ricevei una sua lettera, alla quale non risposi, perchè stavo poco bene. Ora le dico che io sono sempre pronto a servire all'anima sua, ma la lascio sempre in santa libertà di conferire e consigliarsi con chi Dio le ispira : questo sia detto per sempre, senza più replicarlo, giacchè glie l'ho detto altre volte ecc.
Ho a caro che l'oggetto della sua orazione sia la Passione di Gesù Cristo, e che in quei colloqui amorosi l'anima si abissi in Dio. Ma mi senta bene. Voglio che lei lasci l'anima in libertà e che la lasci secondare gli attratti amorosi dello Spirito Santo ; e perciò replico ciò che ho già scritto : bisogna fare orazione non a modo nostro ma a modo d'Iddio. Sì, mia figlia. Quando l'anima gusta di starsene da solo a solo con Dio, con pura e santa attenzione amorosa in Dio, in pura e viva fede, riposando nel Seno dolcissimo dell'Amato Bene in un sacro silenzio d'amore, dove l'anima parla a Dio con questo santo silenzio più che se parlasse ; bisogna in tal caso lasciarla stare così, e non sturbarla con altri esercizi, perchè Dio allora la porta lui nelle sue braccia amorose e la fa entrare nella sua cantina a bere di quel dolcissimo vino che fa germogliare le Vergini. Oh che gran linguaggio è mai questo !
Non dico altro, che non sono in perfetta sanità ; seguiti i soliti esercizi che le ho detti e scritti, e preghi per me. Dio la benedica.

S. Antonio ai 4 agosto 1734.

Non mi scriva per la posta, ma le mandi alla Sig.a Marianna.

Suo vero Servo in Dio. PAOLO DANEI Missionario.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 57, a pag. 112




12

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (012)

S. Antonio - Monte Argentario, 10 agosto 1734.

(era nel Vol. I, al n. 58, a pag. 113)(410)


Viva Gesù.

Mia figliuola in Gesù Cristo,

Già ho scritto in questa medesima posta un'altra mia in cui dicevo che non avevo ricevuto che tre lettere, ma ho fatta maggior diligenza e vedo che sono quattro ; sicchè non se n'è persa nessuna, così spero ; e quella che lei mi scrisse al principio di quaresima, dopo qualche mese l'ho trovata in un luogo sigillata, che si sono scordati qui di darmela, che ero fuori. Non pensi dunque ad altro, e stia quieta, ma le sigilli bene e le invii sicure. Oh se sapesse quanto Iddio mi fa pensare all'anima sua, per cooperare alla sua maggior perfezione ! Mi creda, che io ne sono stupito da me. Sia dunque fedele al Sommo Bene, s'abbandoni sempre più in lui, e creda che sebbene vi sono nella sua condotta molte cose della sua propria immaginativa e del suo proprio spirito, il fondo però è opera di Dio. Ah ! che Sua Divina Maestà vuole una gran perfezione da lei, e però egli fa nel suo spirito un divino lavoro per deliziarsi in esso e farla ricca dei suoi Eterni Beni. Umile dunque, figlia mia, umile, sconfidata di sè e tutta confidata in Dio, e faccia ciò che le è detto da chi la dirige.
Nell'altra mia le ho detto il necessario ecc.
S'avvicina la gran solennità dei trionfi della nostra cara Mamma. Oh dolce morte ! Morì d'amore questa gran Regina : morte che è più desiderabile della vita.
Ah ! in quel ss. giorno le raccomandi assai il povero Paolo : io non desidero altro che essere tutto trasformato nel Divin Beneplacito. Supplichi la Gran Signora che in quel ss. giorno si pigli protezione di questo suo Ritiro e lo provveda di grandi Servi suoi, e li diriga lei, secondo il gusto del suo Santissimo Figlio.
La vigilia mangi un po' di minestra, pietanza no, e beva acqua, se però sta sana ; se no, pigli quel solito ristoro. Come tutte le Monache sono sedute a tavola, s'inginocchi in terra in mezzo al refettorio, e si levi la scuffia di capo e la ponga in terra vicino alle ginocchia, e poi dica la sua colpa così : Madre Abbadessa, dico la mia colpa che sono una cattiva, che non c'è nessun bene in me e tutta imperfetta, gliene dimando perdono, e chiedo perdono a tutte le Religiose e le prego a pregare Dio per me.
Lo faccia questo con spirito franco, umile, dolce, modesto, e si apparecchi a sentire una risata ecc., ma lei stia raccolta in Dio : fatto questo si ponga di nuovo la scuffia in capo, baci la terra e vada a tavola.
Finisco, che non ho ancora serrato gli occhi, eppure è già detto mattutino e l'orazione. Ma sto poco bene, ed aspetto un poco di visita amorosa di Gesù : Dio la benedica. Amen.

S. Antonio ai 10 agosto 1734.

Questa colpa l'ha da dire la Vigilia della Santissima Assunta alla mattina in refettorio, al principio del pranzo, fatta la benedizione, come sono sedute le monache.

L'indeg.mo suo Servo PAOLO D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 58, a pag. 113





Agnese Grazi