Agnese Grazi 13

13

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (013)

Pitigliano, 10 settembre 1734. (era nel Vol. I, al n. 59, a

pag. 115)

(411)


Viva Gesù.

Mia Dilettissima Figlia in Gesù.

Con l'occasione che scrivo alla madre Suor Lilia (1) , che mi ha fatto la carità di scrivermi qui in Pitigliano dove sono a fare la S. Missione, non lascio di visitare nel Cuore purissimo di Gesù la mia diletta figlia, e le dico che conservi fedelmente gli avvisi che il povero Paolo le ha dati.
Se però vi è grand'impulso di scrivere ciò che succede, purchè siano cose straordinarie e che si faccia per dar conto al P. Spirituale per fuggire gl'inganni, mi contento e le dò la licenza e benedizione.
Non posso più scrivere che ho fretta ; prego Gesù che la bruci d'amore.
Voglio che seguiti a pregare Dio che le insegni la sua Santissima Volontà. Ho fatto un lungo tratto di strada di più per sentire la conferenza di due sorelle germane, mie figlie in Gesù Cristo, che veramente vogliono servire Dio alla grande, e credo che Dio voglia gran cose da queste due anime. Spero che verranno qui a parlarmi. Sono giovanette di poca età, civili, ma tutte amanti d'Iddio.
Spero un giorno saranno compagne della nostra divozione : Viva Gesù.

Pitigliano ai 10 settembre 1734.

PAOLO Suo vero Servo in Gesù.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Suor Lilia del Crocifisso, fondatrice di alcuni Monasteri di Francescane. E' Venerabile. Purtroppo non conserviamo nessuna delle lettere scritte dal santo a quest'anima grande. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 59, a pag. 115





14

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (014)

4 ottobre 1734. (era nel Vol. I, al n. 60, a pag. 116)

(412)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figliuola in Gesù Cristo, La grazia dello Spirito Santo sia sempre nel suo cuore : Amen.

Venerdì 1. di ottobre, nel mio arrivo in Orbetello dalla Santa Missione di S. Fiora, ricevei una sua car.ma che mi fu consegnata dalla Sig. Marianna. Ho sentito con gusto i suoi lamenti e risentimenti, che mi sono stati cari per quello riguarda alla mia propria persona ; ma per quello spetta alla sua perfezione propria mi dispiacciono, perchè la vorrei un'anima di gran virtù, spogliata di tutto quello che non è Dio, acciò arrivasse ad una gran perfezione. Orsù, figlia mia ! non per questo bisogna conturbarsi, poichè con me non puole fallire. Io non ho scritto perchè non ho potuto, parte per infermità, parte perchè sono stato occupato in altre cose di servizio di Dio. Le sue lettere le ho ricevute e ne ho accusata la ricevuta, e con mia lettera e per la Signora Marianna, mia figlia dilettissima in Gesù Cristo, che cammina in spirito e verità. Abbia dunque pazienza, addolcisca il suo cuore, che io lo miro con compassione, perchè lo vorrei tutto imbalsamato di amore di Dio e di ogni perfezione che racchiude il S. Amore.
Vedo che lei ha conosciuta la sua poca umiltà nello scrivere un po' risentito, e mi edifico che ne chiede scusa, ma non la chieda a me, che certo, mi creda, non me ne sento niente, ma niente di afflizione, che la compatisco assai, la chieda a Gesù, e non si conturbi soprattutto, che v'è poco male, ma si emendi, e sia umile, perchè un granello di superbia basta a rovinare una gran montagna di santità.
Senta, mia figlia ! Io sono sempre quello che le sono stato ; le sono stato Padre, perchè Dio ha voluto servirsi di me indeg.mo per darle il latte della santa divozione. Se non mi vuole più scrivere, come V. S. mi dice, la lascio in libertà, come già l'ho sempre lasciata ; poichè (ella ben sa) che in questa parte sono molto staccato, e se fossi così in tutto sarei santo ; e già le dissi prima di partire che in Viterbo vi sono uomini grandi e che si pigliasse un buon Direttore, che io ne avevo sommo contento, che ben conosco essere io un gran cieco. Via dunque, mia figlia, non abbia paura di disgustarmi, che anzi mi darà assai gusto perchè so che sarà molto meglio assistita che da questo cieco ignorante e sommamente imperfetto.
Io sono sempre disposto di servirla dove e come e quando vorrà compiacersi di comandarmi, se non le sarò Padre, le sarò servo perpetuo in Gesù Cristo ; ed almeno avrò questa fortuna, di avere cooperato in qualche parte alla sua perfezione.
Viva umile e nel suo disprezzo, segreta a tutti, abbandonata in Dio, crocefissa con Cristo, contenta solamente d'essere priva d'ogni contento per amor di Dio.
Se questi avvisi li scriverà nel cuore per eseguirli, sarà una vera discepola e sposa del Salvatore. Preghi per me assai, che sono in estremi bisogni combattuto di dentro e di fuori in uno stato il più deplorabile, perchè il più imperfetto per mia colpa, essendo un albero non di balsamo, come dovrei, ma di marciume che non getta altro che puzza pestilenziale.
Preghi e faccia pregare per questo miserabile. La lascio nel Cuore dolcissimo di Gesù, in cui sono, e sarò sempre.
Di V. S.

Ai 4 ottobre 1734.

Vado a fare la Missione al Giglio.

In qualunque tempo la possa servire qui, mi comandi pure con tutta libertà, come a suo servo indeg.mo e di tutti.

U.mo Servo vero in Cristo PAOLO DANEI.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 60, a pag. 116




15

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (015)

S. Antonio - Monte Argentario, 28 ottobre 1734.

(era nel Vol. I, al n. 61, a pag. 118)(413)



Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figlia in Cristo,

Nel mio arrivo dalla Santa Missione ricevei una sua car.ma : ringrazio Dio che le fa parte del gran tesoro della Santa Croce, dei disprezzi ecc.
Se li tenga cari, ma assai. Circa le orazioni che fa e nello svegliarsi ed alzata, seguiti pure che va bene, ma quando si sente tirata al riposo in Dio, all'abissarsi nell'immenso Bene, lasci la vocale, per la mentale.
Nelle distrazioni e tentazioni che occorrono nella santa orazione non bisogna inquietarsi niente affatto, ma ritirarsi tutta nella suprema parte dello spirito ed ivi entrarsene nel santuario a trattare con Dio in spirito e verità ridendosi dei fracassi esteriori dei nemici, che fanno rumore attorno all'anima ma non possono entrare dentro. Se sarà ben umile, Dio le farà intendere ciò che le dico.
Le sue lettere l'ho ricevute sempre, non se n'è perduta nessuna, ma io non posso per ora provvederla di quello lei vuole ; e poi quando il Padre Spirituale non vuole rispondere, per maggiormente fare stare crocefissa l'anima ecc. deve forse una buona figlia obbediente lamentarsi e dolersi ? No, ma deve quietarsi e tacere. Lei è ancora bambina nella devozione, ma Dio la slatterà, ed allora farà come i bambini, che per un poco gridano e vengono infermi, sino che siano avvezzi a mangiare cibi sodi.
S'avvezzerà anche lei al cibo sodo di cui si cibano le anime sulla Croce di Gesù Cristo.
Faccia il Santo Avvento e digiuni ogni giorno fuori che le Domeniche. Lo principii dalla festa di |tutti i Santi sino al S. Natale. Voglio però che mangi quello le è dato, per non fare singolarità, lo faccia però con gran mortificazione, ma con somma prudenza e disinvoltura. Voglio che mangi sempre il suo bisognevole. Alla sera faccia solamente colazione, fuori che alle domeniche ; faccia la disciplina ogni giorno, fuori che le feste. Il giorno della Santissima Presentazione di Maria SS.ma faccia la Comunione per me, rinnovi il s. voto di verginità.
Nel Santo Avvento s'abissi più del solito nel considerare l'Infinita Bontà di Dio, che ha voluto impicciolirsi, sotto la nostra umanità, nascondendosi nel seno dell'intemerata Vergine Immacolata. Ami questo Bene Infinito col Cuore dolcissimo di questa gran Signora Maria SS.ma. Dio l'insegnerà lui.
Circa a quella buon'anima che mi dice : se Dio I'ispira a venire in Orbetello, la meni pure, ma ne chiegga a suo tempo licenza al signor suo zio. La sig.a Fiora ha tante stanze, che gliene potrà dare una solitaria nell'appartamento di sopra in cima di casa.
Lasci però il tutto al beneplacito d'Iddio. Altro non mi resta che pregarla a fare pregare assai Dio per me : mi ritrovo in estremi bisogni, lo faccia per amor di Dio.
Scrissi una lettera alla madre Suor Lilia del Crocifisso, ma non ho avuto risposta. Vorrei che le mandasse a dire se l'ha ricevuta, se Dio non l'ispira a rispondermi mi rimetto alla volontà di Dio ; mi basta che l'abbia ricevuta, se mai volesse rispondere se la faccia mandare, le scriva un biglietto con brevi parole, notificandole questo poco che le ho detto qui.
Dio la benedica, la lascio nel SS. Costato di Gesù, in cui sono senza fine.

Ai 28 ottobre 1734. S. Antonio.

Circa al leggere le commedie alle secolari, non lo faccia, che non è obbligata, si scusi con umiltà, e stia poi raccolta : dica che da chi ha cura della sua anima le viene proibito per santa obbedienza.
Nelle locuzioni interne, ed in ogni cosa straordinaria che succede nell'orazione, s'umilii sempre, che confonderà il demonio e darà gloria a Dio.
Seguiti pure il metodo delle Comunioni Spirituali, che va bene, quando però Dio la tira al raccoglimento profondo si riposi in Dio in santo silenzio.

Suo vero Servo in Dio PAOLO D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 61, a pag. 118




16

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (016)

S. Antonio - Monte Argentario, 23 dicembre 1734.

(era nel Vol. I, al n. 62, a pag. 120)(414)


Viva Gesù nostro vero Bene e Gioia dei nostri cuori.

Mia Figliuola nel Signore,

Scrivo con fretta, che parte la posta. Ieri sera a notte ricevei la sua lettera, che mi ha dato motivo di ringraziare Iddio per le misericordie che continua all'anima sua. Fedeltà, mia Figlia, fedeltà grande ; abissiamoci sempre più in questo Mare immenso d'amore.
Fa bene a mostrarsi in tutto pieghevole : nell'occasioni o di commedie o di balli, un'altra volta se ne vada in Coro, e dica che le è proibito dal suo Padre Spirituale il ritrovarsi a tale conversazione, come quella inutile creatura che non le puole dare nessun contento, ma piuttosto noia, e poi con bel modo e grazia, bel bello si parta, e non vi compaia più. Se poi ve la facessero stare per forza, allora si metta con gran modestia a contemplare l'infinite perfezioni del nostro caro Dio.
Io vado in Missione nei luoghi qui vicini, e sto fuori sino a quaresima. Voglio, che in questo tempo scriva di giorno in giorno ciò che passa in orazione, e se non è ogni giorno, almeno i raccoglimenti più profondi, acciò io li possa esaminare, come suo Padre Spirituale, per vedere se vi è inganno o no. Finora va bene (grazie a Dio) non vi è inganno alcuno.
Nello scrivere ciò che le succede, dica così :
Oggi giorno tale, del tal mese, m'è successo in orazione questo ecc. Dica tutto con la maggior brevità, in modo di lettera che scrive al Padre Spirituale, perchè non bisogna fidarsi di se stessa.
Dica i desideri che Dio le dà, dica le ispirazioni, le cognizioni ed intelligenze che le dà Dio in orazione, come se stesse ai miei piedi in Confessionario. In orazione non voglio che pensi ciò che ha da scrivere, ma dopo. Basterà però che lei scriva le cose più speciali e straordinarie ; delle altre poi me ne darà notizia generale, come fa adesso. Quando sarò venuto mi manderà il piego.
Orsù viva tutta abbandonata nel Seno amoroso di Dio, succhi il latte del suo Santissimo Amore, e s'addormenti pure a questa Sacra Mammella dell' Infinita Carità, e non si svegli fino che lo Sposo non la svegli lui.
Di tanto in tanto, quando le pare cessi quel sonno di vita eterna, bisogna eccitarlo con qualche parola amorosa, ma dolce e delicata fatta senza strepito, con la sommità dello spirito ; se sarà ben umile, Dio le farà intendere ciò che dico.
Mia Figlia in Gesù Cristo, le voglio dar nuova che il suo povero Padre Spirituale si trova immerso in un abisso di miserie ecc. interne assai, ed esterne ancora. E sebbene l'anima mia non è mai stata senza croce, ora però sono in stato tale che m'inorridisce per i grandi assalti e battaglie de' miei nemici. Così meritano i miei peccati.
Non ne dica niente di ciò, che non lo scrivo per essere compatito, no certo ; ma solo acciò preghi e faccia pregare per questo miserabilissimo, che si trova nel colmo delle necessità più estreme, che maggiori non possono essere.
Al di fuori mi mostro di faccia serena, che così vuole il mio Dio, per non atterrire nessuno, ma di dentro sto in gran mare tempestoso.
Dimandi grazia anche lei (come faccio fare da tutti) al Bambino Gesù, che mi dia vittoria. Di questo non ne parli ; solo raccomandare con gli altri a Dio il mio bisogno.
Ai 3 di gennaio principio 41 anno : faccia la Santissima Comunione per me. Dica al suo Confessore di costì che le dia licenza di comunicarsi per il suo Padre Spirituale che sta qui che glie l'ho scritto, che compisce i suoi anni.
Resto con lasciarla nel Santissimo Costato di Gesù, e mi dico senza fine, dandole la Santa Benedizione.
Circa le penitenze a suo tempo glie le farò fare, ora seguiti così.


S. Antonio ai 23 dicembre 1734.

Suo Servo in Gesù Cristo PAOLO DANEI.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Non si maravigli il lettore di questi avvisi già incontrati in alcune precedenti. Era un mal vezzo del tempo, contro il quale ebbe a declamare s. Paolo non solo, ma con lui S. Alfonso ed altri santi Missionari di quel secolo. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 62, a pag. 120




17

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (017)

S. Antonio - Monte Argentario, 26 luglio 1735.

(era nel Vol. I, al n. 63, a pag. 123)(415)


Viva l'Amore di Gesù.

La grazia dello Spirito Santo sia sempre nel suo spirito e nel suo cuore : Amen.

Ho ricevuta una sua lettera, ed in risposta le dico ciò che le ho detto altre volte. Per santa obbedienza non si pensi più al passato, e se ne viene pensiero, umiliarsi dolcemente a Dio, battersi il petto e poi cacciare quei pensieri come tentazioni. Secondo. Io le dico che s'è confessata bene, e si confessa bene, e la turbolenza che le viene, quel timore del punto della morte, quel dubbio chi sa, è il diavolo che glie lo mette perchè la sua mente resti intorbidita, inquieta, e così non faccia niente di bene. No, mia figlia ! non faccia questo, non dia retta all'inimico, ma creda a me, che le parlo come Ministro di Gesù Cristo e per bene dell'anima sua ! Orsù allegramente in Dio, che passerà tutto : quando si trova così agitata, entri nel Cuore di Gesù in spirito, in quella fornace di carità, e lasci che quel fuoco la penetri tutta, la bruci di Santo Amore : dica per modo di esempio :
O caro Gesù ! O dolce sposo dell'anima mia : ecco la vostra povera peccatrice ! ecco quella che vuole essere tutta vostra. Ah ! Amore dell'anima mia : purificatemi, bruciatemi d'amore. Ah ! quando sarò tutta vostra ? o fuoco di carità, o amore immenso ! vi amo, vi amo : ecc. : questi affetti o altri, come Dio le ispirerà.
Nelle tentazioni di scrupoli, dica :
Sì, mio Gesù, sì che spero che mi abbiate perdonato, lo spero senz'altro, le mie confessioni sono state ben fatte, me l'ha detto anche il mio Padre Spirituale. Credo al vostro ministro, e non al demonio, che cerca di rovinarmi, di levarmi la santa pace del cuore. Buon cuore dunque, o cara anima mia, Dio ti ha perdonato. Spero in lui ! o caro Padre, mio Dio, in voi credo, in voi spero, voi amo. Via, o spirito infernale partiti da me ! Non più scrupoli, non più timori, non più dubbi ! ma regni in me l'amore del mio Sposo Gesù. Viva l'amore di Gesù !
Questi affetti li faccia mentalmente col cuore tutto in Dio, ma dolcemente, senza sforzi di capo nè di petto ; ho scritto questi per esempio, secondo Dio m'ha ispirato : quando però il Signore glie ne ispira degli altri, li faccia pure.
Di tutto che quello mi dice nella lettera, non ne faccia caso niente affatto ; obbedisca e stia quieta.
L'orazione, se è stata fredda, Dio la riscalderà : diamo tempo al tempo.
Le raccomando la presenza di Dio, ma non fatichi la testa, lo faccia con spirito di soavità, ravvivando dolcemente la fede. Viva tutta appassionata per l'amore di Gesù. Siano le sue delizie le sue Santissime Piaghe, gli faccia compagnia nell'orto, raccolga quei fiori de' suoi svenimenti, agonia, afflizioni, pene, sospiri, lagrime ; O lagrime di Gesù ! e farne un mazzetto per portarselo sempre fra il seno dell'anima sua, odorandolo con amore e dolore.
Finisco, con lasciarla nel Cuore di Gesù, fornace di Santo Amore. Preghi per me, e Dio la benedica.

S. Antonio ai 26 luglio 1735.

Suo Servo nel Signore PAOLO FRANCESCO DANEI Missionario.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 63, a pag. 123




18

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (018)

Orbetello, 18 novembre 1735.

(era nel Vol. I, al n. 64, a pag. 125)(416)


I. M. I.

Mia figlia in Gesù Cristo,

Con fretta (che sono nel colmo delle occupazioni della S.Missione), rispondo alla sua lettera, che ricevei l'altro giorno.
Primo : le dico che, se Dio vuole che io le sia Padre Spirituale, sono sempre contento di fare la Santissima Volontà d'lddio e servire ben volentieri all'anima sua.
Secondo : circa il patire che lei ha nel conferire col Confessore di codesto Monastero, pare che Dio non voglia che si faccia tale conferenza, per le ragioni che per brevità tralascio. Godo però che Dio la faccia stare qualche tantino sulla Croce : ci stia volentieri, e sia prudente nel rispondere alle interrogazioni del detto Padre : risponda con umiltà, con semplicità e con brevità.
Gli scritti me li mandi quando vuole.
Io la feci scrivere perchè non potevo per l'assedio dei Presidi ricevere sue lettere ; onde per più esaminare la sua condotta le ordinai che lei scrivesse con brevità ciò le succedeva in orazione ; mi pare però che abbia scritto assai ; per ora non scriva più altro, e procuri di scordarsi di tutto, non creda a se stessa, s'umilii in tutto, si consideri come un vile letamaio in cui sono cadute delle gioie del Sommo Bene, ma sono restate imbrattate dalle sue imperfezioni.
Mi mandi dunque gli scritti ben sigillati. Viva con il cuore umile e dolce, e se vengono gente per parlare con lei, se ne sbrighi, si raccomandi alle loro orazioni e le licenzi ; parlo di quelle persone di qualità che lei mi dice. Avverta a parlare di sè, avverta a parlare di scritti, tenga tutto col segreto e creda che sono cose da nulla.
Lei non dice bene che Dio non vuole da me rigori. Un par mio, che ha tanto offeso Dio, deve fare penitenza grande, ma non la fo. Dio vuole da me penitenza e lo vuole.
Non ho più tempo ; resto in fretta e le dico che non mi riuscirà di venire a Viterbo ; sono cinque mesi e più che sono in continue fatiche ; ho bisogno di stare un pò raccolto ai piedi di Gesù. Mi scriva quando vuole e tiri avanti con le solite regole, che va bene, ne stia quieta nel Cuore di Gesù, in cui mi dico senza fine.

Orbetello ai 18 novembre 1735.

Suo vero servo nel Signore PAOLO DANEI D. S. Missionario.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 64, a pag. 125




19

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (019)

S. Antonio - Monte Argentario, 6 gennaio 1736.

(era nel Vol. I, al n. 65, a pag. 126)(417)



Dolcissimo Bambino Amore viva sempre ne' nostri cuori. Amen.


Mia Figlia dilett.ma in Gesù,

Ieri scrissi una lettera a lei con fretta, che ero in Orbetello, e perchè mi scordai di fare quest'atto di gratitudine, di ringraziare il Molto R.endo Confessore di Rosa lo faccio adesso, e prego lei a farlo per me, ma con Rosa. Già vedo che Dio mi serra la strada di venire in Viterbo, perchè finita la Missione di Portercole e fatta la festa di S. Antonio, credo che dovrò fare un'opera di gloria del mio Dio, e mi porterà avanti un pezzo.
Se Dio me la differisce, spero che sarò a Viterbo prima che finisca questo mese, se no, sia benedetto Dio ; se vengo, riceverò la carità del Confessore di Rosa, che prego a salutarlo tanto tanto in mio nome ; ma lo faccia Rosa, e la saluto anche lei nel Cuore di Gesù.
Non badi a queste locuzioni, non ne faccia caso, s'umilii, vi è sempre pericolo, e massime quando sono locuzioni abbondanti e frequenti ; oh, allora sì, che vi è pericolo !
Vorrei sapere se Rosa sta col marito ; perchè se lei ha marito e figli, non li puole lasciare, ed io mai acconsentirei che venisse con lei a Orbetello. Se è libera sì.
Orsù, oggi è un gran giorno, ma non posso dir niente sopra il Mistero, che è tardi, e parte presto il latore di questa alla posta. Tuttavia dal Sacro Altare metterò il suo cuore nel Seno amoroso del dolcissimo Bambino. Oh, amore mio Gesù ! (gli dirò) bruciate d'amore il cuore di quella figlia che mi avete dato, e dell'altra ancora, fatela umile, semplice come un bambino, trasformatela nel vostro SS. Amore ! Oh, Gesù vita della mia vita ! Gioia dell'anima mia ! Dio del mio cuore, ricevete il suo cuore, come un altare sopra del quale vi sacrifichi l'oro d'una ardentissima carità, l'incenso d'una continua orazione tutta umile, tutta fervorosa, e la mirra d'una continua mortificazione. Amen. Così faccia per il povero Paolo. Dio la benedica. Amen.

S. Antonio 1736.

Il giorno solennissimo dell'Epifania, dell'Apparizione e dello Sposalizio di Gesù fatto con la sua cara Sposa e nostra Madre la Santa Chiesa, giorno di gran Misteri d'Amore ; bisogna pensarvi tutta l'ottava, e fare tre Comunioni di fila per me, ed il giorno dell'ottava che saranno quattro ; lo dica al Confessore di costì, che faccia questa carità, e lo saluti in mio nome, e mi raccomando alle sue sante orazioni, e gli bacio le Sacre Mani.

Ai 6 del 1736.

Suo vero Servo in Cristo PAOLO D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 65, a pag. 126



20

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (020)

Orbetello, 2 febbraio 1736.

(era nel Vol. I, al n. 66, a pag. 128)(418)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figlia in Gesù Cristo,

Questa mattina giorno della Purificazione di Maria Purissima, sono giunto in Orbetello giusto a tempo che si suonavano i doppi per portare alla sepoltura la nostra D. Giulia, che spero sia già al Paradiso, e così è guarita da tutti i malori di questo mondo. Orsù faccia come ho fatto io, che ho baciata la mano amorosa d'Iddio, che ha fatto questo colpo, preghi per lei, consoli l'altra sorella ecc.
Sentirò volentieri come vadano le nostre cose di spirito ; e soprattutto replico ciò che ho detto sempre, stiamo in fede, adoriamo Dio in spirito e verità ; non credere a locuzioni, cacciarle, non conferire niente con queste divote, nemmeno con Suor Lilia, con tutto ciò siano tutte buone : Dio ed il Padre Spirituale e poi tacere. Scrivo in fretta, sono in casa sua, ed ho avuto a caro d'essermici trovato per consolazione del signor zio e di tutti, che veramente sono ben rassegnati.
Addio, mia figliuola, ami Gesù e lo preghi per me.

Orbetello ai 2 febbraio 1736.

PAOLO Suo Servo in Dio.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 66, a pag. 128




21

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (021)

Porto S. Stefano, 18 febbraio 1736.

(era nel Vol. I, al n. 67, a pag. 129)(419)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figlia nel Signore,

Ieri ricevei la sua lettera, sopra la quale non ho altro che dirle se non replicare ciò che tante volte ho detto.
Il giusto vive di fede, l'amante non cerca altro contento, che il contento di Dio, l'amante desidera patire e fare gran cose per il suo Dio, e quanto fa, tutto gli pare poco, e quanto patisce tutto gli par poco. Lei chiama i suoi piccoli patimenti, che in verità sono patimenti da bambino, eppure lei li chiama patimenti d'inferno ! Oh quanto l'intende poco in questa parte ! Son cose da nulla ecc. ecc.
Se lei vuole trattare con Serve di Dio, io non glielo proibisco, nè mai l'ho proibito, ma vorrei che fosse col modo santo e prudente, cioè sentir tutti con carità, sentire le conferenze che fanno, ma prima scusarsi con dire sinceramente che lei non se n'intende, e poi se vogliono seguitare a dire, sentire dolcemente tutto, e consolarli in quel miglior modo che Dio l'ispiri, ma con brevità, sbrigarsi, per non moltiplicare discorsi inutili ecc.
Far tutto con spirito di santa libertà, impiegandovi quel tempo, o poco o assai, che le pare necessario ecc. Di sè non parlarne che in generale con dire che anche lei patisce qualche travaglio, protestandosi con dirgli che ciò gli dice per fargli più cuore, e per più consolarle, e poi licenziarsi in pace ecc.
Lei mi dice che vorrebbe conferire con Suor Lilia e scoprirle le sue tentazioni od altro. Senta : Io non ho lume che Suor Lilia abbia spirito di dirigere, e per quello mi pare d'intendere, dico che non l'ha per lei tanto ; voglio ben sperare, che abbia lume di governare il suo Monastero, ma di dirigere le anime, non ho questa intelligenza, e però le ho proibito che non le conferisca niente affatto di sè.
O Dio ! a me che lei ha eletto per Direttore dopo tante mie ripulse, non mi dice le sue tentazioni, e le vuol dire a una donna che sebbene è buona (Dio però si serve per ordinario dei suoi Sacerdoti per dirigere le anime), io non intendo questo !
Per me le dò licenza, come già ho fatto di trattare il suo spirito col Confessore di costì, o con altri Sacerdoti, con chi le pare, ed oh, quanto l'avrei caro che lo facesse ! ma con quella che mi dice, Dio non me l'ispira, anzi mi sento di no ; ma poi faccia come vuole, che a me non dà ciò fastidio.
Lei ha fatto errore in dire che le ho fatto giurare di non chiedermi penitenze ; ciò non è vero : mi creda, che sarà una pura immaginativa. Lei chieda pure o a me, o a chi col tempo eleggerà per Direttore, che lo puol fare, e farà bene, e non badi a questo, che è una immaginazione della sua mente.
Se puole seguiti la regola antica intorno alle penitenze ; abbia riguardo alla sua indisposizione. Adesso tocco con mano, che Dio non mi vuole in Viterbo, perchè quando penso venirvi, Dio mi chiude le vie. Ora, che pensavo di venir costì, ecco che bisogna ch'io vada a Pisa per questo S. Ritiro ; che sa Dio quanto mi dà da fare e lo fo volentieri ; sicchè veda lei se posso venire ! Dio vuole così : sia benedetto.
Circa la sua condotta, o di stare costì o di venire in Orbetello, non vi pensi, ne lasci la cura a Dio, e s'abbandoni in lui. Io son pronto di fare tutto ciò che potrò per suo bene, e vorrei che bruciasse di Santo Amore Divino.
Già sa quanto desidero di sbrigarmi dalla direzione delle anime devote, e certo vorrei lasciarle tutte e spero di farlo presto : primo, perchè sono ignorante, imperfetto e cieco, che non ho luce per me, e tampoco per altri ; secondo, perchè s'avvicina la mia morte e voglio attendere più a me a prepararmi, sebbene mi crescono ogni giorno più gli impicci.
La lascio sempre in libertà di trattare il suo spirito con qualunque Ministro d'Iddio, con donne no : neanche con Suor Lilia, no dico, che non ha questa luce di dirigere lei ecc., è buona, cosi l'ho sempre tenuta, ma non conosco che abbia spirito di direzione.
Perchè non tratta col Confessore, che è così dotto, ed io n'avrei tanto genio e consolazione, che lo sa Dio ?
Di me, se ne parla, ne parli come si parla d'un impiccato o d'un condannato alla forca, che se ne suole parlare con nausea ed anche con compassione.
Preghi per me assai, che io lo fo per lei. Stia allegra in Dio, che va bene e ne ho gusto.
Non compatisca i miei travagli, che lei non li sa, nè mai li saprà : tanto ho detto ciò che l'ho scritto, acciò preghino per questo infame traditore, che tradisce ogni momento un Dio sì buono.
Se vuole parlare con Suor Lilia o scriverle faccia pure, ma con brevità, e senza toccare il suo interno, cosi Dio m'ispira, fino che le sarò Direttore, quando poi non sarò più, allora non ci penserò, se non d'esserle sempre obbligato e farle parte delle mie povere orazioni.
Rosa non puole venir con lei, gliel'ho detto altre volte, perchè è maritata, e non puole stare separata dal marito, che è contro ogni legge, fuorchè se col consenso della S. Chiesa non avesse fatto divorzio ecc.
Ho rubato questo tempo, che mi trovo qui in S. Stefano per imbarcarmi : preghi per me : è notte le dò la buona sera in Gesù, che prego la benedica. Io sono sempre.

Porto S. Stefano di partenza per Pisa ai 18 febbraio 1736.

Mi scriva pure che presto sarò di ritorno.

Suo vero Servo PAOLO DANEI D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 67, a pag. 129




22

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (022)

S. Antonio - Monte Argentario, 8 marzo 1736.

(era nel Vol. I, al n. 68, a pag. 132)(420)


Sia lodato Gesù e Maria : Amen.

Mia figliuola in Gesù Cristo,

Nel mio arrivo da Pisa a questo povero Ritiro ho ricevuta una sua lettera, che mi è stata assai cara, perchè vedo che, (grazie al Signore) si è rassegnata alla santa obbedienza ; e le so dire che se sarà sempre obbediente canterà le vittorie.
Ho caro che lei tratti con Serve d'Iddio ma con prudenza e semplicità. Del suo interno, senza chiaro impulso d'Iddio non ne parli. Consoli tutti, dica ciò che Dio le ispira e poi si sbrighi dalle creature per più trattare a solo a solo col Sommo Bene. Oh figlia mia, gran cose vuol Dio ! la chiama ad un'altissima perfezione ; e per arrivarvi vi bisogna la sua cooperazione, e questo si fa coll'annichilarsi avanti a Dio ed al prossimo, in spirito di vera e semplicissima umiltà, con un altissimo staccamento da tutto il Creato, e dalla propria vita, con una totale trasformazione nel Divino Beneplacito, ed un totale abbandonamento in quell'Abisso d'infinita Bontà, che viene poi ad esser con quel che ho detto tutto una cosa.
Quando si sente impulso di pregare per il prossimo lo faccia pure, ma con somma umiltà, confidenza in Dio e sconfidenza di se stessa.
Circa le altre cose, seguiti secondo le regole antiche ecc.
Io sono stato a Pisa, e Dio m'ha liberato da gran pericoli di vita per mare e per terra. Sia benedetto il suo SS. Nome !
Seguiti a pregare Dio per il buon esito del Ritiro, e per me bisognosissimo.
Dopo Pasqua vado a Pisa a fare le Sante Missioni, e poi vengo nella Diocesi di Grosseto, starò fuori tre mesi circa.
Lei non verrà in Orbetello per ora, e credo starà costì quest'estate, ma non lo so certo : ecc.
Non scrivo di più, che sa Dio come sto.
Dio la benedica e la bruci del suo SS. Amore : Amen.
Mandi questa lettera acclusa a Suor Lilia.

S. Antonio 8 marzo 1736.

Suo vero Servo in Cristo PAOLO D. S.


(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






23

sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (023)

S. Antonio - Monte Argentario, 15 marzo 1736.

(era nel Vol. I, al n. 69, a pag. 133)


Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Mia Figlia in Gesù Cristo,

Nell'ultima lettera che le ho scritto, mi sovviene che non le ho accusata la ricevuta delle sue lettere, e perchè l'ho letta poi con più attenzione, ed ho veduto che lo desidera, le dico che le sue lettere l'ho ricevute tutte ; questo sì, che me le mandano tardi e perciò non ne dò avviso. Stia adunque quieta. S'umilii molto, quando le pare di ricevere qualche grazia da Dio, alle volte ci pare di riceverle noi, e sono altri Servi d'Iddio che pregano. Non bisogna badare a ciò che dice la Monaca, che ha ricevuto tutto cio che ha dimandato per suo mezzo, non bisogna farne caso alcuno, ma bensì temere i Divini Giudizi. Oh quanti che parevano forti come i cedri del Libano e poi sono caduti ! Un granello di superbia puole fare cadere a terra una gran montagna di santità ; e però stia nascosta a tutti ; si ritiri nel fortissimo castello del Cuore purissimo di Gesù, che sarà liberata da ogni male.
Non faccia caso di quella tentazione di vana gloria, la sprezzi ; questo è buon segno, che Dio la vuole far forte da questa parte con darle la virtù contraria.
La lascio in libertà di scrivere al suo signor zio circa allo stare sua sorella in Monastero. Scriva pure e ne lasci l'evento a Dio.
Avanti Pasqua credo che scriverò ancora una volta e poi ci vedremo dopo la Santa Missione, che vado a fare in Pisa e nella Diocesi di Grosseto. A mezzo giugno spero sarò qui.
Venerdì è il giorno della Passione della mia Santissima Madre Addolorata, me le raccomandi assai, acciò mi restino impressi nel cuore i suoi Dolori e la Passione del mio Gesù, che tanto e poi tanto lo desidero, e vorrei imprimerla nel cuore di tutti, che così brucerebbe il mondo di Santo Amore.
Se puole si comunichi ogni giorno da quando riceverà questa mia, sino al Giovedì Santo incluso, e mi faccia una Comunione per me, quando vuole. Sarebbe gran carità farla il giorno di Maria SS.ma Addolorata. Non bisogna lasciare di fare raccomandare a Dio il nostro S. Ritiro, che questa estate sarà finito, (Dio ha provvisto), acciò S. D. M. Io provveda ancora di grandi Servi suoi. Oh ! che spero che Dio ne debba cavare gran bene a sua maggior gloria e utilità de' prossimi.
Tiri avanti le regole date ecc. Riposi in Dio. Viva in Dio, respiri in Dio e bruci del suo Amore : Amen. Dio la benedica.

S. Antonio ai 15 marzo 1736.

Suo vero Servo in Gesù PAOLO DANEI D. S.

(Conforme all'originale conservato nell Arch. Gen. dei Passionisti).







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