Agnese Grazi 24

24

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (024)

S. Antonio - Monte Argentario, 19 aprile 1736.

(era nel Vol. I, al n. 70, a pag. 135)(422)


Sia lodato Gesù e Maria : Amen.

Mia Figlia in Gesù Cristo,

Sia benedetta la Divina Provvidenza che non ha disposto prima d'ora ch'io abbia potuto scriverle, giacchè mi sono ritrovato fuori, ecc. Adesso le replico ciò che le ho detto altre volte, ed è che queste cose così materiali, come odori, splendori, visioni, ecc. si devono sempre tenere sospette, e perciò bisogna rigettarle costantemente con spirito d'umiltà e confidenza in Dio, che se saranno d'Iddio faranno il suo effetto, e se no, scacciandole, non si dà libertà al diavolo d'ingannare ; e però le dico che sopra a ciò vi stia vigilante, e non faccia caso di queste cose, ma delle virtù : amare di camminare in fede, oh ! questa sì, che è via sicura.
Circa al dare la meditazione a quelle religiose le dico che, come ha seguitato qualche giorno, lasci così, ed in caso che la stimolassero a seguitare, quando così richieda la carità e l'obbedienza, lo faccia, ma come ha letto ciò sta scritto nel libro non voglio che si diffonda in altro, e lasci il suo spirito in santa libertà, senza forzarlo a meditare que' punti letti, ma lo lasci riposare in Dio, secondo le regole antiche. Non si ricorda di ciò le ho detto più volte che bisogna orare a modo dello Spirito Santo, ecc. ? Circa il di più si regoli secondo il solito.
Non mi è mai venuto bene di mandar la disciplina, eppure la tengo qui a far la ruggine ; io amo che queste cose siano segrete, se non vado in Missione è facile che venga io, e così la porterò : resto con salutarla in Gesù, ori per me e Dio la benedica.

S. Antonio ai 19 aprile 1736.

Suo vero Servo PAOLO DANEI D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch Gen. dei Passionisti).







25

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (025)

S. Antonio - Monte Argentario, 26 aprile 1736.

(era nel Vol. I, al n. 71, a pag. 136)(423)


Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù : Amen.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

In questa posta ho ricevuta una sua lettera, sopra la quale avrei molto che rispondere, ma il tempo non mel permette. Questa mattina ero risoluto di partire per Viterbo, e subito fatta tal risoluzione si è guastato il tempo, e s'è messo il vento contrario, e così il barchetto che mi portava sino a Montalto non potrà partire. Adoro la Divina Volontà che così dispone : aspetto la notizia di partire per la Santa Missione, che se si differisce, io verrò costì come viene il Signor D. Giacomo suo signor zio. Ora le dico ciò che tante volte le ho replicato, che scacci da sè con gran fortezza questi splendori, fragranze, ecc., e massime quegli splendori, io le dico che li tengo molto sospetti, e credo che il diavolo, per questa strada voglia cercare d'introdursi per ingannarla, ma non gli riuscirà mai, così spero in Dio. Si faccia il segno della Santa Croce con viva fede, si sprezzi, gli sputi incontro una volta o due, e poi dica il Credo : faccia così e non abbia paura di niente. Si nasconda nel Costato di Gesù. Lei dice che quell'Anima la visita, ecc., e io dico che non è vero, è sua immaginativa. Lei dice che la conosce in Dio, e io dico, che per la carità dobbiamo essere uniti tutti come un solo cuore, ma poi queste notizie non sono per lei : non ne faccia caso nessuno.
Non creda che quella veda il suo Angelo Custode, e se glie l'ha detto il suo Padre Spirituale, non dico altro sopra ciò, non lodo, nè biasimo, ma con sua buona licenza vorrei che le avesse parlato delle sue virtù, che la medesima esercita, per imitarle, e non di visioni, vorrei che camminassimo in fede. Oh ! questa sì che è la vera via : la fede oscura guida sicura del Santo Amore : oh, qual dolcezza, la sua certezza mi reca al cuor ! così cantò un'anima devota.
Le divine illustrazioni, quando sono veramente d'Iddio, causano al principio un sacro timore, un sacro spavento, cagionato dalla cognizione che Dio dà all'anima della sua grandezza, e poi causano una gran pace e unione con Dio, con intelligenza celestiale, con gran notizia del proprio niente, con affetti grandi, ecc. ; altri mirabili effetti producono nell'anima, alle volte ancora non cagionano quel sacro timore, ma l'anima resta investita da tanta luce in fede viva, che genera un ardentissimo amore verso l'oggetto amato, con gli altri effetti suddetti.
Quando poi vengono con certa pace superficiale, che genera una segreta stima di noi stessi, che ci pare d'essere grati a Dio, d'essere in qualche stato di perfezione, oh Dio ! allora sì che bisogna star di guardia, scacciar da sè tali cose, ed umiliarsi a Dio. Chi sarà umile ed obbediente canterà le vittorie.
Senta, figlia mia, lei non cammina per strada d'inganno, stia sicura, ciò glielo dico acciò non cammini con turbazione : le dico però che la sua orazione è assai materiale, piena di una viva immaginativa ; verrà però il tempo che quella mente sì chiara che dice, verrà oscura, e si camminerà più in fede, cesseranno queste cose, così sensibili, che sebbene sono buone, sono però cose da bambinelli di latte. Il giusto vive di fede. Oh notte, oscura notte : Notte amabile più che mattinata : Notte, che unir potesti con l'Amato l'amata ; l'amata nell'Amato trasformata ! Così cantò un gran Santo, e chiamò notte la santa orazione in fede, ma la chiamò notte più chiara della mattinata. Orsù finisco che ho fretta, spero che ci parleremo. Ori per me e Dio la bruci d'amore : Amen.

S. Antonio ai 26 aprile 1736.

Paolo Suo vero Servo in Cristo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)






26

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (026)

Orbetello, 21 giugno 1736.

(era nel Vol. I, al n. 72, a pag. 138)(424)


I. M. I.

Mia Figlia in Gesù Cristo,

Nel mio arrivo in Orbetello dalle S. Missioni, che è stato ieri mattina, ho ritrovata una sua lettera, in cui v'erano molte cose superflue, massime intorno alla lunga spiegazione di quell'Anima, alla quale non posso cooperare se non con le mie povere orazioni, e le dico che non ho ricevuta lettera alcuna della medesima : ha fatto... con le parole, che le ha ... metterla in speranza in Dio, a. . . ,(1) a mettersi ai piedi d'un buon Ministro d'Iddio. Di ciò mi dice di quelle Serve del Signore venute da Corneto, ho caro che l'abbia vedute, e parlato, ma non voglio che mi parli che penetrino i cuori ; lei è troppo facile a credere. Io so bene che sono buone, sebbene non le conosco che di nome ; ma andiamo adagio a parlare di certe cose ed a credere troppo ; e questo lo dico per regola generale. Non creda che io venga in Missione costì, che non è vero. Circa a ciò che ha scritto me lo mandi quando vuole, si avvezzi a scrivere solo il necessario, e non sia facile a predire le cose, come si usa ai tempi nostri, dove ci è gran pericolo d'inganno. Tenga conto degli avvisi che le ho dati, intorno al conoscere se i doni d'Iddio sono veri del Signore o inganni del diavolo. So che gliel'ho detto a viva voce, ed in scritto ancora e con molta chiarezza. Sia cauta nel trattare. Non si difenda con le monache, e quando gli ha detto che non è attaccata al Padre Spirituale, e che lei se esce non lo fa per altro che per fare la volontà di Dio, non ne parli più, e stia in silenzio, gli dica che se avrà da stare in convento non cambierà cotesto per altri, ma che lei vive all'obbedienza del signor suo padre e signor zio, e poi non difenda più nè se stessa nè me, e ne parli poco, o nulla di me, massime con le monache. Ori per me, e Dio la benedica.
Non scrivo altro, che non sono in caso di poterne scrivere : resti nel Cuore di Gesù : Amen.

Orbetello 1736 ai 21 giugno.

Non si attacchi a queste cose belle che dice esserle successe, s'ùmilii, stia nel niente. Cercar Dio in pura fede ed ardentissima carità.

Suo Servo in Gesù Cristo PAOLO DANEI.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






27

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (027)

S. Antonio - Monte Argentario, 29 giugno 1736.

(era nel Vol. I, al n. 73, a pag. 139)(425)



Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Ieri sera a notte ho ricevuta la sua lettera. Godo che Dio vi spogli (1) d'ogni contento per imparare a servir Dio con maggior purità d'intenzione. Oh, quanto è buono lo stare in Croce con Gesù, senza vederlo e senza goderlo. Questa è la via corta per arrivare a quella felice morte di tutto il creato, per vivere purissimamente nell'lncreato ed Immenso Bene.
In tali occasioni, quando l'anima si trova in questo spogliamento, non occorre far altro che ravvivare dolcemente la fede della Divina Presenza, e starsene rimessa in Dio, abbandonata in quel Mare Immenso d'Amore, senza mirare al proprio godimento, ma al Divino Beneplacito. É ottimo ancora risvegliare lo spirito con qualche santo affetto, breve e dolce, e poi seguire il riposo amoroso, unendosi sempre più a quella Divinissima Volontà che la spoglia di ogni cosa sensibile e gustosa per vestirla d'una nuova veste tutta ricamata di virtù ; ed allora sarà un essere vestito veramente da Sposa del Sommo Bene.
Sopra tutto non voglio che si vada in cerca di sentire quel sapore dolce, anche al palato, nel comunicarsi : oh, quanti inganni si possono incontrare qui ! Il gusto di Gesù Sacramentato non si sente colla bocca materiale, ossia corporale, ma col palato della fede e dell'amore. Il vero gustare Gesù è d'abissarsi tutta in lui, trasformarsi in lui per amore, e rendersi tutta divinizzata. Quest'opera la fa il dolce Salvatore in noi, ma vi vuole ancora la nostra cooperazione coll'esercizio delle sante virtù.
Circa a quelle pazzie che le mette in capo Satanasso della morte delle nostre sorelle Suor Saveria e Suor Caterina non ne faccia caso niente affatto, se ne faccia una risata, e cacci il diavolo confuso. Ella ha fatto bene a dire che così è stata la Divina Volontà, e ringraziarla che l'abbia sbrigata di tutto.
Circa all'intraprendere le sue penitenze, le dò licenza, come le scrissi, di baratto, e non più ; cioè un'ora o poco più al lunedì di catenella, due ore al mercoldì, tre al venerdì tra la mattina e il giorno, un'ora al sabato, o poco più, ma non voglio che si porti catenella alla cintura per ora, solo sopra al ginocchio, a riserva del venerdì che le dò licenza di portarne un'ora anche alla cintura, ma non tanto stretta : la disciplina quattro volte la settimana.
Ma in questa Quaresima di Maria Santissima, che comincia domani 3O giugno (2) , la faccia ogni giorno, fuori che le feste. Non mangi frutti in questa santa quaresima, ma se l'obbedienza lo chiede, mangi pure. La disciplina duri non più delle litanie di Maria SS.ma.
Al mercoldì e venerdì mi contento che dorma sul pagliaccio, ma con le lenzuola, e gli altri giorni dorma al solito. La novena di S. Maria Maddalena le dò licenza di digiunarla tutta, ma mangi la minestra che le dà il convento ; mi contento che si privi della pietanza, ma se si sentisse assai svogliata di mangiare ne mangi un poco ancora : la sua vigilia la faccia a pane ed acqua, se però sta bene. Un giorno della novena le dò licenza di fare una disciplina a sangue per lo spazio di tre Miserere, detti correnti.
Per ora s'accontenti così.
Approvo con mio sommo contento quel vivere d'elemosina, ma bisogna farlo, figlia mia, con molta destrezza e buona grazia, imitando l'umiltà e povertà del Sommo Amore Gesù.
Oh ! figlia mia, quanto sarete ricca se vi farete povera, e di dentro, e di fuori. Quella aridità, insensibilità, ecc., è un principio della santa povertà di spirito, di cui Dio vi vuole far dono, ed allora l'anima acquista la vera libertà e ricchezza, e diviene il Giardino delle delizie di Gesù.
Oh fortunate quelle anime che si spogliano di tutto per vestirsi solo di Gesù ! Oh beate quelle anime, che sono tutte ferite delle pene del Salvatore, e se le portano fra il seno dell'anima sua, odorandole con amorosa e dolorosa rimembranza ! Buon cuore ! che ci arriveremo col Divino aiuto.
Attendete dunque a questa santa povertà, vi dò mille benedizioni per quando vi lascierete mancare la pietanza, per andare a questuare per amor di Dio qualche piccolo avanzo delle vostre sorelle, ma tenetevi indegnissima di cibarvi degli avanzi delle Spose di Gesù. Andate figlia mia, ma andate con occhi umili, volto modesto, come faceva Gesù quando riceveva l'elemosina.
Non dubitate, che vincerete i rispetti umani, Dio vi darà vittoria. Dimandate, almeno al venerdì e nelle vigilie solenni, la licenza alla Madre Abbadessa di mangiare quell'elemosina che vi fanno, sulla porta del refettorio, o almeno in un angolo del medesimo, come fanno i poverelli che mangiano sulla porta delle case di chi gli fa la carità. Oh quanto amo questa santa povertà di Gesu ! Fatevi fare pure l'elemosina e di scarpe, ecc., in questo vi dò un'amplissima licenza e milioni di benedizioni, e credetemi che ve le conferma Dio dal Paradiso.
Ora Dio vuole che scriva con questa santa confidenza che non l'ho fatto finora, ma perchè vedo che Gesù moltiplica in voi le sue grazie, anch'io vi scrivo come un padre al figlio ; così vi scrivo da Padre Spirituale, come m'avete detto che già sapete, che ho ricusato, ma poi non voglio andare contro il Divino Volere.
Godo che vi siate mostrata insensibile nella morte della sorella ; Dio provederà per il signor vostro cognato, raccomandatelo a Dio.
Se Dio vorrà che passi costì, ma ora non ve ne vedo strada, mi darete il libretto, ecc.
Circa alla cintura tenetela voi, ma se poi per vostra divozione la volete mettere per qualche momento a qualche altra, fatelo, ma la decenza vorrebbe che si lavasse un poco, quando però sia macchiata dal sudore, ecc. ; vi lascio in santa libertà.
Puol essere che Dio voglia riformare un poco il vostro monastero, ma non lo so, pendo però più al sì che al no, non lo dite a nessuno. L'inferma che mi dite non lascerò di raccomandarla al Sommo Bene, ditele che stia sul suo letto, come sulla Croce di Gesù, ma che ci stia volentieri, senza desiderare la salute, almeno con ansietà, pigli i rimedi, ma viva abbandonata in Dio : ella è fortunata. Ditele che se ne stia ritirata nel Cuore purissimo di Gesù che troverà conforto, e si stacchi dalla vita e dalla gioventù, non vi pensi, si sacrifichi a Dio in olocausto. Amen.
Saluto in Gesù le RR. Madri, la Madre Abbadessa e passata e presente, Suor Ippolita, Suor Guglielma. Orino per me, e le ringrazio della caritatevole memoria.
Saluto in Gesù Suor Alma-Candida, non scrivo che non vi è bisogno, che non me ne dà motivo.
Il povero Ritiro spero che in breve sarà abitato dai Servi di Gesù, e quest' estate spero si terminerà : pregate Dio che provveda uomini santi.
Vi lascio con la Benedizione di Gesù, e sono senza fine.
Sono venuto che è poco dalla Santa Missione, ed ho dati gli Esercizi anche a due Monasteri di buone Monache, pregate per la perseveranza.

S. Antonio ai 29 giugno 1736.

Vostro Indeg.mo Servo e Padre Spirituale PAOLO DANEI D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






28

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (028)

S. Antonio - Monte Argentario, 1 agosto 1736.

(era nel Vol. I, al n. 74, a pag. 143)(426)


. . . finisco e le desidero la pienezza delle divine benedizioni. Quando parla di me con qualche anima non confidi mai quello che le scrivo, solamente che preghino per me.
Bisogna raccomandare a Dio assai il Ritiro, da cui sta pendente molto bene, ecc.
La lascio nel Cuore purissimo di Gesù e sono

S. Antonio 1 agosto 1736.

Suo vero Servo in Cristo PAOLO D. S.

(Conforme all'originale (1) esistente nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






29

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (029)

S. Antonio - Monte Argentario, 9 agosto 1736.

(era nel Vol. I, al n. 75, a pag. 144)(427)


Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris.

Mia Figlia in Cristo,

Ho ricevuta ieri la sua lettera, e vedo che le cose vanno al solito ; sicchè da qui avanti non occorre scrivere così a minuto tutte queste immaginazioni, che non servono a niente affatto, le quali nascono in buona parte dalla sua mente debole e dalla sua immaginativa troppo viva. Pertanto basterà dire : l'orazione va al solito con l'elevazioni come prima ; e gli effetti che cagiona li dirà brevemente. Quando poi sono cose assai straordinarie come locuzioni chiare e forti al cuore, intelligenze ecc. allora le dirà distintamente. Oh quanto mi piacciono quelle anime che camminano in pura fede, in quel vero abbandono nelle mani d'Iddio ! ecc. Cosa servono quelle immaginazioni di vedere Suor Lilia o altro ? e di vedere cristalli con fettuccie, come mi scrisse l'altra volta ? Oh ! che sono cose inutili dove il diavolo fa dei brutti giuochi. Non ha prescia il maligno, va bel bello per più ingannare. Queste visioni, elevazioni, splendori ecc. più sono frequenti, più sono sospetti.
Per tanto è ottimo, dice un gran Santo, il ributtarle sempre, cacciarle con costanza, non fidarsene, e massime nelle donne, dove è più viva l'immaginativa ; facendo così, si fa bene, poichè, se sono cose d'Iddio, anche che si caccino, faranno sempre il suo effetto ; se poi sono del diavolo, come è più facile, cacciandole si libera dall' inganno.
Bisogna però camminare in buona fede, senza inquietarsi e turbarsi, far la sua parte, e poi fidarsi d'Iddio, e tirare avanti l'orazione, ma più in fede che sia possibile. Il diavolo cerca di fare la scimmia di Gesù, di Maria e degli Angeli.
Ho letta una cosa tremenda, e posso dire ne ho letta più d'una, ma in questo particolare una sola. Riferisce San Francesco di Sales d'una fanciulla ingannata, che le appariva il diavolo in forma di Gesù Cristo, e diceva l'Ufficio con lei, sentiva canti dolcissimi, che la rapivano in estasi. Il diavolo pure la comunicava con una particola falsa, in una nuvola risplendente ; quando andava a fare elemosina ai poveri, le moltiplicava il pane ecc. Abbrevio. Si conobbe ingannata e superba, e nelle prove si risentì, si impazientì, e fece conoscere il cattivo fondo.
Oh, figlia mia ! Stiamo bene in guardia ; non ci fidiamo : faccia però cuore, che io spero in Dio che non permetterà mai tal cosa in lei, perchè Iddio mi ha ispirato a guidarla con fondamento, con farla camminare in umiltà e disprezzo di sè, sebbene non ancora mai abbastanza.
Stia adunque quieta, e non si conturbi.
Non ho tempo di scrivere, che il Latore sta per partire per Orbetello. Io non ho ricevuto altre lettere che quella di Rosa, una la posta passata, e l'altra adesso : Dio sia benedetto ! Le sigilli bene le lettere, e poi Dio l'ispirerà il modo di regolarsi : non voglio credere che niuno le abbia aperte, ma bisogna andar cauti.
Dio sa quanto avrei caro che lei conferisse il suo spirito con qualche Padre Spirituale ecc.
Siamo vicino alla gran festa : ho bisogno che sia molto pregato per me. Dio sa come sto. Il Ritiro che mi credevo dovesse essere finito alla Presentazione, chi sa quando sarà finito, nonostante gli strapazzi fatti e l'elemosine trovate fuor di qui, ma ora sono mancate.
V'è bisogno di gran luce per dirigere un'Opera tale, e v'è bisogno di qualche gran Servo di Dio che la maneggi. Io mi trovo in un abisso senza fondo, e non merito luce, e perchè ne sono tanto indegno Dio non me la dà. Preghino tutti per me appresso Maria SS.ma, acciò m'impetri una santa morte, e se così le piace, sia presto per non dar più impedimento all'opera di Dio.
Circa a quello che lei dice delle donne da congregarsi in questa vita (1), vi vogliono miracoli, vi vuole chiarissima ed altissima rivelazione di Dio. Ma che dico ! Vi vuole quello che non so capire io. Temo che nemmeno quest'opera debba andare avanti, e secondo i miei indizi, non pare che debba riuscire, almeno fino che vivo io ; questo é il più verosimile. Oh, se Dio m' ispirasse ad abbandonare questo Ritiro quanto lo farei volentieri, chi sa ! Aspetto volentieri la morte, per dare in qualche parte un po' di tributo alla Divina Giustizia. Il giorno dell'Assunta vorrei la carità delle orazioni di molti per impetrare la grazia di fare la Divina Volontà ed apparecchiarmi alla mia prossima morte : Dio la benedica.

S. Antonio ai 9 agosto 1736.

Lei santifica troppo presto le genti, degli altri ha motivo. Di me però ne parli come d'un impiccato.

L' Indeg.mo Sacerdote PAOLO D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







30

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (030)

S. Antonio - Monte Argentario, 22 agosto 1736.

(era nel Vol. I, al n. 76, a pag. 146)(428)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

L'altra posta ricevei una sua, e perchè le cose vanno al solito, così non vi è bisogno di replicare gli avvisi, ma si serva di quelli già dati, e soprattutto vada troncando con gran costanza queste immaginative, che il diavolo vi puole fare il suo giuoco, e non ha fretta. Non creda al suo cuore, ai suoi sentimenti e massime alle locuzioni, che quando massime non sono di cose di gran gloria d'lddio, per lo più sono del proprio spirito o del diavolo ecc.
Ai cinque di settembre sarò in Missione, se Dio vorrà che stia sano. Di me penso di non parlargliene più, se non questa volta, e così faccia lei con me : le basti sapere che le mie miserie deplorabili crescono senza fine e senza sollievo : Dio sia benedetto. Non parli di me, se non per raccomandarmi a Dio e farmi raccomandare. Scrissi due o tre poste fa una lettera a Suor Lilia, in cui con la maggior schiettezza, umiltà e sincerità le facevo vedere la povera anima mia ai piedi della Croce, che dimandava elemosina, e gliela mostravo orrenda, schifosa, che scaturiva marcia da ogni parte, volendo significare le mie imperfezioni, acciò mi raccomandasse a Dio, ma non ne ho avuto riscontro : Deo gratias ; imparerò a mie spese a tacere ed a starmene nelle mie miserie senza parlare. Lei dunque per la prima, non mi parli più dei miei travagli, non me ne cerchi : scriva i suoi bisogni e non altro.
Quando sarò in Missione non scriva niente, ma quando sarò venuto mi darà notizia di ciò le verrà in memoria ; ma intanto non scriva. Ora che sto qui per questo po' di tempo scriva se le bisogna.
Io rimango sempre più che lei non si senta ispirata a provvedersi di Padre Spirituale costì in Viterbo, oppure quel Padre filosofo, che mi disse, che lei aveva in tanto concetto, e con cui anche trattava in scritto, mi creda che sarei io al sommo contento, poichè anch'io ne fo concetto in Dio ecc. Bisogna che lei faccia assai orazione per questo, acciò Dio la provveda, perchè di me non bisogna farne caso, che chissà ciò sarà di me ?
Ora sono in Missione, ora in altre parti ecc.
Basta, in tutto voglio fare la volontà d'Iddio, e questo non lo dico perchè non abbia caro di servire all'anima sua e di faticare per lei, ma perchè conosco certo certo che non sono abile per dirigere nemmeno una formica.
Quando scrive non vorrei che scrivesse le righe tanto fitte, che perdo la vista a leggere.
Non parli d'altro a Suor Lilia, che io non merito sue lettere : basta che abbia inteso la mia lettera e la schiettezza e semplicità, con cui l'ho scritta per raccomandarmi a Dio. Se poi le viene in bello, glielo puol dire. Già credo che lei non vada conferendo nè con Suor Lilia, nè con altre donne, che non va bene : Dio la benedica.

S. Antonio ai 22 agosto 1736.

PAOLO Suo indeg.mo Servo

In questa posta non ho ancora ricevute sue lettere ; quando scrive puol fare come prima.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






31

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (031)

S. Antonio - Monte Argentario, 30 agosto 1736.

(era nel Vol. I, al n. 77, a pag. 148)(429)


Viva sempre ne' nostri cuori l'amabilissimo Gesù : Amen.

Mia Figliuola dilettissima in Gesù Cristo,

Ieri sera ho ricevuta una sua lettera che mi è stata molto cara per più capi. Ora mi assicuro sempre più della Divina Volontà intorno alla direzione dell'anima sua. Lei mi dice che mi voglio levare dalla Volontà di Dio, perchè ho date più ripulse per la sua direzione. Oh figlia mia ! Se lei sapesse quanto desidero di fare in ogni cosa la SS. Volontà del mio Dio ! Tutte le mie povere orazioni non tendono ad altro, altro non voglio, altro non bramo che in tutto essere trasformato per amore nel Divino Beneplacito ; e prego il mio Divino Salvatore che faccia che il mio continuo cibo sia il fare la sua carissima ed adorabilissima volontà ; e per farla con più perfezione, e massime in cosa tanto delicata e gelosa come è la direzione di spirito, in cui vi vuole santità, dottrina, esperienza, prudenza, e gran chiamata d'lddio, per questo non solo a lei, ma ad altre anime ho date ripulse replicate conoscendo la mia inabilità, insufficienza e somma imperfezione : nonostante non mi è riuscito, perchè le anime alle quali ho date ripulse hanno avuto stimoli ed ispirazioni grandi che io le assista, ed io per obbedire alla Divina Ordinazione le servo di continuo, e seguiterò fino che Dio vorrà questo da me, indegnissimo d'un esercizio sì nobile e divino : bisogna pregare assai per me, acciò S. D. M. mi dia grande assistenza e lume.
Intorno a quello mi dice che lei è staccata da me, mi creda che mai m'è caduto in pensiero che nè lei nè altre siano attaccate a questa puzzolentissima carogna, e grazie a Dio vado con tanta circospezione in questo che non saprei più ; e se mi fossi accorto di avere un minimo attacco alle anime che dirigo, mai più l'avrei sentite per non essere ladro dell'Amore, che si deve tutto a Dio, e creda che sto vigilantissimo in questo, perchè altro non cerco se non che l'anima ami purissimamente il Sommo Bene, con un'altissima nudità di tutto il creato ecc.
Quella parità che lei porta intorno all'unione che ha il suo spirito con me suo Padre Spirituale, sebbene è un po' imbrogliata, l'ho però intesa bene, perchè Dio me ne dà per sua grazia l'esperienza : l'anima è unita in vincolo di santa carità, ma così spirituale che niente più, perchè è tutto fondato in Dio.
Io amo tutte le anime, e con modo speciale quelle che Dio mi ha confidate per la santa direzione, e l'anima mia sente un vincolo tutto spirituale che la stringe con una più forte, con l'altra meno ecc. secondo la condotta d'amore a cui Dio ha tirata più o meno l'anima ; mi spiego : se un'anima è in maggior grado d'amore e di unione con Dio più d'un'altra, secondo l'intelligenza che Dio mi dà, certo che, siccome quella è più amata dal Sommo Bene, così il vincolo di santa carità stringe anche più l'anima mia con quella, non resta però che non sia unito in carita anche con le altre, ma con chi più, con chi meno, come vuole il mio Sommo Bene, e però stia quieta, che già l'ho intesa.
Non le dico altro intorno alla direzione, perchè anch'io l'ho raccomandata al Dolcissimo Salvatore, e vedo che egli lo vuole, ed io non ricuso, e lo farò fino alla morte, se Dio vuole, ma era necessario il non fidarmi di me.
Circa all'elevazioni di mente che mi dice non vi è cosa di più particolare delle altre volte, e però seguiti a servirsi degli avvisi antichi.
Non vi è cosa che piaccia più a Dio quanto l'annichilirsi e abissarsi nel nulla, e questo spaventa il diavolo e lo fa fuggire. Ciò bisogna farlo con due occhiate in fede, una all'Immensa Maestà di Dio, e l'altra al nulla nostro. Ma si deve fare con spirito quieto e posato, senza strepiti interni. Il non credere a sè nè all'immaginative, splendori, locuzioni ecc. è la via più sicura.
E chi facesse al contrario la sbaglierebbe e sarebbe ingannato: e locuzioni quando sono esterne allora sono più pericolose, ed anche si sentano cose sante non bisogna fidarsi, ma rigettarle, come quella che sentì : fede, fede, od altre, anche che causino qualche quiete non bisogna farne caso, perchè anche il diavolo può causare della quiete, ma falsa e di poca durata.
Le grazie e doni d'Iddio al principio sogliono cagionare un sacro timore, sebbene non sempre, ma per lo più ; e poi a poco a poco illuminano l'intelletto, infiammano con grande ardore la volontà nell'amore d'Iddio, rendono intelligenza celestiale, causano effetti mirabili : elevazione di mente in Dio, amore delle anime e zelo, amore alla virtù, al patire, un sommo annichilamento, una soggezione a tutti. Oh, figlia mia ! Chi può mai spiegare le ricchezze immense che portano all'anima i doni di Dio ! Basta : io l'assicuro in nome di Gesù e di Maria che nell'essenziale lei non è ingannata ; vi è qualche cosa del suo spirito sì, e se ci si mischia qualche volta l'inimico, finora non ha guadagnato niente. Stia nel niente.
Vorrei che mi avesse data relazione se ha fatto quell'atto d'umiltà in refettorio, come le dissi, e con quel modo che le scrissi ecc., e come è andata. Godo che Dio la visiti con dolori ecc. Oh quanto, ma quanto ne godo ! Viva Gesù : voglio però che quando si sente tanto male di petto stia seduta in orazione, ma un po' bassa ecc.
Circa le penitenze e digiuni e Comunioni, seguiti il solito, e non più. Prima dei Santi verrò io e le scriverò per il Santo Avvento : faccia le solite penitenze, senza scrupolo, se sta poco bene, ma se il male si aggravasse, la carità ed anche la giustizia vuole che si desista un poco ecc., al mio ritorno mi avviserà di tutto.
Lei mi dice che le fo servizio a non farla scrivere quando sarò fuori, ma che non sa se Dio ci avrà gusto : questa sia l'ultima volta che la sento parlare così. Io voglio un'obbedienza cieca e in silenzio. Tutto il tempo che sto in Missione non voglio che scriva, e questa è la volontà d'lddio significata dal suo Ministro. Se poi accadesse qualche gran cosa più straordinaria di quello è successo finora lo scriva pure : le so però dire che le cose grandi, i doni e lumi grandi, l'anima non se ne scorda mai. Circa al giorno o l'ora che sono successi non importa, ma l'essenziale del dono resta sempre impresso, quando è veramente grande e straordinario. Quando sarò venuto allora mi dirà più brevemente che puole ciò è passato.
Da un tempo in qua le cose d'orazione sono quasi consimili nell'essenziale, e però io intendo alla prima parola.
Non posso più scrivere, che è tutta la mattina che ho la penna in mano per gloria del Signore e bene dell'anime. Domani calo in Orbetello, e sabato mattina, primo di settembre, parto per la Missione, e però non scriva più.
Io non ho ricevuto riscontro veruno di Suor Lilia, nè dalla Signora Marianna. Circa di Suor Lilia le dica che non s'incomodi più, che non sarò qui, che vado via. Mi raccomandi a Gesù, che questo è il mio bisogno, del resto non importa che s'incomodi a rispondermi, che non è necessario, perchè la mia lettera non è di premura, nè merita risposta ; che solo mi raccomando alle sue orazioni, e dei suoi santi monasteri.
Orsù io finisco e le dò il buon giorno, che è quasi ora di dare la biada al somarello mio nemico capitale. Addio, mia figliuola ; ori per me e la lascio nel Costato di Gesù, fornace e fortezza di Santo Amore : Amen.
Dio la benedica, ed io sono sempre.

S. Antonio ai 30 agosto 1736.

Suo vero Servo in Dio PAOLO D. S.

(Conforme all'origilnale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






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Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (032)

S. Antonio - Monte Argentario, 27 settembre 1736.

(era nel Vol. I, al n. 78, a pag. 152)(430)


Viva Gesù.

Mia figlia in Gesù Cristo,

Io sono tornato dalla Santa Missione colmo di preziose mortificazioni. I diavoli ci perseguitano con rabbia, e gli uomini con buona volontà, così voglio credere. Basta : bisogna pregare assai, perchè le tempeste insorgono da ogni parte, e soffiano moltissimi venti contrari. Dio sia benedetto.
Martedì 2 ottobre comincierò la Missione ai Militari in Orbetello, e finirò ai 14 detto ; poi bisognerà partire, e fare un viaggio lungo e pericoloso, ma la cosa è ancora secreta agli altri, solo nota a noi, e però glie lo dico in confidenza.
Oh, se sapesse in che acque si trova il povero Paolo ! preghi assai e faccia pregare. Dio la benedica.
Mi saluti la M. Suor Lilia, mi scrisse che voleva venire qui dopo la vendemmia ; ma se faccio questo viaggio non vi sarò. Se Dio vi metterà impedimento avviserò V. S. e lei ancora : Deo gratias. Dio la benedica. Se mi vuole scrivere è in libertà.

S. Antonio ai 27 settembre 1736.

PAOLO Suo Servo in Gesù.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







Agnese Grazi 24