Agnese Grazi 33

33

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (033)

S. Antonio - Monte Argentario, 3 ottobre 1736.

(era nel Vol. I, al n. 79, a pag. 153)(431)


L'Amore purissimo di Gesù, e gli effetti della sua Divina Grazia, siano sempre ne' nostri cuori : Amen.

Mia Figlia dilettissima in Gesù Cristo,

In questo Ordinario ho ricevuta la sua lettera, ed al mio arrivo al Ritiro mi fu pure mandata dalla Signora Marianna un'altra sua in data dei 14 agosto, che penso sia quella che V. S. mi dice credere sia persa ; ma grazie a Dio non mi pare se ne sia persa veruna. Quest'ultima poi mi è stata più cara delle altre, perchè vedo che ora va meglio del solito, poichè sono cresciute le croci tanto interne quanto esterne : ora sì che si comincia a servire al Sommo Bene ! Ora ella incomincia ad essere discepola di Gesù. Vero è che questi piccoli travagli, tanto di corpo come di spirito, sono i primi gradini di quella santissima ed altissima Scala, sulla quale salgono le anime generose e grandi, ove a grado a grado salgono sino alla cima, ove poi si trova il purissimo patire senza conforto, nè dal Cielo, nè dalla terra ; e se sono fedeli a non cercar contento dalle creature, da questo puro patire arrivano poi al purissimo amore d'Iddio, senza mescolamento d'altra cosa. Ma pochissime e rarissime sono quelle anime fortunate che arrivino dove dico io adesso. Ah ! un'anima che abbia provato carezze celesti, e poi trovarsi a dovere stare del tempo spogliata di tutto, anzi più, arrivare a segno di trovarsi (al suo parere) abbandonata da Dio, che pare che Dio non la voglia più, non si curi più di lei, e che sia molto sdegnato, onde le pare che tutto ciò che fa una tal anima sia tutto mal fatto ecc. Ah ! non posso spiegarmi come desidero : le basti sapere, figlia mia, che questa è una sorta quasi di pena di danno (dirò così), pena che supera ogni pena. Ma se l'anima è fedele, oh, che tesori acquista ! Spariscono poi queste tempeste ed arriva ai veri, dolci, cari e soavissimi amplessi del dolce Amante Gesù. Allora Dio la tratta da Sposa : allora si fa tra Dio e l'anima il Santo Sposalizio d'amore : Oh, che tesori !
Lei però, figlia mia in Gesù, non è ancora nei primi scalini di questa scala : tuttavia ho voluto scrivere questo acciò non si spaventi quando Dio la metterà in qualche grado del puro patire senza conforto ; ma allora più che mai sia fedele a Dio, non lasciando mai i soliti esercizi.
E' ormai tempo che cessino questi timori che lei ha, e senza nessun fondamento. Chi vive nelle braccia e nel Seno di Dio, di che ha da temere ?
La perfetta carità (dice S. Giovanni) caccia via il timore, cioé il timore della pena, non già quello della colpa ; poichè i veri Servi di Dio sempre temono di disgustare il Sommo Bene, e questo è il Santo Timore d' Iddio vero. Del resto poi cacci via questi timori d'inganni. Lei non è stata, né è ingannata : si fidi di Dio, il lavoro dell'anima sua lo fa quel Sovrano Monarca, che n'è Padrone, e che le ha tolto l'amore del secolo acciò fosse tutta consacrata e sacrificata al Suo Divino Servigio. Buon cuore dunque ! Quando parla il Padre Spirituale, bisogna crederlo, o sia in voce o sia in scritto. Chi sente voi, sente me (dice Gesù), parlando dei suoi Ministri.
Lei è troppo fortunata, che Dio l'ha provvista di Guida, ed è da credere che sia secondo la Volontà di Dio, perchè la guida che lei ha, ha ricusato di guidare tante volte, perchè si crede cieca, ma poi Dio ha dati tanti segni del suo Divino Beneplacito, che ora non vi è più luogo da dubitare. Cammini dunque forte nella via della perfezione, e s'abbandoni tutta in Dio e nella cura del Padre Spirituale, a cui Dio dà tutto il pensiero di guidarla.
Circa ai mali corporali si abbandoni del tutto all'obbedienza del medico, gli dica fedelmente le sue indisposizioni, con termini modesti e chiari e con ogni brevità, cioè detto tutto il necessario cessi di parlare, e poi lasci far lui.
Non ricusi i medicamenti, ma li pigli nel Calice amoroso di Gesù con volto dolce, sia grata a chi la serve ammalata, condiscenda a ciò le dicono che pigli : insomma sia come una dolce bambina, che si abbandona tutta nelle braccia e nel seno di sua madre. Stia sul suo letto come sulla Croce. Gesù orò tre ore sulla Croce, fu un' orazione veramente crocifissa, senza conforto nè di dentro nè di fuori. Oh Dio ! che grande insegnamento ! Preghi Gesù che me lo imprima nel cuore. Oh, quanto v'è da meditare sopra ciò ! Io ho letto che quando Gesù era agonizzante sulla Croce, dopo le tre prime fiamme d'amore, cioè dopo le tre prime parole, stette in silenzio tutto il resto sino all'ora nona, e in questo tempo orò. Le lascio considerare che orazione penosa fosse quella !
Intorno poi all'altre cose d'orazione si regoli al solito, come già le ho detto e scritto : quando prova cose straordinarie s'umilii assai, ma dolcemente scacci via tutto ciò che già le ho scritto, e se poi la mente resta sempre più elevata in Dio, tiri avanti, si lasci maneggiare dal Sommo Bene. Lui è Padrone dell'anima e la fa camminare per quelle vie che vuole.
Quando i frutti sono buoni, cioè quando l'orazione lascia nell'anima buoni effetti, virtù, amore al patire, al disprezzo, amore verso Dio, il prossimo, non v'è mai inganno. Bisogna fare orazione a modo dello Spirito Santo (so che le scrissi un'altra volta).
Circa alle penitenze : quando è inferma a letto, oppure se piglia medicamenti, lasci le catenelle e pigli la penitenza che le dà Dio, quando poi è migliorata un poco, seguiti come prima : non dico già che aspetti quando sarà sana bene, perchè lei non lo sarà mai. Basta : operi con discrezione e mi avvisi di tutto.
Mi sono messo a ridere quando ho letto quella lettera di quella buona monaca del Monastero di Suor Lilia. Io non sono mai stato stizzato con la buona Madre Suor Lilia, perchè io l'amo assai in Gesù, ma so che è un parlare divoto ed amoroso di quella buona religiosa, che mi sono preso contento del suo semplice parlare e della sua devota burletta.
Viva Gesù, contento dei nostri contenti, che non vuole che Paolo sia contento. Ora si sono ammalati i nostri Laici, il P. Antonio è ammalato in Orbetello : Deo gratias. Paolo sta con infermità che Dio solo le conosce ; l'anima è tutta inferma, piagata, da cui non esce che marciume d'infinite imperfezioni e mali. Ah, Dio sa dove mi condurrà la mia pericolosissima infermità ! Preghiamo Dio che mi conduca ad una santa morte. Del resto poi non ne parlo più : Dio sia benedetto.
Circa al Bambino, la Madre Vicaria puole restare servita tenerlo quanto gli piace, sarà più grata a Dio la servitù che le farà lei, che io. Vorrei essere con le virtù di quel Sovrano Signore, che per amor mio si è fatto Bambino ecc., e che ha detto nel suo Santo Evangelio che se non diventeremo come bambini non entreremo in Cielo, e vuol dire, se non saremo umili, semplici, mansueti e caritativi, che queste sono le vere virtù d'un'anima bambina, non entreremo in Cielo. Dica dunque a cotesta R. Madre che preghi il Divino Infante che mi conceda queste s. virtù ecc.
Io poi in Viterbo non vi posso più venire. Dio non mi vuole in Viterbo. Se scrive alla Madre Suor Lilia me la saluti assai, spero un giorno, e fra poco di scriverle ma ora non posso : Dio la benedica, preghi Dio per i bisogni universali.
Questo povero Ritiro lo vedo in uno stato miserabilissimo, ed a mio parere più di quello che dico. Oh che gran cose succedono ! non sono però note agli altri. Non so ciò che Dio voglia, e dove debba andare a finire. Ovunque mi volgo non vedo che croci, tempeste, contrasti, rumori, ecc. Vedo bene spesso il tutto per terra, non parlo già delle mura : Dio sa il tutto ; ho bisogno di grande assistenza e di grande orazione.
La lascio nel Costato purissimo di Gesù in cui sono

S. Antonio ai 3 ottobre 1736.

Suo vero Servo PAOLO D. S.

(Conforme all' originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






34

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (034)

S. Antonio - Monte Argentario, 11 ottobre 1736.

(era nel Vol. I, al n. 80, a pag. 157)(432)


Gesù ch'è fuoco d'amore bruci i nostri cuori : Amen.

Mia figliuola dilett.ma in Gesù Crocefisso,

Oggi ho ricevuta la sua lettera, a cui non posso rispondere adeguatamente perchè sto poco bene, e se non svanisce la mia indisposizione, farò anch'io la mia malattia perchè questa notte mi è venuta la prima febbre.
Oh quanto è buono e soave lo spirito di Gesù ! Oh quanto sono dolci le sue amorose attrattive ! Oh quanto amabili le sue Divine Provvidenze ! Seguiti pure a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo : faccia spesso quei voli nel Santissimo Costato di Gesù nostro bene. Ivi starà come in una torre fortissima inespugnabile. I nemici faranno fracasso, ma se ne anderanno confusi.
Circa al partirmi da queste parti : lei non ha inteso i miei sentimenti, che non sono tali.
Mi creda che sto come un esiliato che non ho luogo fisso. Il mio posto ed il mio riposo è la volontà dolcissima del mio Dio. Se Dio mi vuol qui, sto qui, ma se mi vuole altrove farò la sua Santissima Volontà : per quello che vedo, per ora Dio mi vuole qui, e però sia benedetto.
S'abbandoni in Dio in tutti gli eventi, e per la sorella Dio provvederà. Seguiti a raccomandarla a Dio che disponga il meglio. Se Dio volesse, vorrei anch'io, che lei se ne venisse costì che avressimo più campo di parlare del Regno d'Iddio.
Circa al Capitolo di Gio. Gersone l'ho letto anch'io, e però non è necessario che lei me lo mandi.
E' certo che i desideri d'andare a godere Dio sono ottimi, perchè nascono dal Santo Amore, e però bisogna dargli la briglia, cioè dar libertà al cuore di volare al Sommo Bene con quei santi desideri, santi perchè nascono dal Santo dei Santi. Finisco, che voglio andare a riposare il mio cattivo somarello, e la lascio nel Cuore purissimo di Gesù, in cui mi dico senza fine. Dio la benedica, seguiti ad orare per me.

S. Antonio li 11 ottobre 1736.

Suo Aff.mo Servo in Gesù PAOLO DANEI D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).





35

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (035)

Orbetello, 29 novembre 1736.

(era nel Vol. I, al n. 81, a pag. 158)(433)


Viva sempre ne' nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Mia figliuola dilettissima in Gesù Cristo,

Ieri ricevei qui in Orbetello una sua lettera, che mi è stata assai cara.
Oh, sia sempre benedetto il nostro buon Dio che ci fa parte della sua Croce ! Tenga ben conto di quei preziosi dolori e travagli interni ed esterni, con questi si fiorisce il giardinetto di Gesù per le virtù che si esercitano. Vedo altresì che la Divina Bontà continua le sue misericordie nella santa orazione : pretende la Maestà Sua altissima perfezione dalla mia dilettissima figlia, e vuole una totale unione al suo Divino Beneplacito.
Grazie sempre a Dio, nell'orazione le cose vanno assai bene ; ma quegli splendori l'ho sempre sospetti ; perchè Dio non dà all'anima intelligenza di quel che siano, e se fossero cose venute dal Sovrano Monarca senz'altro l'anima intenderebbe da che nasce quello splendore, e non intendendolo bisogna stare in guardia. Onde lei seguiti a scacciarli e sprezzarli ; che se Dio vorrà qualche cosa si farà intendere ; ma lei seguiti a fare la santa obbedienza, come le ho detto, che così si darà gloria a Dio, e non tema di sacrilegi. Circa alla visione di quella Serva ecc., che dice si raccomandava alle sue orazioni, faccia ciò le ho detto costì, e scacci costantemente tal visione, così è la volontà di Dio ; e se sarà poi il gusto di Dio che faccia diversamente da quello le dico, ce ne darà luce.
Soprattutto ringrazio il dolcissimo Gesù per la grazia fattale di essersi mostrata pieghevole ed ubbidiente alle Monache, che le hanno proibito il dare per elemosina ciò che le dà il Monastero.
Oh ! quanto godo, che Dio disponga così, acciò lei diventi pieghevole ad ogni mano, e spogliata d'ogni propria volontà, anche buona.
Il nostro dolcissimo Gesù si lasciava vestire e spogliare dai ministri della morte a loro beneplacito ; or lo legavano, or lo slegavano, or lo gettavano di qua, or di là, e a tutto si arrendeva il piacevolissimo Agnello Divino. O dolcissima pieghevolezza del Sommo Bene Gesù ! Ah ! figlia mia dilettissima, si vede bene che Dio vuole fare un gran lavoro nel suo cuore, e perciò la va preparando con pene e con esercizio di virtù. Seguiti dunque a piegarsi ad ogni mano come un'agnellina mansueta ; abbia caro che le siano rotti tutti i suoi disegni, benchè buoni. Verrà il tempo che Dio glieli farà effettuare con vera perfezione. Adesso però, che ha condisceso ai loro voleri, dica alla Madre Abbadessa, ma segretamente e con umiltà, se le dà licenza di dare per elemosina ciò che non bisogna per lei, adducendo che lei non ha bisogno di tanto, e se le piace, le dica che le dia tal licenza, acciò possa fare con libertà ciò che fanno le altre. Se poi gliela nega, stia zitta e non parli più, lasciando a Dio la cura di tutto : se poi le concede tal licenza, e che quella monaca le domandasse perchè seguita a dar via la roba, risponda dolcemente : perchè ho licenza dalla Superiora, e poi stia quieta.
Oh ! che il diavolo ha gran rabbia, perchè vogliam amare il nostro caro Iddio, e perciò fa i rumori che fa. Abbia caro d'essere sconosciuta, e solamente conosciuta per una povera creatura imperfetta. Goda di essere stimata sciocca, debole di cervello e leggera. Ami assai il suo disprezzo.
Abbia pazienza che scrivo male, che non ho buona penna, farà più fatica a leggere.
Seguiti sempre a spiegarmi con distinzione le cose dell'anima sua, fugga però il superfluo : come fa adesso però va bene : seguiti così.
Circa a non aver luce di che stato debba prendere non se ne pigli pena ; Dio lo darà a suo tempo ; lei seguiti a vivere abbandonata in Dio e se ne stia attaccata a quel Seno Divino come una piccola bambina, succhiando il latte dolcissimo del Divino Amore, che supera tutte le dolcezze.
S'avvicina il tempo del Sacro Avvento, in cui la Santa Madre Chiesa celebra le memorie di quel Divino Sposalizio che il Verbo Eterno ha fatto con la natura umana nella sua Sacratissima Incarnazione. Contempli, figlia mia, questo altissimo Mistero d' infinita carità, e lasci che l'anima sua abbia tutta la libertà d'ingolfarsi ed immergersi in qual Mare infinito d'ogni bene ; desideri e preghi che presto si faccia il grande Sposalizio d'amore tra Gesù e l'anima sua, ed anche per me poverello indegnissimo. Seguiti i soliti esercizi d'orazione e di mortificazione e di penitenza al solito : si rida e si burli del suo somarello, ed abbia gusto che S. D. M. lo castighi con dolori e patimenti.
Se poi vi fosse febbre o altro male più grave, si lascino le penitenze solite ecc.
Il povero Paolo sta con molte occupazioni e si sta faticando per perfezionare l'opera di questa minima Congregazione. Bisogna pregare assai Dio, acciò siano ben ricevute le Sante Costituzioni e Regole che devo presto mandare a Roma. Il mio stato seguita al solito.
Io mi trovo qui in Orbetello in casa. Il signor zio, grazie a Dio sta meglio, seguiti a raccomandarlo a Dio.
Rosa fu al Monte, e vedo che è una buona cristiana.
Addio mia figliuola : Gesù la bruci di amore : Amen, e la benedica.

Orbetello al 29 novembre 1736.

Suo vero Servo PAOLO D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






36

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (036)

Orbetello, 13 dicembre 1736.

(era nel Vol. I, al n. 82, a pag. 161)(434)


Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Dilett.ma figlia in Gesù,

Questa è la seconda lettera che scrivo in questa medesima posta, perchè ieri ho ricevuto una sua lunga lettera, e mi conviene dire questo di più.
Lei si spiega troppo con lunghezza, dice molte cose superflue ; vorrei che dicesse il succinto, ch'io l'intendo. Quando però succedono cose straordinarie si spieghi, per esempio : in quei splendori, in que' sonni ecc. in quelle immaginazioni, o di quella che dice Serva d'Iddio ecc., ma l'altro dica il necessario.
Circa la guarigione di quella secolare, puol essere cosa naturale : la sua mano sarebbe disposta a farglielo venire più il dolore. Non badi alle monache che dicono che è miracolo, sono cose ridicole ! le donne sono facili a canonizzare, e se toccasse a loro si farebbero i santi con poca spesa : oh ! quanto credono facilmente, e credono miracolo ciò che non è: 'umilii, si sprezzi, non creda a sè, e stia in guardia del suo cuore, che il diavolo non dorme.
Circa alla visione di quella Serva di Dio, io comando per santa obbedienza, come Padre Spirituale, che si rigetti, e così di tutti que' splendori ed altre immaginazioni : la fede, la vista amorosa d'lddio in fede, questa è via sicura ; preghi pure per quella Serva d'Iddio, che le ha detto il P. Gesuita, che mi contento, ma se le par di vederla scacci tal cosa.
Insomma tutto ciò che s'appresenta alla sua vista in materia di visioni, tronchi tutto, dica che non le vuole, che cerca Dio solo. Oh, che il diavolo è furbo ! Lei dice che le pare cosa di Dio la vista di quella vestita di bianco col velo ecc. e che non le pare inganno ; ed io mi sento nel cuore altri sentimenti, e Dio m'ispira a comandare che si rigettino tali viste di qualunque sorta siano, e nascondersi tutta in Dio, fuggire al suo Divin Costato, annichilarsi ecc. ma tutto ciò deve farsi senza strepito di stomaco, di testa, ecc.
Quando anche le pare di vedere Suor Lilia ecc. faccia come ho detto sopra. Tutte queste cose sono soggette ad infinite illusioni.
La disciplina è mia intenzione si faccia a secco, e però la faccia con disciplina che non cavi sangue, e il tempo prefisso.
Oh ! quanto avrei caro che lei trattasse con qualche uomo dotto, illuminato, ch'io son cieco. Ma lei non si sente, ed io ubbidisco alla Volontà d'Iddio.
Finisco, che ho da confessare : seguiti a fare raccomandare a Dio il misero peccatore che lei sa, e sappia che è in maggiori bisogni, ed in continue e fiere tempeste di dentro e di fuori.
Ah ! se Dio volesse far l'elemosina della morte che chiedo per maggior gloria d'Iddio, oh che nuova felice ! Resto con lasciarla nel purissimo Cuore di Gesù, e le prego ogni pienezza di benedizioni : Amen. Oh via ! Seguiti con fervore a ben servire Iddio e ad esercitare le sante virtù.

Orbetello ai 13 dicembre 1736.

Suo vero Servo PAOLO D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






37

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (037)

S. Antonio - Monte Argentario, 28 dicembre 1736.

(era nel Vol. I, al n. 83, a pag. 162)(435)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia figlia in Gesù Cristo,

Godo che si seguiti a bere il Calice amoroso di Gesù ; che sebbene pare amaro, è però dolcissimo al palato dell' anima ecc.
Circa a quella locuzione, che si sentì intorno a quella Serva di Dio, con dire nò nò che non v'è inganno : non ci badi niente affatto, ma seguiti le regole che le sono state date, e se se le presenta quella immaginazione la scacci costantemente ; solamente preghi per quell'anima che le disse quel Padre, se però è capace d'orazione ecc. Oh ! che il diavolo fa la scimmia di Gesù per ingannare ! Se Dio volesse ch'io condiscendessi mi darebbe luce ; io non ho sentimento nessuno di quell'anima, è segno che vi è sotto qualche laccio infernale : scacci via tutto ecc.
M'avvisi distintamente di tutto ciò passa nell'anima sua, si spieghi bene in quello è necessario, ma tronchi le minuzie superflue.
Io poi ho fatto le feste al mio solito, sempre sepolto nel mare delle mie calamità e miserie.
Ai 3 dell'entrante mese di gennaio compisco 43 anni, desidero non vedere li 44 se non ho da essere più perfetto, poichè finora me ne sto senza virtù.
Oh ! quanto mi rincresce il vivere così ; desidero licenziarmi dal mondo presto. Si faccia però in me e in tutti la Divina Volontà.
Sento la sua indisposizione di testa ed altro. Pigli un poco più di sonno, acciò la testa abbia più forze ecc. già sa che glie l'ho detto sempre. Quando sta meglio ho caro che si alzi a fare orazione, purchè si dorma il necessario.
La ringrazio dei saluti di Suor Lilia : ho bisogno più d'orazioni che di saluti : già le ho scritto ecc.
Vedo che si apparecchiano nuove battaglie, chissà come la passerò ! Le tempeste seguitano, le tenebre s'aumentano, i timori non svaniscono, i diavoli assaltano, gli uomini flagellano con la lingua : di dentro battaglie, di fuori timori e tenebre, stupidità, tedi e desolazioni ecc. ecc. Che faremo in tanti pericoli, senza quelli di cui non si parla ?
Ah, che è più desiderabile la morte che la vita ! Così sia, se piace a Dio, che mi si apra la strada per l'eternità beata : Amen.

S. Antonio ai 28 dicembre 1736.

Bisogna far pregare sempre più Dio per i bisogni del Ritiro ; vedo che s'attraversano non poche difficoltà, e vedo che non vi sono pietre fondamentali. Potrà succedere qualche buon esito, quando mi si aprirà la strada d'esserne lontano. Così sia se piace a Dio.

PAOLO suo vero Servo in Dio.

(Conforme a copia antica).







38

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (038)

Orbetello, 3 gennaio 1737.

(era nel Vol. I, al n. 84, a pag. 164)(436)


Nel Nome Santissimo di Gesù. Amen.

Mia dilett.ma Figlia in Cristo Gesù,

Ieri sera ho ricevuta e letta la sua lettera molto a me cara, perchè vedo che il Sovrano Maestro vuole perfezionare per sua maggior gloria quel bel lavoro che egli per sua Infinita Misericordia ha incominciato : sia pur sempre benedetto il Suo Santissimo Nome.
I suoi travagli, timori, tentazioni, ecc., sono i ricami del lavoro amoroso che ho detto di sopra, ne tenga conto, con patto però che voglio che cresca sempre più la confidenza in Dio.
Oh, figlia mia ! di che dubita ? di che teme ? Sta in braccio all'onnipotente, e teme ? Eh ! via bisogna che io dica : O figlia di poca fede, perchè dubitate ? Così disse il nostro Bene Gesù a San Pietro, quando temeva la tempesta del mare.
Lei si lamenta a torto, figlia mia, che non è stata con me nella Grotta insieme alla Madre Suor Lilia. L'invito è stato per lei, come per la Madre suddetta. Siamo stati in spirito assieme in quella SS.ma Notte ed abbiamo orato assieme, tale è stata la mia intenzione.
Ma io sono stato al mio solito sepolto nel ghiaccio ; e tenga per certo che è stata più consolata lei di me : ma io e lei però non dobbiamo mirare in faccia alla consolazione ma al gran Dio delle consolazioni.
Io godo tanto degli scherzi d'amore che fa Gesù con l'anima della mia figliuola in Cristo. Eh ! che cosa sono quei timori, angustie, afflizioni, paure d'inganni, ecc., se non scherzi amorosi del Sommo Bene per più raffinare e pulire l'anima ? Oh, quanto è buono il Sommo Bene ! Mischia l'amore col patire, e il patire con l'amore : oh ! se sapesse quanto è soave ed odorosa al Divino Cospetto questa mescolanza ! Oh ! via dunque, coraggio, che non è ingannata, glielo assicuro in Nome di Gesù. E' vero che il demonio cerca di mischiarsi per tutto per ingannare, ma che forse non ha fatto così questo mostro anche ai più cari amici d'Iddio ?
Circa quei lumi, di torcie, apparati ecc., prospettive ecc. possono nascere da una gran fiacchezza di testa, dal poco sonno, e anche dal demonio, e però non bisogna farne caso, rigettarle, non turbarsene, ma farsene piuttosto una burla.
Bisogna mettere ogni studio in ridurre l'orazione in pura e viva fede, e cercare puramente Dio, vivere in lui, liquefarsi d'amore per lui, riposarsi in S. D. M., ecc. come già ho detto.
Dio guiderà lui tutto : lei però cerchi di tenersi spogliata, tanto in orazione che fuori, di tutto ciò che non è Dio : oh, che questa è una gran lezione !
E' vero che non avevo inteso bene nella sua lettera di ciò le ho scritto di quella Serva di Dio, ma ho letto meglio : Viva Gesù. Oh ! che ho caro che anche nelle mie lettere vi siano dei chiodi che crocifiggano la mia figlia in Gesù Cristo dilett.ma !
Seguiti ad orare secondo gli avvisi che le ho dati.
Dopo l'Epifania ripigli le sue penitenze secondo il solito : andiamo con discrezione, e dorma il suo bisogno, ecc.
La nostra cara madre Suor Lilia non mi vuole più bene, che non mi ha voluto consolare con uno dei suoi caratteri. Basta, le dica che la voglio accusare al dolcissimo Bambino ed alla amabilissima Madre, ed anche al caro S. Giuseppe, e voglio dirgli che la mortifichino, con versare nel suo cuore un torrente di fuoco d'amore, che la bruci tutta, così farò le mie vendette. Me la saluti assai. Io poi me la passo al solito: sia benedetto Dio. Questa mattina che scrivo compisco gli anni 43, e vi vuole giusto mezz'ora circa a compirli, poichè io sono nato circa alla levata del sole, ed ora sono quasi 14 ore : finisco che voglio andare a trovarmi ai piedi del Sacro Altare, e fare un sacrificio della mia vita a Gesù, sacrificio d'amore e di dolore, voglio essere una vittima sacrificata in olocausto, e l'olocausto si brucia tutto, e non vi restano nemmeno le ossa, tutto a fuoco, tutto a fiamme, tutto in cenere. Addio, mia figliuola, Dio la benedica.

Orbetello ai 3 del 1737.

PAOLO suo vero Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






39

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (039)

S. Antonio - Monte Argentario, 9 gennaio 1737.

(era nel Vol. I, al n. 85, a pag. 166)(437)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figlia in Gesù Cristo dilettissima,

Ieri ricevei la sua lettera lunga al solito. Ringrazio Dio dei favori che comunica all'anima sua. Sia fedele in servire un sì buon Padre. Le sue lettere, poco più, poco meno, sono quasi tutte simili ; sicchè non vi sarebbe bisogno che io mi allungassi di più. Ad ogni modo le dico ciò ho già detto altre volte. In queste cose così materiali e sensibili, che sono così vive nell'immaginativa, vi è sempre qualche pericolo ; anzi il demonio bene spesso vi si frappone, onde è cosa sicura il rigettarle sempre tali visioni immaginarie, e spogliarsi di tutto ciò che non è Dio, riducendo l'orazione in pura fede. Pertanto quando accadono tali immaginazioni le rigetti sempre con costanza, sprezzi se stessa, dica che non cerca queste cose, ma il suo Dio. Ciò però lo faccia senza sforzi di testa ecc. e di petto. Fatto questo si abbandoni e si abissi tutta in Dio, secondo le regole che le sono state date. Questo le sia detto per sempre.
Io conosco sempre più che lei ha bisogno di un uomo sperimentato, dotto e prudente, ecc., e perciò io la consiglio a procurare di trattare con qualche Servo di Dio. So che in Viterbo vi è due o tre preti Servi di Cristo e Direttori d'anime ; vi è un Canonico, che Rosa lo conosce, e lo potrebbe far chiamare da lei, e vi è pure quel buon Confessore del Monastero di S. Rosa, ed altri. Di frati non dico, perchè non possono venire ai Monasteri, e poi non sono sempre permanenti ; ad ogni modo, se ha notizia di qualche grand'uomo, faccia pure anche la conferenza con quello, lasciando gli altri : insomma la lascio in libertà.
Io sono obbligato a fare così, e se nol facessi opererei male. Il linguaggio di spirito è occulto a me, che sto in un abisso senza fondo di deformità, di cecità, d'ignoranza, e dico puramente la verità, come la sento avanti a Dio. Vedrà, che come ha incominciato, se ne troverà bene. Seguiti a conferire per un mese o meno, come vuole ; non badi alle difficoltà dei primi giorni. Non tocchi confessione generale, che non vi è bisogno, dica come principiò la meditazione, come proseguì, e come sta al presente ; gli racconti le cose più particolari successe. Io tengo certi scritti suoi, che ancora non ho ben letti del tutto per mancanza di tempo ; ad ogni suo avviso li manderò ben sigillati, e li farà leggere e poi se li farà restituire per bruciarli. Quando poi conoscerà il suo maggior profitto, tirerà avanti la direzione, e vedrà che se ne troverà meglio. Ciò le dico, non già che non abbia a caro servire all'anima sua, ma le dico per maggior suo bene ; e vedrà che il tempo le farà conoscere che ho detto bene, e che ho cercato il suo maggior bene. Del resto poi io lascio sempre l'anima in libertà.
Circa Suor Lilia che non puol scrivere ; non s'incomodi più, che io vado fuori, e non so quando tornerò, e V. S. mi puol scrivere solo quest'ordinario, e non più, fino a Quaresima, che chi sa quando torno.
Sento le replicate lettere che si sono scritte queste Feste. Buon prò le faccia ; io non so dove trovino tanta materia da scrivere tante replicate lettere nelle sole Feste, e che sarà, finito le Feste ? Dio benedica le loro conferenze.
Desidero che di me non se ne faccia mai memoria, nè in scritto nè in voce ; solamente raccomandare al Crocefisso l'anima del più peccatore che si trovi, che sta sepolto nelle tenebre, e voglia Dio che non sia anche nelle ombre della morte.
Se mi faranno la carità qualche volta di pregare Dio che mi liberi da quella caduta nell'inferno che merito, faranno non poca carità, ma di scrivermi, non me ne curo niente affatto.
Le penitenze che dice : le dico che un'ora e mezza di catenella al lunedì, due al mercoldì, e tre al venerdì, ed un'ora e un quarto circa al sabato, bastano : la disciplina al lunedì, mercoldì, venerdì e sabato, per lo spazio delle Litanie, al solito.
Come conferisce con qualche Servo di Dio, che spero lo farà, gli dica pure le penitenze fatte per il passato e di presente, e il tempo dell'orazione che impiega, e sentirà il suo oracolo. Circa allo star sempre in ginocchio per lei che sta poco bene, non mi pare a proposito, stia anche seduta, o come meglio puole.
Per quello mi dice della Religiosa : le dica che non si ricorda di doverle niente, se poi replica di sì, in tal caso se è cosa di poco momento gliela compri e gliela dia con ogni carità ; se è cosa che costi assai, le dica con ogni carità che prima ne cercherà licenza ai suoi superiori, e poi gliela comprerà, ma che da sè non puole farlo, perchè non sa d'esserle debitrice di questo, ma procuri di renderla capace, con poche parole, ma dette con modo umile e modesto, e poi si ritiri in pace.
Io fra poco parto per un luogo che non dico, non so quando tornerò. Non scriva fino a Quaresima fuorchè questa posta, che starò fino passato Sant'Antonio.
Dio non vuole che trovi rimedio in alcuna cosa affatto : sia benedetto, mi rallegro che Dio sempre sarà glorificato dalla sua creatura. Se non lo glorificherà in Cielo, glorificherà la sua Giustizia Santissima nell'inferno, che ben mille volte, e più lo merito. Seguiti a raccomandare a Dio questa povera anima. E Dio la benedica, la lascio nelle piaghe di Gesù, e mi dico sempre.

S. Antonio 9 del 1737.

Lei esamini bene il fine per cui la consiglio a conferire il suo spirito con altri, e vedrà che è buono e nasce da puro zelo del suo maggior profitto. Così han fatto le anime sante, hanno procurato trattare con uomini dotti e santi.
Non dica niente affatto a Suor Lilia di me, solamente le dica che non s'incomodi più a scrivermi, che vado via, e la lettera si perderebbe.
Quando mi scrive non mi faccia discorsi sopra la mia persona, in nessun modo, ma solo dica ciò le occorre, e preghi per me.

Suo Servo obb.d.mo in Gesù PAOLO.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






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Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (040)

Orbetello, 24 gennaio 1737.

(era nel Vol. I, al n. 86, a pag. 169)(438)



Sia lodato Gesù e Maria.

Mia dilett.ma Figliuola in Cristo Gesù,

Ho ricevuta la sua lettera, a cui non ho potuto rispondere, che non sono stato a tempo alla posta.
Le dico con brevità che conosco sempre più al chiaro il lavoro Divino, e perciò lei seguiti le solite regole ed istruzioni avute.
Quando nell'orazione ci si presentano quelle viste, che mi dice, se vanno a terminare in unione con Dio, in viva fede, non vi è mai pericolo d'inganno. Veda, figlia mia dilett.ma, quanto è obbligata a Dio, che la libera, e libererà sempre dagl'inganni.
Non voglio s'inquieti di qualunque cosa succeda in orazione, ma in tutto si unisca al gusto di Dio. Oh, quanto godo, che l'orazione sia in fede ! Questa è quella condotta amorosa per la quale Iddio mi ha sempre ispirato a guidarla.
Non si quereli di me figlia mia, se l'ho pregata più volte a conferire ; ciò è stato perchè non mi fido di me, e se l'esaminerà bene in Dio vedrà che non ho fatto male, e spero d'avere dato gusto al mio Dio.
Ora che vedo sempre più al chiaro che Dio non vuole conferenze con altri, le prometto non dirglielo più, se non quando Dio lo vorrà.
Non posso negare l'assistenza di Dio in ogni cosa ; vorrei però maggior luce per dirigere. Sia fatta la sua Santissima Volontà.
Veda, figlia mia, Dio ha posto in noi una grande unione di spirito, ed un grande staccamento : lo conosco, e ne dò gloria al Sommo Bene.
Sono cinque giorni che sto qui in casa, assistendo giorno e notte al nostro car.mo D. Fabio, a cui ho già raccomandata l'anima due volte, eppure spero che guarirà, che questa sera pare un po' migliorato. Confido in Dio, che non voglia dare questo disgusto a questa pia casa.
Io sono in stato sempre più miserabile, combattuto dai demoni e dagli uomini, sferzato dal flagello delle lingue, con calunnie ecc. . . . oltre le battaglie di dentro. Oh quanto ho bisogno d'assistenza di Dio e d'orazione !
Lunedì parto per Roma, e vado a combattere per rispondere ai punti delle Costituzioni, e per superare tante e poi tante contradizioni e difficoltà.
Ah, chi sa come la passerò ! Spero in Dio : faccia orazione e comunioni per quest'affare, e lo faccia fare da chi puole, acciò venga a buon fine quest'opera tanto Santa ; ma a dirlo in confidenza con la mia car.ma figlia in Gesù, temo che i miei peccati ed ingratitudini non l'impediscano : bisogna placare Dio. Io non so quando tornerò, e però non mi scriva se prima non l'avviso.
Quando le scrissi giorni sono che partivo, e non dissi dove, mi credevo far prima un altro viaggio per la Missione, ma ora sono pressato a partire per Roma.
Io non le ho mai proibito di scrivere e trattare con la madre Suor Lilia, e mi creda che non ve n'è altra tanto secondo il mio cuore, prescindendo però dalle anime, che Dio mi ha confidate : le scriva pure, le parli di me quanto vuole in quello però, che spetta al pregar per me.
Non voglio però che le conferisca le cose particolari d'orazione, nè con lei, nè con altri.
Me la saluti assai assai, non le scrivo ora, che lo farò a suo tempo. Già ho ricevuta la sua lettera che mi è stata tanto cara.
Le dica il fine per cui vado a Roma, acciò lo raccomandi a Dio. Il Ritiro è quasi finito e a Quaresima spero entreremo. Oh Dio ! che rabbia dei demoni, che fracasso fanno le male lingue ! Non so dove voltarmi ; e sa Dio come mi trovo di dentro. Veda figlia mia come il mio spirito si diffonde col suo. Preghiamo il Signore che mandi i servi suoi fedeli. Marianna mia figliuola in Gesù è stata sempre qui in casa ad assistere all'infermo, e la saluta assai assai, e grazie a Dio fa del bene. La Signora Maria Giovanna sua cognata pure ha cominciato a darsi all'orazione mentale, e ne spero molto bene ; anche lei vuol essere mia figliuola in Gesù Cristo. Non ne parli di questo.
Addio mia figliuola : Gesù la benedica e la bruci d'amore. Amen.

Orbetello 24 del 1737.

Suo vero Servo in Xp.to PAOLO DANEI D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







Agnese Grazi 33