Agnese Grazi 50

50

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (050)

Orbetello, 16 maggio 1737.

(era nel Vol. I, al n. 96, a pag. 190)(448)



Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figliuola in Gesù Cristo dilettissima,

Mi dice il suo signor zio che giovedì 23 corrente partirà per Viterbo per condurla in Orbetello. Sicchè io starò aspettando ciò che disporrà la Divina Provvidenza.
Ho letta la sua lettera, e prego Dio che le dia un cuore grato e tutt'amore verso chi tanto la favorisce. Stia però in guardia, si sprezzi, e rigetti tutto ciò che non è Dio : basta, ci parleremo.
Io sono sempre più colmo di tribolazioni, ecc. La ringrazio della carità che mi continua di pregare Dio per me. Ringrazi per me Suor Lilia, e le dica che a suo tempo farò le mie parti. Per ora non posso che non ho poco da fare a salvarmi dall'orribil tempesta in cui mi trovo.
Preghino tutti per me.

Orbetello 16 maggio 1737.

Il povero Peccatore PAOLO.

(Conforme a copia antica. La data è dubbia).






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Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (051)

Orbetello, 22 maggio 1737.

(era nel Vol. I, al n. 97, a pag. 191)(449)



Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figliuola dilett.ma in Gesù Crocefisso,

Ieri venendo di fuori ricevei una sua lettera, e non mi piacque il sentire che lei aveva conferito con tanti il fatto di D. Vincenzo suo fratello. Che necessità v'era di conferire tal cosa con fra Antonio, con Rosa, con la M. Suor Lilia, quando la cosa non era ancora in chiaro ? Non era meglio prima trattarne con me ? Ora le dico che tutti quanti vi siete ingannati : Suor Lilia però ha parlato con più prudenza di tutti. Ah che non bisogna essere così facile a credere !
D. Vincenzo ha ricevuto il denaro, e alla sua venuta in Viterbo, che sarà in breve, lo porterà nell'istessa forma e moneta con che l'ha ricevuto. Mi accerta che ciò è stato per ordine del suo signor padre. Lei dunque si consoli, che il tutto anderà a dovere : queste sono certe tribolazioni frivole, che nascono da poco fondamento. Ma un'altra volta non s'imbarazzi in simili cose. Adesso non voglio che si scrupoleggi, ma solamente si umilii a Dio, e si accusi a cautela in questo modo.
Padre, m'accuso che mi sono venuti timori e sospetti che una persona mio stretto consanguineo avesse mandato a male certo denaro di casa, ma non l'ho tenuto per certo, in quel modo vi fosse offesa di Dio me ne accuso, e non dica altro.
Non si parta da quelle regole che io le ho prescritto, tanto per l'orazione che per tutto il resto. Stia sempre più nel suo niente, sprezzi se stessa, e desideri di essere sprezzata dagli altri, ecc. ed ami le occasioni di farlo, ecc.
Quest'altra posta scriverò alla Madre Suor Lilia, che giusto ieri mi fu consegnata la SS. Bambina, che non posso esprimere quanto mi sia cara, per essere venuta da quella vera Serva di Dio ; intanto me la saluti tanto tanto in Gesù Cristo.
Non scrivo ora, che non ho tempo opportuno. Seguitino a pregare per questa S. Opera, tanto combattuta, e per la perseveranza d'un divoto Sacerdote, che già è con noi (1) , che ha rinunciato a tutto per servir Dio, e non l'hanno trattenuto le lagrime dei suoi parenti, che avrebbero mosso le pietre, ed io ne sono stato testimonio.
Il Padre Antonio sta con una gran febbre, preghino Dio che disponga il meglio, secondo gli piace. Come saranno in ordine i calessi mi vien detto che partiranno per venirla a pigliare. Il povero Paolo ha bisogno più di tutti di soccorso, che si trova in uno stato sempre più deplorabile.
Orsù mia figliola ! Stia contenta nel Costato purissimo di Gesù, non perda la pace, anche se si rovinasse tutto il mondo.
Finisco con lasciarla nel Costato dolcissimo di Gesù, in cui mi dico senza fine. Gesù la benedica e bruci d'amore. Amen.

Orbetello 22 maggio 1737.

Non le mando le lettere, che gliele consegnerò qui, per non far più piego.

Suo Indeg.mo Servo PAOLO D. S.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







52

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (052)

16 luglio 1737.

(era nel Vol. I, al n. 98, a pag. 192)(450)


Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Mia Figliuola in Cristo dilett.ma,

In questo punto ricevo una sua lettera, a cui spero rispondere a viva voce domani, perchè se il P. Antonio mi porta qualche novità di Roma per benedir la Chiesa, converrà ch'io venga giù. Per ora le dico che il troppo zucchero fa venire i vermini ai bambini. La vita di Gesù fu tutta Croce.
Bisogna stare in timore e tremore, ma però confidare, e quando parlo di timore voglio dire timore filiale. In queste grandi dolcezze ed elevazioni di mente vi è sempre pericolo, che il diavolo faccia qualche burla ; ma chi s'annichila, chi si sprezza, chi si butta nel niente, e chi attribuisce tutto a Dio e niente a sè, fugge questi inganni. Basta : ci parleremo dal Sacro Tribunale.
Io non vorrei che lei avesse detto a fra Antonio se la sente quando lo chiama, oh ! se sapesse quanto io ci ho patito. Egli rispose di sì, che la sente.
Io lascio tutto a suo luogo, ma le anime che Dio vuole che io assista non voglio che vadano dietro a queste cose di tanto pericolo.
Il diavolo non ha fretta, ed io ho sentite gran cose. Non parli nè di guerre nè di tedeschi, nè ecc. ma raccomandi tutto a Dio. Il povero Paolo si prepara a nuovi travagli, a nuove croci, e le abbraccierà volentieri quando Dio le manderà : Gesù la benedica e bruci d'amore. Amen.

Ai 16 luglio 1737.

PAOLO Suo Indeg.mo Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti) (1)







53

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (053)

29 agosto 1737.

(era nel Vol. I, al n. 99, a pag. 194)(451)


Viva sempre nei nostri cuori l'amor purissimo di Gesù.

Mia Figliuola dilett.ma in Gesù,

Oggi ho fatta una giornata intiera colla penna in mano, e spero di avere fatta la volontà di Dio, perchè ho faticato per il povero Ritiro. Oggi sono stato un po' più riposato in Dio, e così al Sacro Altare. Dio sia benedetto.
Si ricorda, figlia mia, che ieri nella nostra divota conferenza le confidai, che quando m'è occorso di passar qualche grossa tempesta, se mi sono prima trovato avanti al mio Amore Sacramentato, l'anima mia è volata in spirito ad abbracciarsi a quell'infinita carità, esposta su l'Altare all'adorazione dei popoli, e mi sono sentito fare dal Salvatore questa dolcissima parlata : "Figlio, chi s'abbraccia a me, s'abbraccia alle spine !" ? Che si crede, figlia mia, che l'anima mia non intendesse che il nostro Gesù è un mare d'infinite dolcezze ? Certo che l'intendeva, ma Dio le faceva altresì capire, con quelle parole : Chi s'abbraccia a me s'abbraccia alle spine ; che siccome il caro Gesù ha voluto che la sua Santissima Vita qui in terra sia stata sempre in mezzo alle spine di pene, travagli, fatiche, stenti, angoscie, disprezzi, calunnie, dolori, sferzate, chiodi, spine e morte amarissima di Croce, così mi faceva intendere che abbracciandomi a lui dovevo menare la mia vita in mezzo alle pene. Ed oh, con quanto giubilo la povera anima mia abbracciava ogni sorta di penare ! Ma sono stato infedele. Desidero di morire di dolore. Ho voluto spiegarmi acciò se lei non m'avesse inteso bene, m'intenda adesso, per non pigliare abbaglio.
Oh, che santi pensieri ho avuto oggi, mentre passeggiavo ! Pensieri di carità e d'amore e d'unione con Dio per l'anima mia e per l'anima sua.
O vero Iddio, che sarà dei nostri cuori quando nuoteranno in quell'infinito Mare di dolcezze !
Che sarà, quando lassù in Cielo saremo tutti trasformati per amore in Dio, e saremo paghi di quel Bene infinito di cui è pago il nostro Dio !
Che sarà figlia mia, quando canteremo in eterno le Divine Misericordie, i trionfi dell'Agnello Immacolato, e di Maria SS.ma nostra Madre !
Che sarà quando canteremo senza cessare quell'Eterno Trisagio Sanctus, Sanctus, Sanctus, quando insieme dei Santi canteremo quel dolcissimo Alleluia ! Che sarà mai dei nostri cuori, del nostro spirito ! Quando saremo uniti a Dio più che non è il ferro al fuoco, che senza lasciar d'esser ferro, pare però tutto fuoco ; così noi saremo talmente trasformati in Dio, che l'anima sarà tutta divinizzata : oh, quando verrà questo giorno ! Quando, quando verrà la morte a rompere le mura di questa prigione ! Ah, che quello sarà il giorno del nostro Sposalizio, delle nostre Nozze, in cui l'anima nostra con modo altissimo si sposerà al caro Gesù, e sederà in eterno a quel celeste banchetto.
Io mi sono allungato più del dovere. Ecco con quanta confidenza in Dio si dilata il mio spirito col suo : ma e non è forse dovere che il povero Padre qualche volta faccia qualche sfogo di carità con i suoi figliuoli ? Amiamo Dio, facciamoci piccoli assai, che Dio ci farà grandi.
Sopra tutto osservi le solite regole per fuggire gl'inganni, e massime l'umiltà continua, disprezzo, semplicità, silenzio, rassegnazione, con tutta la catena d'oro.
Ori per me al solito. Gesù la benedica. Amen.

29 agosto 1737.

Bisogna raccomandare a Dio il P. Antonio, che mi pare non migliori niente la sua sanità.

PAOLO Suo Vero Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






54

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (054)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 6 novembre 1737.

(era nel Vol. I, al n. 100, a pag. 196)(452)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figliuola dilett.ma in Gesù Crocefisso,

Ho ricevuto la sua lettera col biglietto. Non ho tempo di rispondere a tutto ; solamente le dico ciò ho detto altre volte : queste cose così frequenti sono sempre pericolose, e però conviene scacciarle costantemente, ma senza sforzi di capo o di stomaco, bensì far il tutto col lavoro della volontà, annichilandosi avanti a Dio, sprezzandosi, e non volendo tali cose, spogliandosene nel miglior modo possibile. Quando i frutti sono buoni, è buono l'albero che li produce ; quando l'orazione e le cose che in essa succedono portano seco umiltà, carità verso Dio e il prossimo, amor al patire, cognizione del proprio niente, da cui ne nasce il disprezzo proprio ed ardor grande in amare il Sommo Bene, in tal caso non vi è mai inganno, perchè il demonio non puole produrre simili effetti. Stia dunque in guardia, e non si fidi di qualunque luce, ma stia ferma nel Santo Timor di Dio, pregando S. D. M. la liberi dalle insidie dell'inimico.
Non faccia mai caso dell'unione di spirito che sente con me e la fugga, poichè anche qui il diavolo può far il suo giuoco. Se ne spogli dolcemente, e s'attacchi al Crocefisso. Circa il pregare per me e per lei va bene, perchè è effetto di carità.
Non faccia caso di quegli impulsi che sente ; io l'assicuro che non ho mai comandato niente, dacchè sono venuto qui, e però dorma il suo bisogno, e di notte, dopo avere orato un paio d'ore, dorma di nuovo. Quando le pare che io le comandi, non ne faccia caso, ma seguiti l'opera che ha alle mani in quel tempo e caso in cui si trova, senza badare a tali viste o impulsi o voci ecc., che il diavolo anche qui puol mischiarsi per farle perdere il sonno e guastarle la salute, ed anche per non lasciarla stare in pace.
Io non posso venire a basso, come mi dice, per le Serve di Dio di costì : se puole, le dica che seguitino le regole ed avvisi, che le sono stati dati, che così cammineranno bene, ed a suo tempo, se Dio vorrà, le assisterò.
Ringrazio Dio delle consolazioni che continua all'anima sua ; e lei ringrazi Dio che il povero Paolo si trovi poco men che nell'inferno. Sia benedetto Dio, che per i suoi giustissimi giudizi vuole ch'io cammini così.
Preghi Dio che mi dia spazio di penitenza, e contrizione dei miei peccati, e lume per conoscerli, e grazia di fare una santa morte. Gesù la benedica, e la bruci del suo Santo Amore.Amen.
Alla prima occasione scriva un biglietto alla Signora Candida e le dica che la roba vale trentun paolo, e che quello che m'accompagnò se l'è scordata, e però gliela mandi lei per persona sicura, che gliela consegnino segretamente e le dica ch'io l'ho scritto, ecc.

Dal Ritiro della SS. Presentazione (1) 6 novembre 1737.

Mi saluti in Gesù Cristo la Signora Maria Giovanna (2) , e le faccia cuore a servire Dio.

Suo vero Servo in Cristo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).





55

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (055)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 15 novembre 1737.

(era nel Vol. I, al n. 101, a pag. 198)(453)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figliuola dilett.ma in Gesù Crocefisso,

In risposta della sua lettera mandatami dal fratel Giacinto le dico : primo, che le sue tanto frequenti immaginative mi si rendono non poco sospette, e temo che il diavolo s'ingegni di farle il suo giuoco (spero non gli riuscirà). Pertanto ubbidisca di continuo ai consigli datile: e scacci, le sprezzi con intenzione di sprezzare il demonio : si metta in orazione spogliata d'ogni desiderio, fuori di quello di piacere a Dio. Vorrei che per apparecchio alI'orazione, dopo l'atto di fede della presenza di Dio, tenesse per certo d'essere un letamaio puzzolente, una creatura tutta marcia, un bollicame di vermini, e poi dicesse : Oh, anima mia, quanto sei puzzolente avanti a Dio !
Quando le vengono queste visioni, ossia immaginative, si annichili e si faccia meno d'un letamaio. Si figuri che esali da se stessa un fetore pestilente : chieda a Dio misericordia, si stupisca che l'inferno non l'inghiottisca. Il diavolo sa fare la scimmia e sa altresì trasfigurarsi in angelo di luce, in pigliare figura di Maria Santissima, dei Santi, anzi di Gesù Cristo stesso, e sa ancora causare falsa pace e false consolazioni ; e però non bisogna fidarsi. Il vero si è l'appoggiarsi alla Fede.
Sopra tutto non mi faccia mai più quella comparazione della Santissima Trinità.
Questi sono misteri incomprensibili, e noi non siamo capaci d'intenderli, e massime lei, che è una povera ignorante.
La mia maggior consolazione, che io possa avere in questa vita si è di non sapere, nè potere comprendere le meraviglie dei Divini Misteri che mi scuopre la Santa Fede, e me ne rallegro con Dio, e gli dico che egli non sarebbe il mio Dio e quell'Immenso Bene Infinito ch'egli è, se io vilissimo vermicciolo potessi capire le sue meraviglie, e mi rallegro ch'egli solo le comprenda ecc. E così m'acquieto, e sono molto contento di credere all'oscuro della Santa Fede, sebbene è un'oscurità più chiara del sole.
Or bene : quando le verranno tali intelligenze lei dica : Io sono una povera goffa ignorantissima : credo tutto quello che crede e tiene la mia Santa Madre la Chiesa Cattolica : credo che il Padre è Dio, il Figliuolo è Dio, lo Spirito Santo è Dio, e non sono tre Dei ma un solo Dio in tre Divine Persone. Il Padre non ha principio, nè è generato da alcuno. Il Figliuolo è generato eternamente dal Padre, lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figliuolo. Eterno è il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo. E un solo e eterno lddio in tre Persone Divine Eterne. Crediamo ed adoriamo in semplicità di Santa Fede, che così andremo bene.
Quella parità ecc., che lei esce dal mio cuore, sebbene lei la dica con un buon sentimento, cioè, perchè io l'assisto colla santa direzione, ad ogni modo non voglio che lei dica così, ma che dia tutta la gloria a Dio, e si annichili in Dio, e per dir meglio, dica che esce dal Cuore purissimo di Gesù, e non dal cuore d'uno che è stanza di demoni, un albergo di basilischi !
Bisogna ben purificare i nostri affetti, e procurare che siano tutti indrizzati all'amore solo di Dio.
Ah, che il nostro amor proprio ci puole rubare con un bel sembiante qualche particella del nostro cuore !
Lei non abbia tanta compassione di me, che non la voglio, nè la desidero. Io non merito compassione da nessuno. Chi ha offeso Dio, merita che tutte le creature gridino : Muoia, muoia il traditore ! e facciano vendetta ecc.
Le ho sempre detto, e le replico, che il fondamento dell'opera è buono, è di Dio, non v'è inganno nell'essenziale, ma in tante immaginative, locuzioni, ecc. v'è del pericolo assai, e però le fugga, come ho sempre detto, e riduca la sua orazione in fede, in riposo amoroso, o in altro modo, come Dio la tira ; insomma si regoli come la guida lo Spirito Santo, conservando le regole date ecc.
Non è necessario scrivermi così a lungo, e così spesso, che sempre sono le stesse cose. Basta dire il necessario ecc.
Dio la benedica e bruci d'amore : Amen.

SS. Presentazione 15 novembre 1737.

Soprattutto, scacciando quelle imaginative ed altro, lo faccia senza sforzi di capo, che non è necessario, ma operi soavemente, rinunziando a tali cose colla volontà.

PAOLO D. S. Suo Servo in Dio

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






56

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (056)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 20 dicembre 1737.

(era nel Vol. I, al n. 102, a pag. 200)(454)


Vuole che i suoi Religiosi ritornino presto alla solitudine ; non vuole gli si diano titoli di distinzione e si umilia profondamente ; le dice come regolarsi la notte del S. Natale.


Mia Figlia in Gesù Cristo,

Ier sera a notte ho ricevuto una sua lettera aperta, perchè lei non l'ha sigillata, che non v'era niente d'ostia ; insomma aperta affatto. Non dico altro, a questo bisogna avvertirvi.
Sento cio mi dice intorno al P. Antonio. Dio gli dia buon viaggio e subito venuto non deve venir costì, ma al Monte, e se vuole stare in questa vocazione bisogna stia ritirato. Io non voglio guardare alla carne e al sangue.
Stupisco che lei mi dica che la compatisca se non sa i titoli da darmi : e quando mai ho desiderato titoli ? Un figlio d'un povero tabaccaro, un pezzente, nato povero, vissuto mendico, sprezzato e al sommo miserabile merita titoli ! Oh ! lei s' inganna di molto, e ancora non mi conosce, eppure mi dovrebbe conoscere. Seguiti dunque a parlarmi alla buona, come ha fatto finora.
Ciò che m' ha da dire di particolare importanza me lo dirà quando piacerà a Dio, e se le preme me lo scriva, perchè io non posso per ora partir di qua. Seguiti gli avvisi che le ho dati intorno alla sua condotta spirituale, e non creda a se stessa. Stia in pura fede ecc., e amore ecc.
In quanto alla mia partenza di costì, io mi partii nel miglior modo mi fu possibile ; ma io, come ho fatto la mia incombenza, devo ritirarmi, e lasciarmi veder poco ; e spero di farlo sempre più, che n'ho fatte forti risoluzioni in questi santi giorni, perchè così Dio vuole. Chi tratta spesso con gli uomini diventa meno d'uomo !
In quanto alla SS. Notte le dico, che suppongo ceneranno tardi, e prima si levino da tavola saranno tre o quattro ore di notte.
Desidererei però che lei si mostrasse gioviale sì, ma molto raccolta e modesta, e di poche parole. Si ritiri poi in camera, e si metta in orazione dopo un'ora che avrà cenato (e in quest'ora si trattenga con chi vuole). Se ne stia dunque in orazione parte in ginocchio, e il più seduta bassa, la lascio però in libertà. A cinque ore, credo si suonerà, sicchè potrà starsene in contemplazione del gran Mistero fino a tanto che sia finita la funzione, che terminerà credo io, verso nove ore. Se però le venisse sonno, avrei caro piuttosto che dormisse in prima sera sino almeno a sei ore, e poi alzarsi e stare in orazione anche fino a giorno.
Insomma qui non posso dar regola : la lascio per quella notte in libertà, e le do la benedizione e merito d'obbedienza a ciò che farà.
Non le dico pratiche di devozione, che è un pezzo che scrivo : da dopo mattutino in qua. Si serva degli avvisi passati, e faccia molte carezze al SS. Bambino, e da Maria Santissima si faccia spruzzare il cuore del suo ss. latte, e lo mischi con le lacrime del Bambino. S'annichili, si sprezzi, s'umilii, ma tutto soavemente, che se Maria Santissima vedrà che il suo cuore sia ben piccolo e bambino per umiltà, le darà altresì ad abbracciare il caro Infante Divino. In quella SS. Notte più del solito la raccomanderò a S. D. M., e le buone Feste gliele darò allora, sebbene gliel'ho già date il giorno dell'Aspettazione del Parto.
Di me non dico altro. Se mi farà la carità di continuare a raccomandarmi al Signore, massime in quella SS.ma Notte, gliene sarò sempre più obbligato.
Non si pigli pena d'avermi chiamato Padre ingrato, che troppo lo sono ; e però non se ne pigli, che non vi è scrupolo di niente, per la sua buona intenzione. Non posso più scrivere, che è un pezzo che scrivo lettere. Gesù la benedica : Amen.
Io sono e sarò sempre.

SS. Presentazione 20 dicembre 1737.

Suo Indeg.mo Servo PAOLO della Croce.

(Conforme all' originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)





57

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (057)

1737. (era nel Vol. I, al n. 103, a pag. 202)

(455)



Viva la S. .

Mia figliuola in Gesù Crocifisso,

Ier sera non potei dir tutto, che era notte, e scrissi in fretta, chi sa se avrà intesa la lettera. Nell'orazione in fede, in quei riposi d'amore in Dio e in quelle altre elevazioni che lasciano l'anima umile, fervorosa, amante del patire e della virtù e di far gran cose per Iddio non vi puol essere mai inganno. Ma in quelle immagini di mente ecc., in queste, dico, spesso spesso ci si mette il diavolo per ingannare l'anima, sotto colore di bene : vero è che l'anima quando è tutta unita con Dio e sconfidata di sè, se ne accorge quando è il diavolo, dagli effetti che cagiona, che già gliel'ho scritto altre volte. Questa bestia non l'ha perdonata ai più gran Servi di Dio, ma perchè erano umili, si sono burlati di lui ; e però, figlia mia, è regola dei Santi di scacciar sempre tali cose qualunque siano, perchè se sono buone, il loro effetto sempre lo fanno, se sono del demonio, la bestia resta confusa e vinta.
Ma nel rigettar tali cose non bisogna fare sforzi di capo, nè strepiti di spirito, ma umiliarsi dolcemente, invocare il divino aiuto, sprezzare le immaginative e seguitare la sua orazione con tutto il riposo in Dio, e se seguitano tali viste, burlarsene come si fa delle mosche d'estate e tirar avanti il tratto amoroso col Sommo Bene. Scriva pure a Suor Lilia, alla M. Priora ed a chi vuole, ma scriva con prudenza e poco più che puole. Preghi Dio che mi dia fortezza e pazienza e mi dia grazia di far una santa morte. Se Dio le ispira di tornare in Monastero io vi concorro con tutto il cuore e Dio le provvederà tanti Servi di Dio per consigliarla. Gesù la benedica.

1737. Suo Servo PAOLO della .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






58

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (058)

1737. (era nel Vol. I, al n. 104, a pag. 203)

(456)


I. M. I.

Mia figliuola in Gesù Crocifisso,

Le accludo un biglietto per la Madre Suor Lilia, quale mi farà carità mandarglielo per la posta. Ho ricevuta la lettera e non ho altro che dire, se non che l'anima non deve riposarsi nel dono, ma nel donatore, guardando sempre la sua viltà, il suo nulla e che non merita altro che inferno, per essere divenuta peggio del nulla col peccato ecc. Ho tremato sopra ciò che mi disse di D. Fabio e degli Officiali che la guardavano in orazione e di quello che dissero. Avverta bene che il diavolo si serve delle lingue degli uomini, acciò si rubi i tesori di Dio coll'insuperbirsi. Aborrisca come la peste tali cose, le senta con dispiacere, e con bel modo se ne vada, quando sente tali cose, e si umilii avanti a Dio, gli chieda perdono, lo preghi che non la castighi, come merita ecc.Disprezzarsi, odiar se stessa come una cloaca, come una che è stata ingrata a Dio, e l'ha crocifisso, come una che è rea della morte di Gesù Dio ed Uomo ; così è chi ha offeso Dio.
Seguiti le solite regole di orazione e di tutto, secondo le nostre s. conferenze. Gesù la benedica. Amen.

1737 (1) .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







59

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (059)

Roma, 17 gennaio 1738.

(era nel Vol. I, al n. 105, a pag. 204)(457)



I. M. I.

Viva la Santa Croce.

Mia figliuola dilett.ma in Gesù,

Eccomi in Roma abbracciato alla Santa Croce del mio amabilissimo Gesù. Già prevedo non pochi travagli, ma confido in Dio si supererà tutto. Quest'altra settimana spero si presenteranno le Costituzioni in Sacra Congregazione : ci vogliono replicate orazioni ; chi le ha vedute resta edificato. Io poi non so come sarà l'esito, ma lo spero buono, ed io non mi apparecchio ad altro che a dar forti e stretti abbracci alla S. Croce.
Seguiti, mia Figliola in Gesù Cristo, le regole antiche per il suo interno ecc. e si annichili sempre più, diffidando in tutto di se stessa. Si lasci portare dall'aura amorosa dello Spirito Santo, dove piace alla Divina Bontà. Non parli di me se non per farmi raccomandare a Dio, e si mostri totalmente indifferente a qualunque evento. Se mi vuole scrivere, dia la lettera al signor suo zio, o la mandi al Signor Commissario.
Dio la benedica e bruci di amore : Amen.
Non dica che le ho scritto alle altre persone divote ecc.
Faccia fare orazione ecc.
Io sono e sarò sempre nel Costato di Gesù.

Roma 17 del 1738. Suo vero Servo PAOLO D. .

(Conforme all' originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







60

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (060)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 22 febbraio 1738.

(era nel Vol. I, al n. 106, a pag. 205)(458)


I. M. I. .

La pace di Gesù sia sempre con lei, mia Figliuola dilettissima in Cristo.

Ho ricevuto la sua lettera, e godo dei sentimenti in essa letti. Farà assai bene a star solitaria, e venir alla conferenza quando vorrà Dio, e massime è meglio farla al Confessionale, ma se Dio vorrà in altro tempo, glie lo farò intendere per la santa obbedienza.
Chi non vuol essere ingannato, bisogna spiegare il cuore al P. Spirituale, e così deve far lei ; ma fatto il suo dovere, ritirarsi e trattar con Dio. Del resto non si pigli pena di quelle lagrime, che nascono da un cuore che ancor è bambino, che così appunto fanno i bambini quando la madre gli leva il latte o se ne va in qualche luogo. S'umilii e s'acqueti in nome di Dio, che non vi è male, ma solamente un'imperfezione di tenerezza fanciullesca.
Scrivo in fretta. Seguiti a orare per me, che n'ho estrema necessità, e seguiti i suoi soliti esercizi col totale spogliamento di tutto il creato, e morte totale di se stessa per vivere solo a Dio, ed abbandonata nel suo amore, come un piccolo fanciullino. Gesù la benedica e bruci d'amore. Amen.

SS. Presentazione 22 febbraio 1738.

Il Povero PAOLO suo vero Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






61

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (061)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 28 febbraio 1738.

(era nel Vol. I, al n. 107, a pag. 206)(459)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocifisso

Martedì mattina dopo che avrò celebrati i Divini Misteri verrò in Orbetello, e lei si trovi in chiesa grande, non voglio però che veruno lo sappia che vengo e nemmeno lo dica al P. Antonio. Ho ricevuto la sua lettera, a cui risponderò a viva voce martedì, a Dio piacendo. Io sto sempre più sul letamaio puzzolentissimo, e grondo marcia da ogni parte. Ho bisogno d'orazioni : Dio sia benedetto. Le mando pure la lettera di Suor Lilia. Se lei sarà cauta e brevissima nello scrivere a chicchessia, farà bene. Non parlo però dello scrivere al P. Spirituale, perchè ad esso bisogna allungarsi quanto fa bisogno. Gesù la benedica. Amen.

SS. Presentazione 28 febbraio 1738.

Suo indegno Servo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






62

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (062)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 18 marzo 1738.

(era nel Vol. I, al n. 108, a pag. 207)(460)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocifisso,

Ricevo in questo punto la sua lettera, e perchè sto per celebrare la Santa Messa non ho tempo di rispondere adeguatamente.
La virtù che più piace a Dio è la rassegnazione alla Sua Santissima Volontà. Molte volte S. D. M. ci fa desiderare gran cose, ma non ne vuole poi l'effetto.
Molte volte domandiamo una grazia a Dio, ed egli ce la concede in maniera diversa, perchè è più espediente per il nostro maggior bene.
Lei desidera e prega che io venga venerdì, e io se non avessi occupazioni necessarie verrei, ma preme più quello che ho da fare per molti.
In quanto poi che sia la volontà di Dio ch'io la diriga e l'assista, io non ne dubito, e però non ricuso, ma lei deve essere più uguale e più rassegnata, che quando voglio partire si mostri più indifferente, che questa è la vera virtù. Sicchè, se Dio m'aprirà la strada che io venga verrò, e puol essere di sì, ma se mi crescono le occupazioni non verrò ecc.
In quanto alle unioni d'orazione, ed altri lumi, stia bene sopra se stessa : esamini bene gli effetti, cioè se producono più cognizione di se stessa e più disprezzo e più amore alla virtù, al patire, a dar gloria a Dio, a crescere in perfezione per più piacere a Dio, ed altri mirabili effetti ; se vi sono questi, stia quieta che l'opera è di Dio ; ma lei non si fidi di se stessa, stia in un santo timore di Dio, ma filiale. Creda che Dio la tratta come i bambini di latte, perchè è debole ; il pane duro lo mangiano i forti che hanno buoni denti, e però le serva di motivo per umiliarsi.
Circa al dolore che dice, vada più discreta colla disciplina, acciò non cagioni maggior male.
La tentazione ecc. . . . si vince con l'umiltà e santo timor di Dio. Il diavolo paventa e fugge dagli umili diffidenti di sè e timorati. Non dubiti, che Dio per sua Misericordia caverà da tutto bene ed uscirà vittoriosa nella Croce di Gesù Cristo.
Il giorno di Maria Santissima Addolorata potrà andare alla sua Chiesa, se verrò sarà a buon'ora ; ma è difficile, se no, si comunichi, se a una cert'ora non vengo : non si distragga però a guardare, che se verrò, mi farò vedere da lei, che verrò dove sarà. Dio la benedica. Amen.

Dal Ritiro della Presentazione 18 marzo 1738.

Suo infimo Servo Indeg.mo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







63

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (063)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 13 giugno 1738.

(era nel Vol. I, al n. 109, a pag. 209)(461)



Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,

Scrivo questa lettera per visitare nel Costato purissimo di Gesù il suo spirito, che credo sia stato assalito da qualche piccola tempesta, e perchè desidero sommamente che lei faccia profitto nella via del Santo Amore, le dico le cose seguenti.
Primo : Dio vuole che lei sia spogliata di tutto il creato, e morta a tutto quello che non è Dio, priva affatto di tutte le consolazioni umane, e che non abbia altro conforto il suo cuore se non quello che le darà Dio, o che le verrà per parte di Dio per mezzo del suo Ministro, quando meno vi penserà. Sicchè, figlia mia in Gesù Cristo, cessino i suoi timori. Dio è la sua guida e il suo Padre, Maestro e Sposo : s'abbandoni sempre più nel Seno Divino del suo Beneplacito SS., e seguiti invariabilmente i suoi esercizi, tanto d'orazione che di Comunione, che in nome di Dio le ho prescritti, e lasci gridare il diavolo quanto vuole.
Le penitenze poi, sino che non è alquanto rimessa in forza, le rallenti un poco, oppure le lasci, massime se si sente assai debole per l'indisposizione accennatami dal P. Gio. Batta, che per tal effetto le mando la spongia di rose salvatiche, quale è restringente, e si piglia spolverizzata in un poco di brodo o d'acqua o vino, come vuole ; sicchè la pigli con la dose che segue.
La faccia spolverizzare nel bronzino, e poi ne pigli tanta quanta ne puole stare sopra un mezzo paolo o grosso romano, come vogliamo dire, ma niente di più, e la metta nel brodo o vino o acqua come ho detto, e se non farà la prima presa, ne pigli un'altra. Io non l'ho mai provata, ma m'è stato detto da chi n'ha fatta la prova per ordine d'un buon cerusico. Se vuole lo puol dire pure al medico di costì.
Circa alla Santa Orazione si regoli al solito, e procuri di operare sempre più in fede, cercando puramente l'amor di Dio e la sua maggior gloria, e sopra tutto tagli sempre quelle viste o immagini ecc.
S'annichili sempre più, nascosta a tutti e scoperta solamente a Dio, ed a chi la guida in suo nome.
Io poi sono sempre disposto per assistere all'anima sua, quanto vorrà Dio, e perchè credo per certo che sia la sua Santissima Volontà, non risparmierò mai fatica veruna per suo maggior bene ; ma lei si tenga in un sommo spogliamento. E siccome io ho risoluto, senza estrema necessità non venire in Orbetello, per ottimi fini, che spero siano secondo Dio, così, se lei ha bisogno mi scriva colla solita libertà e sincerità di prima, perchè quando Dio vorrà, avremo campo di conferire anche a voce.
Il povero Paolo sta più che mai immerso in un abisso di miserie, desolazioni e tempeste, e sa Dio quanto gli sarebbe cara la morte : preghi assai per questo miserabile, e per il Ritiro, che mi pare vedere per terra questa Santa Opera, tanto perseguitata, ed anche a questo m'apparecchio, giacchè così meritano i miei gravissimi peccati.
Se Dio l'ispira mi scriva come vanno le cose del suo spirito, e mi mandi anche quello scritto, che avrò comodo di esaminarlo : ma la lascio sempre in santa libertà. Gesù la ricolmi della pienezza delle sue grazie e benedizioni : Amen.
Consegni la lettera al garzone del Ritiro, che verrà domenica, e gli dica me la consegni a me. Viva Gesù : Amen.
Saluti in Gesù la Signora Maria-Giovanna.
Mi scriva che colpo e che profitto le farà questa mia lettera per mia regola.

Nel Ritiro della Presentazione 13 giugno 1738.

Suo vero Servo in Cristo. PAOLO D. S. .

(Conforme all originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






Agnese Grazi 50