Agnese Grazi 64

64

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (064)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 11 luglio 1738.

(era nel Vol. I, al n. 110, a pag. 211)(462)



I. M. I.

Mia Figliuola in Cristo,

Questa notte è stata portata una sua lettera a questo Ritiro, con molta premura, ma con poca necessità. Io ho letto in essa non pochi spropositi. Dice che ha veduto l'Eterno Padre ecc., e che ha ringraziato il Padre Eterno e il suo Dio, perchè io sono stato costì quattro giorni. Si puol dare maggiore errore ringraziare il Padre Eterno e il suo Dio ? Come ? Vi sono forse più Dei ? Non è forse Dio il Padre ? Ah ! io compatisco la sua ignoranza, e Dio la scusa : del resto questo sarebbe errore in fede. Il Padre è Dio, il Figliuolo è Dio, lo Spirito Santo è Dio : non sono tre Dei, ma un solo Dio. Il Figliuolo s'è incarnato, e questo è Gesù Cristo vero Dio, che è un solo Dio col Padre e lo Spirito Santo.
Questa è la Fede Cattolica. Io so benissimo che lei crede tutto questo, ma lei si gabba per volere andare troppo in su, e troppo al sottile. A terra, a terra, o cenere ! Lei scacci queste viste materiali, le fugga, che sono soggette ad infiniti inganni.
Dio è purissimo Spirito, e non può essere compreso da noi, perchè è incomprensibile : bisogna adorarlo in spirito e verità, ed abissarsi in lui con semplicità ed umiltà e amore, in viva fede, senza immagine o figura. L'umanità santissima di Gesù può essere compresa, quando S. D. M. vuole, ma non bisogna cercare tal vista, ma credere e adorare : Beati quelli che non hanno veduto, e creduto, disse Gesù a San Tommaso. Gesù è Dio, uno col Padre e collo Spirito Santo. Ringraziamo S. D. M. del lume ci ha dato della Santa Fede, e stiamo a terra. Lo stare in orazione in pura fede, abissata in Dio, senza figure o viste ecc., è la via più sicura, come ho detto tante volte, si prevalga di quelle regole, che non sbaglierà. Ho letto pure in qualche sua lettera : Ho pregato (dice lei), ho pregato la Santissima Vergine e la Santissima Trinità e tutto il Paradiso ecc. Oh che ignoranza ! Oh che cecità ! Come ! s'ha da pregare prima la Santissima Vergine della Santissima Trinità ? La Santissima Trinità è Dio, la Santissima Vergine è purissima e santissima creatura, ella è interceditrice per noi appresso la Santissima Trinità. Dunque bisogna pregar Maria SS.ma che preghi la SS. Trinità per noi meschini, e così si pregano Santi che intercedano per noi presso Dio.
Dice che lei ha pregato per la sua casa, ed ha ottenuto tutto. S'umilii molto, che io non so che per mezzo suo Dio abbia concessa grazia a veruno : e ciò lo dico in Dio come la sento, ed è pura verità. Dio avrà concesso grazia alla sua casa per qualche opera buona che avran fatto ecc., e non per lei.
Per amor di Dio cacci via queste viste materiali, e se ne stia tutta abissata in Dio in pura fede e semplicità, e stia nel suo niente, e troverà sempre che in lei non vi è altro che il puro niente. Quando caccia via tali cose, non faccia sforzi di capo ecc., ma faccia le sue parti dolcemente con umiltà, e poi se seguitano tiri avanti, perseveri a cacciarle e non farne caso, e colla mente se ne stia riposata in Dio, immersa nel suo Santo Amore, che così burlerà il demonio e camminerà bene.
Io non mi sento ispirato di venir ad Orbetello che non vi è necessità. Lei ha buone e sante regole, si serva di quelle. Non mi scriva per quindici giorni, e farà la lettera la vigilia di San Giacomo, ed il giorno del detto Santo me la manderà dal garzone del Ritiro.
In questo tempo si comunicherà tre volte la settimana, cioè domenica, mercoldì e venerdì, e se vengono feste lo faccia pure : gli altri giorni vada pure in Chiesa, e si prepari come avesse a comunicarsi, e faccia poi la Comunione Spirituale, e questa la potrà fare più volte il giorno, se vuole, e farà bene. Poi Dio ispirerà ciò s'ha da fare : per ora faccia così, ed avrà il merito della santa obbedienza, e stia in pace. Seguiti l'orazione al solito ed il tempo solito con le regole date ecc. Chi dice che è santa, come sento nella sua lettera, bisogna che avesse qualche spirito maligno nella lingua : fa bene a sprezzare tal cosa. Vi vuol altro ad esser santi ! Se poi occorresse in questo tempo qualche cosa più straordinaria o qualche tentazione grave, mi scriva per fuggire gl'inganni, ma se sono di queste follie solite, non importa.
Preghi per me, e Dio la benedica. Amen.

SS. Presentazione 11 luglio 1738.

Suo Servo in Cristo PAOLO.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






65

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (065)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 16 luglio 1738.

(era nel Vol. I, al n. 111, a pag. 213)(463)


Viva la santa .

Mia Figliuola dilettissima in Gesù Crocifisso,

Le mando questo prezioso libro, che tratta della frequenza della SS. Comunione, ed anche quotidiana ; lo consegni colle sue proprie mani al P. Francesco, e gli dica che ne legga un capitolo ogni giorno, che imparerà gran cose ; e che legga prima di tutto il primo capitolo e il decimo, che l'ho segnato : gli dica che preghi Gesù per il povero Paolo, e che abbia misericordia di questo meschino tanto perseguitato ; gli dica che il poverello indegnissimo ha intenzione che le anime conoscano Dio e brucino del suo amore, e che per questo non sa altra strada che il dargli spesso il Sommo Bene Sacramentato, che è la fonte viva del S. Amore. Se gli vuol leggere tutto il presente capitolo glielo legga.
Lei seguiti ad abbracciar il caro Gesù secondo il solito, e tiri avanti l'orazione ecc. e viva tutta annichilata avanti a Dio, occulta a tutti, morta a tutto e viva a Dio.
Il povero Paolo se ne sta abbracciato stretto alla S. Croce del caro Gesù. Dio la benedica. Amen.
Se ha necessità di scrivermi mi scriva pure.

SS. Presentazione 16 luglio 1738.

Suo vero Servo PAOLO.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera porta quest'indirizzo : Per la mia figliuola in Cristo Agnese del Costato di Gesù, che è un vero niente e un abisso di miserie. - Orbetello. S. Paolo aveva per massima di tenere umili e mortificate le anime che dirigeva.




66

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (066)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 23 luglio 1738.

(era nel Vol. I, al n. 112, a pag. 214)(464)



I. M. I.

Mia figliuola in Gesù Cristo,

Ieri ricevei una sua lettera piena di lamenti, ed a suo tempo ne darò la penitenza. Ma è possibile, che dopo tanti avvisi non si voglia mortificare e starsi zitta in voce e in scritto per qualunque cosa io le dico ? Oh, santa virtù, dove sei ? Basta faremo i conti, e bisognerà pagar tutto insieme. Oggi ho ricevuto da Maddalena l'altra sua lettera ecc. e vedo che quanto più Dio le fa grazie stupende, lei è sempre più imperfetta. Ma chi vuole soggiornare in quel bel Cuore, bisogna essere immobile ad ogni vento e tempesta.
Dio la tratta come i bambini, che se cadono, la madre li piglia in braccio, e se li accosta al seno, li abbraccia ecc. Ah, Agnese ingrata ! quando si finirà d'essere così sensitiva a ciò che dice P. e anche vi scorticasse e lapidasse, dovete tacere ?
Per penitenza entrate nel Cuore di Gesù, ma no, stia alla porta di quel gran Cuore ad umiliarsi e domandargli perdono di tante imperfezioni, ingratitudini ecc., e poi come avete licenza entrate, ma fatevi piccola, e poi bruciate ed inceneritevi, e lasciate che quella cenere il vento dello Spirito Santo la inalzi in alto, e si perda tutta nell'immenso abisso della Divinità : Amen.
E se mai più sentirò querele, allora sì che mi farò sentire. Io poi sto sempre peggio, e vedo sempre più Dio sdegnato con me. Bisogna esclamare che Dio m'abbia misericordia ecc. Può essere che un giorno mi veda in Orbetello, ma non voglio dire quando che non lo so di certo : quando Dio vorrà, ed io non vorrei venire perchè mi fa danno in tutti i modi ; ma si faccia la Divina Volontà : Amen.
Gesù la benedica.
Se il male persiste bisogna chiamare il medico ; se poi è migliorata faccia lei.

Ritiro 23 luglio 1738.

PAOLO D. S. Ind.mo Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






67

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (067)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 4 agosto 1738.

(era nel Vol. I, al n. 113, a pag. 215)(465)



I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù dilett.ma,

L'amor purissimo di Gesù e gli effetti della sua Divina Grazia siano sempre nei nostri cuori. Amen.

Ricevei ieri un suo biglietto, che m'è stato più caro degli altri perchè in esso ho sentita notizia di qualche goccia di patire che lei beve volentieri nel calice amoroso di Gesù. Oh, quanto sono preziosi quei dolori di ossa e di nervi ! Oh, quanto bisogna tenerseli cari ! Ma vorrei che anche nei suoi dolori s'annichilasse, e non ne facesse caso, senza fissarvi il pensiero, senza guardarli (dirò così) in faccia, e soprattutto non vorrei che li mostrasse nell'esteriore, o almeno, quanto meno si può, mostrandosi quanto più puole con volto sereno e gioviale, come sogliono fare i veri amanti della Santa Croce. Dissi di non guardare in faccia ai suoi dolori, e di non fissarvi il pensiero : voglio dire con la parte superiore del suo spirito, che già si sa che la parte inferiore non puole a meno che non li senta, se no non sarebbero dolori ; e ciò lo dico affine non perda di vista il Sommo Bene, ma starsene sulla Croce come una vittima d'amore tutta unita al dolce Gesù, e tutta bruciata e consumata dal fuoco dell'infinita sua carità.
O figlia mia, questa è un'altissima scienza, solamente intesa dai veri umili di cuore, e però stia sempre più nel suo annichilamento, nel totale disprezzo di sè, desiderando sommamente che si faccia caso e stima di lei dalle creature come si suol fare stima d'una fetida cloaca di sterco, vicino alla quale tutti si sogliono turare le narici per non sentirne la puzza ; e con questi sentimenti di totale annientamento e spogliamento si butti con ogni fiducia in quell'Abisso d'ogni bene, e lasci la cura a quell'Infinita Bontà di fare la sua Divina Operazione nell'anima sua, cioè di trapassarla coi raggi della sua divina luce, di trasformarla tutta in sè per amore, di farla vivere del suo Divinissimo Spirito, di farla vivere vita d'amore, vita divina, vita santa. Lasci che la povera farfalletta, dopo aver girato attorno a questo lume divino con le ali degli affetti delle umiliazioni, e soprattutto di viva fede e carità, si slanci in questo lume divinissimo, che è lo stesso Dio, ed ivi resti incenerita che è più che morta, che così vivrà vita non sua, ma nella vita e della vita del Sommo Bene. Queste sono le opere eccelse che fa S. D. M. nelle anime che si annichilano, che s'impiccioliscono, che danno tutta la gloria a Dio dei suoi doni, e li rimandano con umile ed amorosa offerta al suo Divin Cospetto come un odoroso incenso. Legga con attenzione tutti questi sentimenti, ma li legga con un cuore umile, semplice ed aperto come una madreperla ossia conchiglia, che riceve la rugiada del cielo, e poi si serra forte, se ne va a fondo del mare ed ivi genera la sua cara perla (1) .
Restringo ora tutto, e dico che nell'orazione dopo essersi preparata con gran fede e somma umiltà, ecc., lasci in libertà la povera anima di volarsene al suo Bene, come una farfalletta, e lasci che Dio le imprima quella luce, quella grazia ed amore che piace a Sua Divina Maestà, e lei in atto della Santa Orazione perda di vista tutto, anche gli stessi doni, e fissi solo il suo pensiero, il suo cuore, la sua mente e tutta se stessa in quel Sovrano Monarca, che per sua Infinita Bontà si compiace che una poverina come è lei tratti e conversi seco in quest'angelico esercizio della Santa Orazione.
Se i suoi dolori seguitano, allenti le penitenze, ed in questo la lascio in libertà di fare come si sente ; ma la verità si è che quando il corpo fa quella penitenza che le dà Dio, bisogna allentare le volontarie, sebbene vi sono state anime innamorate che anche nelle loro indisposizioni, non lasciavano qualche penitenza. Io non sono costì, e però non posso sapere come stia di forze, e però si regoli secondo le ho detto in altre occasioni. Se il male s'aggrava bisogna lasciare cilizi e discipline, ecc. Se poi sta come quando io fui costì, puole tirare avanti, ma più leggermente ecc.
Seguiti a raccomandare a Dio il povero Paolo, e tutto ciò che sa : io non lascio di far memoria dell'anima sua presso l'Altissimo dal Sacro Altare. Il mio cuore non sente altro maggior desiderio che di fare la Divina Volontà a tutti i patti, e però a questo bisogna instare, acciò S. D. M. me ne faccia la grazia. Se il male seguita, stia a letto, oppure s'alzi tardi, e procuri per quanto puole non lasciare d'accostarsi al solito a quella Mensa Divina, e stia seduta, massime adesso che sta male ; io però intendo di dirle che sieda quando si sente oppressa, ecc., che non voglio che abbia scrupoli dell'. . . .(2) ma stia nella libertà dei cari figli di Dio.
Finisco con dirle che se non mi puole scrivere non importa : quando Dio vorrà le darà forza. Seguiti sempre più a tenersi staccata da tutto ciò che non è Dio, e seguiti a fare i soliti tagli quando sente il suo cuore in qualunque unione spirituale di creature, affine di separare la terra dall'oro purissimo del Santo Amore.
Non si taglia mai abbastanza : ma quando poi si sono fatte le sue parti, e che l'unione seguita, e che inalza più a Dio, e più c'innamora di Dio, e c'imprime più virtù, in tal caso non v'è che dubitare ; così nelle altre cose spirituali, come già ho detto e scritto.
Non dubitiamo, fidiamoci di Dio, sconfidiamo e temiamo di noi stessi, che non saremo ingannati : Gesù la benedica. Amen.
Le mando queste due lettere per Pereta, faccia la carità farle raccomandare alla barca, acciò quando vi sarà occasione le facciano ricapitare. - Deo gratias.

Ss. Presentazione 4 agosto 1738.

Se mi vengono lettere per la posta, me le mandino da Pietro, che perciò gli dico che aspetti.

Suo vero Servo in Gesù PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






68

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (068)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 8 agosto 1738.

(era nel Vol. I, al n. 114, a pag. 218)(466)


I. M. I.

Mia Figliuola in Cristo,

Mi dice il P. Fulgenzio che V. S. desidera che le scriva, ma io non so scriverle altro che questa gran lettera : legga in questa che v'è ogni bene. Desidero, che subito si sente un po' migliorata vada a comunicarsi, e vedrà che quel Medico Divino la conforterà, e starà bene, e così seguiterà la sua condotta come prima.
Adesso le scrivo un'altra lettera : Spogliamento di tutto, Morta a tutto, Annichilata sotto tutti ; tener la mente spogliata d'immagini e figure, perchè sia più disposta a star abissata in Dio che non cade sotto immagini o figure, ma in pura e viva fede. Preghi per il più miserabile e bisognoso del mondo. Gesù la benedica.

Ritiro 8 agosto 1738.

PAOLO Suo Servo in Cristo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






69

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (069)

Soriano, 9 settembre 1738.

(era nel Vol. I, al n. 115, a pag. 219)(467)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo dilett.ma,

Mi scordai dire al Signor Commissario Carascon, che mi facesse venire dall'Ambrosiana un libro col titolo che segue : Trattato in forma di dialogo per i Padri Spirituali Confessori di monache, ecc., del P. F. Giovanni della Santissima Trinità, ed il libro degli Esercizi dell'Amor di Dio del detto Padre. Il medesimo Signor Commissario l'aveva, e se non l'ha, faccia la carità fargli sapere da parte mia che mi faccia la carità farmeli venire prima che vada via, e se non puole dirglielo lei, lo dica al suo signor zio che faccia tal parte, che mi preme.
Mi saluti tutta la casa, e mi faccia la suddetta carità.
Scrivo in fretta che parto.

Soriano 9 settembre 1738.

Suo vero Servo Il povero PAOLO.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






70

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (070)

Città della Pieve, 25 settembre 1738.

(era nel Vol. I, al n. 116, a pag. 220)(468)


I. M. I.

Mia Figliuola dilettissima in Gesù Crocifisso,

Ho ricevuta la sua lettera, e rubo il tempo per rispondere con brevità. Accetti per croce il vedere sì poco favorito chi serve Dio. Ah, povera Cristianità ! già si sa che chi vuol amar Dio è perseguitato ecc. Ma Dio sarà il Protettore. Ciò che non può rimediare lo rimetta in Dio, ed a lui lo raccomandi, e se la passi in silenzio, ed in ritiro, tanto con la sorella come con gli altri. Fedele, figlia mia, a quel caro Dio che la visita con tanta misericordia, e faccia un continuo incenso delle grazie a S. D. M. Seguiti a sprezzarsi, ed annichilarsi, ed a vivere abbandonata nel Seno amoroso di Dio, come un bambino. Si lasci guidare da lui, e seguiti le regole solite ecc. Non ho più tempo che sto dando gli esercizi alle Monache : la missione l'ho finita domenica. Preghi che stiamo sani, ecc.
Gesù la benedica, e mi saluti il signor suo zio e la casa, ecc.
Non occorre che per ora mi scriva, che vado fuor di strada.

Città della Pieve 25 settembre 1738.

PAOLO Suo vero Servo in Dio.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






71

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (071)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 5 novembre 1738.

(era nel Vol. I, al n. 117, a pag. 221)(469)



I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Ier sera ricevei la sua lettera, e vorrei poterle rispondere a voce, ma non posso. Solo le dico che i doni che si ricevono in orazione, per conoscere se sono di Dio bisogna vedere gli effetti che producono, cioè maggiore umiltà, disprezzo di sè, staccamento da tutto, amore al patire, gran carità per il prossimo, purità d'anima e di corpo ; sebbene poi si puol dare il caso di ricever doni di Dio, e poi esser tentati, ecc. M'ha reso qualche timore ciò mi dice di quel diavolo, che pareva volesse peccare con lei, e che le cagionò anche sentimenti nel corpo. Sono cose da farne assai caso, e da temersi molto, e di stare in guardia grande. Basta, non dubiti di niente, si fidi di Dio, fugga al suo castello, che è il Costato Santissimo di Gesù e non abbia paura. Offerisca il Sangue preziosissimo di Gesù all'Eterno Padre, e lo preghi che per i meriti infiniti di questo Sangue, la liberi da quel brutto mostro d'impurità.
Mi scriva se le è successo altro, e mi dia distinta notizia, acciò possa darle (colla grazia di Dio) i dovuti rimedi, ecc. La B. Angela da Foligno ed altre Sante han patito travagli immensi in questa parte e per anni : ma io desidero al vivo che Dio la guardi da questa bestia crudele, che è di tanto e poi tanto pericolo.
Circa a ciò mi dice di me di quello le successe venerdì, se mai accadesse altre volte, cioè come successe adesso, scacci via subito tal cosa, e dica che vuole solamente abbracciarsi a Gesù ed alla sua Croce, e ne replichi gli atti con gran costanza. Il diavolo si finge spesso Angelo di luce e cerca tutti gli stratagemmi per ingannare : alle volte muove certi fervori falsi, che fan far degli eccessi : i frutti fanno conoscere il tutto ; basta, ci parleremo quando vorrà Dio. Tenga le solite regole : fugga ogni vista, e s'immerga tutta in Dio. Gli svegliarini amorosi di quella notte sono buoni, perchè la innalzavano a Dio, ed erano in pura fede. Qui non vi è inganno, ma bisogna portarsi al riposo d'unione in fede oscura, ecc.
Circa al far gli esercizi alle monache, io non posso, che ho troppo da fare per apparecchiarmi alla Santa Missione : ne faccia le mie scuse con la Madre Vicaria, e poi gliel'ho dati l'anno passato. Sarà meglio altro soggetto, o il P. Gio. Batta o il Predicatore dell'Avvento, ma io non propongo veruno, cerchino chi Dio l'ispira, ma scusino me che mi faranno gran carità ; più presto le servirò quest'altro anno, se sarò vivo.
Qualcuni si credono che lei sia attaccata a me, ma so che non è vero. Ad ogni modo bisogna temere della fiera bestia dell'amor proprio che è un dragone di sette capi, e si mischia in tutto. Non v'è cosa che più mi spaventi, e che mi fa stare in guardia del mio cuore perchè temo che non s'infanghi : I'amor di Dio è geloso ; un granello d'affetto non ordinato delle creature basta a rovinar tutto.
Ciò glielo dico perchè desidero che lei sia santa, ed acciò tronchi sempre quello che non è Dio : mai abbastanza troncherà. Tagli sempre, figlia mia, che darà gran gloria a Dio, e meno consolazione avrà dalle creature più n'avrà da Dio, parlo anche della consolazione che nasce dal conferir col P. Spirituale. Quegli antichi gran Santi conferivano assai di raro, ed erano gran Santi. Orsù stia contenta in Dio, non mi risparmi, che fatico volentieri per l'anima sua. Ho fretta che ho scritto un fascio ben grosso di lettere, e il mio capo dice che non ne può più.
Gesù la benedica. Amen. Viva Gesù.

Dal nostro Ritiro della Presentazione 5 novembre 1738.

Suo vero Servo in Gesù PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






72

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (072)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 29 novembre 1738.

(era nel Vol. I, al n. 118, a pag. 223)(470)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,

Non ho potuto rispondere più presto alla sua lettera, che mi fu consegnata dal nostro sacerdote che fu costì. Sento ciò mi dice intorno alla sua direzione, cioè che non è più la volontà di Dio che io l'assista. Quando questo lume nasca da spirito quieto, e che infatti in orazione Dio le faccia conoscere questo, dopo essersi ben consigliata, se l'è approvato, deve eseguirlo. Io non desidero altro che fare in tutto la divina volontà, a questo tendono le mie orazioni, qui tendono i miei desideri, ecc. Onde se lei conosce non essere più la volontà di Dio che l'assista, si serva pure : basta che non abbandoni quel Dio che le ha fatte tante grazie. Serva a Dio, lodi Dio, cammini alla santa perfezione ; e sebbene io non l'assisterò, questo non importa, perchè io ho sempre creduto d'essere una talpa ed una fragil canna. Non abbandoni dunque la sua via, seguiti fedelmente ; ed in quanto alla direzione si serva di chi Dio le ispira, che sono al sommo contento, perchè S. D. M. mi ha sempre fatta questa carità, di non cercare altro che la purissima sua gloria.
Quello che mi preme e mi spaventa, si è il sentire che lei m'ha detto bugie, che è venuta coperta, che non è stata schietta. Oh, questo sì che mi atterrisce ! Io non lo credo, anzi tengo che ciò lei lo dica con un cuore tentato, oppresso dalla tempesta cagionata dalle passioni e tentazioni. Io, replico,non lo credo, perchè conosco D. Agnese, e mi pare sia venuta con sincerità ; ma perchè son cieco, quando mai ciò fosse, è un gran male, ma v'è rimedio, basta che lei dica che bugie ha detto, ed in che m'ha ingannato, e in cosa è stata coperta, se non lo vuol dire a me non mancherà a chi dirlo al confessionale, se vuole il P. Fulgenzio, o altro, o il P. Francesco, o Don Alonzo, o chi vuole ; così dandosene in colpa rimedierà al male fatto, e non avendo confidenza con me puol provvedersi altro ministro di Dio ; e se sarà umile, Dio accrescerà le sue grazie. Io ho cercato sempre l'anima sua, e non altro per pura gloria di Dio. Questo le basti. Non perda in un punto tanto bene, si umilii a Dio, ricorra a lui, che sempre le darà aiuti grandi. Non dubiti. Io non vengo a dar gli esercizi, perchè per le notizie che ho, è più servizio di Dio che li dia il P. Gio. Batta per maggior bene di tutte le religiose. Lei non sa il tutto, e non ha esperienza. Dio ci fa desiderare cose che pare le voglia, e poi non è così : questo lo fa per nostra prova, e perchè impariamo a rassegnarci alla sua santissima volontà.
Torno a dirle che in quanto alla direzione non se ne pigli, perchè sarà meglio che si provveda altro soggetto, o in Viterbo, o dove stima meglio, che io sarò sempre pronto a servire a lei, ed a tutti, non come Padre, ma come schiavo universale di tutte le creature. Gesù la benedica. Amen.
Circa al comunicarsi, vada dove le par meglio, che la lascio in santa libertà.
Se prega per i poveri peccatori, vi sarò anch'io come Capitan Generale.

SS. Presentazione 29 novembre 1738.

Suo Servo Indeg.mo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







73

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (073)

1738. (era nel Vol. I, al n. 119, a pag. 224)

(471)


. . . .Circa all'affare che le scrivo dei S. Esercizi è meglio abbandonare tutta la cura a Dio ; ma se con bel modo potesse indurre la M. Vicaria che cooperasse acciò deponessero il pensiero di me, mi farebbe somma carità, perchè sa Dio come sto, e le occupazioni che tengo. Mi rimetto in tutto al gusto di Dio, che sempre sia benedetto. Amen. . . . .

(Conforme all'originale (frammento - 1738) conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







74

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (074)

(era nel Vol. I, al n. 120, a pag. 225)

(472)


Sig.a D. Agnese,

Ho ricevuto ieri una sua lunga lettera di cose tutte non necessarie da scrivermi. Lo sa Dio come sto, che questa notte ho avuto da lambiccare la testa, e scritto non poco, e se il mio capo tira avanti così le cose sono per andar male. Io non posso venire a far esercizi : viene il P. Gio. Batta. Io non lo fo per non servire le monache, ma per far la volontà di Dio ; e la Madre Vicaria, lei stessa invitò il P. Gio. Batta sino da tempo fa, e sa cosa gli disse. Dio la benedica. Amen. Faccia del bene, e stia contenta. . . . .

(Conforme all'originale (frammento) conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).





75

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (075)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 7 febbraio 1739.

(era nel Vol. I, al n. 121, a pag. 225)(473)



I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocifisso,

Ho ricevuto un'altra sua lettera ier sera ; e sono in tale stato pieno e soprappieno di tante calamità, tenebre orribili ed altre infinitissime miserie, che non so cosa rispondere, perchè la mia povera mente e il mio cuore è totalmente abbandonato da ogni luce ecc. Sicchè non so che dirle, solo che animarla a perseverare nel bene incominciato e lasciar dire a chi vuole, e soprattutto scacciar via costantemente quelle viste che sono pericolosissime, e così quelle unioni che m'accenna, che sono troppo materiali e senza fondamento ; onde deve far le sue parti, come già fa, ma farle con più costanza, sprezzandole, e se durano non ne faccia caso, come se vedesse un rospo : così si regoli, altrimenti la sbaglierebbe. Circa a quello che mi dice che mi vide orare per lei alle undici circa, non è vero, che in tal ora non ero in orazione, e gli effetti prodotti possono essere della natura, e però non se ne deve far caso, perchè non tutti i movimenti del cuore e lumi di mente nascono dalla grazia, ma bene spesso vi s'interpone il diavolo e la natura : vero è che si conosce la grazia dagli effetti che produce.
Parli chiaro al P. Francesco, ma con umiltà, e gli dica che piuttosto che dar scandalo, e farlo lamentare, lei non anderà più a San Francesco, e che però lo prega a dirle ciò che gli par meglio.
Gli parli con questi o con altri termini, come meglio le pare, e come Dio l'ispira. lo la vedrei andar più volentieri in altre chiese, e potrebbe andare in Duomo e alle monache, e al venerdì visitare S. Francesco. Ne parli con D. Alonso al confessionale, e gli dica ciò le seguì, e me lo saluti assai da mia parte, e gli dica a nome mio che non si stracchi di farle questo gran bene, che gliene sarà dato premio grande ; gli dica altresì che io stimo meglio che vada in chiesa grande per evitare l'ammirazione e ciarle di quelli che hanno poco lume delle cose spirituali.
Vada in chiesa più per tempo che può, che Don Alonso la comunicherà a buon'ora, che non vi sarà gente, e così fuggirà l'ammirazione, e potrà comunicarsi sempre in chiesa grande. Dio le darà luce, e D. Alonso farà la carità volentieri, e così il P. Francesco e gli altri non avranno che dire : faccia così e Dio la benedica. Amen.
Con D. Alonso concluda l'ora, e si trovi in chiesa almeno mezz'ora prima.

Non dica niente al P. Francesco, ma parli solamente a D. Alonso da mia parte, e faccia senza dire. Al venerdì dopo comunicata in Duomo vada a visitare S. Francesco, con che abbia fatta la sua preparazione in casa e mezz'ora circa in chiesa, e dica a D. Alonso che si è preparata pure in casa.

Ritiro 7 febbraio 1739. (1)

Suo Servo in Cristo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







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Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (076)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 7 marzo 1739.

(era nel Vol. I, al n. 122, a pag. 227)(474)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,

Niuna cosa, fuorchè il peccato, ci può levar Dio. Tutte le contraddizioni e persecuzioni degli uomini e dei demoni non possono punto allontanarci dal Sommo Bene, se noi siamo fedeli, anzi ci aiutano ad unirci più a S. D. Maestà.
Non vorrei che il suo cuore si movesse punto, nè si conturbasse per le vicende che seguono : Dio lo permette per suo gran bene, ed acciò impari a spogliarsi sempre più d'ogni affetto di terra, e muoia a tutto quello che non è Dio. Vorrei che stesse fra i suoi parenti come se non vi fosse. Preghi per loro assai, ma ne stia ritirata. Li tratti con dolcezza, quando fa bisogno, e parli poco, e poi si ritiri. Questo lo faccia sempre. Subito che ha pranzato, con disinvoltura se ne vada a pigliar divertimento con gli Angeli, o per dir meglio col Re degli Angeli, ma non si metta in atto positivo d'orazione ; giacchè non v'è giardino da passeggiare un poco, passeggi solitaria in camera intanto che gli altri stanno a tavola a parlare, e Gesù passeggerà nel giardinetto del suo cuore, purchè lei stia ben vigilante a tenerlo ben pulito e netto, e bene ornato di virtù, massime della gioia più cara di Gesù che è l'umiltà vera, da cui nasce annichilamento e vero disprezzo.
Sopratutto non si giustifichi, non si difenda, ma soffra tutto in silenzio. E siccome non deve difendere se stessa, tampoco deve difender me ; e perciò non parli di me, come non mi conoscesse, ne parli solo con Dio.
Faccia così, che sarà felice : lasciamoci difendere da Dio. Se non mi puole scrivere non mi scriva. Già tiene le sue regole ben chiare. Se potrò, verrò un giorno al confessionale, prima di andare in Missione.
Oh ! che lei non sa che giuoco d'amore vuole far Dio in queste vicende. Dia grazie a Dio di ciò che segue. Niuna cosa, torno a dire, ci può levare Gesù nostro Bene. Muoia a tutto, a tutto, goda di restar priva di tutto, per più posseder Dio. Io scrivo questa lettera dopo il Santo Mattutino, e dopo una settimana di fierissime tempeste, nelle quali ancora mi trovo.
Non lasci di offerire il Sangue preziosissimo di Gesù per me all'Eterno Padre, che mi dia grazia di mutar vita e fare una santa morte.
Si fidi di Dio, che la sua condotta è buona, e nell'orazione si regoli al solito, e dopo un grande annichilamento lasci che l'anima s'abissi tutta nel Sommo Bene, contemplando quell'infinite perfezioni, secondo lo Spirito Santo la guiderà. Imiti gli Angeli Santi, or prorompendo in eccessi di lodi d'amore, or restando in alto stupore di quel Bene Infinito, ora in altissima meraviglia amorosa, ora in sacro silenzio d'amore, or di compiacenza ecc. Insomma, replico, bisogna farsi più piccola d'una bambina, e star in quel Seno Divino, nel quale come in uno specchio l'anima scuopre in fede l'infinite grandezze.
Sopratutto non lasci di compatire il dolce Gesù col Cuore addolorato di Maria Santissima, e di compatire Maria Santissima col Cuore addolorato di Gesù ; e così fare un misto d'amore e dolore. Questi due Cuori Santissimi sono due fornaci d'amore, anzi una fornace sola, e lei si butti in questo amoroso forno, acciò consumato tutto l'umido delle imperfezioni, diventi un pane mondo per la Mensa del Re della Gloria. Sopratutto esclami a Dio per me al solito con viva fede che saremo esauditi.
Gesù la benedica e bruci d'amore. Amen.
Non si pigli pena di scrivermi, che non importa, a suo tempo le dirò tutto, ecc.

Dal Ritiro della Presentazione 7 marzo 1739.

Suo infimo Servo Indeg.mo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







Agnese Grazi 64