Agnese Grazi 77

77

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (077)

Diruta, 29 aprile 1739. (era nel Vol. I, al n. 123, a pag. 229)

(475)


Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Scrivo in fretta, che parto per la Santa Casa, e spero d'esservi ai quattro di maggio, se il tempo sarà buono.
Si ricordi di quello le ho detto, e soprattutto sia fedele a Dio : sempre più annichilata avanti a S. D. M., e soggetta a tutti per amor di quel Dio che s'è fatto ubbidiente sino alla morte. Stia ritirata più che puole, e conservi il silenzio, come una chiave d'oro che serra il gran tesoro delle altre virtù che Dio ha posto in noi. Viva spogliata di tutto ; faccia un continuo sacrificio di se stessa alla gloria di Dio, e goda di stare crocefissa col dolce nostro Salvatore.
Si regoli nell'orazione secondo gli avvisi dati, e stia vigilante sopra gl'inganni che suole tendere l'inimico.
Io sto come vuole Dio, e penso non lamentarmi più. Ho terminate due Missioni, alle quali sono intervenute migliaia di persone, e Dio le ha benedette. Nel mio ritorno farò un'altra Terra di Todi e poi chi sa. Credo bisognerà fare altra Missione, e non so certo quando sarò costì.
Gesù la benedica. Viva contenta sulla croce di Gesù. Amen.

Diruta 29 aprile 1739.

Suo Servo Indeg.mo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).







78

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (078)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 13 giugno 1739.

(era nel Vol. I, al n. 124, a pag. 230)(476)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figliuola dilettissima in Gesù Cristo,

In questo punto ricevo la sua lettera e ringrazio il Sommo Bene delle misericordie che le continua ; e perchè io desidero al sommo che Agnese sia grata a Dio con gran fedeltà, perciò non lascio di temere, e vorrei che temesse anche lei, ma solamente di se stessa come capacissima di ogni male ed incapace di ogni bene. Chi più ha amato più ha temuto di dare disgusto all'Amato Bene, ma questo timore non conturba, ma pacifica, perchè fa annichilar l'anima sempre più, a misura che più si vede favorita da Dio. Or questo voglio sia il suo apparecchio per ricevere doni maggiori da Dio, cioè un annichilamento sempre più profondo, una nausea della sua viltà e schifezza : e qualche occhiata frequente all'ingratitudini passate per più umiliarsi a Dio e più conoscere la sua viltà. Del resto poi, figlia mia, lasci pure volare l'anima in Dio, lasci che bruci, si stempri, ecc. Io non posso venire, perchè lunedì sarà qui la sig. a Girolama con i suoi di casa a veder il Ritiro, che non vi è mai stata, e però fino verso il fine della settimana o a S. Giovanni non verrò. Ciò mi vuol dire d'importanza prima della partenza del P. Antonio me lo scriva domani in succinto, e dia la lettera al garzone, acciò la consegni a me, senza che nessun veda.
Preghi per me che sto sepolto sempre più nello sdegno di Dio e sotto la tremenda sua sferza, giusto castigo dei miei gran mali. Oh ! quanto s'inganna nei sentimenti che ha di me ; finisco che il latore vuol partire. Gesù la benedica.

Ritiro 13 giugno 1739.

PAOLO Suo Ind.g.mo Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






79

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (079)

9 luglio 1739. (era nel Vol. I, al n. 125, a pag. 231)

(477)


I. M. I.

Mia Figliuola in Cristo,

Questa sera a notte ho ricevuto la sua lettera, scritta lunedì ; e mi dispiace non potere risponderle come vorrei. Ciò non nasce dal non volerlo, ma dal non potere, perchè sono sempre più in terribile abbandono ed in orribili miserie, ed in verità non ho verun lume di Dio, e mi sento in tale spaventosissimo stato che non sono capace d'un minimo buon pensiero, nè saprei dire una parola di spirito, onde vorrei che Dio le provvedesse chi la consigliasse, perchè lei ne tiene estremo bisogno ; e sebbene è da credere che la sua condotta sia di Dio, ad ogni modo v'è gran bisogno di consiglio. Ma mancando gli uomini, Dio dirigerà lui. Sa Dio che vorrei, ma il deplorabilissimo mio stato, per cui sono in tenebre d'inferno, me lo impedisce. Giustissimi giudizi di Dio da temersi e d'adorarsi ! Io non le posso nè so dir altro se non che s'umilii assai, non si fidi di sè, tema Iddio ; chi sarà umile non sarà ingannato. Da qui avanti bisogna far questa obbedienza ogni giorno pregando Dio che mi levi dal mondo, non ci sto più bene, e così pregarlo mi faccia fare una buona e santa morte ; faccia con fede quest'orazione, (e non creda di me ciò le suggerisce il proprio spirito che sono inganni : l'opera fa toccar con mano il contrario). Domenica le manderò il suo libro che qui l'abbiamo : legga solo la pratica delle sue virtù, ecc. Io non ho ricevuta veruna lettera di Suor Agnese, ecc. Veda cosa n'han fatto.
Non ho inteso quello mi dice del discorso da farle. Non so quando Dio vorrà che venga costì ; per quello spetta a me, penso di starmene qui sepolto nell'orribile delle mie miserie aspettando o la morte o ciò che Dio vorrà.
Mandi la serva da mia parte dal sig. Priore Guglielmini, che mi mandi il nostro libro, che è ormai tempo ; gliel'ho chiesto già tre volte, me lo mandi, e non se lo faccia più dire ; se no mi farà venire abbasso me ecc. ma con poco genio : me lo mandi. Gesù la benedica. Amen.

9 luglio 1739.

PAOLO Suo Indeg.mo Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






80

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (080)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 18 luglio 1739.

(era nel Vol. I, al n. 126, a pag. 233)(478)



I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocifisso,

Questa mattina ho ricevuto la sua lettera, e adoro in tutto la SS. Volontà di Dio. Se lei corrisponderà alle grazie che Dio le fa, sarà felice. Io non sono per risparmiarmi, nè per l'anima sua nè per gli altri ; ma perchè vedo che sono in un abisso senza fondo di miserie, di cecità, e soprattutto sotto il tremendissimo flagello dell'onnipotente Iddio, così mi conosco inabile ad ogni bene, perchè non merito lumi, nè grazie, ma solo castighi, e ben tocco sempre più con mano che Dio è sdegnato molto con me, e però s'è ritirato con le sue grazie, giusto castigo delle mie gravissime colpe, che sempre più che crescono i miei infelicissimi giorni più crescono i divini flagelli. Deo gratias, e però lei molto si gabba di ciò che pensa di me, e meglio sarebbe placar Dio con moltiplicare l'orazioni.
Io avrò occasione venir in Orbetello martedì, o forse prima, ma non ne faccia motto, e cosi la sentirò al meglio che potrò. Circa la locuzione non è da farne caso, il perchè lo dirò a voce.
Gesù la benedica. Amen.

Ritiro 18 luglio 1739.

PAOLO SUO Indeg.mo Servo.

(Conforme all'originale conservato nell Arch. Gen. dei Passionisti).






81

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (081)

Portercole, 23 luglio 1739.

(era nel Vol. I, al n. 127, a pag. 234)(479)



Viva Gesù Amor dei nostri cuori. Amen.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Le do avviso che il negozio di D. Vincenzo col soldato è aggiustato, e ne scrivo al sig. D. Giacomo. Lei ne ringrazi Dio, e s'accerti che non v'è più che dubitare, perchè il detto soldato, oltre le correzioni fattegli, ha avuta la sua dal sig. Comandante, ed è venuto come un agnello. Le ho voluto dir tutto ciò affine il suo spirito non resti perturbato da veruna apprensione ; ed annichilandosi più avanti a Dio, ed incenerendosi più in quel fuoco divino in olocausto voli più al Sommo Bene, e si ricordi in quella sant'annichilazione ed abissamento in Dio di pregare per quel povero meschino peccatore che scrive, il quale si protesta sempre più desideroso di vederla tutta bruciata da quel fuoco divino che arde nel Cuore dolcissimo di Gesù, nel quale chi scrive si dice sempre.

Portercole 23 luglio 1739.

Suo vero Servo PAOLO che è un vero nulla.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






82

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (082)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 29 luglio 1739.

(era nel Vol. I, al n. 128, a pag. 235)(480)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Questa mattina ho ricevuta la sua lettera, ma non mi dice niente se abbia ricevuto un mio biglietto mandatole quando fui in Portercole per aggiustare l'affare del soldato con Don Vincenzo, che gliene davo ragguaglio, e l'acclusi al signor Don Giacomo ; avrò caro saper se l'ha ricevuto per mia regola, e se non le fosse stato dato non ne faccia caso ; ma solamente me lo avvisi ecc.
Io non saprei che dirle intorno a ciò mi scrive, se non replicare quello che tante volte ho detto e scritto. L'orazione che lascia l'anima con quegli effetti che mi scrive, non v'è inganno, perchè quando produce grande umiltà, disprezzo e conoscimento di sè, desiderio di virtù, amor di Dio e del prossimo, non vi puole mai entrare l'inganno di satanasso. Bisogna però stare sempre in guardia, e temere Iddio, e sconfidare di se stessa, non attaccarsi ai doni ma unirsi al Donatore, vivendo aliena da tutto ciò che non è Dio, e chi fa così è grato a Dio dei suoi doni, e tutti a lui li riferisce, teme sempre di dargli disgusto con non essergli fedele, ma è egualmente contenta tanto in non averli che averli.
Non faccia caso di quella turbazione successale : già è chiaro che è stata opera dell'inimico.
Se Dio vorrà, verrò in Orbetello quest'altra settimana verso il fine, e credo sarà il giorno di San Gaetano, ma non mi posso assicurare, sarà quello vorrà Dio.
Sicchè si metta nelle mani di Dio, tutta abbandonata in lui, come una nave senza vele e senza remi, con quell'annichilamento già detto ; chi si fa cenere e polvere, come è in verità, viene poi il vento dello Spirito Santo che innalza questa polvere e cenere e la fa perdere tutta in quell'abisso di fuoco che è Dio medesimo. Io non so più che dirle, tanto più che il mio infelicissimo stato è poco meno infelice di quello dei dannati, perchè provo in verità un vero abbandonamento di Dio, e non mi resta altro se non che un piccolo lumino di speranza, ma piccolo bene, che ancora non mi pare spento, se no sarei affatto perduto. Ah ! che il flagello di Dio è sopra di me con modo inesplicabile, e temo sempre più debba crescere, e che, massime le cose che credevo dovessero succedere fra poco, debbano andare del tutto in niente, ma questo non mi darebbe pena niente, ma il conoscere chiaro il di più che non dico, oh ! che spavento !. . .
Gesù la benedica. Amen.
Preghi S. D. M. che mi castighi con misericordia, e mi salvi l'anima, che tanto gli costa, che temo con gran fondamento di perderla ; resto

Ritiro della Presentazione 29 luglio 1739.

PAOLO Suo Servo Indeg.mo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






83

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (83)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, agosto 1739.

(era nel Vol. I, al n. 129, a pag. 236)(481)

Gesù sia sempre nel suo cuore.

Mia Figliuola,

Le do avviso che martedì giorno di S. Domenico sarò a buon ora in Orbetello, e penso di celebrare la S. Messa all'altare del SS. Rosario per raccomandarmi a questo gran Patriarca, e figlio e servo grande di questa gran Sovrana Signora Maria SS. Ivi staremo alla gran Mensa assieme, e ci ciberemo insieme di quelle carni divine dell'Agnello Immacolato Gesù. Io non vengo per altri affari, e però non lo fo sapere a nessuno ; sebbene scrivo al sig. suo zio non glielo dico, e però stia zitta anche lei e si trovi vestita per tempo, se però puole che stia sana ; perchè dopo averla sentita lungamente quanto farà bisogno, celebrerò i Divini Misteri. Vorrei che la mia figliuola in Gesù fosse tutta incenerita da quel fuoco divino, ma bisogna prepararsi bene, e morire a tutto, e divenir una legna ben secca acciò possa subito andar a fuoco. Amen. Gesù la benedica, ed io la lascio nel Costato dolcissimo di Gesù in cui mi dico

SS. Presentazione. . . agosto 1739 (1) .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).





84

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (084)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.m

(era nel Vol. I, al n. 130, a pag. 237)

I. M. I.

Gesù, che è la nostra Via, Verità e Vita sia sempre nei nostri cuori. Amen.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,

Ieri sera ricevei la sua lettera, e le dico con ogni verità che m'ha dato motivo di ringraziare Iddio più del solito. Sia sempre benedetto Iddio nei suoi doni. Amen.
Ha fatto bene a fare l'esame che le ho scritto, e qualche volta desidero lo replichi, perchè bisogna sempre stare in un santo timore che non s'attacchi alla terra il nostro cuore, di cui Dio n'è tanto geloso : la diligenza dei veri servi dell'Altissimo principalmente è stata in questo, cioè di tenersi sempre annichilati avanti a Dio, soggetti a tutte le creature, e spogliati d'ogni affetto terreno ; e sempre temevano di non esserlo abbastanza. Or senta, figlia mia. Quella pace, quel trovarsi tutta abissata in Dio in far quest'esame, è un ottimo segno, ma perchè non bisogna fidarsi dei nostri sentimenti, è bene dar qualche vista frequente al nostro cuore, per vedere se desidera altra cosa che Dio, o seppure desidera qualche cosa, basta che sia come mezzo per unirsi più a Dio ; per camminar però sicuro, il meglio è far sempre morir tutti i desideri in Dio. Seguiti dunque così, e non dubiti di niente.
Lasci far rumore al diavolo quanto vuole, lei sa dove deve ritirarsi ; la fortezza inespugnabile è preparata. Lei m'intende. Voglio dire quel dolcissimo Costato di Gesù in cui si trova ogni fortezza, ogni dolcezza, ogni conforto, e per dirla in una parola, ogni bene. Non si maravigli che dopo le tempeste più fiere delle tentazioni soglia restar l'anima più unita più pacifica e più innamorata di Dio. Così suol fare il Sommo ed unico nostro Bene dopo che i suoi poveri soldati hanno combattuto. Vero è che sempre l'anima, oltre il rendergli grazie, deve annichilarsi sempre più, conoscendo che la vittoria viene puramente da Dio, tenendo per certa, per infallibile verità, che lei essendo quel puro niente, e niente che è, non sarebbe capace di far altro che cavare da questo niente un altro niente peggiore, che è il peccato. Onde tutto si deve a Dio. Al solo Dio onore e gloria, dandogli un incenso soavissimo di tutti i suoi doni. Oh ! chi capisse a fondo questa verità, oh ! come temerebbe di se stesso, oh ! come si annienterebbe ! Oh ! come con filial confidenza s'abisserebbe tutto in Dio, che è il vero Tutto, perdendo di vista ogni cosa creata per essere più trasformato nell'increato ed immenso Iddio.
Sento che seguita il suo male, ma godo che Gesù, medico divino e Sposo amantissimo, le conforti l'anima e il corpo.
Faccia adunque quanto può per non tralasciare d'abbracciarlo nel gran Sacramento del suo amore ; e lasci pure tutta la briglia al suo cuore di sfogare i suoi affetti con questo Amore Infinito ; lo lasci pure in libertà di aspirare a quella gloria, che per i meriti infiniti di Gesù le è apparecchiata ; oh ! qui sì che bisogna aprirle tutta la strada acciò desideri e più desideri quel bel Paradiso, dove saremo sempre in un'eterna festa, lodando incessantemente il nostro Sommo Bene, senza pericolo di perderlo più. Se poi deve stare a letto, faccia i suoi sonni in Dio, e si lasci perdere tutta in quell'Immenso Mare di carità ; con che però stia sul suo letto come sulla croce dello Sposo Divino. Già vedo che le mura s'assottigliano, e la povera carcerata se ne volerà libera alla patria che il dolce Gesù le ha comprata col suo Sangue prezioso ; ma bisogna avvertire, che nell'uscire dalla prigione, bisogna essere vestita con una veste color di cenere, nella quale stia scritto : Io sono un puro nulla ; io non sono che un abisso di mali. Voi solo, o mio Dio, siete quello che siete, e da voi spero ogni mio bene, per i meriti del Sangue del mio Gesù. Uscendo dunque dal carcere con questa povera veste di cenere, coll'iscrizione del nulla, Iddio, che è Tutto, ordina che spogliata di quella veste di cenere sia vestita l'anima con veste di regina, tinta nel Sangue divino delI'Agnello immacolato, e ricamata delle sue divine virtù, e così vestita alla grande viene collocata nella sua Reggia per sedere in eterno alla sua Mensa divina, e cantare sempre : Santo, Santo, Santo, Tu solo Santo, Tu solo Signore, Tu solo Altissimo, o Gesù Cristo ! Con questa verità che le scrivo, lasci giubilare il suo cuore, e gli dia tutta la libertà di aspirare a quella gloria, ma poi ritorni al suo niente : un'occhiata in alto, e l'altra al basso alla cenere.
Seguiti a pregare per me e per il Ritiro come prima. Lasci che l'anima seguiti l'impressioni divine : l'ho detto e lo ridico, bisogna orare a modo dello Spirito Santo.
Si rida del diavolo, che ha rabbia che preghiamo ; e tanto più di ciò le suggeriva, che siamo ingannati io e lei. Oh ! che rabbia ha con noi la bestiaccia ! fidiamoci di Dio che vinceremo.
Io sto mediocremente bene, ma sono stato dei giorni che credevo mi dovesse venire del male ; ciò dico in quanto al corpo.
La povera anima mia sta al suo solito, con maggiore apparecchio di croci, ma le abbraccia con la grazia di Gesù Cristo.
Il maggior desiderio si è di consumarmi tutto in quella Divina Volontà. A questo aspira l'anima mia, ma perchè è tutta imperfetta non ottiene questa grazia che è tanto tempo che la desidero e che la dimando e fo dimandare a Dio. Io verrò a sentirla quando vorrà Dio, e quando meno lo penserà lei. Dio vuole che stiamo soggetti a tutte le creature ; ce l'ha fatto predicare da S. Paolo. Se mai venisse qualcheduno dei nostri costì non mostri alcun desiderio che io venga, anzi non ne parli, se non fosse per una semplice domanda, come si suole fare. Quando puole mi scriva se il male seguita o cresce, e soprattutto mi dica in succinto come va l'orazione e comunione, con il solito ecc., che intendo ; ma se si sente abbattuta non lo faccia, quando provi gran difficoltà ecc. I biglietti li dia a Maddalena, a cui mando questo. Se poi il male facesse qualche gran fracasso di pericolo ecc., subito mi mandi a chiamare ecc., ma spero di no, che bisognerà portare la croce ancora un poco, e stare anche qualche tempo carcerata.
Gesù la benedica. Amen.

Ritiro della Presentazione ai 17 agosto 1739.

Suo Servo in Cristo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 130, a pag. 237





85

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (085)

Farnese, 14 settembre 1739. (era nel Vol. I, al n. 131, a pag. 240)

(483)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Ho ricevuta la sua lettera che l'ho gradita in Gesù Cristo. Ora mi creda che non ho un respiro di tempo, e non le posso dire altro se non che desidero che Agnese sia sempre più incenerita ed annichilata in Dio, e tutta trasformata nelle pene del nostro Salvatore. Oh, quanto ho gradito la memoria, che lei fa delle pene del nostro Gesù ! Orsù non dico altro. Seguiti la sua via, e si prevalga degli avvisi dati, e per quella persona vi dò consiglio che tacete e soffrite. Operate, patite e tacete. Viva Gesù. Amen. Io non sono tanto scordato dell'anima sua come si crede, e se le venisse tutto quel fuoco che io bramo, Agnese sarebbe tutta fuoco, ed attacchereste il fuoco fino alle mura, ed abbrucereste dove passate. Ho fretta. Gesù la benedica, e seguiti a pregar per me. Un saluto alla sig. a Maria Giovanna, ma segreto, acciò non paia parzialità che non dico niente agli altri, e le dica che seguiti a fare i suoi esercizi. Io spero essere costì verso il 14 ottobre. Deo gratias.

Farnese ai 14 settembre 1739.

Suo vero Servo Indeg.mo PAOLO della Croce.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 131, a pag. 240





86

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (086)

Corneto, 3 ottobre 1739. (era nel Vol. I, al n. 132, a pag. 241)

(484)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Ho ricevuto due sue lunghe lettere, una in Farnese, l'altra qui in Corneto. Ma lei non sa nè pensa ai miei affari, che mi fanno stare occupato quattordici ore e più il giorno, e non mi dànno tempo nè di leggere nè di scrivere. Le sue lettere però le ho lette, e vi è da dire molto sopra. Lei è troppo franca in dire certamente che Dio la fa scrivere, che la fa dire ecc. Oh ! quanto è difficile intendere questo ! Non si fidi tanto, e s'umilii più, che Dio in queste minuzie non si suol far intendere così chiaro, come lei crede : basta, non vi è però cosa di male ; e godo che S. D. M. l'eserciti nella pazienza. Si porti bene con quella persona, che n'è l'istromento, e seguiti a regolarsi come mi dice che va bene, e si raccomandi a Dio non fidandosi di sè.
Io non so che dire alla sig.a Supplizia, che non ho questo lume, e le mie regole m'impediscono d'intromettermi in matrimoni, come già dissi alla medesima ; ma se lei vi si sente contrarietà, come V. S. mi dice che lo fugge, bisogna vada adagio, e se non si sente ispirata a pigliarlo, parli chiaro ai suoi parenti e non abbia rispetto umano ; ma io la lascio in libertà, e non deve nominarmi in cosa alcuna, che non conviene. Le dica V. S. questo che scrivo. La lascio nel Costato di Gesù, e sono con tutta fretta

Corneto ai 3 ottobre 1739.

Suo povero Servo PAOLO della Croce.

Mi saluti il suo sig. zio e la Casa.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 132, a pag. 241




87

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (087)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 15 ottobre 1739.

(era nel Vol. I, al n. 133, a pag. 242)(485)


I. M. I.

Gesù sia sempre nel suo cuore.

Mia Figliuola in Cristo dilettissima,

Non si maravigli se non mi vede, chè non ho l'abito apparecchiato, non avendolo ancora potuto pulire dagli animali portati di fuori, che giustamente e con ogni ragione mangiavano questa carogna. Adori in tutto le divine disposizioni che m'impediscono il poter venire, e sappia, e glielo dico con gran segreto, che non ho avuto dopo che son vivo, un affare più grande e più premuroso d'adesso, che tiene impiegata tutta la mia persona, e così prego ancora lei ad applicare le orazioni e SS. Comunioni acciò riesca tutto a gloria di Dio e salute delle anime, come spero. Io son tanto debole che mi vengono non pochi spaventi, e così ho bisogno di gran luce, gran fortezza, gran virtù, e soprattutto grande unione con Dio. Esclami dunque, figlia mia, al trono dell'Altissimo, v'impegni la nostra Mamma Addolorata, e tutti i Santi, e massime S. Michele, supplicando ed esclamando che se tal affare non deve riuscire di pura gloria di Dio, gli metta impedimenti acciò svanisca, e che le mie pessime imperfezioni non facciano argine.
Stia contenta in Dio, che lei non è ingannata, e gliel'ho detto sempre, ma lei è cocciuta. S'annichili sempre più, e vedrà le gran misericordie che Dio opererà. Quest'altra settimana, a Dio piacendo, farò ogni sforzo per venire, e vi starò almeno un giorno intiero, perchè poi chi sa quando si potrà conferire. S'abbandoni tutta in Dio, e perda di vista ogni cosa, annichilando tutto in Dio. Gesù la benedica e bruci di S. Amore. Resto in fretta. Non abbia scrupoli, che poi mi dirà tutto.

Nel Ritiro della Presentazione ai 15 ottobre 1739.

Suo vero Servo Indeg.mo Il povero PAOLO della Croce.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 133, a pag. 242




88

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (088)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 16 ottobre 1739.

(era nel Vol. I, al n. 134, a pag. 243)(486)


I. M. I.

Mia Figliuola in Cristo,

Ricevo la sua lettera tutta piena di tentazioni e lamenti. Nelle occasioni si conosce la virtù, e lei ha motivo di umiliarsi non poco. Se lei fosse più rassegnata, non parlerebbe così. Io non potevo star in Orbetello, che avevo necessità di venire al Ritiro per mutarmi, e per molti bisogni necessari di servigio di Dio. Credevo che bastasse la conferenza fatta, tanto più che promisi venir presto ; e se non venni ieri, fu perchè non avevo abito da mutarmi, come scrissi ; e le mie occupazioni sono tante, che per me che son debole, non mi recano poco spavento, ma confido tutto in Dio. Non sapevo come soddisfarla di più come ho fatto con la lettera di ier sera. Ma lei ha da fare con chi non sa nè è capace di saperla mortificare, perchè sempre ho condisceso a tutto, e per questo, come tutto non va a modo suo, si querela, si lamenta. Che bisogno v'era di ciarlare con chi mi dice ? Io resto stupito. S'umilii e si rassegni e si quieti in Dio, che egli medicherà le sue piaghe. Circa all'andar altrove, la lascio in libertà, faccia quello che Dio l'ispira, e si provveda di chi le par meglio, che io sono contento di tutto quello vuol Dio. Io non faccio di più per l'anima sua, perchè non posso, nè so far di più, nè ho assistito mai ad altr'anima come ho assistito a lei. Se non l'ho servita come è dovere, bisogna perdonare la mancanza, che non mi par difetto di mala volontà ma d'impotenza. Qui non v'è nessuno che m'impedisca il venire costì, solo le mie occupazioni, nelle quali è volontà di Dio che io sia impiegato per sua gloria e salute delle anime. Questa mattina non ho celebrato perchè la soma fa piegare il somarello, e si rende indisposto. Se non può pregare per il Ritiro, non parlo su ciò : egli è sotto la protezione dell'Altissimo e di Maria SS.ma Addolorata. Gesù la benedica e la faccia umile, rassegnata e santa, come la desidero, e prego dal Signore. Amen.

Ritiro ai 16 ottobre 1739.

Il povero niente PAOLO della Croce.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 134, a pag. 243




89

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (089)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 16 novembre 1739.

(era nel Vol. I, al n. 135, a pag. 245)(487)


I. M. I.

Mia Figlia in Gesù Crocefisso,

Ier sera ho ricevuto un suo biglietto con una lettera, e godo Dio la tenga in santo raccoglimento ecc. Non lasci mai la cognizione del suo nulla, e il diffidarsi affatto di se stessa, e temere il gran Dio della Maestà, ma con timore filiale, umile, dolce e sincero. Per mantenersi nel fervore della santa orazione, per credere nel Divino Amore e cognizione delle cose divine, è sommamente necessaria la solitudine della sua cella, del suo cantone, e trattare meno che puole con chicchessia, anche di casa, a riserva del puro necessario, e il resto del tempo lo impieghi tutto in quel sant'ozio della santa orazione e contemplazione di Dio, in un vero annichilamento e morte di tutto il creato. Se farà così, sarà felice nel tempo, e più felice nell'eternità.
Io non so quando Dio vorrà che io venga in Orbetello, tanto più che per i miei gravissimi peccati sono in uno stato di tali angustie, desolazioni e abbandonamento, che mai in tutta la mia povera vita sono stato in tal misero stato ; e sebbene la mia vita è stata tutta piena di tenebre, calamità ed altri moltissimi flagelli, ora però sono in uno stato che mai è stato simile. Non solo per gli accidenti che occorrono al di fuori, e per le persecuzioni, mormorazioni e dicerie degli uomini, che volentieri abbraccio per umiliare la mia superbia, ma più per le batterie tremende dei demoni, e quel che è più orribile, il tremendissimo flagello del gran Dio sdegnato che è sopra di me, per cui provo un pezzo d'inferno in vita. Sospiro una buona morte, per i meriti della Passione Santissima di Gesù e vorrei che tutti ne facessero orazione per me.
Già son persuaso e più che certo, che S. D. M. non vuole altro dell'opera che mi credevo dovesse farsi : e S. D. M. me ne dà segni troppo palpabili, e questo sebbene m'aiuti ad accrescere le mie desolazioni, nonostante però mi aiuta ancor più a rassegnarmi e ad accettare tutto in castigo della mia gran superbia, e incorrispondenza ai benefici di Dio. Vedo, o per dir meglio, prevedo che in breve il Ritiro resterà desolato, e che cresceranno di tal maniera i flagelli, che resterò oppresso e morto sotto la gran soma, che già sono in via. Per carità preghi S. D. M. che si plachi, e mi dia lume per conoscere bene i miei gran mali, e gran contrizione per piangerli, e così dispormi a morire sotto la sferza della misericordia di Dio. Faccia questa carità, come le dico qui, e non badi ai sentimenti che ha di me, che il diavolo è furbo, e si trasforma in angelo di luce per ingannare. Dio si fa conoscere con segni troppo evidenti che è sdegnato, e che non vuole servirsi per altro di questa perfida creatura. Ma spero che mi salverà per i meriti infiniti della sua Santissima Passione.
Circa la sua condotta, secondo m'insegna la fede, lei cammina bene. Seguiti i suoi esercizi, come ho detto, segregata da tutto, ami il silenzio e la lontananza da tutti, e tratti giorno e notte con Dio.
Quelle viste immaginarie, faccia come le ho detto altra volta cioè le tronchi e si umilii. Se saranno di Dio, sebbene le troncherà, seguiranno, e produrranno i soliti effetti d'umiltà, di disprezzo, di amore alla virtù, al patire, ad innamorarsi più di Dio, ad unirsi più con lui, ed altre inesplicabili grazie, che non si possono esprimere.
Stia di buon animo, che S. D. M. perfezionerà l'opera incominciata. Preghi S. D. M. per tutti del Ritiro, acciò Nostro Signore li conforti, e gli dia grazia di perseverare ; e se poi S. D. M. vorrà che se ne vadano (che per adesso non v'è questo pericolo), sarà segno che vuole altresì che io me ne vada disperso sopra la terra, con procurare almeno di cooperare alla salute di qualche anima, che spero di farlo sempre. Insomma si faccia in tutto la santissima volontà di Dio nel tempo e nell'eternità : questo desidero e non altro. Gesù la benedica. Amen.

Ritiro della Presentazione 16 novembre 1739.

Di tutto quello che le dico non ne parli con anima vivente, e seppellisca tutto.

Indegnissimo suo Servo in Cristo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 135, a pag. 245




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Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (090)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 30 novembre 1739.

(era nel Vol. I, al n. 136, a pag. 247)(488)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,

Ier sera di notte ricevei una sua lettera, con un biglietto per la sorella del P. Fulgenzio, e io sarei venuto volentieri per la medesima, ma sa Dio come sto, d'anima e di corpo. L'altra notte credo avessi la febbre, e ieri e questa notte sa Dio come l'ho passata : sicchè bisogna fare a modo di Dio, e non nostro. Nonostante sarei venuto, ma il tempo lei vede come è ; che sarebbe un mettermi ad evidente pericolo di farmi venire del buon male. Dica dunque a quella zitella che se n'entri in monastero, e che viva in pace, senza pensare al futuro. Già dissi al P. Fulgenzio che facesse ogni sforzo di farla religiosa in codesto Conservatorio, che qui lei si sente ispirata, anzi l'ho messo per la strada come ha da fare, e credo farà il possibile ; sicchè lei deve stare quieta alla volontà di Dio, ed abbandonarsi tutta alla direzione di quel vero servo di Dio suo fratello, che non la guarda con occhio di carne e sangue, ma puramente in Dio ; lasci far lui, che egli non pretende che sua sorella faccia nè più nè meno di quello vuole Dio. Circa la sua direzione spirituale, le dica che pure s'abbandoni alla direzione del suo buon fratello, che con libertà gli dica tutto, che se ne troverà gran bene. Faccia a modo mio, giacchè non posso venire io.
San Francesco di Sales era padre spirituale dei suoi fratelli, sorelle, cognata, di sua madre e padre, e dirò di tutti. Sicchè la consoli e l'animi alla penitenza discreta, all'orazione, alle virtù soprattutto ecc., e non pensi al dimani. Si abbandoni in Dio come un bambino ecc. Le sappia dir tutto. Mando apposta agli orti, acciò questa buona figliuola possa fare la sua conferenza col Padre Fulgenzio, prima che parta.
* * *
Adesso veniamo a noi. Io non dubito punto che Dio non voglia che si seguiti la condotta antica ; nè io ricuso, nè io ricuserò assisterla, e ben si puole accorgere se io amo puramente in Dio l'anima sua, e Dio sa cosa desidero, che vorrei che amasse Dio più che i serafini, e tutto il mio studio è di tenerla spogliata, alienata e morta a tutte le creature, che così vuole Dio da Agnese, ritirata, tacita, sprezzata, crocefissa, morta e sepolta nell'abisso del nulla, per essere più disposta ad essere trasformata nello Sposo divino Gesù Cristo. Oh ! se lei m'obbedirà in questo, vedrà i gran passi che farà alla santa perfezione, e però grazie a Dio non mi lamento dell'obbedienza ecc.
Siete ancora un poco imperfetta anzi imperfettissima, ma Dio vi farà perfetta. Circa all'orazione non ho che dire, nè Dio vuole che parli adesso su questo ; le so dire che S. D. M. è l'operaio divino e non dico altro. Seguiti ad annichilarsi con filiale confidenza, e si lasci portare da Dio dove vuole e come vuole. Fate i vostri sonni lunghi nel Seno divino di questo Infinito Bene, non vi lasciate svegliare dalle creature ecc., ma vorrei che in questi giorni massime, s'inalzasse l'anima alla contemplazione dell'ineffabile mistero dei misteri, dell'Incarnazione del Verbo divino, e che si facesse qualche volata di spirito a visitare l'Immacolata Signora gravida del Figlio di Dio ; ed umiliata ai suoi piedi chiederle licenza di entrare in quel gabinetto d'amore, che è il suo SS.mo Cuore, per ivi amare lo Sposo divino, che lo troverete piccolino, che si riposa in quel talamo verginale. Tuttociò si deve fare in pura fede, in spirito, senza figure, ma tutta immersa in Dio, nel quale si comprende tutto. Ivi lasciate che l'anima resti assorta in quell'altissimo stupore e meraviglia amorosa, vedendo con la fede l'Immenso impicciolito, la Infinita Grandezza umiliata per amore dell'uomo ecc. Non dico che si faccia questo a modo mio, ma a modo di Dio. Lasciate l'anima in santa libertà acciò riceva le divine impressioni secondo il divino beneplacito. L'orazione dev'essere fatta a modo dello Spirito Santo, come vuole questo Infinito Bene.
Circa a quell'immaginativa per quel sonno ecc. lei si rida del diavolo, e non dubiti di niente ; e mi creda che lei non vi ha commesso un'ombra di difetto. Mi lasci tutto sulla mia coscienza, e per santa obbedienza non si confessi di tali scrupoli, nè di questo che dice lei di diffidenza, nè d'altro, che non v'è.
Quando Dio vorrà la sentirò io ecc. Si confessi al solito e non più, e stia quieta sopra di me, che non vi è niente affatto, ma è stato un diabolico fantasma per inquietarla ecc. Si riguardi per la sua indisposizione, secondo le ho detto ecc. Lei s'inganna in dirmi che non la tratto come quando venne da Viterbo ; ed io le dico che in quel Costato purissimo di Gesù desidero sempre più perfezione e santità all'anima sua, e vorrei vederla una volta morta davvero a tutto, per vivere solamente in Dio. Se scrivo o dico qualche parola dura, bisogna pigliare tutto in buona parte, io vorrei tenere sempre un ferro tagliente in mano, per sradicare e distruggere affatto le erbe cattive che nascono nel giardino. Lei m' intenderà, voglio dire, che procuro di tenere l'anima spogliata di tutto ciò che non è Dio.
Già predico agli altri ma io non fo nulla ecc. Ora dico di me. Io me ne vivo sempre più lontano dalla perfezione, e sempre più sotto la sferza ecc. Ieri e questa notte sono stati per me giorno e notte d'inferno più del solito, tanto nello spirito che nel corpaccio, non poco abbattuto ecc. Quando potrò verrò, ma non so quando ; stia quieta, e non pensi ad altro che amar Dio riposandosi tutta in lui ; e del P. Basilio, faccia quello che vuole Iddio e non più, e se le pare bene, letta questa mia lettera la bruci, e se non si sente ispirata a bruciarla faccia come vuole Dio, e preghi per questo povero naufragante. Dio la benedica : Amen.

Ritiro ai 30 novembre 1739.

Soprattutto le comando a cacciar via quegli scrupoli, e stare sicura e quieta sopra la mia coscienza, che non v'è l'ombra di niente ; bruciateli, figlia mia, nel fuoco che arde in quella cella divina. Dio vuole riposarsi nel cuore pacifico e non turbato da scrupoli diabolici.
Seguiti ad annichilarsi più ; che Dio farà partire la bestia infernale confusa, e del Ritiro non me ne parli più, nè io ne parlerò più a lei, che non ci voglio più pensare.
Non è opera destinata per me, che sono una pietra di scandalo ; preghi Dio mi faccia morire contrito, umiliato e vero penitente.

PAOLO DELLA CROCE Suo Servo in Cristo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 136, a pag. 247





Agnese Grazi 77