Agnese Grazi 91

91

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (091)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 30 gennaio 1740.

(era nel Vol. I, al n. 137, a pag. 250)(489)


I. M. I.

Mia Figliuola in Cristo,

In questo punto ricevo la sua lettera, e già l'ho letta. Non era necessario mandare apposta perchè verrò io a suo tempo, e credo sarà il giorno di Maria SS.ma alla sera, ma non so di certo. Bisogna star assai in guardia, che il demonio non faccia la scimmia ! per quel che vedo l'opera mi pare di Dio, ma mai si può annichilare abbastanza. Tema Iddio con timor santo : tema di se stessa, come capace d'ogni male. Sono caduti i cedri del Libano, perchè non hanno temuto di loro stessi e si sono fidati dei loro sentimenti. Chi vive abbandonato in Dio non perirà. Gesù la benedica. Ho fretta, che vado a celebrare i divini misteri.

Ritiro ai 30 del 1740.

PAOLO DELLA CROCE Suo Servo in Gesù.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 137, a pag. 250




92

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (092)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 15 giugno 1740.

(era nel Vol. I, al n. 138, a pag. 251)(490)


I. M. I.

Viva il Sommo Bene Sacramentato.

Mia Figliuola nel nostro dolcissimo Gesù,

Oggi ho letto una buona parte degli scritti, e conosco essere stata la volontà di Dio che io l'abbia comandata a scriverli, acciò io possa sempre più essere informato della sua condotta per ben guidarla, ed ammirare l'Infinita Bontà che in una creatura tanto imperfetta abbia depositato i suoi tesori : basta, spero a voce dir di più. Solo replico ciò che tante volte ho detto e scritto : bisogna annichilarsi sempre più, e sprezzarsi sempre più, e buttarsi sotto i piedi di tutti, lasciando l'anima in santa libertà di far gran voli al Sommo Bene, come Dio la porta, e far come la farfalletta che gira intorno al lume e poi si brucia in esso ; così l'anima giri pure intorno, anzi dentro a quel lume divino, e tutta s'incenerisca in esso, e massime in questa grande e dolcissima ottava dell'Amor Sacramentato. Ah, figlia mia ! Mangiate, bevete e ubbriacatevi, volate, cantate, giubilate, esultate, fate festa allo Sposo Divino.
Finisco che ho fretta, e me ne resto sempre più sepolto nell' orribile abisso delle mie miserie, le quali non scemano, ma crescono. Ah, povero me ! Bisogna pregar Dio che si plachi, e mi abbia misericordia, e mi dia grazia di vivere e morire contrito. Gesù la bruci d'amore, e la faccia morire nel suo spirito e del suo spirito divinissimo, acciò viva, respiri e faccia tutto colla vita e nella vita di Gesù Sacramentato.
Mando un fiasco d'acqua di fiori di merangoli per il suo male. Gesu la benedica. Amen.

Ritiro ai 15 giugno 1740.

Suo vero Servo in Gesù PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Nella soprascritta sotto l'indirizzo sta scritto : Con un fiasco d'acqua di fiori di merangoli per le sue indisposizioni. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 138, a pag. 251



93

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (093)

Porto S.Stefano, 7 luglio 1740.

(era nel Vol. I, al n. 139, a pag. 252)(491)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Poco fa ho ricevuta una sua lettera, ma quella che dice di lunedì non l'ho ricevuta, può essere che l'abbiano mandata al Monte per sbaglio. Sento ciò che mi dice delle grazie ricevute questi giorni, ma siccome vi sono pure delle cose un poco materiali, non vorrei che il diavolo se le mischiasse. Credo però lei avrà fatto le sue parti, secondo gl' insegnamenti datile.
La prima lettera che mi scrive si spieghi un poco più intorno agli effetti che producono tali grazie, e ciò che lasciano nell'anima dopo l'orazione ecc.
Se lasciano e producono un profondissimo annichilamento, che produce un vivo desiderio d'essere sprezzata, aborrita da tutti, dimenticata da tutti, non compatita da nessuno ecc., e di più una perfetta unione alla divina volontà, una vera obbedienza, che porta seco una totale diffidenza di sè ed una vera e cieca soggezione al padre spirituale, come pure una obbedienza e condiscendenza a tutti, come fossero tutti superiori ecc.
Di più, una vera morte a tutto ciò che non è Dio, che porta seco una continua memoria del Sommo Bene, che fa riposare l'anima con gran calma e pace in Dio ecc.
Di più, un ardentissimo amore verso Dio, e verso il prossimo. Di più : un più che ardente amore di stare in croce con Cristo, di patire gran cose per lui, d'essere abbandonata da tutti, sprezzata da tutti, sconosciuta e occulta a tutti, e di essere priva, se così piacesse a Dio, d'ogni contento interno ed esterno, e solamente carica di croci, di pene, di abbandonamenti ecc.
E tutto ciò si deve concludere con una totale trasformazione nel divino volere.
Quando dunque l'orazione accompagnata da quelle grazie che mi scrive, lascia gli effetti suddetti ; certo si è che si cammina senza inganno. Stia dunque bene vigilante, esamini bene il suo cuore ; voglio dire veda se l'anima sta forte in questo vero annichilamento, disprezzo, amore al patire ecc., e se trova così, va bene : ma di tutto se ne deve la gloria a Dio, che tutto opera, non essendo in noi che il niente e la stessa imperfezione e miseria ecc.
Seguiti poi a lasciar l'anima in santa libertà di volare al suo Dio, come è portata da quell'aura divina e amorosa. Quello splendore che le parve se le posasse sul capo quando pregava per Maria-Angela, con quell'altre viste ecc., se vengono altre volte le tronchi, come già le ho detto ; che se Dio lo vorrà, faranno il loro effetto, ma bisogna troncarle, scacciarle ed umiliarsi molto per fuggire gli inganni del diavolo, che è furbo ecc.
Quell'altre unioni ecc., io non ne fo caso, perchè provo effetti in contrario ; e però vorrei che queste cose lei le annichilasse in Dio, e per spiegarmi vorrei che s'abissasse tutta in Dio senza badare ad altro, e pregar per me che Dio mi dia vera contrizione e salvi questa povera anima, che temo forte : faccia l'obbedienza così.
Domani vado al Ritiro, che non conosco nessun frutto dal siero che piglio, e però me ne vado ecc.
Dica a Mariangela che dica con ogni umiltà a quel buon padre, che lei non si sente di comunicare il suo spirito fuori che con chi la dirige ; e le dica altresì che se si sente di conferire, io le do licenza, anzi dica al detto padre che io non le ho proibito di conferire, se però Dio l'ispira, e le dà libertà di farlo, e così si spieghi acciò che quel buon padre resti persuaso: e poi se seguita ad interrogarla e lei non si sente di dire, pigli la benedizione con ogni umiltà e si ritiri in pace, e se le viene comodo vada da Don Alonso ecc., e vada altresì spesso a comunicarsi a San Francesco, che lo fanno volentieri.
Gesù la benedica : Amen.
Io non so quando verrò in Orbetello, perchè lo stato deplorabile in cui sempre più sono mi fa tener per certo per i segni che Dio mi dà, che mi vuole sepolto ecc.

Porto S. Stefano di partenza domani, e scrivo oggi ai 7 di luglio 1740

Saluti in Gesù Cristo la signora M. a Giovanna ed il signor Don Vincenzo ecc.

Suo Servo indeg.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 139, a pag. 252




94

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (094)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 1 agosto 1740.

(era nel Vol. I, al n. 140, a pag. 255)(492)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Ier sera ricevei una sua lunga lettera, e la prima facciata piena di tutte cose superflue ed inutili. Io vorrei che leggesse il modo che hanno tenuto i servi e serve di Dio nello scrivere.
Circa poi le altre cose, già sono a me note, e sono al solito, onde non era necessario il replicarle : e però lei non scriva cose d'orazione se non sono più che straordinarie e mai successe, e le altre aspetti a dirmele a voce, che in poche parole si puole spiegare molto. Lei ha inteso molte cose al contrario, come quella del santo profeta non l'ha intesa bene : che non è il profeta reale come dice lei, e non ha inteso come l'ho detta io, come pure del voto d'adorare il Santissimo Sacramento di lontano nei viaggi ; io non ho detto che se ne faccia voto, ma che è di Costituzione: e dell'affare di quel chierico di Rio, che non è sacerdote come lei si pensava, non occorre pensarvi altrimenti, perchè io non ho detto altro se non che si raccomandi a Dio, e così si puol fare, senza cercare di volere lumi ecc., che questo non si ha da cercare : sicchè raccomandi le mie cose così in generale come l'altre ecc.
Se il male cresce, e non possa andare in chiesa, lei se ne stia a letto, e faccia orazione di lì, e si comunichi spesso spiritualmente. Seguiti dunque i suoi esercizi secondo il solito, e lasci dir chi vuole ; il silenzio, la disinvoltura ed il far conto di non intendere fa chiudere la bocca agli oziosi.
Gesù la benedica. Amen.

Ritiro 1 agosto 1740.

PAOLO Suo Servo inutile.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 140, a pag. 255



95

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (095)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 4 agosto 1740.

(era nel Vol. I, al n. 141, a pag. 256)(493)


Quel fuoco divino che è venuto ad accendere in terra Gesù nostra vita bruci sempre i nostri cuori. Amen.
Adesso, o mia Figliuola in Gesù Cristo, scrivo una lettera che spero debba essere di gran profitto. Così lo Spirito Santo illumini la mia mente acciò l'accerti. Amen.
Quel gran Dio della Maestà che con tanta dolcezza ha tirato l'anima sua alla cognizione dei Divini Misteri per mezzo della santa orazione, le fa sapere per mezzo di questo suo indegnissimo ministro, che la sua SS. Volontà è che lei s'abissi sempre più in quel Mare immenso della sua Divinità, con un esercizio continuo d'amore, il quale lo deve succhiare al fonte perenne del Cuore dolcissimo di Gesù Cristo, poichè non si puole passare alla contemplazione della Divinità Infinitissima ed Immensissima senza entrare per la porta dell'Umanità Divinissima del Salvatore, con imitare fedelmente le sue altissime virtù e principalmente quella profondissima umiltà ed annichilamento che in tutte le sue santissime azioni ci ha tanto divinamente insegnato.
Sicchè secondo lo stato presente della sua condotta spirituale, lei deve perdere di vista sempre più tutte le creature e tutte le immagini di esse, e deve sprofondarsi sempre più nella cognizione del suo vero, orribile nulla, e fatto tutto questo grande spogliamento, procurare di morir sempre più a se stessa ed a tutto il creato, e poi mettere questo suo niente in quel tutto che è Dio, ed ivi perdersi ed abissarsi di maniera tale che, scordata di se stessa e di tutte le creature, non abbia altro pensiero che di quest'oggetto d'infinita perfezione. Oh ! quanto è fortunata l'anima che si nasconde come un puro nulla in quel gran Cuore di Gesu, ed ivi passa colla santa contemplazione ad abissarsi tutta nell'infinitissima Divinità, ed ivi si riposa in quella sacra vista in pura fede, senza immagini o figure, e vive spogliata d'ogni desiderio di contento o delizie spirituali ecc.
La strada corta per arrivare alla vera unione con Dio è quella che ho detto qui di sopra, e replicato tante volte in scritto e in voce. Chi studia la scienza del niente impara a conoscere il vero tutto che è Dio.
Mai abbastanza le avrò replicata questa altissima verità, e mai abbastanza lei si sarà umiliata ed annichilita. Studiate qui, figlia mia, che imparerete la scienza dei Santi. Questo annichilamento produce nell'anima mirabili effetti, e principalmente produce un continuo abbandonamento e totale rassegnazione al Divin Beneplacito, lasciando la cura a Dio anche della propria perfezione, e vivendo spogliata affatto d'ogni consolazione : voglio dire che non bisogna fermarsi in compiacersi dei gusti spirituali, ma solamente riposarsi in Dio, perchè il pensare ai gusti dell'orazione ed il compiacersene, è cosa di gran pericolo ; ed intanto che si pensa a ciò si perde di vista l'Amato Bene. Bisogna starsene talmente ingolfata in Dio che si perda di vista tutto ciò che non è Dio ; e sopra questo punto conchiudo che bisogna essere alienissima da ogni consolazione spirituale, e compiacersi solamente delle Divine Perfezioni e delle sue lodi ecc.
Questo gran tesoro nascosto del santo annichilamento perfetto produce altresì un grande amore al patire, allo stare in croce con Gesù allegramente, senza mai aprir bocca, per quanto la natura gridi, e senza mai mostrarlo alle creature, alle quali bisogna stare segreta in tutto, senza mai lamentarsi, nè giustificarsi. Bisogna ancora morire per quanto si può alla natura, andando a cibarsi con quelle massime che le ho dette, godendo di non trovare gusto in cosa alcuna, nè in mangiare nè in dormire ecc. ; anzi godere e cercare di sentire in tutto pena. Da qui avanti nel partirsi di camera per andare a reficiarsi farà invito in ginocchio a Gesù e Maria, e li condurrà seco a pranzo e cena, e ad ogni boccone e nel bevere gli chiederà in spirito la benedizione. Ciò con una dolce occhiata in spirito si fa, desiderando sempre in spirito di cibarsi di quel Pane Divino di vita eterna : l'Amore le insegnerà gran cose, se starà nel niente sotto ai piedi di tutti e tenendo per certo che, se le creature sentissero la puzza del suo orribil nulla, resterebbero appestate ; e da questo ne deve nascere poi gran voli d'amore nel cuore del Sommo Bene, per ringraziamento verso la sua Infinita Bontà che la soffre. Stia a tavola o in altre occasioni come morta a tutto, senza rispetto umano, senza badare a ciò che parlano ; ma ascolti la voce dolcissima del Re Divino e della Divina Regina che sono suoi commensali e in mezzo dei quali sta seduta : e come ha preso la carità del cibo, faccia come una poverella, e si ritiri con umiltà, andando a fare un poco di ricreazione con i suoi Divini Commensali, a solo a solo in camera. Se è interrogata risponda brevemente, ma non s'intrometta nei suoi discorsi, come morta. Figlia mia, ci andiamo avvicinando all'eternità, non bisogna perdere tempo. Chi non cammina avanti torna indietro.
Adesso compendio tutto ciò che ho scritto. Sia il suo esercizio lo stare nel suo vero nulla, nel suo vero disprezzo, nauseando di se stessa, e poi con profondissima riverenza entri nel Cuore purissimo di Gesù, e lì s'abissi tutta in quel Mare Immenso della Divinità in pura fede, senza immagini e figure.
La fede oscura, guida sicura del santo Amor, oh ! qual dolcezza la sua certezza mi reca al cuor. Questo si puol cantare nel Cuore di Gesù, quando Dio vuole.
Questa sacra caligine della Santa Fede è illustrata da quei raggi risplendentissimi della Divinità, che la rendono più luminosa del sole. Le locuzioni o viste ecc. come sa, le tronchi sempre, e non si fermi in esse, ma puramente in Dio, perchè l'opera di Dio non si puole impedire, e se vi si mischia il diavolo, troncando ed umiliandosi, resta confuso, e si dà gran gloria a Dio. Non abbia rispetto umano di starsene sul letto quando ne ha bisogno, e dorma in Dio di quel sonno che c'intendiamo, e lasci dire chi vuole. Se dicono che dorme, non risponda più, nè si giustifichi, ma goda d'essere disprezzata e occulta. Se poi dicono che le farà male tanto dormire, risponda semplicemente e dica : Io non dormo, ma sto qui perchè sono una povera carogna inferma e debole, e poi seguiti ad ingolfarsi sempre più in quel sonno amoroso tutta liquefatta in quel Fuoco divino. Stia riposata sulla Croce, e goda che questa sia il suo letto, ma lo consideri un letto tutto di fuoco, e lasci andare ogni cosa in cenere.
Dio m'ha fatto scrivere questa lettera nonostante che io sto nel mio solito deplorabilissimo stato, che mi spaventa sempre più, temo e tremo i giudizi imperscrutabili dell'Altissimo. Bisogna seguitare a pregare per le nostre solite cose, e principalmente per ricevere questa grazia di stare nel vero nulla, morti a tutto, tutti abissati e trasformati nel Divin Beneplacito. Oh ! quanto resto confuso e spaventato che quello che scrivo di tanta perfezione sarà il mio processo nel Giudizio di Dio, perchè sono infinitamente lontano dal praticare ciò che scrivo, anzi sempre più ingrato a Dio, vizioso e puzzolente in tutto, in tutto.
Dica a Mariangela che sabato le manderò il libro e la lettera, ma che non voglio che mi scriva più, nè dal paese suo nè da Gaeta, perchè lei sa che io ho licenziato le anime devote che mi scrivevano, dove ho dati gli esercizi ; e tanto più lei che è stata qui di passaggio. Basta, le replico che non mi scriva, che Dio non m'ispira a ricevere lettere ecc. ecc.
Gesù la benedica e la consumi tutta sino il sangue e la midolla delle ossa, nel fuoco che arde nel suo dolcissimo Cuore, di dove si puole bevere a mari questo fuoco divino. Amen.

Ritiro della Presentazione 4 agosto 1740, giorno di San Domenico.

PAOLO della Croce Suo inutilissimo Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 141, a pag. 256




96

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (096)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 5 settembre 1740.

(era nel Vol. I, al n. 142, a pag. 259)(494)


I. M. I.

La Beatissima Luce dello Spirito Santo riempia i nostri cuori di quell'altissima Scienza dei Santi. Amen.
Mia figliuola in Gesù Crocifisso : le mando una santa direzione per regola del suo spirito, fatta in mezzo alle tempeste, che sempre più m'affogano. Sia sempre adorata, laudata e magnificata quella Divinissima Volontà che così dispone. Amen.


Canzonetta appropriata alla S. Direzione.

Nell'oscuro della fede Gode l'Alma quel Dio che crede Sempre tutto in ogni luogo Consumandosi in quel gran fuoco. Ivi brucia dolcemente Stando in alto colla mente E col cuor tutt'umiliata Vive in Dio abbandonata. Stando sola d'ogni cosa L'Alma amante si riposa Nel diletto suo Signore Consecrandogli tutt'il cuore. E poi tutta sull'Altare Si sacrifica al suo Sposo Abissandosi in quel gran mare Ove trova il suo riposo : Qui svegliandosi poco a poco Lei saluta il dolce Sposo Ed allegra va cantando : Alleluia Santo Santo. Se tu vuoi saper cantare Stanne in cella ad orare E se vuoi far buona voce Sta contenta sulla Croce. Ivi mira il Redentore Crocifisso per amore Che ti dice tutt'amante Compatisci al mio dolore ! Se contempli le mie pene Tu vedrai che non v'è parte Del mio corpo che non sia Tutta piaghe, tutta sangue. Mira il volto sputacchiato, I miei occhi ecclissati, La mia bocca amareggiata E le tempia coronate :

Non di gioie, ma di spine Che l'han tutte lacerate E non v'è chi mi compianga Fra le turbe empie ed ingrate. Mira ancor le mani e i piedi Che dai chiodi trapassati E la vita tutt'intera É da piaghe traforata. Se rimiri poi il Costato Che con lancia fu squarciato, Capirai ch'egli è la stanza Di chi m'ama spropriato. Oh ! se tu sapessi quanto Il mio Cuor fu addolorato Per vedermi tant'offeso Dal mio popolo così ingrato. Hai inteso, o mia figliuola, La lezione che t'ho insegnata ? Perciò voglio che stia sola Fin che l'abbia ben imparata. Fatti sempre più bambina E fiorisci il tuo petto Con la gioia ricca e fina Del penar del tuo Diletto. Ma se vuoi ben imparare Questa scienza alta e divina Entrar devi in cantina A gustar quel gran liquore. Non lasciar d'ubbriacarti Per restar in alto oblìo Procurando di spogliarti Sol di quel che non è Dio. Cerca sempre che la mente Resti sgombra dal creato, E con viva fede oscura Sta in Dio trasformata.

Quando senti che il Signore Ti vuol dar quel dolce latte, Succhia pur senza timore Dilatando tutt'il cuore. Se l'inferno fa rumore Per levarti dalla pace, Entra in quella gran fornace Del gran Cuor del Salvatore. Non far caso de' spaventi Che ti mette il fiero mostro, Ma procura che sian spenti Dall'Amor di Gesù nostro. Corri ancor alla Regina Nostra Madre Alma Maria, Che i terror spariran via Se sarai ben picciolina. Io finisco di cantare Perchè sono in gran tempesta, Non pensar che faccia festa Nell'orribil mio penare.

Prega intanto il Sommo Amore Che per sua gran bontade E infinita caritade Dia al cuor un gran dolore. Acciò che tutto contrito Mi converta tutt'in pianto E 'I mio cuor tant'impietrito Ei divenga tutto santo. Vorrei tutto consumarmi Per amor del Sommo Bene E del tutto trasformarmi Nelle sue amare pene. Oh ! se la sua Passione Fosse sempre nel mio cuore E bruciassi assai d'amore Nella s. orazione ! Ma vorrei ancor languire Pei dolori di Maria, Per andar poi a gioire In sua dolce compagnia .

Io cantar non posso più Che ho la mente tenebrosa E tu resta tutt'ascosa Nel bel Cuore di Gesù : Amen.

Laus Deo et Mariae semper Virgini.

Nel Ritiro della Presentazione ai 5 settembre 1740.

Suo inutil.mo servo ind.gn.mo PAOLO della Croce.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 142, a pag. 259




97

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (097)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 19 settembre 1740.

(era nel Vol. I, al n. 143, a pag. 262)(495)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocifisso,

Ier sera ricevei il suo biglietto, sopra al quale avrei molto che dire, ma mi riservo ad altro tempo più opportuno.
Dico però che, (secondo la dottrina dei Santi) il pretendere di sapere nell'orazione le cose future, e massime quelle di tanto poco momento, come è l'affare di D. Fabio, è un porsi ad evidentissimo pericolo d'essere ingannati dal diavolo. Oh, quante anime sono restate deluse per questa via !
Io non lascio di raccomandare l'affare a Dio, e lo faccio fare dagli altri, ma Dio mi guardi di far quel precetto d'ubbidienza, che lei dice per sapere il loro sentimento ; questo sarebbe un voler tentar Dio, e gran temerità. Si guardi di mai più dirmi tali cose. Io compatisco la sua ignoranza, e la buona intenzione che avrà avuto sopra questo. Io non devo dire ciò che sento sopra questo negozio, perchè ci penso poco, ma lo raccomando a Dio ; così faccia lei. Ne viva spogliatissima, e come l'ha raccomandato a Dio con viva fede e fiducia, non vi pensi più, ma ne viva alienissima, abbandonandosi tutta al Divino Volere (1) , e dica a D. Fabio che non faccia fondamento sopra ciò, perchè è una cosa di difficile ventura : onde deve confidarsi tutto in Dio, con intenzione retta e ferma risoluzione di servirsi in bene di tutto, tanto del buon esito come del contrario, che non manca modo a Dio di sollevare ecc. ; e se si vuole servire di questo sia benedetto, se no sia benedetto. Io ho data a lei tale licenza, cosa che non ho fatto mai, nè mai più farò, per ottimi fini, e massime per atto di sommissione a suo fratello che le cercava, e perciò pure mi sono esteso all'altro caso per vedere se per questa via S. D. M. volesse farmi fare un'opera di suo servigio, che sta in mio petto, e perciò ho chiesto così rigoroso segreto. Può essere però mia pazzia, in tal caso avrò più motivo d'umiliarmi, e ne caverò questo bene burlando il diavolo. Dica a Don Fabio ciò che scrivo dalla in giù, e quel di più che Dio l'ispira.
Seguiti la sua orazione con grande staccamento da tutto il creato, spogliata di tutto, e tutta annichilata in Dio ecc. Non lasci di fare gli atti continui d'abbassamento, di spogliamento e di tutto, e viva aliena da tutto ciò che non è Dio, senza veruna ansietà dell'esito che debba sortire tal affare. Ma seguiti a pregare con fervore, con fede e con speranza viva in Dio, che quel Dio che cava ogni cosa dal niente, tanto puol far questo come le altre cose, e questa sarebbe pure gran grazia.
Soprattutto dica a D. Fabio che non metta fondamento in questa cosa, ma tutto in Dio, che poi se non seguisse, non resterebbe scontento, ma quieto in Dio.
Gesù la benedica. Amen.
Lei non abbia pensiero di mandarmi niente, che non voglio. Eserciti la santa povertà e lo spropriamento di tutto.

Ritiro 19 settembre 1740.

PAOLO D. . Suo servo in Dio.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Richiamo inserito nell'originale. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 143, a pag. 262




98

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (098)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 26 settembre 1740.

(era nel Vol. I, al n. 144, a pag. 263)(496)


I. M. I.

Mia figliuola in Gesù Crocefisso,

Questa sera ho ricevuto due sue lettere, e già sento ciò mi dice intorno a tutto, e la prego a dire al signor D. Fabio, con ogni segretezza, prima che venga la posta, che in caso che Dio avesse fatta la grazia ecc., raccomandi alla persona di cui s'è servito un gran segreto, e piuttosto le prometta di aiutarla in qualche suo bisogno, ma che prometta gran segretezza perpetua. Sebbene non bisogna appoggiarsi su tali cose, perchè i sentimenti d'orazione alle volte s'intendono da noi in un modo e Dio vuole l'altro : ciò dica al detto D. Fabio ecc., che speri in Dio, ma non si fondi ecc.
E lei procuri che la sua orazione sia sempre più interna, in pura fede, con grande annichilamento ecc., non guardando in faccia ai contenti ma al gran Dio dei contenti ; e nelle tentazioni ecc. seguiti al solito, e preghi assai per me e per l'affare del Ritiro ecc., che sa Dio come sto.
Scrivo con gran fretta. Gesù la benedica. Amen.

Ritiro ai 26 settembre 1740.

PAOLO DELLA CROCE Suo Servo in Dio.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 144, a pag. 263




99

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (099)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 22 ottobre 1740.

(era nel Vol. I, al n. 145, a pag. 264)(497)


I. M. I.

Mia figliuola in Gesù Cristo,

Ieri mattina ricevei prima di celebrare la sua lettera, che era giusto il giorno di Sant'Orsola. Io ho raccomandato alla santa le cose secondo la sua intenzione ; ma da me non si puole sperare cosa buona, che sto sempre più nell'abisso dei mali, ed ogni giorno più vado peggiorando, e temo forte della mia eterna salute. Ora facciamo la Novena dei Santi per impetrare da Dio lumi per l'affare per cui andiamo in Roma (1) ; ma mi creda che io non ho speranza di buon esito, anzi tutto al contrario, e se succede cosa buona sarà un gran miracolo di Dio. Mi trovo sempre piu in tenebre, e mi dà pensiero di formar quattro parole al Vicario di Gesù Cristo. Basta, adesso si fa l'ultima prova e può essere che coll'andare a terra i miei presentuosi disegni voglia Iddio per questa via farmi abissare in profonda solitudine, per salvar questa povera anima. Si faccia in tutto la Divina Volontà.
Lei poi tiri avanti la sua via, che va bene ; ma tema sempre più Dio, e diffidi di se stessa, stia occulta, segreta, ritirata e in silenzio ed in continuo raccoglimento. Eserciti il profondo annichilamento, ma lasci l'anima in libertà di volare a Dio : riceva come un giardino arido le pioggie del cielo, s'abbandoni sempre più con grande stabilità e senza riserva nelle mani di Dio, acciò faccia di lei ciò che gli piace. Fugga le sue immagginative, stia in guardia dagl'inganni del demonio che sempre gira come un leone per divorarci.
Chi si fida di Dio e sta in umiltà non sarà ingannato. Torno a dire che bisogna avere gran cuore e gran libertà di spirito, per fare quei voli che S. D. M. vuole, e ricevere con gran lodi e rendimento di grazie i suoi tesori.
Se non occorre cosa di premura non verrò costì sino al giorno dei morti dopo pranzo.
Adesso è tempo di pregare più del solito per l'infelicissimo che scrive, perchè sta in estremi bisogni.
Gesù la benedica. Amen.

Ritiro della Presentazione ai 22 ottobre 1740.

Suo Indeg.mo Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Per l'approvazione delle Regole. Le Regole dei Passionisti furono approvate la prima volta da Benedetto XIV con Rescritto del 15 maggio 1741. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 145, a pag. 264





100

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (100)

Roma, 25 novembre 1740. (era nel Vol. I, al n. 146, a pag. 266)

(498)


I. M. I.

Mia figliuola in Cristo,

Ho ricevuta la sua lettera, e desidero che lei viva sempre più occulta e serrata nel Cuore purissimo di Gesù in un vero annichilamento in viva e santa fede. Qui le cose pare che prendano qualche buona piega, e già le Costituzioni sono sotto gli occhi del Vicario di Cristo, ma non si sa che si risolverà. Noi però ancora non siamo stati ai suoi piedi, e lei cacci via quei pensieri di avere soccorsi per il nostro Ritiro, chè non v'è via aperta, nè credo si potrà avere un baiocco, nè noi lo cercheremo, perchè non v'è entratura ; Dio provvederà per altra via, se vorrà che si fabbrichi.
Non parli con nessuno di ciò le dico delle nostre cose, ma raccomandi sempre più a Dio l'opera, ed offerisca il Sangue prezioso di Gesù al Padre per tal effetto.
Tenga conto e stimi l'amica che l'esercita, come un tesoro.
Seguiti i suoi esercizi, e non faccia caso dei suoi sentimenti, che molti sbagliano e nascono dalla natura e dal desiderio che si ha del buon esito dell'opera.
Bisogna pregar Dio con viva fede e gran confidenza, e soprattutto con grand'umiltà, si serva degli avvisi dati e scritti. Resto in fretta, e Gesù la benedica, e non mi scriva più per ora che ho da fare a servire un monastero.

Roma a 25 novembre 1740.

Suo inutil servo PAOLO D. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 146, a pag. 266





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Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (101)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 3 aprile 1741.

(era nel Vol. I, al n. 147, a pag. 267)(499)


Sia lodato Gesù e Maria, Amen.

Mia figliuola in Gesù Crocifisso,

Rispondo al suo biglietto che mi portò Bartolomeo, e le dico che non è volontà di Dio che io venga ad Orbetello per parlare al P. Predicatore, perchè se fosse volontà di Dio starei bene e non seguiterebbe la mia indisposizione, che mi dà appena campo di andare camminando per il Ritiro, essendomi piuttosto cresciuto il dolore nella parte della sciatica, che mi duole sino quasi al piede ; sicchè mi conviene starmene inchiodato qui come un povero soldato invalido, pigro ed infruttuoso. Sia benedetto Dio.
Circa a ciò che intese giovedì d'apparecchiarsi, sebbene non bisogna fermarsi sulle locuzioni, perchè sempre sono pericolose d'inganni, tuttavia anch'io sono di questo parere, che bisogna perfezionarsi sempre più per volarsene più pura allo Sposo Divino. Quel profondo annichilamento, immerso tutto in quell'abisso senza fondo del Divino Amore e nel mare rosso della Passione SS.ma di Gesù, il qual mare nasce dall'infinita carità di Dio, è un mezzo molto efficace per prepararsi ad una santa morte. Cammini sempre più semplice, umile, segreta, fedele in osservare le regole della santa direzione, lasciando l'anima in santa libertà di andare a Dio, come S. D. M. Ia tira nella santa orazione ecc. S'innamori sempre più di volarsene al Sommo Bene, aspiri ardentemente a lui, lasci che l'anima languisca di desiderio d'andarlo presto a godere. Ma ritorni presto a buttarsi nel suo niente a conoscere la sua indegnità, e da questa cognizione ne ha da nascere una maggior fiducia in Dio, che fa tanto bene a chi gli è stata sì ingrata, e di qui inalzarsi a magnificare le Divine Misericordie. Preghi assai per me che sono sempre più bisognoso, e sto sepolto sempre più nelI'abisso delle mie miserie e sotto la sferza del castigo di Dio, per i miei gravissimi peccati. Gesù la benedica. Amen.

Ritiro della Presentazione 3 aprile 1741.

In questi giorni santi ho fatto più del solito memoria di lei presso Dio dal sacro altare ecc.

U.mo Servo Indeg.mo PAOLO della Croce.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 147, a pag. 267






Agnese Grazi 91