Agnese Grazi 143

143

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (143)

Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma -

Monte Argentario, 25 giugno.

(era nel Vol. I, al n. 189, a pag. 328)(541)

I. M. I.

Mia Figliuola in Cristo dilett.ma,

In questo punto ricevo la sua lettera e la ringrazio in Gesù Cristo della carità che mi continua, ma lei è troppo sollecita della mia salute. Io sto troppo, ma troppo bene di corpo, e però non si pigli pena delle mie indisposizioni, ma pianga piuttosto i miei gravissimi peccati.
Intorno a quella vista di S. Luigi Gonzaga, le dico che quando occorrono tali cose, tanto adesso che per l'avvenire, lei le tronchi e le cacci, e s'umilii assai, acciò il diavolo non faccia il suo giuoco : s'innalzi in Dio in pura fede, che se saranno di Dio tali viste, anche che le scacci faranno sempre il loro effetto. Il diavolo è un gran furbo e sta sempre vigilante per tirarci nella sua rete. Cerchi Dio in purissima fede e con rettissima intenzione, e quando se le presentano viste dei santi all'immaginativa, le cacci e dica : Io cerco solo il mio Dio e la sua maggior gloria ed amo i santi in Dio, e spero vederli in paradiso, ma quaggiù ho la vista torbida per vedere i grandi amici del mio Dio ecc.
S'umilii sempre più e si annichili assai, tenendosi per indegnissima d'ogni bene e degna solamente di mille inferni : le cose di Dio cagionano più amore e gran virtù e spogliamento e morte di tutto ciò che non è Dio.
L'unione che si prova col prossimo, ben fondata nella carità di Dio, è ottima. Ma quella unione di spirito che prova con l'anima mia, la tronchi quanto può, e la spiritualizzi assai, che voglio dire, la spogli di tutto ciò che è fango, e la immerga tutta nell'abisso dell'amor di Dio, e poi non pensi ad altro. Faccia l'ufficio di carità di pregare per me ; e poi spogliata e scordata di questo sordido fango, si perda tutta in quell'abisso di bontà, che solamente merita d'essere amata, ed io disprezzato, aborrito ed abbominato da tutti.
Certe parole che vengono con slancio di carità, Dio le passa : ma non dica più per me che Dio è impazzito d'amore, perchè ne sono troppo lontano e con verità dico : lei non mi conosce ; le mie cose vanno sempre peggio. Adoro la volontà di Dio che così dispone. I segni che ho io non sono tali che posso conoscere essere amato da Dio, ma tutto al contrario. Seguiti a pregare per me, e poi si scordi del fango e si abissi in Dio, perdendo di vista qualunque creatura.
Faccia come le dico e obbedisca : bisogna sempre, sempre e tanto che dura la vita andare in cerca del purissimo amore di Dio ; oh, quanto è difficile ! Siamo terra, e la terra tende sempre alla terra.
L'orazione in fede che mi dice va bene, si regoli come le ho detto e scritto tante volte. Quando l'anima sta inabissata tutta in Dio e ama, gode ecc. e viene dall'orazione piena di ardenti desideri della gloria di Dio, salute delle anime, di far gran cose per l'amato bene, non vi può essere mai inganno. Si fidi di Dio, diffidi e tema sempre più di se stessa. Sia semplice più che un bambino in fascie, soggetta a tutti, e non dubiti d'essere ingannata.
Spero in Dio che il suo signor zio non si lascerà trasportare da atti imprudenti, come sarebbe se desse in qualche eccesso con don Carlo : gli dica che si spogli di tutto, quando vede di non far profitto, e gli dica che adesso più che mai è tempo di far conoscere a Dio, agli angeli e al mondo la sua prudenza.
Finisco con pregarle dal Signore ogni pienezza di benedizioni : Amen.

SS. Presentazione ai 25 giugno. . .

Suo vero Servo in Cristo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 189, a pag. 328




144

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (144)

12 ottobre.

(era nel Vol. I, al n. 190, a pag. 330)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,

Iersera ricevei la sua lettera e ringrazio S. D. M. che dispone il tutto per suo maggior profitto. Quella persona bisogna stimarla assai più che un prezioso tesoro e mirarla nella divina volontà con occhio assai amoroso, come quella di cui si serve il Sommo Bene per lavorare nell'anima di Agnese una veste ricamata di fiori d'oro, e di risalto di gemme che sono le sante virtù, e particolarmente la pazienza, il silenzio e la mansuetudine di Gesù Cristo. Oh, quanto gradisco questa bella occasione ! Basta : lei non si difenda mai, lei non parli, ma se dice qualche cosa sia per scusare la medesima ed onorarla, e quando passa vicino a lei abbassi il capo per riverenza, come che passa vicino un istrumento della mano amorosa di Dio.
La più sicura è tacere in tutto, ad esempio di Cristo, che maltrattato, vilipeso, bestemmiato, calunniato, taceva : dice il santo Evangelo : Iesus autem tacebat. Se non le dànno il bisognevole, si rallegri e dica : Oh ! come mi tratta bene questa cara amica e padrona ; ma lo dica di cuore. Gesù la ciberà lui d'un cibo invisibile che la conforterà molto più che il cibo corruttibile. Quando verrò a basso, spero che le aprirò strada a perseverare avanti Gesù Sacramentato ; ed intanto vada, ci stia, e se glielo proibiscono i suoi superiori, come suo zio e il padre, obbedisca in silenzio, e vi stia in spirito dalla sua cella. Questo è il modo d'esercitare la virtù di Gesù, che s'è fatto ubbidiente sino alla morte e morte di Croce. S'abissi sempre più nel suo nulla, nella sua viltà ecc., e si perda tutta in Dio, seguitando a riposarsi in quel gran Gabinetto ; insomma si lasci portare da Dio come gli piace, ma lei cooperi col correre dietro all'odore dei suoi divini profumi.
Io la prego in visceribus Christi a non scrivere mai in comune di me, come d'unione di spirito ecc. nè parlarmene, perchè gli effetti sono contrari, e lei dice che per me vi sono buone nuove e che le mie cose vanno bene, e questo è falsissimo, perchè io sono nell'abisso dei mali e nel tremendo abbandono, ed in tutto ciò che la mia lingua non sa esprimere. Non mi parli mai più di tali cose, che accresce pena a pena, ed io non credo niente affatto, ma niente ; e ne provo nausea ed afflizione ecc.
Preghi per me che Dio m'abbia misericordia.

12 ottobre. . .

PAOLO della suo Servo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 190, a pag. 330




145

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (145)

(era nel Vol. I, al n. 191, a pag. 331)

(543)

I. M. I.

Mia Figlia in Gesù Crocefisso,

Non mi mandi più lettere alla sera, che arrivano qua alla notte, e bussano e rompono il sonno a tutti, e sono in pericolo d'ammalarsi e non assistere bene al Mattutino ; mi faccia dunque tal carità e le invii in altro tempo.
Ho ricevute le sue lettere, una l'altra notte e l'altra questa notte. Seguiti i soliti avvisi che le ho dati, e procuri di spogliarsi di ogni vista ecc. Non ho tempo che sono mezzo stordito, essendo venuto ier sera da Portercole, ed ora che scrivo è poco più di mezza notte.
Sento ciò mi dice del suo signor zio ; la ringrazio della carità, ma io non mi piglio pena di questo, ma ne lascio la cura a Dio. É mio preciso dovere lo scrivergli in questa occasione, come fo, e gli dico che gli lascio la cura di tutto ; ma lo fo con tanta cautela che non puole accorgersi di niente ; e lui però è in errore, perchè io così ho sempre parlato, e per parte mia non ho invitato persona che viva. Or basta ; Dio provvederà, e spero un giorno mi sbrigherà da questi punti di mondo che li aborrisco come la peste. Io con modo gli dico che farebbe bene a lasciar venir sopra V. S. con la signora Marianna ; ma lo dico con destrezza. Se l'interroga se m'ha scritto niente, risponda franco : Io penso per l'anima mia, e... scrivo, e non m'imbarazzo. Credo però non interrogherà.
Scriverò poi a suo tempo. Gesù la benedica, e seguiti a raccomandare chi si trova nel solito mare Lei fece buona festa, ma vi è stato chi ha fatto una buona vigilia.
Dio sia benedetto.

PAOLO Suo Servo in Dio.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 191, a pag. 331





146

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (146)

29 luglio. (era nel Vol. I, al n. 192, a pag. 332)

(544)


Sia lodato Gesù e Maria.

Mia Figliuola dilettissima in Gesù Crocefisso,

Ier sera a un'ora di notte ricevei una sua lettera, a cui non potei rispondere che già tutti erano in cella. Adesso le dico che non v'è altro che fare che umiliarsi sempre più, e dimandar grazia di conoscere la divina volontà, e di non essere ingannata dall'inimico, che spero di certo di no. Questa mattina, come è giorno, pregherò il P. Gio. Batta che mi conceda di venir in Orbetello, e se si contenterà, domani, giorno di martedì, sarò all'apertura in S. Francesco, e se no, bisognerà aver pazienza : lei però cerchi di ritrovarvisi.
Non si pigli pena di ciò che dice il sig. suo zio, nè di ciò che dice la signora Marianna, non ne faccia caso : spero in Dio di rimediare a tutto.
Tiri avanti ad amar Dio, e non dubiti.
S'abbandani tutta in Dio ed in chi la dirige. La saluto nel Costato di Gesù. Voglio andare a posar un po' il capo, che questa notte ho dormito poco. Buon giorno, mia Figliuola, Dio la benedica. Amen.

Ai 29 luglio.

PAOLO Suo vero Servo in Dio.

Non è vero che il P. Gio. Batta si sia scandalizzato perchè lei è lunga nel conferire, nè altro ; chi l'ha detto l'avrà detto inavvertentemente.

(Conforme all'originale conservato nell' Arch. Gen. dei Passionisti)


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 192, a pag. 332




147

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (147)

10 luglio. (era nel Vol. I, al n. 193, a pag. 333)

(545)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Scrivo in fretta. In questo punto è arrivato Bartolomeo, e mi ha consegnato il suo biglietto in cui sento ciò che dice. Le lettere le ho avute questa mattina, e non hanno scomodato nessuno sebbene le hanno portate di notte perchè le hanno messe per il portellino della porta, onde non vi è che affliggersi, e quando fosse stato, nemmeno bisognerebbe pigliarsi pena, anche che andasse il mondo sottosopra. Ringrazio Dio che le cose vanno secondo il Divin Beneplacito ; ma bisogna sempre temere di se stessa, e più confidarsi in Dio, pregandolo a continuare i suoi lumi per più annichilarsi ed essere più grata a Dio. Se non scriverò rispondendo a lei ed a Mariangela, sarà segno che sabato giorno di Maria Santissima del Carmine sarò in Orbetello all'aperta.
Gesù la benedica, e seguiti ad orare, e gli altri esercizi al solito secondo la santa direzione ; contenere l'anima in quella santa libertà affine voli all'amato Bene, secondo che sarà inalzata dall'aura amorosa dello Spirito Santo.
Saluti Mariangela in Gesù, e le dica che cacci quei timori e si abissi tutta in Dio.
Gesù le benedica tutte due. Amen.
Resto con gran fretta che è notte.

Ritiro ai 10 luglio. . .

PAOLO indeg.mo Servo degli amanti della Croce.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 193, a pag. 333




148

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (148)

9 aprile. (era nel Vol. I, al n. 194, a pag. 334)

(546)


I. M. I.

Mia Figlia in Gesù Crocefisso,

Le mando la sua penna con tre altre nuove, che le ho temperate, e spero le serviranno bene. Preghi Gesù che si plachi con me e m'imprima la sua SS. Passione nel cuore. Si ricordi di vivere sempre più annichilata ed immersa nel Sommo Bene, tutta penetrata dall'amore e dolore del divino amato Sposo. Gesù la ricolmi sempre più di benedizioni. Amen.

Ritiro ai 9 aprile. . .

PAOLO Suo vero Servo in Cristo.

Quando mi scrive non lasci mai di dirmi ciò le succede nell'orazione, e le tentazioni, e tutto quello che vede esser necessario di dirmi, tralasciando il superfluo.
Soprattutto creda a quello le scrivo per farne frutto. Il diavolo procurerà con politica diabolica, fingendo bene, di non lasciarla credere ed eseguire ciò che dico. Si abbracci all'ubbidienza. e non dubiti.

(Conforme all'originale (due frammenti separati) conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 194, a pag. 334





149

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (149)

13 agosto. (era nel Vol. I, al n. 195, a pag. 335)

(547)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocifisso,

Ho ricevuto la sua lettera, e godo che S. D. M. seguiti ad esercitarla nelle pene ecc. Il Santo Vangelo dice che se il grano che si semina non muore, resta solo e non fa frutto ; ma il povero grano che si semina, per morire e far frutto quante ne passa ! e pioggie, e nevi, e venti, e sole ecc. Così l'anima è un grano che Dio semina in questo gran campo della Chiesa, e per far frutto bisogna che muoia a furia di pene, di contradizioni, dolori, persecuzioni ecc. Quando poi è morto a tutto, in mezzo alle pene, fa frutto abbondante, tantochè è disposto ad essere macinato e ridotto in buona farina, per farsene un pane bianchissimo, impastato col Sangue dolcissimo dell'Agnello Divino, acciò sia posto sopra la Regia Mensa del gran Re della Gloria. Studiate un poco questo punto ai piedi del Crocefisso, perchè contiene una gran scienza. Io mi rallegro che si possa offerire qualche goccia di patire al nostro amantissimo Gesù, e perciò voglio che Agnese vada vestita la festa in mezzo alle pene e dolori e contradizioni ecc.
Non si pigli pena degli assalti dell'inimico e delle suggestioni impure. Tutte queste sono ottimi segni che Dio fa correre l'anima ai trionfi del Santo Amore ; e se non vi fossero questi assalti cagionati dalla rabbia dei demoni non sarebbe buon segno.
Mi riservo a parlarle mercoledì mattina, che se piace a Dio sarò costì, e credo sarà bene andare alle monache per più comodo. Seguiti a stare spogliata di tutto ed abissarsi in Dio in pura fede, ed incenerirsi tutta nel Cuore di Gesù, ove arde il fuoco del Santo Amore ; ed il giorno dell'Assunta esclami assai per me e per il povero Ritiro.
Gesù la benedica. Amen.

Ritiro ai 13 agosto. . .

Suo inutile Servo PAOLO D. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 195, a pag. 335




150

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (150)

6 ottobre. (era nel Vol. I, al n. 196, a pag. 336)

(548)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,

Sento da Maddalena che lei vorrebbe parlarmi a voce, cosa che non puole succedere sino a lunedì sera o martedì mattina, che verrò per ricevere la lettera per andare a Farnese. Io suppongo che il diavolo faccia rumore : ma bisogna ridersi di questo maligno, perchè in tutto vi andrà col capo rotto. Se non è seguito l'affare bisogna con ogni pace ed unione al gusto di Dio adorare la sua Santissima Volontà. Sebbene nel pregare Dio dà sentimenti grandi, i quali pare che certifichino di essere esauditi, e poi succede l'effetto al contrario : non per questo l'orazione è d'inganno ; ma Dio lo permette acciò l'anima si avvezzi ad essere fedelissima a Dio anche che chiedendo pane, le desse pietre. Queste sono prove di Dio acciò si stia in guardia, e che non ci fidiamo di noi nè dei nostri sentimenti di orazione, i quali alle volte sono cagionati dal nostro naturale o dalla immaginativa che ci fa credere quello che non è. Or basta : chi spera in Dio, chi sta forte in fede, cava bene da tutto.
É successo che S. D. M. ha dati sentimenti grandi di pregare per qualche affare molto buono, e poi ha differita la grazia per anni ed anni, acciò si perseveri in pregare, perchè gusta di sentirci ad esclamare al suo Divin Trono. Adesso io le comando che si acquieti in Dio e non pensi più a ciò, ma solamente ad amar Dio, a fare i suoi soliti esercizi, annichilandosi sempre più, confessandosi indegna di ogni bene.
Preghi per la sua Casa, ma con indifferenza, e poi non vi pensi più, ma attenda a star morta a tutto, a fidarsi solo di Dio, a non far caso dei suoi sentimenti, ma a ravvivar la fede, a fortificarsi in essa, e per sentimenti grandi che lei senta in orazione, si protesti che lei non vuole nè cerca altro che Dio, e vivere in lui, amar lui ecc., il di più lo dirò a voce.
Gesù la benedica : Amen. Non importa che mi scriva, perchè sarò presto costì.

Ritiro ai 6 ottobre. . .

Suo Servo in Cristo PAOLO D. S..

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 196, a pag. 336




151

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (151)

14 settembre. (era nel Vol. I, al n. 197, a pag. 338)

(549)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,

Rispondo alla sua lettera ricevuta questa mattina da Maddalena, nella quale vedo gl'inestimabili benefici di Dio compartiti ad una povera vilissima creatura, effetti mirabili di quell'infinita grandezza che si comunica con tanta misericordia ai più miserabili e vili. Or via, bisogna essere sempre più grati a Dio coll'umiliarsi, annichilarsi sempre più a quella Sovrana Maestà incenerendosi tutta nel fuoco dell'infinito suo Amore.
Io non parlo in aria e tocco con mano l'orrende mie miserie ed il flagello della Giustizia misericordiosa di Dio ; e tocco altresì con mano gli effetti contrari a quel che lei dice. Dio si fa intendere in varie guise, e ciò che a lei pare operarsi per me o in persona mia, è opera dell'Angelo Custode che si mostra da Dio in mia figura intellettualmente, e questo lo dico perchè non essendo gli effetti prodotti in lei cattivi, ma buoni, esperimentati con tanto tempo, così se fosse la mia pessima persona, cagionerebbe in lei effetti orrendi, come d'un diavolo in carne di cui non bisogna mai fidarsi.
Io non ho ricevute lettere di Roma, da chi aspettavo e credevo dovere molto operare, e mi fa credere si siano attraversati grandi ostacoli e sinistro concetto per qualche lingua flagellatrice. Io adoro però la Divina Volontà e sono contento di restarmene totalmente abbandonato da tutti e che svanisca l'opera incominciata, purchè io ottenga misericordia da Dio di far penitenza dei miei peccati. Lei tiri avanti la sua condotta come Dio la guida in vero annichilamento. Spero d'essere costì venerdì, ma Dio sa quanto ho da fare, ed alla mattina potrà parlare poco con me. Mi troverò alle Monache senza venire in casa, e subito dirò Messa per fare le cose necessarie, se lei vi si potrà trovare farà bene. Si faccia dare in mano quel biglietto che sa, che sebbene non fo capitale di ciò, pure così conviene, ed io farò dare i paoli ; lo dica a D. Fabio che glielo dia. . . . ; ma se lo faccia dare che così conviene, o succeda o non succeda, poichè non bisogna appoggiarsi su tali cose, e raccomandi il segreto rigoroso, che mai si parli di ciò ecc.
Sicchè alla mia venuta me lo darà in mano, che gli uomini son uomini e non bisogna molto far caso delle parole.
Gli mando queste spongie di rosa ; le faccia pestare nel bronzino, le dia alla signora Maria Giovanna e poi ne pigli la solita dose per l'uscita, e se non cessa, replichi la stessa dose, la pigli in un poco di vino o brodo, e se la conforta più il vino, pigli il vino.
Gesù la benedica. Amen.

Ritiro ai 14 settembre. .

Suo Servo PAOLO D. .

(Conforme all' originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 197, a pag. 338




152

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (152)

28 agosto. (era nel Vol. I, al n. 198, a pag. 339)

(550)


I. M. I.

Mia Figliuola in Cristo,

Ricevei il suo biglietto, e le dico che neppure mi è passato per il pensiero di venir costì, che non sono in tante forze di venire ad Orbetello ogni otto giorni, e fratel Giuseppe s'è ingannato molto. Lei seguiti la sua condotta con fedeltà, e preghi per me che i miei bisogni sono sempre più grandi. Quando verrò lo sa Dio ; adesso ho necessità di apparecchiarmi alla missione imminente. Se seguirà la santa direzione datale sarà felice ecc. Gesù la benedica.
Io cammino per vie spaventose e passo la povera mia vita sepolto sotto acque profonde, amare e tempestose. Dio sia benedetto.

Ritiro ai 28 agosto. . .

Non ci vedo più.

Suo inutile Servo PAOLO D. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 198, a pag. 339




153

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (153)

(era nel Vol. I, al n. 199, a pag. 340)

(551)

Sia lodato Gesù e Maria.

Il povero Paolo saluta nel Costato purissimo di Gesù D. Agnese Grazi e le dice che più che mai ha necessità che si preghi per lui, ritrovandosi in estremi bisogni.
Le dice altresì che non si scorda dell'anima sua e se ha bisogno scriva, che quando Dio vorrà troverà la strada di farla parlare col medesimo. Gesù la benedica : Amen.

PAOLO suo Indeg.mo Servo.

(Conforme all'originale conservato nell' Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 199, a pag. 340




154

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (154)

5 luglio. (era nel Vol. I, al n. 200, a pag. 340)

(552)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,

Ier sera ricevei una sua lettera, che l'ho gradita molto. Già si vede l'inferno tutto armato contro di noi, ma Dio combatterà in noi e per noi, purchè il cuore stia saldo e fedele in amare quell'Infinita Bontà. Uno dei migliori segni del buon cammino del suo spirito è di essere tranquilla negli assalti e contradizioni delle creature, stia forte in questo e si burli degli assalti di tutto l'inferno. Qualunque cosa accada al giusto (dice la Sacra Scrittura) non lo conturberà, non gli nuocerà. Lei non è giusta, ma Dio l'ha giustificata nel suo Sangue Divino preziosissimo.
La statua dev'essere ben martellata e pulita con scalpelli ben taglienti, per essere poi posta nella gran Galleria ; lasci che l'anima faccia i suoi voli a Dio con libertà, ma con profonda umiltà. Si cibi della volontà di Dio, beva nel calice di Gesù ad occhi chiusi, senza voler sapere cosa vi sia dentro ; basta sapere che il calice lo dà il dolce Gesù. Bisogna andare contr' acqua, bisogna compiacersi delle infinite perfezioni di Dio e delle vie diverse per cui guida i servi suoi. Servo di Dio che vuol dire ? Vuol dire essere crocefisso con Cristo. Oh che nome onorevole è quello di serva di Dio ! Il di più lo dirò a voce martedì, che venendo a benedir la Peschiera di Fibia non voglio restarvi a pranzo, per non star là sino alla sera, e così parleremo in Domino. Oh ! se lei sapesse come sto le verrebbe orrore.
Gesù la benedica e preghi per me.

Ritiro ai 5 luglio. . .

Suo Servo indeg.mo PAOLO D. .

Nella croce sempre fisso Mira l'alma il Crocefisso E la forza dell'amore Sgombra il cuor da ogni orrore.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 200, a pag. 340




155

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (155)

Portercole, 23 marzo. (era nel Vol. I, al n. 201, a pag. 342)

(553)


Viva la santa .

Mia Figliuola dilettissima in Gesù Crocifisso,

Ho letto la sua lettera per lo stagno (1) , e la ringrazio sempre più della carità mi continua. Io sono troppo ingrato, ma s'assicuri che il mio cuore conserva un ardentissimo desiderio che lei ami sempre più Dio, e per tal fine sa Dio quanto volentieri servo all'anima sua. Senta, figlia mia, quanto meno potrà conferire con me, avrà più tempo di conferire con Dio. Quanto più sarà priva della consolazione di trattare anche col padre spirituale, sarà più abbondante la consolazione dello Spirito Santo. Seguiti dunque al solito, e non dubiti, figlia mia, che lei non è ingannata. Stia umile, segreta, sprezzata e soggetta a tutti e spogliata di tutto quello che non è Dio. Preghi per un poverello che sta nell'abisso delle miserie e di gran pericoli.
Io passerò di costì il terzo giorno di Pasqua, e continuerò il mio viaggio per le s. missioni. Avremo campo di trattenerci mezz'ora in s. conferenza. Stia quieta, e procuri mantenersi per durarla : si cibi al meglio che può. Gesù la benedica. Amen

Portercole ai 23 marzo a 3 ore di notte.

Il povero suo Servo PAOLO.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Che divide Orbetello dal Monte Argentaro. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 201, a pag. 342




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Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (156)

Orbetello. (era nel Vol. I, al n. 202, a pag. 343)

(554)


Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Rispondo alla sua lettera che ricevei ieri, ma ho tanto poco tempo che non potrò dir tutto ciò che vorrei.
Crescono le obbligazioni verso Dio, ma quanto !. . . Chi lo potrà mai esprimere ? Ah ! figlia mia, bisogna essere molto fedele ; e giacchè l'anima nostra è il tempio vivo d'Iddio, bisogna tenere sempre acceso il fuoco nel nostro cuore, che è il vero altare di questo tempio, dove l'anima amante sacrifica al suo Sommo Bene tutta se stessa, in vittima d'olocausto, tutta bruciata e consumata nel fuoco santissimo della Divina Carità.
Non si puole dubitare che le illustrazioni di mente, che lei ha non siano molto materiali, almeno la maggior parte, piene d'una viva immaginativa ; pertanto non puole mai essere incredula in queste visioni, locuzioni ed altro tanto che basti : le scacci pure con gran cuore, s'annichili avanti a Dio : Signore non merito di sentire la vostra voce, non merito i vostri abbracci, merito gli abbracci dei demoni. O mio Dio ! Liberate l'anima mia dalle illusioni del diavolo.
Dai frutti si conosce il buono dal cattivo ; quando l' anima resta assai umiliata con una gran confidenza in Dio, con pace ed intelligenza celestiale, con un amor grande alla virtù, con una viva cognizione di sè e della Divina Maestà, con una gran carità vera verso il prossimo e soprattutto con una vera sconfidenza di sè ed abbandonamento totale in Dio. Certo che lasciando questi effetti nell'anima non vi è pericolo d'inganno.
Finora non mi pare, grazie al Signore, che si cammini male. Scacci però con gran costanza le visioni immaginarie ecc. Oh ! quanto godo che quando vide quello che le pareva Gesù che la voleva comunicare per forza, oh ! quanto ha fatto bene a far gli atti che mi scrive ! li faccia sempre in tali congiunture ecc.
Non fo caso alcuno di ciò che dice di me Rosa ; è più probabile che sia locuzione del proprio spirito. V'è da dire molto : non ho tempo ; certo che ci sono caro a Dio e quanto ! Giusto appunto per essere quello scellerato che sono, poichè Gesù non è venuto per i giusti, ma per i peccatori. Oh ! quanto gli siamo cari noi altri poverelli peccatori, ed io più degli altri, perchè ho fatto piangere Gesù più di tutti.
Dica tutto ciò a Rosa, e le dica che Paolo dice questo con verità vera, come la sente in Dio.
Vedo che Dio mi chiude le strade per venire a Viterbo. Sia fatta la Divina Volontà ; sa Dio quanto lo desidero.
Le catenelle le porti sopra al ginocchio un'ora o poco più al lunedì, due ore al mercoledì, tre ore al venerdì, ed un'ora al sabato ; la disciplina quattro volte la settimana fino a Quaresima.
Non ho più tempo ; devo assistere ad un'inferma, che sto qui apposta, e scrivo in fretta da casa sua ; l'inferma non è sua sorella, ma un'altra, sebbene anche lei sta male, ma spero in Dio che guarirà, ed ho sperato prima di lei.
Ori per me, che sono in estremi bisogni sempre più, e sono sempre nelle tempeste e nella notte di molte miserie ecc.
Viva Gesù : ori per me e non parli di me se non con Dio.
Dio la benedica.

Orbetello. . . . . (1)

Suo vero Servo PAOLO D. S. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. Questa lettera è diretta al Monastero di San Domenico di Viterbo. 2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 202, a pag. 343





157

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (157)

Ritiro della SS.ma Presentazione -

Monte Argentario, 21 luglio.

(era nel Vol. I, al n. 203, a pag. 345)(555)


I. M. I.

Mia figliuola in Gesù Crocefisso,

Potrà fare la carità dire alla signora M.a Giovanna che non ostante non sia tempo di venire in Orbetello, ad ogni modo mercoledì mattina sarò a servirla ; e però si facciano dare le chiavi di S. Giuseppe la sera avanti, cioè dimani a sera, e si trovino tutte e due alla levata del sole circa in San Giuseppe, perchè io non mi voglio lasciar vedere, per non avere altre incombenze, che non posso.
Il P. Gio. Batta o io eravamo risoluti di venire a basso per provvedere i pesi per l'oriolo, perchè è un pezzo che sono commessi, e non si vedono ; bisogna che Mastro Giulio o non ne abbia avuto l'ordine o si sia scordato ; tutto ciò lo potrà dire al suo signor zio, ma mercoledì vi andrò da me, e li farò fare se non sono fatti.
Faccia la carità mandare questo biglietto al Monastero. Se mi vengono lettere per la posta, se me le possono fare avere domani a sera bene ; se no le tengano sino a mercoledì che verrò io ; ne avvisi il signor zio ed il signor D. Vincenzo. Non vorrei si sapesse che vengo costì da altri.
Gesù la benedica ed io sono

SS. Presentazione ai 21 luglio. . .

Suo vero Servo in Cristo PAOLO D. S. .

Quel Cuore della Passione, non l'ho mandato apposta, ma accidentalmente ho veduto quello straccio di carta, e v'era quel Cuore che fo quando la testa se ne vola.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 203, a pag. 345




158

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (158)

Barca, 20 marzo.

(era nel Vol. I, al n. 204, a pag. 346)(556)


Iesus.

Ieri ricevei una sua lettera, in cui vedo che S. D. M. continua le sue misericordie all'anima sua, e però sia sempre più grata. Io non mancherò di fare ciò mi dice ; ma il punto sta se sarò esaudito, perchè sempre più sono lontano da Dio per la mia mala vita, e perciò sotto la tremenda sferza ; ma già vedo che bisogna lasciar tutto e mettermi in un cantone col Rosario in mano. Preghi per me, e Gesù la benedica.

Alla Barca ai 20 marzo.

Suo inutile Servo PAOLO D. .

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 204, a pag. 346



159

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (159)

15 aprile. (era nel Vol. I, al n. 205, a pag. 346)

(557)


I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,

Ricevei la sua lettera con un biglietto, ma io non so che risponderle : la fonte secca non ha acqua. Di lumi che lei mi dice circa all'Opera non ne fo caso alcuno : il mio stato è sempre più miserabile. Vado a far questa missione, e quando sarò venuto, se Dio vorrà che torni, l'opera farà vedere le mie risoluzioni.
Preghi per me, e Dio la benedica, e procuri di essere fedele a Dio, ed osservare ciò che le è stato detto.

Ritiro ai l5 aprile. . .

Suo inutile Servo PAOLO D. S.

(Conforme all' originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 205, a pag. 346




160

Sig. D. Agnese Grazi. Orbetello. (160)

11 dicembre. (era nel Vol. I, al n. 206, a pag. 347)

(558)


I. M. I.

Mia figlia in Cristo : Sento dal suo biglietto che si lamenta in segreto, ma io non ho tanto male da venir costì, e il mio male non è male da medico. Per la Sig.a Marianna non posso venire che non ha bisogno di me, e non sta in stato di tanto bisogno per farmi scendere il Monte, e lei cacci via queste immaginative che le vengono, e viva morta a tutto, quieta e rassegnata in Dio, che io, se avessi forza, lume e vigore di spirito e virtù, non lascerei di servir tutti. Dio sa gli estremi miei bisogni, che crescono sempre più e sempre più si peggiora.
Dio sia benedetto. Preghi per me, e Gesù la benedica. Amen.

Ritiro 11 dicembre. . .

PAOLO D. S. suo Indeg.mo Servo.

Se Domenica mattina sarò indisposto un poco più d'adesso, può essere che venga a sentire il P. Antonio, ma è difficile.

(Conforme a copia antica autenticata).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 206, a pag. 347





Agnese Grazi 143