Catechismo Maggiore di S. Pio X 3080

PARTE SECONDA



SUNTO DI STORIA DEL NUOVO TESTAMENTO


Annunciazione della Vergine Maria.



3081
81. Durante il regno di Erode, detto il grande, viveva in Nazaret, piccola città della Galilea, una santissima Vergine di nome Maria, sposata a Giuseppe, che il Vangelo chiama uomo giusto. Sebbene entrambi fossero discendenti dai re di Giuda, e quindi della famiglia di Davidde, tuttavia erano poveri, e guadagnavansi il vitto col lavoro.

3082
82. A questa Vergine fu mandato da Dio l'arcangelo Gabriele, il quale la saluto piena di grazia, e le annuncio che Ella sarebbe divenuta madre del Redentore del mondo. Alla vista ed alle parole dell'Angelo turbossi in prima Maria; ma poi, da lui rassicurata, rispose: Ecco l'ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola. In quello stesso momento il Figliuol di Dio, per opera dello Spirito Santo, s'incarno nel seno purissimo di Lei, e restando vero Dio, comincio ad essere vero uomo. Cosi ebbe principio la redenzione del genere umano.
Visita a S. Elisabetta e nascita di S. Giovanni Battista.



3083
83. Nel colloquio coll'Arcangelo, Maria aveva inteso che sua cugina Elisabetta, moglie ad un sacerdote, chiamato Zaccaria, dovea sebbene avanzata in età, avere un figlio. Con santa sollecitudine ando Maria a trovare la cugina sulle montagne della Giudea, per congratularsi con lei, e sovratutto per servirla, come fece per tre mesi, quale umile ancella.

Si fu in quell'occasione che Maria, rispondendo al saluto della cugina che, ispirata dallo Spirito Santo la salutava Madre di Dio, usci in quel sublime cantico - Magnificat - che sovente canta la Chiesa.

3084
84. Il figlio di Elisabetta fu Giovanni Battista, il santo precursore del Messia.
Nascita di Gesù Cristo e circostanze di quel grandissimo avvenimento.



3085
85. In quel tempo venne pubblicato un editto, per cui l'imperatore Cesare Augusto ordinava che dovesse farsi il censimento di tutte le persone soggette all' impero romano, e che quindi tutti dovessero andare a farsi registrare ciascuno nella città da cui traeva origine. Maria, e Giuseppe, per essere della casa e famiglia di Davidde, dovettero andare nella città di Betlemme, ove Davide aveva avuto i natali; ma non vi essendo più luogo per loro negli alberghi a cagione della grande moltitudine venuta a dare il nome, si ripararono in una specie di spelonca, che serviva di stalla, non lungi dalla città.

3086
86. Fu là che, in sulla mezzanotte, il Figliuolo di Dio, fattosi uomo per salvare gli uomini, nacque da Maria Vergine, la quale lo involse in poveri panni e lo colloco a giacere nel presepio, ossia nella mangiatoia degli animali.

In quella notte stessa un Angelo comparve ad alcuni pastori, che vegliavano in quei contorni alla custodia del gregge, e loro annunzio che era nato il Salvatore del mondo. I pastori accorsero stupefatti alla stalla, trovarono il Santo Bambino e per i primi lo adorarono.
Obbedienza di Gesù e della santissima Madre sua alla legge.



3087
87. L'ottavo giorno dopo la nascita, per ubbidire alla legge, il Bambino fu circonciso, e gli fu imposto il nome di Gesù, siccome aveva indicato l'Angelo a Maria, quando le aveva annunziato il mistero dell' incarnazione.

Ed ancora in ossequio alla legge, Maria, benché non vi fosse obbligata, nel quarantesimo giorno si presento con Gesù nel tempio, per la cerimonia della purificazione; offrendo per sè il sacrifizio delle povere donne, un paio di tortore o di colombelle; e per Gesù il prezzo del riscatto.

3088
88. V'era nel tempio un santo vecchio di nome Simeone, il quale aveva avuto rivelazione dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di vedere il Cristo del Signore. Ei si reco in braccio il divin Fanciullo, e riconoscendolo per suo Redentore, pieno di giubilo lo benedisse e lo saluto con quel tenero cantico - Nunc dimittis - che la Chiesa canta sul fine dell'ufficio di ciascun giorno.

In quell'ora stessa sopravvenne una piissima e vecchia vedova, la quale vedendo il divin Bambino ne giubilo nel suo cuore, e in seguito parlava di esso a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Israele.
I Magi.



3089
89. Qualche tempo dopo la nascita di Gesù entrarono in Gerusalemme tre Magi, ossia Sapienti, venuti dall'Oriente, domandando dove era nato il Re dei Giudei.

Stando nel loro paese avevano osservato una stella straordinaria, e dalla medesima, secondo un'antica profezia nota nell'Oriente, avevano conosciuto che doveva esser nato nella Giudea l'Aspettato dalle genti; ispirati da Dio, seguendo il cammino indicato dalla stella, erano venuti ad adorarlo.

Regnava allora in Gerusalemme Erode, detto il grande, uomo ambizioso e crudele. Questi alle parole dei Magi turbossi molto; s'informo dai principi dei sacerdoti in qual luogo doveva nascere il Messia e, saputo che il luogo indicato dai Profeti era Betlemme, vi mando i Magi raccomandando loro di ritornare prontamente da lui, simulando di voler anch'egli portarsi ad adorare il nato Bambino.

I Magi partirono; e tosto la stella (scomparsa sopra Gerusalemme) riapparve ad essi, guidandoli alla dimora del Divino Infante in Betlemme, sopra la quale si fermo. Essi vi entrarono, e trovato il Bambino con Maria sua Madre, si prostrarono, l'adorarono, ed aperti i loro tesori, gli offrirono oro, incenso e mirra, riconoscendolo come re, come Dio, e come uomo mortale. Nella notte poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, per altra via ritornarono nel loro paese.
Strage degli innocenti e fuga in Egitto.



3090
90. Erode aspetto inutilmente i Magi; vedendosi deluso, adirossi moltissimo, e nella barbara sua astuzia sperando di colpire anche Gesù, mando ad uccidere tutti i fanciulli dai due anni in giù, che si trovavano in Betlemme e nei suoi dintorni.

Antecedentemente pero un Angelo era apparso in sogno a Giuseppe, per avvisarnelo e per ordinargli di fug­gire in Egitto. Giuseppe incontanente ubbidi: e con Maria e Gesù ando in Egitto, dove stette fino alla morte di Erode; dopo la quale avvisato nuovamente dall'Angelo, ritorno, non a Betlemme nella Giudea, ma a Nazaret nella Galilea.
Disputa di Gesù nel tempio.



3091
91. Quando Gesù giunse all'età di dodici anni, fu condotto dai parenti a Gerusalemme per le feste di Pasqua, che duravano sette giorni. Finite le feste, secondo l'uso, Maria con le donne e Giuseppe con gli uomini, se ne partirono per Nazaret. I fanciulli erano ammessi a viaggiare tanto cogli uomini, quanto colle donne. Riunitisi dopo un giorno di cammino Maria e Giuseppe s'accorsero che Gesù non era né coll'uno né coll'altra. Dopo averlo cercato invano fra i congiunti e i conoscenti, afflitti rifecero tosto la strada di Gerusalemme e, trovatolo il terzo giorno nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, in atto di interrogarli e di ascoltarli, la Madre dolcemente chiesegli, perché si tosse fatto cercare cosi. - La risposta ch' Egli diede fu la prima dichiarazione della sua divinità: E perché mi cercavate? Non sapevate voi che nelle cose, che riguardano il padre mio, fa d'uopo che io mi trovi?

Dopo cio egli se ne ritorno con loro a Nazaret; e da questo punto fino all'età di trent'anni il Vangelo più non ci riferisce alcun fatto particolare di lui, ma compendia tutta la storia di quei tempo in queste parole: Gesù viveva nell'obbedienza di Maria e di Giuseppe, e cresceva in età, in sapienza ed in grazia appresso Dio ed appresso gli uomini.

Per questo fatto, che Gesù passo in Nazaret il tempo della sua vita privata, Egli fu poi chiamato: Gesù Nazareno.
Battesimo di Gesù e suo digiuno nel deserto.



3092
92. Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta, destinato da Dio, come fu detto, ad essere il precursore del Messia, ed a preparare gli ebrei a riceverlo, si era ritirato nel deserto a far vita penitente.

Venuta l'ora di dar principio alla sua missione, Giovanni, vestito di pelle di cammello con ai lombi una cintura di cuoio, usci sulle sponde del fiume Giordano, e si diede a predicare ed a battezzare. Egli gridava: fate penitenza, imperciocchè il regno de' cieli è vicino.

Un giorno fra la moltitudine gli si presento pure Gesù, il quale, essendo giunto all'età di trent'anni, doveva co­minciare a manifestarsi al mondo.

In sulle prime Giovanni, che lo riconobbe, voleva ritirarsi, ma poi vinto dal comando di Gesù, lo battezzo. Ed ecco che, appena uscito Gesù dall'acqua si aprirono i cieli, lo Spirito Santo, in figura di colomba, discese Su di lui, e s'udi una voce che diceva: questi è il mio Figliuolo diletto.

Ricevuto il battesimo, Gesù fu dallo stesso Spirito Santo condotto nel deserto, dove passo quaranta giorni e quaranta notti a vegliare, digiunare e pregare. In quell'occasione egli volle essere in varie guise tentato dal demonio, per insegnare a noi a vincere le tentazioni.
Primi discepoli di Gesù e suo primo miracolo.



3093
93. Dopo tale preparazione Gesù per dare principio alla sua vita pubblica, ritorno nei pressi del fiume Giordano, dove Giovanni continuava a predicare; questi, vedendolo venire esclamo: Ecco l'Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo. Questa ed altre testimonianze a favore di Gesù, ripetute ancora il giorno dopo, determinarono due discepoli di Giovanni a seguire il divino Maestro, che in quel giorno li trattenne seco. Uno di questi di nome Andrea, abbattutosi in un suo fratello chiamato Simone, lo meno a Gesù, il quale, riguardatolo in faccia, gli disse: tu sei Simone figlio di Giona; d'ora innanzi sarai chiamato Pietro. E questi furono i primi suoi discepoli.

3094
94. Molti altri ancora, o da lui invitati, come Giacomo, Giovanni, Filippo, Matteo, o mossi dalle sue parole, si diedero a seguirlo. In sul principio essi non si fermavano continuamente con lui, ma dopo aver ascoltato i suoi discorsi, ritornavano alle loro famiglie ed alle loro occupazioni: solamente qualche tempo dopo lasciarono tutto, per non più abbandonarlo.

Con alcuni di essi fu un giorno invitato ad una festa di nozze in Cana di Galilea, alla qual festa era pure stata invitata Maria sua madre. Si è in tale occasione che, per intercessione della sua SS. madre Maria, cambio una gran quantità di acqua in isquisitissimo vino. E questo fu il primo miracolo di Gesù, per cui egli manifesto la propria gloria e confermo nella fede i suoi discepoli.
Elezione dei dodici Apostoli.



3095
95. Fra questi discepoli Egli ne scelse poi dodici, che chiamo Apostoli, perché fossero sempre con lui, e per mandarli a predicare; e furono, Simone cui dato aveva il nome di Pietro, e suo fratello Andrea, Giacomo e Giovanni figliuoli di Zebedeo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo figlio di Alfeo, Giuda Taddeo, Simone Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradi. A capo dei medesimi apostoli Gesù Cristo elesse Simone, ossia Pietro, che doveva essere poi il suo Vicario in terra.
Predicazione di Gesù.



3096
96. Accompagnato dagli Apostoli, e talora da loro preceduto, per tre anni continui percorse più volte tutta la Giudea e la Galilea, predicando il suo Vangelo e confortando le sue parole con un numero infinito di miracoli.

Per lo più nei sabati entrava nelle sinagoghe ed in. segnava, sebbene, presentandosene l'occasione è l'opportunità, non isdegnasse di dare in qualunque luogo i suoi ammaestramenti. Leggiamo in fatti che le turbe lo seguivano, ed egli predicava non solo nelle case, sulle piazze, ma ancora all'aperta campagna, sui monti, nei deserti, in riva al mare, e persino dal mare, salendo sulla navicella di Pietro. Il celebre discorso delle otto beatitudini è chiamato appunto il discorso del monte, dal luogo dove lo pronunzio.

Coll'esempio predicava non meno che colle parole. I discepoli, ammirati delle sue lunghe orazioni, lo supplicarono un giorno che insegnasse a pregare anche a loro: e Gesù loro insegno la sublime orazione del Pater noster.

3097
97. Gesù ne' suoi insegnamenti, per varie ragioni, tra le quali fu anche quella di adattarsi alla capacità della maggior parte de' suoi uditori, ed all'indole dei popoli orientali, si serviva ben sovente di parabole, ossia similitudini. Sono semplici e sublimi quelle del figliuol prodigo, del samaritano, del buon pastore, dei dieci talenti. delle dieci vergini, del ricco epulone, del fattore infedele, del servo che non vuol perdonare, dei vignaiuoli, dei convitati alle nozze, del grano di senapa, della semente, del fariseo e del pubblicano, degli operai, della zizzania ed altre notissime ai buoni cristiani, che assistono alla spiegazione del santo Vangelo, che si fa alla domenica nelle loro parrocchie.
Mirabili effetti della parola e della potenza del Redentore.



3098
98. Ordinariamente dopo i suoi discorsi, gli erano presentati infermi d'ogni specie, muti, sordi, storpi, ciechi, lebbrosi, ed Egli a tutti ridonava la sanità.

Non solo nelle sinagoghe andava Egli spargendo le sue grazie ed i suoi benefizi; ma in qualunque luogo si trovasse, presentandosene l'occasione, veniva in soccorso degli infelici, che in gran numero gli erano condotti da ogni parte della Palestina e dei paesi circonvicini, essendosi anche in tutta la Siria sparsa la fama de' suoi miracoli. Specialmente gli ossessi dal demonio, di cui v'era non piccol numero in quel tempo, ed Egli li liberava dagli spiriti maligni, i quali uscivano gridando: tu sei il Cristo, il Figliuol di Dio!

3099
99. Due volte con pochi pani miracolosamente moltiplicati, sfamo le turbe che lo avevano seguito nel deserto; sulle porte della città di Naim, risuscito il figlio di una vedova, che era portato alla sepoltura, e, qualche tempoprima della sua passione, risuscito Lazzaro, morto da quattro giorni e fetente nel sepolcro.

3100
100. E infinito il numero dei miracoli, anche strepitosissimi, che fece nei tre anni della sua predicazione per dimostrare che Egli parlava per comando di Dio, che era il Messia aspettato dai Patriarchi e predetto dai Profeti, che era il Figliuolo di Dio stesso; e tale si manifesto nella sua Trasfigurazione per lo splendore della sua gloria e per la voce del Padre che lo proclamava suo Figliuolo diletto.

Alla vista di tali miracoli parecchi si convertivano e lo seguitavano, molti poi lo acclamavano, cercando talora di farlo re.
Guerra aperta contro Gesù.



3101
101. Questi trionfi di Gesù fin da principio eccitarono la gelosia degli scribi, dei farisei, dei principi, dei sacerdoti e dei capi del popolo, la quale si accrebbe a dismisura, quando Egli si diede a smascherare la loro ipocrisia od a rimproverarli dei loro vizi. Essi percio non tardarono a perseguitarlo e a denigrano, dicendolo perfino indemoniato, ed a cercare il modo di sorprenderlo in parole, sia per iscreditarlo dinanzi al popolo, sia per accusano presso il governatore romano. La loro invidia aumento sempre più quando, in seguito alla risurrezione di Lazzaro si moltiplico grandemente il numero dei giudei, che credevano in Lui. Allora tennero un consiglio per ucciderlo; ed il pontefice Caifa fini per dire: è necessario che un uomo muoia per il popolo, e non perisca tutta la gente: pronunziando colle sue parole una profezia senza saperlo; imperocché appunto per la morte di Gesù sarebbe salvato il mondo.
Causa di odio estremo e tradimento di Giuda.



3102
102. Finalmente il loro odio giunse al colmo quando, essendo vicina la Pasqua, (ed era la quarta che Egli faceva a Gerusalemme, dopo che aveva cominciata la sua predicazione) essendo la città ripiena di forestieri venuti da ogni parte per la festa, Gesù, seduto sopra un asinello, entro trionfante ed acclamato dal popolo, che gli era uscito incontro portando rami di palma e d'ulivo, mentre alcuni stendevano le loro vestimenta sopra la strada, ed altri tagliavano ramoscelli dagli alberi e li spargevano per la via.

3103
103. Allora gli anziani del popolo, i principi dei sacerdoti e gli scribi si congregarono nella casa del pon­tefice Caifa, e stabilirono insieme di pigliare Gesù con inganno e di soppiatto, per timore che le turbe facessero tumulto. L'occasione non si fece aspettare. Giuda Iscariota, uno dei dodici Apostoli, invasato dal demonio dell'avarizia, si offri a dare il suo divin Maestro nelle mani dei suoi nemici, per trenta monete di argento.
Ultima cena di Gesù Cristo e istituzione del sacramento dell'Eucaristia.



3104
104. Era il di, in cui si doveva sacrificare e mangiare l'agnello pasquale. Giunta l'ora assegnata, Gesù venne al luogo dove Pietro e Giovanni, mandati da lui, avevano apparecchiato ogni cosa per la cena, e si posero a tavola.

3105
105. Si è durante quell' ultima cena che Gesù diede agli uomini la più gran prova del suo amore per loro, coll'istituire il sacramento dell'Eucaristia.
Passione di N. S. Gesù Cristo.



3106
106. Finita la cena, il divin Salvatore, accompagnato dai suoi Apostoli, usci dalla città, e per via dicendo loro le più tenere cose e loro dando i più sublimi insegnamenti, ando, secondo il solito, nell'orto di Getsemani, dove pensando alla sua prossima passione, pregando ed offrendosi all' Eterno suo Padre, sudo vivo sangue e da un Angelo fu confortato.

3107
107. Venne Giuda, il traditore a capo di una squadra di sgherri armati di bastoni e di spade, e diede a Gesù un bacio, che era il segno convenuto per farlo conoscere.

Gesù abbandonato dagli Apostoli, che erano per paura fuggiti, fu tosto afferrato e legato da quei manigoldi, e con ogni sorta di maltrattamenti da loro trascinato prima ad un principe dei sacerdoti, chiamato Anna, e poscia a Caifa pontefice, il quale nella stessa notte raduno il gran sinedrio, che proclamo Gesù reo di morte.

3108
108. Scioltasi la radunanza dei giudici, Gesù venne consegnato agli sgherri, dai quali, in quella notte, fu vilipeso ed oltraggiato con barbari trattamenti.

Si fu anche in quella notte dolorosa che Pietro amareggio il cuore di Gesù, negandolo tre volte. Guardato pero da Gesù torno in sè, e pianse il suo peccato tutta la vita.

3109
109. Venuto il giorno, e radunatosi nuovamente il Sinedrio, Gesù fu condotto al preside romano, Ponzio Pilato, al quale a voce di popolo si domando che lo condannasse a morte. Pilato, avendo riconosciuta l'innocenza di Gesù e la perfidia dei giudei, cerco di salvarlo; e dovendo in occasione della Pasqua, liberare un malfattore, lascio al popolo la scelta tra Gesù e Barabba. Il popolo scelse Barabba.

Poscia, sentendo Pilato che Gesù era galileo, lo mando ad Erode Antipa da cui fu disprezzato, trattato da pazzo e poi rimandato, vestito per ischerno con una veste bianca. Finalmente lo fece flagellare dai manigoldi, i quali, dopo averlo ridotto tutto una piaga, con insulto atroce gli posero in capo una corona di spine, sulle spalle uno straccio di porpora, in mano una canna, e schernirono salutandolo re.

Ma tutto cio non essendo bastato ad acquietare il furore dei suoi nemici e della plebe tumultuante, Pilato lo condanno alla crocifissione.

3110
110. Allora Gesti dovette sottoporre le sue spalle ad un duro tronco di croce e trascinarlo fino al Calvario, dove denudato, abbeverato di fiele e mirra, inchiodato alla croce ed innalzato fra due ladroni, in mezzo ad un mare di spasimi e di tormenti, dopo tre ore di penosissima agonia, spiro pregando per i suoi crocifissori, che non cessarono percio dall'inferocire. - Anche morto, ebbe il cuore trapassato da un fiero colpo di lancia.

3111
111. Nessuna mente umana puo imaginare, nessuna lingua puo esprimere quanto Gesù dovette soffrire e nella notte del suo arresto, e nei diversi viaggi dall'uno all'altro tribunale, e nella flagellazione, e nella coronazione di spine, e nella crocifissione, e finalmente nella lunga agonia!... Solo l'amore che ne fu causa, puo ridestarne una pallida imagine nei cuori riconoscenti.

Maria santissima assistette con sovrumana fortezza alla morte del suo divin Figlio; e uni lo strazio del suo cuore ai dolori di Lui, per la redenzione del genere umano.

Come nella vita, cosi nella morte il Padre celeste fece risplendere la divinità di Gesù Cristo; mentre era in croce, il sole si oscuro e si copri la terra di densissime tenebre; al suo spirare, la terra traballo con spaventoso terremoto; il velo del tempio si lacero, da capo a fondo, e parecchi morti, usciti dai sepolcri, si videro in Gerusalemme ed apparvero a molti.
Sepoltura di Gesù, sua Risurrezione e sua Ascensione al Cielo.



3112
112. Gesù fu crocifisso e mori in giorno di venerdi e nella stessa sera, prima del calar del sole deposto dalla croce fu sepolto in un sepolcro nuovo, a cui si posero i sigilli e le guardie, per timore che i suoi discepoli potessero involarlo.

All'alba del giorno successivo al sabato, si senti un gran terremoto; Gesù era risuscitato, e uscito glorioso e trionfante dal sepolcro. Egli, dopo esser comparso alla Maddalena, comparve agli Apostoli, per confortarli e consolarli; ed alcuni Santi Padri pensano che prima Egli apparisse alla santissima Madre sua.

3113
113. Quaranta giorni stette. ancora Gesù sulla terra dopo la sua risurrezione, in diverse apparizioni mostrandosi ai suoi discepoli e conversando con essi. Cosi rassicurava con miracolosi modi gli Apostoli, confermavali nella fede, comunicava loro altissime cose e dava loro gli ultimi avvertimenti: finché, nel quarantesimo giorno, li raduno sul monte Oliveto, e dopo averli benedetti, alla loro presenza, visibilmente si alzo da terra ed ascese al cielo.
Discesa dello Spirito Santo. - Predicazione degli Apostoli.



3114
114. Gli Apostoli, seguendo gli avvisi del loro divin Maestro, tosto si ritirarono nel cenacolo di Gerusalemme, e là per dieci giorni aspettarono, pregando, lo Spirito Santo, che Gesù aveva loro promesso, e che discese su di loro in forma di tante lingue di fuoco la mattina del giorno decimo, detto Pentecoste.

3115
115. Essi allora, mutati in altri uomini, cominciarono ad un tratto a parlare diverse lingue, secondoché lo Spi­rito stesso dava ad essi di favellare. A mirare tale spettacolo accorsero le genti d'ogni nazione, adunate in quei giorni a Gerusalemme; e, ad un discorso fatto da S. Pietro sulle profezie avveratesi nella persona di Gesù Cristo e sui miracoli operati da lui, tremila persone si convertirono.

Alcuni giorni dopo, lo stesso Pietro, seco unito l'apostolo Giovanni, dopo una miracolosa guarigione d'uno storpio dalla nascita, parlando a quella moltitudine di giudei, altri cinque mila ne attiro alla fede.

Né solo in Gerusalemme, ma in tutta la Giudea, predicando gli Apostoli, il numero dei credenti andava crescendo.

3116
116. Ma tosto i seniori del popolo ed i principi dei sacerdoti cominciarono a perseguitare gli Apostoli, e chiamatili e rimproveratili acerbamente, intimarono loro di non più parlare di Gesù. Questi rispondevano: Noi non possiamo tacere quello che abbiamo veduto ed udito; giudicate voi stessi se ci sia lecito obbedire agli uomini, disobbedendo a Dio, ma quelli li imprigionarono maltrattandoli; fecero morire il diacono S. Stefano sotto una tempesta di sassi: e gli Apostoli lieti di esser fatti degni di patire per Gesù Cristo, ne prendevano coraggio a predicare, e sempre maggiore era il numero dei convertiti.
L'apostolo Paolo.



3117
117. Il più celebre dei convertiti al Vangelo fu Saulo, detto poscia Paolo, nativo di Tarso, il quale prima furioso nemico e persecutore dei cristiani, colpito dalla divina potenza, divento un vaso di elezione, il più zelante ed operoso degli Apostoli.

Sono incredibili i viaggi, le fatiche e le tribolazioni di questo prodigio della grazia, per far conoscere il nome e la dottrina di Gesù Cristo fra i gentili: onde vien chiamato Dottore delle genti. Predicando la fede, non già coll'apparato della sapienza umana, ma nella virtù di Dio, che confermavala coi miracoli, convertiva i popoli sebbene fosse sempre accusato dai nemici della Croce di Cristo. Tali accuse lo portarono provvidenzialmente a Roma, ove poté predicare anch'egli il Vangelo ai giudei ivi residenti .ed ai pagani. Dopo altre peregrinazioni vi ritorno, ed ivi coronando l'apostolica sua vita col martirio, ebbe tagliata la testa sotto il medesimo Imperatore Nerone, sotto cui S. Pietro vi fu crocifisso.

3118
118. Ci restano di lui 14 epistole, scritte la maggior parte alle varie chiese da lui fondate, e sono esse un altro segno dell'apostolica missione datagli da Gesù Cristo, avendo egli scritto, come osserva S. Agostino, con tale estensione, lucidezza, profondità ed unzione che rivelano lo spirito di Dio.
Dispersione degli Apostoli per tutto il mondo.



3119
119. Dopo aver predicato il Vangelo nella Giudea, giusta il comando di Gesù, gli Apostoli si separarono, ed andarono a predicarlo per tutto il mondo. S. Pietro, capo del Collegio apostolico, ando in Antiochia. Si è in questa che i credenti in Gesù Cristo cominciarono a chiamarsi Cristiani. Da Antiochia S. Pietro venne a Roma, dove fisso la sua sede, senza più trasportarla in altro luogo. Esso fu Vescovo di Roma, e nella stessa città fini la sua vita, come sopra si accenno, con un glorioso martirio sotto Nerone.

I successori di S. Pietro nella Sede romana ereditarono la suprema podestà, che il Signore aveva a lui data di Maestro infallibile della Chiesa, di fonte di tutta la giurisdizione e di protettore e difensore di tutti i cristiani. Essi percio giustamente si chiamano col nome di Papi, che vuoi dire Padri, e si sono succeduti senza interruzione sulla cattedra di Pietro sino ai nostri giorni.

3120
120. Tutti gli Apostoli concordi ed unanimi, in comunione con Pietro, predicavano dappertutto la stessa fede; e gli uomini si convertivano ed abbandonavano l'idolatria, sicché in breve il mondo si riempi di cristiani, al governo dei quali gli Apostoli stessi ponevano i Vescovi, a continuare il loro ministero.

PARTE TERZA



BREVI CENNI DI STORIA ECCLESIASTICA


Le persecuzioni ed i martiri.



3121
121. Ma la fede cristiana doveva passare per durissime prove, accio fosse manifesto che essa veniva da Dio, e da Lui solo era sostenuta. Ne tre primi secoli di sua esistenza, ossia per il corso di 300 anni, molte terribili persecuzioni infierirono contro i seguaci di Gesù Cristo, per comando degl' imperatori romani.

Non era continua la guerra intimata ai cristiani ma a certi intervalli ripigliavasi; ed allora essi erano cer­cati a rendere ragione della loro lede, loro era ingiunto di offrire incenso agli idoli, e, ricusando erano sottoposti a tutti gli sfregi, le pene e i tormenti, che l'umana malizia possa escogitare, infimo alla morte.

3122
122. Essi non irritavano punto i loro nemici; si radunavano per le loro divozioni e per assistere al divino Sa­crifizio per lo più in luoghi sotterranei, oscuri e deserti, che tuttora esistono a Roma ed altrove, detti cemeteri o catacombe; ma non riuscivano ad evitare i pericoli di morte. E un numero grandissimo di essi, collo spargimento del loro sangue, resero testimonianza alla fede di Gesù Cristo, per affermare la quale erano morti gli Apostoli ed i loro imitatori. Percio diconsi martiri, che appunto vuoi dire testimoni. La Chiesa riconosceva queste care vittime della fede, raccoglieva i loro cadaveri, li componeva nei santi luoghi di dormizione, e li ammetteva all'onore degli altari.
Costantino e la pace della Chiesa.



3123
123. La Chiesa non ebbe solida pace che sotto l'imperatore Costantino, il quale, riuscito vincitore de' suoi nemici, favorito ed incoraggiato da una celeste visione, emano editti, pei quali ciascuno restava libero di ascriversi alla religione cristiana; i cristiani rientravano in possesso dei beni, che loro erano stati confiscati; nessuno poteva inquietarli per ragione della loro fede; ne dovevano più essere esclusi dalle cariche od impieghi dello Stato; essi potevano fabbricare chiese; e l'imperatore talora ne sosteneva la spesa.

Allora tutti quanti i confessori della fede, che erano in carcere, furono prosciolti; i cristiani cominciarono a celebrare con pubblico splendore le loro adunanze, e gl'infedeli stessi sentivansi attratti a magnificare il vero Dio.

3124
124. Costantino, superato l'ultimo suo competitore, resto solo padrone del mondo romano, e la Croce di Gesù Cristo videsi sfolgorare nel vessillo dell'impero.

Egli divise poscia l'impero in orientale ed occidentale, facendo di Bisanzio sul Bosforo una nuova capitale, che abbelli e chiamo Costantinopoli (a. d. C. 330). Questa metropoli divento ben presto una Roma novella, per l'autorità imperiale che vi risiedeva.

Allora lo spirito di orgoglio e di novità si impadroni di alcuni ecclesiastici, ivi costituiti in alta dignità; i quali ambirono di primeggiare sul Papa e su tutta la Chiesa di Gesù Cristo. Da cio nacquero gravissimi sconcerti per parecchi secoli, e finalmente il disastroso scisma, per cui l'Oriente separossi dall'Occidente (Sec. IX) sottraendosi in gran parte dalla divina autorità del Pontefice Romano, che è il successore di S. Pietro, Vicario di Gesù Cristo.
Le eresie ed i concili.



3125
125. Mentre usciva vittoriosa della guerra esterna del paganesimo, e vinceva la prova delle sue feroci persecu­zioni, la Chiesa di Gesù Cristo, assalita da nemici interni, già combatteva una guerra intestina ben più terribile. Guerra lunga e dolorosa che, ingaggiata e tenuta accesa da cattivi cristiani, suoi figli degeneri, non ha veduto ancora il suo termine; ma dalla quale la Chiesa uscirà trionfante secondo la infallibile parola del suo divin Fondatore al primo suo Vicario in terra, l'apostolo Pietro: Tu sei Pietro e su questa pietra edifichero la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non prevarranno contro di lei. (S. Matteo XVI, 18.).

3126
126. Già dai tempi apostolici erano sorti uomini perversi, che per lucro e per ambizione turbavano e corrompevano nel popolo la purità della fede con turpi errori. A questi si opposero gli Apostoli colla predicazione, cogli scritti, e colle infallibili sentenze del primo concilio che essi celebrarono in Gerusalemme.

3127
127. D'allora in poi, lo spirito delle tenebre non cesso da' suoi velenosi attacchi contro la Chiesa e contro le divine verità delle quali ella è custode indefettibile; e suscitandole contro sempre nuove eresie, attento man mano a tutti i dogmi della cristiana religione.

3128
128. Fra le altre, vanno tristamente famose le eresie: di Sabellio, che impugno il dogma della SS. Trinità; di Manete, che nego l'Unità di Dio, ed ammise nell'uomo due anime; di Ario, che non volle riconoscere la Divinità di N. S. Gesù Cristo; di Nestorio, che nego a Maria SSma la sua eccelsa qualità di Madre di Dio, e distinse in Gesù Cristo due persone; di Eutiche, il quale in Gesù Cristo non ammise che una sola natura; di Macedon io, che combattè la divinità dello Spirito Santo; di Pelagio, che intacco il dogma del peccato originale e della necessità della grazia; degli Iconoclasti, che ripudiarono il culto delle Sacre Imagini e delle Reliquie dei Santi; di Berengario, che disdisse la presenza reale di N. S. Gesù Cristo nel SS. Sacramento; di Giovanni Hus, che nego il primato di S. Pietro e del Romano Pontefice; e final­mente la grande eresia del Protestantesimo (sec. XVI), prodotta e divulgata principalmente da Lutero e da Calvino. Questi novatori, col respingere la Tradizione divina riducendo tutta la rivelazione alla S. Scrittura, e col sottrarre la S. Scrittura medesima al legittimo magistero della Chiesa, per darla insensatamente alla libera interpretazione dello spirito privato di ciascheduno, demolirono tutti i fondamenti della fede, esposero i Libri Santi alla profanazione della presunzione e dell'ignoranza, ed aprirono l'adito a tutti gli errori.

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129. Il protestantesimo o religione riformata, come orgogliosamente la chiamarono i suoi fondatori, è la somma di tutte le eresie, che furono prima di esso, che sono state dopo, e che potranno nascere ancora a fare strage delle anime.

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130. Con una lotta, che dura senza tregua da 20 secoli, la Chiesa cattolica non cesso di difendere il sacro deposito della verità che Iddio le ha affidato, e di proteggere i fedeli contro il veleno delle eretiche dottrine.

3131
131. Ad imitazione degli Apostoli, ogni volta che lo ha richiesto il pubblico bisogno, la Chiesa radunata in concilio ecumenico o generale, ha definito con limpida chiarezza la verità cattolica; l'ha proposta qual domma di fede ai suoi figli; ed ha respinto dal suo seno gli eretici, colpendoli di scomunica e condannandone gli errori.

Il concilio ecumenico o generale, è un augusto consesso a cui sono, dal Romano Pontefice, chiamati tutti i Vescovi dell'universo, ed altri prelati della Chiesa, e che è presieduto dal Papa medesimo, ora in persona, ora per mezzo dei suoi Legati. A tale consesso, che rappresenta tutta la Chiesa docente, è promessa l'assistenza dello Spirito Santo; e le sue decisioni in materia di fede e di costumi, dopo la conferma del Sommo Pontefice, sono sicure ed infallibili come la parola di Dio.

3132
132. Il concilio che condanno il protestantesimo è stato il Sacro Concilio di Trento, cosi denominato dalla città, dove tenne sua sede.

3133
133. Colpito da questa condanna il protestantesimo vide svilupparsi i germi di dissoluzione che portava nel suo viziato organismo: le dissenzioni lo lacerarono, si moltiplicarono le sétte, che dividendosi e suddividendosi lo ridussero in frammenti. Al presente il nome di protestantesimo non significa più una credenza uniforme e diffusa, ma nasconde la più mostruosa congerie di errori privati ed individuali, raccoglie tutte le eresie, e rappresenta tutte le forme di ribellione contro la santa Chiesa cattolica.

3134
134. Lo spirito protestante tuttavia, cioè lo spirito di sconfinata libertà e di opposizione ad ogni autorità, non lascio di diffondersi; e molti uomini sorsero che gonfiati da una scienza vana e superba, ovvero dominati dall'ambi­zione e dall'interesse non dubitarono di creare o dar favore a teorie sovvertitrici della fede, della morale, e di ogni autorità divina ed umana.

3135
135. Il Sommo Pontefice Pio IX, dopo di avere in un Sillabo, condannato molte delle più essenziali proposizioni di questi temerari cristiani, per portare la scure alla radice del male aveva convocato in Roma un nuovo con­cilio ecumenico. Questo aveva felicemente incominciato l'opera sua illustre e benefica nelle prime sessioni tenute nella basilica di S. Pietro in Vaticano (onde ebbe il nome di Concilio Vaticano), quando nel 1870 per le vicende dei tempi dovette sospendere le sue sedute.

3136
136. Giova sperare che, quietata la burrasca la quale agita momentaneamente la Chiesa, il Romano Pontefice potrà ripigliare e condurre a termine l'opera provvidenziale del santo concilio; e che sconfitti gli errori, i quali ora travagliano la Chiesa e la società civile, sarà dato presto di vedere la verità cattolica brillare di nuova luce ed illuminare il mondo de' suoi eterni splendori.
Accenni e direzioni per lo studio della religione nella storia della Chiesa.



3137
137. Qui ha termine il nostro sunto, perché non è possibile di seguire passo a passo le vicende della Chiesa complicate cogli avvenimenti politici, senza dir cose meno adatte alla comune intelligenza, e fallire lo scopo di queste pagine.

Il fedele di buona volontà si provveda di un buon compendio di storia ecclesiastica di autore cattolico. - E in cio fare si valga del consiglio del suo parroco o di un dotto confessore. - Legga con ispirito di semplicità ed umiltà cristiana, e vedrà la Chiesa sua madre risplendere dei caratteri di cui N. S. Gesù Cristo ha insignita la sola vera Chiesa da lui fondata; che sono di essere Una, Santa, Cattolica ed Apostolica.

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138. Una. - L'unità della Chiesa vedrà risplendere nell'esercizio continuato della fede, della speranza e della carità. Vedrà in 20 secoli di vita sempre giovane e fiorente, che conta la Chiesa, tante generazioni, tanta moltitudine di uomini, diversi d'indole, di nazione, di linguaggio, riuniti in una società, governata sempre da una medesima e perpetua Gerarchia, professare le stesse credenze, confortarsi delle stesse speranze, partecipare alle comuni preghiere, agli stessi sacramenti, sotto la direzione dei legittimi Pastori. Vedrà la gerarchia ecclesiastica formata da tante migliaia di Vescovi e di Sacerdoti, tenersi stretta in vincolo di unità nella comunione e nell'ubbidienza del Romano Pontefice, che ne è il capo divinamente istituito, ed attingere da lui i divini insegnamènti, per comunicarli al popolo con perfetta unità di dottrina. Onde mai tanta meraviglia d'unione? Dalla presenza, dall'assistenza di Gesù Cristo che aveva detto agli Apostoli: ecco che io sono con voi sino alla consumazione dei secoli.

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139. Santa. - Il fedele che leggerà con cuor retto la storia ecclesiastica, vedrà risplendere la santità della Chiesa, non solo nella santità essenziale del suo Capo invisibile Gesti Cristo; nella santità dei sacramenti, della dottrina, delle corporazioni religiose, di moltissimi dei suoi membri; ma ancora nella abbondanza dei doni celesti, dei sacri carismi, delle profezie e dei miracoli, con cui il Signore (negandoli a tutte le altre società religiose), fa risplendere in faccia al mondo la dote della santità di cui va esclusivamente fregiata la sua unica Chiesa.

Chi legge con animo retto la storia ecclesiastica, è colpito di meraviglia nel contemplare la visibile azione della Provvidenza divina, la quale comunica alla Chiesa la santità e la vita; e veglia alla sua conservazione. E dessa che fin dai primi secoli suscitava quei grandi uomini, gloria immortale del cristianesimo, che, ripieni di sapienza e di virtù sovrumana, combatterono vittoriosamente le eresie e gli errori a misura che insorsero: Santi Padri e Dottori che brilleranno come stelle, giusta la frase scritturale, nella perpetua eternità; del cui unanime ed universale consenso si valse sempre la Chiesa, a riconoscere la Tradizione e il senso delle Sante Scritture.

E colpisce parimenti il sorgere provvidenziale, a tempo e luogo opportuno, di quegli Ordini Regolari, di quelle Religiose Famiglie, approvate e benedette dalla Chiesa, nelle quali, fin dal quarto secolo fioriva la vita cristiana ed aspiravasi alla perfezione evangelica, praticando i divini consigli nei santi voti di castità, povertà ed obbedienza.

Appare dalla storia che queste Religiose Famiglie, nel corso dei secoli, andarono sempre e vanno tuttora suc­cedendosi e rinnovandosi con uno scopo sempre adatto alla diversità dei tempi e dei bisogni di essi: o la pre­ghiera, o l'insegnamento, o l'esercizio del ministero apostolico, o il compimento svariato e molteplice delle opere di carità. Esse vanno soggette, come la santa madre Chiesa, a persecuzioni furiose, che sovente e per qualche tempo le opprimono. Ma siccome tali istituti appartengono all'essenza della Chiesa per l'attuazione dei consigli evangelici, percio non possono del tutto perire. Ed è provato che la tribolazione li purifica e li ringiovanisce: e, rinascendo altrove, si moltiplicano e producono più abbondanti frutti, restando sempre una sorgente inesausta della santità della Chiesa.

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140. Cattolica. - Leggerà con rammarico il fedele che pur troppo, nel corso dei secoli, grandi moltitudini di cri­stiani, talora intiere nazioni, furono miseramente staccate dall' unità della Chiesa; ma vedrà pure che, successivamente, ad altre genti, ad altre nazioni mandava Iddio la luce del Vangelo per mezzo di uomini apostolici, incaricati appunto da Lui, come lo furono gli Apostoli, di guidare a salvezza le anime. - E si consolerà nel riconoscere che un tale apostolato degnasi il Signore di affidare nel nostro secolo a centinaia e migliaia di sacerdoti, di religiosi d'ogni ordine, di vergini consacrate a Lui, che sui battelli a vapore e sulle vie ferrate percorrono le terre e i mari dell'antico e del nuovo mondo, per dilatare il regno di Gesù Cristo. - Imperocché sarebbe un errore il prestar fede alle vanterie degli increduli: che il cattolicismo vada estinguendosi nel mondo, quasi che gli uomini più non si curino che del progresso delle scienze e delle arti. Invece dalle statistiche risulta chiaramente che il numero complessivo dei cattolici, nelle cinque parti del mondo, non ostante persecuzioni e difficoltà d'ogni sorta, si accresce ogni anno; ed è da sperare che, continuando a facilitarsi i mezzi di comunicazione, e prestando favore Iddio, ornai non saravvi più terra accessibile ove non siavi in una modesta chiesa, attorno ad un povero missionario, un gruppo di cristiani congiunti di mente e di cuore coi fratelli di tutto il mondo, e per mezzo di Vescovi o di Vicari apostolici legittimamente mandati dalla Sede Romana, legati alla medesima in unità di fede e di comunione. - E cio che chiamasi cattolicità della Chiesa. Essa sola puo dirsi cattolica ossia universale, cioè d'ogni tempo e d'ogni luogo.

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141. Apostolica. - Vedrà il fedele, nel percorrere la storia ecclesiastica, succedersi, fra incredibili difficoltà, tanti Romani Pontefici, tutti nella persona di Pietro rivestiti delle stesse prerogative date a lui da Gesti Cristo, diffondere la giurisdizione ai successori anche degli altri Apostoli, dei quali nessuno erasi mai separato da Pietro siccome ora nessuno potrebbe separarsi dalla Sede Romana, senza cessare di appartenere alla Chiesa, che percio è realmente e dicesi apostolica.

3142
142. Nella storia ecclesiastica, il fedele imparerà a conoscere ed evitare i nemici della Chiesa e della sua fede. Nel corso dei secoli s'incontrerà in associazioni o società tenebrose e segrete, le quali sotto vario nome si andarono formando, non già per glorificare Iddio eterno, onnipotente e buono, ma per abbattere il suo culto e sostituirvi (cosa incredibile, ma vera) il culto del demonio.

Né si meraviglierà che i legittimi successori di S. Pietro, sopra il quale Gesù Cristo fondo la sua Chiesa, siano stati, o siano al presente ancora, agli eretici ed agli increduli, oggetto d'odio, di scherno e di avversione, dovendo essi più da vicino rassomigliare al divino maestro, che disse: se perseguitarono me, perseguiteranno voi pure.

Ma la verità, che si vedrà risultare dalla storia, è questa: che i primi Papi per vari secoli furono giustamente innalzati agli onori degli altari, avendo molti versato il sangue per la fede; che quasi tutti gli altri splendettero per egregie doti di sapienza e di virtù, sempre intenti ad istruire, a difendere e santificare il popolo cristiano, sempre pronti, come i loro predecessori, a dare la vita per rendere testimonianza alla parola di Dio. - Che importa (dacché sgraziatamente vi fu tra i dodici un apostolo malvagio), che importa se pochissimi fra tanti fossero stati meno degni di salire su quella suprema Sede, dove ogni macchia appare gravissima? - Dio lo permise per far conoscere la sua potenza nel sostenere la Chiesa, mantenendo un uomo infallibile nel suo insegnamento, benché fallibile col suo personale operare.


Catechismo Maggiore di S. Pio X 3080