Direttorio generale catechesi IT 24

24 I discepoli di Gesù sono immersi nel mondo come lievito ma, come in ogni tempo, non sono immuni dal subire l'influsso delle situazioni umane.

È, perciò, necessario interrogarsi sulla situazione attuale della fede dei cristiani.

Il rinnovamento catechistico, sviluppatosi nella Chiesa durante gli ultimi decenni, sta dando frutti molto positivi.(41) La catechesi dei bambini, dei giovani e degli adulti ha dato origine, in questi anni, a una tipologia di cristiano veramente cosciente della sua fede e coerente con essa nella sua vita. Ha favorito in essi, infatti:

– una nuova esperienza vitale di Dio, come Padre misericordioso;

– una riscoperta più profonda di Gesù Cristo, non solo nella sua divinità, ma anche nella sua vera umanità;

– il sentirsi, tutti, corresponsabili della missione della Chiesa nel mondo;

– la presa di coscienza delle esigenze sociali della fede.


25 Tuttavia, di fronte al panorama religioso odierno, una verifica si impone ai figli della Chiesa: « Quanto sono toccati anch'essi dall'atmosfera di secolarismo e di relativismo etico? ».(42)

Una prima categoria si configura in quella « moltitudine di persone che hanno ricevuto il battesimo, ma vivono completamente al di fuori della vita cristiana ».(43) Si tratta, infatti, di una folla di cristiani « non praticanti »,(44) anche se nel fondo del cuore di molti il sentimento religioso non è scomparso del tutto. Risvegliarli alla fede è una vera sfida per la Chiesa.

Oltre a essi, vi è anche la « gente semplice »(45) che si esprime, a volte, con sentimenti religiosi molto sinceri e con una « religiosità popolare »(46) molto radicata. Possiede una certa fede, « ma ne conosce male i fondamenti ».(47) Inoltre vi sono numerosi cristiani, molto colti, ma con una formazione religiosa ricevuta solo nell'infanzia e che necessitano di reimpostare e maturare la loro fede sotto una luce diversa.(48)


26 Non manca, poi, un certo numero di battezzati che, purtroppo, celano la loro identità cristiana sia per una malintesa forma di dialogo interreligioso, sia per un certo disagio a testimoniare la propria fede in Gesù Cristo nella società contemporanea.

Queste situazioni della fede dei cristiani reclamano con urgenza dal seminatore lo sviluppo di unanuova evangelizzazione,(49) soprattutto in quelle Chiese di antica tradizione cristiana, dove il secolarismo ha fatto più breccia. In questa nuova situazione bisognosa di evangelizzazione, l'annuncio missionario e la catechesi, soprattutto ai giovani e agli adulti, costituiscono una chiara priorità.

La vita interna della comunità ecclesiale


27 È importante considerare anche la vita stessa della comunità ecclesiale, la sua intima qualità.

Una prima considerazione è scoprire come nella Chiesa sia stato accolto e abbia portato frutti il Concilio Vaticano II. I grandi documenti conciliari non sono rimasti lettera morta: si costatano i loro effetti. Le quattro costituzioni — Sacrosanctum Concilium, Lumen Gentium, Dei Verbum eGaudium et Spes — hanno fecondato la Chiesa. Infatti:

– La vita liturgica è compresa più profondamente come fonte e vertice della vita ecclesiale.

– Il popolo di Dio ha acquisito una coscienza più viva del « sacerdozio comune »,(50) radicato nel Battesimo. Nello stesso tempo, riscopre sempre più la vocazione universale alla santità e un senso più vivo del servizio alla carità.

– La comunità ecclesiale ha acquisito un senso più vivo della Parola di Dio. La Sacra Scrittura, per esempio, è letta, gustata e meditata in modo più intenso.

– La missione della Chiesa nel mondo si percepisce in modo nuovo. Sulla base di un rinnovamento interiore, il Concilio ha aperto i cattolici alla esigenza di una evangelizzazione in legame necessario con la promozione umana, alla necessità del dialogo con il mondo, con le diverse culture e religioni e all'urgente ricerca dell'unità tra i cristiani.


28 In mezzo a questa fecondità si devono riconoscere anche « carenze e difficoltà nell'accoglienza del Concilio ».(51) Malgrado una dottrina ecclesiologica così ampia e profonda, si è indebolito il senso dell'appartenenza ecclesiale; si constata frequentemente una « disaffezione verso la Chiesa »;(52) la si contempla, molte volte, in modo unilaterale, come mera istituzione, privata del suo mistero.

In alcune occasioni, si sono prese posizioni parziali e opposte nell'interpretazione e nell'applicazione del rinnovamento chiesto alla Chiesa dal Concilio Vaticano II. Tali ideologie e comportamenti hanno condotto a frammentazioni e a pregiudicare la testimonianza di comunione indispensabile per l'evangelizzazione.

L'azione evangelizzatrice della Chiesa, e in essa la catechesi, deve cercare più decisamente una solida coesione ecclesiale. A tal fine è urgente promuovere e approfondire un'autentica ecclesiologia di comunione,(53) per generare nei cristiani una profonda spiritualità ecclesiale.

Situazione della catechesi: vitalità e problemi


29 Molti sono gli aspetti positivi della catechesi in questi ultimi anni, che mostrano la sua vitalità. Tra gli altri vanno posti in rilievo:

– Il grande numero di sacerdoti, religiosi e laici che si consacrano con entusiasmo e perseveranza alla catechesi. È una delle azioni ecclesiali più rilevanti.

– Va sottolineato anche il carattere missionario dell'attuale catechesi e la sua propensione ad assicurare l'adesione alla fede dei catecumeni e dei catechizzandi, in un mondo dove il senso religioso si oscura. In questa dinamica si ha chiara coscienza che la catechesi deve acquisire il carattere della formazione integrale, e non ridursi a semplice insegnamento: dovrà adoperarsi, infatti, per suscitare una vera conversione.(54)

– In sintonia con quanto detto, assume straordinaria importanza l'incremento che va acquisendo la catechesi degli adulti(55) nel progetto di catechesi di moltissime Chiese particolari. Questa opzione appare prioritaria nei piani pastorali di molte diocesi. Anche in alcuni movimenti e gruppi ecclesiali essa occupa un posto centrale.

– Favorito senza dubbio dai recenti orientamenti del Magistero, il pensiero catechetico ha guadagnato, nel nostro tempo, in densità e profondità. In questo senso, molte Chiese particolari dispongono già di idonei e opportuni orientamenti pastorali.


30 Tuttavia è necessario esaminare con particolare attenzione alcuni problemi, cercando di individuarne una soluzione:

– Il primo riguarda la concezione della catechesi come scuola di fede, come apprendimento e tirocinio di tutta la vita cristiana, che non è penetrata pienamente nella coscienza dei catechisti.

– Per quel che riguarda l'orientamento di fondo, il concetto di « Rivelazione » impregna ordinariamente l'attività catechistica; tuttavia, il concetto conciliare di « Tradizione » ha un minore influsso come elemento realmente ispiratore. Di fatto, in molte catechesi, il riferimento alla Sacra Scrittura è quasi esclusivo, senza che la riflessione e la vita bimillenaria della Chiesa(56) l'accompagni in modo sufficiente. La natura ecclesiale della catechesi appare, in questo caso, meno chiara. L'interrelazione tra Sacra Scrittura, Tradizione e Magistero, « ciascuno secondo il proprio modo »,(57) non feconda ancora armoniosamente la trasmissione catechistica della fede.

– Rispetto alla finalità della catechesi, che mira a promuovere la comunione con Gesù Cristo, è necessaria una presentazione più equilibrata di tutta la verità del mistero di Cristo. A volte si insiste solo sulla sua umanità, senza fare esplicito riferimento alla sua divinità; in altre occasioni, meno frequenti nel nostro tempo, si accentua tanto esclusivamente la sua divinità che non risalta più la realtà del mistero dell'Incarnazione del Verbo.(58)

– Riguardo al contenuto della catechesi, sussistono vari problemi. Vi sono certe lacune dottrinali in merito alla verità su Dio e sull'uomo, sul peccato e la grazia e sui Novissimi. Vi è la necessità di una più solida formazione morale; si riscontra una presentazione inadeguata della storia della Chiesa e una scarsa rilevanza della sua Dottrina Sociale. In alcune regioni proliferano catechismi e testi di iniziativa particolare, con tendenze selettive e accentuazioni tanto differenti da nuocere alla necessaria convergenza nell'unità della fede.(59)

– « La catechesi è intrinsecamente collegata con tutta l'azione liturgica e sacramentale ».(60) Sovente, però, la prassi catechistica testimonia un legame debole e frammentario con la liturgia: limitata attenzione ai segni e riti liturgici, scarsa valorizzazione delle fonti liturgiche, percorsi catechistici poco o nulla connessi con l'anno liturgico, presenza marginale di celebrazioni negli itinerari della catechesi.

– Per quel che riguarda la pedagogia, dopo un'eccessiva accentuazione del valore del metodo e delle tecniche da parte di alcuni, non si presta ancora la dovuta attenzione alle esigenze e all'originalità della pedagogia propria della fede.(61) Si cade facilmente nel dualismo « contenuto-metodo », con riduzionismi in un senso o nell'altro. Rispetto alla dimensione pedagogica, non si è esercitato sempre il necessario discernimento teologico.

– Per quanto riguarda la differenza delle culture rispetto al servizio della fede, un problema è quello di saper trasmettere il Vangelo entro l'orizzonte culturale dei popoli ai quali si dirige, in modo che esso possa essere percepito realmente come una grande notizia per la vita delle persone e della società.(62)

– La formazione all'apostolato e alla missione è uno dei compiti fondamentali della catechesi. Tuttavia, mentre cresce nell'attività catechistica una nuova sensibilità nel formare i fedeli laici alla testimonianza cristiana, al dialogo interreligioso, all'impegno secolare, appare ancora debole e inadeguata l'educazione alla missionarietà ad gentes. Sovente la catechesi ordinaria riserva un'attenzione marginale e saltuaria alle missioni.

La semina del Vangelo


31 Dopo aver analizzato il terreno, il seminatore invia i suoi operai ad annunciare il Vangelo in tutto il mondo, comunicando loro la forza del suo Spirito. Nello stesso tempo, mostra loro come leggere i segni dei tempi e chiede loro una preparazione molto accurata per realizzare la semina.

Come leggere i segni dei tempi


32 La voce dello Spirito che Gesù, da parte del Padre, ha inviato ai suoi discepoli risuona anche negli stessi avvenimenti della storia.(63) Dietro i dati mutevoli della situazione attuale e nelle profonde motivazioni delle sfide che si presentano all'evangelizzazione, è necessario scoprire « i segni della presenza e del disegno di Dio ».(64) Si tratta di un'analisi che bisogna fare alla luce della fede, in atteggiamento di compassione. Avvalendosi delle scienze umane,(65) sempre necessarie, la Chiesa cerca di scoprire il senso della situazione attuale all'interno della storia della salvezza. I suoi giudizi sulla realtà sono sempre diagnosi per la missione.

Alcune sfide per la catechesi


33 Per poter esprimere la sua vitalità ed efficacia, la catechesi oggi dovrebbe assumere le seguenti sfide e orientamenti:

– anzitutto deve proporsi come valido servizio all'evangelizzazione della Chiesa, con un accentuato carattere missionario;

– deve indirizzarsi ad alcuni suoi destinatari privilegiati, come sono stati e continuano ad esserlo i bambini, i fanciulli, gli adolescenti, i giovani e gli adulti a partire, soprattutto, da questi;

– sull'esempio della catechesi patristica, deve plasmare la personalità credente e quindi essere una vera e propria scuola di pedagogia cristiana;

– deve annunciare i misteri essenziali del cristianesimo, promuovendo l'esperienza trinitaria della vita in Cristo come centro della vita di fede;

– deve considerare quale compito prioritario la preparazione e formazione di catechisti di fede profonda.


PARTE I

LA CATECHESI

NELLA

MISSIONE EVANGELIZZATRICE

DELLA CHIESA


La catechesi nella missione evangelizzatrice della Chiesa

« Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura » (Mc 16,15).
« Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato » (Mt 28,19-20).
« Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni... fino agli estremi confini della terra » (Ac 1,8).

Il mandato missionario di Gesù


34 Gesù, dopo la sua risurrezione, inviò da parte del Padre lo Spirito Santo perché compisse dal di dentro l'opera della salvezza e stimolasse i discepoli a continuare la sua propria missione nel mondo intero, come egli a sua volta era stato inviato dal Padre. Egli fu il primo e il più grande evangelizzatore. Annunciò il Regno di Dio,(66) come nuovo e definitivo intervento divino nella storia e definì questo annuncio «il Vangelo », cioè la buona notizia. A esso dedicò tutta la sua esistenza terrena: fece conoscere la gioia di appartenere al Regno,(67) le sue esigenze e la sua « charta magna »,(68) i misteri che racchiude,(69) la vita fraterna di coloro che vi entrano,(70) e la sua pienezza futura.(71)

Significato e finalità di questa parte


35 Questa prima parte intende definire il carattere proprio della catechesi.

Il primo capitolo, relativo all'impianto teologico, ricorda brevemente il concetto di Rivelazione esposta nel Documento conciliare Dei Verbum. Esso determina in maniera specifica il modo di concepire il ministero della Parola. I concetti parola di Dio, Vangelo, Regno di Dio e Tradizione, presenti in questa Costituzione dogmatica, fondano il significato di catechesi. Insieme con essi, è referente obbligato per la catechesi il concetto di evangelizzazione. La sua dinamica e i suoi elementi sono esposti con una precisione nuova e profonda nella Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi.

Il secondo capitolo situa la catechesi nel quadro dell'evangelizzazione e la pone in rapporto con le altre forme del ministero della parola di Dio. Grazie a questo rapporto si scopre più facilmente il carattere proprio della catechesi.

Il terzo capitolo analizza più direttamente la catechesi in quanto tale: la sua natura ecclesiale, la sua finalità vincolante di comunione con Gesù Cristo, i suoi compiti, l'ispirazione catecumenale che la anima.

La concezione che si ha della catechesi condiziona profondamente la selezione e l'organizzazione dei suoi contenuti (cognitivi, esperienziali, comportamentali), ne precisa i destinatari e definisce la pedagogia che si richiede per raggiungere i suoi obiettivi.

Il termine catechesi ha subìto una evoluzione semantica durante i venti secoli di storia della Chiesa. In questo Direttorio la concezione di catechesi si ispira ai Documenti del Magistero Pontificio post-conciliare e soprattutto a Evangelii Nuntiandi, Catechesi Tradendae e Redemptoris Missio.


CAPITOLO I

La Rivelazione e la sua trasmissione mediante l'evangelizzazione


« Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo, ...poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in Lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose » (Ep 1,3-10).

La Rivelazione del disegno provvidenziale di Dio


36 « Dio, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo, offre agli uomini, nelle cose create, una perenne testimonianza di sé ».(72) L'uomo, che per sua natura e vocazione è « capace di Dio », quando ascolta il messaggio delle creature, può raggiungere la certezza dell'esistenza di Dio come causa e fine di tutto e che Egli può rivelarsi all'uomo.

La costituzione Dei Verbum del Concilio Vaticano II ha descritto la Rivelazione come l'atto mediante il quale Dio si manifesta personalmente agli uomini. Dio si mostra, infatti, come colui che vuole comunicare Se stesso, rendendo la persona umana partecipe della Sua natura divina.(73) In tal modo Egli realizza il Suo disegno d'amore.

« Piacque a Dio, nella sua bontà e sapienza, rivelare Se stesso e manifestare il mistero della Sua volontà... per invitare (gli uomini) e ammetterli alla comunione con Sé ».(74)


37 Questo disegno provvidenziale(75) del Padre, rivelato pienamente in Gesù Cristo, si realizza con la forza dello Spirito Santo.

Esso comporta:

– la rivelazione di Dio, della sua « verità intima »,(76) del suo « segreto »,(77) della vera vocazione e dignità della persona umana;(78)

– l'offerta della salvezza a tutti gli uomini, come dono della grazia e della misericordia di Dio,(79) che implica la liberazione dal male, dal peccato, dalla morte;(80)

– la definitiva chiamata per riunire tutti i figli dispersi nella famiglia di Dio, realizzando così tra gli uomini l'unione fraterna.(81)

La Rivelazione: fatti e parole


38 Dio, nella sua immensità, per rivelarsi alla persona umana, utilizza una pedagogia: (82) si serve di avvenimenti e di parole umane per comunicare il suo disegno; lo fa progressivamente e per tappe,(83) per avvicinarsi meglio agli uomini. Dio, infatti, opera in maniera tale che gli uomini arrivino alla conoscenza del suo piano salvifico mediante gli avvenimenti della storia della salvezza e le parole divinamente ispirate che li accompagnano e li spiegano.

« Questa economia della Rivelazione avviene con eventi e parole intimamente connessi, in modo che

– le opere compiute da Dio nella storia della salvezza manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole,

– mentre le parole proclamano le opere e chiariscono il mistero in esse contenuto ».(84)


39 Anche l'evangelizzazione, che trasmette al mondo la Rivelazione, si realizza con opere e parole. Essa è, a un tempo, testimonianza e annuncio, parola e sacramento, insegnamento e impegno.

La catechesi, per parte sua, trasmette i fatti e le parole della Rivelazione: deve proclamarli e narrarli e, nello stesso tempo, chiarire i profondi misteri che essi racchiudono. Inoltre, essendo la Rivelazione fonte di luce per la persona umana, la catechesi non solo ricorda le meraviglie di Dio operate nel passato, ma, alla luce della stessa Rivelazione, interpreta i segni dei tempi e la vita presente degli uomini e delle donne, giacché in essi si realizza il disegno di Dio per la salvezza del mondo.(85)

Gesù Cristo, mediatore e pienezza della Rivelazione


40 Dio si rivelò progressivamente agli uomini, per mezzo dei profeti e degli eventi salvifici, fino a portare a compimento la sua Rivelazione con l'invio del suo stesso Figlio:(86)

« Gesù Cristo, con tutta la sua presenza e con la manifestazione di Sé, con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua gloriosa risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito di verità, compie e completa la Rivelazione ».(87)

Gesù Cristo non è solamente il più grande dei profeti ma è il Figlio eterno di Dio fatto uomo. Egli è, pertanto, l'evento ultimo verso il quale convergono tutti gli avvenimenti della storia della salvezza.(88) Egli è, infatti, « la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre ».(89)


41 Il ministero della Parola deve porre in risalto questa ammirabile caratteristica, propria dell'economia della Rivelazione: il Figlio di Dio entra nella storia degli uomini, assume la vita e la morte umane e realizza la nuova e definitiva alleanza tra Dio e gli uomini. È compito proprio della catechesi mostrare chi è Gesù Cristo: la sua vita e il suo mistero e presentare la fede cristiana come sequela della sua Persona.(90) Perciò deve basarsi costantemente sui Vangeli, i quali « sono il cuore di tutte le Scritture in quanto sono la principale testimonianza relativa alla vita e alla dottrina del Verbo incarnato, nostro Salvatore ».(91)

Il fatto che Gesù Cristo sia la pienezza della Rivelazione è il fondamento del « cristocentrismo »(92) della catechesi: il mistero di Cristo, nel messaggio rivelato, non è un elemento in più accanto ad altri, ma è il centro a partire dal quale tutti gli altri elementi si gerarchizzano e s'illuminano.

La trasmissione della Rivelazione per mezzo della Chiesa, opera dello Spirito Santo


42 La Rivelazione di Dio, culminata in Gesù Cristo, è destinata a tutta l'umanità: « Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità » (1Tm 2,4). In virtù di questa volontà salvifica universale, Dio ha disposto che la Rivelazione si trasmettesse a tutti i popoli, a tutte le generazioni e rimanesse per sempre integra.(93)


43 Per adempiere questo disegno divino, Gesù Cristo istituì la Chiesa sul fondamento degli Apostoli e, inviando loro lo Spirito Santo da parte del Padre, li mandò a predicare il Vangelo in tutto il mondo. Gli Apostoli con parole, opere e scritti, eseguirono fedelmente tale mandato.(94)

Questa Tradizione apostolica si perpetua nella Chiesa e per mezzo della Chiesa. Ed essa, tutt'intera, pastori e fedeli, vigila per la sua conservazione e trasmissione. Il Vangelo, infatti, si conserva integro e vivo nella Chiesa: i discepoli di Gesù Cristo lo contemplano e lo meditano incessantemente, lo vivono nell'esistenza quotidiana e lo annunciano nella missione. Lo Spirito Santo feconda costantemente la Chiesa mentre vive il Vangelo; la fa crescere continuamente nell'intelligenza dello stesso, e la spinge e la sostiene nel compito di annunciarlo in ogni angolo del mondo.(95)


44 La conservazione integra della Rivelazione, parola di Dio contenuta nella Tradizione e nella Scrittura, così come la sua continua trasmissione, sono garantite nella loro autenticità. Il Magistero della Chiesa, sostenuto dallo Spirito Santo e dotato del « carisma della verità » esercita la funzione di « interpretare autenticamente la Parola di Dio ».(96)


45 La Chiesa, « sacramento universale di salvezza »,(97) mossa dallo Spirito Santo, trasmette la Rivelazione mediante l'evangelizzazione: annuncia la buona novella del disegno salvifico del Padre e, nei sacramenti, comunica i doni divini.

A Dio che si rivela è dovuta l'obbedienza della fede, per cui l'uomo aderisce liberamente al « Vangelo della grazia di Dio » (
Ac 20,24), con pieno assenso dell'intelletto e della volontà. Guidato dalla fede, dono dello Spirito, l'uomo giunge a contemplare e gustare il Dio dell'amore, che in Cristo ha rivelato le ricchezze della sua gloria.(98)

L'evangelizzazione (99)


46 La Chiesa « esiste per evangelizzare », (100) cioè per « portare la buona novella in tutti gli strati dell'umanità e, con il suo influsso, trasformare dal di dentro, rendere nuova l'umanità stessa ». (101)

Il mandato missionario di Gesù comporta vari aspetti, intimamente connessi fra loro: « annunciate » (
Mc 16,15), « fate discepoli e insegnate », (102) « siate miei testimoni », (103) « battezzate », (104) « fate questo in memoria di me » (Lc 22,19), « amatevi gli uni gli altri » (Jn 15,12). Annuncio, testimonianza, insegnamento, sacramenti, amore del prossimo, fare discepoli: tutti questi aspetti sono vie e mezzi per la trasmissione dell'unico Vangelo e costituiscono gli elementi dell'evangelizzazione.

Alcuni di essi rivestono un'importanza così grande che, a volte, si tende a identificarli con l'azione evangelizzatrice. Tuttavia, « nessuna definizione parziale e frammentaria può dare ragione della realtà ricca, complessa e dinamica, quale è quella dell'evangelizzazione ». (105) Si corre il rischio di impoverirla e, perfino, di mutilarla. Al contrario, essa deve sviluppare la « sua totalità » (106) e incorporare le sue intrinseche bipolarità: testimonianza e annuncio, (107) parola e sacramento, (108) cambiamento interiore e trasformazione sociale. (109) Gi operatori dell'evangelizzazione devono saper agire con una « visione globale » (110) della stessa e identificarla con l'insieme della missione della Chiesa. (111)

Il processo dell'evangelizzazione


47 La Chiesa, pur contenendo in sé permanentemente la pienezza dei mezzi della salvezza, opera in modo graduale. (112) Il decreto conciliare Ad Gentes ha ben chiarito la dinamica del processo evangelizzatore: testimonianza cristiana, dialogo e presenza della carità (11-12), annuncio del Vangelo e chiamata alla conversione (13), catecumenato e iniziazione cristiana (14), formazione della comunità cristiana per mezzo dei sacramenti e dei ministeri (15-18). (113) Questo è il dinamismo della impiantazione ed edificazione della Chiesa.


48 Conformemente a ciò, occorre concepire l'evangelizzazione come il processo attraverso il quale la Chiesa, mossa dallo Spirito, annuncia e diffonde il Vangelo in tutto il mondo. Essa:

– spinta dalla carità, impregna e trasforma tutto l'ordine temporale, assumendo e rinnovando le culture; (114)

– dà testimonianza (115) tra i popoli del nuovo modo di essere e di vivere che caratterizza i cristiani;

– proclama esplicitamente il Vangelo, mediante il « primo annuncio », (116) chiamando alla conversione; (117)

– inizia alla fede e alla vita cristiana, mediante la « catechesi » (118) e i « sacramenti di iniziazione», (119) coloro che si convertono a Gesù Cristo, o quelli che riprendono il cammino della sua sequela, incorporando gli uni e riconducendo gli altri alla comunità cristiana; (120)

– alimenta costantemente il dono della comunione (121) nei fedeli mediante l'educazione permanente della fede (omelia, altre forme del ministero della Parola), i sacramenti e l'esercizio della carità;

– suscita continuamente la missione, (122) inviando tutti i discepoli di Cristo ad annunciare il Vangelo, con parole e opere, in tutto il mondo.


49 Il processo evangelizzatore, (123) di conseguenza, è strutturato in tappe o « momenti essenziali »: (124) l'azione missionaria per i non credenti e per quelli che vivono nell'indifferenza religiosa; l'azione catechistico-iniziatica per quelli che optano per il Vangelo e per quelli che necessitano di completare o ristrutturare la loro iniziazione; e l'azione pastorale per i fedeli cristiani già maturi, nel seno della comunità cristiana. (125) Questi momenti non sono però tappe concluse: si reiterano, se necessario, giacché daranno l'alimento evangelico più adeguato alla crescita spirituale di ciascuna persona o della stessa comunità.

Il ministero della parola di Dio nell'evangelizzazione


50 Il ministero della Parola (126) è elemento fondamentale della evangelizzazione. La presenza cristiana in mezzo ai differenti gruppi umani e la testimonianza di vita hanno bisogno di essere chiariti e giustificati dall'annuncio esplicito di Gesù Cristo, il

Signore. « Non c'è vera evangelizzazione se il nome, l'insegnamento, la vita e le promesse, il Regno, il mistero di Gesù di Nazaret, Figlio di Dio, non siano proclamati ». (127) Anche quelli che sono già discepoli di Cristo hanno bisogno di essere alimentati costantemente dalla parola di Dio per crescere nella loro vita cristiana. (128)

Il ministero della Parola, all'interno dell'evangelizzazione, trasmette la Rivelazione per mezzo della Chiesa, valendosi delle « parole » umane. Però queste sono sempre riferite alle « opere »: a quelle che Dio realizzò e continua a realizzare, specialmente nella liturgia; alla testimonianza di vita dei cristiani; all'azione trasformatrice che questi, uniti a tanti uomini di buona volontà, realizzano nel mondo. Questa parola umana della Chiesa è il mezzo di cui si serve lo Spirito Santo per continuare il dialogo con l'umanità. Egli è infatti l'agente principale del ministero della Parola, colui per il quale « la viva voce del Vangelo risuona nella Chiesa, e per mezzo di questa nel mondo ». (129)

Il ministero della Parola si esercita in « forme diverse ». (130) La Chiesa, fin dall'epoca apostolica, (131) nel suo desiderio di offrire la parola di Dio nella maniera più appropriata, ha realizzato questo ministero attraverso svariatissime forme. (132) Queste servono tutte per veicolare quelle funzioni basilari che il ministero della Parola è chiamato a svolgere.

Funzioni e forme del ministero della parola di Dio


51 Le principali funzioni del ministero della Parola sono le seguenti:

Convocazione e chiamata alla fede

È la funzione che più immediatamente si evince dal mandato missionario di Gesù. Si realizza mediante il « primo annuncio », diretto ai non credenti: quelli che hanno fatto un'opzione di non-credenza, i battezzati che vivono al margine della vita cristiana, gli appartenenti ad altre religioni... (133) Il risveglio religioso dei bambini, nelle famiglie cristiane, è anche una forma eminente di questa funzione.

L'iniziazione

Coloro che, mossi dalla grazia, decidono di seguire Gesù sono « introdotti nella vita della fede, della liturgia e della carità del Popolo di Dio ». (134) La Chiesa realizza questa funzione, fondamentalmente, per mezzo della catechesi, in stretto rapporto con i sacramenti dell'iniziazione, sia se questi sono da ricevere, sia se furono già ricevuti. Forme importanti sono: la catechesi degli adulti non battezzati, nel catecumenato; la catechesi degli adulti battezzati che desiderano tornare alla fede, o di quelli che hanno bisogno di completare la loro iniziazione; la catechesi dei bambini e dei più giovani, che ha di per sé carattere iniziatico. Anche l'educazione cristiana familiare e l'insegnamento scolastico della religione esercitano una funzione di iniziazione.

L'educazione permanente della fede

In diverse regioni essa è chiamata anche « catechesi permanente ». (135)

Si rivolge ai cristiani iniziati negli elementi di base, che hanno bisogno di alimentare e maturare costantemente la loro fede durante tutta la vita. È una funzione che si realizza attraverso forme molto varie: « sistematiche e occasionali, individuali e comunitarie, organizzate e spontanee, ecc. ». (136)

La funzione liturgica

Il ministero della Parola comprende pure una funzione liturgica, giacché quando esso si realizza all'interno di un'azione sacra è parte integrante della stessa. (137) Esso si esprime eminentemente attraverso l'omelia. Altre forme sono gli interventi e le esortazioni durante le celebrazioni della parola. Occorre fare anche riferimento alla preparazione immediata ai diversi sacramenti, alle celebrazioni sacramentali e soprattutto alla partecipazione dei fedeli all'Eucaristia, come forma fontale dell'educazione alla fede.

La funzione teologica

Essa cerca di sviluppare l'intelligenza della fede ponendosi nella dinamica della « fides quaerens intellectum », cioè, della fede che cerca di capire. (138) La teologia, per compiere questa funzione, ha bisogno di confrontarsi o di dialogare con le forme filosofiche del pensiero, con gli umanismi che connotano la cultura e con le scienze dell'uomo. Si articola in forme che promuovono « la trattazione sistematica e l'investigazione scientifica delle verità della fede ». (139)


52 Forme importanti del ministero della Parola sono: primo annuncio o predicazione missionaria, catechesi pre e post-battesimale, forma liturgica e forma teologica. Accade spesso che tali forme — per circostanze pastorali — debbano assumere più di una funzione. La catechesi, per esempio, insieme alla sua funzione di iniziazione, deve esercitare frequentemente compiti missionari. La stessa omelia, secondo le circostanze, converrà che assuma le funzioni di convocazione e di iniziazione organica.

La conversione e la fede


53 Nell'annunciare al mondo la Buona Novella della Rivelazione, l'evangelizzazione invita uomini e donne alla conversione e alla fede. (140) La chiamata di Gesù: « Convertitevi e credete al Vangelo » (Mc 1,15) continua a risonare, oggi, mediante l'evangelizzazione della Chiesa. La fede cristiana è, innanzittutto, conversione a Gesù Cristo, (141) adesione piena e sincera alla sua persona e decisione di camminare alla sua sequela. (142) La fede è un incontro personale con Gesù Cristo, è farsi suo discepolo. Ciò esige l'impegno permanente di pensare come Lui, di giudicare come Lui e di vivere come Lui è vissuto. (143) Così, il credente si unisce alla comunità dei discepoli e fa sua la fede della Chiesa. (144)


54 Questo « sì » a Gesù Cristo, pienezza della Rivelazione del Padre, racchiude in sé una doppia dimensione: il fiducioso abbandono in Dio e l'amorevole assenso a tutto ciò che Egli ci ha rivelato. Ciò è possibile solo mediante l'azione dello Spirito Santo. (145)

« Con la fede,

– l'uomo si abbandona tutt'intero liberamente a Dio,

– prestandogli il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà, acconsentendo volontariamente alla rivelazione data da Lui ». (146)

« Credere ha perciò un duplice riferimento: alla persona e alla verità; alla verità per la fiducia che si accorda alla persona che l'afferma ». (147)


55 La fede comporta un cambiamento di vita, una « metanoia », (148) cioè una trasformazione profonda della mente e del cuore; fa sì che il credente viva quella « nuova maniera di essere, di vivere, di vivere insieme, che il Vangelo inaugura ». (149) Questo cambiamento di vita si manifesta a tutti i livelli dell'esistenza del cristiano: nella sua vita interiore di adorazione e accoglienza della volontà divina; nella sua partecipazione attiva alla missione della Chiesa; nella sua vita matrimoniale e familiare; nell'esercizio della vita professionale; nell'adempimento delle attività economiche e sociali.

La fede e la conversione sgorgano dal « cuore », cioè, dal più profondo della persona umana, coinvolgendola tutta. Incontrando Gesù Cristo e aderendo a Lui, l'essere umano vede colmate le sue aspirazioni più profonde; trova ciò che ha sempre cercato e lo trova in modo sovrabbondante. (150) La fede risponde a quella « attesa », (151) spesso inconsapevole e sempre limitata di conoscere la verità su Dio, sull'uomo stesso e sul destino che lo attende. È come un'acqua pura (152) che ravviva il cammino dell'uomo, pellegrino alla ricerca del suo focolare.

La fede è un dono di Dio. Può nascere nell'intimo del cuore umano soltanto come frutto della « grazia che previene e soccorre » (153) e come risposta, completamente libera, alla mozione dello Spirito Santo, che muove il cuore e lo rivolge a Dio, dandogli « dolcezza nel consentire e nel credere alla verità ». (154)

La Vergine Maria visse nel modo più perfetto queste dimensioni della fede. La Chiesa venera in lei « la più pura realizzazione della fede ». (155)


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