Direttorio generale catechesi IT 201

La catechesi in relazione ai « nuovi movimenti religiosi »\b (107)


201 Nel clima di relativismo religioso e culturale, e talora anche a causa della condotta non retta dei cristiani, proliferano oggi « nuovi movimenti religiosi », chiamati anche sette o culti, con abbondanza di nomi e di tendenze, difficili da ordinare in un quadro organico e preciso. Per quanto è dato di cogliere, si possono distinguere movimenti di matrice cristiana, altri derivanti da religioni orientali, altri attingenti a tradizioni esoteriche. Preoccupano per le dottrine e pratiche di vita che si allontanano sovente dai contenuti della fede cristiana. Rimane quindi necessario promuovere a favore dei cristiani, esposti al rischio della fede, l'« impegno per una evangelizzazione e una catechesi integrali e sistematiche che devono essere accompagnate da una testimonianza che le traduca nella vita ». (108) Si tratta infatti di superare la grave insidia dell'ignoranza e del pregiudizio, aiutare i fedeli ad incontrare correttamente la Scrittura, suscitando tra loro esperienze vive di preghiera, difendendoli dai seminatori di errori, educandoli alla responsabilità della fede ricevuta, venendo incontro con la carica dell'amore evangelico a pericolose situazioni di solitudine, povertà, sofferenza. Per l'anelito religioso che tali movimenti possono esprimere, meritano di essere considerati un « areopago da evangelizzare », in cui i problemi più sentiti possono trovare risposta. « La Chiesa ha un immenso patrimonio spirituale da offrire all'umanità, in Cristo che si proclama "la via, la verità e la vita" (Jn 14,6) ». (109)


CAPITOLO V

Catechesi in contesto socio-culturale (110)


Catechesi e cultura contemporanea\b (111)


202 « Della catechesi, come dell'evangelizzazione in generale, possiamo dire che è chiamata a portare la forza del Vangelo nel cuore della cultura e delle culture ». (112) I principi dell'adattamento e inculturazione catechistica sono stati esposti in precedenza. (113) Ora basti riaffermare che il discorso catechistico ha per guida necessaria ed eminente la « regola della fede », illustrata dal Magistero ed approfondita dalla teologia. Non va nemmeno dimenticato che la storia della catechesi, specialmente al tempo dei Padri, è per tanti aspetti storia dell'inculturazione della fede e come tale merita che sia studiata e meditata; storia, d'altra parte, che non si ferma mai e che richiede tempi lunghi di continua assimilazione del vangelo.

In questo capitolo vengono esposte delle indicazioni di metodo per un compito che è tanto necessario quanto esigente, niente affatto facile, esposto ai rischi del sincretismo e di altri malintesi. Si può dire che su questo tema, particolarmente importante oggi, vi è bisogno di una maggiore riflessione programmata e universale in merito all'esperienza catechistica.

Compiti di una catechesi per l'inculturazione della fede (114)


203 Formano un insieme organico e sono qui sinteticamente espressi:

– conoscere in profondità la cultura delle persone e il grado di penetrazione nella loro vita;

– riconoscere la presenza della dimensione culturale nello stesso Vangelo, affermando che questo non scaturisce da qualche humus culturale umano, e d'altra parte riconoscendo come il Vangelo non sia isolabile dalle culture in cui si è inserito al principio e si è espresso nel corso dei secoli;

– annunciare il cambiamento profondo, la conversione, che il Vangelo, in quanto forza « trasformatrice e rigeneratrice », (115) opera nelle culture;

– testimoniare la trascendenza e il non esaurimento del Vangelo nella cultura, ed insieme discernere i germi evangelici che possono essere presenti in essa;

– promuovere una nuova espressione del Vangelo secondo la cultura evangelizzata, mirando ad un linguaggio della fede che sia patrimonio comune tra i fedeli, e quindi fattore fondamentale di comunione;

– mantenere integri i contenuti della fede della Chiesa e procurare che la spiegazione e la illustrazione delle formule dottrinali della Tradizione siano proposte tenendo conto della situazione culturale e storica dei destinatari, evitando sempre mutilazioni e falsificazioni dei contenuti.

Processo metodologico


204 La catechesi, mentre deve evitare ogni manipolazione di una cultura, nemmeno può limitarsi alla semplice giustapposizione a essa del Vangelo, « in maniera decorativa », ma dovrà proporlo « in modo vitale, in profondità » (116) e fino alle radici della cultura e delle culture dell'uomo.

Ciò determina un processo dinamico fatto di diversi momenti tra loro interagenti: sforzarsi di ascoltare, nella cultura della gente, come l'eco (presagio, invocazione, segno...) della Parola di Dio; discernere ciò che è autentico valore evangelico o almeno aperto al Vangelo; purificare ciò che è sotto il segno del peccato (passioni, strutture di male...) o dell'umana fragilità; fare breccia nelle persone stimolando un atteggiamento di conversione radicale a Dio, di dialogo con gli altri, di paziente maturazione interiore.

Necessità e criteri di valutazione


205 In fase di valutazione, tanto più necessaria in caso di tentativo iniziale eo di sperimentazione, si porrà attenta cura nell'accertare se nel processo catechistico si siano infiltrati elementi di sincretismo. In tale caso i tentativi di inculturazione risulterebbero pericolosi ed erronei e vanno rettificati.

In termini positivi, è corretta quella catechesi che non soltanto provoca assimilazione intellettuale del contenuto di fede, ma tocca anche il cuore e trasforma la condotta. In questo modo la catechesi genera un vita dinamica ed unificata dalla fede, colma il fossato tra il creduto e il vissuto, tra il messaggio cristiano e il contesto culturale, stimola frutti di santità.

Responsabili del processo di inculturazione


206 « L'inculturazione deve coinvolgere tutto il popolo di Dio, non solo alcuni esperti, poiché è noto che il popolo riflette quel genuino senso della fede che non bisogna mai perdere di vista. Essa va guidata e stimolata, ma non forzata, per non suscitare reazioni negative nei cristiani: dev'essere espressione di vita comunitaria, cioè maturare in seno alla comunità e non frutto esclusivo di ricerche erudite ». (117) La tensione all'incarnazione del Vangelo che è impegno specifico dell'inculturazione esige una partecipazione alla catechesi da parte di tutti coloro che vivono nello stesso contesto culturale: il clero, gli operatori pastorali (catechisti), mondo dei laici.

Forme e vie privilegiate


207 Tra le forme più atte all'inculturazione della fede giova ricordare la catechesi dei giovani e degli adulti, per le possibilità di correlare più incisivamente fede e vita. L'inculturazione della fede non può essere disattesa nell'iniziazione cristiana dei piccoli proprio per le notevoli implicanze culturali di tale processo: acquisizione di nuove motivazioni di vita, educazione della coscienza, apprendimento del linguaggio biblico e sacramentale, conoscenza dello spessore storico del cristianesimo.

Via privilegiata è la catechesi liturgica, per la ricchezza di segni con cui viene espresso il messaggio e per l'accessibilità a tanta parte del popolo di Dio; vanno pure rivalorizzati i contenuti dei Lezionari, la struttura dell'Anno Liturgico, l'omelia domenicale ed altre occasioni di catechesi particolarmente significative (matrimoni, funerali, visite a malati, feste dei santi patroni, ecc.); centrale rimane la cura della famiglia, agente primario di avvio ad una trasmissione incarnata della fede; peculiare interesse riveste la catechesi in situazione multietnica e multiculturale, in quanto conduce ancora più attentamente a scoprire e a tenere conto delle risorse dei diversi gruppi nell'accogliere e riesprimere la fede.

Il linguaggio (118)


208 L'inculturazione della fede per certi aspetti è opera di linguaggio. Questo importa che la catechesi rispetti e valorizzi il linguaggio proprio del messaggio, anzitutto quello biblico, ma anche quello storico-tradizionale della Chiesa (Simbolo, liturgia) e il cosiddetto linguaggio dottrinale (formule dogmatiche); ancora, è necessario che la catechesi entri in comunicazione con forme e termini propri della cultura della persona cui si rivolge; infine, occorre che la catechesi stimoli nuove espressioni del Vangelo nella cultura in cui questo è stato impiantato.

Nel processo di inculturazione del Vangelo la catechesi non deve temere di usare formule tradizionali e termini tecnici della fede, ma darne il significato e mostrarne la rilevanza esistenziale; e d'altra parte è dovere della catechesi « trovare un linguaggio adatto ai fanciulli e ai giovani del nostro tempo in generale, come a numerose altre categorie di persone: linguaggio per gli intellettuali, per gli uomini di scienza; linguaggi per gli analfabeti o per le persone di cultura elementare; linguaggio per handicappati, ecc. ». (119)

I mezzi di comunicazione


209 Intrinsecamente legati al linguaggio sono i modi della comunicazione. Uno dei più efficaci e pervasivi è quello dei mass media. « L'evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dal loro influsso ». (120)

Rimandando a quanto si dice a loro proposito in altra parte, (121) ricordiamo alcuni indicatori utili agli effetti della inculturazione: una più ampia valorizzazione dei media secondo la loro specifica qualità comunicativa, sapendo ben equilibrare il linguaggio dell'immagine con quello della parola; la salvaguardia del senso religioso genuino nelle forme espressive prescelte; la promozione della maturità critica dei recettori e lo stimolo all'approfondimento personale di quanto recepito dai media; la produzione di sussidi catechistici massmediali congrui allo scopo; una proficua collaborazione tra agenti pastorali. (122)


210 Uno strumento riconosciuto centrale nel processo di inculturazione è il Catechismo. Anzitutto il Catechismo della Chiesa Cattolica, di cui occorre saper « evidenziare la vasta gamma di servizi... anche ai fini dell'inculturazione, la quale, per essere efficace, non può mai cessare di essere vera ». (123)

Il Catechismo della Chiesa Cattolica richiede espressamente la redazione di catechismi locali appropriati, in cui « attuare gli adattamenti... richiesti dalle differenze di cultura, di età, di vita spirituale e di situazione sociale ed ecclesiale di coloro cui la catechesi è rivolta ». (124)

Ambiti antropologici e tendenze culturali


211 Il Vangelo sollecita una catechesi aperta, generosa e coraggiosa nel raggiungere le persone dove vivono, in particolare incontrando quegli snodi dell'esistenza dove avvengono gli scambi culturali elementari e fondamentali, come la famiglia, la scuola, l'ambiente di lavoro, il tempo libero.

È pure importante per la catechesi saper discernere e penetrare in quegli ambiti antropologici nei quali le tendenze culturali hanno maggior impatto per la creazione o diffusione di modelli di vita, come il mondo urbano, il flusso turistico e migratorio, il pianeta giovani ed altri fenomeni socialmente rilevanti...

Infine, « sono altrettanti settori da illuminare con la luce del Vangelo » (125) quelle aree culturali che sono denominate « areopaghi moderni », come l'area della comunicazione; l'area degli impegni civili per la pace, lo sviluppo, la liberazione dei popoli, la salvaguardia del creato; l'area di difesa dei diritti delle persone, soprattutto delle minoranze, della donna e del bambino; l'area della ricerca scientifica e dei rapporti internazionali...

Intervento nelle situazioni concrete


212 Il processo di inculturazione operato dalla catechesi è chiamato a confrontarsi in continuità con situazioni concrete molteplici e differenti. Intendiamo qui nominarne alcune più rilevanti e frequenti.

In primo luogo è necessario distinguere inculturazione in paesi di recente origine cristiana, dove il primo annuncio missionario deve ancora consolidarsi, e inculturazione in paesi di tradizione cristiana, bisognosi di nuova evangelizzazione.

Bisogna poi tenere conto di situazioni esposte a tensioni e conflitti in relazione a fattori come il pluralismo etnico, il pluralismo religioso, le differenze di sviluppo talora così stridenti, la condizione urbana ed extraurbana di vita, i sistemi di significato dominanti, i quali in certi paesi sono influenzati da massiccia secolarizzazione, in altri da forte religiosità.

Infine, si cercherà di avere presenti quelle tendenze culturalmente significative nel territorio, rappresentate dai vari ceti sociali e professionali, come uomini di scienza e di cultura, mondo operaio, giovani, emarginati, stranieri, disabili...

In termini più generali, « la formazione dei cristiani terrà nel massimo conto la cultura umana del luogo, la quale contribuisce alla stessa formazione e aiuterà a giudicare il valore sia insito nella cultura tradizionale, sia proposto in quella moderna. Si dia la dovuta attenzione anche alle diverse culture che possono coesistere in uno stesso popolo e una stessa nazione ». (126)

Compiti delle Chiese locali\b (127)


213 L'inculturazione compete alle Chiese particolari e si riferisce a tutti gli ambiti della vita cristiana. La catechesi ne è un aspetto. Proprio per la natura dell'inculturazione che avviene nella concretezza e specificità della situazioni, « una legittima attenzione alle Chiese particolari non può che arricchire la Chiesa. È anzi indispensabile e urgente ». (128)

A questo scopo, assai opportunamente un po' ovunque le Conferenze Episcopali vanno proponendo Direttorii catechistici (e strumenti analoghi), catechismi e sussidi, laboratori e centri di formazione. Alla luce di quanto viene espresso nel presente Direttorio diventa necessario operare una revisione e un aggiornamento delle direttive locali, stimolando il concorso dei centri di ricerca, avvalendosi dell'esperienza dei catechisti, favorendo la partecipazione dello stesso popolo di Dio.

Iniziative guidate


214 L'importanza dell'argomento e, d'altra parte, la indispensabile fase di ricerca e di sperimentazione richiedono iniziative guidate dai legittimi Pastori. Esse sono:

– favorire una catechesi diffusa e capillare che serve a superare anzitutto il grave ostacolo di ogni inculturazione che è l'ignoranza o la cattiva informazione. Ciò permette quel dialogo e coinvolgimento diretto delle persone che meglio indicano vie efficaci di annuncio;

– realizzare esperienze-pilota di inculturazione della fede entro un programma stabilito dalla Chiesa. In particolare assume un ruolo influente la pratica del catecumenato degli adulti secondo il RICA;

– se nella medesima area ecclesiale vi sono molteplici gruppi etnico-linguistici è opportuno disporre di guide e direttorii tradotti nelle diverse lingue, promovendo, tramite centri catechistici, un servizio catechistico omogeneo ad ogni gruppo;

– stabilire un dialogo di reciproco ascolto e di comunione tra le Chiese locali, e tra queste e la Santa Sede. Ciò permette di accertare esperienze, criteri, itinerari, strumenti di lavoro per l'inculturazione più validi ed aggiornati.


PARTE QUINTA

LA CATECHESI

NELLA CHIESA PARTICOLARE


La catechesi nella Chiesa particolare

« Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni » (Mc 3,13-15).
« Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa » (Mt 16,17-18).
La Chiesa di Gerusalemme, spinta dallo Spirito Santo, genera le Chiese: « Chiesa di Gerusalemme » (Ac 8,1); « La Chiesa di Dio che è in Corinto » (1Co 1,2); « Le Chiese dell'Asia » (1Co 16,19); « Le Chiese della Giudea » (Ga 1,22); « Le sette Chiese: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia, Laodicea » (cf Ap 2,1-3,22)

Significato e finalità di questa parte


215 Da quanto esposto nelle precedenti parti in merito alla natura della catechesi, al suo contenuto, alla sua pedagogia e ai suoi destinatari, scaturisce la pastorale catechistica che, di fatto, si realizza nella Chiesa particolare.

Questa quinta parte ne espone gli elementi più importanti.


216 Nel primo capitolo si riflette sul ministero catechistico e i suoi agenti. La catechesi è una responsabilità comune, ma differenziata. I vescovi, i presbiteri, i diaconi, i religiosi e i fedeli laici operano in essa secondo le loro rispettive responsabilità e carismi.

La formazione dei catechisti, analizzata nel secondo capitolo, è elemento decisivo nell'azione catechizzatrice. Se è importante dotare la catechesi di validi strumenti, è ancora più importante preparare catechisti idonei. Nel terzo capitolo si studiano i luoghi dove, di fatto, si realizza la catechesi.

Nel quarto capitolo si studiano gli aspetti più direttamente organizzativi della catechesi: gli organismi responsabili, la coordinazione della catechesi e alcuni compiti propri del servizio catechistico.

L'indicazione e i suggerimenti offerti in questi capitoli non possono trovare immediata e contemporanea applicazione in tutte le parti della Chiesa. Per quelle nazioni o regioni, nelle quali l'azione catechistica non ha ancora avuto modo di raggiungere un sufficiente livello di sviluppo, questi orientamenti e suggerimenti segnalano solo una serie di mete da raggiungere con gradualità.


CAPITOLO I

Il ministero della catechesi nella Chiesa particolare e i suoi agenti


La Chiesa particolare (129)


217 L'annunzio, la trasmissione e l'esperienza vissuta del Vangelo si realizzano nella Chiesa particolare (130) o Diocesi. (131) La Chiesa particolare è costituita dalla comunità dei discepoli di Gesù Cristo (132) che vivono in uno spazio socioculturale determinato. In ogni Chiesa particolare « si fa presente la Chiesa universale con tutti i suoi elementi essenziali ». (133) Realmente, la Chiesa universale, fecondata come prima cellula il giorno della Pentecoste dallo Spirito Santo, « partorisce le Chiese particolari come figlie e si esprime in esse ». (134) La Chiesa universale, come Corpo di Cristo, si manifesta così come « Corpo delle Chiese ». (135)


218 L'annunzio del Vangelo e dell'Eucaristia sono i due pilastri su cui si edifica e attorno a cui si riunisce la Chiesa particolare. Come la Chiesa universale, anch'« essa esiste per evangelizzare ». (136)

La catechesi è un'azione evangelizzatrice basilare di ogni Chiesa particolare. Per mezzo di essa, la Diocesi offre a tutti i suoi membri e a tutti quelli che si avvicinano con il desiderio di consegnarsi a Gesù Cristo un processo formativo che permetta di conoscere, celebrare, vivere e annunziare il Vangelo entro il proprio orizzonte culturale. In questo modo, la confessione della fede — meta della catechesi — può essere proclamata dai discepoli di Cristo « nelle loro lingue ». (137) Come nella Pentecoste, anche oggi la Chiesa di Cristo, « presente e operante » (138) nella Chiese particolari, « parla tutte le lingue », (139) poiché, come albero che cresce, getta le sue radici in tutte le culture.

Il ministero della catechesi nella Chiesa particolare


219 Nell'insieme dei ministeri e dei servizi, con i quali la Chiesa particolare attua la sua missione evangelizzatrice, occupa un posto di rilievo il ministero della catechesi. (140) Di esso si segnalano i tratti seguenti:

a) Nella Diocesi, la catechesi è un servizio unico, (141) attuato in modo congiunto dai presbiteri, diaconi, religiosi e laici, in comunione con il Vescovo. Tutta la comunità cristiana deve sentirsi responsabile di questo servizio. Anche se i sacerdoti, religiosi e laici realizzano in comune la catechesi, lo fanno in modo differenziato, ognuno secondo la sua particolare condizione nella Chiesa (ministri sacri, persone consacrate, fedeli cristiani). (142) Attraverso loro, nella differenza delle funzioni di ognuno, il ministero catechistico offre, in modo completo, la Parola e la testimonianza della realtà ecclesiale. Se mancasse qualcuna di queste forme di presenza la catechesi perderebbe parte della propria ricchezza e del proprio significato.

b) Si tratta, d'altra parte, di un servizio ecclesiale indispensabile per la crescita della Chiesa. Non è una azione che possa realizzarsi nella comunità a titolo privato, o per iniziativa puramente personale. Si agisce in nome della Chiesa, in virtù della missione da essa conferita.

c) Il ministero catechistico — nell'insieme dei ministeri e dei servizi ecclesiali — ha un carattere proprio, che deriva dalla specificità dell'azione catechistica entro il processo di evangelizzazione. Il compito del catechista, come educatore della fede, differisce da quello degli altri agenti della pastorale (liturgica, della carità, sociale...), anche se, ovviamente, dovrà agire in coordinazione con essi.

d) Affinché il ministero catechistico nella Diocesi sia fruttuoso, ha bisogno di fare assegnamento su altri agenti, non necessariamente catechisti diretti, i quali appoggiano e sostengono l'attività catechistica, realizzando compiti che sono imprescindibili, come: la formazione dei catechisti, l'elaborazione di materiali, la riflessione, l'organizzazione e la pianificazione. Questi agenti, insieme con i catechisti, sono al servizio di un unico ministero catechistico diocesano, anche se non tutti svolgono gli stessi ruoli, né allo stesso titolo.

La comunità cristiana e la responsabilità di catechizzare


220 La catechesi è una responsabilità di tutta la comunità cristiana. L'iniziazione cristiana, infatti, « non deve essere opera soltanto dei catechisti o dei sacerdoti, ma di tutta la comunità dei fedeli ». (143) La stessa educazione permanente della fede è una questione che spetta a tutta la comunità. La catechesi è, pertanto, una azione educativa realizzata a partire dalla responsabilità peculiare di ogni membro della comunità, in un contesto o clima comunitario ricco di relazioni, affinché i catecumeni e i catechizzandi si incorporino attivamente nella vita della comunità.

Di fatto, la comunità cristiana segue lo sviluppo dei processi catechistici, sia con i bambini, sia con i giovani o con gli adulti, come un fatto che la coinvolge e la impegna direttamente. (144) È ancora la comunità cristiana che, alla fine del processo catechistico, accoglie i catechizzandi in un ambiente fraterno « in cui potranno vivere nel modo più pieno ciò che hanno appreso ». (145)


221 La comunità cristiana non soltanto dà molto al gruppo dei catechizzandi, ma riceve anche molto da essi. I nuovi convertiti, soprattutto i giovani e gli adulti, aderendo a Gesù Cristo, apportano alla comunità che li accoglie nuova ricchezza umana e religiosa. Così la comunità cresce e si sviluppa, poiché la catechesi non soltanto conduce alla maturità della fede i catechizzandi, ma la stessa comunità in quanto tale.

Anche se tutta la comunità cristiana è responsabile della catechesi, e anche se tutti i suoi membri devono dare testimonianza della fede, solo alcuni ricevono il mandato ecclesiale di essere catechisti. Insieme con la missione originaria che hanno i genitori nei confronti dei loro figli, la Chiesa conferisce ufficialmente a determinati membri del Popolo di Dio, specificamente chiamati, la delicata missione di trasmettere organicamente la fede in seno alla comunità. (146)

Il Vescovo, primo responsabile della catechesi nella Chiesa particolare


222 Il Concilio Vaticano II rileva l'importanza eminente che, nel ministero episcopale, hanno l'annunzio e la trasmissione del Vangelo: « Tra i principali doveri dei Vescovi eccelle la predicazione del Vangelo ». (147) Nella realizzazione di questo compito i Vescovi sono, prima di tutto, « araldi della fede », (148) che cercano di guadagnare nuovi discepoli a Cristo e sono, allo stesso tempo, « dottori autentici », (149) che trasmettono al popolo loro affidato la fede da professare e da vivere. Nel ministero profetico dei Vescovi, l'annunzio missionario e la catechesi costituiscono due aspetti, intimamente uniti. Per svolgere questa funzione, i Vescovi ricevono « un carisma certo di verità ». (150)

I Vescovi, sono « i primissimi responsabili della catechesi, i catechisti per eccellenza ». (151) Nella storia della Chiesa è evidente il ruolo preponderante di grandi e santi Vescovi che, con le loro iniziative e i loro scritti, segnano il periodo più florido dell'istituzione catecumenale. Essi concepivano la catechesi come uno dei compiti fondamentali del loro ministero. (152)


223 Questa preoccupazione per l'attività catechistica porterà il Vescovo ad assumere « l'alta direzione della catechesi » (153) nella Chiesa particolare, la qual cosa implica, fra l'altro:

– Assicurare alla sua Chiesa la priorità effettiva di una catechesi attiva ed efficace, « che metta in opera le persone, i mezzi e gli strumenti, come pure le risorse economiche necessarie ». (154)

– Esercitare la sollecitudine per la catechesi con un intervento diretto nella trasmissione del Vangelo ai fedeli, vigilando allo stesso tempo sulla autenticità della confessione della fede e sulla qualità dei testi e strumenti che debbano essere utilizzati. (155)

– « Suscitare e mantenere una vera autentica passione per la catechesi; una passione però che si incarni in un'organizzazione adeguata ed efficace », (156) operando con la convinzione profonda dell'importanza che ha la catechesi per la vita cristiana di una Diocesi.

– Adoperarsi « perché i catechisti siano convenientemente preparati al loro incarico; così che questi conoscano a fondo la dottrina della Chiesa e apprendano in teoria e in pratica le leggi della psicologia e le materie pedagogiche ». (157)

– Stabilire nella Diocesi un progetto globale di catechesi, articolato e coerente, il quale risponda alle vere necessità dei fedeli e sia convenientemente situato nei piani pastorali diocesani. Tale progetto può essere coordinato, nel suo svolgimento, con i piani della Conferenza episcopale.

I presbiteri, pastori ed educatori della comunità cristiana


224 La funzione propria del presbitero nel compito catechistico scaturisce dal sacramento dell'Ordine che ha ricevuto. Per il sacramento dell'Ordine, i presbiteri, in virtù dell'unzione dello Spirito Santo, si configurano a Cristo sacerdote, come ministri del Capo, per costruire ed edificare tutto il suo Corpo che è la Chiesa, come cooperatori dell'ordine episcopale. (158) Per questa ontologica configurazione con Cristo, il ministero dei presbiteri è un servizio che plasma la comunità, che coordina e dà forza agli altri servizi e carismi. In relazione alla catechesi, il sacramento dell'Ordine costituisce i presbiteri come « educatori nella fede ». (159) Si adoperano, quindi, perché i fedeli della comunità si formino adeguatamente e raggiungano la maturità cristiana. (160) Consapevoli, d'altra parte, che il loro « sacerdozio ministeriale » (161) è al servizio del « sacerdozio comune dei fedeli », (162) i presbiteri stimolano la vocazione e il lavoro dei catechisti, aiutandoli a realizzare una funzione che sgorga dal battesimo e si esercita in virtù di una missione che la Chiesa affida loro. I presbiteri realizzano, così, la raccomandazione del Concilio Vaticano II, quando chiede a essi che « riconoscano e promuovano la dignità dei laici e il ruolo specifico che loro spetta nella missione della Chiesa ». (163)


225 Compiti propri del presbitero nella catechesi e, in particolare, del parroco (164) sono:

– suscitare nella comunità cristiana il senso della comune responsabilità verso la catechesi, come compito che tutti coinvolge, così come la riconoscenza e l'apprezzamento verso i catechisti e la loro missione;

– curare l'impostazione di fondo della catechesi e la sua adeguata programmazione, facendo assegnamento sulla partecipazione attiva degli stessi catechisti, e badando che essa sia « ben strutturata e ben orientata »; (165)

– suscitare e discernere vocazioni per il servizio catechistico e, come catechista dei catechisti, badare alla loro formazione, dedicando a questo compito la massima sollecitudine;

– integrare l'azione catechistica nel progetto evangelizzatore della comunità e curare in particolare il legame fra catechesi, sacramenti e liturgia;

– assicurare il legame della catechesi della sua comunità con i piani pastorali diocesani, aiutando i catechisti a farsi cooperatori attivi di un progetto diocesano comune.

L'esperienza attesta che la qualità della catechesi di una comunità dipende, in grandissima parte, della presenza e dall'azione del sacerdote.

I genitori, primi educatori della fede dei propri figli\b (166)


226 La testimonianza di vita cristiana, offerta dai genitori nel seno della famiglia, arriva ai bambini avvolta di tenerezza e di rispetto materno e paterno. I figli percepiscono, così, e vivono gioiosamente la vicinanza di Dio e di Gesù manifestata dai genitori; questa prima esperienza cristiana lascia frequentemente una traccia decisiva che dura per tutto il tempo della vita. Tale risveglio religioso infantile nell'ambito familiare ha un carattere « insostituibile ». (167)

Questa prima iniziazione si consolida quando, in occasione di certi avvenimenti familiari o di feste, ci « si preoccupa di esplicitare in famiglia il contenuto cristiano o religioso di tali avvenimenti ». (168) Tale iniziazione si approfondisce di più se i genitori commentano e aiutano a interiorizzare la catechesi più metodica che i loro figli, più cresciuti, ricevono nella comunità cristiana. Infatti, « la catechesi familiare precede, accompagna e arricchisce ogni altra forma di catechesi ». (169)


227 I genitori ricevono nel sacramento del matrimonio la grazia e la responsabilità dell'educazione cristiana dei loro figli, (170) ai quali testimoniano e trasmettono insieme i valori umani e religiosi. Tale azione educativa, al contempo umana e religiosa, è un « vero ministero », (171) per mezzo del quale si trasmette e si irradia il Vangelo fino al punto che la stessa vita di famiglia si fa itinerario di fede e scuola di vita cristiana. Nella misura in cui i figli crescono, anche lo scambio si fa mutuo e, « in un dialogo catechistico di questo tipo, ognuno riceve e dà ». (172)

Per questo occorre che la comunità cristiana presti una attenzione specialissima ai genitori. Attraverso contatti personali, incontri, corsi e anche mediante una catechesi per adulti diretta ai genitori, bisogna aiutarli ad assumere il compito — oggi particolarmente delicato — di educare nella fede i loro figli. Questo è ancora più urgente nei luoghi nei quali la legislazione civile non permette o rende difficile una libera educazione nella fede. (173) In questi casi, la « chiesa domestica » (174) è, praticamente, l'unico ambito dove i bambini e i giovani possono ricevere una autentica catechesi.

I religiosi nella catechesi


228 La Chiesa convoca, in modo particolare, le persone di vita consacrata all'attività catechistica e auspica « che le comunità religiose consacrino il massimo delle loro capacità e delle loro possibilità all'opera specifica della catechesi ». (175)

Il contributo peculiare dei religiosi, delle religiose e dei membri delle Società di Vita apostolica alla catechesi deriva dalla loro condizione specifica. La professione dei consigli evangelici, che caratterizza la vita religiosa, costituisce un dono per tutta la comunità cristiana. Nell'azione catechistica diocesana, il loro originale e peculiare apporto non potrà mai essere surrogato né dai sacerdoti né dai laici. Questo contributo originale nasce dalla testimonianza pubblica della loro consacrazione, che li costituisce segno vivente della realtà del Regno: « È la professione di tali consigli, in uno stato di vita stabile riconosciuto dalla Chiesa, che caratterizza la vita consacrata a Dio ». (176) Sebbene i valori evangelici debbano essere vissuti da ogni cristiano, le persone di vita consacrata « incarnano la Chiesa in quanto desiderosa di abbandonarsi al radicalismo delle beatitudini ». (177) La testimonianza dei religiosi, unita alla testimonianza dei laici, mostra il volto unico della Chiesa che è segno del Regno di Dio. (178)


229 « Molte famiglie religiose, maschili e femminili, sono sorte per l'educazione cristiana dei fanciulli e dei giovani, soprattutto dei più abbandonati ». (179) Lo stesso carisma dei fondatori fa sì che molti religiosi e religiose collaborino oggi nella catechesi diocesana degli adulti. Nel corso della storia sempre essi « si sono trovati molto impegnati nell'attività catechistica della Chiesa ». (180)

I carismi fondazionali (181) non rimangono al margine quando i religiosi assumono il compito catechistico. Mantenendo intatto il carattere proprio della catechesi, i carismi delle diverse comunità religiose connotano questo compito comune con accentuazioni proprie, spesso di grande profondità religiosa, sociale e pedagogica. La storia della catechesi dimostra la vitalità che questi carismi hanno apportato all'azione educativa della Chiesa.


Direttorio generale catechesi IT 201