Direttorio Presbiteri IT 81

Organizzazione e mezzi


81 Incontri sacerdotali

L'itinerario degli incontri sacerdotali deve avere la caratteristica dell'unitarietà e della progressione per tappe.

Tale unitarietà deve convergere nella conformazione a Cristo, di modo che le verità di fede, la vita spirituale e l'attività ministeriale portino alla progressiva maturazione di tutto il presbiterio.

Il cammino formativo unitario è scandito da tappe ben definite. Ciò esigerà una specifica attenzione alle diverse fasce di età dei presbiteri, non trascurandone alcuna, come pure una verifica delle tappe compiute, con l'avvertenza di accordare tra loro i cammini formativi comunitari con quelli personali, senza dei quali i primi non potrebbero sortire effetto.

Gli incontri dei sacerdoti sono da ritenersi necessari per crescere nella comunione, per una sempre maggiore presa di coscienza e per una adeguata disamina dei problemi propri di ciascuna fascia di età.

Circa i contenuti di tali riunioni, ci si può rifare ai temi eventualmente proposti dalle Conferenze episcopali nazionali e regionali. In ogni caso, è necessario che essi siano stabiliti in un preciso piano di formazione della Diocesi, possibilmente aggiornato ogni anno.(238)

La loro organizzazione e il loro svolgimento potranno essere prudentemente affidati dal Vescovo a Facoltà o Istituti teologici e pastorali, al Seminario, a organismi o federazioni impegnati nella formazione sacerdotale,(239) a qualche altro Centro o Istituto specializzato che, a seconda delle possibilità e opportunità, potrà essere diocesano, regionale o nazionale, purché sia accertata la rispondenza alle esigenze di ortodossia dottrinale, di fedeltà al Magistero e alla disciplina ecclesiastica, nonché la competenza scientifica e l'adeguata conoscenza delle reali situazioni pastorali.


82 Armo Pastorale

Sarà cura del Vescovo, anche attraverso eventuali cooperazioni prudentemente scelte, provvedere affinché nell'anno successivo alla ordinazione presbiterale o a quella diaconale, venga programmato un anno cosiddetto pastorale che faciliti il passaggio dalla indispensabile vita di seminario all'esercizio del sacro ministero, procedendo per gradi, facilitando una progressiva, armonica maturazione umana e specificamente sacerdotale.(240)

Durante il corso di questo anno, occorrerà evitare che i neo-ordinati siano immessi in situazioni eccessivamente gravose o delicate, così come si dovranno evitare destinazioni nelle quali essi si trovino ad agire lontani dai confratelli. Sarà bene, anzi, nei modi possibili, favorire qualche opportuna forma di vita comune.

Questo periodo di formazione potrebbe essere trascorso in una residenza appositamente destinata allo scopo (Casa del aero) o in un luogo che possa costituire un preciso e sereno punto di riferimento per tutti i sacerdoti che sono alle prime esperienze pastorali. Ciò faciliterà il colloquio e il confronto con il Vescovo e con i confratelli, la preghiera comune (Liturgia delle Ore, concelebrazione e adorazione eucaristica, santo Rosario, ecc. ), lo scambio di esperienze, il reciproco incitamento, il fiorire di buoni rapporti di amicizia.

Sarebbe opportuno che il Vescovo indirizzasse i neo-sacerdoti a confratelli di vita esemplare e zelo pastorale. La prima destinazione, nonostante le spesso gravi urgenze pastorali, dovrebbe rispondere soprattutto all'esigenza di instradare correttamente i giovani presbiteri. Il sacrificio di un anno potrà allora fruttificare largamente per l'avvenire.

Non è superfluo sottolineare il fatto che questo anno, delicato e prezioso, dovrà favorire la maturazione piena della conoscenza fra il presbitero e il suo Vescovo, che, iniziata in Seminario, deve diventare un vero rapporto da figlio a padre.

Per quanto attiene alla parte intellettuale, questo anno non dovrà essere tanto un periodo di apprendimento di nuove materie, quanto piuttosto di profonda assimilazione e interiorizzazione di ciò che è stato studiato nei corsi istituzionali, in modo da favorire la formazione di una mentalità capace di valutare i particolari alla luce del disegno di Dio.(241)

In tale contesto, potranno opportunamente strutturarsi lezioni e seminari di prassi della confessione, di liturgia, di catechesi e di predicazione, di diritto canonico, di spiritualità sacerdotale, laicale e religiosa, di dottrina sociale, della comunicazione e dei suoi mezzi, di conoscenza delle sette e delle nuove religiosità, ecc.

In pratica, l'opera di sintesi deve costituire la via sulla quale passa l'anno pastorale. Ogni elemento deve corrispondere al progetto fondamentale di maturazione della vita spirituale.

La riuscita dell'anno pastorale è comunque e sempre condizionata dall'impegno personale dello stesso interessato che deve tendere ogni giorno alla santità, nella continua ricerca dei mezzi di santificazione che lo hanno aiutato fin dal seminario.


83 Tempi « sabatici »

Il pericolo dell'abitudine, la stanchezza fisica dovuta al superlavoro al quale, oggi soprattutto, sono sottoposti i presbiteri a causa delle fatiche pastorali, la stessa stanchezza psicologica causata, spesso, dal dover lottare continuamente contro l'incomprensione, il fraintendimento, i pregiudizi, l'andare contro forze organizzate e potenti che tendono a dare l'impressione che oggi il sacerdote appartenga ad una minoranza culturalmente obsoleta, sono altrettanti fattori che possono insinuare disagio nell'animo del pastore.

Nonostante le urgenze pastorali, anzi proprio per far fronte ad esse in modo adeguato, è conveniente che ai presbiteri siano concessi tempi più o meno ampi - a seconda delle reali possibilità - per poter sostare più lungamente e intensamente con il Signore Gesù, riprendendo forza e coraggio per continuare il cammino di santificazione.

Per rispondere a questa particolare esigenza, in molte diocesi già sono state sperimentate, spesso con promettenti risultati, diverse iniziative.

Queste esperienze sono valide e possono essere prese in considerazione, nonostante le difficoltà che si incontrano in alcune zone dove maggiormente si soffre la carenza numerica dei presbiteri.

Allo scopo, potrebbero avere una funzione notevole i monasteri, i santuari o altri luoghi di spiritualità, possibilmente fuori dei grandi centri, lasciando il presbitero libero da responsabilità pastorali dirette.

In alcuni casi potrà essere utile che queste soste abbiano finalità di studio o di aggiornamento nelle scienze sacre, senza dimenticare, nel contempo, lo scopo del rinvigorimento spirituale ed apostolico.

In ogni caso, sia accuratamente evitato il pericolo di considerare il periodo sabatico come un tempo di vacanza o di rivendicarlo come un diritto.


84 Casa del Clero

È da auspicare, dove è possibile, la erezione di una « Casa del Clero » che potrebbe costituire anche luogo di ritrovo per tenere gli accennati incontri di formazione e di riferimento per numerose altre circostanze. Tale casa dovrebbe offrire tutte quelle strutture organizzative che possano renderla confortevole e attraente.

Laddove ancora non esistesse e le necessità lo suggerissero, è consigliabile creare, a livello nazionale o regionale, strutture adatte per il recupero fisico-psichico-spirituale di sacerdoti in particolari necessità.


85 Ritiri ed Esercizi Spirituali

Come dimostra la lunga esperienza spirituale della Chiesa, i Ritiri e gli Esercizi Spirituali sono uno strumento idoneo ed efficace per un'adeguata formazione permanente del clero. Essi conservano anche oggi tutta la loro necessità ed attualità. Contro una prassi che tende a svuotare l'uomo di tutto ciò che è interiorità, il sacerdote deve trovare Dio e se stesso facendo delle soste spirituali per immergersi nella meditazione e nella preghiera.

Per questo la legislazione canonica stabilisce che i chierici « sono tenuti a partecipare ai ritiri spirituali, secondo le disposizioni del diritto particolare ».(242) Le due modalità più usuali, che potrebbero essere prescritte dal Vescovo nella propria diocesi, sono il ritiro spirituale di un giorno, possibilmente mensile, e gli Esercizi Spirituali annuali.

È molto opportuno che il Vescovo programmi ed organizzi i Ritiri e gli Esercizi Spirituali in modo che ogni sacerdote abbia la possibilità di sceglierli tra quelli che normalmente vengono fatti, nella Diocesi o fuori, da sacerdoti esemplari o da Istituti religiosi particolarmente sperimentati per il loro stesso carisma nella formazione spirituale o presso monasteri.

È anche consigliabile l'organizzazione di un ritiro speciale per sacerdoti ordinati negli ultimi anni, nel quale abbia parte attiva lo stesso Vescovo.(243)

Durante tali incontri, è importante che si focalizzino temi spirituali, si offrano larghi spazi di silenzio e di preghiera e siano particolarmente curate le celebrazioni liturgiche, il sacramento della Penitenza, l'adorazione eucaristica, la direzione spirituale e gli atti di venerazione e di culto alla Beata Vergine Maria.

Per conferire maggiore importanza ed efficacia a questi strumenti di formazione, il Vescovo potrebbe nominare appositamente un sacerdote col compito di organizzare i tempi e i modi del loro svolgimento.

In ogni caso, bisogna che i Ritiri e specialmente gli Esercizi Spirituali annuali siano vissuti come tempi di preghiera e non come corsi di aggiornamento teologico-pastorale.


86 Necessità della programmazione

Pur riconoscendo le difficoltà che la formazione permanente suole incontrare, a causa soprattutto dei numerosi e gravosi compiti a cui sono chiamati i sacerdoti, bisogna dire che tutte le difficoltà sono superabili se ci si impegna a condurla con responsabilità.

Per mantenersi all'altezza delle circostanze ed affrontare le esigenze dell'urgente lavoro di evangelizzazione, si rende necessaria - tra gli altri strumenti - una coraggiosa azione di governo pastorale finalizzata a prendersi cura dei sacerdoti in modo del tutto particolare. È indispensabile che i Vescovi esigano, con la forza della carità, che i loro sacerdoti eseguano generosamente le legittime disposizioni emanate in questa materia.

L'esistenza di un « piano di formazione permanente » comporta che esso sia, non solo concepito o programmato, ma anche realizzato. Per questo, è necessaria una chiara strutturazione del lavoro, conobiettivi, contenuti, e strumenti per realizzarlo.

Responsabili


87 Il presbitero

Il primo e principale responsabile della propria formazione permanente è il presbitero stesso. In realtà, su ciascun sacerdote incombe il dovere di essere fedele al dono di Dio e al dinamismo di conversione quotidiana che viene dal dono stesso.(244)

Tale dovere deriva dal fatto che nessuno può sostituire il singolo presbitero nel vigilare su se stesso (cf
1Tm 4,16). Egli, infatti, partecipando all'unico sacerdozio di Cristo, è chiamato a rivelarne e attuarne, secondo una sua vocazione unica e irripetibile, qualche aspetto della straordinaria ricchezza di grazia che ha ricevuto.

D'altra parte, le condizioni e le situazioni di vita di ogni singolo sacerdote sono tali che, anche dal punto di vista semplicemente umano, esigono che egli si coinvolga personalmente nella sua formazione, in modo da mettere a frutto le proprie capacità e possibilità.

Egli, pertanto, parteciperà attivamente agli incontri di formazione, dando il proprio contributo in base alle sue competenze e alle possibilità concrete e provvederà a fornirsi e a leggere libri e riviste che siano di sicura dottrina e di sperimentata utilità per la sua vita spirituale e per il fruttuoso svolgimento del suo ministero.

Tra le letture, il primo posto dev'essere occupato dalla Sacra Scrittura; quindi dagli scritti dei Padri, dei Maestri di spiritualità antichi e moderni, e dai Documenti del Magistero ecclesiastico, i quali costituiscono la fonte più autorevole e aggiornata della formazione permanente. I presbiteri, pertanto, li studieranno e approfondiranno in modo diretto e personale per poterli adeguatamente presentare ai fedeli laici.


88 Aiuto dei confratelli

In tutti gli aspetti dell'esistenza sacerdotale emergeranno i « particolari vincoli di carità apostolica, di ministero e di fraternità »,(245) sui quali si fonda l'aiuto reciproco che i presbiteri si presteranno.(246) È auspicabile che cresca e si sviluppi la cooperazione di tutti i presbiteri nella cura della loro vita spirituale ed umana, nonché del servizio ministeriale. L'aiuto che in questo campo deve essere fornito ai sacerdoti, può trovare un solido sostegno nelle diverse Associazioni sacerdotali, che tendono a formare una spiritualità veramente diocesana. Si tratta di Associazioni che « avendo gli statuti approvati dall'autorità competente, mediante una regola di vita adatta e convenientemente approvata e mediante l'aiuto fraterno, stimolano alla santità nell'esercizio del ministero e favoriscono l'unità dei chierici fra di loro e col proprio Vescovo ».(247)

In quest'ottica, occorre rispettare, con ogni cura, il diritto di ciascun sacerdote diocesano ad impostare la propria vita spirituale nel modo che ritiene maggiormente opportuno, sempre conformemente - come è ovvio - alle caratteristiche della propria vocazione e dei vincoli che da essa derivano.

Il lavoro che queste Associazioni, come anche i Movimenti approvati, compiono in favore dei sacerdoti è tenuto in grande considerazione dalla Chiesa,(248) che lo riconosce oggi come un segno della vitalità con la quale lo Spirito Santo la rinnova continuamente.


89 Il Vescovo

Per quanto ampia e difficile possa essere la porzione del Popolo di Dio che gli è affidata, il Vescovo deve riservare una sollecitudine del tutto particolare nei riguardi della formazione permanente dei suoi presbiteri.(249)

Esiste, infatti, un rapporto speciale tra questi e il Vescovo, dovuto al « fatto che i presbiteri ricevono attraverso di lui il loro sacerdozio e condividono con lui la sollecitudine pastorale verso il Popolo di Dio ».(250) Ciò determina anche specifiche responsabilità del Vescovo nel campo della formazione sacerdotale.

Tali responsabilità si esprimono sia nei riguardi dei singoli presbiteri, per cui la formazione deve essere il più possibile personalizzata, sia nei riguardi di tutti, in quanto formanti il presbiterio diocesano. In tal senso, il Vescovo non mancherà di coltivare premurosamente la comunicazione e la comunione tra i presbiteri, avendo cura, in particolare, di custodire e promuovere la vera indole della formazione permanente, educare la loro coscienza circa la sua importanza e necessità e, infine, programmarla e organizzarla stabilendo un piano di formazione, le strutture necessarie e le persone adatte per attuarlo.(251)

Nel provvedere alla formazione dei suoi sacerdoti, bisogna che il Vescovo si coinvolga con la propria e personale formazione permanente. L'esperienza insegna che quanto più il Vescovo, per primo, è convinto e impegnato nella propria formazione, tanto più saprà stimolare e sostenere quella del suo presbiterio.

In questa delicata opera, il Vescovo, pur svolgendo un ruolo insostituibile e indelegabile, saprà chiedere la collaborazione del Consiglio presbiterale il quale, per la sua natura e le sue finalità, sembra organismo idoneo a coadiuvarlo specialmente per quanto riguarda, ad esempio, l'elaborazione del piano di formazione.

Ogni Vescovo, poi, si sentirà sostenuto e aiutato nel suo compito dagli altri confratelli Vescovi, riuniti in Conferenza.(252)


90 La formazione dei formatori

Nessuna formazione è possibile se non c'è, oltre al soggetto che si deve formare, anche il soggetto che forma, il formatore. La bontà e l'efficacia di un piano di formazione dipendono in parte dalle strutture ma, principalmente, dalle persone dei formatori.

È evidente che nei riguardi di tali formatori si fa particolarmente delicata e importante la responsabilità del Vescovo.

È necessario, pertanto, che lo stesso Vescovo nomini un gruppo di formatori e che le persone siano scelte tra quei sacerdoti altamente qualificati e stimati per la loro preparazione e maturità umana, spirituale, culturale e pastorale. I formatori, infatti, devono essere anzitutto uomini di preghiera, docenti con forte senso del soprannaturale, di profonda vita spirituale, di condotta esemplare, con adeguata esperienza nel ministero sacerdotale, capaci di coniugare, come i Padri della Chiesa e i santi maestri di tutti i tempi, le esigenze spirituali con quelle più propriamente umane del sacerdote. Essi possono essere scelti anche tra i membri dei Seminari, dei Centri o Istituzioni accademiche approvate dall'Autorità ecclesiastica, nonché entro quegli Istituti il cui carisma riguarda proprio la vita e la spiritualità sacerdotale. In ogni caso devono essere garantite l'ortodossia della dottrina e la fedeltà alla disciplina ecclesiastica. I formatori, inoltre, devono essere collaboratori di fiducia del Vescovo, che rimane l'ultimo responsabile della formazione dei suoi più preziosi collaboratori.

È opportuno che si crei anche un gruppo di programmazione e di realizzazione con lo scopo di aiutare il Vescovo a fissare i contenuti da sviluppare ogni anno in ciascuno degli ambiti della formazione permanente; preparare i sussidi necessari; predisporre i corsi, le sessioni, gli incontri e i ritiri; organizzare opportunamente i calendari, in modo da prevedere le assenze e le sostituzioni dei presbiteri, ecc. Per una buona programmazione si può anche utilizzare la consulenza di qualche specialista in temi particolari.

Mentre è sufficiente un solo gruppo di formatori, è invece possibile che esistano, se le necessità lo richiedono, vari gruppi di programmazione e di realizzazione.


91 Collaborazione tra le Chiese

Per quanto riguarda soprattutto i mezzi collettivi, la programmazione dei differenti mezzi di formazione permanente e dei loro contenuti concreti può essere stabilita di comune accordo tra varie Chiese particolari, sia a livello nazionale e regionale - tramite le rispettive Conferenze dei Vescovi - sia, principalmente, tra Diocesi confinanti o viciniori. Così, per esempio, si potrebbero utilizzare, se ritenute adatte, le strutture interdiocesane, come le Facoltà e gli Istituti teologici e pastorali, nonché gli organismi o le federazioni impegnati nella formazione presbiterale. Tale unione di forze, oltre a realizzare un'autentica comunione tra le Chiese particolari, potrebbe offrire a tutti più qualificate e stimolanti possibilità per la formazione permanente.(253)


92 Collaborazione di centri accademici e di spiritualità

Inoltre, gli Istituti di studio e di ricerca, i Centri di spiritualità, così come i Monasteri di esemplare osservanza e i Santuari costituiscono altrettanti punti di riferimento per l'aggiornamento teologico e pastorale, per oasi di silenzio, orazione, confessione sacramentale e direzione spirituale, salutare riposo anche fisico, momenti di fraternità sacerdotale. In questo modo anche le famiglie religiose potrebbero collaborare alla formazione permanente e contribuire a quel rinnovamento del clero che è esigito dalla nuova evangelizzazione del Terzo Millennio.

Necessità in ordine alle età e a speciali situazioni


93 Primi anni di sacerdozio

Durante i primi anni dopo l'ordinazione, i sacerdoti dovrebbero essere sommamente favoriti nel trovare quelle condizioni di vita e di ministero che permettano loro di poter tradurre in prassi gli ideali appresi durante il periodo di formazione in seminario.(254) Questi primi anni, che costituiscono una necessaria verifica della formazione iniziale dopo il primo delicato impatto con la realtà, sono i più decisivi per il futuro. Essi richiedono, perciò, armonica maturazione per far fronte, con fede e fortezza, ai momenti di difficoltà. A questo scopo i giovani sacerdoti dovranno poter fruire del rapporto personale con il proprio Vescovo e con un saggio padre spirituale; di momenti di riposo, di meditazione, di ritiro mensile.

Tenendo presente quanto già detto per l'anno pastorale, è necessario organizzare, nei primi anni di sacerdozio, incontri annuali di formazione nei quali si elaborano e si approfondiscono adeguati temi teologici, giuridici, spirituali e culturali, sessioni speciali dedicate a problemi di morale, di pastorale, di liturgia, ecc. Tali incontri possono essere anche l'occasione per rinnovare la facoltà di confessare, secondo quanto stabilito dal Codice di Diritto Canonico e dal Vescovo.(255) Sarebbe anche utile che nei giovani presbiteri fosse favorita la convivenza familiare tra loro e con quelli più maturi, in modo da consentire lo scambio di esperienze, la conoscenza reciproca ed anche la delicata pratica evangelica della correzione fraterna.

Occorre, infine, che il giovane clero cresca in un ambiente spirituale di vera fraternità e delicatezza, che si manifesta nell'attenzione personale, anche per quanto riguarda la salute fisica e i diversi aspetti materiali della vita.


94 Dopo un certo numero di anni

Dopo un certo numero di anni di ministero, i presbiteri acquistano una forte esperienza e il grande merito di spendere tutti se stessi per la dilatazione del Regno di Dio nel lavoro quotidiano. Questa fascia di sacerdoti costituisce una grande risorsa spirituale e pastorale.

Essi hanno bisogno di incoraggiamento, di intelligente valorizzazione, di riapprofondimento della formazione in tutte le sue dimensioni, allo scopo di revisionare se stessi e il proprio agire; di ravvivare le motivazioni del sacro ministero; di riflettere sulle metodologie pastorali alla luce dell'essenziale; della comunionalità presbiterale; dell'amicizia del proprio Vescovo; del superamento di eventuali sensi di stanchezza, di frustrazione, di solitudine; di riscoperta, infine, delle vene sorgive della spiritualità sacerdotale.(256)

È importante, perciò, che questi presbiteri beneficino di speciali e approfondite sessioni di formazione nelle quali, oltre ai contenuti teologico-pastorali, si esaminino tutte quelle difficoltà psicologiche e affettive che possono nascere in tale periodo. È consigliabile, quindi, che a tali incontri prendano parte non solo il Vescovo ma anche quegli esperti che possono dare un valido e sicuro contributo alla soluzione dei problemi accennati.


95 Età avanzata

I presbiteri anziani o di avanzata età, ai quali deve andare ogni delicato segno di considerazione, entrano pure nel circuito vitale della formazione permanente, non tanto come impegno di studio approfondito e di dibattito culturale, quanto per « la conferma serena e rassicurante del ruolo che ancora sono chiamati a svolgere nel Presbiterio ».(257)

Oltre che alla formazione organizzata per i preti di mezza età, essi potranno convenientemente fruire di momenti, ambienti e incontri speciali per approfondire il senso contemplativo della vita sacerdotale, per riscoprire e gustare le ricchezze dottrinali di quanto già studiato, per sentirsi - come sono - utili, potendo essere valorizzati in adatte forme di vero e proprio ministero, soprattutto come esperti confessori e direttori spirituali. In modo particolare, essi potranno condividere con altri le proprie esperienze, dare incoraggiamento, accoglienza, ascolto e serenità ai confratelli, essere disponibili qualora si chieda ad essi il servizio di « diventare loro stessi, validi maestri e formatori di altri sacerdoti ».(258)


96 Sacerdoti in situazioni speciali

Indipendentemente dall'età, i presbiteri si possono trovare in « una condizione di debilitazione fisica o di stanchezza morale ».(259) Essi, con l'offerta della loro sofferenza, contribuiscono in modo eminente all'opera della redenzione, dando « una testimonianza segnata dalla scelta della croce accolta nella speranza e nella gioia pasquale ».(260)

A questa categoria di presbiteri, la formazione permanente deve offrire stimoli per « proseguire in modo sereno e forte il loro servizio alla Chiesa »,(261) e per essere segno eloquente del primato dell'essere sull'agire, dei contenuti sulle tecniche, della grazia sull'efficienza esteriore. In questo modo, essi potranno vivere l'esperienza di san Paolo: « Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo Corpo che è la Chiesa » (
Col 1,24).

Il Vescovo e i confratelli non dovranno mai far mancare visite periodiche a questi fratelli ammalati, che potranno essere informati, soprattutto, sugli avvenimenti della diocesi, in modo da farli sentire membri vivi del presbiterio e della Chiesa universale, che edificano con la loro sofferenza.

Da particolare ed affettuosa cura dovranno essere circondati i presbiteri prossimi a concludere la loro giornata terrena, spesa al servizio di Dio per la salvezza dei fratelli.

Al continuo conforto della fede, alla premura nell'amministrazione dei sacramenti, farà seguito il suffragio da parte dell'intero presbiterio.


97 Solitudine del sacerdote

Il sacerdote può sperimentare a qualsiasi età e in qualsiasi situazione, il senso della solitudine.(262) Questa, lungi da intendersi come isolamento psicologico, può essere del tutto normale e conseguente alla sincera sequela evangelica e costituire una dimensione preziosa della propria vita. In alcuni casi, però, potrebbe essere dovuta a speciali difficoltà, quali emarginazioni, incomprensioni, deviazioni, abbandoni, imprudenze, limiti caratteriali propri e altrui, calunnie, umiliazioni, ecc. Ne può derivare un pungente senso di frustrazione che sarebbe estremamente deleterio.

Tuttavia, anche questi momenti di difficoltà possono diventare, con l'aiuto del Signore, occasioni privilegiate per una crescita nel cammino della santità e dell'apostolato. In essi, infatti, il presbitero può scoprire che « si tratta di una solitudine abitata dalla presenza del Signore »,(263) Ovviamente ciò non deve far dimenticare la grave responsabilità del Vescovo e dell'intero presbiterio di evitare ogni solitudine prodotta da trascuratezza nella comunione sacerdotale.

Non bisogna dimenticarsi neanche di quei confratelli che hanno lasciato il ministero, al fine di offrire loro gli aiuti necessari, soprattutto della preghiera e della penitenza. n doveroso atteggiamento di carità nei loro confronti non deve tuttavia indurre in alcun modo alla considerazione di affidare loro mansioni ecclesiali che possono creare confusione e sconcerto, soprattutto fra i fedeli, proprio a ragione della loro situazione.


CONCLUSIONE

Il Padrone della messe, che chiama e invia gli operai che devono lavorare nel suo campo (cf Mt Mt 9,38), ha promesso con fedeltà eterna: « vi darò pastori secondo il mio cuore » (Jr 3,15). Su questa fedeltà divina, sempre viva ed operante nella Chiesa,(264) riposa la speranza di ricevere abbondanti e sante vocazioni sacerdotali, peraltro già constatabile in molti Paesi, così come la certezza che il Signore non farà mancare alla sua Chiesa la luce necessaria per affrontare l'appassionante avventura del gettare le reti al largo.

Al dono di Dio la Chiesa risponde con il rendimento di grazie, la fedeltà, la docilità allo Spirito, l'umile e insistente orazione.

Per realizzare la sua missione apostolica, ogni sacerdote porterà scolpite nel proprio cuore le parole del Signore: « Padre, io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai dato da fare, dare la vita eterna agli uomini » (cf Gv Jn 17,2-4). Per questo, egli spenderà la propria vita per i fratelli vivendo come segno di carità soprannaturale, nell'obbedienza, nella castità celibataria, nella semplicità di vita e nel rispetto della disciplina comunionale della Chiesa.

Nella sua opera evangelizzatrice il presbitero trascende l'ordine naturale per fissarsi « nelle cose che riguardano Dio » (He 5,1). Egli, infatti, è chiamato ad elevare l'uomo generandolo alla vita divina e facendolo crescere in essa fino alla pienezza di Cristo. È per questo che un autentico sacerdote, motivato nella sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa, costituisce, in realtà un'impareggiabile forza di vero progresso per il mondo intero.

« La nuova evangelizzazione ha bisogno di nuovi evangelizzatori, e questi sono i sacerdoti che si impegnano a vivere il loro sacerdozio come cammino specifico verso la santità ».(265) Le opere di Dio le compiono gli uomini di Dio!

Come Cristo, il sacerdote deve presentarsi al mondo quale modello di vita soprannaturale: « Vi ho dato l'esempio perché come ho fatto io facciate anche voi » (Jn 13,15).

La testimonianza resa con la vita qualifica il presbitero e ne costituisce la più convincente predicazione. La stessa disciplina ecclesiastica, vissuta con autentiche motivazioni interiori, si rivela come un provvido servizio per vivere la propria identità, per fomentare la carità e per far brillare la testimonianza senza la quale qualsiasi preparazione culturale o rigorosa programmazione, sarebbe solo illusione. A nulla serve il fare se manca l'essere con Cristo.

Qui l'orizzonte dell'identità, della vita, del ministero, della formazione permanente del sacerdote si apre alle urgenze della nuova evangelizzazione. Un compito di lavoro immenso, aperto, coraggioso, illuminato dalla fede, sostenuto dalla speranza, radicato nella carità.

In quest'opera tanto necessaria quanto urgente, nessuno è solo. È necessario che i presbiteri siano aiutati da una esemplare, autorevole e vigorosa azione di governo pastorale dei propri Vescovi, in trasparente comunione con la Sede Apostolica, nonché dalla fraterna collaborazione dell'intero presbiterio e da tutto il Popolo di Dio.

A Maria, Madre della Fiducia, si affidi ogni sacerdote. In Lei, che « fu il modello di quell'amore materno, del quale devono essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini »,(266) i sacerdoti troveranno costante protezione e aiuto per il rinnovamento della loro vita e per far scaturire dal loro sacerdozio una più intensa e rinnovata spinta evangelizzatrice, alle soglie del terzo millennio della Redenzione.

Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II, il 31 gennaio 1994, ha approvato il presente Direttorio e ne ha autorizzato la pubblicazione.

JOSÉ T. Card. SANCHEZ

Prefetto


+ CRESCENZIO SEPE

Arciv. tit. di Grado

Segretario

PREGHIERA

A MARIA SANTISSIMA

MARIA,

Madre di Gesù Cristo e Madre dei sacerdoti,

ricevi questo titolo che noi tributiamo a te

per celebrare la tua maternità

e contemplare presso di te il Sacerdozio

del tuo Figlio e dei tuoi figli,

Santa Genitrice di Dio.

Madre di Cristo,

al Messia Sacerdote hai dato il corpo di carne

per l'unzione del Santo Spirito

a salvezza dei poveri e contriti di cuore,

custodisci nel tuo cuore e nella Chiesa i sacerdoti,

Madre del Salvatore.

Madre della fede,

hai accompagnato al tempio il Figlio dell'uomo,

compimento delle promesse date ai Padri,

consegna al Padre per la sua gloria

i sacerdoti del Figlio tuo,

Arca dell'Alleanza.

Madre della Chiesa,

tra i discepoli nel Cenacolo pregavi lo Spirito

per il Popolo nuovo ed i suoi Pastori,

ottieni all'ordine dei presbiteri

la pienezza dei doni,

Regina degli Apostoli.

Madre di Gesù Cristo,

eri con Lui agli inizi della sua vita

e della sua missione,

lo hai cercato Maestro tra la folla,

lo hai assistito innalzato da terra,

consumato per il sacrificio unico eterno,

e avevi Giovanni vicino, tuo figlio,

accogli fin dall'inizio i chiamati,

proteggi la loro crescita,

accompagna nella vita e nel ministero

i tuoi figli,

Madre dei Sacerdoti.

Amen!(267)


NOTE

(1) Tra i documenti più recenti, cf. CONC. ECUM. VAT. II, Costituzione dogmatica sulla ChiesaLumen gentium 28; Decreto sulla formazione sacerdotale Optatam totius 22; Decreto sull'ufficio pastorale dei Vescovi Christus Dominus 16; Decreto sul ministero e la vita dei presbiteriPresbyterorum Ordinis; PAOLO VI, Lett. enc. Sacerdotalis caelibatus (24 giugno 1967): AAS 59 (1967), 657-697; S. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Lettera circolare Inter ea (4 novembre 1969): AAS 62 (1970), 123- 134; SINODO DEI VESCOVI, Documento sul sacerdozio ministeriale Ultimis temporibus (30 novembre 1971): AAS 63 (1971), 898-922; Codex Iuris Canonici (25 gennaio 1983), cann. 273-289; 232-264; 1008-1054; CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis (19 marzo 1985), 101; GIOVANNI PAOLO II, Lettere ai Sacerdoti in occasione del Giovedì Santo;Catechesi sui presbiteri, nelle Udienze generali dal 31 marzo al 22 settembre 1993.

(2) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis (25 marzo 1992): AAS84 (1992), 657-804.

(3) Ibid 18: l.c., 685.

(4) CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 2.

(5) CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 1.

(6) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 11: l.c., 675.

(7) Ibid., 15: l.c., 680.

(8) Ibid., 21: l.c., 688; Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 2; 12

(9) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 12C: l.c., 676.

(10) Ibid., 18, l.c.. 685-686; Messaggio dei Padri sinodali al Popolo di Dio (28 ottobre 1990), III: «L'Osservatore Romano» 29-30 ottobre 1990.

(11) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 16: l.c., 682.

(12) Cf. Ibid., 12: l.c., 675-677.

(13) Cf. CONC. ECUM. TRIDENT., Sessio XXIII De sacramento Ordinis: DS, 1763-1778; GIOVANNI PAOLO II Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 11-18: l.c., 673-686;Catechesi nell'Udienza generale del 31 marzo 1993: «L'Osservatore Romano», 1· aprile 1993.

(14) Cf. CONC. ECUM. VAT. II Cost. dogm. Lumen gentium, 18-31; Decr. Presbyterorum Ordinis, 2; C.I.C., can. 1008.

(15) Cf. CONC. ECUM. VAT. II Cost. dogm. Lumen gentium, 10; Decr. Presbyterorum Ordinis, 2

(16) Cf. CONC. ECUM. VAT. II., Decr. Apostolicam actuositatem, 3; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Christifideles laici (30 dicembre 1988), 14: AAS 81(1989), 409-413.

(17) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 13-14: l.c.., 677-679; Catechesi nell'Udienza Generale del 31 marzo 1993:«L'Osservatore Romano», 1· aprile 1993.

(18) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 18: l.c., 684-686.

(19) Cf. Ibid., 15: l.c.679-681.

(20) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost.. dogm. Dei Verbum, 10; Decr. Presbyterorum Ordinis, 4.

(21) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 5; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1120.

(22) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 6.

(23) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 16: l.c., 681.

(24) Cf. ibid.

(25) Ibid., 3: l.c., 661.

(26) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 28; Decr. Presbyterorum Ordinis, 7; Decr. Christus Dominus, 28; Decr. Ad gentes, 19; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 17: l.c., 683.

(27) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium 28; Pontificale Romanum, Ordinatio Episcoporum, Presbyterorum et Diaconorum, cap. 1., n. 51, Ed. typica altera, 1990, p. 26.

(28) CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 28.

(29) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 16: l.c., 681.

(30) Cf. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera sulla Chiesa come comunione Communionis notio (28 maggio 1992), 10: AAS 85 (1993), 844.

(31) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Redemptoris missio, 23a: AAS 83 (1991), 269.

(32) CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 10; Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 32: l.c., 709-710.

(33) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 28; Decr. Presbyterorum Ordinis, 7.

(34) Cf. C.I.C., can. 266, § 1.

(35) Cf. CONC. ECUM VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium 23; 26; S. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Note direttive Postquam Apostoli (25 marzo 1980) 5; 14; 23 AAS 72 (1980) 346-347; 353-354; 360-361; TERTULLIANO, Le praescriptione 20 5-9: CCL 1, 201-202.

(36) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium 23; Decr. Presbyterorum Ordinis10; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 32: l.c 709-710; S. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Note direttive Postquam Apostoli (25 marzo 1980) AAS72 (1980) 343-364; CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI, Guida pastorale per i sacerdoti diocesani delle Chiese dipendenti della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (1· ottobre 1989) 4; C.I.C.can. 271

(37) Cf. CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI, Guida pastorale per i sacerdoti diocesani delle Chiese dipendenti della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (1· ottobre 1989); GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Redemptoris missio (7 dicembre 1990), 54; 67: AAS 83 (1991), 301-302; 315-316.

(38) Cf. S. AGOSTINO, In Iohannis Evangelium Tractatus 123 5: CCL 36 678.

(39) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 21: l.c.., 688-690;C.I.C. can. 274.

(40) Cf. C.I.C. cann. 275, § 2; 529, § 1.

(41) Cf. ibid. can. 574, § 1.

(42) Cf. CONC. ECUM. TRIDENT., Sessio XXIII, De sacramento Ordinis cap. 1 e 4, cann. 3, 4, 6: DS 1763-1776; CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium 10; SACRA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica su alcune questioni concernenti il ministro dell'EucaristiaSacerdotium ministeriale (6 agosto 1983), 1: MS 75 (1983), 1001.

(43) Cf. CONC. ECUM.. VAT. II, Cost. dogm. Lumen Gentium 9.

(44) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis 7.

(45) Cf. CONGREGAZIONE PER L EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI, Guida pastorale per i sacerdoti diocesani delle Chiese dipendenti della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (1· ottobre 1989), 3.

(46) Cf. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica su alcune questioni concernenti il ministro dell'Eucaristia Sacerdotium ministeriale(6 agosto 1983), II. 3, III. 2: AAS 75 (1983), 1001 - 1009; Catechismo della Chiesa Cattolica n. 875.

(47) Cf. CONC. ECUM.. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis 11.

(48) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Discorso all'Episcopato della Svizzera (15 giugno 1984):Insegnamenti VII/1 (1984), 1784.

(49) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai partecipanti al Simposio internazionale su «Il sacerdote oggi»: «L'Osservatore Romano», 29 maggio 1993; Discorso ai partecipanti al Symposium internationale «Ius in vita et in missione Ecclesiae» Vaticano 23 aprile 1993, in «L'Osservatore Romano», 25 aprile 1993.

(50) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 12: l.c., 676; Cf. CONC. ECUM.. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium 1.

(51) Cf. CONC. ECUM.. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium 8.

(52) Cf. S. AGOSTINO, Sermo 46, 30: CCL 41, 555 557.

(53) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 28: l.c., 701-702.

(54) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium 28; Decr. Presbyterorum Ordinis7; 15.

(55) Cf. C.I.C. Cann. 331; 333, § 1.

(56) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium 22; Decr. Christus Dominus 4; C.I.C Can 336.

(57) Cf. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera sulla Chiesa come comunione Communionis notio (28 maggio 1992), 14: AAS 85 (1993), 847.

(58) Cf. C.I.C Can. 902; S. CONGREGAZIONE PER I SACRAMENTI E IL CULTO DIVINO, Decr. Part. Promulgato Codice (12 Settembre 1983), II, I, 153: Notitiae 19 (1983), 542.

(59) Cf. S. TOMMASO D'AQUINO, Summa Theologiae III, q. 82, a. 2 ad 2; Sent. IV d. 13, q. 1, a 2, q. 2; CONC. ECUM. VAT. II, Cost. Sacrosanctum Concilium 41, 57; S. CONGREGAZIONE DEI RITI, Decreto generale Ecclesiae semper (7 marzo 1965): AAS 57 (1965), 410-412; Istruzione Eucharisticum Mysterium (25 maggio 1965), 47: AAS 59 (1967), 565-566.

(60) Cf. S. CONGREGAZIONE DEI RITI, Istruzione Eucharisticum Mysterium (25 maggio 1967), 47: AAS 59 (1967), 565-566.

(61) Cf. C.I.C. can. 273.

(62) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis 15; GIOVANNI PAOLO II, Esort . ap . post-sinodale Pastores dabo vobis 65; 79: l.c. 770-772; 796-798.

(63) S. IGNAZIO DI ANTIOCHIA, Ad Ephesios XX 1-2: «... Se il Signore mi rivelerà che, ognuno in proprio e tutti insieme... voi siete uniti con il cuore in una incrollabile sottomissione al Vescovo e al presbiterio, spezzando l'unico pane che è rimedio d'immortalità, antidoto per non morire, ma per vivere sempre in Gesù Cristo»: Patres Apostolici ed. F.X. FUNK, II, 203-205.

(64) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 17: l.c., 683; Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium 28; Decr. Presbyterorum Ordinis 8;C.I.C can 275, § 1.

(65) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 74: l.c., 790; CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI, Guida pastorale per i sacerdoti diocesani delle Chiese dipendenti dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (1· ottobre 1989), 6.

(66) Cf. CONC. ECUM.. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis 8; C.I.C, cann. 369; 498; 499.

(67) Cf. Pontificale Romanum De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum cap. II, nn. 105; 130, editio typica altera, 1990, pp. 54; 66-67; CONC. ECUM. VAT. II, Decr.Presbyterorum Ordinis, 8.

(68) Cf. C.I.C can. 265.

(69) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Discorso nella Cattedrale di Quito ai Vescovi, ai Sacerdoti, ai Religiosi e ai Seminaristi (29 gennaio 1985): Insegnamenti VIII/1 (1985), 247-253.

(70) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 31; l.c., 708.

(71) Cf. ibid., 17; 74: l.c., 683; 790.

(72) C.I.C, can. 498, § 1, 2·.

(73) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis., 31: l.c., 708-709.

(74) Cf. ibid., 31, 41- 68: l.c., 708; 728-729; 775-777.

(75) Cf. C.I.C., can. 271.

(76) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 74:l.c.., 790.

(77) GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza Generale del 4 agosto 1993, n. 4: «L'Osservatore Romano», 5 agosto 1993.

(78) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 12-14.

(79) Cf. ibid., 8.

(80) Cf. S. AGOSTINO, Sermones 355, 356, De vita et moribus clericorum: PL 39, 1568-1581.

(81) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 28c; Decr. Presbyterorum Ordinis, 8; Decr. Christus Dominus, 30a.

(82) Cf. S. CONGREGAZIONE PER I VESCOVI, Direttorio Ecclessiae Imago (22 febbraio 1973), n. 112; C.I.C, cann. 280; 245, § 2; 550, § 1; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 81:l.c., 799-800.

(83) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 26; 99; Liturgia Horarum, Institutio Generalis, n. 25.

(84) Cf. C.I.C, can. 278, 2; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 31; 68; 81: l.c., 708; 777; 799.

(85) Cf. C.I.C, can 550, § 2.

(86) Cf. ibid., can. 545, § 1.

(87) GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza generale del 7 luglio 1993: «L'Osservatore Romano», 8 luglio 1993, pp. 5-6; CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 15b.

(88) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 15: l.c., 679-680.

(89) Cf. CONC. ECUM VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 9; C.I.C., cann. 275, § 2; 529, § 2.

(90) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis., 74: l.c., 788.

(91) Cf. C.I.C., can 529, § 2.

(92) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 74: l.c., 788; PAOLO VI, Lett. enc. Ecclesiam suam (6 agosto 1964), III: AAS 56 (1964), 647.

(93) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza Generale del 7 luglio 1993: «L'Osservatore Romano», 8 luglio 1993.

(94) Cf. C.I.C., can 529, § 1.

(95) Cf. CONC. ECUM VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 11; C.I.C, can 233, § 1.

(96) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 74c: l.c., 789.

(97) Cf. C.I.C can 287, § 2; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Decr. Quidam Episcopi (8 marzo 1982): AAS 74 (1982), 642-645.

(98) Cf. CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI, Guida pastorale per i sacerdoti diocesani delle Chiese dipendenti dalla Congregazione per I Evangelizzazione dei Popoli (1· ottobre 1989), 9; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Decr. Quidam Episcopi(8 marzo 1982): AAS 74 (1982), 642-645.

(99) GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza Generale del 28 luglio 1993, n. 3: «L'Osservatore Romano», 29 luglio 1993; Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. past. Gaudium et spes 43; SINODO DEI VESCOVI, Documento sul sacerdozio ministeriale Ultimis temporibus (30 novembre 1971), II, I, 2b: AAS 63 (1971), 912-913; C.I.C.cann. 285, § 3; 287, § 1.

(100) Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2442; Cf. C.I.C., can. 227.

(101) SINODO DEI VESCOVI, Documento sul sacerdozio ministeriale Ultimis temporibus (30 novembre 1971), II, I, 2b: AAS 63 (1971), 913.

(102) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 5: l.c., 663-665.

(103) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Discorso inaugurale alla IV. Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano (Santo Domingo, 12-28 ottobre 1992), n. 24: AAS85 (1993), 826.

(104) Ibid., 1: l.c., 808-809.

(105) Ibid., 25: l.c., 827.

(106) Cf. Ibid.

(107) GIOVANNI PAOLO II, Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo (13 aprile 1987): AAS 79 (1987), 1285-1295.

(108) Cf. C.I.C, cann. 276, § 2, 1·.

(109) Cf. CONC. ECUM.. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 5; 18; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 23; 26; 38; 46; 48: l.c., 691-694; 697-700; 720-723; 738-740; 742-745; C.I.C, cann. 246, § 1; 276, § 2, 2·.

(110) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 5; 18; C.I.C., cann. 246, § 4; 276, § 2, 5; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 26; 48: l.c., 697-700; 742-745.

(111) Cf. CONC. ECUM. VAT. II Decr. Presbyterorum Ordinis, 18; C.I.C, can. 239; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 40; 50; 81: l.c. 724-726; 746-748; 799-800.

(112) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 18; C.I.C., cann. 246, § 2; 276, § 2, 3·; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 26; 72: l.c., 697-700; 783-797.

(113) Cf. C.I.C. 1174, §1.

(114) CONC. ECUM. VATIC. II Decr. Presbyterorum Ordinis, 18; GIOVANNI PAOLO II, Esort. Ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 26; 37-38; 47; 51; 53; 72: l.c., 697-700; 718-723; 740-742; 748-750; 751-753; 783-787.

(115) Cf. C.I.C, can. 276, § 2, 5·.

(116) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 4; 13; 18; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 26; 47; 53; 70; 72: l.c., 697-700; 740-742; 751-753; 778-782; 783-787.

(117) Cf. CONC. ECUM. VATIC. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 18; C.I.C, can. 276, § 2, 4; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 80: l.c., 798-800.

(118) Cf. CONC. ECUM. VATIC II Decr. Presbyterorum Ordinis 18; C.I.C, cann. 246, § 3; 276, § 2, 5· GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 36; 38; 45; 82: l.c., 715-718; 720-723; 736-738; 800-804.

(119) Cf. CONC. ECUM. VATIC II Decr. Presbyterorum Ordinis, 18; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 26; 37 38; 47; 51; 53; 72: l.c., 697-700; 718-723; 740-742; 748-750; 751-753- 783-787.

(120) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 18c.

(121) GIOVANNI PAOLO II, Lettera ai Sacerdoti per il Giovedì Santo 1979 Novo incipiente (8 aprile 1979), 1: AAS 71 (1979), 394; Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 80: l.c., 798-799.

(122) Cf. POSSIDIO, Vita Sancti Aurelii Augustini, 31: PL 32, 63-66.

(123) Cf. Liturgia Horarum, Institutio Generalis, nn. 3-4.

(124) Pontificale Romanum, Deordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, cap. II, n. 151, Ed. typica altera, 1990, pp. 87-88.

(125) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 18; SINODO DEI VESCOVI, Documento sul sacerdozio ministeriale Ultimis temporibus (30 novembre 1971), II, I, 3: AAS 63 (1971), 913-915; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 46-47:l.c., 738-742- Catechesi nell'Udienza Generale del 2 giugno 1993, n. 3: «L'Osservatore Romano», 3 giugno 1993.

(126) «Numquam enim minus solus sum, quam cum solus esse videor»: Epist. 33 (Maur. 49), 1:CSEL, 82, 229.

(127) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 14; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 23: l.c., 691-694.

(128) Cf. C.I.C, can. 279, § 1

(129) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 5; Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1-2, 142.

(130) Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 150-152, 185-187.

(131) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza Generale del 21 aprile 1993, n. 6: «L'Osservatore Romano», 22 aprile 1993.

(132) Cf. CONC. ECUM VAT. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 25.

(133) Cf. C.I.C., cann. 757, 762, 776.

(134) CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 4.

(135) Ibid.; Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 26: l.c., 697-700.

(136) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza generale del 21 aprile 1993: «L'Osservatore Romano», 22 aprile 1993.

(137) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 10; GIOVANNI PAOLO II,Catechesi nell'Udienza generale del 21 aprile 1993: «L'Osservatore Romano», 22 aprile 1993.

(138) Cf. S. TOMMASO D'AQUINO, Summa Theologiae, 1, q. 43, a. 5.

(139) Cf. C.I.C., can. 769.

(140) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. Catechesi tradendae, (16 ottobre 1979), 18: AAS71 (1979), 1291-1292.

(141) Cf. C.I.C., can. 768.

(142) Cf. C.I.C., can. 776.

(143) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 9.

(144) Cf. Ibid., 6.

(145) Cf. C.I.C., can. 779.

(146) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Cost. ap. Fidei Depositum (11 ottobre 1992), 4.

(147) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza generale del 12 maggio 1993, n. 3: «L'Osservatore Romano», 14 maggio 1993.

(148) Cf. CONC. ECUM VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 5.

(149) Ibid.

(150) Cf. ibid., 5; 13; S. GIUSTINO, Apologia I, 67: PG 6, 429-432; S. AGOSTINO, In Iohannis Evagelium Tractatus, 26, 13-15: CCL 36, 266-268.

(151) Cf. C.I.C., can. 904.

(152) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 128.

(153) Cf. ibid., 122-124.

(154) Cf. ibid., 112, 114, 116.

(155) Cf. ibid., 120.

(156) Cf. Ibid., 30.

(157) Cf. C.I.C., can. 899, 3.

(158) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. Sacrosanctum Concilium 22; C.I.C., can. 846, § 1.

(159) Cf. C.I.C., can. 929; Missale Romanum, Instituto Generalis, nn. 81; 298; S. CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Istruzione Liturgicae instaurationes (5 settembre 1970), 8c: AAS 62 (1970), 701.

(160) GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza Generale del 9 giugno 1993, n. 6: «L'Osservatore Romano», 10 giugno 1993; Cf. Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 48:l.c., 744; S. CONGREGAZIONE DEI RITI, Istr. Eucharisticum Mysterium (25 maggio 1967), 50: AAS 59 (1967), 539-573; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1418.

(161) GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza Generale del 2 giugno 1993, n. 5: «L'Osservatore Romano», 3 giugno 1993; Cf. CONC. ECUM . VAT. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 99- 100.

(162) Cf. CONC. ECUM. TRIDENT., sess. VI, de iustificatione, c. 14; sess. XIV, de poenitentia, c. 1, 2, 5-7, can. 410; sess. XXIII, de ordine, c. 1; CONC. ECUM VAT. II, Decr.Presbyterorum Ordinis, 2, 5; C.I.C., can. 965.

(163) Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1443-1445.

(164) Cf. C.I.C., cann. 966, § 1; 978, § 1; 981; GIOVANNI PAOLO II, Discorso alla Penitenzieria Apostolica del 27 marzo 1993: «L'Osservatore Romano», 28 marzo 1993.

(165) Cf. C.I.C., can. 986.

(166) Cf. ibid., can. 960; GIOVANNI PAOLO II, Litt. enc. Redemptor hominis, 20: AAS 71 (1979), 309-316.

(167) Cf. C.I.C., cann. 961-963; PAOLO VI, Allocuzione (20 marzo 1978), AAS 70 (1978), 328-332; GIOVANNI PAOLO II, Allocuzione (30 gennaio 1981): AAS 73 (1981), 201-204; Esort. ap. post-sinodale Reconciliatio et paenitentia (2 dicembre 1984), 33: AAS 77 (1985), 269-271.

(168) Cf. C.I.C., cann. 978, § 1, 981

(169) Cf. ibid., can. 964.

(170) Cf. ibid. can. 276, § 2, 5·; CONC. ECUM VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 18b.

(171) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Reconciliatio et Paenitentia (2 dicembre 1984), 31: AAS 77 (1985), 266; Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 26: l.c., 699.

(172) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Reconciliatio et paenitentia (2 dicembre 1984), 32: AAS 77 (1985), 267-269.

(173) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 22-23: l.c., 690-694; Cf. Lett. ap. Mulieris dignitatem (15 agosto 1988), 26: AAS 80 (1988), 1715-1716.

(174) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 6; C.I.C., can. 529, § 1.

(175) S. GIOVANNI CRISOSTOMO, De sacerdotio, III, 6: PG 48, 643-644:

«La nascita spirituale delle anime è privilegio dei sacerdoti: essi le fanno nascere alla vita della grazia per mezzo del battesimo; per mezzo loro noi ci rivestiamo di Cristo, siamo consepolti con il Figlio di Dio e diventiamo membra di quel beato capo (Cf. Rm Rm 6,1 Ga 3,27). Quindi noi dobbiamo non solamente rispettarli più che principi e re, ma venerarli più dei nostri genitori. Questi infarti ci hanno generati dal sangue e dalla volontà della carne (Cf. Gv Jn 1,13); quelli invece ci fanno nascere figli di Dio; essi sono gli strumenti della nostra beata rigenerazione, della nostra libertà e della nostra adozione nell'ordine della grazia».

(176) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 29: l.c., 704; Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 16; PAOLO VI, Lett. Enc. Sacerdotalis coelibatus (24 giugno 1967), 14: AAS 59 (1967), 662; C.I.C., can. 277, § 1.

(177) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lett enc. Veritatis splendor (6 agosto 1993), 22b.c.: AAS 85 (1993), 1151.

(178) Cf. CONC. ECUM. VAT. II Decr. Optatam totius, 10; C.I.C, can. 247, § 1; CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis (19 marzo 1985), 48; Orientamenti educativi per la formazione al celibato sacerdotale (11 aprile 1974), n. 16.

(179) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 16; GIOVANNI PAOLO II, Lettera ai Sacerdoti per il Giovedì Santo 1979 Novo incipiente (8 aprile 1979), 8: AAS 71 (1979) 405-409; Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 29: l.c., 703-705; C.I.C., can. 277, § 1.

(180) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 16a; PAOLO VI, Lett. enc.Sacerdotalis caelibatus (24 giugno 1967) 14: AAS 59 (1967), 662.

(181) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 16c; C.I.C., cann. 1036; 1037.

(182) Cf. Pontificale Romanum - De ordinatione Episcopi; Presbyterorum et Diaconorum, cap. III, n. 228, Ed. typica altera, 1990, p. 134; GIOVANNI PAOLO II, Lettera ai Sacerdoti per il Giovedì Santo 1979 Novo incipiente (8 aprile 1979), 9: AAS 71 (1979), 409-411.

(183) Cf. SINODO DEI VESCOVI, Documento Ultimis temporibus, (30 novembre 1971), II, I, 4c: AAS 63 (1971), 916-917.

(184) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 16b.

(185) Cf. Ibid.

(186) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 29: l.c., 703-705

(187) S. CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Orientamenti educativi per la formazione al celibato sacerdotale, (11 aprile 1974), n. 16.

(188) Per l'interpretazione di questi testi, Cf. CONC. DI ELVIRA, (a. 300-305) cann. 27, 33: BRUNS HERM., Canones Apostolorum et Conciliorum saec. IV-VII II, 5-6; CONC. DI NEOCESAREA (a. 314), can. 1: Pont. Commissio ad redigendum CIC Orientalis, IX, 1/2, 74-82; CONC. ECUM. NICENO I (a. 325), can. 3: Conc. Oecum. Decr., 6; SINODO ROMANO (a. 386): ibid., (in Conc. di Telepte), 58-63; CONC. DI CARTAGINE (a. 390): Concilia Africae a. 345-525, CCL 149, 13. 133ss; CONC. TRULLANO (a. 691), cann. 3, 6, 12, 13, 26, 30, 48:Pont Commissio ad redigendum CIC Orientalis, IX, I/1, 125-186; SIRICIO, decretale Directa(a. 386): PL 13, 1131-1147; INNOCENZIO I, lett. Dominus inter (a. 405): BRUNS cit. 274-277; S. LEONE MAGNO, lett. a Rusticus (a. 456): PL 54, 1191. EUSEBIO DI CESAREA,Demonstratio Evangelica, 1 9: PG 22, 82 (78-83) - EPIFANIO DI SALAMINA, Panarion, PG 41, 868. 1024; Expositio Fidei, PG 42, 822-826.

(189) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera a tutti i sacerdoti della Chiesa in occasione del Giovedì Santo 1993 (8 aprile 1993): AAS 85 (1993), 880-883; per ulteriori approfondimenti, Cf. Solo per amore, riflessioni sul celibato sacerdotale, a cura della Congregazione per il Clero, Ed. Paoline, 1993; Identità e missione del Sacerdote, a cura di G. PITTAU - C. SEPE, Ed. Città Nuova 1994.

(190) S. GIOVANNI CRISOSTOMO, De Sacerdotio, VI, 2: PG 48, 679: «L'anima del sacerdote deve essere più pura dei raggi del sole, affinché lo Spirito Santo non lo abbandoni e affinché possa dire: Vivo non già io, ma vive in me Cristo (Ga 2,20). Se gli anacoreti del deserto, lontani dalla città e dai pubblici ritrovi e da ogni strepito proprio di quei luoghi, godendo pienamente il porto e la bonaccia, non s'inducono a confidare nella sicurezza di quella loro vita, ma aggiungono infinite altre attenzioni, munendosi da ogni parte e studiandosi di fare o dire ogni cosa con grande diligenza, per potersi presentare al cospetto di Dio con fiducia e intatta purezza, per quanto è possibile alle umane facoltà; qual forza e violenza ti pare che sarà necessaria al sacerdote, per sottrarre l'anima sua ad ogni macchia e serbarne intatta la spirituale bellezza? A lui occorre certamente purezza maggiore che ai monaci. E tuttavia, proprio lui, che ne ha maggior bisogno, è esposto a maggiori occasioni inevitabili, nelle quali può essere contaminato, se con assidua sobrietà e vigilanza non renda l'anima sua inaccessibile a quelle insidie».

(191) Cf. C.I.C., Can. 277, § 2.

(192) Cf. ibid., can. 277, § 3.

(193) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 16c.

(194) Cf. PAOLO VI, Lett. enc. Sacerdotalis caelibatus (24 giugno 1967), 79-81: AAS 59 ( 1967) 688-689; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 29: l.c., 703-705.

(195) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 15c; GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 27:l.c., 700-701.

(196) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Veritatis splendor (6 agosto 1993), 31, 32, 106:AAS 85 (1993), 1159-1160; 1216.

(197) Cf. C.I.C., can. 274, § 2

(198) Cf. C.I.C., can. 273.

(199) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 23a.

(200) Cf. Ibid., 27a; C.I.C., can. 381, § 1.

(201) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Christus Dominus, 2a; Cost. dogm. Lumen gentium, 22b; C.I.C., can. 333, § 1.

(202) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Cost. ap. Sacrae disciplinae leges (25 gennaio 1983): AAS 75 (1983) Pars II, XIII; Discorso ai partecipanti al Symposium internationale «Ius in vita et in missione Ecclesiae», (Vaticano 23 aprile 1993), in «L'Osservatore Romano», 25 aprile 1993, p. 4.

(203) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Cost. ap. Sacrae disciplinae leges (25 gennaio 1983): AAS 75 (1983) Pars II, XIII.

(204) Cf. C.I.C., cann. 392.

(205) Cf. CONC. ECUM.. VAT. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 7.

(206) Ibid., 10.

(207) C.I.C., cann. 838.

(208) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 22.

(209) Cf. C.I.C., can. 846, § 1.

(210) Cf. S. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Lettera circolare Omnis Christifideles (25 gennaio 1973), 9.

(211) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera al Card. Vicario di Roma (8 settembre 1982): «L'Osservatore Romano», 18-19 ottobre 1982.

(212) Cf. PAOLO VI, Allocuzioni al clero (17 febbraio 1969; 17 febbraio 1972; 10 febbraio 1978):AAS 61 (1969), 190; 64 (1972), 223; 70 (1978), 191; GIOVANNI PAOLO II, Lettera ai sacerdoti in occasione del Giovedì Santo 1979 Novo incipiente (7 aprile 1979), 7: AAS 71, 403-405; Allocuzioni al clero (9 novembre 1978; 19 aprile 1979): Insegnamenti di Giovanni Paolo II, I (1978), 116; II (1979), 929.

(213) C.I.C., can 284.

(214) Cf. PAOLO VI, Motu Proprio Ecclesiae Sanctae, 1, 25, 2d: AAS 58 (1966), 770; S. CONGREGAZIONE PER I VESCOVI, Lettera circolare a tutti i Rappresentanti Pontifici Per venire incontro (27 gennaio 1976); S. CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Lettera circolare The document (6 gennaio 1980): «L'Osservatore Romano» suppl., 12 aprile 1980.

(215) Cf. PAOLO VI, Catechesi nell'Udienza generale del 17 settembre 1969, Allocuzione al clero (1 marzo 1973): Insegnamenti di Paolo VI, VII (1969), 1065; XI (1973), 176.

(216) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 17a.d; 20-21.

(217) Cf. Ibid., 17a.c; GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza generale del 21 luglio 1993, n. 3: «L'Osservatore Romano», 22 luglio 1993.

(218) Cf. C.I.C., can. 286; 1392.

(219) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 17d.

(220) Cf. Ibid., 17c; C.I.C., cann. 282; 222, § 2; 529, § 1.

(221) Cf. C.I.C., can. 282, § 1.

(222) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 17d.

(223) Cf. ibid., 17e.

(224) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Catechesi nell'Udienza generale del 30 giugno 1993: «L'Osservatore Romano», 30 giugno - 1· luglio 1993.

(225) Cf. CONC. ECUM. VAT II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 18b.

(226) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 70: l.c., 778-782.

(227) Cf. ibid.

(228) Cf. ibid., 79: l.c., 797.

(229) Cf. C.I.C., can. 279.

(230) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 76: l.c., 793-794.

(231) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 3.

(232) Cf. CONC. ECUM VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 19; Decr. Optatam totius, 22;C.I.C., can. 279, § 2; CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis (19 marzo 1985), 101.

(233) C.I.C., can. 279, § 3.

(234) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 57: AAS 83 (1991), 862-863.

(235) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 79: l.c., 797.

(236) Cf. ibid.

(237) Cf. ibid.

(238) Cf. ibid.

(239) Cf. ibid.; CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Optatam totius 22; Decr. Presbyterorum Ordinis, 19C.

(240) Cf. PAOLO VI, Lett. ap. Ecclesiae Sanctae (6 agosto 1966), I, 7: AAS 58 (1966), 761; S. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Lett. circolare ai Presidenti delle Conferenze episcopaliInter ea (4 novembre 1969), 16: AAS 62 (1970), 130-131; CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis (19 marzo 1985), 63; 101; C.I.C., can. 1032, § 2.

(241) Cf. CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Ratio Fondamentalis Institutionis Sacerdotalis (19 marzo 1985), 63.

(242) C.I.C., Can. 276, § 2, 4·, Cf. Cann. 533, § 2; 550, § 3.

(243) Cf. CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis (19 marzo 1985), 101.

(244) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 70: l.c., 778-782.

(245) CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 8.

(246) Cf. ibid.

(247) C.I.C., can. 278, § 2; Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 8.

(248) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 8; C.I.C., can. 278, § 2; GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis, 81: l.c., 799-800.

(249) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Christus Dominus, 16d.

(250) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 79: l.c., 797.

(251) Cf. ibid.: l.c., 797-798.

(252) Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Optatam totius, 22; CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, (19 marzo 1985), 101.

(253) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 79: l.c., 796-798.

(254) Cf. ibid., 76: l.c., 793-794.

(255) Cf. C.I.C., Cann. 972, 972.

(256) Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 77: l.c., 794 795.

(257) Ibid.: l.c., 794.

(258) Ibid.

(259) Ibid.

(260) Ibid., 41: l.c., 727.

(261) Ibid., 77: l.c., 794.

(262) Cf. ibid., 74: l.c., 791.

(263) Ibid.

(264) Cf. ibid., 82: l.c., 800.

(265) Ibid., 82: l.c., 801.

(266) CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 65.

(267) GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 82: l.c., 803-804.



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