F. DOSTOEVSKIJ I FRATELLI KARAMAZOV

F.DOSTOEVSKIJ

I fratelli Karamazov



(Mt 19,29) (Mc 10,30) (Is 11,7) (Is 67,25) (Jn 12,21) (Is 25,8) (Is 26,19) (1Co 15,52) (1Th 4,16)



«Secondo la mia povera intelligenza terrena, euclidea, so soltanto che la sofferenza esiste e che i colpevoli non esistono, che ogni cosa deriva semplicemente e direttamente da un’altra, che tutto scorre e tutto si equilibra, ma queste non sono che sciocchezze euclidee, lo so bene, e non posso accontentarmi di vivere in base a simili sciocchezze! Cosa mi importa che non esistano colpevoli, che ogni cosa derivi semplicemente e direttamente da un’altra, e che io lo sappia! Ho bisogno di un compenso, se no mi distruggo. E un compenso non nell’infinito, chissà dove e chissà quando, ma qui, sulla terra e voglio vederlo coi miei occhi! Io ho creduto, e perciò voglio vedere anch’io, e se allora sarò già morto, mi devono resuscitare, perché se tutto accadesse senza di me sarebbe avvilente. Non ho sofferto per concimare con le mie colpe e le mie sofferenze una armonia futura in favore di chissà chi! Voglio vederlo coi miei occhi il daino che gioca accanto al leone, e l’ucciso che si rialza e abbraccia l’uccisore. Voglio esserci anch’io, quando tutti sapranno finalmente perché le cose sono andate così».



F. DOSTOEVSKIJ

I demoni



(Ps 8,5) (Ps 16,2) (Ps 53,2) (1Co 15,14) () (Mt 8,25) (Lc 8,24) (Ps 144,3)





Lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij, in una pagina del suo romanzo I demoni, racconta un piccolo aneddoto in alcuni ufficiali che in un circolo si impegnano in discorsi nichilisti contro Dio e la religione. Ad un certo punto…



«Qui nel distretto c’è un reggimento di fanteria. Venerdì sera ho bevuto a B... con gli ufficiali. Perché là abbiamo tre amici, vous comprenez? Si è parlato d’ateismo e, ben inteso, abbiamo liquidato Dio. Erano contenti, strillavano dalla gioia.

A proposito, Sciatov assicura che se in Russia va cominciata la rivolta, bisogna cominciare as­solutamente con l’ateismo. Può anche darsi che sia vero. Un canuto capitano dì ventura se ne stava a sedere senza mai dire una parola; a un tratto si mette in mezzo alla stanza e, sapete, cominciava a dire ad alta voce, come fra sé e sé: “Se Dio non c’è, sono ancora capitano io?”. Prese il berretto, allargò le braccia e se ne andò».




F. DOSTOEVSKIJ

I demoni



(Jn 1,14) (Jn 4,23) (Rm 5,1) (Ga 2,16) (Ga 3,24)



«Molti pensano che sia sufficiente credere nella morale di Cristo per essere cristiano. Non la morale di Cristo, né l’insegnamento di Cristo salveranno il mondo, ma precisamente la fede in ciò: che il Verbo si è fatto carne. Questa fede non soltanto è il riconoscimento mentale della superiorità del suo insegnamento, ma spontanea inclinazione. Bisogna precisamente credere che l’ideale definitivo dell’uomo è sempre il Verbo incarnato, il Dio incarnato. Perché con questa fede soltanto noi perveniamo all’adorazione, a quell’estasi, che più di tutto c’incatena a lui direttamente e ha il potere di non far deviare l’uomo. Con un minor entu­siasmo l’umanità forse senz’altro avrebbe deviato, dapprima nell’eresia, poi nell’ateismo, poi nell’immoralità e infine nell’ateismo e in uno stato di trogloditi sarebbe marcita e scomparsa».




F. DOSTOEVSKIJ I FRATELLI KARAMAZOV