Fulgenzio Pastorelli 19

19

P. Fulgenzio Pastorelli, 19 :

Ritiro Presentazione, 9 12 1746 (era in L II, 111)

(82)


Passio Domini Nostri Christi sit semper in cordibus nostris.

Carmo ed amatmo P. Rettore,

Godo che della sua indisposizione ne sia alquanto sollevato, ma seguiti per amor di Dio a lasciarsi regolare, per potere compire al peso che S. D. M. le ha imposto. V.R. fa bene a fare delle provvisioni, ma io con tutte le diligenze non scuopro cosa che possa dare apprensione. Non tralascerò per di prevedere e provvedere ecc. con l'aiuto di Dio.
Il novizio indisposto conviene tollerarlo, per vedere se si stabilisce : sarebbe bene consultare se un poco di rabarbaro gli giovasse ; avrò caro sentire se il Confr. Bonaventura sia andato all'Isola per riaversi ecc. Godo che il P. Teologo faccia bene il suo ufficio apostolico.
Il P. Direttore è ricco e non lo sa. Io recevei le sue lettere che stavo molto aggravato e non in poco pericolo. In questa posta gli scrivo pochi versi, giacché V. R. non puol credere quanto scrivo io in ogni posta. La missione d'Orvieto è stata sopramodo benedetta da Dio, vi sono alcuni soggetti di talenti, bramosi d'aver l'ingresso. Il P. Casista mi ha scritto una lettera di molta edificazione, tanto intorno alla santa missione che a detti soggetti. Gli ho risposto una lettera d'un foglio, perché desiderava una succinta relazione dell'Istituto, e gli ho detto che spero fra due mesi potremo riceverli, e perché è uomo di pietà, dottrina e prudenza, mi sono rimesso al medesimo intorno all'esame della vocazione, così ha fatto il P. Tommaso M.

Credo che a quest'ora saranno giunti costì due giovani piemontesi che manda il signor canonico Rondone senza avermene dato il minimo avviso avanti, tanto che mi è giunto nuovo.Accludo la sua lettera per sua regola. Se vengono con i dovuti requisiti bisogna riceverli, poi si proveranno ; sentirà che sono di grande aspettativa. Gli scrivo che non mandi altri sino al mio avviso per non esservi luogo, giacché hanno fatto tanto viaggio bisogna aver pazienza : Dio ci aiuterà e provvederà. Spero in breve potere sgravare codesto Ritiro ecc.
Circa alla lettera della signora Clarice non ho che rispondere, poiché neppure mi passa per il pensiero di andare all'Isola, che non ho tali forze, né v'è la minima necessità.
Ho scritto a Suor Cherubina per la posta ecc. Resto raccomandandomi alle loro sante orazioni e la prego dei miei cordialissimi saluti a tutti, professi e novizi. Si facciano santi e studino nel libro del loro vero nulla per radicarsi bene nella propria cognizione, ché in tal forma saranno santi. Si separaveris pretiosum a vili quasi os meum eris (Ger 15, 19).
L'abbraccio ben stretto nel Costato Santissimo di Gesù, perché so che ivi e non altrove è il suo domicilio. Si ricordi di me poverello : io sono con tutto il cuore.
Di V. R.

Soriano Ritiro di S. Eutizio ai 9 dicembre 1746.

Le buone feste gliele darò più fresche e mature, come pure alla Casa Grazi tanto benemerita della Congregazione ecc. Addio.


Indegmo Servo Affmo.
PAOLO DELLA CROCE

(Originale AGCP).




20

P. Fulgenzio Pastorelli, 20 :

Ritiro Presentazione, 15 12 1746 (era in L II, 113)

(83)


Iesus.

Carmo ed amatmo P. Rettore,

Sento nella sua carissima la carità che manderà del pesce, e lunedì prossimo si manderà a prendere. Godo che Confr. Bonaventura sia andato all'Isola, ed è stato ben risoluto di mandarlo accompagnato ecc. Dei chierici che V. R. mi dice da mandarsi a quaresima non ne ho punto di memoria, né mi ricordo di quali chierici V. R. parli ; mi farà carità di ricordarmelo, tanto più che qualcuno di queste parti che mostrava gran desiderio, non è più comparso, massime quei di Vetralla.
Circa all'elezione del sindaco V. R. faccia quello stima bene con la solita sua prudenza e carità, per vantaggio del Ritiro. Le reliquie se non vado a Roma non ho via di provvederle, ma se Dio mi ci manderà, avrò campo di servire sicuramente l'accennato benefattore. Io ho preveduto e provveduto ai bisogni... per quando però urgeat necessitas, aliter ecc.
Scrivo al signor D. Atanasio per le buone feste ecc., e procurerò render servita Maddalena.
Godo che V. R. muoia spesso, anzi ogni giorno, per vivere in Dio e per Iddio e tutto sepolto in Gesù Cristo. Non posso esprimere quanto goda e sia tenuto al P Direttore per aver introdotto sì santa pratica del giorno d'apparecchio alla morte, e spero introdurlo in tutti i Ritiri ; onde a suo tempo me ne manderanno il metodo ecc.

Le mando la copia del rito approvato per la vestizione e professione Nellaltra posta l'avvisai dei postulanti d'Orvieto, come pure dei due soggetti che vengono dal Piemonte, e le mandai acclusa la lettera del canonico Rondone : spero avrà ricevuto tutto. Suor Cherubina ha fatto un fervoroso memoriale per la nota fondazione dell'Isola e l'ha inviato alla Principessa ed una copia a me.
Ora invoco lo Spirito Santo, acciò mi dia lumi abbondanti per annunziare a codesta piissima comunità la vera allegrezza nelle prossime sante feste.
Annuntio vobis gaudium magnum, quia cito veniet salus nostra. Ecco il povero peccatore Paolo ai piedi di tutta codesta piissima comunità del sacro Ritiro della Presentazione di Maria SS.ma, il quale dopo avere con la faccia a terra chiesto umilmente perdono a tutti i suoi carissimi Fr.li dei cattivi esempi dati e che non cessa di dare con la sua vita tepida e piena di vizi, pregandoli per pura carità loro a supplicare la somma infinita misericordia di Dio a perdonargli i suoi gravissimi peccati, cattivi esempi, inosservanze e tepidezze, si prende la confidenza in Gesù Cristo, come loro indegmo ed inutile servo, di annunziargli la vera allegrezza, gaudio e pace nella vicina Solennità Natalizia.
E non ho forse ragione, o carissimi, d'annunziarvi la vera allegrezza, mentre anch'io, che (in veritate non ficta ) sono sì gran peccatore, devo a maggior segno rallegrarmi in sì grande solennità, perché il dolce Infante Divino m'invita con tanto sviscerato amore al perdono ? Si rallegrino dunque, o carissimi ed amantissimi Fr.li in Gesù Cristo, et deponentes veterem hominem cum actibus suis, induimini Dominum nostrum Iesum Christum (cf Col 3, 9).
E giacché il dolcissimo Gesù nasce nella nostra commemorazione in questa soprasoavissima Solennità, facciamoci ancor noi bambini con esso, nascondendoci sempre più nel nostro vero nulla, umili, semplici come bambini, con l'esatta obbedienza, schiettezza, chiarezza di coscienza, amore alla santa povertà, amore grande al patire, e soprattutto una vera semplicità, fanciullesca, nella vera esatta osservanza delle sante Regole e Costituzioni, senza avere ardire d'interpretarle, né glossarle in senso largo né in qualunque altra maniera, perché arcta est via, quae ducit ad vitam (Mt 7, 14) ; ma lasciarci governare, dirigere e maneggiare dai nostri superiori, che il buon Dio ha posto a governare e dirigere questa povera Conregazione ; e così saremo veri imitatori del dolce Bambino Gesù, che si lasciava in tutto abbandonato alla cura della sua Divina Madre Maria Purissima, Santissima ed Immacolata.
Con queste belle e sante virtù si disporranno ad essere ammessi in quella sacra capanna, ed ivi con i loro sacri ed infuocati affetti riscalderanno il dolce Divino Infante, che per accender fuoco di sant'amore nei nostri petti trema esso di freddo.
Ah, carissimi ! Meditate con attenzione il gran Mistero ; ponderate gl'incomodi, il freddo, la povertà del luogo e di tutto il bisognevole, in cui si ritrovò Gesù, Maria Santissima e San Giuseppe ; e spero vivamente in Dio che v'infervoriate con fortissime risoluzioni d'attendere a gran santità, con esser veri imitatori di Gesù, Maria Santissima e San Giuseppe. ma si ricordino che dala vera santità non vanno disgiunte le pene e le tribolazioni intus et foris, battaglie grandi da' nemici visibili ed invisibili, pene di corpo e di spirito, desolazioni ed aridità lunghe ; poiché omnes, qui pie volunt vivere in Christo Iesu persecutionem patientur (2Tim 3, 12), e per quella parolina persecutionem patientur, s'intende ogni sorta di travagli, dai diavoli o dagli uomini, o dalla nostra carne ribelle ecc.
Animo grande, o carissimi ! e si ricordino che sicut ille ambulavit, ita et nos oportet ambulare (cf 1Gv 2, 6). Non bisogna servire Dio per le consolazioni, ma perché merita d'essere servito, e suole S. D. M. privare i servi suoi ad tempus delle consolazioni, acciò imparino a servirlo per puro amore e farsi gran servi suoi fedelissimi.

Nelle maggiori solennità suole S. D. M. anche ai grandi servi suoi di privarli delle consolazioni spirituali per fare di loro prova grande di fede e della loro fedeltà. Dunque sursum corda, in alto i nostri cuori, per servire corde magno et animo volenti (2Mac 1, 3) il nostro grande Iddio e Salvatore nostro Gesù Cristo in purissima fede ed amore : Amen.
Adesso vengo in spirito ad abbracciare tutti in Gesù Cristo. Primo : abbraccio e do le buone feste con la pace di Gesù Cristo al molto reverendo P. Rettore ed a tutti i reverendi sacerdoti, chierici e laici professi, suoi carissimi figli : sia la pace con loro e preghino molto per me indegnissimo.
Abbraccio e do le buone feste con la pace santissima di Gesù Cristo al molto reverendo P. Direttore con tutti i suoi carissimi figli novizi ; sia la santa pace con loro, e li prego raccomandarmi molto a Dio, ché il bisogno è grande.
Nella s.ma notte natalizia celebrerò i divini misteri per tutta la povera nostra congregazione, e porrò i cuori di tutti i professi e novizi nelle sacre fascie del dolce Bambino, acciò glieli vivifichi, conforti, infiammi e santifichi per fare cose grandi per la gloria di Dio. Pregherò Maria SS.ma che gliel'innaffi con quel prezioso liquore del suo latte purissimo. Amen.
Bramo che nella processione che si farà in quella santissima notte portando il S. Bambino col canto devotissimo della pastorale che tutti i religiosi abbiano il loro lume in mano, perché l'anno passato vidi ch'era buio per il convento e faceva mala vista. Dunque tutti, tutti abbiano almeno un moccolo, che la funzione sarà più devota, e procurare che sia ben provato il canto, per maggior divozione.
Resto abbracciandola nel Cuore di Gesù. La prego aversi cura ; mi saluti tutti i missionari, li aspetto oggi o dimani : io vado stando meglio : Deo gratias.

Ritiro di S. Eutizio ai 15 dicembre 1746.

Potrà far la carità di far leggere il paragrafo di buone feste sino al fine nel capitolo di venerdì, avanti la vigilia.


Suo vero Servo
PAOLO DELLA CROCE

(Originale AGCP).




21

P. Fulgenzio Pastorelli, 21 :

Ritiro Presentazione, 13 00 1747 (era in L II, 116)

(84)


I. M. I.

Camo ed amatissimo P. Fulgenzio,

Scrivo con gran fretta per gli affari che ho in questo Monastero, e brevemente le dico che V. R. si rallegri su la Croce di Gesù ; e siccome tengo io per certo e con vivissima fede in Dio, che il male di V.R. non farà mai nocumento a veruno, così lo tenga per certo lei ; nonostante, anche per quiete degli altri, si regoli come le scrissi nell'ultima mia, prima di venire in Orte ; continui il suo officio di Rettore, ma faccia fare le cose più applicative e faticose al P. Lucantonio.
Le conferenze necessarie le senta brevemente nella stanza grande del fuoco, e tutto il resto che le ho detto. Passato questo freddo, almeno in marzo V. R. verrà qui a S. Eutizio, dove vi sarà il comodo di latte ed ogni altra cura:
pure ho gran fede in Dio, che V. R. si ridurrà a stato di servire ancora del tempo la povera Congregazione ; tiri dunque avanti con la cautela accennata nell'altra mia : mangi brodo o come le è stato ordinato.
Non tema di niente, che il suo male siccome non ha fatto mai nocumento, così neppure ora lo farà ; ormai sono tre o quattro anni, e Dio l'ha liberato, e se il medico dice che lei è tisico, io non posso crederlo ; ad ogni modo, per esempio e consolazione degli altri vada con cautela come Superiore.
Non posso più scrivere, ché con fatica ho rubato questo poco di tempo ; legga questa lettera al P. Lucantonio ed al P. Direttore, ma anch'esso usi per regola di santa prudenza, la cautela scrittagli.
Lunedì vado a Gallese, mi scriva per la posta, e faccia : Roma Utricoli per Gallese ; l'abbraccio in Gesù, saluto tutti. Addio. Alleluia, stia contento, e non dubiti ecc. orate pro nobis.
Il P. Gio. Battista lo saluta.

Orte ai 13 del 1747.

Indegmo Servo
PAOLO DELLA CROCE


(Originale AGCP).





22

P. Fulgenzio Pastorelli, 22 :

Ritiro Presentazione, 25 11 1747 (era in L II, 118)

(85)

Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris.

Carmo ed amatissimo P. Rettore,

Come sta V. Renza ? in croce, è vero ? ma la sua croce è smaltata di gioie sopragrandi, di pace e serenità in Spirito Santo. Ma lei non m'ha più data nuova della sua carissima persona, e lo bramo. Ho ricevuta la lettera del P. Vice Rettore, che mi parla della nota casa. V. R. ha tutta la facoltà, esaminerà bene le cose, e se stimerà bene prenderne il possesso per ospizio del nostro Ritiro, lo faccia, ma vi mandi il detto P. Vice Rettore, e V. Renza non applichi se non il puro necessario, e faccia scrivere le lettere, e per amor di Dio s'abbia cura ; prenda il solito ristoro la mattina e seguiti la sua regola di vivere ecc.
Non si rammarichi della risoluzione presa su la di lei persona : la Congregazione sta in bisogno non poco, come s'ha da fare ? Alle volte il mio peso mi pare importabile e poi mi pare leggero meno d'una piuma. Dio ci aiuterà. Animo grande vi vuole, ecc.
La premura poi che Dio mi dà che V. R. mantenga le forze, per reggere al peso impostole da Dio, m'obbliga a pregarla di ponere in pratica gli avvertimenti seguenti :
Per le conferenze avute con Religiosi ho inteso che V. R. negli esami e nei capitoli fa esclamazioni con gran forza, come se facesse una missione a gente con i baffi ; ma, caro P. Rettore, perché fa così ? Lodo il suo zelo, so che nasce ciò da un vivo desiderio dell'osservanza ; ma la verità si è che i nostri Religiosi sono assai buoni, e pare non vi sia bisogno di tali esclamazioni. Sento dai medesimi che loro pativano al sommo mentre conoscevano che le faceva gran danno al petto ; e questo patire libera l'attenzione e non se ne cava il profitto che si brama ; oltre di che si pongono in troppe angustie, se gli rende il peso che è tanto soave ma in tal forma riesce grave, ed infatti si vedono i loro volti estenuatissimi, ed è stato osservato più da seniori, massime in S.Angelo, che da me, che ho avuto poco tempo.
Creda, Padre carissimo, che farà più colpo col non fare sforzi, col dire la parola di Dio negli esami e capitoli con spirito dolce, aliter il petto se le spezzerà, che già è tanto infermo che basta. Sicché operi con dolcezza, parli con riposo di spirito, non isforzi il petto e creda che farà più colpo, più profitto, ed i Religiosi saranno più contenti. Nelle conferenze con i Novizi ecc. è molto a proposito la stanza del fuoco, per non provare tanto freddo in cella ecc. ; il P. Vice Retore, com scrissi, aiuterà a confessare, ecc.
S'è fatta una soda conferenza col P. Marcaurelio e il P. Gio. Battista in S.Angelo per la povera gioventù, e s'è giudicato che è necessario darle il cibo conforme alla loro età ed occupazione, e le Regole già lo prescrivono con ogni discrezione. Sicché, sebbene in S.Angelo già si praticava, s'è risoluto che il mercoledì e sabato alla mattina se e dia il piattino d'erbe, oltre la buona minestra e pietanza ben compite, con i frutti, se vi sono : già si vede, e si pratica da tutti, che ognuno si mortifica in lasciare qualche cosa : se la pietanza è tanto scarsa, con quel che lasciano non vi resta quasi niente. Il troppo non si deve, ché è detestabile, ma il giusto e discreto ; e costì vidi,quando fui al capitolo, che si faceva bene, e spero si continuerà ; che i legumi siano ben cotti, mai per lo più schietti, ma o con erbe o altro ecc. e non tanto asciutti al solito. La sera la colazione, come si praticava e come parmi dicesse a Fr. Giuseppino il P. Maestro passato circa al pane ed altro.
Oh, quanto è necessaria la vigilanza, che la gioventù mantenga le forze, aliter faressimo un ospedale e pochi persevererebbero ; la proibizione di catenelle ed altre penitenze, fuori di regola, so che le sta a cuore, e so in pratica la di lei carità, prudenza e discrezione.
Si ordinò dunque ut supra, che il mercoledì e sabato si dia l'erbe, poiché le ferie 2, 3, 5 si dà il piattino caldo la sera, ma nel Sacro Avvento, che si digiuna quotidie , e non v'è detto piattino in dette ferie, se si puole, si fa dar la mattina ; e sebbene questo è scarso, per mantener gli erbaggi, non importa, perché v'è il resto di minestre, pietanze, ecc. Non si maravigli se m'estendo su di ciò, che Dio me ne dà premura, e le dico che dal mantenere le forze massime ai giovani, ne viene maggior osservanza, fervore, ecc.
V. R. sa che è un pezzo che porto il peso, e le conferenze con Religiosi non parmi averle tralasciate ; onde so certissimo che quando i Religiosi, se non tutti, almeno i più, non hanno quel cibo iuxta regulas, con discrezione, e giusto secondo il loro bisogno, gli vengono tentazioni grandi di tedi della vita, malinconie, gravezze ecc. ecc. E' vero che stanno in silenzio, perché amano la virtù, è vero che non lo dicono al superiore locale, per non dargli fastidio, ma però i tedi sono grandi, da cui ne nascono spesso tiepidezze di spirito ; la mia sciocca vecchiaia m'ha imparato, anche con esperienza propria ecc.
Quando poi vedono quella santa discrezione, carità, quel far qualche distinzione nelle feste, massime solenni, anche lo spirito sta sollevato, perché non tutti siamo giunti all'apice della perfezione, e bisogna soccorrere la misera umanità nel miglior modo, giacché le nostre Sante Regole non dànno al corpo di più del bisognevole.

Sono già tre o quattro giorni, che quotidie sono chiamato a lunghe e sante conferenze con S. E. con mia edificazione ; le mando la minuta volgare del breve, che si deve fare per la concessione già fatta a noi della Chiesa di S. Tommaso in Formis, che me la mandò qui S. E. ier l'altro. Credo che terminata la convalescenza, bisognerà scappare a Roma per visitare ecc., ma mi fermerò 7 od 8 giorni solamente e gliel'avviserò.
Bisogna raccomandare molto le cose a Dio, lo faccia fare con caldezza, mentre gl'incamminamenti sono buoni. Ho avuto ieri lettera del P. Tommaso ; là le cose non possono andar meglio ; e scrive un buon Curato il gran frutto ecc. Il Ritiro di Ceccano ancora non è spianato il difficile,ma presto sarà ecc.
Le accludo la lettera del canonico Rondone : venuti i soggetti, lo consoli in ciò che chiede del Filippino. I vestiari li riceverò io in Roma dall'abate Fresia, e li trasmetterò costì. Intorno alla fabbrica, V. R. sa le angustie del Ritiro,pure se vuol fare un po' di apparecchio per la fabbrica del capitolo, di pietre e fare stabilire la cappella, faccia lei, misuri le forze ecc. Se scrivesse una lettera alla signora Caterina a Ischia sollecitando il quadro o farla adducendo la necessità, l'aspetto del pittore ecc. Io sono carico di lettere, e Dio sa che non avrei bisogno di applicare tanto, eppure Dio m'aiuta ; ma lei faccia scrivere, e sottoscriva solamente.

Mi saluti tutti, il P. Vice Rettore, et omnes, preghino assai per me. L'abbraccio in Gesù. Stia nel regno interno in pace, e beva l'acqua viva (cf Gv 7, 37-39) ecc. Io sono di vero cuore
Di V. R.

Ritiro di S.Eutizio li 25 novembre 1747

Quando vuole vestire i Novizi, gliene do tutta la facoltà.


Affmo Servo Affmo
PAOLO DELLA CROCE

"Ho ritrovato questo povero Novizio Fr. Domenico con un mantello stracciato, ed ora non so come fare a farglielo, che non v'è panno, che l'hanno portato costì per ordine di V. ra Renza procurerò fare alla meglio : parmi però che scrivessi, che si procurasse per tutti ecc., sarà stato abbaglio, perché ancora faceva caldo ; procurerò far venire un po' di panno per il detto mantello, giacché di costì non v'è occasione per mandarlo, eppure il vestiario del medesimo è restato qui.

(Originale AGCP)





23

P. Fulgenzio Pastorelli, 23 :

Ritiro Presentazione, 2 12 1747 (era in L II, 122)

(86)


I. M. I.

Carmo P. Rettore amatissimo,

Di quanta consolazione mi sia stata la sua carissima, non so dirlo con la penna. Godo in Dominio che costì vadano le cose bene con buon ordine. Questa è grande benedizione di Dio, la quale, grazie a Dio, è dilatata anche in questi due Ritiri e si stenderà a mari usque ad mare. Oh, che gran cose vuol fare Iddio ! Gesù vuole accendere un gran fuoco in Roma, acciò si dilati e faccia chiaro per tutto.
Ho notizie più fresche del Ritiro di S.Tommaso in formis e creda V. R. che è luogo preparato da Dio diligentibus se. Luogo adattato e Convento quasi fatto, orto grande e solitario, pieno di frutti, acqua ecc. Spero d'andarlo a vedere fra pochi giorni e ne sarà avvisato, ma starò in Roma soli 5 o 6 giorni per venirmene al Santissimo Natale al Ritiro e per fare venire ancora i Religiosi di costì per la fondazione del Ritiro di Ceccano che quasi sono terminate di spianarsi le cose ecc. : avviserò di tutto.

Io sono stato, dopo che sono qui, quasi ogni giorno a Soriano chiamato da S. E. per divote conferenze. Preghi e faccia pregare per l'E.S. che l'obbligo è sopragrande.
In quanto al fabbricare, le angustie dell'anno corrente pare che non lo permettano, massime di spendere in questi giorni corti. Se Mastr'Angelo trovasse da lavorare un poco, e venirsene poi a febbraio e marzo, sarebbe a proposito ; e vedo anch'io la necessità della stanza del capitolo e luoghi comuni, e questi più del resto. Veda V. R. ciò che si puol fare, esamini come si sta d'elemosine, pensi ai panni che presto bisogna provvedere per i vestiari dei Professi e Novizi ed all'altre spese, ecc. e fatto il bilancio e tenuta in deposito una buona somma per i vestiari, faccia poi V. R. e se puole far lavorare, lo faccia pure in Domino.
Godo in Domino e benedico il Gran Padre delle Misericordie della grazia grande che fa alla povera Congregazione, col dare a V. R. forze e mediocre salute per reggere al peso : Benedictus Deus. Col merito della santa obbedienza seguiti la sua regola di vivere, e si ristori ecc. Circa l'ordine per le sacre conferenze intorno la stanza, modo ecc. va assai bene : Deo gratias et Mariae semper Virgini. Se riesce per Sotto-Maestro il P. Majoli n'avrò assai caro, e lo spero ; me lo saluti tanto in Domini. Se V. R sapesse come scrivo io, si stupirebbe.Ieri a Soriano, oggi in confessionale e sul tavolino un fascio di lettere : pazienza !
Ah, carissimo P. Rettore ! Quanto l'amo in Dio ; non lo so esprimere. Lei stia nel regno interiore, beva al fonte di vita e s'ubbriachi bene, perché poi eructabit cor tuum verbum bonum (Sal 44, 2), per accendere tutti ecc. E il P. Vice Rettore, che fa quella buona pezza ? me lo saluti tanto, che porti il peso allegramente, e stia di dentro in santa solitudine interiore, e stia qualche volta indietro quando s'esce dal refettorio, per visitare se tutti si cibino a dovere ed acciò non entrino in tentazione tanto perniciosa.
Dal Ritiro di S. Angelo ho buone nuove e che la nostra gioventù ha cominciato lo studio, e sono più rischiarati di faccia e si rimettono più in forze. Su di ciò Dio m'ispira ad insistere, perché persa la salute è persa l'osservanza, e perciò procuro che se le dia il cibo giusto, iuxta regulas, e si tratta di gioventù, che subito si rovina.
E' stato qui il signor D. Atanasio ; s'è trattato nel miglior modo possibile, egli rem difficilem postulavit, ed a me moraliter impossibile e contro il mio stato ; è rimasto persuaso e contento.
So che costì se gli prestò del denaro tempo fa, e lo seppi quando fui al Capitolo : ciò non si poteva fare, massime senza mia licenza. Credo che non si farà più, ed a suo tempo si procurerà averlo, o in vino, grano, ecc. e si deve esigere in coscienza, quando però non saranno in detta casa nelle angustie d'ora.
Circa la casa lasciata dalla nota donna, vadano con gran cautela, per non porsi in impegni col Vicario Generale. La mente della testatrice deve essere adempita, ma niuno di loro comparisca per amor di Dio : il sito per noi è ottimo, in buon'aria e ritirato : bisogna vedere se tutto si puol fare con pace ecc., so la sua carità e prudenza ecc.

L'abbraccio nel Cuore S..mo di Gesù e sono sempre
Di V. R.
Mi saluti tutti in Domino ; orate, orate. Gesù li benedica: men.
Ritiro di S.Eutizio li 2 decembre 1747.

Intorno alla fabbrica se si puole aspettare terminato gennaio è la più propria, e parmi, anzi credo convenga così, e Mastr'Antonio troverà da lavorare in Orbetello o S.Stefano in aria più dolce, che costì gela e non si fa lavoro per il gelato ; lascio però che V. R. faccia ciò stima meglio, e di maggior gloria di Dio e bene della Congregazione.



Indegmo Servo affmo
PAOLO DELLA CROC

(Originale AGCP).



24

P. Fulgenzio Pastorelli, 24 :

Ritiro Presentazione, 9 12 1747 (era in L II, 124)

(87)


I. M. I.

Carmo ed amatissimo P. Rettore,

Non posso, né so esprimere con la penna l'edificazione e consolazione in Domino che mi ha apportato la carissima di V. R. ; e siccome vedo che è scritta con particolare luce dello Spirito Santo, così non finirò così presto di rileggerla per potermi ancor valere di piissimi sentimenti ed efficacissimi motivi che in essa sono descritti, affine di soddisfare al gran peso che S.D. M. m'ha imposto di mantenere e far mantenere la santa osservanza.
Dico però al suo piissimo cuore che spesso mi trovo in qualche angustia di spirito, per vedermi così lontano dalla santa osservanza, essendo da agosto in qua che non fo vita comune per le replicate recidive ; ma chi sa quanto opera l'amor proprio in me ! Delicata quis intelligit ?(Sal 18, 13). Mi sento pure alle strette qualche volta, quando mi conviene dissimulare e condiscendere a qualche cosa non dico contro le S. Regole, ché in ciò potius mori, ma lei m'intende ; e per non vedere turbazioni per giorni e giorni, che fanno parere che strascinino la dolce Croce di Gesù Cristo. Oh Dio, che angustie ! e pure e pure ! Lei sa cosa voglio dire/
Ora sento che il P. F. s'ingrassa sempre più, e me lo scrive lui stesso,come per facezia ; e queste sono burle che mi fanno dare alti sospiri. Vorrei chiamarli al Ritiro, ché è ormai tempo, e non posso, e per la lontananza e per la fondazione di Ceccano, che mi sa mill'anni che segua per provvedere ed ordinare tanto tempo di Missione e non più, e poi voglio il Ritiro iuxta regulas. Ma ora che ho da fare Padre mio carmo ?
Ora le dico che in mezzo alle mie tempeste e derelizioni, giustamente meritate per le mie enormità e tiepidezze, provo pure qualche riverbero di consolazione, saltem nella parte superiore per sentire il fervore, l'osservanza ed il buon ordine, tanto nello spirituale che temporale, con cui si vive così : Deo gratias. Così si fa a S. Angelo, così in questo Ritiro, che vanno bene a meraviglia. Ma che buoni figliuoli ! Che santi giovani ! Oh Dio ! che in veritate non ficta è vergogna grande a star con loro nelle pubbliche conversazioni e atti di Comunità. Vorrei che presto fossero atti e per l'età e per il resto, per porli al governo dei Ritiri, ché starei più quieto ; giacché noi poveri vecchi poco più la possiamo durare.
Continui dunque V. R. con la benedizione di Dio, che va bene ecc. Domani verso le 20 ore credo partirò senz'altro per Roma per vedere S. Tommaso in formis. A tal effetto aspetto oggi il P. Rettore di S. Angelo, acciò m'accompagni e disegni per stabilire il detto Ritiro, che io non m'intendo di distribuzione di stanze ecc. se non in confuso, e lui è più pratico. In 5 o 6 giorni sarò sbrigato, e spero ritrovarmi in S. Angelo verso il 19 corrente, dove V. R. mi potrà scrivere quest'altra posta, ché ora lascio l'incombenza al P. Vice Rettore che m'avvisi in Roma, se vi sarà cosa necessaria da farmi sapere.
Questa lettera la seguito ora che torno dal confessionale con mio gran vantaggio.
Aggiungo che V. R. faccia fare la Professione a Natale ai due Novizi che vestii io con la dispensa di due mesi di Noviziato e più, se ne hanno bisogno, uno è Confr. Giuseppe di S. Bernardino, l'altro Confr. Gioacchino ; questi me li ha suggeriti il P. Marcaurelio, che io neppure vi pensavo, e m'ha detto che posso dispensarli, acciò possano venire allo studio in S. Angelo con gli altri, essendo pochi studenti. Questo seguirà subito che avrò gli ultimi incontri da
Monsignore di Ferentino per la nota fondazione, sperando possa succedere dopo l'Epifania ; e però i detti Chierici devono aver professato, acciò possano partire col P. Stefano e il P. Carlo ed altri Laici che scriverò, e forse tal partenza potrà seguire nelle feste di Natale o poco dopo. Onde faccia che stiano all'ordine subito che avviserò.
Godo che V. R. la passi mediocremente bene, e sopra tutto godo in Domino della pace e tranquillità del suo spirito. Questa è la gran gioia che ci rende figli di Dio. Questo è il mezzo efficace per stare nel regno interiore, nel fondo dello spirito a bere al fonte d'eterna vita l'acqua viva dell'Amore. Non posso più scrivere, ché Dio sa quanto ho da fare : fra poco torno a Soriano per S. E. et reliqua, e dimani bisogna partire, ché parte anche S. E.
Mi saluti tutti ; li abbraccio in Gesù ; facciano la Novena SSma con gran fervore e discrezione, e pregate assai, acciò s'accenda quel gran fuoco che Dio vuol accendere anche in Roma, ma bisogna pregare. Addio ; in fretta l'abbracciò tutti e sono
Di V. R.

Ritiro di S. Eutizio di partenza li 9 dicembre 1747.

Nelle prossime tempora il P. Francesco sarà Sacerdote con Breve, Eutizio Suddiacono e Confr. Giovanni Suddiacono.
Con suo biglietto o del P. Vice Rettore faccia le scuse col signor Aiala, con dirgli che non ho risposto alla sua lettera consegnatami da D. Atanasio per le molte occupazioni, e D. Atanasio avrà detto a voce ecc.
Le buone Feste le darò a tutti dal Sacro Altare ; facciano le parti loro.

Indegmo Servo affmo
Paolo della Croce

(Originale AGCP)



25

P. Fulgenzio Pastorelli, 25 :

Ritiro Presentazione, 16 12 1747 (era in L II, 127)

(88)


I. M. I.

Carmo ed amatissimo P. Rettore,

Scrivo in fretta alla posta di Baccano ; essendo partito da Roma questa mattina all'alba.

In tre giorni come i zingari ho fatti i negozi per cui sono andato a Roma, ho visitata la Chiesa, casa ed orto di S. Tommaso in formis. La Chiesa è bellina, con tre altari di marmo ; è uno dei luoghi più solitari di Roma, luogo di gran silenzio
e raccoglimento, poco meno che una montagna, a ia buona, orto con acqua, grande più che l'orto di S. Eutizio dove sono i cavoli, pieno di frutti per l'estate e per l'inverno, saltem in parte, fichi, uva, carciofani, fragole, broccoli per darne anche ai Novizi suoi, che ne dice V. R. ?
Ma non ho detto tutto. V'è una casa come un buon fienile ; vi viene aria da ogni parte, fuorché dalla porte ; oh ! che bel negozio sarà questo vedere il povero Paolo e compagni purgati dall'aria del Monte Celio, che gliene pare ? lasciamo le burle ; ma ciò che dico è verità ; non ostante è un luogo ottimo, migliore non saprei trovarlo in Roma, aria allegra, bellissima, luogo preparato ai servi suoi dal nostro Gran Padre. La fabbrica si farà presto, a Dio piacendo, le vie s'aprono : il fuoco s'accenderà del dolce Gesù, ma che gran fuoco di santo amore sarà mai questo, Padre mio carissimo ! Chi sa dirlo ? la penna non può, né sa.
Per la parte del Papa, è tutto aggiustato, vi manca il consenso del Capitolo di S. Pietro, e credo prima di Natale si farà. Io sto aspettando l'ultime risoluzioni di Ceccano ed avviserò subito V. R., acciò mi mandi i soggetti ecc., e nel ritorno passerò per Roma per il possesso ut supra ; ma voi altri galantuomini ve ne starete alle stanze buone, ed io a prendere l'aria del Monte Celio, e puol essere che guarisca la sciatica.
Oh, che bel bagno ! Ma io vorrei bagnarmi in quel bagno di fuoco che il Grand'Iddio prepara ai poveri prossimi con tal fondazione.
Ho ricevuto i vestiari del Bordese, del laico Filippino e dell'altro chierico ; in tutto sono 34 scudi circa ; quelli del chierico Santini della Garfagnana presto saranno consegnati al solito amico, e io le mando due buoni figli, uno suddiacono per nome D. Giovanni Pietro Poli di Castelnuovo di Garfagnana, l'altro il signor Frabrizio Stocchi romano, vero Servo di Dio e di molte capacità : porteranno i requisiti, ed il vestiario lo riceverà l'amico solito e poi lo manderà a me, ed io lo invierò costì. Il suddiacono ha rimandata la testimoniale a Lucca, ma verrà presto, ed io ne ho tutte le ottime relazionii. V. R. procuri che il Filippino scriva un biglietto al P. D. Carlo Sandigliani, che è un gran soggetto, e n'ho veridiche testimonianze, e gli faccia cuore, acciò venga anche, così si serve l'Altissimo : ho relazioni ottime, preghino.
Le buone feste gliele darò a tutti dal Sacro Altare.
La prego trattenere gli esercizi e vestizione sino che non siano arrivati i Novizi di Roma, il soggetto d'Amelia. Quelli di Roma partiranno la 4ª festa, passando per S. Eutizio ecc., la 4ª festa spero anch'io essere a S. Eutizio ; mi scriva però a S. Angelo per posta corrente, dove sarò sino alla 4ª festa.
Un abbraccio al Bambin Gesù per me. Lo dica a tutti ch'io per tutti celebrerò ecc. Bisogna partire. Addio. Gesù li benedica tutti. Amen.
La lascio in Domino, il P. Giovanni Battista lo saluta et omnes.
Di V. R.

Dalla grand'Osteria di Posta di Baccano, dove muoiono gli uccelli d'estate (per sentir dire), li 16 dicembre 1747.
Un saluto a quella buona pelle del P. Vice Rettore.

Indegmo Servo affmo
Paolo della Croce

(Originale AGCP)




Fulgenzio Pastorelli 19