Gemma diverse 13

lettera 14

Alla Madre Giuseppa del Sacro Cuore, L 5: 7 marzo 1902

14
7 marzo 1902
R. M. [= Reverenda Madre],

Viva Gesù! Che sarebbe stato dell'anima mia, se la sollecitudine di Gesù non mi avesse cercata? Io non lo so. Se la pietà di Gesù non mi aiuta, la mia miseria mi condanna. La mia buona mamma lo sa...
Dimani Sabato faremo insieme la SS. Comunione; io manderò il mio Gesù da Lei a dirgli ciò che ora gli vorrei dire: quella cosa che gli sta tanto a cuore, cioè la nuova fondazione... Viva Gesù!... Se il nostro buon babbo si decidesse e facesse ciò che vuole Gesù (che Lui ben sa), sarebbe fatto tutto. Preghiamo, affinché Gesù faccia la grazia che P. G. [= Germano] vinca la sua timidezza, si faccia coraggio, e faccia... Viva Gesù!
Mi benedica, e quando torna la mamma mia, mi mandi la benedizione forte forte. Addio a Sabato. Sono la povera

Gemma

Gli scriverò presto presto e con più chiarezza.









lettera 15

Alla Madre Giuseppa del Sacro Cuore, L 6: 5 aprile 1902

15
5 aprile 1902
R. M. [=Reverenda Madre],

Se l'aspettava oggi una mia lettera? So che il babbo mio è a Corneto, e spero che gliela porterà presto da se stesso. Gli dica tante cose al babbo mio, per me; gli dica che mi metta in convento con Lei; sarò sempre buona, l'obbedirò sempre, e non farò mai nulla di mia testa, dirò tutto a Lei, e farà ciò che vuole. Dica al mio babbo che mi contenti. Ci sto pur male nel mondo, Madre mia, in qualunque posto sia; anche che la mia buona mamma con tante sue premure mi faccia dimenticare che sono sola al mondo, pure ci sto male. Dica al mio babbo che preghi tanto tanto, e poi si decida; perché tra poco non è più in tempo. Preghi, e poi subito obbedisca a Gesù... Lei gli faccia un po' di coraggio, ché di quello ha bisogno; gli tolga la paura... Povero babbo! non abbia paura di nulla: quello che Gesù vuole da Lui, lo faccia: dopo tanti sacrifizi sarà contento Lui, poi io.
O Madre mia, preghi continuamente per me; sono talmente cieca, che non vedo più neanche i peccati, che sono sopra la mia coscienza; sono molti, sono tanti; e pure non li vedo, quando faccio l'esame di coscienza. Se Gesù nella sua Misericordia non me li perdona, io mi dannerò, e allora saremo per sempre divise. Mio Gesù, non lo permettere! Preghi in modo speciale che Gesù mi dia lume sopra la mia coscienza. Dal mio Gesù, che è tanto generoso, spero il perdono e la grazia di correggermi da tutti i mancamenti e errori. Gesù, l'unico testimonio di tutte le mie colpe, vede tutto; agli altri posso nascondermi, ma a Gesù no.
Ho smesso ora di fare l'esame di coscienza per andarmi a confessare. Il pensiero di tante confessioni e comunioni mal fatte in che confusione mi mettono! Mio Gesù, che abisso d'iniquità! E nondimeno Gesù viene, viene continuamente da me; preferisce una vile creatura a un Angelo del Cielo, sceglie per sua abitazione un cuor immondo e sporco, invece di andare in Paradiso, dove gli Angeli gli avrebbero preparato nicchie di pietre preziose.
Ieri, poche ore dopo la SS. Comunione, mi perdevo in questa riflessione: come mai Gesù aveva preferito la terra al Cielo? come mai aveva preferito il mondo al Paradiso? E Gesù dolcemente mi riprese, dicendomi che la mia bassezza e ignoranza non ci sarebbe arrivata. Quando poi più tardi Gli piacque illuminarmi, capii che tutto questo ha fatto per farmi vedere che quello che ha Lui, ha dato tutto a me, acciocché io imparassi a darmi tutta a Lui. Sì sì, al mondo non darò nulla di più di quello che gli si aspetta; darò tutto a Gesù, non perché si abbia bisogno di me, ma per secondare il suo desiderio, qual è quello di moltiplicarmi le sue grazie.
Il mio babbo viene da Lei, gli dica che mi metta in convento con sé (vicina), se no Monsignore mi mette qua; allora, babbo mio, addio... Ma no, non ci riuscirà mai: Gesù sembra non aver questa idea. La prego a farmi una carità grossa grossa: dimattina, quando ha fatto la SS. Comunione, faccia un'offerta per me a Gesù; gli dica: «Mio Gesù, io vi offro la povera fantasia di Gemma: risanategliela; vedete quanto gli si è indebolita; pensateci Voi, non è più sua, è vostra». Lo faccia, e io sempre pregherò per Lei. Mi benedica, come fa il babbo mio; mi aiuti a salvarmi, come fa Lui, e sono
la povera Gemma.

Quando mi scrive, mi dica che... Sarò buona, sa; se il mio babbo mi dà l'obbedienza, faccio tutto, tutto... O di che hanno paura? Ora ho scritto, è vero? Ora tocca a Lei a scrivermi di nuovo.







lettera 16

Alla Madre Giuseppa del Sacro Cuore, L 7: 24 maggio 1902

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24 maggio 1902
R. M. [=Reverenda Madre],

Madre mia, perché Gesù mi lascia così consumare da un desiderio si violento? Ovvero perché ci lascia così morire da un desiderio sì violento? O perché Lei ha tanto desiderio di star con me? (E come ha fatto a indovinare il desiderio di Gesù?). Non so capirlo. O non dubiti: qualche anno staremo assieme! ma poi, quando mi avrà conosciuta, mi rigetterà forse da sé? Non lo farà, è vero? perché non l'ha fatto neppure Gesù, il mio solo Gesù, che poco o nulla lo amo e lo servo. Madre mia, se Lei mi vedesse, vedrebbe in me un'ingratitudine mostruosa; ma pure non mi sgomento, vo' ravvedermi, e quando saremo insieme, mi aiuterà coi suoi ardori a dissipare le mie freddezze. Preghi Gesù per me; io lo farò per Lei, come meglio posso. La notte di Sabato, Vigilia della Pentecoste, stetti sempre con Lei, e Lei mi sentì? In sogno conobbi la M. Presidente. Mi guardava così seria... Io gli voglio tanto bene, ed Essa a me nulla nulla. Perché? Gesù sta pensando ad ogni cosa. Mi benedica forte, e se ogni sera vuol sentirmi alle ore 9, reciti insieme a me tre Ave Maria con le braccia in croce alla Mamma mia Immacolata.
Presto le riscrivo; mi benedica e preghi senza mai stancarsi per la povera

Gemma.










lettera 17

Alla Madre Giuseppa del Sacro Cuore, L 8: 15 o 16 giugno 1902

17
15 o 16 giugno 1902
R. M. [=Reverenda Madre],

Viva Gesù! Sia ringraziato Gesù! Stia contenta, Madre mia, perché l'anima mia non è più in pericolo; il mio babbo è venuto, con le sue parole mi ha illuminato, e io vivo di nuovo in grazia di Dio. Senza avvedermene, ho camminato per tanto tempo nelle tenebre, e mi trovavo strinta nei lacci del demonio; ma ora sto camminando, per mezzo suo, nel S. Lume di Dio.
Madre mia, il buon Gesù a Lei aveva fatto comprendere tutto, è vero? E per mezzo suo e per le sue preghiera, che le sentivo continuamente, ho palesato tutto tutto. Come sto bene! Avevo perduto affatto tutta la fiducia nel babbo mio. Il mio nemico, quel cosaccio del diavolo, che è pieno d'infiniti inganni, mi faceva vedere così chiaro che P. G. [= P. Germano] voleva perdermi l'anima, che io ci avevo creduto così bene, che Esso stesso ha durato fatica a dissuadermi da questa cosa. Gesù mi ha illuminato, ho conosciuto me stessa, ho conosciuto lo stato mio. Ma mi avvedo che per la mia rovina sta lavorando e faticando ancora il diavolo; e, Lei, mi raccomando, chieda a Gesù che lo faccia fuggire, e che lo disperda prima che mi divori. Lo faccia ogni momento, e io farò per Lei ciò che desidera. Lo preghi ancora che il diavolo non abbia mai consolazione da me, ma sempre dolori, e che Gesù sia sempre il glorificato.
Di una preghiera specialissima poi ho bisogno. Bisogna che mi mostri con tutti grata, ed io non so fare. Vo' guarire dal male dell'ingratitudine, che a Gesù tanto dispiace. A Gesù e al mio buon babbo, che mi hanno cavato dall'inferno, che farò io mai? Se io vivo in questo momento, lo riconosco per la sola misericordia di Gesù.
Mi trovo così contenta e in pace, che non potrei manifestarlo. Viva Gesù! Gesù è verità, io sono invece menzogna; Gesù è perfetto, io sono imperfettissima; Gesù è puro, io sono impura, che sempre mi avvolgo nell'immondezza; Gesù è la stessa santità, ed io invece sono un frutto del peccato; e con tutto questo mi farò a trattare con Gesù? O se gli Angeli nel trovarsi dinanzi a Gesù tremano, che non dovrei fare io, piena di peccati, nel trovarmi al suo cospetto? Mio Dio!...
Al babbo mio ho detto tutto tutto, non mi rimane altro; però gli ho fatto durare un po' di fatica, ci ha sudato tanto, e si è sentito anche male; ma però ora lo vedo contento, non gli dispiace di averci faticato. Oggi di nuovo se ne riparte e mi lascia tutta con Gesù. Signore, sia fatta la tua SS. Volontà! Mi benedica anche Lei, come fa il babbo, ogni momento. Presto le scrivo di nuovo, e sono la povera

Gemma.










lettera 18

Alla Madre Giuseppa del Sacro Cuore, L 9: 31 agosto 1902

18
31 agosto 1902

R. M. [= Reverenda Madre],

Viva Gesù! Viva Gesù misericordioso! O quanto mai tempo è, Madre mia, che Gesù mi nutre col solo SS. Sacramento! quanto tempo è che guida la mia vita con tante tenerezze! e quanto mai tempo è che in vece sua ha costituito persone, affinché mi aiutino, mi sopportino, mi amino.
Povero Gesù! E come fa a sopportare e soffrire in me tanta sconoscenza, tanta ingratitudine? Gesù, Gesù che non può soffrire la più piccola colpa nelle sue anime, come fa a sopportare me, che l'affronto a ogni ora, a ogni momento? E spesso lo sento piangere, lo sento afflitto, e mi dice che ciò fa per i peccatori. Ma, mio Dio, non piangere per i peccatori; piangi, piangi per me... No no, Gesù, non piangere neanche per me; piangerò io, mi emenderò, diverrò buona, obbediente. Vi. sono tante anime che pregano per me; vedrai che riusciranno a cambiarmi, e salva l'anima mia.
Si vergognerà infine quest'anima così superba nel vedere Gesù tanto umile, si vergognerà perfino ad alzar la testa. Perché tanta fatica ad assoggettarsi all'obbedienza, ricordando l'ammirabile obbedienza di Gesù? Madre mia, preghi per me che ne ho estremo bisogno; continui come fa, ché sento quasi continuamente la sua orazione rivolgerla a Dio per me; anzi l'aumenti, perché il bisogno cresce, e temo... temo dell'anima mia. Dica un po', Madre mia: la frequenza continua della S. Comunione, i replicati conviti alla Mensa Celeste, il Cibo degli Angeli perché nell'anima mia non ci fa quel bene che in tante anime ce lo fa con tanta abbondanza?... Temo, temo di farla male la Comunione, e chi sa quante volte l'avrei lasciata, se i replicati inviti di Gesù non mi facevano conoscere chiaro che era Lui veramente quello che mi chiamava.
Mi comunico io forse bene? E allora perché non vedo nessun frutto? Mi comunico forse male? O Dio... fammi morire; ma comunicarmi male e viver sacrilega no no no... Madre mia, preghi per me, per questo, per tutta me stessa. Se il buon Gesù ci concedesse la grazia di stare insieme, o quanto mi stimerei fortunata! quanto vorrei ascoltare i suoi consigli! come vorrei farla contenta! non la vorrei mai far piangere, come ho fatto piangere parecchie volte il povero mio babbo... ma mi ha già perdonato. Povero babbo! giorni sono, temeva che il nemico di nuovo mi tormentasse con quei brutti scherzi... ma purtroppo sarà vero che l'impotenza di scrivere derivasse da lui; ma nondimeno il pensiero l'aveva libero a suo riguardo; appena ebbi quella sua lettera, dove mi avvisava, mi alzai, presi la penna, e [in] un quarto d'ora feci tutto; e non vedevo l'ora che il mio babbo ricevesse quella lettera, con poco senso, è vero, ma almeno per rassicurarlo che il diavolo non mi tormentava con la sfiducia presso Lui. Viva Gesù! Madre mia, tutte di Gesù solo vogliamo essere, di quel buon Padre, di quell'amoroso Signore, di quel generoso Benefattore, di quel dolce Consolatore, di quell'Amante appassionato... di Gesù, e basta.
Mi fa tanta carità, se raccomanda al Signore l'anima di una mia sorellina. Era un Angelo, sa; ma pure sento di far pregare. Lei felice, che Gesù se l'è presa! Ancora una preghiera, Madre mia: che Gesù mi dia grazia di poter essere, almeno in questa famiglia, di esempio, non di scandalo. Se per l'addietro sono stata di scandalo, e ho cagionato danno col mio cattivo esempio, sia questo momento un termine agli scandali miei, e sia un santo principio di edificazione, di vita esemplare e virtuosa, quanti sono stati per l'addietro i cattivi esempi.
Ora, Madre mia, lasciamoci, ma per trovarci tra poco con Gesù. La prego della sua Benedizione, delle sue preghiere, e non dimentichi mai la povera

Gemma.









lettera 19

Alla Madre Giuseppa del Sacro Cuore, L 10: 15 dicembre 1902

19
15 dicembre 1902
R. M. [=Reverenda Madre],

Viva Gesù Bambino! O Madre mia, quante cose vorrei dirle! ma non mi so spiegare. Mi perdoni se scrivo troppo di rado. Veramente questa non era la mia promessa, ma, come sa, mi sento assai male, e poi si tratta anche di un po' di svogliatezza, ma poca. Da questo può argomentare chi mai io sia verso Gesù; promesse tante, ma fatti nessuni; dico di amarlo con affezione, ed invece sempre più con freddezza; dico di non volerlo più offendere, ed invece l'offendo continuamente. Così non può più sopportarmi Gesù, lo sento, e temo da un momento all'altro... Povero Gesù, quante volte l'ho lasciato solo! Pazienza di Gesù, quanto mai grande! Ma perché così grande? Perché troppo grande è il suo amore. E l'amore è quello che l'obbliga a sopportare un'ingrata. E giacché, mio Dio, siete infinito nell'amore, concedete a me un amore pari al vostro merito, e all'obbligo mio. Madre mia, preghi Gesù che rimedi alle mie ingratitudini; non la faccia vedere questa cosa nel mondo: che Lui voglia essere tutto mio, e io lo ricusi. Ma coraggio! i segni che mi ha dati di amore, quando non gli volevo niente bene, mi fanno sperare che mi accetterà e mi perdonerà. Per la festa della Concezione pregai, feci qualche cosa; ma come devo fare a pregare, ché nemmeno so fare? Gesù se n'è andato, io mi trovo ammalata (oltre al corpo) anche di spirito, ogni sorta di tentazioni mi turbano... La SS. Comunione quando sto meglio la faccio, quando sto peggio no...
Tutto ciò che mi scrisse nell'ultima lettera, ho fatto tutto come meglio potevo: continuerò volentieri a pregare secondo tutte le sue intenzioni. Lei lo faccia per me, per l'anima mia. Mi benedica forte forte; sono la povera

Gemma.

Non scrivo più, perché sono ancora in letto, e se scrivo tanto, mi prende la pena al polmone. Esclami pure, Madre mia: Quante delicatezze che ha quella figliuola! Ha ragione. Tanti saluti da Annetta ed Eufemia.







lettera 20

Alla Sig.na Annetta Giannini, L 1: 8 Agosto 1899

20
Da Lucca, 8 Agosto '99

Mia carissima Annetta,

Nel prender la penna per dirigermi a Lei, mi tornano al pensiero i nostri ultimi saluti, le promesse scambievoli che facemmo l'una con l'altra, proprio al momento di separarci. E come potremo noi dimenticarle? o almeno, come lo potrò io? No, mi sembra impossibile. Pochi giorni soli ebbi il piacere di parlare con Lei; ma quelle poche parole, quei discorsini tutti di Gesù mi hanno lasciato nel cuore una sì viva impressione, e lasci che glielo dica, un affetto verso di Lei, che non saprei come esprimermi. Troppo tardi ci siamo conosciute, ovvero troppo tardi abbiamo cominciato a volerci bene. Ma appunto perché tardi, vogliamo metterci proprio ad amare Gesù, ma tanto; vogliamo sfogare i nostri più teneri affetti verso di Lui.
Io vorrei che il mio cuore non palpitasse, non vivesse, non sospirasse che per Gesù; vorrei che la mia lingua non sapesse proferire che il nome di Gesù, che i miei occhi non guardassero altro che Gesù, che la mia penna non sapesse scrivere che Gesù, e che i miei pensieri non volassero che a Gesù. Più volte mi sono posta a riflettere se vi fosse in terra un oggetto, verso il quale potessi indirizzare gli affetti miei; ma non trovo nessun oggetto né in terra, né in Cielo, se non altro che il mio diletto Gesù. Eppure tante volte mi sono perduta fra le noiose dissipazioni della terra; e quanti sono quelli che vanno perduti verso le vanità del mondo! Quelli sono matti davvero. È impossibile; se pensassero a Gesù, Gesù cangerebbe il loro cuore, i loro affetti, i loro sensi, i loro sospiri; e se provassero un solo istante la consolazione che si prova nello stare con Gesù, io dico che non se lo lascerebbero più andare.
E ci riusciremo poi ad amare Gesù davvero? Specialmente io, che continuamente l'offendo, ed ho il coraggio nientemeno di aggiungere nuove spine a quel serto crudele che gli circonda il cuore. Povero Gesù! Ma Gesù, sa in che modo si vendica delle mie infedeltà? Mi fa spesso vedere le sue piaghe, le sue mani grondanti Sangue di redenzione, col suo Cuore consumato in un incendio di carità, con le braccia aperte per stringerci, e mi dice che è tutto vittima del suo grande amore per noi. Prego sempre Gesù che faccia giungere presto quel momento, da me tanto desiderato, di andare presto in convento; perché sento che nel mondo non si sta bene e che non può rendere felici in nessuna maniera.
La prego a non dimenticarmi nelle sue preghiere presso Gesù Crocifisso; lo stesso farò io come posso, ma non aspetti nulla dalle mie, perché sono troppo deboli. Vorrei che questa mia lettera la trovasse in buona salute, come lo spero; e se non trovasse nessuna difficoltà, avrei piacere che salutasse la sua mamma, e a pregarla che mi ricordasse qualche volta presso Gesù.
Mi perdoni il mio brutto carattere, ed anche il poco senso della lettera, perché non so far nulla. Preghiamo, preghiamo insieme Gesù, che ci dia forza di vivere per amare Lui solo, che non si viva che per amar Lui, e ci faccia la grazia di morire spirando nel suo Cuore in un trasporto di fervido amore.
Distintamente la saluto, e preghi tanto tanto Gesù per la povera

Gemma.







lettera 21

Alla Sig.na Annetta Giannini, L 2: 21 agosto 1899

21

Lucca, 21 Agosto 1899

Carissima Annetta,

Ebbi la tua lettera pochi giorni sono, e non ti puoi immaginare di quanta consolazione mi fosse; non vedevo il momento di riscriverti, e son certa che anche tu mi risponderai.
Il giorno dell'Assunta pregai tanto tanto per te, e non solo quel giorno, ma sempre ti prometto di non dimenticarti; tu fa lo stesso, ché io ne ho più bisogno anche di te. Preghiamo Gesù che ci faccia la grazia a tutti di poterlo amare tanto, quanto ci ama Lui stesso. Ma che ci gioverebbe essere tanto amate da Gesù, se poi noi non ardessimo di amore per Lui? Delle volte dico a Gesù che se non gli posso corrispondere nell'amore, lasci pure Lui di amarmi; allora mi parrebbe di essere meno colpevole, ma poi ripenso tra me: Se Gesù non mi amasse più, che avverrebbe di me? Io non amar Gesù, e Gesù non amar più me?... Ma è una cosa troppo spaventevole, e prego Gesù che prosegua pure ad amarmi; ci pensi Lui a me, se non mi riesce amarlo.
Sentii dalla lettera che Giovedì facesti l'Ora Santa, e spero che tu la faccia sempre. Come si resta contente, non è vero? dopo aver passato un'ora a compatire Gesù! Io, quando si avvicina la sera del Giovedì, mi sento tutta cambiata, tanto contenta; il Venerdì è per me sempre un giorno di gran festa. Tu sai tante cose che mi avvengono in quella notte dal Giovedì al Venerdì, e sto tanto bene; ma ripensando poi quanto ha sofferto Gesù per salvarmi l'anima, ed io in che maniera gli corrispondo, piango e piango tanto; ma Gesù è tanto buono, che son certa avrà misericordia di me, altrimenti mi perderei di coraggio.
Mi dici che Gesù vuole tutto il cuore tuo: lo senti da te stessa; dunque daglielo a Gesù; diamoglielo insieme; Gesù vuole essere unicamente amato; scegliamo Gesù per l'unico oggetto delle nostre affezioni; che Lui solo sia il nostro pensiero, la nostra parola, la nostra vita. La mattina dopo la SS. Comunione, in quei preziosi momenti diamo a Gesù il nostro cuore; ma che non ce lo renda più, sia tutto suo, e per sempre; uniamoci a Gesù. Io voglio far tanto per consolare il suo Cuore, perché finora l'ho tanto offeso; mi costi pure ogni pena, tutto voglio spendere per Gesù, che ha fatto tanto per me. Preghiamo Gesù che ci dia le ricchezze del suo puro amore: non respirare che per amare, non vivere che per amore. Si dilati pure il santo regno dell'amore di Gesù, affinché tutti lo amino.
Mi dispiacque assai nel sentire che non stavi bene; ma ho pregato Gesù, e son certa che non è stato e non sarà più nulla. Ieri a Lucca, come avrai saputo, ci fu una bella processione: riuscì tutto bene. Monsignor Volpi volle portare da se stesso il Crocifisso, ma con un po' di fatica. Ma che non si farebbe tutti per Gesù?
Stai pur certa che nessuna lettera tua non la vedrà mai nessuno, e neppure certe cose che tu mi capisci, non le dirò. L'altro giorno parlai con P. Gaetano, e mi pregò che quando ti scrivevo, ti salutassi per parte sua, e che tu lo raccomandassi a Gesù, ché dice di averne tanto bisogno.
Di nuovo ti raccomando di pregare tanto per me, ed io lo farò per te, affinché Gesù ti faccia conoscere sempre meglio la sua volontà vera. Accetta un'affettuosa stretta di mano dalla tua amica
Gemma Galgani.








lettera 22

Alla Sig.na Annetta Giannini, L 3: 9 agosto 1900

22
9 agosto 1900
Carissima Annetta,

Ho smesso che è poco di scrivere a P. Germano, e di nuovo mi rimetto a scrivere a te. Ma che ti dirò? Avrei assai da dirti, ma non so da dove rifarmi. Siamo arrivati alla festa dell'Assunzione; prega tanto per me, alle solite preghiere aggiungine ancora delle altre.
Voglio raccomandarti una cosa assai importante: è una grazia che la deve fare Maria SS. nel giorno della sua Assunzione. Si tratta di togliere un'anima dalle pene del Purgatorio, e condurla con sé in Paradiso. Forse, sai, sarà una delle solite invenzioni della mia testa ma pure mi sembra che la M. M. [ = Madre Maria] Teresa debba soffrire, e sia in Purgatorio, e c'è ancora, sai? Direi quasi al sicuro. O che sarebbe, se volasse in Paradiso il giorno della festa insieme alla Madonna? Tutti pregano; tu pure son certa che preghi subito. E in tante preghiere io spero bene. Se Gesù me lo facesse conoscere un po' quando anderà al Cielo! Rispondimi qualche cosa, sai. Se tu non avessi altro tempo, fa' così: dieci minuti meno di sonno; mi contento una riga, fai presto.
Addio. Son sicura che starai bene. Io sto benissimo del corpo, ma del resto, chi sa? Tremo sempre. Prega tanto per me, ché chi fa questo, fa una gran carità. Addio. Sono la povera

Gemma.







lettera 23

Alla Sig.na Annetta Giannini, L 4: 12 agosto 1900

23
12 agosto 1900
Carissima Annetta,

Torno di nuovo a scriverti, ovvero a risponderti a quella tua ultima lettera. Continua a pregare ancora per M. M. Teresa. Ancora soffre, ma è vicina a volarsene al Paradiso; quello che ora noi facciamo per lei, lei son certa che quando sarà lassù, ce lo contraccambierà mille volte. Dopo lei, dobbiamo ricordarci anche di tutte le altre anime del Purgatorio: ve ne sono molte, e soffrono tormenti continuamente. A Corneto è morta pochi giorni sono un'altra monaca; preghiamo anche per essa: tutti, sai, che muoiono, hanno bisogno di suffragi; sieno pur santi come vogliono, ma nondimeno la polvere del mondo dobbiamo scuoterla tutti nel Purgatorio. Io per me sarei contentissima, dovessi stare laggiù fino alla fine del mondo, e poi andare in Cielo; ma ho paura che debba toccarmi invece l'inferno. No no: che Dio non voglia.
Io sto benissimo, così pure ho capito di tutti voialtri. Saluta Beppina e Eufemia, e se non ti dispiace, ancora la tua mamma. Addio, non cessare di pregare ogni giorno per la povera Gemma.







lettera 24

Alla Sig.ra Giuseppina Imperiali, L 2: giugno 1900

24
Giugno 1900
Sorella mia in Gesù,

Cattiva! perché stare così tanto senza scrivere? Anche il babbo mio sta tanto, ma pure non passa mai i 20 giorni. Mi scriva presto; se no, non gli perdono neppure il tempo passato senza scrivere. Spero che questa lettera gli giungerà prima che Lei sia partita per andare all'Isola, perché avrei da mandare un'ambasciata al mio Ven. Gabriele. Non è vero, sorella mia, che la farà? Deve dirgli così: Ha detto Gemma che preghiate tanto Gesù per lei, perché sono contenta di tutto ciò che accade, che è permissione sua; ma se vuole, vi ponga rimedio; se no, sente che non potrebbe...
Basta così. Gesù capisce con queste parole, e molto più se gliele dice Gabriellino. Quando glielo dice, gli dia del voi, perché il babbo mio non vuole del tu. Dopo questo preghi assai per me, per tutte le cose mie. O bene! Felice Lei che può andarci, e rivedere almeno le spoglie. Da me non viene più. Prego Gesù che me lo mandi, ma non c'è caso... ma se venisse, vorrei andare con Lui in Paradiso.
Bene, in Paradiso! Se qui in terra si prova tanta felicità, quando si vive per Gesù, che tutto si fa per Gesù, che di Gesù solo ci nutriamo; che sarà mai in Cielo, quando potremo vederlo nella sua infinita bellezza, grandezza e bontà? Quando saremo certe che non si offenderà più? Sorella mia, viva Gesù!... In Paradiso, in Paradiso insieme!... Tutto mi annoia, ogni cosa mi dà pena, nessuno cerco, se non Gesù; ma Gesù... Gesù è nascosto... non lo vedo, non lo sento... ma piange, piange sempre; da più di un mese non fa che piangere.
È troppo buono Gesù, per soffrire il mio cuore così duro e insensibile. Contemplo il mio Gesù Bambino, che è pieno di amore; lo guardo sulla Croce per me morto e consumato, vado vicino all'altare, dove è esposto in Sacramento; vedo mille cuori ardere per Lui, ma un cuore solo a tutti questi pensieri rimane immobile, non mai si scuote. Mio Dio!... e ancor mi vuoi sopportare? Chi troverò che mi scaldi, che mi accenda un po' del puro amore di Gesù? Perché mai ho in petto un cuore così duro? Qualche lampo alle volte mi si accende nel cuore, ma son sì debole che non ci reggo, e... allora mi sento tutta con Gesù, e vorrei consumarmi dinanzi a Lui. Ma o quante volte, sorella mia, in certi giorni, in certe ore chiamo Gesù! ma Gesù si nasconde e mi fugge; più non si cura se soffro... Mio Dio!...
Sorella mia, Lei raddoppi per me le preghiere, ed io le raddoppierò per Lei. Sento che il bisogno di essere raccomandata a Gesù ogni giorno si fa sempre più forte. Coraggio e forza! e queste due cose facciamole insieme... Il Paradiso ci aspetta... Mio Dio!... Parlo io di Paradiso, di Gesù, io che più di mille e cento volte ho disgustato il mio Dio!... Ma dallo stesso Gesù, tanto da me disgustato e offeso,. aspetto misericordia. Misericordia per me e per tutti i poveri peccatori; vorrei, se potessi, espiare insieme ai miei tutti i loro peccati... Non scrivo più (tra poco); sono divenuta sì fiacca e povera, che bisogna che mi limiti anche nello scrivere; perché il mio cuore, che si fa ogni giorno più piccolo, alle volte non è capace di sentire una sola parola che parli di Gesù... subito vorrebbe partire...
Ogni momento preghi per me, per la povera Gemma, ché il babbo suo lo sa... sa tutto... Ad altri Gesù non glielo farà conoscere, ma a Lui sì... a Lui tutto... tutto... Gli dica (se lo vede) che qua non mi ci tenga più... La povera
Gemma di Gesù solo.







lettera 25

Alla Sig.ra Giuseppina Imperiali, L 3: 6 settembre 1900

25
6 settembre 1900
Sorella in Gesù,

Era già assai tempo che avrei desiderato di scriverle; già dal mio Confessore ne avevo ottenuto il desiderato permesso, ma ancora non mi decidevo, perché aspettavo una risposta dal mio Confratel Gabriele, e non mi è ancora giunta. Ma oggi, che P. Germano gli scriveva, ho deciso di scriverle anch'io.
In quel biglietto che m'indirizzò pochi giorni sono, voleva ch'io pregassi [per Lei] S. Rita da Cascia e S. Francesca Romana. Ma come dovevo fare, che neppure le conosco? Sa che pensai? Raccomandai la cosa a Confratel Gabriele per mezzo di una lettera indirizzata a Lui e consegnata al mio Angelo Custode; ma non è ancora giunta nessuna risposta. E questo perché? Per i miei peccati. O quante mai cose impedisco a Gesù di fare per le mie tante disobbedienze, curiosità ecc.! un numero infinito di peccati, e quello che è peggio, ne commetto sempre di nuovi e peggiori dei soliti. Pure qualche risposta spero di giorno in giorno di averla; e se mi è permesso, subito di nuovo le scriverò. Oggi gli scriverò di nuovo.
Non sa che qua con me, da due giorni, ci sta P. Germano? Quante belle cose mi fa capire! quante belle cose mi dice! Mi fa venir voglia anche a me di divenir buona come Lui. Che Dio pure me lo conceda! Mi sento assai buona volontà; preghi, preghi tanto per me, che possa in tutto puntualmente obbedirlo: tale è il mio desiderio.
Che mi resta ancora di dirle? Se mi trovassi vicina, vorrei farle coraggio. Felice Lei, che Gesù la fa soffrire! Io pure ho questa brama, ma Gesù mi riconosce indegna, e questa grazia me la fa a poco a poco. Continui, la prego, a pregare tanto e più ancora per me; farò io pure lo stesso per Lei, ma che posso fare io? Già Gesù mi avrà fatta conoscere; non sa chi sono? La più cattiva, la più scellerata di tutte le figlie di Gesù. E pure me ne vivo quieta di coscienza, senza pensare che d'ora in ora potrei perdermi per sempre. Le basti questo: Gesù da se stesso mi chiama tante volte ingrata. Quanto mi fa piangere, quando mi dice così! Promesse, propositi molti, ma tra poco di nuovo daccapo. Chi mai potrà muovere a misericordia il Cuore di Gesù, se non le sue fervide preghiere? In Lei confido. La Signora Cecilia mi prega di salutarla, e presto avrà una sua lettera: continuamente la tiene nella mente e nel cuore; sembra che di nessuno con me sappia parlare, se non che di Lei sola; di lei pure la prego a non dimenticarla. Unita con Lei, se me lo permette, vogliamo dinanzi a Gesù Sacramentato amarci a vicenda. Di nuovo la prego: non dimentichi mai, mai, mai la povera
Gemma di Gesù.






lettera 26

Alla Sig.ra Giuseppina Imperiali, L 4: 21 settembre 1900

26
21 settembre 1900
Sorella in Gesù,

Ho terminato di scrivere a P. G. [= P. Germano] e ora voglio stare un po' con Lei; non gli dispiace, è vero? Sento in cuore un gran desiderio di dirle tante cose, tutte di Gesù, ma non so fare, non mi so esprimere, non sono mai stata buona a nulla.
Sono circa due ore che sono stata a prendere Gesù, e ancora lo sento sempre in me. O se in questo momento mi riuscisse seppellirlo per sempre! Quanto mi rende contenta Gesù! Quanto è soave lo spirito suo! Ma io mi confondo. Che cosa è mai stato, che ha spinto Gesù a comunicarsi in noi, in questa maniera sì bella e sì ammirabile? Riflettiamo: Gesù nostro cibo! Gesù cibo mio! In questo momento quante cose vorrei dirle! ma non mi riesce; mi riesce piangere solamente, e ripetere: Gesù, cibo mio! E pensare che questo, Gesù l'ha fatto per il grande amore che aveva per noi, e che da me poi viene ripagato con tanta ingratitudine. E nondimeno Gesù mi sopporta ancora, mi vuole sempre bene, e mi stringe a sé. Quanto è buono il mio Gesù! Ha dimenticato i miei peccati, e si ricorda solo della sua misericordia. O se potessi col mio sangue lavare quei posti, dove ho dato scandalo, dove ho fatto tanti peccati! Di tutto Gesù dimentica, e ogni mattina viene con me, e spande nel mio povero cuore tutta l'effusione della sua bontà. Spesso spesso mi domanda: «Gemma, mi vuoi bene?». «O Gesù mio, vorrei», e non posso continuare... «Sì, Gesù, - infine esclamo - ti amo, in questo momento mi sembra di amarti, e che vorrei amarti tanto di più; ma voi, caro Gesù, che conoscete bene il mio cuore, vedete che questo desiderio di amarvi non è come dovrebbe essere, e come io vorrei che fosse. Voi, Gesù, accrescetelo: io lo desidero». O se mi fosse dato di penetrare l'amor di Gesù! Se trovassi qualche persona che mi facesse capire la profondità dell'amor di Gesù! Ma che dico? In questo momento dimenticavo forse l'ignorante che sono, e che sempre sono stata? Non ho mai capito nulla, ed ora dove pretendo di arrivare? O no, non voglio andare tanto avanti. Questo solo cerco: amare, amare Gesù, e dargliene subito una bella prova al primo riscontro. E se non sbaglio, ci corro.
P. G. [= P. Germano] non ci è più; dopo 7 giorni volle partire subito. Fece meglio, non è vero? Ma me mi lasciò qua; sarei voluta andar via con Lui, non glielo dissi neppure, perché non mi ci avrebbe portato. Pure di Lui vorrei dirgli tante cose, ma sono al solito, non so esprimermi.
Qua a Lucca il settenario alla Madonna dei dolori si fa dopo la festa, ed ora pure la Sig.ra Cecilia lo fa insieme a me, e a recitare con noi la corona dei dolori viene il mio caro Confratel Gabriele: viene in chiesa con gli altri, e si mette accanto a me; e dopo mi fa baciare la veste, e se ne ritorna via. Quando lo facevo l'altra volta, e sempre me lo dimenticavo, l'Angelo mio mi svegliava e si diceva insieme; ora lo dico con Confratel Gabriele. Quante volte l'ho veduto pregare per Lei, dinanzi alla Mamma mia Addolorata! Possibile che non debba ottenere la tanto sospirata grazia! Confratel Gabriele prega. Lei speri bene. L'otterrà tra breve tempo. Ne stia certa.
L'ultimo Venerdì di Novembre è scoperto il Volto Santo. Spero che Lei potrà venire; e se P. G. [=P. Germano] conosce che sia volontà di Dio, mi porta via anche me, e mi mette in convento lassù, vicino a Lui, è vero? Così è troppo lontano. Ma pure in ogni modo sono contenta. Questa lettera la riceverà dal mio caro Angelo; a Lui pure, se vuole, consegni la risposta. Non gli dispiace, è vero, se il mio Angelo gli porta di quando in quando qualche scritto mio?

Gemma di Gesù.








Gemma diverse 13