GPII 1979 Insegnamenti - Ai seminaristi - Maynooth (Irlanda)

Ai seminaristi - Maynooth (Irlanda)

Titolo: Fedeltà a Cristo e alla sua parola

Testo: Cari fratelli e figli in nostro Signore Gesù Cristo.

Voi occupate un posto speciale nel mio cuore e nel cuore della Chiesa.

Nel corso della mia visita a Maynooth desideravo rimanere solo con voi, anche solo per pochi momenti. Vi sono molte cose che vorrei dirvi: tutte le cose che ho ripetutamente espresso sulla vita dei seminaristi e su tutti i seminari nel corso del primo anno del mio pontificato.

In particolare, vorrei parlare nuovamente sulla parola di Dio: su come voi siete chiamati ad ascoltare, a custodire e attuare la parola di Dio. E su come voi dovete basare tutta la vostra vita e il vostro ministero sulla parola di Dio, così come viene trasmessa dalla Chiesa, come viene diffusa dal Magistero, così come è stata interpretata durante tutta la storia della Chiesa grazie alla guida fedele dello Spirito Santo: "semper et ubique et ab omnibus". La parola di Dio è il grande tesoro delle vostre vite. Grazie alla parola di Dio, voi giungerete ad una profonda conoscenza del mistero di Gesù Cristo, figlio di Dio e figlio di Maria: Gesù Cristo, l'Alto Sacerdote del Nuovo Testamento e il Redentore del mondo.

Il mondo di Dio deve richiedere tutti i Vostri sforzi. Comprenderlo nella sua purezza ed integrità e diffondervi la parola e l'esempio è una grande missione. E questa è la vostra missione oggi e domani e per il resto della vostra vita. Mentre seguite la vostra vocazione - una vocazione così intimamente connessa alla parola di Dio - desidero riproporvi una semplice, ma significativa lezione tratta dalla vita di san Patrizio; che è questa: nella storia dell'evangelizzazione, il destino di un intero popolo - il vostro popolo - è stato radicalmente influenzato a quel tempo e nel tempo successivo, dalla fedeltà con la quale san Patrizio ha compreso e proclamato la parola di Dio, e dalla fedeltà con la quale san Patrizio ha seguito la sua chiamata fino alla fine.

Ciò che veramente desidero comprendiate è questo: che Dio conta su di voi: e i suoi piani, in un certo senso, dipendono dalla vostra libera collaborazione, dall'offerta delle vostre vite, e dalla generosità con la quale voi seguite l'ispirazione dello Spirito Santo nel profondo dei vostri cuori.

La fede cattolica dell'Irlanda è legata oggi, nel piano di Dio, alla fedeltà di san Patrizio. E domani, si, domani, una parte del piano di Dio sarà legata alla vostra fedelta, al fervore con il quale voi dite si alla parola di Dio nelle vostre vite.

Oggi Gesù Cristo fa un appello a voi attraverso la mia persona: l'appello alla fedeltà. Nella preghiera scoprirete sempre di più, ogni giorno che passa, ciò che voglio dire e quali sono le implicazioni di questa chiamata. Per grazia di Dio voi comprenderete sempre di più, ogni giorno che passa, come Dio desidera e accetta la vostra fedeltà come condizione per l'efficacia soprannaturale di tutto il vostro ministero. L'espressione suprema di fedeltà sarà la vostra donazione irrevocabile e totale in unione con Gesù Cristo e con il Padre. E possa la nostra Santa Madre Maria aiutarvi a rendere accetto questo dono.

Ricordate san Patrizio. Ricordate quanto ha significato la fedeltà di un sol uomo per l'Irlanda e per il mondo. Si, cari fratelli e figli, è la fedeltà a Cristo e al suo mondo che determina le differenze nel mondo. Perciò rivolgiamo il nostro sguardo a Gesù, che è in ogni tempo il testimone fedele del Padre.

Data: 1979-10-01

Data estesa: Lunedì 1 Ottobre 1979.





A sacerdoti, religiosi e missionari - Maynooth (Irlanda)

Titolo: Il popolo si attende da voi la fedeltà al sacerdozio

Testo:
Miei cari fratelli e sorelle in Cristo,

1. Il nome di Maynooth è molto stimato in tutto il mondo cattolico. Esso ci ricorda quanto c'è di più nobile nel sacerdozio cattolico in Irlanda. Qui vengono seminaristi da ogni diocesi irlandese, figli di famiglie cattoliche che erano esse stesse veri "seminari", veri vivai di vocazioni sacerdotali e religiose. Di qui sono partiti sacerdoti verso ogni diocesi irlandese e verso le diocesi della diaspora. Maynooth, in questo secolo, ha dato i natali a due nuove società missionarie, una inizialmente diretta verso la Cina, l'altra verso l'Africa; ed ha inviato centinaia di suoi alunni come volontari in quelle missioni. Maynooth è una scuola di santità sacerdotale, un'accademia di insegnamento teologico, un'università di ispirazione cattolica. Il Collegio di San Patrizio è un luogo di importanti imprese, che promette un futuro giusto e grande.

Perciò Maynooth è proprio il luogo adatto per incontrare i sacerdoti, diocesani e religiosi, i fratelli religiosi, le sorelle religiose, i missionari e i seminaristi, e per parlare con loro. Avendo vissuto per qualche tempo, quando mi preparavo per il sacerdozio a Parigi, in un'atmosfera di seminario irlandese - il Collège Irlandais a Parigi, attualmente prestato dai vescovi irlandesi alla Gerarchia di Polonia - provo ora una gioia profonda nell'incontrarmi con voi qui nel Seminario Nazionale d'Irlanda.


2. Le mie prime parole sono rivolte ai sacerdoti, diocesani e religiosi. Vi dico quello che san Paolo disse a Timoteo. Vi chiedo "di ravvivare il dono di Dio che è in voi per l'imposizione delle... mani (del Vescovo)" (2Tm 1,6). Gesù Cristo stesso, unico Sommo Sacerdote, disse: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!" (Lc 12,49). Voi condividete il suo sacerdozio; voi proseguite la sua opera nel mondo. La sua opera non può essere compiuta da sacerdoti tiepidi o apatici. Il suo fuoco d'amore per il Padre e per gli uomini deve ardere in voi. Il suo desiderio di salvare l'umanità deve consumarvi.

Voi siete chiamati da Cristo come lo furono gli apostoli. Come loro, siete destinati ad essere con Cristo. Voi siete mandati, come loro, ad andare nel nome suo e con la sua autorità, a procurare i discepoli da tutte lc Nazioni (cfr. Mt 10,1 Mt 28,19 Mc 3,13-16).

Il vostro primo dovere è di essere con Cristo. Ciascuno di voi è chiamato ad essere "un testimone della sua Risurrezione" (Ac 1,22). Un costante pericolo per i sacerdoti, anche se zelanti, è di immergersi talmente nel lavoro del Signore da dimenticare il Signore del lavoro.

Dobbiamo trovare il tempo, dobbiamo creare il tempo per trovarci con il Signore nella preghiera. Seguendo l'esempio dello stesso Signore Gesù, dobbiamo "ritirarci in luoghi solitari a pregare" (Lc 5,16). Soltanto se dedicheremo del tempo al Signore, il nostro essere inviati tra gli altri sarà anche un portare lui agli altri.


3. Essere con il Signore è sempre anche essere mandati da lui a compiere la sua opera. Un sacerdote è chiamato da Cristo; un sacerdote è con Cristo; un sacerdote è inviato da Cristo. Un sacerdote è inviato con la forza dello stesso Spirito Santo che guido instancabilmente Gesù lungo le strade della vita, le strade della storia. Qualsiasi siano le difficoltà, le delusioni, i contrattempi, noi sacerdoti troviamo in Cristo e nella potenza del suo Spirito la forza di affaticarci e lottare, "con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza" (Col 1,29).

Come sacerdoti, voi siete scelti per essere pastori di un popolo fedele che continua a rispondere generosamente al vostro ministero, e che costituisce un valido sostegno alla vostra stessa vocazione sacerdotale, mediante la fede e la preghiera. Se voi cercate di essere il tipo di sacerdoti che il vostro popolo si aspetta e desidera che voi siate, allora sarete dei santi sacerdoti. Il livello della pratica religiosa in Irlanda è elevato. Per questo dobbiamo sempre ringraziare il Signore. Ma quel livello si manterrà sempre alto? I giovani e le giovani delle nuove generazioni saranno ancora fedeli come lo furono i loro genitori? Dopo aver trascorso due giorni in Irlanda, dopo essermi incontrato con la gioventù irlandese a Galway, ho fiducia che così sarà. Ma ciò richiederà da parte vostra un lavoro incessante e una preghiera instancabile. Dovete lavorare per il Signore in maniera incalzante.

Dovete lavorare nella convinzione che questa generazione, questo decennio degli anni ottanta nei quali stiamo per entrare, potrebbe essere cruciale e decisivo per il futuro della fede in Irlanda. Che non ci sia alcuna compiacenza.

Come disse san Paolo "vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti" (1Co 16,13). Lavorate con fiducia, lavorate con gioia. Noi siamo testimoni della Risurrezione di Cristo.


4. Ciò che il popolo aspetta da voi più che da nessun altro è la fedeltà al sacerdozio. Questa è un modo per far conoscere alla gente la fedeltà di Dio.

Questa la rende forte nell'essere fedele a Cristo attraverso tutte le difficoltà della sua vita, le difficoltà dei loro matrimoni. In un mondo così segnato dalla instabilità, come quello di oggi, noi abbiamo bisogno di più segni e di più testimoni della fedeltà di Dio nei nostri confronti e fedeltà che noi dobbiamo a lui. C'è una cosa che causa una grande tristezza alla Chiesa, un'angoscia spesso silenziosa ma grande nel popolo di Dio: quando i sacerdoti vengono meno alla fedeltà del loro impegno sacerdotale. Questo anti-segno, questa anti-testimonianza, sono stati tra i motivi di arretramento delle grandi speranze di vita nuova sgorgate nella Chiesa dal Concilio Ecumenico Vaticano II. Al contrario, questo ha guidato i sacerdoti e l'intera Chiesa. Una preghiera più intensa e frequente; perché ci è stato insegnato che senza Cristo non possiamo far nulla (cfr. Jn 15,5).

E la fedeltà dell'immensa maggioranza dei preti ha dimostrato con chiarezza ancora maggiore e con una testimonianza tanto più manifesta la fedeltà della Chiesa a Dio e a Cristo, testimone fedele (cfr. Ap 1,5).


5. In un centro di studi teologici che è anche un seminario come Maynooth questa testimonianza di fedeltà ha un'ulteriore importanza e uno speciale valore nei confronti dei candidati al sacerdozio per convincerli della grandezza e della forza rappresentata dalla fedeltà sacerdotale.

Qui in Maynooth l'apprendimento teologico, essendo parte della formazione al sacerdozio, è ben lungi dal presentarsi come una ricerca accademica puramente intellettuale. Qui la frequenza ai corsi teologici è legata con la liturgia, la preghiera, la costruzione di una comunità di fede e amore, e così con l'edificazione del sacerdozio irlandese e conseguentemente l'edificazione della Chiesa.

Il mio odierno invito è un invito a pregare. Soltanto nella preghiera noi potremo adempiere ai doveri del nostro ministero e rispondere alle speranze del domani. Tutti i nostri appelli alla pace e alla riconciliazione avranno efficacia solo dalla preghiera.

Questo studio della teologia, qui e dappertutto nella Chiesa, è una riflessione sulla fede, una riflessione nella fede. Una teologia che non approfondisca la fede, non conduca a pregare, può essere un discorso di parole su Dio: ma non potrebbe mai essere un vero discorso intorno a Dio, il Dio vivente, il Dio che è, e il cui essere è l'amore. Ne consegue che la teologia può essere autentica soltanto nella Chiesa, la comunità di fede. Soltanto quando l'insegnamento dei teologi è conforme all'insegnamento dei Vescovi uniti con il Papa, il Popolo di Dio può sapere con certezza che questo insegnamento è "la fede che una volta per tutti e per sempre è stata affidata ai santi" (Jud 1,3).

Questa non è una limitazione per i teologi, ma una liberazione, perché li preserva dalle mutevoli mode e li tiene legati con sicurezza all'immutabile verità di Cristo, la verità che ci rende liberi (Jn 8,32).


6. In Maynooth, in Irlanda, parlare di sacerdozio è parlare di missione. L'Irlanda non ha mai dimenticato che "la Chiesa pellegrinante è missionaria per sua stessa natura: perché è dalla missione dello Spirito Santo che essa trae origine, secondo il decreto di Dio Padre" (AGD 2).

Nel IX e nel X secolo i monaci irlandesi riaccesero la luce della fede in regioni dove la sua fiamma si era abbassata o spenta in seguito alla caduta dell'Impero Romano, ed evangelizzarono nuove Nazioni non ancora evangelizzate, inclusa l'area della mia Polonia nativa. Come potrei dimenticare che ci fu un monastero irlandese addirittura a Kiev già nel XIII secolo? e che ci fu perfino un collegio irlandese, per un breve periodo, nella mia propria città di Cracovia durante la persecuzione di Cromwell? Nel XVIII e XIX secolo preti irlandesi seguirono i loro emigranti in tutto il mondo di lingua inglese. Nel XX secolo nuovi istituti missionari maschili e femminili sono fioriti in Irlanda ed essi, insieme con le sezioni irlandesi di istituti missionari internazionali e con le congregazioni religiose irlandesi già esistenti, hanno dato un nuovo impeto missionario alla Chiesa.

Possa lo spirito missionario mai venire meno nei cuori dei sacerdoti irlandesi, siano membri di istituti missionari o del clero diocesano o di congregazioni religiose dedite ad altri apostolati. Possa questo spirito essere attivamente stimolato da tutti voi in mezzo ai laici già così devoti nelle loro preghiere, già così generosi nel loro sostegno alle missioni. Possa lo spirito di condivisione crescere tra le diocesi e le congregazioni religiose nella totale missione della Chiesa fino a che ogni chiesa diocesana locale ed ogni congregazione e comunità religiosa sia vista come missionaria per sua propria natura, venendo a trovarsi nell'autentico movimento missionario della Chiesa universale. Ho saputo con molto piacere che l'Unione Missionaria Irlandese intende dar vita ad un centro missionario nazionale con il duplice scopo di un rinnovamento missionario ad opera degli stessi missionari e di un impulso alla consapevolezza missionaria tra il clero, i religiosi e i fedeli della Chiesa irlandese. Possa questo lavoro avere la benedizione di Dio. Possa contribuire ad una grande e nuova espansione di fervore missionario, ad una nuova ondata di vocazioni missionarie dal suolo di questa grande patria della fede che è l'Irlanda.


7. Voglio dire una parola speciale ai fratelli laici religiosi. Il decennio passato ha indotto grandi cambiamenti e con essi problemi e difficoltà senza precedenti per quanto attiene alla vostra esperienza passata. Io vi chiedo di non perdervi d'animo. Siate uomini di grande fede, di grande e indefettibile speranza.

"Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo" (Rm 15,13).

L'ultimo decennio ha anche portato un grande rinnovamento nella comprensione della vostra santa vocazione, un grande approfondimento della vostra vita liturgica e della vostra preghiera, una grande estensione dell'ambito della vostra apostolica influenza: io chiedo al Signore che vi benedica con una rinnovata fedeltà alla vocazione per tutti i vostri meriti e che incrementi le vocazioni dei vostri neo-istituti. La Chiesa in Irlanda e nelle missioni deve molto a tutti gli Istituti di fratelli laici. La vostra chiamata alla santità è un prezioso ornamento della Chiesa. Credete nella vostra vocazione. Siate fedeli.

"Colui che vi chiama è fedele, farà tutto questo" (1Th 5,23).


8. Anche le suore hanno conosciuto anni di ricerca, talvolta di turbamento e di inquietudine. Questi sono anche stati anni di purificazione. Io credo che adesso si possa entrare in un periodo di consolidamento e di costruzione. Molte di voi sono impegnate nell'apostolato dell'educazione e nella cura pastorale della gioventù. Non abbiate dubbi sulla continuità dell'importanza di questo apostolato, particolarmente nell'Irlanda moderna, dove la gioventù costituisce una parte così numerosa e importante della popolazione. La Chiesa ha ripetutamente, in molti solenni recenti documenti, ricordato alle religiose l'importanza primaria dell'educazione, e ha invitato le congregazioni maschili e femminili, dotate di tradizione e di carisma educazionale, a perseverare in questa vocazione e a raddoppiare il loro impegno in questa vocazione.

Lo stesso è vero per l'apostolato tradizionale della cura dei malati, dei neonati, degli anziani, degli handicappati e dei poveri. Questi non devono essere messi da parte mentre si individuano nuove forme di apostolato. Come dice il Vangelo, voi dovete "cavare fuori dal vostro tesoro cose vecchie e cose nuove" (cfr. Jn 17,19). Dovete essere coraggiose nelle vostre imprese apostoliche, non lasciando che le difficoltà, la diminuzione del personale, l'insicurezza del futuro possa abbattervi o deprimervi.

Ma ricordate sempre che il primo campo del vostro apostolato è la vostra vita personale. E' qui che il messaggio del Vangelo deve essere prima di tutto predicato e vissuto. Il vostro primo dovere apostolico è la vostra propria santificazione. Nessun cambiamento nella vita religiosa ha una qualunque importanza se non è anche una conversione di voi stesse al Cristo. Nessun movimento della vita religiosa ha alcun valore se non è simultaneamente un movimento verso l'interno, verso il profondo "centro" della vostra esistenza, dove Cristo ha la sua dimora. Non è quello che fate che importa di più, ma quello che siete come donne consacrate al Signore. Per voi Cristo ha consacrato se stesso affinché anche voi "possiate essere consacrate nella verità" (cfr. Jn 17,19).


9. A voi e ai sacerdoti, diocesani e religiosi, io dico: godete di essere testimoni di Cristo nel mondo moderno. Non esitate a rendervi riconoscibili e identificabili per le strade, come uomini e donne che hanno consacrato la loro vita a Dio, che hanno buttato alle ortiche tutto ciò che è del mondo per servire Cristo. Credete nel valore degli uomini e delle donne del nostro tempo, dei segni visibili della consacrazione delle vostre vite. La gente ha bisogno di segni e di richiami verso Dio in questa moderna città secolare a cui sono rimasti ben pochi segni che rinviano al Signore. Non date una mano a questa "cacciata di Dio dalle strade del mondo" adottando mode secolari di vestire o di comportarvi!

10. La mia speciale benedizione e i miei saluti vanno ai monaci e alle monache claustrali e contemplativi. Vi dico il mio grazie per quello che avete fatto per me con la vostra vita di preghiera e sacrificio fin dall'inizio del mio ministero papale. Io affermo che il Papa e la Chiesa hanno bisogno di voi. Voi siete soprattutto in quella "grande intensa e crescente preghiera" per la quale ho fatto appello nella "Redemptor Hominis".

La vocazione contemplativa non è mai stata più preziosa e importante di quanto non lo sia nel nostro mondo moderno e senza pace. Che ci siano tanti ragazzi e ragazze irlandesi chiamati alla vita contemplativa in questo tempo in cui il frutto della Chiesa e dell'umanità dipende dalla preghiera.

Con gioia io ripeto a tutti i contemplativi in questa festa di santa Teresa di Lisieux, le parole che io ho indirizzato alle suore di Roma: "Vi affido la Chiesa; vi affido il genere umano e il mondo. A voi, alle vostre preghiere, al vostro olocausto raccomando anche me, Vescovo di Roma. Siate con me, vicino a me, voi che siete nel cuore della Chiesa! Possa crescere in ciascuna di voi ciò che fu il programma di vita di santa Teresa del Bambin Gesù: "in corde Ecclesiae amor ero", nel cuore della Chiesa io saro l'amore!".

La maggior parte di ciò che ho detto va inteso anche per i seminaristi.

Voi vi preparate per il dono totale di voi stessi a Cristo e al servizio del suo Regno. Voi portate a Cristo il dono del vostro entusiasmo e vitalità giovanili. In voi Cristo è eternamente giovane e attraverso voi egli ringiovanisce la Chiesa.

Non deludetelo.

Non deludete il popolo che sta aspettando che voi portiate Cristo. Non squalificate la vostra generazione di giovani, uomini e donne irlandesi. Portate Cristo ai giovani della vostra generazione come unica risposta alle loro attese.

Cristo guarda a voi e vi ama. Non fate come il giovane nel Vangelo che se ne ando via triste "perché possedeva molti beni" (Mt 19,22). Al contrario offrite tutti i vostri tesori di mente, di cuore, di energia a Cristo affinché egli se ne serva per attirare a sé ogni uomo (cfr. Jn 12,32).

A tutti voi io dico: questo è un tempo meraviglioso per la storia della Chiesa. Questo è un tempo meraviglioso per essere prete, per essere religioso, per essere missionario di Cristo. Rallegratevi nel Signore sempre. Rallegratevi nella vostra vocazione. Io vi ripeto le parole dell'apostolo Paolo: "Rallegratevi nel Signore sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti e la pace di Dio che sorpassa ogni intelligenza custodirà i vostri cuori, i vostri pensieri in Cristo Gesù" (Ph 4,4-7).

Maria, Madre di Cristo, eterno sacerdote, madre dei preti e dei religiosi, vi tenga lontani da ogni preoccupazione, mentre voi "attendete in gioiosa speranza la venuta del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo". Affidatevi a lei come io vi raccomando a lei, Maria, Madre di Gesù e Madre della sua Chiesa.

Data: 1979-10-01

Data estesa: Lunedì 1 Ottobre 1979.





Omelia a Limerick (Irlanda)

Titolo: I laici devono permeare la società del lievito del Vangelo

Testo: Cari fratelli e Sorelle in Cristo, 1. In quest'ultimo giorno della mia visita all'Irlanda, vengo da voi per celebrare insieme con voi la santa Eucaristia. Desidero ancora una volta sigillare, nell'amore di Cristo Gesù, il vincolo che unisce il successore di Pietro nella Sede di Roma con la Chiesa che è in Irlanda. In voi saluto ancora una volta tutto il popolo d'Irlanda, che ha preso il suo posto nel mistero della Chiesa attraverso la predicazione di san Patrizio e per mezzo dei sacramenti del Battesimo e della Cresima. Vi invito a fare di questa ultima Messa, che io offro con voi e per voi, un inno di speciale ringraziamento alla santissima Trinità per i giorni che ho potuto passare in mezzo a voi.

Vengo nel nome di Cristo a predicarvi il suo messaggio. L'odierna liturgia della parola parla di un edificio, della pietra angolare che sostiene e dà solidità alla casa, della città costruita sul monte per sicurezza e protezione.

Queste immagini contengono un invito per tutti noi, per tutti i cristiani, ad avvicinarci a Cristo, la pietra angolare, affinché egli possa diventare il nostro sostegno e il principio unificatore che dà significato e coerenza alla nostra vita. E' lo stesso Cristo che dà dignità a tutte le membra della Chiesa e assegna a ognuno la propria missione.


2. Oggi vorrei parlarvi della speciale dignità e missione affidata ai laici nella Chiesa. San Pietro dice che i cristiani sono "un regale sacerdozio, una nazione santa" (1P 2,9). Tutti i cristiani incorporati a Cristo e alla sua Chiesa attraverso il Battesimo, sono consacrati a Dio. Essi sono chiamati a professare la fede che hanno ricevuto. Con il sacramento della Confermazione, essi sono inoltre arricchiti dallo Spirito Santo di una forza speciale per testimoniare Cristo e partecipare alla sua missione di salvezza. Ogni cristiano laico è quindi un capolavoro della grazia di Dio ed è chiamato alle vette della santità. A volte uomini e donne laici non sembrano apprezzare pienamente la loro dignità e vocazione laicale. No, non esiste un "laico ordinario", perché tutti voi siete stati chiamati alla conversione attraverso la morte e risurrezione di Gesù Cristo.

Come popolo santo di Dio, voi siete chiamati ad adempiere il vostro ruolo nell'evangelizzazione del mondo.

Si, i laici sono "una stirpe eletta, un sacerdozio santo", anch'essi chiamati ad essere "il sale della terra" e "la luce del mondo". E loro specifica vocazione e missione manifestare il Vangelo nella loro vita e così inserire il Vangelo come lievito nella realtà del mondo in cui vivono e lavorano. Le grandi forze che regolano il mondo politica, mass-media, scienza, tecnologia, cultura, educazione, industria e lavoro sono precisamente i settori nei quali i laici sono specificamente competenti ad esercitare la loro missione. Se queste forze sono dirette da persone che siano veri discepoli di Cristo e che nello stesso tempo per conoscenza e pratica siano competenti nel loro campo specifico, allora davvero il mondo sarà cambiato dal di dentro attraverso la potenza redentrice di Cristo.


3. I laici sono oggi chiamati a un forte impegno cristiano: permeare la società con il lievito del Vangelo, perché l'Irlanda è a un punto decisivo della sua storia. Il popolo irlandese deve scegliere oggi la via da seguire. Sarà la trasformazione di tutti gli strati dell'umanità in una nuova creazione, oppure la via che molte Nazioni hanno seguito dando eccessiva importanza alla crescita economica e al possesso dei beni materiali trascurando le cose dello spirito? La via che porta a sostituire una nuova etica del godimento temporale alla legge di Dio? La via di una falsa libertà che è solo schiavitù e decadenza? Sarà la via per la quale la dignità della persona umana viene soggiogata al dominio totalitario dello Stato? La via della lotta violenta tra le classi? La via che mette la rivoluzione al posto di Dio? L'Irlanda deve scegliere. Voi, generazione dell'Irlanda di oggi, dovete decidere; la vostra scelta deve essere chiara e la vostra decisione salda. La voce dei vostri antenati, che soffrirono tanto per preservare la loro fede in Cristo e così preservare l'anima dell'Irlanda, risuoni oggi nei vostri orecchi attraverso la voce del Papa che vi ripete le parole di Cristo; "Qual vantaggio avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?" (Mt 16,26). Quale vantaggio avrebbe l'Irlanda se seguisse la via facile del mondo e poi dovesse perdere la propria anima? Il vostro Paese in un certo senso sembra rivivere le tentazioni di Cristo: vi si chiede di preferire il regno del mondo e la sua gloria" al regno di Dio (cfr. Mt 4,8). Satana, il Tentatore, l'Avversario di Cristo, userà tutta la sua potenza e tutte le sue lusinghe per portare l'Irlanda sulla via del mondo.

Quale vittoria per lui, che colpo infliggerebbe al Corpo di Cristo nel mondo se riuscisse a sedurre uomini e donne d'Irlanda lontano da Cristo. Questo è per l'Irlanda il tempo della prova. Ancora una volta questa generazione è una generazione che deve decidere.

Cari figli e figlie d'Irlanda, vi prego, non lasciatevi sedurre dalla tentazione. Nella mia prima enciclica chiedevo una "grande, intensa e crescente preghiera per tutta la Chiesa". Oggi chiedo a voi una grande, intensa e crescente preghiera per tutto il popolo d'Irlanda, per la Chiesa d'Irlanda, per tutta la Chiesa che tanto deve all'Irlanda. Pregate affinché l'Irlanda non soccomba nella prova. Pregate come Gesù ci ha insegnato a pregare: "Non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male".

Soprattutto, abbiate una grande confidenza nei meriti di nostro Signore Gesù Cristo e nella potenza della sua morte e risurrezione. E' precisamente in forza del suo Mistero Pasquale che ognuno di noi e tutta l'Irlanda può dire: "Posso tutto in colui che mi dà la forza" (Ph 4,13).


4. L'Irlanda nel suo passato ha espresso una apprezzabile interpretazione della sua vasta cultura, lingua e costumi di vita attraverso le cose di Dio e la vita di grazia. In un certo senso la vita era organizzata intorno agli avvenimenti religiosi. Il compito della presente generazione di uomini e donne irlandesi è di trasformare il più complesso mondo della moderna vita industriale e urbana con lo stesso spirito evangelico. Oggi voi potete tenere le città e le fabbriche per Dio come sempre avete tenuto le fattorie e le comunità dei villaggi per lui nel passato. Il progresso materiale in tanti luoghi ha portato a un declino della fede e della crescita in Cristo nell'amore e nella giustizia.

Per compiere questo, come ho detto in Phoenix Park, voi dovete dimostrare coerenza tra la vostra fede e la vostra vita quotidiana. Non potete essere autentici cristiani la domenica, se non cercate di essere coerenti con lo spirito di Cristo anche nel vostro lavoro, nei vostri traffici commerciali, nei sindacati, negli incontri professionali o imprenditoriali. Come potete essere un'autentica comunità nel Cristo durante la Messa se voi non cercate di pensare al benessere di tutta la comunità nazionale quando il vostro particolare settore o gruppo sta per prendere delle decisioni importanti? Come potete voi essere pronti ad incontrare il Cristo giudice, se non vi ricordate quanti poveri vengono colpiti dal comportamento del vostro gruppo o dallo stile della vostra vita personale? Perché Cristo dirà a tutti noi: "Tutto quello che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avrete fatto a me" (Mt 25,40).

Ho saputo con grande gioia e gratitudine che vi siete uniti con meraviglioso spirito di lavoro e cooperazione nella preparazione tanto materiale quanto spirituale di questa mia visita. Quanto più grande sarebbe la meraviglia se voi poteste avere sempre lo stesso spirito di lavoro e cooperazione per la gloria di Dio e l'onore dell'Irlanda!

5. Qui a Limerick io mi trovo in un'area generalmente contadina e molti di voi sono gente della terra. Mi sento a casa insieme a voi come mi capito con la gente rurale e montanara della mia nativa Polonia e qui ripeto a voi quello che dissi a loro: "Amate la terra, amate il lavoro dei campi perché vi tiene vicini a Dio Creatore in una maniera specialissima".

A coloro invece che sono andati in città, qui o all'estero, io dico: rimanete in contatto con le vostre radici, sulla terra irlandese, e le vostre famiglie e la vostra cultura. Siate leali con la fede, la preghiera e i valori che avete imparato qui; e tramandate questa eredità ai vostri figli perché è ricca, è buona.

A tutti io dico: rispettate e proteggete la vostra famiglia e la vostra vita familiare, perché la famiglia è il primo terreno dell'azione cristiana per il laicato irlandese, il luogo in cui il vostro "regale sacerdozio" è principalmente esercitato. La famiglia cristiana è stata in passato la maggiore risorsa spirituale dell'Irlanda. Le condizioni moderne e i cambiamenti sociali hanno creato nuovi schemi e nuove difficoltà per la vita familiare e per il matrimonio cristiano. Io voglio dirvi: non scoraggiatevi, non seguite i criteri che considerano come anacronistica una famiglia dagli stretti legami; la famiglia cristiana è importante per la Chiesa e per la società oggi più che mai.

E' vero che la stabilità e la santità del matrimonio sono minacciati dalle nuove idee e dalle aspirazioni di molti. Il divorzio, per qualunque ragione venga introdotto, inevitabilmente diventa sempre più facile da ottenere, e gradualmente viene accettato come un fatto normale della vita. La grande possibilità di divorziare nella sfera della legge civile rende sempre più difficile per chiunque i matrimoni stabili e durevoli.

Possa l'Irlanda continuare sempre a rendere testimonianza davanti al mondo moderno al suo impegno tradizionale di fronte alla santità e alla indissolubilità del legame matrimoniale. Possano sempre gli Irlandesi difendere il matrimonio attraverso l'impegno personale come pure attraverso un'azione legale, sociale e positiva.

Soprattutto tenete alta la stima per la meravigliosa dignità e grazia del sacramento del matrimonio. Preparatevi con zelo, adesso. Credete nel potere spirituale che questo sacramento di Gesù Cristo offre per rafforzare l'unione matrimoniale e superare tutte le crisi e i problemi della vita in due. Gli sposati devono credere nel potere del sacramento di renderli santi; devono credere nella loro vocazione a testimoniare attraverso il loro matrimonio la potenza dell'amore di Cristo. Un vero amore e la grazia di Dio mai potranno lasciare diventare un matrimonio il rapporto egoistico di due individui che vivono uno accanto all'altro per gli interessi propri di ciascuno.


6. E qui io voglio dire una specialissima parola a tutti i genitori irlandesi. Il matrimonio deve includere la disponibilità al dono dei figli. Una generosa disponibilità ad accettare i figli da Dio. Ad accettare da Dio i figli come un dono al loro amore è il segno caratteristico del rapporto cristiano. Rispettare il ciclo della vita stabilito da Dio perché questo rispetto è una parte del nostro rispetto per Dio stesso che ha creato il maschio e la femmina, che li ha creati a propria immagine, riflettendo il suo proprio amore creatore di vita negli schemi del loro essere coppia.

E così io dico a tutti: abbiate un assoluto e santo rispetto per il carattere sacro della vita umana fin dal primo momento del suo concepimento.

L'aborto, come ha affermato il Concilio Vaticano II, è un "abominevole crimine" (GS 51). Portare offesa alla vita non nata, in qualunque fase dal suo concepimento, significa minare l'intero ordine morale che è il vero custode del benessere dell'uomo.

La difesa dell'assoluta inviolabilità della vita non nata è parte della difesa dei diritti dell'uomo e dell'umana dignità. Possa l'Irlanda mai indebolirsi nella sua difesa di fronte all'Europa e al mondo intero della dignità e sacralità di tutta l'umana vita, dal concepimento alla morte.

Cari padri e madri d'Irlanda, credete nella vostra vocazione, questa bella vocazione del matrimonio e della paternità che Dio vi ha donato. Credete che Dio è con voi, perché ogni paternità in cielo e sulla terra prende nome da lui.

Non crediate di poter fare nella vostra vita qualche cosa di più importante rispetto ad essere buoni padri e madri cristiani. Possano le madri irlandesi, le giovani e le ragazze, non ascoltare quelli che dicono loro che lavorare in una professione del mondo, avere successo in un lavoro esteriore, è più importante della vocazione di trasmettere la vita e di prendersi cura di questa vita come madre. Il futuro della Chiesa, il futuro dell'umanità dipende in gran parte dai genitori e dal tipo di vita familiare che essi dedicano nelle loro case. La famiglia è l'autentica misura della grandezza di una Nazione proprio come la dignità dell'uomo è la vera misura di una civiltà.


7. Le vostre case rimangano sempre case di preghiera. Dal momento che io oggi lascio questa isola tanto cara al mio cuore, questa terra e il suo popolo che tanto consola e dà forza al Papa possa esprimere un voto: che ogni casa in Irlanda rimanga o ricominci ad essere una casa di quotidiana preghiera familiare. Il fatto che voi mi promettiate di fare questo costituisce il dono più grande che voi possiate farmi mentre lascio le vostre spiagge ospitali.

So che i vostri Vescovi stanno preparando un programma pastorale inteso a rafforzare la parte di competenza dei genitori nell'educazione dei loro figli, sulla base del motto: "Alle prese con la fede in famiglia". Io confido che voi tutti parteciperete a questo programma con generosità. Trasmettere ai vostri figli la fede che avete ricevuta dai vostri genitori è il vostro primo dovere e il vostro più grande privilegio. La casa dovrebbe essere la prima scuola di religione come pure la prima scuola di preghiera. La grande influenza spirituale dell'Irlanda nella storia del mondo è dovuta in gran parte alla religione delle famiglie irlandesi perché in casa comincia l'evangelizzazione, in casa le vocazioni sbocciano e si sviluppano.

Per questo io faccio appello ai genitori irlandesi di continuare ad alimentare le vocazioni al sacerdozio e alla vita sacerdotale nelle loro case tra i loro figli e le loro figlie. Questo è stato, per generazioni, il più grande desiderio di un genitore irlandese, di avere un figlio sacerdote, di avere una figlia consacrata a Dio. Possa continuare ad essere il vostro desiderio e la vostra preghiera. Possano le accresciute facilità a disposizione dei ragazzi e delle ragazze non diminuire minimamente la vostra stima nel privilegio di avere un figlio o una figlia vostri scelti da Cristo e chiamati da lui a lasciare tutto per seguirlo.

Io affido tutto questo a Maria, luminoso "sole della razza irlandese".

Possa la sua preghiera aiutare ogni famiglia irlandese ad assomigliare alla Santa Famiglia di Nazaret. Prendendo forza dalla loro casa possano i giovani cristiani andare avanti come Gesù fece prendendola a Nazaret. Possano crescere nella forza dello Spirito per continuare l'opera di Cristo e seguire i suoi passi verso la fine del millennio fino al duemila. Maria vi tenga tutti vicino a lui che è il "Padre del secolo venturo" (Is 9,6).

Possa il Signore e la Madonna essere per sempre con tutti voi.

Data: 1979-10-01

Data estesa: Lunedì 1 Ottobre 1979.






GPII 1979 Insegnamenti - Ai seminaristi - Maynooth (Irlanda)