GPII Discorsi 2000 234

UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI PARTECIPANTI A DIVERSI PELLEGRINAGGI GIUBILARI


Sabato, 17 giugno 2000

Carissimi Fratelli e Sorelle!


1. Sono lieto di rivolgere a ciascuno di voi il mio affettuoso benvenuto a questo incontro, che si svolge alla vigilia della ricorrenza liturgica della Santissima Trinità. Quest'anno la festa acquista una speciale rilevanza, perché ci conduce nel cuore stesso del Grande Giubileo, che ha come obiettivo "la glorificazione della Trinità, dalla quale tutto viene e alla quale tutto si dirige, nel mondo e nella storia" (Tertio millennio adveniente TMA 55). La contemplazione del mistero del Dio Uno e Trino suscita così nei credenti un rinnovato impegno a conoscere, amare e servire Dio, che ci chiama a cooperare con Lui alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno.

Vi auguro, carissimi Fratelli e Sorelle, di poter sentire forte, in questo vostro pellegrinaggio giubilare, l'esperienza dell'amore di Dio. E' il suo amore, infatti, che ci aiuta ad essere fedeli alla sua legge e ci rende fermento di autentico rinnovamento nel mondo.

2. Vi saluto, voi che partecipate all'incontro dell'Organizzazione mondiale degli ex studenti delle Scuole cattoliche. Nel corso dei vostri studi avete avuto la possibilità di acquisire una formazione non solo intellettuale, ma anche umana, morale e spirituale. Che possiate far sì che ne beneficino i vostri figli e i giovani di oggi, che hanno bisogno di apprendere dai più adulti i punti di riferimento per rendere la loro vita bella e piena di speranza!

Rivolgo un cordiale saluto a voi, studenti che partecipate al concorso fotografico del Consiglio d'Europa sul tema: Europa: un patrimonio comune. Voi fate l'esperienza dei rapporti fra i diversi popoli e le diverse culture del Continente; preparare così a modo vostro un'Europa fraterna, dove ciascuno è solidale con tutti e si apre alle altre culture, per farne un patrimonio comune fondato sui valori essenziali del rispetto della vita e delle persone.

3. Rivolgo, ora, un particolare saluto ai gruppi di fedeli delle Parrocchie di San Vito e Modesto in Burago di Molgora, dei Santi Pietro e Paolo in Luino, dei Santi Faustino e Giovita in Villalta di Gazzo, della Beata Vergine Maria Assunta in Frascarolo, di San Biagio in Vacri e di San Giuseppe in San Cesareo.

235 Carissimi, i giorni meravigliosi del vostro pellegrinaggio giubilare, che vi hanno portato ad incontrare Cristo, la "porta" che ci introduce nella vita nuova, ed a sostare in preghiera presso le tombe degli Apostoli e dei Martiri, possano costituire per ciascuno di voi una gioiosa occasione di riscoperta dell'amore di Dio e una rinnovata esperienza della vostra appartenenza alla sua grande famiglia, che è la Chiesa. Arricchiti da tale esperienza, possiate essere nelle vostre comunità ferventi operatori di pace e di bene per rendere ciascuna delle vostre Parrocchie vivente riflesso della Trinità.

Assumendo, infatti, le relazioni tra le tre divine Persone come paradigma della convivenza tra gli uomini, è possibile costruire la civiltà dell'amore nella quale l'uguaglianza si trasforma in fraternità, l'unità in comunione rispettosa tra le persone e l'autorità in generoso servizio al bene dei fratelli.

4. Il mio cordiale pensiero va poi ai Collaboratori dell'Agenzia generale di Ferrara delle Assicurazioni Generali, al Gruppo dell'Ospedale «Sacra Famiglia» dei Fatebenefratelli di Erba, al Gruppo dell'Associazione Thalassemia dell'Ospedale Garibaldi di Catania, alla Banda Musicale di Vinovo ed al Gruppo di fedeli provenienti da Abbadia San Salvatore.

Auguro a ciascuno degli appartenenti a tali realtà di recare la ricchezza della loro fede nella esperienza di lavoro e nella vita associativa per viverla come una chiamata a crescere nella stima e nell'accoglienza reciproca ed a servire generosamente il bene comune. In tal modo, il tempo vissuto insieme e le necessità dei fratelli potranno diventare occasioni per testimoniare l'amore di Dio che vince il peccato e le divisioni e dona la speranza di riprendere sempre la via del bene.

5. Saluto di cuore i pellegrini di lingua tedesca, in particolare i parenti dello scomparso Arcivescovo Josef Stimpfle, che ha guidato per quasi trent'anni la Diocesi di Augsburg.

Inoltre do il benvenuto alle studentesse e gli studenti della scuola cattolica privata di Bremerhaven. Cari giovani! Mi rallegro del fatto che abbiate viaggiato dal Nord della Germania attraverso le Alpi fino al Sud, per rendere visita nell'anno santo alle tombe degli Apostoli. La regione, nella quale vivete il vostro essere cristiani, è la Diaspora. Così la scuola che frequentate è una sorta di "campo di formazione" per una matura testimonianza cristiana. Vi auguro di riuscire con forza e con coraggio a condurre una vita da cristiani convinti.

Prego Dio affinché vi conceda aiuto e benedizioni.

6. Rivolgo ora un saluto a voi, membri dell'Accademia di Guerra del Ministero della Difesa dell'Ecuador, in occasione del vostro passaggio a Roma nell'Anno del Grande Giubileo. Varcare la Porta Santa significa manifestare la volontà di avvicinarsi di più a Dio e, di conseguenza, di condurre una vita conforme agli insegnamenti del Vangelo. Che questo gesto, accompagnato da opere di pietà e di carità, ottenga per voi le grazie necessarie per portare a termine i vostri compiti familiari e professionali, rendendo testimonianza della vostra adesione a Cristo e della vostra appartenenza alla sua Chiesa!

7. Carissimi Fratelli e Sorelle, affido ciascuno di voi alla materna protezione di Colei che la Chiesa venera come eminente Dimora della Santissima Trinità e, rinnovando l'augurio di un fruttuoso pellegrinaggio giubilare, a tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica.



UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


ALLE PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE


DELLE MISSIONARIE DELL’IMMACOLATA-PADRE KOLBE


Lunedì, 19 giugno 2000


Carissime Missionarie dell'Immacolata – Padre Kolbe!

236 1. Sono lieto di accogliervi in occasione dell'Assemblea Ordinaria, che state celebrando in questi giorni a Bologna. A tutte rivolgo un affettuoso benvenuto. In modo speciale, il mio saluto va alla Direttrice Generale ed al Consiglio, come pure al Padre Luigi Faccenda, Fondatore ed Assistente spirituale dell'Istituto. Questa vostra visita intende rinsaldare la vostra comunione con il Successore di Pietro. Vi sono grato per questo attestato di fedeltà e di amore alla Chiesa.

Del millenario e fruttuoso albero della Chiesa, in effetti, voi siete diventate un nuovo ramo, con il vostro inserimento, il 25 marzo 1992, tra gli Istituti secolari di diritto pontificio. Nell'unirmi al vostro rendimento di grazie a Dio per il cammino sin qui percorso, auspico che l'Assemblea Generale costituisca un'occasione favorevole per approfondire sempre più la vostra spiritualità di consacrazione totale all'Immacolata, sull'esempio di san Massimiliano Kolbe, il martire di Auschwitz.

Confido che i lavori della vostra Assise, sostenuti ed orientati dalla grazia giubilare, vi consolidino nell'impegno di consacrazione a Dio, sì da essere lievito di sapienza e testimoni di speranza nel mondo di oggi, che attende di essere trasfigurato "dal di dentro con la forza delle Beatitudini" (Esort. ap. Vita consecrata, 10). Richiamerete in questo modo la missione propria di ogni discepolo di Cristo, efficacemente dipinta da uno noto autore dei primi secoli con queste parole: "Pur seguendo le usanze del luogo, (i cristiani) si propongono una forma di vita meravigliosa... Abitano le loro case, ma come forestieri e come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera è patria per loro, mentre ogni patria è per essi terra straniera... Sono nel mondo quello che è l'anima nel corpo... L'anima è rinchiusa nel corpo, ma sorregge il corpo: i cristiani, sono essi che sorreggono il mondo" (Lettera a Diogneto, cap 5-6; Funk, Patres Apostolici).

2. Apprendo con gioia che il vostro giovane Istituto si va diffondendo in diversi Paesi e che le "Case dell'Immacolata" sono presenti in Italia, Lussemburgo, Argentina, Bolivia, Brasile, California ed in Polonia, dove per mantenere viva l'eredità del Martire Massimiliano Kolbe, state ultimando un 'Centro di spiritualità' ad Auschwitz, che si propone di offrire un messaggio di speranza a quanti si recano in quel luogo, simbolo delle più atroci negazioni della dignità umana consumate nel XX secolo.

Mi è pure noto che al vostro fianco lavorano i "Volontari dell'Immacolata", uomini e donne di ogni stato di vita, che abbracciano la vostra stessa spiritualità e condividono il vostro medesimo apostolato.

Il vostro Istituto si distingue per il carisma mariano, tratto dagli insegnamenti e dagli esempi di san Massimiliano Kolbe, il cui amore per l'Immacolata è ben noto. Egli aveva intuito come, nel mistero dell'Immacolata, fosse racchiusa la profonda sintesi tra la sventura del peccato originale, la storia drammatica che ne è derivata per l'umanità peccatrice ed il disegno divino della salvezza, che nel Verbo incarnato nel seno della Vergine ha il punto di approdo. Spinto da tale intima certezza, Padre Kolbe esortava a seminare la verità dell'Immacolata nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, affinché la Vergine - come egli diceva - potesse innalzare in tutti il trono del Figlio, introducendo ciascuno ad una più intima conoscenza ed amore del Vangelo. Egli osservava poi che, quando ci si consacra all'Immacolata, si diventa nelle sue mani strumenti della divina misericordia, come lo fu Lei nelle mani di Dio. Ed esortava a lasciarsi condurre per mano da Maria, camminando "tranquilli e sicuri sotto la sua guida".

3. Carissime Missionarie dell'Immacolata – Padre Kolbe! La vostra quotidiana esperienza vi fa toccare con mano come gli uomini del nostro tempo attendano di riascoltare l'annuncio uscito dalla bocca di Maria di Magdala, il mattino di Pasqua: "Il Signore è risorto!" (cfr
Mc 16,10). Essi hanno bisogno di apostoli che, come avvenne agli albori della fede, annuncino oggi Cristo, unico Salvatore dell'uomo, e proclamino con vigore che la sua morte e risurrezione dona a tutti la possibilità di sperare e di vivere in pienezza. Siate anche voi apostole e missionarie!

Seminate con ardore francescano la verità del Vangelo nel cuore e nella vita dei fratelli che incontrate nel vostro quotidiano servizio ecclesiale. Questo vostro sforzo di evangelizzazione inciderà nel cuore di chi vi ascolta, se resterete saldamente radicate in Cristo Gesù. Il vostro apostolato deve scaturire da preghiera incessante e da una vita fraterna che sia continua ricerca di Dio e della sua azione nelle complesse realtà terrene.

Chiedo al Signore, per intercessione dell'Immacolata e di san Massimiliano Kolbe, di rafforzarvi nei vostri propositi di impegno, e di assistervi con l'ardore del suo Spirito, perché il Capitolo Generale che state celebrando rechi abbondanti frutti al vostro Istituto e alla Chiesa.

Con tali voti, imparto di cuore a ciascuna di voi, ai membri della vostra Famiglia spirituale ed a quanti sono oggetto delle vostre cure pastorali una speciale Benedizione Apostolica.

UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI MEMBRI DELLA "RIUNIONE DELLE OPERE


PER L’AIUTO ALLE CHIESE ORIENTALI" (ROACO)


Lunedì, 19 giugno 2000

237
Signor Cardinale,

Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
Cari Membri e Amici della ROACO!

1. Sono lieto di porgere a ciascuno di voi il mio benvenuto, esprimendovi viva riconoscenza per questa visita che avete voluto rendermi in occasione della seconda Assemblea annuale della ROACO. Rivolgo un cordiale pensiero al Signor Cardinale Achille Silvestrini, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e Presidente della ROACO, e lo ringrazio per le cortesi espressioni che mi ha indirizzato a nome di tutti. Saluto pure con affetto l'Arcivescovo Monsignor Miroslav Stefan Marusyn, Segretario della Congregazione, Monsignor Sotto-Segretario ed i Collaboratori, insieme con i Responsabili delle diverse Agenzie.

Negli ultimi anni il vostro lavoro si è andato sempre più articolando per rispondere in modo più attento e tempestivo alle domande ed alle urgenze delle Chiese Orientali Cattoliche, grazie anche al contributo delle Comunità locali, che opportunamente avete cercato di coinvolgere. Le richieste sono state fatte oggetto, volta a volta, di sessioni speciali di riflessione e di studio, così da individuare le priorità pastorali e decidere il sostegno alle diverse iniziative di evangelizzazione.

2. Serbo ancora vivo e grato ricordo dei recenti pellegrinaggi giubilari al Monte Sinai, al monte Nebo e in Terra Santa, ove ho voluto recarmi nel segno di un ritorno "alle radici della fede e della Chiesa", incontrando Patriarchi, Vescovi e sacerdoti, religiosi e religiose, come pure figli e figlie delle Chiese Orientali Cattoliche.

La visita alle località rese illustri dalle vicende mosaiche, la Messa solenne in onore di san Giovanni Battista nello stadio di Amman, le Celebrazioni eucaristiche nell'aula del Cenacolo e presso il Santo Sepolcro in Gerusalemme sono state tappe indimenticabili, durante le quali "la nostra anima si è commossa non solo al ricordo di ciò che Dio ha fatto, ma per la Sua stessa presenza, perché ha ancora una volta camminato con noi nella Terra della Nascita, Morte e Risurrezione di Cristo"(Angelus 26 marzo 2000, 6).

Quanto il Signore mi ha concesso di sperimentare in quei giorni mi spinge a raccomandare a voi e a tutti i fedeli cattolici di avere sempre più a cuore le Comunità cristiane di Terra Santa ed a sostenerle nelle loro necessità, perché i nomi di Nazareth, Betlemme e Gerusalemme continuino a suscitare nell'animo dei cristiani, di oggi e di domani, sentimenti di gratitudine per il Mistero ineffabile che lì si è compiuto, e per l'annuncio della salvezza che, grazie alle prime Comunità di credenti, da quella Terra ha raggiunto il mondo intero.

3. In occasione del Grande Giubileo, che il Signore ci dona di celebrare, sono convenute e converranno a Roma significative rappresentanze delle Chiese Orientali Cattoliche per pregare, insieme con gli altri fratelli cattolici, sulla tomba degli Apostoli e rinsaldare legami di intensa comunione e di fraternità con la Sede Apostolica. In tal modo, anche in Roma si rende visibile l'universalità della Chiesa nella varietà dei riti e delle tradizioni.

Queste concrete manifestazioni della cattolicità della Chiesa di Cristo nella sua ricchezza e varietà costituiscono un forte appello a vivere l'istanza ecumenica, impegno rilevante del Grande Giubileo. Come ricordavo nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente, proprio sotto il profilo ecumenico questo anno si rivela "molto importante per volgere lo sguardo a Cristo, unico Signore, nell'impegno di diventare con Lui una cosa sola, secondo la sua preghiera al Padre. La sottolineatura della centralità di Cristo, della Parola di Dio e della fede, non dovrebbe mancare di suscitare nei cristiani di altre confessioni interesse e favorevole accoglienza" (n. 41).

4. In questa particolare circostanza, rinnovo a tutti voi l'invito a porre in atto ogni sforzo per venire in soccorso delle popolazioni divise da conflitti fratricidi o di quelle del Medio Oriente ancora in cerca di vie stabili di giustizia e di libertà.

238 Il Giubileo ci esorta a concreti segni di carità fraterna che aprano "i nostri occhi ai bisogni di quanti vivono nella povertà e nell'emarginazione... Devono essere eliminate le sopraffazioni che portano al predominio degli uni sugli altri: esse sono peccato e ingiustizia" (Incarnationis mysterium, 12). L'impegno per la giustizia e la ricerca di risorse per creare una cultura della solidarietà e della cooperazione devono, pertanto, costituire obiettivi rilevanti per tutti voi, ma soprattutto per le Comunità ecclesiali, della cui fraterna solidarietà voi siete il tramite e l'espressione visibile.

In tal modo, sotto la prudente guida della Congregazione per le Chiese Orientali, le Agenzie qui rappresentate si confermano quali efficaci testimoni della sollecitudine operosa delle Chiese da cui provengono, e segno profetico dell'impegno di tutta la Chiesa. E' infatti operando per la giustizia che si costruisce la pace. E' praticando il precetto dell'amore di Cristo che si anticipano i cieli nuovi e la terra nuova "nei quali avrà stabile dimora la giustizia" (
2P 3,13).

5. Carissimi Fratelli e Sorelle, giunga a voi, per il mio tramite, la riconoscenza delle Chiese d'Oriente per l'opera concreta di cristiana sollecitudine che da tanti anni dispiegate in loro favore. Di fronte alle sempre più urgenti necessità, vi esorto a dilatare i confini del vostro cuore per intensificare il flusso di carità operosa a cui tante persone guardano con fiducia.

In questo anno di grazia auguro a ciascuno di voi di accogliere con animo disponibile gli abbondanti doni spirituali che il Signore elargisce per una vita sempre più generosamente impegnata al suo servizio. Interceda per voi la Vergine Maria, Madre di Dio, alla quale affido la vostra preziosa opera a favore delle Chiese d'Oriente.

Con questo auspicio, di cuore imparto a voi ed ai vostri cari la Benedizione Apostolica.

UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI PARTECIPANTI A DIVERSI PELLEGRINAGGI GIUBILARI


Sabato 24 Giugno 2000




Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Siete convenuti numerosi in questa amata città di Roma per compiere il vostro pellegrinaggio giubilare. A tutti rivolgo il mio saluto cordiale. Il mio pensiero va in particolare ai fedeli della Diocesi di Ascoli Piceno, che mediante questo pellegrinaggio giubilare intendono riaffermare i loro stretti vincoli di comunione con il Successore di Pietro. Carissimi, siate i benvenuti!

Porgo il mio cordiale saluto, anzitutto, a Mons. Silvano Montevecchi, vostro Vescovo, e lo ringrazio per le gentili espressioni che, a nome di tutti, mi ha rivolto. Attraverso di lui, desidero far giungere l'assicurazione del mio ricordo nella preghiera all'intera Diocesi: ai cari sacerdoti, ai consacrati, alle consacrate ed ai fedeli laici, con un particolare pensiero per quanti cooperano attivamente alla vita della vostra Chiesa, ai giovani, ai malati, ed a quanti cercano la Verità con cuore sincero. E' presente oggi con voi pure il Padre Raniero Cantalamessa, vostro conterraneo e Predicatore della Casa Pontificia, che saluto con affetto. Rivolgo, infine, il mio pensiero deferente alle Autorità civili di ogni ordine e grado, che hanno voluto unirsi a questo significativo incontro.

L'odierna visita ai luoghi giubilari avviene, per provvidenziale disegno, nel contesto del Congresso Eucaristico Internazionale, che avrà domani la sua solenne conclusione. Valga questa coincidenza a confermare tutti voi nella fede e nella devozione verso il Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, che la Chiesa custodisce come prezioso tesoro, datole per sostenerla lungo il cammino verso la Pasqua eterna.

2. Mi è noto il percorso pastorale che dal mese di ottobre ha visto impegnate tutte le parrocchie della vostra Diocesi in una riflessione approfondita sull'Eucaristia e sulla santa Messa. Durante questo periodo, sotto la guida dei Padri Sacramentini, si sono svolte le Settimane Eucaristiche, modulate sul tema: "Cristo, vita dell'anima, Signore della storia".

239 Ho appreso con gioia dei notevoli frutti che si sono raccolti, a livello catechetico e pastorale, nei numerosi "Centri di Ascolto" della Parola di Dio, attivati nelle famiglie. Converrà che l'esperienza, aderendo al desiderio di molti, venga ulteriormente continuata, a vantaggio di chi vuole giungere ad una conoscenza sempre più completa della propria fede. L'iniziativa ha visto la collaborazione delle varie associazioni ecclesiali, coinvolgendo nel cammino di approfondimento molte persone. Anche questo aspetto merita di essere sviluppato.

L'impegno catechetico trova il suo compimento nella celebrazione liturgica. L'evento pasquale, che viene annunciato, si realizza infatti compiutamente nel mistero vissuto attraverso i doni sacramentali. Le settimane eucaristiche organizzate nelle parrocchie e nelle vicarie della vostra Diocesi vi hanno aiutato a prepararvi intensamente a vivere nella concretezza delle situazioni quotidiane la dimensione eucaristica della vita ecclesiale. Ora, gettata la semente, occorrerà coltivare il terreno, affinché sia sempre meglio conosciuta e vissuta la liturgia della Croce, la liturgia della Luce, la liturgia della Carità.

La riscoperta della pia pratica dell'adorazione eucaristica, con sussidi preparati dalle Monache benedettine del monastero di Offida, vi ha introdotto nella dimensione orante della vita ecclesiale. E', infatti, da un dialogo costante e profondo con Cristo, presente in maniera specialissima nell'Eucaristia, che trae vigore l'impegno della testimonianza e della missione, affidato ad ogni battezzato, secondo il suo stato di vita.

3. La comunità ecclesiale diviene così «tenda dell'ascolto», per aprirsi poi alla condivisione con tutti: giovani, adulti, operai, anziani, carcerati, ammalati, poveri, sposi, fidanzati, consacrati.

Al momento dell'evangelizzazione e della celebrazione, deve corrispondere un valido impegno nell'ambito della carità, mediante gesti concreti di solidarietà. So che la vostra Diocesi ha già programmato la costruzione di un centro di pastorale giovanile in Sierra Leone e di una casa di ospitalità per ragazzi portatori di handicap in Zambia. Nel vostro territorio sono state pure inaugurate nuove strutture per l'aiuto a persone in difficoltà materiali o spirituali. Continuate senza timore a servire i poveri che bussano alla porta del votro cuore. In essi è Cristo che passa a visitarvi, per donarvi la sua grazia. Una fede rinvigorita, una speranza più salda, un'instancabile carità saranno i frutti più preziosi della celebrazione dell'Anno Santo.

4. Desidero ora rivolgere un saluto affettuoso ai Soci del "Pio Sodalizio dei Piceni", antica e benemerita Confraternita romana, che da ben quattro secoli opera per la conservazione e la promozione dei valori umani e cristiani tra la numerosa e attiva comunità marchigiana di questa città. Il mio pensiero cordiale si estende anche ai pellegrini delle parrocchie dello Spirito Santo di Palo del Colle; di Santa Maria Assunta, in Civita, dell'Eparchia di Lungro; ed inoltre ai partecipanti alla staffetta promossa dal dopolavoro ferroviario di Udine, ai dipendenti della Cassa di Risparmio di Ferrara, all'Associazione italiana Barman e Sostenitori, ai dipendenti delle "Edizioni Frate Indovino" di Perugia. Saluto, infine, i membri della Pontificia Accademia di san Tommaso, raccolti in questi giorni a Roma per la loro prima Assemblea.

Carissimi, il Giubileo sia per tutti motivo di rinnovata adesione a Cristo e al Vangelo per una sempre più incisiva testimonianza cristiana nella società. Vi sostenga in questo cammino l'intercessione della Madre di Dio e quella del Precursore di Cristo, che oggi la liturgia ricorda con speciale onore.

Accompagno questi voti con la Benedizione Apostolica, che volentieri imparto a voi, qui presenti, alle vostre famiglie ed ai vostri cari, con particolare affetto per i malati e gli anziani, come anche per quanti, pur desiderandolo, non hanno potuto essere qui con noi nell'odierno incontro.

Sia lodato Gesù Cristo!

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


AL PRESIDENTE DELL’ISTITUTO GIUSEPPE TONIOLO


IN OCCASIONE DELL’80° ANNIVERSARIO


DI FONDAZIONE DELL’ISTITUTO




All'On. EMILIO COLOMBO
Presidente dell'Istituto Giuseppe Toniolo

240 In occasione dell'80° anniversario di fondazione dell'Istituto Toniolo, desidero far giungere a Lei ed a tutti i Membri il mio beneaugurante saluto. Con intima partecipazione mi unisco al comune rendimento di grazie al Signore per la proficua opera svolta in favore della presenza dei Cattolici italiani nel mondo della cultura e della ricerca scientifica. All'azione profetica e tenace di codesta benemerita Istituzione, voluta da Padre Agostino Gemelli e da Mons. Francesco Olgiati ed approvata dal Papa Benedetto XV, si devono infatti 1'erezione canonica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore ed il suo riconoscimento giuridico statale.

I miei venerati Predecessori hanno sempre manifestato profonda stima per l'Istituto Toniolo, il cui compito è di garantire che l'Università dei Cattolici Italiani resti sempre fedele al suo duplice fine statutario: la ricerca scientifica illuminata dalla fede e la preparazione di qualificati professionisti cristiani, i quali operino in piena sintonia con il Magistero della Chiesa e nel rispetto di una legittima pluralità di vedute nell'ambito scientifico. I Sommi Pontefici non hanno mancato di mostrare costante considerazione per la dedizione con cui l'Istituto ha sempre cercato di favorire nella Comunità accademica lo spirito di collaborazione e di servizio, necessario per una fruttuosa attività scientifica e per meglio rispondere alle attese dei Pastori e dei Cattolici italiani.

Nell'esprimere vivo apprezzamento per l'impegno coerente con cui l'Istituto Toniolo, anche in momenti di particolare difficoltà, ha saputo mantenere inalterati i principi ispiratori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, servendo efficacemente la causa della cultura e del Vangelo nel mondo accademico italiano, auspico che, nella fedeltà alla sua grande tradizione, esso possa rispondere alle sfide del nuovo Millennio, congiungendo piena adesione al Magistero della Chiesa, rigore scientifico e lungimirante iniziativa.

Con tali sentimenti, mentre invoco dal Cuore di Cristo copiosi doni giubilari di grazia e di santità per Lei, Signor Presidente, e per i Membri del «Toniolo», tutti affido alla materna protezione di Maria, Sede della Sapienza, inviando a ciascuno una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 24 giugno 2000

IOANNES PAULUS II



AGLI ARCIVESCOVI METROPOLITI


CHE HANNO RICEVUTO IL PALLIO


Venerdì 30 Giugno 2000


1. Dopo la solenne celebrazione liturgica di ieri sera in Piazza San Pietro, con profonda gioia vi incontro questa mattina, carissimi Arcivescovi Metropoliti. Abbraccio con affetto ciascuno di voi qui presenti ed invio un pensiero speciale a quanti non hanno potuto venire personalmente a ricevere il Pallio.

Insieme a voi, saluto cordialmente i vostri familiari, gli amici ed i fedeli delle vostre rispettive Comunità cristiane, che vi hanno accompagnato in questo pellegrinaggio giubilare sulla tomba degli Apostoli.

Mi rivolgo, anzitutto, a voi, venerati Fratelli, che appartenete all'amata Chiesa che è in Italia: a Lei, Monsignor Dino De' Antoni, Arcivescovo di Gorizia; a Lei, Monsignor Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto; a Lei, Monsignor Giuseppe Verucchi, Arcivescovo di Ravenna-Cervia; a Lei, Monsignor Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Pesaro. Il Signore che vi ha scelto vi renda sempre fedeli al compito apostolico a voi affidato. Siate pertanto, come ricordavo ieri, guide attente e previdenti del gregge del quale Cristo, il Buon pastore, vi chiederà conto.

2. Je suis heureux de saluer les nouveaux archevêques métropolitains de langue française, Mgr Roger Pirenne, archevêque de Bertoua, Mgr Nestor Assogba, archevêque de Cotonou, Mgr Fidèle Agbatchi, archevêque de Parakou, Mgr Hubert Barbier, archevêque de Bourges, ainsi que tous les fidèles venus les accompagner. La cérémonie du pallium est pour tous un appel incessant à témoigner du Christ ressuscité dans le monde entier et à travailler pour l’unité de l’Église autour du Successeur de Pierre. À tous ma Bénédiction apostolique.

3. I am happy to greet the English-speaking Metropolitans who have come to Rome to receive the Pallium – Archbishop Lawrence Burke of Nassau, Archbishop Dominic Jala of Shillong, Archbishop Marampudi Joji of Hyderabad, Archbishop Cormac Murphy-O’Connor of Westminster, Archbishop Vincent Nichols of Birmingham, Archbishop Angel Lagdameo of Jaro, Archbishop Ignatius Kaigama of Jos, and Archbishop Edward Egan of New York. I also welcome the faithful who have come with them to Rome, and I ask the Metropolitans to take back to their local Churches my affectionate greeting in the Lord.

241 4. De Hispanoamérica habéis venido seis Arzobispos a recibir el palio en la solemnidad de los Santos Pedro y Pablo: de Bolivia, Mons. Tito Solari; de Perú, Mons. Héctor Cabrejos; y de Argentina los Pastores de la Iglesias metropolitanas de Tucumán, Salta, San Juan de Cuyo y La Plata. Os saludo con afecto a vosotros y a los sacerdotes y fieles que os han acompañado en este significativo momento. Al regresar a vuestras Arquidiócesis, revestidos de este ornamento, signo de un particular vínculo de comunión con la Sede de Pedro, trabajad con renovado empeño en favor de esa comunión y de la unidad de la Iglesia, tan querida por Cristo y en cuya causa os debéis sentir siempre comprometidos.

5. O Espírito do Senhor esteja também sobre Mons. Aloysio Leal Penna. Que Deus o ilumine e o proteja nesta nova caminhada a serviço da Igreja que está no Brasil. Com a minha Bênção que, de bom grado, extendo a todos os seus parentes e fiéis da Arquidiocese de Botucatu.

6. S ljubavlju i rije…ima dobrodošlice pozdravljam Tebe, dragi novi splitsko-makarski nadbiskupe metropolite monsinjore Marine Barišiƒu, Tvoje sveƒenike i vjernike. Tebi i s tobom nazo…nima, Tvojim umirovljenim prethodnicima monsinjoru Anti Juriƒu i monsinjoru Frani Franiƒu te cijeloj ljubljenoj Crkvi splitsko-makarskoj od srca udjeljujem apostolski blagoslov.

Versione italiana del testo croato:

Saluto con affetto e con parole di benvenuto Te, caro nuovo Arcivescovo Metropolita di Split-Makarska, Mons. Marin Barišiƒ, i tuoi sacerdoti ed i fedeli. Di cuore imparto la Benedizione Apostolica a te ed a quanti ti accompagnano, ai tuoi predecessori emeriti Mons. Ante Juriƒ e Mons. Frane Franiƒ, come pure all'intera diletta Chiesa di Split-Makarska.

7. Ieri, con l'imposizione del Pallio, si è rinnovato un rito antico e suggestivo che suggella l'unità di ogni vostra Comunità alla Sede Apostolica ed al Successore di Pietro. Insieme formiamo l'unica Chiesa di Cristo, chiamata ad annunciare l'unico Vangelo per la salvezza di ogni uomo in tutti gli angoli della terra. Venerati Fratelli, sia vostra cura salvaguardare con ogni mezzo questa speciale fedeltà al mandato del divin Maestro: fedeltà alla sua Parola, fedeltà al suo anelito per la piena unità del popolo cristiano, redento dal suo sangue sulle croce.

Per realizzare questa unione, guardiamo a Cristo che, come ci ricorda l'odierna festa del suo Sacro Cuore, ci ripete: "Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore" (
Mt 11,29).

Maria, Madre della Chiesa, ci sostenga in questo cammino. A tutti voi ed a quanti fanno parte delle Comunità ecclesiali da cui provenite, imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica.



Luglio


UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI PARTECIPANTI AL PELLEGRINAGGIO GIUBILARE


DELL’UNIONE "SANGUIS CHRISTI"


E AD ALTRI PELLEGRINAGGI


Sabato 1° luglio 2000


Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di incontrare in questo primo giorno del mese di luglio, consacrato dalla pietà cristiana alla meditazione del «Sangue di Cristo, prezzo del nostro riscatto, pegno di salvezza e di vita eterna» (Giovanni XXIII, Lett. ap. Inde a primis, in AAS, 52 [1960], 545-550), voi tutti, membri delle Famiglie religiose maschili e femminili e delle associazioni cattoliche dedicate al culto del Sangue Preziosissimo di Gesù. Nel salutarvi con affetto, vi ringrazio per la vostra presenza e rivolgo un riconoscente pensiero al Direttore Provinciale dei Missionari del Preziosissimo Sangue per le gentili parole che ha voluto rivolgermi anche a nome vostro.

242 Sino alla riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II, in questo giorno si celebrava anche liturgicamente in tutta la Chiesa Cattolica il mistero del Sangue di Cristo. In seguito il mio Predecessore di venerata memoria Paolo VI ha unito il ricordo del Sangue di Cristo a quello del suo Corpo nella solennità che ora prende appunto il nome del "Sacratissimo Corpo e Sangue di Cristo". In ogni celebrazione eucaristica, infatti, si rende presente, insieme col Corpo di Cristo, il suo Sangue prezioso, il Sangue della nuova ed eterna Alleanza, versato per tutti in remissione dei peccati (cfr Mt Mt 26,27).

2. Grande, carissimi Fratelli e Sorelle, è il mistero del Sangue di Cristo! Fin dagli albori del cristianesimo, esso ha afferrato la mente e il cuore di tanti cristiani e, in modo particolare, dei vostri Santi Fondatori e Fondatrici, che ne hanno fatto il vessillo delle vostre Congregazioni e Associazioni. L'Anno Giubilare reca nuovo impulso ad una devozione tanto significativa. Nel celebrare, infatti, Cristo a duemila anni dalla nascita, siamo anche invitati a contemplarlo e adorarlo nell'umanità santissima assunta nel grembo di Maria e unita ipostaticamente alla Persona divina del Verbo. Se il Sangue di Cristo è preziosa fonte di salvezza per il mondo, ciò deriva appunto dalla sua appartenenza al Verbo che si è fatto carne per la nostra salvezza.

Il segno del «sangue effuso», come espressione della vita donata in modo cruento a testimonianza dell'amore supremo, è un atto della condiscendenza divina alla nostra condizione umana. Dio ha scelto il segno del sangue, perché nessun altro segno è così eloquente per indicare il coinvolgimento totale della persona.

Il mistero di simile donazione trova la sua sorgente nella volontà salvifica del Padre celeste e la sua realizzazione nell'obbedienza filiale di Gesù, vero Dio e vero Uomo, attraverso l'opera dello Spirito Santo. La storia della nostra salvezza reca, pertanto, l'impronta e il sigillo indelebile dell'amore trinitario.

3. Di fronte a questa meravigliosa opera divina tutti i fedeli si uniscono a voi, carissimi Fratelli e Sorelle, nell'innalzare inni di lode al Dio Uno e Trino nel segno del Sangue prezioso di Cristo. Ma alla confessione delle labbra deve unirsi la testimonianza della vita, secondo l'esortazione che ci viene dalla Lettera agli Ebrei: "Avendo, dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù... cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone..." (10, 19.24).

E molte sono le "opere buone" che la meditazione del sacrificio di Cristo ci ispira. Esso ci spinge, infatti, a donare la nostra vita per Dio e i fratelli senza risparmio, "usque ad effusionem sanguinis", come hanno fatto tanti martiri. Come non riconoscere sempre di nuovo il valore di ogni essere umano, quando per ciascuno, senza distinzioni, Cristo ha versato il suo sangue? La meditazione di questo mistero ci spinge, in particolare, verso quanti potrebbero essere curati nelle loro sofferenze morali e fisiche e sono invece lasciati languire ai margini di una società dell'opulenza e dell'indifferenza. E' in questa prospettiva che si evidenzia in tutta la sua nobiltà il servizio reso da voi, Membri dell'AVIS. Vi saluto cordialmente insieme con il vostro Presidente, che ringrazio per l'indirizzo rivoltomi. Voi non vi limitate a donare qualcosa che vi appartiene; donate qualcosa di voi stessi. Che cosa vi è di più personale che il proprio sangue? Nella luce di Cristo, il dono al fratello di questo elemento vitale acquista un valore che trascende l'orizzonte semplicemente umano. A voi, soci dell'AVIS, va pertanto l'espressione della mia stima e del mio incoraggiamento.

4. Desidero ora rivolgere il mio saluto cordiale ai pellegrini della Diocesi di Bergamo, guidati dal loro Vescovo, Monsignor Roberto Amadei, che ringrazio per i sentimenti espressi nel caloroso indirizzo. Carissimi, con l'odierna visita voi intendete manifestare il vostro affetto e la vostra vicinanza al Successore di Pietro. Grazie di cuore! Lungo i secoli la vostra Chiesa ha mantenuto strettissimi vincoli di comunione con la Sede Apostolica. Come non ricordare, in questo contesto, il vostro conterraneo e mio Predecessore, il Papa Giovanni XXIII, prossimo ad essere iscritto nell'Albo dei Beati? Il cammino di preghiera e di meditazione che vi conduce ai luoghi giubilari sia per voi, carissimi, occasione per riaffermare la vostra convinta adesione a Cristo, "Porta santa" per entrare nel regno del Padre. Nel tornare alle vostre dimore, recate il saluto e l'incoraggiamento del Papa ai sacerdoti, ai consacrati, alle consacrate e a tutti i fratelli e sorelle nella fede. L'Anno Santo sia per ciascuno stimolo a ravvivare la fede ed a proseguire nell'impegno della nuova evangelizzazione, che trova conferma ed avvaloramento nella carità.

5. Il mio pensiero, infine, va ai fedeli di santa Maria della Vittoria, di Montebelluna; di san Bernardino in Tordandrea di Assisi; di san Giovanni Battista, in Acconia di Curinga; come pure all'Istituto "Beata Maria De Mattias", di Frosinone, ed alla Comunità della Piccola Casa di Aversa.

Carissimi, la celebrazione dei duemila anni dell'incarnazione del Figlio di Dio vi trovi vigilanti nella fede, saldi nella speranza e ferventi nella carità. Cristo passa ancor oggi accanto a ciascuno per offrirgli il dono dell'infinita misericordia di Dio. Siate anche voi ricchi di tale misericordia, come lo è il Padre nostro che è nei cieli.

Con tali sentimenti e nell'amore di Colui che ci ha "aspersi del suo sangue" (cfr 1P 1,2), tutti di gran cuore benedico.




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