GPII Discorsi 2000 293

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


ALLE FORZE DELL’ORDINE


AL TERMINE DELLA PERMANENZA


A CASTEL GANDOLFO


Venerdì 1° settembre 2000




Gentili Signori e Signore,

è sempre una gioia per me poter dire un "grazie", e ogni anno il congedo da Castel Gandolfo me ne dà l'occasione. Tra le persone che di cuore ringrazio ci siete voi, Funzionari dell'Ispettorato di Pubblica Sicurezza, del Commissariato e della Polizia Stradale, Ufficiali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

294 Anche quest'anno il vostro competente e attento servizio ha favorito la mia permanenza e la mia attività qui a Castel Gandolfo, a vantaggio pure dei numerosi pellegrini che sono venuti ad incontrarmi. Mi auguro che anche voi abbiate potuto beneficiare, almeno un poco, di questo clima certamente più salubre e distensivo rispetto a quello della grande città.

Non dimentico mai che la vostra è una missione importante e difficile, spesso rischiosa e sempre faticosa. Richiede sacrificio e vi domanda di trascorrere molte ore lontano dalle vostre case e dalle vostre famiglie. Proprio per questo chiedo al Signore di proteggervi e di dare serenità a voi e alle persone a voi care. Ancora un grazie per la vostra presenza discreta ed efficace.

Nell'affidarvi alla protezione della Vergine Maria, Virgo fidelis, di cuore benedico voi e quanti vi stanno a cuore.

SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II


AL PERSONALE DELLE VILLE PONTIFICIE


DI CASTEL GANDOLFO


Venerdì 1° settembre 2000

Carissimi,


prima di lasciare Castel Gandolfo e rientrare in Vaticano - quest'anno con un po' di anticipo rispetto al solito -, desidero, come sempre, congedarmi anche da voi, che avete cura di questa residenza estiva.

Nel ringraziare il Dottor Saverio Petrillo per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti, esprimo a ciascuno la mia riconoscenza per il prezioso servizio e soprattutto per l'affetto e la devozione con cui lo compite.

Da parte mia, vi assicuro che siete presenti nelle mie preghiere, con un ricordo particolare per i bambini, per chi soffre e per le necessità delle vostre famiglie.

A Roma, mi attendono molti importanti appuntamenti del Grande Giubileo. Conto anche sul vostro spirituale sostegno, ed auspico che voi stessi possiate ricavare abbondanti frutti dall'ultima parte dell'Anno giubilare.

Con affetto vi dico "arrivederci" e di cuore vi benedico.



UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AL PELLEGRINAGGIO DEL SENEGAL


E AD UN GRUPPO SVIZZERO


Sabato 2 Settembre 2000

295
1. Cari fratelli e care sorelle del Senegal, è con grande gioia che vi accolgo mentre partecipate al pellegrinaggio nazionale senegalese a Roma, in questo anno del Grande Giubileo. Saluto in particolare Monsignor Maixent Coly, Vescovo di Ziguinchor, che accompagna il vostro gruppo. Gli sarei grato se trasmettesse il mio affettuoso saluto al caro Cardinale Hyacinthe Thaindoum, Arcivescovo emerito di Dakar.


Il pellegrinaggio che realizzate è un momento privilegiato per incontrare pienamente Cristo, Salvatore incarnatosi nel seno di Maria duemila anni fa. È in Lui, fonte di vita divina per l'umanità, che la storia della salvezza trova il suo punto culminate e il suo senso perfetto. Che il vostro cammino giubilare vi permetta di rinnovare la vostra fede nella presenza del Signore Gesù, in particolare nella sua presenza eucaristica nel nostro mondo e nella nostra vita! In effetti, "nel segno del Pane e del Vino consacrati, Cristo Gesù risorto e glorificato, luce delle genti, rivela la continuità della sua Incarnazione. Egli rimane vivo e vero in mezzo a noi per nutrire i credenti con il suo Corpo e il suo Sangue" (Incarnationis mysterium, n. 11). Che l'Eucaristia sia sempre al centro della vostra vita: amatela, adoratela, celebratela con rispetto e con fede!

In questo mondo che ha un grande bisogno di pace e di fraternità, vivete l'Eucaristia testimoniando con ardore che nessuno è escluso dall'amore di Dio! Che le vostre comunità cristiane siano segni autentici di comunione ecclesiale, di unità e di riconciliazione fra tutti gli uomini!

La celebrazione del grande Giubileo è anche un pressante appello alla conversione del cuore e a un impegno rinnovato affinché si sviluppi un'autentica cultura di fraternità e di solidarietà. Vi invito a proseguire, in collaborazione con tutti i vostri concittadini, i vostri sforzi coraggiosi affinché scompaiano le fonti di violenza, di rancore, di ingiustizia che contribuiscono a mantenere nella povertà e nell'emarginazione uomini e donne ancora troppo numerosi.

Cari fratelli e care sorelle, permettetemi di rivolgermi in particolare ai giovani delle vostre comunità. Non vi rassegnate a un mondo in cui l'uomo non è rispettato nella sua dignità, dove la violenza e l'ingiustizia gli impediscono di schiudersi pienamente! Sforzatevi con tutta la vostra energia di rendere questa terra sempre più umana e più fraterna. Affidatevi a Cristo, abbiate fiducia in Lui come Egli ha fiducia in voi; Egli vi guiderà verso la verità e vi donerà la sua forza!

Vi affido tutti all'intercessione materna della Vergine di Poponguine, che amate pregare con il nome di Notre-Dame de la Délivrance, e le chiedo di guidarvi lungo la via che conduce a suo Figlio. A ognuno di voi, alle vostre famiglie e alle persone che vi sono care imparto di tutto cuore la Benedizione Apostolica.

2. Rivolgo un cordiale saluto al gruppo "Societad da musica Breil/Dardin" proveniente dalla Svizzera. Cari Musicisti! Siete venuti a Roma per visitare nell'Anno giubilare le tombe dei Santi Apostoli. Sono lieto che avete portato con voi anche i vostri strumenti musicali. Le porte del cuore si apriranno a chi si intende di fare musica. La musica è una componente di ogni festa. La musica fa anche parte del Grande Giubileo dell'anno 2000. C'è un modo migliore di lodare l'incarnazione di Dio che con inni e canti? A tale proposito mi viene in mente un pensiero di sant'Agostino: "Qui cantat, bis orat - Chi canta, prega due volte". Quel che vale per i cantanti, non può valere meno per i musicisti: chi fa musica, chi fa suonare gli strumenti prega due volte. Mi congratulo con voi per questo modo di preghiera e spero che fate suonare con entusiasmo i vostri strumenti anche nel vostro paese: per la gioia degli uomini e per la maggiore gloria di Dio. Volentieri vi imparto la Benedizione Apostolica.



UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI PELLEGRINI CONVENUTI PER LA


BEATIFICAZIONE DI 5 SERVI DI DIO


Lunedì 4 Settembre 2000


Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Con grande gioia vi incontro nuovamente, all'indomani della solenne Beatificazione dei Papi Pio IX e Giovanni XXIII, del Vescovo Tommaso Reggio, del sacerdote Guillaume-Joseph Chaminade e del benedettino Columba Marmion.

Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti voi, che siete legati ai nuovi Beati da speciale affetto e devozione, e vi ringrazio per la vostra presenza ed attiva partecipazione. Saluto, in particolare, il Cardinale Angelo Sodano, mio Segretario di Stato, che ha celebrato poc'anzi la Santa Messa in onore dei nuovi Beati. Saluto, inoltre, i Cardinali ed i Vescovi presenti, insieme con le altre Autorità religiose e civili.

296 2. Alla venerazione di tutti i fedeli sono stati proposti ieri due Pontefici, che hanno segnato la storia degli ultimi secoli: Pio IX, che guidò la barca di Pietro in mezzo a violente tempeste per quasi trentadue anni; Giovanni XXIII, che nel suo breve pontificato ha convocato un Concilio ecumenico di straordinario rilievo nella storia della Chiesa.

Pio IX era ben voluto dalla gente per la sua paterna bontà: amava predicare come un semplice sacerdote, amministrare i sacramenti nelle chiese e negli ospedali, incontrare il popolo romano per le strade della Città. Il mondo non sempre lo capì: agli "osanna" dell'inizio seguirono ben presto accuse, attacchi e calunnie. Egli, però, non mancò mai di indulgenza verso gli stessi suoi nemici. Lo spirito di povertà, la fede in Dio e l'abbandono alla Provvidenza, unitamente ad uno spiccato senso dell'umorismo, lo aiutarono a superare anche i momenti più difficili. "La mia politica -soleva ripetere - è: Padre nostro che sei nei cieli", indicando così che sua guida nelle scelte della vita e del governo della Chiesa era Dio, verso il quale nutriva una fiducia totale. Ebbe anche un abbandono filiale verso la Vergine Maria, di cui definì il dogma dell'Immacolata Concezione.

Mi è caro, altresì, ricordare che Pio IX fu singolarmente attento alla Terra Santa, dove volle ristabilire il Patriarcato Latino di Gerusalemme. Per sostenerlo, poi, rifondò l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Mentre ripenso con affetto e gratitudine ai Luoghi Santi ed alle persone che ho incontrato nel corso del mio recente pellegrinaggio in Terra Santa, saluto la delegazione, guidata dal Patriarca Latino di Gerusalemme Michel Sabbah ed a tutti rinnovo i sentimenti della mia vicinanza spirituale. In particolare desidero salutare i Vescovi e i fedeli venuti dalle Marche e, in special modo, da Senigallia e da Imola.

3. Tra i devoti del neo beato Pio IX spicca un suo successore, il Papa Giovanni XXIII, che avrebbe desiderato - fu lui stesso a scriverlo - di vederlo elevato agli onori degli altari. Papa Giovanni univa alle virtù cristiane una profonda conoscenza dell'umanità nelle sue luci ed ombre. La passione lungamente coltivata per la storia gli era in ciò di aiuto.

I tratti fondamentali della sua personalità, Angelo Giuseppe Roncalli li assimilò nell'ambiente familiare. "Quelle poche cose che ho appreso da voi in casa - scriveva ai genitori - sono ancora le più preziose e importanti e sorreggono e danno vita e calore alle molte cose che appresi in seguito". Più avanzava nella vita e nella santità, e più conquistava tutti con la sua sapiente semplicità.

Nella celebre Enciclica Pacem in terris propose a credenti e non credenti il Vangelo come via per giungere al fondamentale bene della pace: era infatti convinto che lo Spirito di Dio fa sentire in qualche modo la sua voce ad ogni uomo di buona volontà. Non si turbò di fronte alle prove, ma seppe sempre guardare con ottimismo alle varie vicende dell'esistenza. "Basta la cura del presente: non occorre impiegare fantasia e ansietà per la costruzione dell'avvenire". Così scriveva nel 1961 nel Giornale dell'Anima.

Nel porgere il mio saluto a quanti sono venuti specialmente da Bergamo e da Venezia, insieme con il Cardinale Cé e col Vescovo Amadei, auspico che l'esempio di Papa Giovanni incoraggi a confidare sempre nel Signore, che guida i suoi figli lungo i sentieri della storia.

4. Mi rivolgo ora a voi, fedeli di Genova, di Ventimiglia e dell'intera Liguria, ed a voi, Suore di Santa Marta, per ricordare la luminosa figura del Vescovo Tommaso Reggio. Nella seconda metà del secolo scorso, egli fu educatore nei Seminari di Genova e di Chiavari, e giornalista, promuovendo il primo giornale cattolico genovese. Ma la Provvidenza lo voleva Pastore, ed egli fu chiamato a guidare la diocesi di Ventimiglia; in seguito, proprio quando, a motivo dell'età, aveva domandato di essere sollevato dall'incarico, il Papa gli affidò l'arcidiocesi di Genova.

La sua vita è stata quanto mai operosa, ma il segreto di tanta attività fu sempre una profonda comunione con Dio: "Sono ecclesiastico - scriveva -, è necessario che io sia santo ... dunque si mettano in pratica tutti i mezzi per diventarlo. Costi quanto vuole, bisogna arrivare...". Questo ideale di santità egli propose ad ogni categoria di fedeli: laici, sacerdoti e persone consacrate; in modo particolare alle sue Suore. Oggi, come Beato, lo ripropone a tutti, offrendo dal cielo la sua intercessione.

5. Un cordiale saluto a voi tutti, giunti a Roma per la beatificazione di Padre Guillaume-Joseph Chaminade, e in particolare a coloro che provengono dal Sud-Ovest della Francia, regione in cui ebbe inizio e si formò la sua vita pastorale e missionaria. Desidero rivolgere un particolare saluto ai membri delle Congregazioni e a tutta la Famiglia Marianista. Cari giovani, in Padre Chaminade avete un esempio di vita cristiana, che conduce ad una vita piena ed alla felicità promessa da Dio.

Voi tutti, sacerdoti, religiosi, religiose e laici, che vivete il carisma di Padre Chaminade, sappiate fare dono alla Chiesa del vostro dinamismo e siate fermento del Regno nel mondo! La personalità e l'agire del nuovo beato, che desiderava realizzare, in tutto, l'opera di Dio, invita i fedeli ad una formazione catechetica seria, per sviluppare e rafforzare la loro vita spirituale, penetrando più profondamente nell'incontro con Cristo, in particolare attraverso i sacramenti, all'interno della loro comunità cristiana. Imitando il nuovo beato, possiate ispirarvi sempre a Maria, Madre dei Cristiani, Madre dei discepoli di suo Figlio!

297 6. A voi tutti, giunti a Roma per la beatificazione di Dom Columba Marmion, e in particolare ai membri ed agli amici della grande famiglia benedettina, venuti dall'Irlanda, dal Belgio e da altri Paesi, rivolgo il mio cordiale saluto. Il mio pensiero va anche ai religiosi dell'Abbazia di Maredsous, di cui Padre Columba fu Abate e dove svolse con zelo il suo ministero di guida spirituale al servizio della sua comunità e, attraverso i suoi scritti, al servizio di tanti sacerdoti, religiosi e laici.

Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini anglofoni che sono giunti a Roma in occasione della beatificazione di Dom Columba Marmion.

Questa beatificazione richiama l'attenzione su di un luogo speciale della vita monastica nella Chiesa, di cui l'Irlanda, terra natale di Marmion, ha una lunga e ricca tradizione. Nel grande spirito benedettino, il beato Columba, contemplativo e apostolo, è stato un maestro eccezionale di vita interiore, basata sulla meditazione della Parola di Dio, sulla celebrazione della liturgia e sulla preghiera personale. Che il beato Columba Marmion aiuti tutti noi a vivere la vita cristiana sempre più intensamente e ad avere una comprensione sempre più profonda nella nostra appartenenza alla Chiesa, Corpo Mistico di Cristo! Dio vi benedica tutti!

7. Carissimi Fratelli e Sorelle! L'Anno giubilare ci invita tutti ad un pellegrinaggio verso Cristo. Pellegrinaggio che i nuovi Beati hanno percorso con impegno e fatica, passando attraverso la "porta stretta" che è Cristo. Proprio per questo ora partecipano alla sua gloria. Spronati dal loro esempio ed aiutati dalla loro intercessione, affrettiamo anche noi il passo verso la Patria celeste.

A tal fine, invoco su ciascuno la materna protezione di Maria Santissima e dei nuovi Beati, mentre di cuore tutti vi benedico.

UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI PELLEGRINI CONVENUTI PER LA


BEATIFICAZIONE DI 5 SERVI DI DIO


Lunedì 4 Settembre 2000


Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Con grande gioia vi incontro nuovamente, all'indomani della solenne Beatificazione dei Papi Pio IX e Giovanni XXIII, del Vescovo Tommaso Reggio, del sacerdote Guillaume-Joseph Chaminade e del benedettino Columba Marmion.

Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti voi, che siete legati ai nuovi Beati da speciale affetto e devozione, e vi ringrazio per la vostra presenza ed attiva partecipazione. Saluto, in particolare, il Cardinale Angelo Sodano, mio Segretario di Stato, che ha celebrato poc'anzi la Santa Messa in onore dei nuovi Beati. Saluto, inoltre, i Cardinali ed i Vescovi presenti, insieme con le altre Autorità religiose e civili.

2. Alla venerazione di tutti i fedeli sono stati proposti ieri due Pontefici, che hanno segnato la storia degli ultimi secoli: Pio IX, che guidò la barca di Pietro in mezzo a violente tempeste per quasi trentadue anni; Giovanni XXIII, che nel suo breve pontificato ha convocato un Concilio ecumenico di straordinario rilievo nella storia della Chiesa.

Pio IX era ben voluto dalla gente per la sua paterna bontà: amava predicare come un semplice sacerdote, amministrare i sacramenti nelle chiese e negli ospedali, incontrare il popolo romano per le strade della Città. Il mondo non sempre lo capì: agli "osanna" dell'inizio seguirono ben presto accuse, attacchi e calunnie. Egli, però, non mancò mai di indulgenza verso gli stessi suoi nemici. Lo spirito di povertà, la fede in Dio e l'abbandono alla Provvidenza, unitamente ad uno spiccato senso dell'umorismo, lo aiutarono a superare anche i momenti più difficili. "La mia politica -soleva ripetere - è: Padre nostro che sei nei cieli", indicando così che sua guida nelle scelte della vita e del governo della Chiesa era Dio, verso il quale nutriva una fiducia totale. Ebbe anche un abbandono filiale verso la Vergine Maria, di cui definì il dogma dell'Immacolata Concezione.

298 Mi è caro, altresì, ricordare che Pio IX fu singolarmente attento alla Terra Santa, dove volle ristabilire il Patriarcato Latino di Gerusalemme. Per sostenerlo, poi, rifondò l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Mentre ripenso con affetto e gratitudine ai Luoghi Santi ed alle persone che ho incontrato nel corso del mio recente pellegrinaggio in Terra Santa, saluto la delegazione, guidata dal Patriarca Latino di Gerusalemme Michel Sabbah ed a tutti rinnovo i sentimenti della mia vicinanza spirituale. In particolare desidero salutare i Vescovi e i fedeli venuti dalle Marche e, in special modo, da Senigallia e da Imola.

3. Tra i devoti del neo beato Pio IX spicca un suo successore, il Papa Giovanni XXIII, che avrebbe desiderato - fu lui stesso a scriverlo - di vederlo elevato agli onori degli altari. Papa Giovanni univa alle virtù cristiane una profonda conoscenza dell'umanità nelle sue luci ed ombre. La passione lungamente coltivata per la storia gli era in ciò di aiuto.

I tratti fondamentali della sua personalità, Angelo Giuseppe Roncalli li assimilò nell'ambiente familiare. "Quelle poche cose che ho appreso da voi in casa - scriveva ai genitori - sono ancora le più preziose e importanti e sorreggono e danno vita e calore alle molte cose che appresi in seguito". Più avanzava nella vita e nella santità, e più conquistava tutti con la sua sapiente semplicità.

Nella celebre Enciclica Pacem in terris propose a credenti e non credenti il Vangelo come via per giungere al fondamentale bene della pace: era infatti convinto che lo Spirito di Dio fa sentire in qualche modo la sua voce ad ogni uomo di buona volontà. Non si turbò di fronte alle prove, ma seppe sempre guardare con ottimismo alle varie vicende dell'esistenza. "Basta la cura del presente: non occorre impiegare fantasia e ansietà per la costruzione dell'avvenire". Così scriveva nel 1961 nel Giornale dell'Anima.

Nel porgere il mio saluto a quanti sono venuti specialmente da Bergamo e da Venezia, insieme con il Cardinale Cé e col Vescovo Amadei, auspico che l'esempio di Papa Giovanni incoraggi a confidare sempre nel Signore, che guida i suoi figli lungo i sentieri della storia.

4. Mi rivolgo ora a voi, fedeli di Genova, di Ventimiglia e dell'intera Liguria, ed a voi, Suore di Santa Marta, per ricordare la luminosa figura del Vescovo Tommaso Reggio. Nella seconda metà del secolo scorso, egli fu educatore nei Seminari di Genova e di Chiavari, e giornalista, promuovendo il primo giornale cattolico genovese. Ma la Provvidenza lo voleva Pastore, ed egli fu chiamato a guidare la diocesi di Ventimiglia; in seguito, proprio quando, a motivo dell'età, aveva domandato di essere sollevato dall'incarico, il Papa gli affidò l'arcidiocesi di Genova.

La sua vita è stata quanto mai operosa, ma il segreto di tanta attività fu sempre una profonda comunione con Dio: "Sono ecclesiastico - scriveva -, è necessario che io sia santo ... dunque si mettano in pratica tutti i mezzi per diventarlo. Costi quanto vuole, bisogna arrivare...". Questo ideale di santità egli propose ad ogni categoria di fedeli: laici, sacerdoti e persone consacrate; in modo particolare alle sue Suore. Oggi, come Beato, lo ripropone a tutti, offrendo dal cielo la sua intercessione.

5. Un cordiale saluto a voi tutti, giunti a Roma per la beatificazione di Padre Guillaume-Joseph Chaminade, e in particolare a coloro che provengono dal Sud-Ovest della Francia, regione in cui ebbe inizio e si formò la sua vita pastorale e missionaria. Desidero rivolgere un particolare saluto ai membri delle Congregazioni e a tutta la Famiglia Marianista. Cari giovani, in Padre Chaminade avete un esempio di vita cristiana, che conduce ad una vita piena ed alla felicità promessa da Dio.

Voi tutti, sacerdoti, religiosi, religiose e laici, che vivete il carisma di Padre Chaminade, sappiate fare dono alla Chiesa del vostro dinamismo e siate fermento del Regno nel mondo! La personalità e l'agire del nuovo beato, che desiderava realizzare, in tutto, l'opera di Dio, invita i fedeli ad una formazione catechetica seria, per sviluppare e rafforzare la loro vita spirituale, penetrando più profondamente nell'incontro con Cristo, in particolare attraverso i sacramenti, all'interno della loro comunità cristiana. Imitando il nuovo beato, possiate ispirarvi sempre a Maria, Madre dei Cristiani, Madre dei discepoli di suo Figlio!

6. A voi tutti, giunti a Roma per la beatificazione di Dom Columba Marmion, e in particolare ai membri ed agli amici della grande famiglia benedettina, venuti dall'Irlanda, dal Belgio e da altri Paesi, rivolgo il mio cordiale saluto. Il mio pensiero va anche ai religiosi dell'Abbazia di Maredsous, di cui Padre Columba fu Abate e dove svolse con zelo il suo ministero di guida spirituale al servizio della sua comunità e, attraverso i suoi scritti, al servizio di tanti sacerdoti, religiosi e laici.

Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini anglofoni che sono giunti a Roma in occasione della beatificazione di Dom Columba Marmion.

299 Questa beatificazione richiama l'attenzione su di un luogo speciale della vita monastica nella Chiesa, di cui l'Irlanda, terra natale di Marmion, ha una lunga e ricca tradizione. Nel grande spirito benedettino, il beato Columba, contemplativo e apostolo, è stato un maestro eccezionale di vita interiore, basata sulla meditazione della Parola di Dio, sulla celebrazione della liturgia e sulla preghiera personale. Che il beato Columba Marmion aiuti tutti noi a vivere la vita cristiana sempre più intensamente e ad avere una comprensione sempre più profonda nella nostra appartenenza alla Chiesa, Corpo Mistico di Cristo! Dio vi benedica tutti!

7. Carissimi Fratelli e Sorelle! L'Anno giubilare ci invita tutti ad un pellegrinaggio verso Cristo. Pellegrinaggio che i nuovi Beati hanno percorso con impegno e fatica, passando attraverso la "porta stretta" che è Cristo. Proprio per questo ora partecipano alla sua gloria. Spronati dal loro esempio ed aiutati dalla loro intercessione, affrettiamo anche noi il passo verso la Patria celeste.

A tal fine, invoco su ciascuno la materna protezione di Maria Santissima e dei nuovi Beati, mentre di cuore tutti vi benedico.

UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI PELLEGRINI CONVENUTI PER LA


BEATIFICAZIONE DI 5 SERVI DI DIO


Lunedì 4 Settembre 2000


Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Con grande gioia vi incontro nuovamente, all'indomani della solenne Beatificazione dei Papi Pio IX e Giovanni XXIII, del Vescovo Tommaso Reggio, del sacerdote Guillaume-Joseph Chaminade e del benedettino Columba Marmion.

Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti voi, che siete legati ai nuovi Beati da speciale affetto e devozione, e vi ringrazio per la vostra presenza ed attiva partecipazione. Saluto, in particolare, il Cardinale Angelo Sodano, mio Segretario di Stato, che ha celebrato poc'anzi la Santa Messa in onore dei nuovi Beati. Saluto, inoltre, i Cardinali ed i Vescovi presenti, insieme con le altre Autorità religiose e civili.

2. Alla venerazione di tutti i fedeli sono stati proposti ieri due Pontefici, che hanno segnato la storia degli ultimi secoli: Pio IX, che guidò la barca di Pietro in mezzo a violente tempeste per quasi trentadue anni; Giovanni XXIII, che nel suo breve pontificato ha convocato un Concilio ecumenico di straordinario rilievo nella storia della Chiesa.

Pio IX era ben voluto dalla gente per la sua paterna bontà: amava predicare come un semplice sacerdote, amministrare i sacramenti nelle chiese e negli ospedali, incontrare il popolo romano per le strade della Città. Il mondo non sempre lo capì: agli "osanna" dell'inizio seguirono ben presto accuse, attacchi e calunnie. Egli, però, non mancò mai di indulgenza verso gli stessi suoi nemici. Lo spirito di povertà, la fede in Dio e l'abbandono alla Provvidenza, unitamente ad uno spiccato senso dell'umorismo, lo aiutarono a superare anche i momenti più difficili. "La mia politica -soleva ripetere - è: Padre nostro che sei nei cieli", indicando così che sua guida nelle scelte della vita e del governo della Chiesa era Dio, verso il quale nutriva una fiducia totale. Ebbe anche un abbandono filiale verso la Vergine Maria, di cui definì il dogma dell'Immacolata Concezione.

Mi è caro, altresì, ricordare che Pio IX fu singolarmente attento alla Terra Santa, dove volle ristabilire il Patriarcato Latino di Gerusalemme. Per sostenerlo, poi, rifondò l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Mentre ripenso con affetto e gratitudine ai Luoghi Santi ed alle persone che ho incontrato nel corso del mio recente pellegrinaggio in Terra Santa, saluto la delegazione, guidata dal Patriarca Latino di Gerusalemme Michel Sabbah ed a tutti rinnovo i sentimenti della mia vicinanza spirituale. In particolare desidero salutare i Vescovi e i fedeli venuti dalle Marche e, in special modo, da Senigallia e da Imola.

3. Tra i devoti del neo beato Pio IX spicca un suo successore, il Papa Giovanni XXIII, che avrebbe desiderato - fu lui stesso a scriverlo - di vederlo elevato agli onori degli altari. Papa Giovanni univa alle virtù cristiane una profonda conoscenza dell'umanità nelle sue luci ed ombre. La passione lungamente coltivata per la storia gli era in ciò di aiuto.

300 I tratti fondamentali della sua personalità, Angelo Giuseppe Roncalli li assimilò nell'ambiente familiare. "Quelle poche cose che ho appreso da voi in casa - scriveva ai genitori - sono ancora le più preziose e importanti e sorreggono e danno vita e calore alle molte cose che appresi in seguito". Più avanzava nella vita e nella santità, e più conquistava tutti con la sua sapiente semplicità.

Nella celebre Enciclica Pacem in terris propose a credenti e non credenti il Vangelo come via per giungere al fondamentale bene della pace: era infatti convinto che lo Spirito di Dio fa sentire in qualche modo la sua voce ad ogni uomo di buona volontà. Non si turbò di fronte alle prove, ma seppe sempre guardare con ottimismo alle varie vicende dell'esistenza. "Basta la cura del presente: non occorre impiegare fantasia e ansietà per la costruzione dell'avvenire". Così scriveva nel 1961 nel Giornale dell'Anima.

Nel porgere il mio saluto a quanti sono venuti specialmente da Bergamo e da Venezia, insieme con il Cardinale Cé e col Vescovo Amadei, auspico che l'esempio di Papa Giovanni incoraggi a confidare sempre nel Signore, che guida i suoi figli lungo i sentieri della storia.

4. Mi rivolgo ora a voi, fedeli di Genova, di Ventimiglia e dell'intera Liguria, ed a voi, Suore di Santa Marta, per ricordare la luminosa figura del Vescovo Tommaso Reggio. Nella seconda metà del secolo scorso, egli fu educatore nei Seminari di Genova e di Chiavari, e giornalista, promuovendo il primo giornale cattolico genovese. Ma la Provvidenza lo voleva Pastore, ed egli fu chiamato a guidare la diocesi di Ventimiglia; in seguito, proprio quando, a motivo dell'età, aveva domandato di essere sollevato dall'incarico, il Papa gli affidò l'arcidiocesi di Genova.

La sua vita è stata quanto mai operosa, ma il segreto di tanta attività fu sempre una profonda comunione con Dio: "Sono ecclesiastico - scriveva -, è necessario che io sia santo ... dunque si mettano in pratica tutti i mezzi per diventarlo. Costi quanto vuole, bisogna arrivare...". Questo ideale di santità egli propose ad ogni categoria di fedeli: laici, sacerdoti e persone consacrate; in modo particolare alle sue Suore. Oggi, come Beato, lo ripropone a tutti, offrendo dal cielo la sua intercessione.

5. Un cordiale saluto a voi tutti, giunti a Roma per la beatificazione di Padre Guillaume-Joseph Chaminade, e in particolare a coloro che provengono dal Sud-Ovest della Francia, regione in cui ebbe inizio e si formò la sua vita pastorale e missionaria. Desidero rivolgere un particolare saluto ai membri delle Congregazioni e a tutta la Famiglia Marianista. Cari giovani, in Padre Chaminade avete un esempio di vita cristiana, che conduce ad una vita piena ed alla felicità promessa da Dio.

Voi tutti, sacerdoti, religiosi, religiose e laici, che vivete il carisma di Padre Chaminade, sappiate fare dono alla Chiesa del vostro dinamismo e siate fermento del Regno nel mondo! La personalità e l'agire del nuovo beato, che desiderava realizzare, in tutto, l'opera di Dio, invita i fedeli ad una formazione catechetica seria, per sviluppare e rafforzare la loro vita spirituale, penetrando più profondamente nell'incontro con Cristo, in particolare attraverso i sacramenti, all'interno della loro comunità cristiana. Imitando il nuovo beato, possiate ispirarvi sempre a Maria, Madre dei Cristiani, Madre dei discepoli di suo Figlio!

6. A voi tutti, giunti a Roma per la beatificazione di Dom Columba Marmion, e in particolare ai membri ed agli amici della grande famiglia benedettina, venuti dall'Irlanda, dal Belgio e da altri Paesi, rivolgo il mio cordiale saluto. Il mio pensiero va anche ai religiosi dell'Abbazia di Maredsous, di cui Padre Columba fu Abate e dove svolse con zelo il suo ministero di guida spirituale al servizio della sua comunità e, attraverso i suoi scritti, al servizio di tanti sacerdoti, religiosi e laici.

Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini anglofoni che sono giunti a Roma in occasione della beatificazione di Dom Columba Marmion.

Questa beatificazione richiama l'attenzione su di un luogo speciale della vita monastica nella Chiesa, di cui l'Irlanda, terra natale di Marmion, ha una lunga e ricca tradizione. Nel grande spirito benedettino, il beato Columba, contemplativo e apostolo, è stato un maestro eccezionale di vita interiore, basata sulla meditazione della Parola di Dio, sulla celebrazione della liturgia e sulla preghiera personale. Che il beato Columba Marmion aiuti tutti noi a vivere la vita cristiana sempre più intensamente e ad avere una comprensione sempre più profonda nella nostra appartenenza alla Chiesa, Corpo Mistico di Cristo! Dio vi benedica tutti!

7. Carissimi Fratelli e Sorelle! L'Anno giubilare ci invita tutti ad un pellegrinaggio verso Cristo. Pellegrinaggio che i nuovi Beati hanno percorso con impegno e fatica, passando attraverso la "porta stretta" che è Cristo. Proprio per questo ora partecipano alla sua gloria. Spronati dal loro esempio ed aiutati dalla loro intercessione, affrettiamo anche noi il passo verso la Patria celeste.

301 A tal fine, invoco su ciascuno la materna protezione di Maria Santissima e dei nuovi Beati, mentre di cuore tutti vi benedico.

UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO


DELLE FAMIGLIE ADOTTIVE PROMOSSO


DALLE MISSIONARIE DELLA CARITÀ


Martedì 5 settembre 2000

Signor Cardinale Laghi,

carissimi Missionari e Missionarie della Carità,
genitori e ragazzi delle famiglie adottive,
amici e collaboratori dell’opera di Madre Teresa di Calcutta!

1. Sono lieto di incontrarvi così numerosi, e ringrazio Suor Mary Simon per le gentili parole che mi ha rivolto, dando voce ai vostri sentimenti.

Avete voluto celebrare il vostro Giubileo nella giornata che coincide col terzo anniversario della morte di Madre Teresa. È un modo molto significativo per esprimere la vostra volontà di seguire Cristo sulle orme di questa singolare figlia della Chiesa, che si è spesa interamente per la carità. Come dimenticarla? Col passare degli anni, il suo ricordo resta più vivo che mai. La ricordiamo col suo sorriso, i suoi occhi profondi, la sua corona del Rosario. Ci sembra ancora di vederla in cammino per il mondo alla ricerca dei più poveri tra i poveri, sempre pronta ad aprire nuovi spazi di carità, accogliente verso tutti come una vera madre.

2. Chiamare "madre" una religiosa è piuttosto abituale. Ma questo appellativo assumeva per Madre Teresa una speciale intensità. Una madre si riconosce dalla capacità di donarsi. Osservare Madre Teresa nel tratto, negli atteggiamenti, nel modo di essere, aiutava a capire che cosa significasse per lei, al di là della dimensione puramente fisica, l’essere madre; aiutava ad andare alla radice spirituale della maternità.

Sappiamo bene qual era il suo segreto: si era riempita di Cristo, e perciò guardava tutti con gli occhi e con il cuore di Cristo. Aveva preso sul serio le sue parole: "Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare…" (Mt 25,35). Per questo non faticava ad "adottare" come figli i suoi poveri. Il suo amore era concreto, intraprendente; la spingeva dove pochi avevano il coraggio di arrivare, dove la miseria era talmente grande da far paura.

Non meraviglia che gli uomini del nostro tempo ne siano rimasti come affascinati. Ella ha incarnato quell’amore che Gesù ha indicato come segno distintivo per i suoi discepoli: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Jn 13,35).


GPII Discorsi 2000 293