GP2 Discorsi 2002 99


AI PARTECIPANTI AL PELLEGRINAGGIO DALLA BAVIERA


Sabato, 20 aprile 2002


Gentile Cardinale Ratzinger,
100 Cari Fratelli nell'Episcopato,
Gentile Ministro,
Collaboratori della Congregazione per la Dottrina della Fede,
Membri del Gruppo di Allievi del Cardinale Ratzinger,
Cari Cacciatori alpini della Baviera,
Cari Fratelli e Sorelle,

1. Porgo a tutti voi il mio più cordiale saluto. I molteplici anniversari del mio stimato Fratello nell'Episcopato e stretto collaboratore, il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, sono stati il motivo che vi ha spinto a compiere un pellegrinaggio a Roma presso la Sede del Successore di Pietro. Pochi giorni fa il Cardinale Joseph Ratzinger ha potuto celebrare il suo 75º compleanno; al contempo, in queste settimane guarda con gratitudine alla sua nomina a Arcivescovo di München und Freising e alla sua ordinazione episcopale, avvenuta 25 anni fa. Con grande gioia porgo il benvenuto nel Palazzo Apostolico a tutti voi, che siete giunti qui dalla Baviera e da altre Regioni. Possano le Messe solenni e gli incontri di questi giorni diventare per voi una "festa della fede" indimenticabile!

2. Voi agite in fedeltà alle parole dell'Apostolo: "Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio e imitatene la fede" (cfr
He 13,7). Infatti, l'onore che rendete allo stimatissimo Cardinale Ratzinger non riguarda solo la sua personalità, ma anche e soprattutto il suo servizio sacerdotale ed episcopale, che il festeggiato ha svolto prima in Germania, soprattutto nella sua terra bavarese, e poi, dal 1981, qui a Roma, con impegno instancabile per la verità, che conduce i figli di Dio all'autentica libertà (cfr Jn 8,32).

3. Nominato nel 1977 Arcivescovo di München und Freising dal mio venerato predecessore Papa Paolo VI e creato Cardinale nello stesso anno, Joseph Ratzinger ha approfondito e proseguito il suo lavoro di teologo nella grande responsabilità insita nel suo impegno di Pastore. Infatti, il servizio di salvezza affidato al Vescovo ha riempito la sua attività di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, di Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale, e di membro di altri dicasteri della Santa Sede. Tra i diversi documenti del magistero, alla cui pubblicazione il Cardinale ha dato un notevole contributo, spicca il Catechismo della Chiesa Cattolica, della cui redazione è stata incaricata, dal 1986 al 1992, una Commissione operante sotto la sua guida. Al di là del suo ambito di competenze, pieno di sfide, il Cardinale è riuscito, con innumerevoli conferenze e pubblicazioni, a testimoniare la forza d'irradiazione della fede cattolica nella sua profondità e bellezza.

4. Cari Fratelli e Sorelle! Il Cardinale Ratzinger si è proposto come missione di vita quella di essere "collaboratore della verità", secondo l'esempio di molti meritevoli Pastori della Santa Chiesa di Cristo. Egli vi sprona, attraverso il suo esempio, a scoprire il servizio alla verità, che è Dio stesso, nelle diverse situazioni della vostra vita con la gioia della fede e con costanza. Ringrazio sinceramente il festeggiato per il suo lavoro e chiedo per lui che Dio continui a guidarlo amorevolmente, affinché possa proseguire il suo servizio nella Chiesa. A tutti voi, giunti qui per celebrare i suoi anniversari, auguro che, arricchiti dall'esperienza di una fede che rende felici, possiate testimoniare con generosità Cristo, che dice di se stesso: "Io sono la via, la verità e la vita" (Jn 14,6). Imparto quindi a voi e ai vostri cari in Patria di cuore la mia Benedizione Apostolica.



MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


AL PRESIDENTE DELL’UNIONE CATTOLICA


DELLA STAMPA ITALIANA


Al Dottor EMILIO ROSSI

101 Presidente Unione Cattolica della Stampa Italiana

1. A conclusione dell'iniziativa "Ragazzi e media: cento incontri", promossa dall'Unione Cattolica della Stampa Italiana, di cui Ella è Presidente, mi è gradito rivolgere a Lei ed ai partecipanti il mio cordiale saluto, insieme con l’espressione del più vivo apprezzamento per l'attività che il Sodalizio sta svolgendo.

I numerosi incontri sull’argomento "ragazzi e media", realizzati con diverse formule in molte città italiane, hanno aiutato operatori ed utenti delle comunicazioni sociali a meglio percepire quanto diffusa e sempre più incisiva sia la presenza dei media nella società. E’ una presenza che pone nuove problematiche ed interpella le famiglie, gli educatori, gli operatori e quanti specialmente hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni.

2. E’ innegabile che la rapida diffusione dei media ha offerto ai ragazzi più vaste possibilità di apprendimento e di conoscenza. E' giusto riconoscere e valorizzare questi elementi positivi, anche se vanno emergendo alcuni aspetti problematici, che è opportuno evidenziare.

Non di rado la televisione diventa per i ragazzi il principale punto di riferimento, con valenze e funzioni improprie, che esercitano un'influenza negativa sul loro sviluppo, soprattutto quando la fruizione prolungata arriva addirittura quasi a sostituire la presenza dei genitori. Se tutti sembrano essere d'accordo nel sostenere che va bandita qualsiasi forma di sfruttamento mediatico dei minori, occorre riconoscere che pochi però sono i programmi a loro destinati e rispondenti alle loro esigenze. E’ pertanto urgente realizzare prodotti che, nel rispetto delle dinamiche pedagogiche e dei valori etici, tengano conto della sensibilità e delle esigenze educative dei ragazzi.

3. Va poi considerato che i minori seguono, da soli o assieme ai genitori, anche la programmazione ordinaria.Risultano certamente utili, per segnalare la diversa tipologia dei programmi, gli accorgimenti adottati, ma questi non possono costituire in alcun modo un alibi per delegare alle famiglie tutta la responsabilità. Non basta, infatti, porre divieti a tutela del minore; è necessario piuttosto proporre prodotti mediatici e in particolare televisivi, che non abbiano bisogno di divieti, elevandone al tempo stesso la qualità. Sono necessari programmi che promuovano la crescita della persona, il senso del bene, la capacità di affrontare correttamente, senza traumi e distorsioni, anche gli aspetti più difficili dell'esistenza. Soprattutto, è urgente indicare, attraverso i media, valori e modelli che facciano emergere le fondamentali verità sull'essere umano e sui grandi interrogativi che esso si pone. Tra queste, in modo speciale, vanno segnalate le verità religiose, atte a fornire risposte adeguate alle domande più profonde, che accompagnano la crescita e lo sviluppo della persona.

4. All'inizio del mio Pontificato, nel contesto dell'Anno Internazionale del Fanciullo, ebbi a dire che le possibilità e i mezzi, di cui dispongono gli adulti a questo proposito, sono enormi. Gli adulti sono in grado di stimolare lo spirito dei fanciulli all'ascolto oppure di addormentarlo e - Dio non voglia - di intossicarlo irrimediabilmente (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali 1979, in Insegnamenti, II [1979], 1193). Questa è una responsabilità gravissima, a cui si possono applicare le più severe parole pronunciate da Cristo, proprio per mettere in guardia dal dare scandalo ai piccoli e ai deboli (cfr
Mt 18,6).

Prestare attenzione ai ragazzi nel campo dei media è pertanto uno dei principali paradigmi di civiltà e di progresso; è un compito esaltante a cui tutti devono contribuire secondo il proprio ruolo e le proprie competenze. E’ un compito che fa parte di quella pedagogia sociale attraverso cui si possono formare le nuove generazioni, aiutandole a pienamente esprimere il bene depositato nel loro cuore, senza mai inquinarlo né inaridirlo.

Straordinarie, da questo punto di vista, sono le potenzialità dei nuovi media, come Internet e le tecnologie multimediali, sempre più diffuse e interattive, che esigono ulteriori competenze e assunzioni di responsabilità da parte degli organismi deputati alle garanzie sociali. Con il loro avvento ci troviamo di fronte ad una "soglia decisiva", come ho voluto ricordare nel Messaggio per la 36a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che celebreremo il prossimo 12 maggio, e che sarà dedicata proprio al tema: "Internet: un nuovo Forum per proclamare il Vangelo". Si tratta di una soglia da "varcare coraggiosamente", con discernimento e, nello stesso tempo, con intraprendenza, al fine di garantire alle generazioni future un ambiente al riparo da ogni strumentalizzazione e abuso.

5. Vorrei, infine, profittare di quest'occasione per rivolgere un appello a coloro che, in vario modo, rivestono responsabilità in questo ambito. Ai Governanti e alle Istituzioni preposte alla tutela dei minori chiedo che si adoperino perché il rispetto dei diritti dei minori sia ritenuto come criterio primario e imprescindibile nella valutazione dell'operato dei media. Invito i genitori ad esercitare un'attenta vigilanza educativa, sia in casa che, in forma associata, nella società. Agli operatori della comunicazione e, in particolare, agli editori e ai produttori domando di investire su progetti adatti ai minori, tenendo presenti le esigenze dei ragazzi.

E mentre ringrazio i cari rappresentanti dell'UCSI per quanto già fanno, li incoraggio a continuare, coinvolgendo sempre più persone, nella promozione di una nuova e più ricca stagione sociale e culturale, capace di dar vita a un costruttivo e rispettoso rapporto tra media e ragazzi. La predilezione di Gesù per i bambini (cfr Mc 10,13-16), che indicava come modello per accogliere il suo Regno (cfr Mt 18,3-4), sia a ciascuno di stimolo e di esempio nel favorire una comunicazione a misura dell'uomo e attenta al bene comune, specialmente al bene dei piccoli.

102 La Vergine Maria sia accanto con materna premura a quanti si impegnano in un settore di così grande importanza per la formazione della gioventù. Nell’assicurare la mia preghiera per ciascuno di loro, a tutti imparto con affetto la mia Benedizione

Dal Vaticano, 18 aprile 2002.

IOANNES PAULUS II



AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO INTERNAZIONALE


PROMOSSO DALLE SOCIETÀ BIBLICHE


Lunedì, 22 aprile 2002


Cari amici in Cristo,

nella pace della Pasqua, sono lieto di dare il benvenuto a voi che siete "stati rigenerati...dalla parola di Dio viva ed eterna" (1P 1,23). Le Società Bibliche si prefiggono di presentare le inesauribili ricchezze delle Sacre Scritture a quanti ascolteranno. Questo è un nobile servizio cristiano per il quale rendo grazie a Dio.

Da molti anni, le vostre Società si impegnano nel tradurre e distribuire il testo delle Scritture, una parte essenziale dell'annuncio di Cristo al mondo. Non si tratta di pronunciare mere parole: è la Parola di Dio stesso! È Gesù Cristo, promesso nel Vecchio Testamento, proclamato nel Nuovo, che dobbiamo presentare al mondo che ha fame di Lui, spesso senza saperlo. Fu san Girolamo a dichiarare "l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo" (Commentario su Isaia, Prologo) La vostra opera, dunque, è soprattutto un servizio a Cristo.

L'urgenza di questo compito richiede che ci impegniamo nella causa dell'unità cristiana, perché la divisione fra i discepoli di Cristo ha certamente ostacolato la nostra missione. Quindi il vostro incontro riunisce membri di differenti Chiese e comunità ecclesiali, unite nell'amore per la Bibbia e nel desiderio che "l'ascolto della Parola diventi un incontro vitale... che fa cogliere nel testo biblico la parola viva che interpella, orienta, plasma l'esistenza" (Novo Millennio ineunte NM 39).

Indipendentemente dalle differenze fra noi, la promozione della Bibbia è un aspetto sul quale i cristiani possono operare a stretto contatto per la gloria di Dio e il bene della famiglia umana.

Il Grande Giubileo dell'Anno 2000 ha offerto a tutti i cristiani un'occasione splendida per gioire di nuovo nella celebrazione dell'Incarnazione di Gesù Cristo, non come un evento passato, ma come un mistero permanente. Spero fervidamente che questo impeto continuerà a suscitare nei cristiani un amore e una conoscenza della Sacra Bibbia ancor più profondi, incoraggiando in tal modo l'opera delle Società Bibliche. Pregando affinché Cristo stesso "tocchi le tue orecchie perché ricevi la Sua Parola, la tua bocca perché proclami la Sua fede, a lode e gloria di Dio Padre" (Rito del Battesimo), invoco di cuore su di voi le benedizioni abbondanti di Dio Onnipotente, la cui parola dura per sempre.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


AL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE


PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI


Al mio venerato Fratello

Cardinale Jorge Arturo Medina Estévez
103 Prefetto della Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Nella pace di Cristo, il nostro eterno Sommo Sacerdote (cfr
He 5,10), saluto voi, i membri e i consultori del Comitato Vox Clara, creato per assistere e consigliare la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nell'adempimento dei suoi doveri in riferimento alle traduzioni in inglese dei testi liturgici. Rappresentando i diversi continenti, il comitato riflette il carattere internazionale della lingua inglese. Ciò rende disponibile alla Santa Sede la grande ricchezza di esperienza pastorale tratta da diverse culture.

Nella mia Lettera Apostolica Vicesimus Quintus Annus, che ha segnato il XXV anniversario della Sacrosanctum concilium, ho affrontato la promozione pastorale della Liturgia e il bisogno di "un impegno permanente per attingere sempre più abbondantemente dalla ricchezza della liturgia quella forza vitale che dal Cristo si diffonde alle membra del suo Corpo, che è la Chiesa" (n. 10). Senza dubbio, l'uso della lingua nazionale è stato uno strumento importante che ha permesso ai fedeli di partecipare più profondamente all'incontro con Dio in Cristo.

Poiché la lex orandi si conforma alla lex credendi, la fedeltà ai riti e ai testi della Liturgia è di importanza fondamentale per la Chiesa e per la vita cristiana. In questa luce, desidero offrire ogni incoraggiamento al Comitato Vox Clara nel suo compito di assistere la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nel garantire che i testi del Rito Romano vengano tradotti in maniera accurata secondo le norme dell'istruzione Liturgiam authenticam.

In modo particolare, desidero affidare ai Pastori della Chiesa l'importante compito di rendere disponibile ai fedeli, il prima possibile, le traduzioni nelle lingue nazionali della editio tertia del Missale Romanum, pubblicazione che ho autorizzato lo scorso anno.

Sono lieto di apprendere che i membri del Comitato Vox Clara hanno generosamente promesso di assistere la Santa Sede nell'accelerare la revisione e la recognitio di queste traduzioni da parte della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Invocando la luce dello Spirito Santo sul Comitato e sulla Congregazione e affidando la vostra opera alla sollecitudine amorevole di Maria, Madre della Chiesa, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica quale pegno di pace nel Salvatore Risorto.

Dal Vaticano, 20 aprile 2002

GIOVANNI PAOLO PP. II





AI CURATORI DELL’ENCICLOPEDIA CATTOLICA RUSSA


Martedì, 23 aprile 2002




Venerati Fratelli nell'Episcopato,
104 Stimati Accademici e Professori,
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. È per me motivo di spirituale gioia accogliervi oggi in speciale Udienza. Siete venuti a presentare al Papa il primo volume della grande Enciclopedia Cattolica Russa, frutto delle vostre fatiche e del vostro amore alla Chiesa. Grazie di cuore!

Saluto con fraterno affetto il caro Mons. Tadeusz Kondrusiewicz, Arcivescovo Metropolita della Madre di Dio a Mosca, e mi compiaccio per l'iniziativa da lui accolta e sostenuta di offrire al popolo russo questo significativo dono che illustra la tradizione, la vita e la dottrina della Chiesa Cattolica. Nel rivolgermi a lui, desidero far giungere il mio affettuoso pensiero ai Pastori e ai fedeli cattolici della Federazione Russa.

Un vivo grazie, poi, va alla qualificata schiera di studiosi, accademici, redattori e collaboratori che, sotto il coordinamento del Padre Gregorio Ciorok, hanno dato inizio con lodevole competenza a questa benemerita impresa.

Il mio sentimento si estende a quanti, con lungimirante generosità, hanno sostenuto la pratica realizzazione dell'opera. Il Signore ricompensi abbondantemente ciascuno!

2. Carissimi, sono lieto che, nonostante le difficoltà, siate giunti felicemente a questa prima tappa del vostro programma. L'Enciclopedia da voi preparata costituisce un importante contributo che i cattolici intendono offrire a quanti, di lingua russa, vogliono approfondire i tesori che Dio ha elargito agli uomini mediante la sua Chiesa. Con questa opera, la comunità cattolica, presente sul suolo russo da diversi secoli, intende riaffermare la sua volontà di stare al fianco della grande cultura russa per intessere con essa un dialogo proficuo e fecondo, a tutto vantaggio del popolo che la esprime.

Auspico che questa vostra fatica contribuisca all'approfondimento della reciproca conoscenza e stima fra quanti vivono il Vangelo di Cristo nella vostra amata Patria. Le fonti comuni della fede e le rispettive legittime tradizioni, infatti, rendono testimonianza al comando del Signore Gesù di recare il Vangelo in ogni angolo della terra (cfr
Mt 28,19-20).

Con questi sentimenti, invocando l'intercessione di Maria, Madre della Chiesa, e dei Santi Cirillo e Metodio su tutto l'amato popolo russo, imparto a voi e alle vostre comunità la mia cordiale benedizione, propiziatrice di abbondanti frutti spirituali.


AI PARTECIPANTI ALLA RIUNIONE INTERDICASTERIALE


CON I CARDINALI DEGLI STATI UNITI D'AMERICA


Martedì, 23 aprile 2002




Cari Fratelli,

105 1. Permettetemi di assicurarvi innanzitutto che apprezzo molto gli sforzi che state compiendo per tenere la Santa Sede, e me personalmente, al corrente della complessa e difficile situazione creatasi nel vostro Paese negli ultimi mesi. Sono fiducioso che il vostro dibattito qui darà molti frutti per il bene del popolo cattolico negli Stati Uniti. Siete venuti nella casa del Successore di Pietro, il cui compito è quello di confermare i suoi fratelli Vescovi nella fede e nell'amore e di unirli intorno a Cristo nel servizio al Popolo di Dio. La porta di questa casa è sempre aperta per voi. E lo è ancora di più quando le vostre comunità sono afflitte.

Come voi, anch'io sono stato profondamente addolorato per il fatto che sacerdoti e religiosi, la cui vocazione è di aiutare le persone a vivere una vita santa agli occhi di Dio, hanno causato ai giovani tanta sofferenza e scandalo. A causa del grande male fatto da alcuni sacerdoti e religiosi, la Chiesa stessa viene guardata con diffidenza e molti si sentono offesi per come loro appare che abbiano agito i responsabili ecclesiastici in tale questione. L'abuso che ha causato questa crisi è sbagliato secondo ogni criterio ed è giustamente considerato un crimine dalla società; è anche un peccato orrendo agli occhi di Dio. Alle vittime e alle loro famiglie, ovunque si trovino, esprimo il mio profondo senso di solidarietà e sollecitudine.

2. È vero che una mancanza di conoscenza generalizzata della natura del problema, e talvolta anche le consulenze di esperti medici, hanno portato i Vescovi a prendere decisioni che gli eventi successivi hanno mostrato essere sbagliate. Ora state lavorando per stabilire criteri più affidabili, al fine di assicurare che simili errori non vengano ripetuti. Al contempo, pur riconoscendo quanto questi criteri siano indispensabili, non possiamo dimenticare la forza della conversione cristiana, quella decisione radicale di allontanarsi dal peccato e ritornare a Dio, che raggiunge i recessi dell'animo umano e può operare un cambiamento straordinario.

Non dobbiamo nemmeno dimenticare l'immenso bene spirituale, umano e sociale, che la maggioranza dei sacerdoti e religiosi negli Stati Uniti hanno compiuto e stanno tuttora compiendo.

La Chiesa cattolica nel vostro Paese ha sempre promosso i valori umani e cristiani con grande vigore e generosità, in un modo che ha aiutato a consolidare tutto ciò che è nobile nel popolo americano.

Una grande opera d'arte può essere intaccata, ma la sua bellezza rimane; questa è una verità che ogni critico intellettualmente onesto deve riconoscere. Alle comunità cattoliche negli Stati Uniti, ai loro Pastori e membri, ai religiosi e alle religiose, ai docenti delle università e delle scuole cattoliche, ai missionari americani in tutto il mondo, vanno il ringraziamento, di tutto cuore, dell'intera Chiesa cattolica e quello personale del Vescovo di Roma.

3. Gli abusi sui giovani sono un grave sintomo di una crisi che colpisce non solo la Chiesa, ma anche la società nel suo insieme. È una crisi della moralità sessuale dalle radici profonde, crisi persino dei rapporti umani, e le sue vittime principali sono la famiglia e i giovani. Affrontando il problema degli abusi con chiarezza e determinazione, la Chiesa aiuterà la società a comprendere e a far fronte alla crisi esistente al suo interno.

Deve essere assolutamente chiaro ai fedeli cattolici e più in generale alla società, che i Vescovi e i Superiori si preoccupano soprattutto del bene spirituale delle anime. La gente deve sapere che nel sacerdozio e nella vita religiosa non c'è posto per chi potrebbe far del male ai giovani. Deve sapere che i Vescovi e i sacerdoti sono totalmente impegnati a favore della pienezza della verità cattolica nelle questioni riguardanti la moralità sessuale, verità fondamentale sia per il rinnovamento del sacerdozio e dell'episcopato sia per il rinnovamento del matrimonio e della vita familiare.

4. Dobbiamo avere fiducia nel fatto che questo momento di prova porterà una purificazione dell'intera comunità cattolica, purificazione urgentemente necessaria se la Chiesa deve predicare con maggiore efficacia il Vangelo di Gesù Cristo in tutta la sua forza liberatrice. Ora dovete far sì che, laddove ha abbondato il peccato, sovrabbondi la grazia (cfr
Rm 5,20). Tanto dolore, tanto dispiacere, deve portare ad un sacerdozio più santo, a un Episcopato più santo e a una Chiesa più santa.

Solo Dio è fonte di santità, ed è soprattutto a Lui che dobbiamo rivolgerci per ottenere il perdono, la salvezza e la grazia di affrontare questa sfida con coraggio intransigente e armonia d'intenti. Come il Buon Pastore del Vangelo di domenica scorsa, i Pastori devono andare tra i loro sacerdoti e la loro gente come uomini che ispirano profonda fiducia e condurli ad acque tranquille (cfr Ps 22,2).

Prego il Signore affinché dia ai Vescovi degli Stati Uniti la forza di basare la loro risposta alla crisi attuale sulle solide fondamenta della fede e sull'autentica carità pastorale per le vittime, nonché per i sacerdoti e l'intera comunità cattolica nel vostro Paese. Chiedo anche ai cattolici di rimanere vicini ai loro sacerdoti e ai loro Vescovi, e di sostenerli con le preghiere in questo difficile tempo.
106 La pace di Cristo Risorto sia con voi!


AI PARTECIPANTI AL X SIMPOSIO DEI VESCOVI EUROPEI


25 aprile 2002



Venerati Fratelli nell'Episcopato!

1. Con grande gioia vi accolgo in occasione del vostro decimo Simposio e a ciascuno esprimo il mio cordiale benvenuto. In particolare, saluto il Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE), Mons. Amédée Grab, e lo ringrazio per i sentimenti di profonda comunione con il successore di Pietro, che ha voluto esprimere a nome di tutti voi.

Come ho già avuto modo di ricordare altre volte, la funzione ecclesiale delle Conferenze Episcopali d'Europa costituisce un frutto provvidenziale del Concilio Vaticano II, e rappresenta un dono speciale di comunione per il nostro tempo. Nel corso dei passati decenni, questi incontri hanno offerto la possibilità di intensificare fra le diverse Comunità cattoliche in Europa quei rapporti di carità evangelica, che le rendono autentiche case e scuole di comunione.

Incontrandovi, vado con la mente ai diversi simposi ai quali Iddio mi ha concesso di partecipare quale Arcivescovo di Cracovia. Ricordo in modo speciale quello del 1975, quando ebbi l'onore di essere uno dei relatori.

In ogni incontro si è avuta l'opportunità di affrontare aspetti e progetti della nuova evangelizzazione, grande impresa apostolica che coinvolge l'intero popolo cristiano.

2. Di particolare rilievo è il tema scelto per questo decimo Simposio: Giovani d'Europa nel cambiamento. Laboratorio della Fede.

Ogni Pastore sa che sua prima responsabilità è di aiutare i fedeli ad incontrare Cristo. Un incontro che, lungo i trascorsi due millenni, ha trasformato la vita di persone e di intere generazioni d'Europa. Come non sentire forte la responsabilità di salvaguardare queste radici cristiane?

In realtà, sono proprio i giovani a chiedere che il Vangelo sia seminato oggi in modo nuovo nel loro cuore. Sono essi a ripeterci, talora in modo esigente, l'attesa per la "buona notizia". Sì, Fratelli carissimi, avvertiamo l'urgenza di presentare alle nuove generazioni come unico Redentore dell'uomo quel Gesù che, essendo Dio, ha voluto per amore entrare nelle ferite della storia fino a sperimentare l'abbandono della croce.

Dinanzi al vuoto di valori ed ai profondi interrogativi esistenziali che interpellano l'odierna società, dobbiamo proclamare e testimoniare che Cristo ha preso su di sé le domande, le attese e persino i drammi dell'umanità d'ogni tempo. Con la sua risurrezione Egli ha pienamente reso possibile la realizzazione del desiderio di vita e di eternità che alberga nel cuore di ogni uomo e specialmente dei giovani.

107 L'Europa ha urgenza di incontrare questo Dio, che ama gli uomini e si fa presente in ogni umana prova e difficoltà. Perché ciò avvenga, è indispensabile che i credenti siano pronti a testimoniare la fede con la vita. Cresceranno allora Comunità ecclesiali mature, preparate e disposte a utilizzare ogni mezzo per la nuova evangelizzazione.

3. Carissimi giovani, vi saluto con affetto. Trovo quanto mai significativo che voi, speranza della Chiesa e dell'Europa, siate presenti a questo Simposio. Esso vi interessa da vicino perché, nel contesto sociale attuale, è a voi che guarda con singolare attenzione la Chiesa. Essa attende da voi il dono d'una esistenza pienamente fedele a Cristo e al suo messaggio di salvezza.

In questo tempo liturgico risplendente per la luce del Risorto, auspico che Egli vi doni la sua pace. Possa Egli essere per ognuno di voi Maestro, come lo è stato per i discepoli di Emmaus. E voi, carissimi, seguitelo fiduciosamente con entusiasmo e perseveranza. Non permettete che venga emarginato. Il Vangelo è indispensabile per rinnovare la cultura; è indispensabile per costruire un futuro di pace vera in Europa e nel mondo. Tocca a voi, carissimi giovani, offrire questo contributo. Non esitate, pertanto, a rispondere «sì» a Dio che vi chiama.

4. Saluto poi i delegati delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti. Si avverte sempre più chiaramente che la riconciliazione tra i cristiani è determinante per la credibilità dell'annuncio del Vangelo e per la costruzione dell'Europa. La Charta oecumenica per l'Europa, firmata a Strasburgo nell'aprile del 2001, da questo punto di vista segna un passo rilevante per l'incremento della collaborazione fra Chiese e Comunità cristiane. Prego Dio perché che su questo cammino si proceda con sempre crescente fiducia e determinazione.

Rivolgo pure il mio beneaugurante pensiero ai responsabili degli organismi episcopali dell'Africa, dell'Asia e dell'America, che intervengono ai lavori. Grazie alla vostra presenza, carissimi, si allarga la prospettiva ecclesiale e l'Europa prende più profonda coscienza della propria responsabilità verso altre terre e popolazioni per costruire l'auspicata solidarietà universale. Auguro a ciascuno di contribuire al pieno successo del Simposio.

5. Carissimi Fratelli e Sorelle, durante questi giorni e in ogni istante della vostra esistenza il Signore, con la potenza dello Spirito Santo, vi ricolmi dei suoi doni di amore, di gioia e di pace. Vi accompagni Maria, la Madre della Chiesa, e vi protegga l'evangelista san Marco, di cui celebriamo proprio oggi la festa.

Mentre a tutti assicuro il mio ricordo nella preghiera, di cuore benedico voi e le Comunità ecclesiali alle quali appartenete.




AI MINISTRANTI DELL'ARCIDIOCESI DI NAPOLI


E AI PARTECIPANTI A PELLEGRINAGGI


DA DIVERSE REGIONI ITALIANE


25 aprile 2002



Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Con grande gioia vi accolgo e a ciascuno rivolgo il mio cordiale e grato benvenuto! Da diverse regioni italiane siete venuti in pellegrinaggio a Roma, dove san Pietro e san Paolo resero, con il martirio, la loro coraggiosa testimonianza a Cristo. Possa questa vostra sosta presso le tombe dei Principi degli Apostoli rafforzarvi nella fedeltà al Vangelo e all'insegnamento della Chiesa; vi spinga altresì a proseguire con rinnovato entusiasmo spirituale nel cammino verso la santità, meta di tutti i battezzati.

2. Il mio affettuoso pensiero va innanzitutto a voi, carissimi e numerosi ministranti della diocesi di Napoli. Saluto, in modo speciale, il vostro Arcivescovo, il Cardinale Michele Giordano, che ringrazio per le cordiali parole rivoltemi. Con lui saluto anche i Vescovi ausiliari che vi accompagnano. Sono lieto di questo incontro, che mi offre l'opportunità di manifestare vivo apprezzamento per l'importante servizio liturgico da voi svolto nelle rispettive comunità parrocchiali.

108 Il vostro è un servizio speciale, che vi offre la possibilità di sperimentare da vicino la presenza e l'opera efficace di Cristo in ogni atto liturgico e, in particolare, nella celebrazione eucaristica. L'Eucaristia è una mirabile fonte a cui dovete attingere costantemente, traendo da essa il coraggio e la forza necessari per vivere da cristiani autentici e testimoniare dappertutto l'universale amore di Dio per ogni creatura. E' Cristo eucaristico che nutre e fortifica i credenti e li rende capaci di aderire generosamente alla volontà del Padre celeste. Questa assidua partecipazione al Sacramento dell'Altare vi renderà docili allo Spirito Santo e capaci di corrispondere con gioiosa disponibilità agli impulsi della grazia.

Svolgendo il vostro servizio liturgico, voi siete collaboratori del sacerdote, ma soprattutto siete servitori di Gesù. Vi invito, pertanto, a coltivare un'intima amicizia con Lui, riconoscendo in Lui un vero amico, sempre al vostro fianco, nei momenti belli e in quelli difficili. Non dimenticate! Egli ha bisogno di ragazzi e giovani che, oltre al servizio all'altare, diventino ministri dell'altare, mettendosi a totale sua disposizione per annunciare il Vangelo e dispensare la grazia divina al mondo intero.

Prego il Signore perché, anche questo incontro, aiuti ciascuno di voi a scoprire la propria vocazione e a seguirla fedelmente, fosse pure quella al sacerdozio o alla vita consacrata. Il Signore continua ancora oggi a chiamare uomini e donne a seguirlo più da vicino. Pregate anche voi perché la sua voce trovi cuori aperti e generosi.

3. Saluto, poi, i rappresentanti dell'Opera salesiana di Genova - Sampierdarena, qui convenuti in occasione del cento-trentesimo anniversario di fondazione del loro Centro pastorale. Carissimi, questo vostro pellegrinaggio a Roma è, in un certo senso, un atto di gratitudine al vostro fondatore, san Giovanni Bosco. Fu proprio lui che, in prima persona, diede inizio alla vostra bella istituzione, e la considerò come una «seconda Valdocco», quasi a significarne la grande importanza per l'intera Famiglia salesiana. Dal Centro di Sampierdarena partivano i primi missionari, e con essi le Figlie di Maria Ausiliatrice, diretti nelle Americhe. Essi lasciavano il porto volgendo un ultimo sguardo al campanile che sovrasta le strutture dell'Istituto genovese.

Considerate, carissimi, l'ardore apostolico di questi intrepidi evangelizzatori e fate in modo che l'Istituto di Sampierdarena continui ad essere una finestra spalancata sul mondo. In particolare, adoperatevi per una nuova «semina del Vangelo», riscoprendo l'urgenza del mandato missionario. Il dono della fede è una preziosa eredità da conservare e da trasmettere. E' prezioso dono di grazia, che consente di guardare con fiducia e speranza al futuro, pure in mezzo a difficoltà e problemi.

4. Un cordiale saluto, infine, alla Comunità giovanile «Gli alunni del cielo» di Torino, che da tanti anni sono impegnati a testimoniare con il linguaggio universale del canto e della musica il Vangelo della vita. Cari ragazzi, vi auguro di tornare alle vostre case rinfrancati da questa esperienza spirituale e rinvigoriti nel desiderio di parlare al cuore di ogni uomo con la forza dell'amore cristiano. Comunicate a quanti incontrate un messaggio di speranza, proponendo sempre l'autentica visione evangelica della realtà.

Su voi e su tutti i presenti invoco la materna protezione di Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, come pure quella di san Marco evangelista, di cui oggi celebriamo la festa. Vi assicuro la mia preghiera e di cuore vi benedico.


GP2 Discorsi 2002 99