GP2 Discorsi 2001 380

IOANNES PAULUS II



AI MEMBRI DELLA "FAMIGLIA KOLPING INTERNATIONAL"


Giovedì 25 ottobre 2001

Signor Cardinale,

381 Care Sorelle e cari Fratelli,

1. Oggi Piazza San Pietro è delle famiglie Kolping. Di tutto cuore vi porgo il benvenuto a questo incontro gioioso.

Ringrazio il Cardinale Joachim Meisner per le amichevoli parole che mi ha rivolto e con Lui saluto anche il Preside Generale, il Prelato Heinrich Festing, così come tutti i Presidi che sono giunti qui con le loro famiglie Kolping. Non pochi fra voi erano qui dieci anni fa, quando elevai agli onori degli altari il fondatore del vostro movimento e l'antesignano della dottrina sociale cattolica. È di certo una benedizione per la vostra opera potervi rivolgere d'ora in poi a un beato che non è più solo un esempio per voi, ma anche un intercessore.

2. Oggi, il vostro pellegrinaggio di rendimento di grazie si compie nel segno dell'invito che Gesù rivolse a Matteo: "Seguimi" (
Mt 9,9). Appena ordinato sacerdote, Adolph Kolping scelse questo passo del Vangelo in occasione della sua prima predica nella città natale di Kerpen. Fu una scelta felice, perché ciò che Matteo fu per la dogana, Adolph Kolping fu per la bottega artigiana. Era un calzolaio e rispose alla chiamata del Signore, che non lo lasciò più. Non continuò a fare il suo mestiere, ma cambiò e divenne sacerdote. Da apprendista calzolaio divenne amico di Gesù. Scoprì che la sequela di Cristo conduce alla libertà autentica: "Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone, ma vi ho chiamati amici. Non voi avete scelto, ma io ho scelto voi perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga" (cfr Jn 15,15-16).

3. Di fatto, Adolph Kolping ha recato abbondanti frutti spirituali. Grande è il raccolto dell'opera di Kolping oggi in tutto il mondo. È un'eredità impegnativa. Dio, che ci ha donato la vita, ha anche un piano per ognuno di noi. Egli si aspetta che ci costituiamo nella forza della Buona Novella e come un buon albero rechiamo buoni frutti.

Come sorelle e fratelli delle famiglie Kolping avete questa esigenza particolare che il vostro "padre" Kolping ha stabilito: come "sale della terra" e "luce del mondo" (Mt 5,13-14) dovete irradiarvi nella società e plasmarla secondo i principi della dottrina sociale cattolica. Vi ringrazio per il vostro impegno, che in passato ha prodotto così tanto bene. Per il futuro vi esorto: Dio non ha bisogno di cristiani a mezzo servizio, ma di cattolici autentici!

4. Care sorelle e cari fratelli! Il beato Adolph Kolping disse una volta: "È importante portare il cristianesimo nella vita sociale reale in spirito e in pratica". Questa frase del vostro fondatore è oggi più attuale che mai. Mi rallegro perché in tutto il mondo più di cinquemila famiglie Kolping l'hanno assunta come mandato. Per questo vi ringrazio di cuore. Al contempo, vi incoraggio a non trascurare la vostra testimonianza. "Fedele Kolping fedele a Kolping". Faccio mio questo vostro saluto e imparto a voi e ai vostri cari a casa la Benedizione Apostolica.



MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


AI VESCOVI DELLA CONFERENZA


EPISCOPALE DEL PAKISTAN




Ai miei Venerabili Fratelli
della Conferenza Episcopale Pakistana

In questo momento di grave preoccupazione per gli eventi drammatici nel vostro Paese, ho chiesto all'Arcivescovo Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", di visitarvi e di trasmettervi l'assicurazione della mia vicinanza nella preghiera.

Imploro il Padre di ogni misericordia di proteggere voi e la vostre comunità e di ispirarvi saggezza e coraggio nell'affrontare le sfide di questa ora di prova.

382 Uniti come siamo nella solidarietà universale della Chiesa con tutti i popoli del mondo, dobbiamo sperare e pregare con ardore affinché la stella luminosa della pace possa risplendere presto sulla vostra regione. Nel frattempo, le sofferenze di innumerevoli uomini, donne e bambini invocano un sollievo pratico. In particolare, la dolorosa situazione di numerosi rifugiati richiede sforzi immediati da parte di quanti possono prestare loro aiuto.

L'Arcivescovo Cordes esaminerà con voi le possibilità concrete della Chiesa in Pakistan di assistere i nostri fratelli e le nostre sorelle bisognosi. Sosterrò i vostri sforzi con le mie preghiere e benedico voi e i fedeli con tutto il mio cuore. Che la pace di Dio, che supera ogni incomprensione, serbi il vostro cuore e la vostra mente in Cristo Gesù (cfr
Ph 4,7).

Dal Vaticano, 22 ottobre 2001

GIOVANNI PAOLO PP. II



AI PATRIARCHI CATTOLICI


Venerdì 26 ottobre 2001




Venerati Patriarchi!

1. Sono lieto di ricevervi in occasione del Sinodo dei Vescovi, a cui avete attivamente partecipato. Vi sono sinceramente grato per la vostra presenza a questa Assise nella quale si esprime in maniera particolarmente significativa la cattolicità della Chiesa. Ad essa avete recato il vostro apporto prezioso. Le proposte che mi avete presentato per iscritto saranno oggetto di attenta riflessione, al fine di trarne ogni aspetto che possa contribuire ad una più efficace presenza della Chiesa nel mondo di oggi.

Colgo volentieri questa occasione per esprimere, una volta ancora, la mia spirituale vicinanza alle vostre prove e a quelle delle popolazioni affidate alle vostre cure pastorali. Insieme preghiamo perché i gravi problemi, con i quali dovete quotidianamente misurarvi, possano trovare pronta e soddisfacente soluzione. In questo momento, il mio pensiero va alla Terra santificata dalla presenza e dalla predicazione del Redentore, Terra nella quale Egli versò il suo sangue per la salvezza del mondo, e dalla quale, risorto, inviò nel mondo i suoi Apostoli.

2. Vi assicuro che seguo ogni giorno con intima partecipazione le vicende nelle quali sono coinvolte le popolazioni della regione medio orientale e, in comunione con tutta la Chiesa, elevo la mia preghiera quotidiana perché possa finalmente sorgere l'alba di una pace duratura e onorevole per tutti. In questo incontro di intensa comunione fraterna, vi prego di recare al clero, alle persone consacrate e a tutti i fedeli l’espressione del mio più cordiale saluto.

Affido ciascuno alla speciale protezione della Madre di Dio, verso la quale così intensa è la devozione delle vostre Chiese. Quante celebrazioni dei misteri che a Lei si riferiscono hanno avuto origine nelle vostre terre, trovando poi consenso e accoglienza nell'intera Chiesa! Voglia la Vergine Santissima volgere il suo sguardo materno sul vostro ministero e sulle vostre care popolazioni.

Con questi sentimenti, imparto a tutti, quale pegno di speciale affetto, la mia Benedizione.
Novembre 2001



ALL’ASSOCIAZIONE EUROPEA


DEGLI "HISTORISCHE SCHÜTZEN"


383
Sabato, 3 novembre 2001

Cari Fratelli e Sorelle,


1. Con piacere vi porgo il benvenuto nel Palazzo Apostolico, e sono lieto che questo incontro si sia potuto realizzare. Come rappresentanti dell'Associazione Europea degli "Historischer Schützen" siete venuti in pellegrinaggio a Roma per visitare le tombe dei principi degli apostoli e per attingere dall'esperienza della fede comune la forza per il cammino verso il futuro.

Chi vuole entrare nel futuro in modo sensato deve conoscere l'eredità del passato. Chi desidera, oggi, collaborare alla costruzione di un mondo giusto e pacifico, deve essere consapevole di quale sia la sua patria. Soprattutto per voi, quali membri di questa associazione di tiratori, la patria rappresenta un bene prezioso. Mentre in origine le vostre associazioni si sono dedicate alla protezione della patria come spazio vitale territoriale, oggi sono importanti i valori e le tradizioni ad essa collegate, che occorre conservare. Infine, la patria mostra la pienezza del suo significato se si supera la sfera terrena e si ricordano le parole che San Paolo ha rivolto ai Filippesi: "La nostra patria invece è nei cieli" (
Ph 3,20).

2. Cari Fratelli e Sorelle! Guardo a voi, che vi impegnate a conservare nei vostri Paesi il grande bene della patria nel suo significato completo e a trasmetterne le preziose tradizioni alle generazioni future, con riconoscenza e stima. Al vostro pellegrinaggio verrebbe a mancare qualcosa se non prevedesse anche una visita alla tomba di san Sebastiano! Infatti siete legati in modo particolare a questo martire, poiché lo avete eletto come vostro patrono.

San Sebastiano può anche servirvi da modello per la vostra testimonianza cristiana. Oggi questa testimonianza è più che mai richiesta. Infatti, un numero sempre più grande di nostri contemporanei vive come se Dio non esistesse. La fede cristiana, però, non si diffonde con la forza delle armi, bensì con la testimonianza di vita. Servono uomini e donne che nelle loro attività quotidiane non si stanchino di interrogare con attenzione i segni dei tempi e di trasmettere il Vangelo senza paura. Proprio a voi tiratori desidero ribadire: chi vuole far centro come cristiano, deve prima farsi colpire da colui al quale deve il suo nome, ossia Gesù Cristo.

San Sebastiano era stato colpito da Cristo; per quanto potessero essere appuntite le frecce che colpirono il suo corpo, esse non scalfirono la sua anima. San Sebastiano, infatti, era preparato a una testimonianza che avrebbe pagato col sangue. Aveva osservato ciò che la Lettera agli Efesini consiglia ai cristiani: "Cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio" (Ep 6,14-17).

3. Cari Fratelli e Sorelle! Quando vi recate alle gare e alle feste dei tiratori, ricordate: la vera gara è la vita. Qui, come cristiani, non potete arrivare in ritardo! E quando premiate i vostri "re tiratori", siate consapevoli che il vostro vero re è Cristo, Signore dell'Universo. Con l'auspicio che vi lasciate coinvolgere da Cristo, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.



Successivamente Giovanni Paolo II ha rivolto un particolare saluto ai membri della Confraternita dei Tiratori Storici della Polonia, giunti da Cracovia e da altre città del Paese. Ecco le sue parole:

Serdecznie pozdrawiam czlonków Bractw Kurkowych z Polski: z Krakowa i z innych miast. Dziekuje ksiedzu infulatowi Jerzemu Bryle za slowa powitania i wprowadzenia.

Ciesze sie, ze moge was goscic w Watykanie. Wasza obecnosc zywo przypomina mi wszystkie uroczystosci koscielne w Krakowie - procesje na Skalke, procesje Bozego Ciala i tyle innych ceremonii - podczas których nigdy nie brakowalo Bractwa Kurkowego. Jako biskup krakowski bylem zwiazany z waszym bractwem i zawsze zywilem uczucia glebokiego szacunku dla waszej wielowiekowej tradycji oraz dla waszego czynnego zaangazowania w zycie spoleczne, kulturalne i religijne lokalnych srodowisk, bez wzgledu na sytuacje polityczna w kraju. Podtrzymujcie te dobra tradycje. Niech tez nigdy nie gasnie w waszych sercach rycerska gotowosc do obrony najbardziej potrzebujacych i do niesienia im pomocy w duchu chrzescijanskiego milosierdzia.

384 Przybyliscie do Rzymu w ramach pielgrzymki Europejskiego Zwiazku Bractw Strzeleckich. Jest to organizm stosunkowo mlody, ale majacy przed soba wielkie perspektywy. W dobie jednoczenia sie narodów Europy, Zwiazek Bractw Kurkowych moze stac sie znakiem troski o zachowanie narodowych tradycji, kultury i tozsamosci, a równoczesnie braterskiego otwarcia na wartosci wypracowane i kultywowane przez inne narody. Ufam, ze w tym procesie duchowej wymiany darów beda przekazywane kolejnym pokoleniom równiez wartosci plynace z wiary, nadziei i milosci.

O to prosze Boga. Modlitwa obejmuje was, wasze rodziny i wszystkich Czlonków Bractw Kurkowych w Polsce i na swiecie. Niech Bóg wam blogoslawi!

Traduzione del saluto in lingua polacca:

Saluto con affetto i membri della Confraternita dei Tiratori Storici dalla Polonia: da Cracovia e dalle altre città. Ringrazio Mons. Jerzy Bryla per le parole di saluto e d'introduzione.

Sono lieto di potervi accogliere in Vaticano. La vostra presenza mi ricorda vivamente tutte le solennità ecclesiali a Cracovia - la processione a Skalka, la processione per il Corpus Domini e tante altre - in cui mai è mancata la presenza della Confraternita dei Tiratori. Come Vescovo di Cracovia sono stato legato alla vostra Confraternita e ho sempre avuto sentimenti di profondo rispetto per la vostra plurisecolare tradizione, nonché per il vostro attivo impegno nella vita sociale, culturale e religiosa degli ambienti locali, senza riguardo per la situazione politica nel Paese. Conservate questa buona tradizione. Non si spenga nei vostri cuori la cavalleresca prontezza alla difesa dei più bisognosi ed a portare loro un aiuto nello spirito della misericordia cristiana.

Siete venuti a Roma con il pellegrinaggio dell'Associazione Europea dei Tiratori Storici. È un organismo relativamente giovane, ha però larghe prospettive per il futuro. Nell'epoca in cui le nazioni dell'Europa si uniscono, l'Associazione dei Tiratori Storici può diventare un segno della cura per le tradizioni, la cultura e l'identità nazionale e, allo stesso tempo, dell'apertura fraterna ai valori espressi e coltivati dalle altre nazioni. Spero che in questo processo di spirituale scambio dei doni siano consegnati alle generazioni future anche i valori che scaturiscono dalla fede, dalla speranza e dall'amore.

Per questo prego il Signore. Con la preghiera accolgo voi, le vostre famiglie e tutti i membri della Confraternita dei Tiratori Storici nella Polonia e nel mondo. Dio vi benedica.




AI PELLEGRINI CONVENUTI


PER LA BEATIFICAZIONE DI 8 SERVI DI DIO


Lunedì, 5 novembre 2001




Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
Carissimi Religiosi e Religiose,
Fratelli e Sorelle!

385 1. A pochi giorni dalla solennità di Ognissanti, nella quale abbiamo reso grazie a Dio per le meraviglie operate in tanti nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto nel cammino della santità, la Chiesa continua ad essere in festa per la proclamazione di otto nuovi Beati, avvenuta ieri.

Nell'incontro di questa mattina abbiamo l'opportunità di confrontarci con gli insegnamenti e le testimonianze di carità che essi ci hanno lasciato. Tutto ciò deve spingerci a trovare la fiducia e il coraggio per proseguire nell'impegnativo ed esaltante cammino verso la santità, "misura alta della vita cristiana ordinaria" (Novo millennio ineunte
NM 31).

2. Môj srdecný pozdrav patrí predovšetkým vám, drahí pútnici zo Slovenska, ktorí ste s radost'ou prijali blahorecenie Pavla Petra Gojdica a Metoda Dominika Trcku. V evanjeliovom duchu a apoštolskej horlivosti svätých Cyrila a Metoda, apoštolov slovanov, dvaja noví blahoslavení sú odzrkadlením lásky ku Kristovi, sluzby blíznemu a vernosti Petrovmu stolcu.

Pre svoju biskupskú sluzbu blahoslavený Pavol Peter Gojdic prijal heslo "Boh je láska, milujme ho!", ktorého vyjadrením bola hlboká nábozná úcta k Najsvätejšej Sviatosti a Bozskému Srdcu. Jeho synovská oddanost' Bozej Matke sa prejavila najmä úctou k Panne Márii Klokocovskej, ktorej obraz sa nachádzal v jeho rezidencnej kaplnke. Ked štátna moc postavila gréckokatolícku cirkev mimo zákona, blahoslavený Gojdic bol zatknutý a uväznený. Mal moznost' dostat' sa na slobodu za cenu zrady svojej vernosti cirkvi a pápezovi. Ostal verným, a my si ho dnes uctievame v spolocenstve blahoslavených ako vzor hlbokej duchovnosti a príkladnej pastoracnej cinnosti.

Blahoslavený Metod Dominik Trcka pôsobil ako predstavený rehoného domu v Michalovciach a apoštolský vizitátor rehol'ných sestier baziliánok v Prešove a v Uzhorode. Bol mnohými stále viac vyhl'adávaný a uznávaný ako duchovný vodca a iniciátor apoštolských aktivít. S nástupom komunistického rezimu bol otec Trcka uväznený, opakovane vypocúvaný, a odsúdený na dvanást' rokov väzenia. V dôsledku námah a trestov podstúpených vo väzení, zomrel vo svojej cele, dajúc hrdinské svedectvo vernosti Evanjeliu, solidarity s vlastným národom, a lásky ku krest'anským tradíciám východného obradu.

[Il mio cordiale saluto va innanzitutto a voi, carissimi pellegrini provenienti dalla Slovacchia, che vi rallegrate per la beatificazione di Pavol Peter Gojdic e Metod Dominik Trcka. Seguendo lo spirito evangelico e l'ardore apostolico dei santi Cirillo e Metodio, apostoli degli slavi, i due nuovi Beati risplendono per l'amore a Cristo, il servizio ai fratelli e la fedeltà alla Sede di Pietro.

Per il suo ministero episcopale il beato Pavol Peter Gojdic scelse il motto "Dio è amore, amiamolo!", che traduceva in una devozione profonda all'Eucaristia e al Sacro Cuore. Nutrì un affetto filiale per la Madre di Dio, particolarmente venerata nell'effigie della Vergine di Klokocov, che custodiva nella cappella residenziale. Quando la Chiesa greco-cattolica fu messa fuori legge dal potere statale, il beato Gojdic fu arrestato e imprigionato. Avrebbe potuto uscire dal carcere a prezzo di tradire la propria fedeltà alla Chiesa ed al Papa. Restò fedele e noi oggi lo veneriamo nella gloria dei Beati quale esempio di profonda spiritualità e di illuminata attività pastorale.

Il beato Metod Dominik Trcka svolse il proprio lavoro missionario come Superiore della Casa di Michalovce e Visitatore apostolico delle Suore basiliane a Prešov e a Uzhorod, divenendo punto di riferimento di molte persone per la vita spirituale e le iniziative apostoliche. Con l'avvento del regime comunista, Padre Trcka fu incarcerato, ripetutamente interrogato, processato e condannato a dodici anni di carcere. A causa degli stenti e delle pene subite in prigione si spense nella sua cella, offrendo un'eroica testimonianza di fedeltà al Vangelo, di solidarietà col proprio popolo e di amore alla tradizione del cristianesimo di rito orientale.]

3. Mi rivolgo ora ai pellegrini di lingua italiana, in particolare a quanti sono venuti a Roma per partecipare alla beatificazione di Giovanni Antonio Farina, che fu Vescovo zelante ed illuminato prima di Treviso e poi di Vicenza. Saluto i Pastori di queste due Diocesi, successori del nuovo Beato, e le Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, da lui fondate.

Il beato Farina si dedicò totalmente all'autentico progresso umano e spirituale del gregge affidato alle sue cure. Nel desiderio di farsi tutto a tutti, egli trascurava anche le cose necessarie per la propria vita. La sua intensa attività apostolica, nella giovinezza come negli anni della maturità, fu costantemente permeata dall'unione con Dio. Uomo di carità, dedicò attenzioni speciali alla formazione della gioventù ed alla cura degli indigenti, abbandonati e sofferenti di ogni genere, rispondendo alle gravi istanze sociali dell'epoca con ricchezza creativa e spirito di totale abbandono in Dio.

4. La Giornata Missionaria Mondiale, celebrata in ottobre, trova quasi un prolungamento nella beatificazione di Padre Paolo Manna, che fu Superiore generale del Pontificio Istituto Missioni Estere, grande apostolo dell'evangelizzazione "ad gentes". Con la sua esistenza completamente spesa a favore della causa missionaria, fu un autentico precursore delle intuizioni e delle indicazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II. Il nuovo Beato possiede il grande merito di avere fortemente insistito sulla santità senza sconti e senza tentennamenti, come premessa indispensabile per essere autentici e credibili apostoli del Vangelo.

386 Il nostro sguardo si rivolge ora al beato Luigi Tezza, nel quale risplendono in modo singolare la carità e l'amore verso i più bisognosi. Egli visse giorno per giorno la piena fedeltà alla propria vocazione, nella costante ricerca e attuazione della volontà divina e nel servizio generoso e disinteressato verso il prossimo. L'affermazione del Signore Gesù: "Ero malato, e mi avete visitato" (Mt 25,36) sta alla base della sua esistenza di religioso appartenente all'Ordine dei Ministri degli Infermi, e di fondatore dell'Istituto delle Figlie di San Camillo, alle quali volle trasmettere il carisma di "testimoniare l'amore misericordioso di Cristo verso gli infermi con cuore di madri".

Anche Gaetana Sterni, fondatrice delle Suore della Divina Volontà, seppe condurre una vita ordinaria con spirito straordinario. Dovette patire molte sofferenze, soprattutto negli anni giovanili, che però affinarono la sua sensibilità, rendendola capace di amore gratuito, perdono, disponibilità verso i poveri. Vivendo in uno stato di continua ricerca e attuazione della volontà di Dio, comprese che compiere il divino volere significa impegnarsi a trarre, con la forza dell'amore, il bene anche dal male, alla maniera di Gesù. Proprio per questo, la sua testimonianza di vita è quanto mai necessaria anche ai nostri giorni.

5. Il beato Bartolomeu dos Mártires, domenicano per vocazione e ideale di vita, ardeva di zelo per la causa di Dio che è la salvezza degli uomini, illuminando la via con il Vangelo. Fedele alla norma apostolica, "ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola" (Ac 6,4), trascinò con sé il clero: promosse la sua formazione permanente, mise a sua disposizione i mezzi per predicare al popolo e fondò il Seminario per preparare degnamente i futuri sacerdoti.

Il Seminario era solo uno dei mezzi della riforma preconizzata dal Concilio di Trento, alla cui attuazione il beato Arcivescovo si dedicò con l'anima e il cuore, non senza ostacoli, alcuni con risonanza qui a Roma. Papa Pio IV rispose così, parlando di Frate Bartolomeo: "Ci diede una tale soddisfazione, nel tempo in cui partecipò al Concilio, con la sua bontà, religione e devozione, che continuiamo a tenerlo in grande considerazione, con un concetto del suo onore e della sua virtù tale da non poter essere alterato dalle recriminazioni di nessuno" (Lettera al re del Portogallo, Cardinale Dom Henrique). Ieri ho potuto suggellare, con l'atto della sua Beatificazione, questi sentimenti del mio predecessore. Saluto la Chiesa di Lisbona, che è stata la sua culla, e di Viana do Castelo che lo accolse nei suoi ultimi anni e conserva la venerabile reliquia del suo corpo; saluto altresì l'Arcidiocesi di Braga nella sua estensione di allora e l'intero Portogallo che egli servì e amò, soprattutto nella persona dei poveri.

6. Saluto con grande affetto tutti i pellegrini che ieri hanno partecipato alla beatificazione di Madre María Pilar Izquierdo, provenienti dai luoghi dove l'Opera Missionaria di Gesù e Maria è presente. In Europa: Spagna e Italia; in America: Colombia, Ecuador e Venezuela; in Africa: Nacala e Maputo, in Mozambico.

Nel mondo attuale, dove a volte prevale la ricerca smisurata del piacere e dell'utilità immediata, la figura di Madre Pilar Izquierdo proclama con sublime eloquenza il valore redentore del sacrificio, liberamente accettato e offerto congiuntamente a quello di Cristo per la salvezza del genere umano. La beata Pilar Izquierdo fu un autentico apostolo della diffusione del Vangelo. Con un gruppo di seguaci si dedicò ad annunziarlo nei quartieri poveri ed emarginati, affamati di pane e soprattutto di Dio, in un periodo della sua vita in cui non le mancarono incomprensioni di ogni sorta. Non perse mai l'amore per il sacrificio, essendo in tal senso un luminoso esempio per quanti, anche fra molte difficoltà, hanno dedicato la propria vita alla causa del Regno dei Cieli.

7. Carissimi Fratelli e Sorelle! Rivolgiamo la nostra preghiera al Signore per implorare anche per noi la stessa fede, lo stesso coraggio e la stessa dedizione che hanno reso grandi questi otto nuovi Beati.

Ci sostenga sempre la loro celeste intercessione, insieme con quella della Vergine Maria, alla cui materna protezione affido tutti voi, le vostre famiglie e le vostre Comunità di provenienza, mentre di cuore a tutti imparto una speciale Benedizione.

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


AL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE FRANCESE


NEL CENTENARIO DELLA CONSACRAZIONE


DELLA BASILICA NOSTRA SIGNORA DEL ROSARIO A LOURDES




Al Signor Cardinale Louis-Marie Billé
Arcivescovo di Lyon,
Presidente della Conferenza dei Vescovi di Francia

387 1. Mentre a Lourdes numerosi pellegrini, attorno ai Vescovi di Francia riuniti in assemblea plenaria, si apprestano a celebrare solennemente il centenario della consacrazione della Basilica Nostra Signora del Rosario, sono lieto di porgere a tutti i miei cordiali saluti e di unirmi con la preghiera alla loro azione di rendimento di grazie per i benefici spirituali ottenuti in questo luogo e per gli atti di conversione che vi si sono compiuti. Al fine di celebrare le meraviglie di Dio, è bene che le corali liturgiche di Francia, riunite presso i santuari, accompagnino la preghiera dei fedeli e di coloro che si uniscono alla Celebrazione Eucaristica grazie ai mezzi di comunicazione sociale.

2. Il 6 ottobre 1901, il mio predecessore Papa Leone XIII invitava tutti i Vescovi del mondo a condividere la gioia che gli recava la consacrazione di questa chiesa dedicata a Nostra Signora del Rosario, rallegrandosi dell'opportunità offerta così ai cristiani di approfondire il significato della pratica antica e venerabile della preghiera alla Madre di Dio. In effetti, come risulta da tutta la tradizione liturgica, la Chiesa ha in grande considerazione il culto verso Maria, indissolubilmente legato alla fede in Cristo.

3. Parabola vivente di pietra e di luce, questa Basilica mostra agli occhi dei pellegrini i quindici misteri della vita di Cristo, rivelando così il significato profondo del Rosario. Questa preghiera, incentrata sulla contemplazione dell'Incarnazione redentrice, ci fa partecipare, guidati dalla Vergine Maria, ai gesti salvifici del Salvatore. Con questa Madre purissima, ripercorriamo la storia della salvezza e, attraverso la meditazione dei misteri del Rosario, accogliamo l'amore di Dio, manifestato in modo sublime nel dono del Verbo Incarnato. Così, grazie al culto reso alla Vergine, la Chiesa non perde mai di vista il suo fine ultimo, che è "di glorificare Dio e di impegnare i cristiani ad una vita del tutto conforme alla sua volontà" (Paolo VI, Esortazione Apostolica Marialis cultus, n. 39).

4. All'alba del terzo millennio, è Cristo che siamo invitati a "conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste" (Lettera Apostolica Novo Millennio ineunte
NM 29). Come diceva san Louis-Marie Grignion de Montfort, è impossibile "che una persona possa acquisire un'unione intima con Nostro Signore e una perfetta fedeltà allo Spirito Santo senza un'unione molto grande con la Santissima Vergine" (Trattato della vera devozione). Incoraggio dunque vivamente i fedeli a crescere nella conoscenza dei misteri di Cristo mediante la meditazione del rosario, lasciando poco a poco purificare e illuminare le loro anime per divenire, sull'esempio di Maria, veri discepoli del Signore e per conformare la propria vita alla Passione e alla Resurrezione del Salvatore.

5. Invocando l'intercessione di Nostra Signora di Lourdes e di santa Bernadette, vi imparto la Benedizione Apostolica, che estendo di buon grado a Monsignor Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes e Lourdes, a tutti i Vescovi, alle corali liturgiche riunite nell'ambito di Ancoli, ai fedeli riuniti e quanti sono in comunione con essi attraverso la radio e la televisione, come pure a tutti i pellegrini che, in occasione delle feste del centenario di questa consacrazione, si recheranno in quel luogo.

Dal Vaticano, 7 ottobre 2001

GIOVANNI PAOLO II



AI MEMBRI DEL "POPE JOHN PAUL II


CULTURAL CENTER" DI WASHINGTON (U.S.A.)


Martedì, 6 novembre 2001

Eminenze,

Cari amici,

sono lieto di darvi il benvenuto in Vaticano per la prima volta dall'inaugurazione del nuovo Centro Culturale a Washington. Ringrazio il Cardinale Maida per le cortesi parole che mi ha rivolto e per il suo resoconto sul progresso della missione del Centro di promuovere il dialogo ecclesiale nelle varie forme nelle quali si esprime l'anelito universale dell'uomo alla verità e al significato.

Gli eventi tragici che hanno scosso la comunità internazionale negli ultimi due mesi ci hanno reso tutti consapevoli ancora una volta della fragilità della pace e della necessità di edificare una cultura di dialogo e di cooperazione rispettosi fra tutti i membri della famiglia umana. Ho fiducia nel fatto che la comunità cattolica negli Stati Uniti continuerà a sostenere il valore della comprensione e del dialogo fra i seguaci delle religioni del mondo. Come sapete, l'impegno della Chiesa per questo dialogo trae ispirazione dalla propria convinzione che il messaggio evangelico ha la forza di illuminare tutte le culture e di agire come lievito salvifico di unità e di pace per tutta l'umanità. In un mondo di crescente pluralismo culturale e religioso, tale dialogo è essenziale per superare i tragici conflitti ereditati dal passato, e per assicurare che "il nome dell'unico Dio deve diventare sempre di più, qual è, un nome di pace e un imperativo di pace" (Novo Millennio ineunte NM 55).

388 Il Centro Culturale può offrire il proprio contributo a questa impresa importante. Ancora una volta colgo l'opportunità per ringraziare voi e i numerosi benefattori del Centro per l'impegno costante nella sua missione di diffondere la Chiesa e la sua dottrina. Invocando su di voi e sulle vostre famiglie la pace di Cristo che sorpassa ogni intelligenza (cfr Ph 4,7), imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.




AI MEMBRI DELLE PONTIFICIE ACCADEMIE


IN OCCASIONE DELLA SESTA SEDUTA PUBBLICA


Giovedì, 8 novembre 2001

Signori Cardinali,

signori Ambasciatori,
illustri Accademici Pontifici,
carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di porgere il mio cordiale saluto a ciascuno di voi, che in questa Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie desiderate rinnovare la vostra fedeltà al Successore di Pietro e il vostro impegno per la promozione dell'umanesimo cristiano nell'era della globalizzazione.

Rivolgo un affettuoso pensiero al Signor Cardinale Paul Poupard, Presidente del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie, e lo ringrazio per le gradite parole che ha voluto indirizzarmi a nome dei presenti. Con lui, saluto i Cardinali, i Fratelli nell'Episcopato, gli Ambasciatori, i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, come pure i componenti del Coro Interuniversitario di Roma, che hanno voluto arricchire con la bellezza della musica il nostro incontro.

2. Quest'anno la Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino e la Pontificia Accademia di Teologia organizzano la Seduta Pubblica sullo stimolante tema: Dimensioni culturali della globalizzazione: una sfida all'umanesimo cristiano.Come ho più volte ricordato, gli aspetti culturali ed etici della globalizzazione costituiscono per la Comunità cristiana motivo di speciale interesse e di maggiore attenzione, rispetto agli effetti puramente economici e finanziari del fenomeno.

La riflessione cristiana sulla globalizzazione può trovare utili indicazioni dall'evento di Pentecoste. San Luca nel Libro degli Atti narra che, pieni di Spirito Santo, gli Apostoli "cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi" e la folla numerosa, proveniente da "ogni nazione che è sotto il cielo", udì annunziare nelle varie lingue del mondo "le grandi opere di Dio" (cfr Ac 2,4-11). La Chiesa, inviata alle genti per essere "sacramento universale di salvezza" (Lumen gentium LG 48), all'inizio del terzo millennio - tertio millennio ineunte - continua a percorrere le mille strade del mondo per annunziare ovunque il Vangelo di Gesù, "Via, Verità e Vita" (Jn 14,6). Ammaestrando tutte le nazioni (cfr Mt 28,19), essa immette nelle culture del mondo il sale della verità e il fuoco della carità con la novità e la salvezza recate da Cristo. Nella sua quotidiana missione la Chiesa "parla tutte le lingue, e tutte le lingue nell'amore intende e comprende, superando così la dispersione babelica" (Ad gentes AGD 4).

Esperta in umanità, essa viene interpellata per discernere e valutare il novum culturale prodotto dalla globalizzazione. E' un novum che investe l'intera comunità degli uomini, chiamata da Dio, Creatore e Padre, a formare una sola famiglia nella quale a tutti vengano riconosciuti gli stessi diritti e doveri, in forza della comune e fondamentale dignità della persona umana.


GP2 Discorsi 2001 380