GP2 Discorsi 2002 196


AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL PERÚ


IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"


Martedì, 2 luglio 2002




Cari Fratelli nell'Episcopato,

1. Sono lieto di porgervi il benvenuto in questo incontro con voi, Pastori della Chiesa di Cristo in Perú, che realizzate la visita ad limina alla sede di Pietro, l'Apostolo che ricevette il mandato di "confermare i fratelli nella fede" (cfr Lc 22,32) e che a Roma portò a compimento la sua testimonianza di amore e di fedeltà al Signore versando il suo sangue per Lui.

Ringrazio Monsignor Luis Armando Bambarén Gasteluzmendi, Vescovo di Chimbote e Presidente della Conferenza Episcopale, per le cordiali parole che mi ha rivolto, con le quali ha sottolineato il "vincolo dell'unità, della carità e della pace" che vi uniscono al Vescovo di Roma (Lumen gentium LG 22), come pure i principali aneliti che animano la vostra missione apostolica nelle diverse Chiese particolari che vi sono state affidate. Mosso dalla sollecitudine di Pastore della Chiesa universale, mi sento unito alle vostre preoccupazioni e vi incoraggio a proseguire con generosità e grandezza d'animo nella vostra dedizione, dando impulso all'appassionante compito di rinnovamento pastorale in questo inizio del nuovo millennio.

2. Una delle sfide cruciali del nostro tempo, come ho indicato nella Lettera Apostolica Novo Millennio ineunte, è proprio lo spirito di comunione che deve regnare nella Chiesa e presiedere tutti gli aspetti e settori dell'azione pastorale (cfr nn. 43-45). Di fatto, la comunione come spiritualità radicata nella Trinità, come principio educativo e attitudine cristiana di cui si deve rendere chiara testimonianza, oltre a essere una imperiosa esigenza del messaggio di Cristo (cfr Ecclesia in America, n. 33), è anche una risposta "alle attese profonde del mondo" (Novo Millennio ineunte NM 43).

Grazie alla vostra vasta esperienza pastorale, conoscete bene il paradosso di un momento storico in cui la capacità quasi incommensurabile di interrelazione convive con un frequente sentimento di isolamento, che causa frammentazione e persino conflitti in diversi ambiti della famiglia umana.

Dinanzi a ciò la Chiesa deve ricordare e rivivere continuamente l'incomparabile esperienza della Pentecoste, quando "tutti insieme i discepoli lodavano Dio in tutte le lingue, avendo lo Spirito condotto all'unità i popoli distanti e offerto al Padre le primizie di tutte le nazioni" (Sant'Ireneo, Adv. haer. 3, 17, 2). Così voi, Fratelli nell'Episcopato, siete chiamati a essere esempio di comunione nell'affetto collegiale, senza che ciò vada a discapito della responsabilità che ognuno di voi ha nella sua Chiesa locale, dove, a sua volta, è "il principio visibile e il fondamento dell'unità" (Lumen gentium LG 23).

3. Se la scarsità dei mezzi, le incomprensioni, la diversità di opinione o di origine nel vostro popolo o altre difficoltà ancora, possono indurre allo scoraggiamento, Gesù ci conforta sempre nel farci vedere che a Lui persino "i venti e il mare obbediscono" (Mt 8,27). È quindi necessario appoggiarsi a Lui, facendo crescere in tutti i credenti un autentico desiderio di santità, alla quale siamo tutti chiamati e nella quale culminano le aspirazioni più profonde dell'essere umano.

197 Il Perú, che è stato benedetto da Dio con numerosi frutti di santità, ha abbondanti esempi che possono illuminare e aprire grandi prospettive alle generazioni attuali. Non si devono dimenticare figure della statura di santo Toribio de Mogrovejo, santa Rosa de Lima, san Martín de Porres, san Francisco Solano o san Juan Macías, fra gli altri. Sono un modello per i Pastori, che devono identificarsi con lo stile personale di Gesù Cristo, fatto di semplicità, povertà, vicinanza, rinuncia ai vantaggi personali e piena fiducia nella forza dello Spirito al di là dei mezzi umani (cfr Ecclesia in America, n. 28). Lo sono anche per gli altri credenti, che nei santi hanno la prova vivente delle meraviglie di Dio in un cuore ben disposto, qualunque sia la condizione sociale o la situazione di vita in cui accolgono la sua grazia.

La vostra Nazione deve sentirsi privilegiata per i tanti frutti di santità, in quanto evidenziano oltremodo il profondo radicamento cristiano del suo popolo, che ha contribuito decisamente a forgiare la sua identità e che, lungi dall'essere ignorato, deve essere salvaguardato in quanto valore irrinunciabile.

4. In questo contesto, è particolarmente importante suscitare, soprattutto fra i giovani, la passione per i grandi ideali del Vangelo, di modo che un crescente numero di essi si senta spinto a dedicare la propria vita interamente a proclamare e a rendere testimonianza del fatto che "dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà" (
2Co 3,17). Pertanto l'evangelizzazione delle nuove generazioni deve essere accompagnata, quasi in maniera spontanea, da una pastorale vocazionale, ogni giorno più urgente, che apra nuovi orizzonti di speranza nelle Chiese locali.

È parimenti importante rivolgere un'accurata attenzione alla formazione impartita nei seminari. Oltre a coltivare la maturità umana dei candidati affinché si mettano completamente a disposizione di Dio e della Chiesa con piena consapevolezza e responsabilità, li si deve saggiamente guidare verso una profonda vita spirituale che li renda idonei ad assumere effettivamente e affettivamente il futuro ministero con tutte le sue esigenze. È necessario presentare e affrontare in modo chiaro e completo i requisiti di una sequela incondizionata di Gesù nel ministero o nella vita consacrata, poiché chi lo ama veramente, ripeterà nel suo cuore dinanzi a qualsiasi difficoltà le parole di Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Jn 6,68).

Il vostro Paese ha bisogno di sacerdoti e di evangelizzatori, santi, dotti e fedeli alla propria vocazione, cosa a cui non si può rinunciare per il loro scarso numero o per altre circostanze sociali e culturali. Questo è un compito in cui il Vescovo deve mostrare una particolare vicinanza di padre e maestro ai suoi seminaristi, contando sulla incondizionata e trasparente cooperazione dei formatori. Va inoltre sottolineato lo spirito di collaborazione fra le diverse Diocesi per offrire migliori mezzi personali e materiali ai propri candidati al sacerdozio, che così buoni risultati può dare e che manifesta una solidarietà concreta con le Chiese particolari maggiormente carenti di risorse.

5. Avete anche espresso la vostra preoccupazione per i problemi che concernono il matrimonio e la famiglia, sia a causa di alcuni fattori culturali sia per un determinato clima, a volte "militante", contro l'autentico significato di tali istituzioni (cfr Novo Millennio ineunte NM 47). In tal senso è importante che il progetto cristiano di santità pervada anche l'amore umano e la convivenza familiare, poiché si deve rispettare integralmente il disegno di Dio per tutto il genere umano e la sua eccelsa dignità di segno dell'amore che unisce Cristo alla sua Chiesa (cfr Ep 5,32).

La complessità degli aspetti implicati in questo campo richiede parimenti un'azione pastorale multidisciplinare, nella quale l'iniziativa catechetica dei Pastori si completi con l'azione educativa di altri fedeli laici, l'aiuto reciproco fra le stesse famiglie e la promozione di quelle condizioni che favoriscono la crescita dell'amore dei coniugi e la stabilità familiare. In effetti, è imprescindibile che i giovani conoscano la vera bellezza dell'amore, "perché l'amore è da Dio" (1Jn 4,7), che maturino in esso un atteggiamento di dono di sé e non di egoismo, che si inizino alla convivenza con spirito limpido e puro, includendo in essa anche la ricchezza dell'esperienza di fede condivisa, e che affrontino il loro futuro come un'autentica vocazione alla quale Dio li chiama per collaborare all'ineffabile compito di essere datori di vita.

La pastorale familiare deve contemplare anche quegli aspetti che possono condizionare il degno sviluppo dei doveri propri di questa istituzione fondamentale, promuovendo un migliore sostegno economico ai nuovi nuclei familiari che si formano, maggiori possibilità di ottenere abitazioni decorose che evitino il deterioramento familiare ed effettiva possibilità di esercitare il diritto di educare i figli secondo la propria fede e senso etico della vita. Per questo i Pastori devono far udire la loro voce per sottolineare l'importanza della famiglia come cellula primigenia e fondamentale della società, e il suo insostituibile contributo al bene comune di tutti i cittadini. Ciò diviene particolarmente urgente quando, per motivi più o meno opportunistici, si presentano progetti politici antinatalisti, si soffoca il desiderio di fedeltà matrimoniale e si ostacola in altri modi il normale svolgimento della vita familiare.

6. Constato con soddisfazione il vigore e la creatività dell'azione che la Chiesa in Perú svolge a favore dei più bisognosi, ancora più necessaria in un momento in cui la difficile situazione economica nella regione fa emergere con maggiore violenza le molteplici forme, antiche e nuove, di povertà. Quando sono tanti i figli di Dio che vivono in condizioni disumane, occorre dare impulso a una pastorale sociale concreta, tangibile e organizzata, che soddisfi con prontezza i bisogni più perentori e getti le fondamenta di uno sviluppo armonioso e duraturo basato sullo spirito di solidarietà fraterna.

A tale proposito, esprimo il mio più sincero ringraziamento alle numerose istituzioni ecclesiali che, con grande dinamismo e dedizione, fanno giungere la luce del Vangelo e l'aiuto fraterno nei luoghi più remoti della terra peruviana, della selva amazzonica, come pure della cordigliera andina o delle pianure costiere. È bello contemplare come in questo campo si uniscano gi sforzi, svaniscano le differenze e si superino le frontiere. In ciò si distinguono gli Istituti di vita consacrata, che possono essere considerati "una esegesi vivente della parola di Gesù: "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me"" (Vita consecrata VC 82).

Spetta ai Pastori fare di tante iniziative un chiaro segno della sollecitudine della Chiesa, poiché nessuno dei suoi membri, Pastori o fedeli, deve restare indifferente di fronte al bisogno spirituale e materiale, sia esso il sostentamento quotidiano, la dignità personale o l'opportunità effettiva di partecipare al bene comune del suo popolo.

198 7. Al termine di questo incontro fraterno, vi ripeto il mio incoraggiamento a proseguire l'opera di guidare e illuminare la vita delle vostre Chiese particolari, affidandola alla dolce protezione della Santissima Vergine Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione. Vi chiedo di trasmettere il saluto e l'affetto del Papa ai vostri sacerdoti e seminaristi, ai missionari, alle comunità religiose, ai catechisti, agli educatori e ai laici impegnati, come pure agli anziani e ai malati, che vi stanno accanto e vi aiutano nell'appassionante compito di seminare il Vangelo nel cuore dei peruviani, che è fonte di speranza e di pace.

Mentre vi accompagno sempre con le mie preghiere e il mio affetto, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


ALLE SUORE OBLATE DEL BAMBINO GESÙ


IN OCCASIONE DEL 330° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE


Carissime Sorelle!


1. Il vostro Istituto celebra oggi il 330° anniversario di fondazione. Era infatti il 2 luglio del 1672 quando, a Roma, Anna Moroni e dodici ragazze si consacrarono a Cristo col proposito di seguirlo e di servirlo nei "piccoli", specialmente mediante la catechesi e l'educazione della gioventù. In questa felice circostanza, sono lieto di rivolgermi a voi con questo speciale Messaggio. Saluto ciascuna di voi, con un particolare pensiero per la Superiora Generale, che ringrazio per i sentimenti espressi a nome di tutte.

Voi, care Sorelle, avete tanto desiderato incontrare il Successore di Pietro, al quale vi lega, da oltre tre secoli, l'apprezzato servizio che offrite nella Sacrestia Pontificia, servizio affidatovi dal mio venerato predecessore, il Beato Innocenzo XI. Vi sono grato per l'assidua e diligente premura con cui da allora l'adempite. La vostra spiritualità, improntata alla contemplazione del Bambino Gesù a Betlemme, vi spinge a trattare le cose sante necessarie alla Liturgia con lo stesso amore con cui la Vergine Maria avvolse in fasce il Figlio neonato e lo depose nella mangiatoia (cfr Lc 2,7).

L'adorazione del Bambino Gesù vi stimola a diventare sempre più miti ed umili di cuore, imitando la sua sottomissione e laboriosità all'interno della Santa Famiglia.

2. "Vivere la spiritualità di Betlemme raggiungendo la somiglianza con il Verbo incarnato": ecco il carisma della vostra Congregazione, intimamente legato al mistero dell'Incarnazione. Immagino che il Grande Giubileo dell'Anno 2000 sia stato per voi un'occasione privilegiata per approfondire ancor più questo "spirito di Betlem". E' lo spirito dell'infanzia spirituale che, come sottolineano le Costituzioni della vostra Congregazione, vi aiuta "a conquistare, per grazia di Dio, le stesse virtù che i bambini hanno per natura, in rapporto a Dio e al prossimo: l'innocenza, la spontaneità, l'apertura, la sincerità, la fiducia, la rettitudine, la semplicità che nasce dalla sapienza divina".

Mi compiaccio con voi per lo slancio spirituale che vi anima: esso costituisce la migliore garanzia per un autentico rinnovamento della vita consacrata. Il motto "Duc in altum", da me rivolto all'intero popolo cristiano nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, trova una sua significativa interpretazione in quello lasciatovi dalla vostra Fondatrice: "Da Betlem al Calvario". Seguendo Cristo nel suo integrale itinerario salvifico, si può "prendere il largo" verso gli sconfinati orizzonti della santità, lasciando che Dio operi in noi e attraverso di noi prodigi di bontà e di amore.

3. Nella Roma del Seicento, Anna Moroni insieme alle prime consacrate non possedeva molti mezzi, ma era ricca di Dio ed è per questo che poté con il consiglio del Direttore spirituale, il P. Cosimo Berlinsani, operare grandi cose tra i piccoli e i semplici, coniugando fede e vita ed attirando tante anime a Cristo. La vostra Fondatrice era innamorata di Gesù Bambino e provava un trasporto profondo per il Crocifisso, che definiva il suo "unico libro".

Fedeli al vostro carisma, voi potete rispondere alle nuove sfide dell'educazione e dell'evangelizzazione, privilegiando, secondo la specificità del vostro Istituto, la catechesi e la pastorale giovanile. Senza lasciarvi scoraggiare da difficoltà e prove, continuate a dilatare le tende della vostra azione apostolica nel mondo, come, per esempio, avete fatto recentemente - e ve ne rendo merito - con la nuova opera alla periferia di Lima, in Perù. Dedicarsi all'educazione dell'infanzia e della gioventù è una priorità apostolica alla quale la Chiesa non ha mai rinunciato e mai rinuncerà. In questo complesso ambito pastorale si gioca un aspetto essenziale del mandato di Cristo agli Apostoli: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni..." (Mt 28,20).

Voi, care Suore Oblate del Bambino Gesù, cooperate a questa missione con molteplici iniziative: dalla catechesi, che costituisce il vostro primo impegno, alle opere parrocchiali, dagli esercizi spirituali per giovani ad altre proposte di pastorale giovanile ed ai pensionati universitari, dall'istruzione scolastica al recupero e al sostegno di situazioni familiari difficili, dalla visita a famiglie povere all'accoglienza dei pellegrini.

199 4. In ogni vostra attività sentitevi "nutrici del Bambino Gesù", contemplan-done il volto in ogni persona che incontrate, ed irradiandone le virtù mediante l'obbedienza filiale, l'abbandono al Padre, la semplicità e la gioia di vivere, la povertà e il lavoro quotidiano, la preghiera e lo spirito di comunione fraterna. Con lo stile attraente dell'infanzia spirituale, non vi sarà difficile coinvolgere nel vostro apostolato i laici a voi vicini. La loro collaborazione è preziosa, perché risponde ad un chiaro insegnamento del Concilio Vaticano II e permette di meglio diffondere il lievito evangelico nelle famiglie e nella società.

Penso alla realtà già ben strutturata degli "Animatori laici Anna Moroni" (A.L.A.M.) e ai programmi che insieme con loro state realizzando. Nel rivolgere il mio saluto alla loro nutrita rappresentanza oggi presente, vi esorto a proseguire con generosità su questa strada: Iddio benedirà i vostri sforzi con tante vocazioni e nuovi validi collaboratori.

Carissime Sorelle, l'amore ardente a Gesù Bambino ispiri ogni momento della vostra vita, come pure l'esercizio del vostro apostolato in mezzo alla gioventù. Contemplazione e azione siano da voi sentite come una sola chiamata, perché solo dall'unione di entrambe scaturisce quella genuina maternità spirituale che deve guidare l'azione caritativa e pedagogica alla quale vi siete votate.

Vi sostenga un'intensa e confidente devozione a Maria Santissima, come pure al suo sposo san Giuseppe, ai quali il Padre celeste ha affidato la cura del suo Figlio unigenito fatto uomo. Con affetto, io vi rinnovo l'espressione della mia stima e riconoscenza, mentre prego per ciascuna di voi e per l'intero vostro Istituto, che nelle sue molteplici attività e future prospettive intende vivere, insieme con i collaboratori laici, il testamento della Madre fondatrice: "unione e concordia".

Iddio vi aiuti a conservare e incrementare questa preziosa eredità per il bene di tutti. Con questo auspicio, di cuore vi benedico.

Dal Vaticano, 2 Luglio 2002

IOANNES PAULUS II


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


AL CARD. LUBOMYR HUSAR


IN OCCASIONE DELL’ASSEMBLEA


DELLA CHIESA GRECO- CATTOLICA UCRAINA


(LVIV, 30 GIUGNO - 6 LUGLIO 2002)




Al Venerato Fratello
LUBOMYR Cardinale HUSAR
Arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini

1. In occasione dell'importante Assemblea di codesta Chiesa greco-cattolica ucraina, che si svolgerà a Lviv dal 30 giugno al 6 luglio p.v. ad un anno dalla mia indimenticabile Visita pastorale in codesto Paese, desidero rivolgere il mio cordiale saluto a Lei, ai Fratelli nell'Episcopato e a tutti i partecipanti.

Singolare significato e grande rilievo assume il tema scelto per l'incontro: "Cristo sorgente della rinascita del popolo ucraino". Con fraterno affetto mi unisco a codesta amata Comunità ecclesiale nell'invocare lo Spirito Santo perché le sia concesso di approfondire la conoscenza di Cristo e i lavori assembleari valgano ad infondere nei fedeli rinnovato coraggio nel testimoniare il messaggio di salvezza.

200 Già nella mia prima Enciclica Redemptor hominis rilevavo come Cristo debba occupare il posto centrale nella vita della Chiesa e di ogni cristiano. Egli è infatti il Redentore dell'uomo, il Redentore del mondo. In Cristo e per Cristo "Dio si è rivelato pienamente all'umanità e si è definitivamente avvicinato ad essa e, nello stesso tempo, in Cristo e per Cristo, l'uomo ha acquistato la piena coscienza della sua elevazione, del valore trascendente della propria umanità, del senso della sua esistenza" (n. 11). La missione della Chiesa è, pertanto, quella di annunciare a tutti, sotto l'azione costante dello Spirito Santo, il mistero di Cristo, per far sì che esso diventi effettivo ed efficace per ogni uomo.

2. "Sulla tua parola getterò le reti" (
Lc 5,5). La Comunità cristiana cresce e si rinnova in primo luogo nell'ascolto della parola di Cristo. I lunghi anni di ateismo, durante i quali si è tentato di offuscare i valori cristiani che hanno segnato la storia del popolo ucraino, hanno lasciato un segno negli animi e nei comportamenti della gente. A ciò s'aggiunge oggi l'azione erosiva che il processo di secolarizzazione svolge con la sua prevalente visione materiale della vita, congiunta alla ricerca sfrenata di un benessere spesso effimero e passeggero. Sono proprio queste insidie, che caratterizzano non di rado le società occidentali, a rendere più difficile il quotidiano sforzo volto a testimoniare con coerenza la "buona notizia" della fede.

In questo contesto la vostra Chiesa greco-cattolica ucraina intende opportunamente intensificare l'opera di rievangelizzazione intrapresa nel corso di questi anni. Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte rivolgevo ai credenti l'invito a nutrirsi della Parola per essere ‘servi della Parola’ nell'impegno dell'evangelizzazione e ricordavo che questa è sicuramente una priorità della Chiesa all'inizio del nuovo millennio (cfr n. 40). L'invito di Cristo, "Duc in altum", è rivolto anche a ciascun componente di codesta Chiesa perché, forte della presenza del Signore, sia pronto a trasmettere con chiarezza a chi gli sta accanto il perenne messaggio del Vangelo, la Buona Notizia che, in Gesù "via, verità e vita" (Jn 14,6), è possibile incontrare l'amore accogliente e misericordioso del Padre. Per portare a compimento quest'opera sarà necessario promuovere una solida formazione del clero, un'organica catechesi per giovani e adulti, una sempre più consapevole partecipazione dei fedeli alla Liturgia, fonte e culmine della vita della Chiesa (cfr Sacrosanctum Concilium SC 10).

Rifulge dinanzi a voi l'esempio indimenticabile dei martiri e dei confessori della fede, che non hanno esitato a pagare con il prezzo della vita la loro fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Essi costituiscono per tutti un costante insegnamento. Sì, la Terra di Ucraina, intrisa del sangue dei martiri, ha dato al mondo l'esempio di una invitta fedeltà al Vangelo!

3. A questo patrimonio spirituale voi potete attingere per proseguire nello slancio apostolico e missionario, conservando viva dinanzi ai vostri occhi l'icona di Gesù che si china a lavare i piedi degli Apostoli. E' con questo atteggiamento di umile servizio che la vostra Chiesa si deve preoccupare di trasmettere ad ogni persona il Vangelo della carità e della gioia.

Nella società odierna, in cui sembra spesso prevalere la ricerca del potere, del successo a tutti i costi, del possesso egoistico che rende le persone insensibili alle necessità del prossimo, ogni comunità ecclesiale è chiamata a proclamare e testimoniare il rispetto della dignità di ogni essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, e l'esercizio del potere non come dominio, ma come servizio, nella logica evangelica del Maestro divino che non è venuto per essere servito, ma per servire (cfr Mt 10,45). Consapevole di ciò, la vostra Assemblea non mancherà di dedicare la sua attenzione alla famiglia, tenendo conto delle difficoltà che, purtroppo, essa incontra anche in Ucraina, dove cresce il numero dei divorzi e si allarga la piaga dell'aborto.

Insieme alla famiglia, occorre privilegiare la pastorale dei giovani, che sono la speranza e il futuro della Chiesa, ed aiutarli a riscoprire le radici religiose della cultura a cui appartengono. Mostrate loro che solo in Cristo possono trovare la risposta risolutiva alle domande del loro cuore; aiutateli a sentirsi protagonisti nella ricostruzione spirituale e materiale del Paese, mantenendosi fedeli al Vangelo e ai valori spirituali che da esso promanano.

La vostra Chiesa investa con generosità energie e mezzi per la formazione delle nuove generazioni. Sia coraggiosa nel proporre loro Cristo e il Vangelo "sine glossa". Solo così il mondo giovanile potrà vincere la tentazione di prestare fede ad illusori miraggi e a fallaci modelli, dettati dal materialismo e dall'edonismo.

4. Vasto è il campo apostolico nel quale il Signore chiama la vostra Chiesa ad essere operosamente presente. Venerato Fratello, mentre assicuro la mia vicinanza spirituale ai fedeli greco-cattolici di Ucraina, invito Lei e l'intera Assemblea a riascoltare le parole di Cristo: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola" (Jn 17,21). Questa preghiera, che Gesù rivolge al Padre negli ultimi momenti della sua vita terrena, è "imperativo che ci obbliga, forza che ci sostiene, salutare rimprovero per le nostre pigrizie e ristrettezze di cuore" (Novo millennio ineunte NM 48).

Molte incomprensioni e divisioni hanno segnato la storia della Chiesa in Ucraina. Ora è necessario intensificare gli sforzi di intesa e di comunione innanzitutto tra i cattolici dei due riti. Sarà inoltre importante accrescere l'impegno di avvicinamento e di riconciliazione con gli altri cristiani, in particolare con i fratelli ortodossi. L'identità orientale della vostra Chiesa e la comunione piena con il Successore di Pietro vi aiutino a trovare vie sempre nuove di dialogo, di solidarietà e di collaborazione con le Chiese ortodosse. Sono certo che il cammino personale e comunitario di conversione a Cristo e al suo Vangelo, a cui tutti invita il Concilio Ecumenico Vaticano II (cfr Unitatis redintegratio UR 7), affretterà i tempi di quella piena unità che è voluta da Cristo per i suoi discepoli.

5. Chiesa Greco-cattolica ucraina, è davanti a te un futuro ricco di speranza! Non mancheranno difficoltà ed amarezze, ma non avere paura! Il Signore ti è vicino. Ti accompagna la Santissima Madre di Dio, partecipe sofferente della morte del suo Figlio in croce, ma anche testimone gioiosa della sua gloriosa risurrezione. Il suo materno aiuto renda fruttuosi i lavori dell'Assemblea a beneficio dell'intero Popolo di Dio.

201 Con tali sentimenti e con intenso affetto, ben volentieri invio una speciale Benedizione a Lei, venerato Fratello, ai partecipanti all'Assemblea della Chiesa greco-cattolica ucraina e a tutti gli altri fedeli di codesto vostro Paese, a me molto caro.

Dal Vaticano, 25 Giugno 2002

IOANNES PAULUS II


MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


ALLE MISSIONARIE DEL SACRO CUORE DI GESÙ




Alla Reverenda Madre
Suor LINA COLOMBINI
Superiora Generale
delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù

1. In occasione del prossimo Capitolo Generale di codesto Istituto, sono lieto di far giungere a Lei ed alle Consorelle capitolari il mio beneaugurante saluto, insieme con l'assicurazione della mia spirituale vicinanza, testimoniata da una speciale preghiera al Signore per un proficuo svolgimento dei lavori.

Questo primo Capitolo ordinario del nuovo millennio rappresenta un momento privilegiato di grazia per la Famiglia cabriniana, chiamata ad accogliere l'invito di Gesù a Pietro e ai primi compagni di "prendere il largo e gettare le reti" (cfr Lc 5,4), invito che ho voluto riproporre a tutta la Chiesa nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte.

"Duc in altum! Queste parole del Signore spingono a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirsi con fiducia al futuro: «Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!» (He 13,8)" (ivi, 1). La Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù entra nel terzo millennio arricchita, oltre che dell'esperienza straordinaria del Grande Giubileo dell'Anno 2000, anche dei frutti raccolti nelle celebrazioni del 150°anniversario della nascita della fondatrice, Santa Francesca Saverio Cabrini, nonché in quelle per il 50°anniversario della sua proclamazione a Patrona degli emigranti.

2. Il tema scelto per il presente Capitolo - "Prendete il largo e gettate le reti" (Lc 5,4). Sfide e profezia della famiglia cabriniana" - si colloca in tale contesto ed invita ad un generoso entusiasmo apostolico, all'inizio di un secolo ricco di sfide spesso inedite, ma pur sempre penetrate dalla presenza di Dio vigile e operante. Al riguardo, le Costituzioni ricordano che "la vocazione di Missionarie del Sacro Cuore impegna a spargere quel fuoco che Gesù è venuto a portare sulla terra" (Cost. 15).

E' ciò che Francesca Cabrini fece con coraggio nel corso di una vita completamente dedita a portare l'amore di Cristo a quanti, lontani dalla patria e dalla famiglia, rischiavano di allontanarsi anche da Dio. Ella ripeteva spesso alle sue figlie: "Imitiamo la carità del Cuore adorabile di Gesù nella salvezza delle anime, facciamoci tutte a tutti per guadagnare tutti a Gesù come Lui fa continuamente", ed ancora: "Potessi, o Gesù, allargare le braccia e abbracciare tutto il mondo per dartelo, oh quanto sarei contenta!".

202 Se intendono seguire le orme della Fondatrice, le sue Figlie spirituali non possono non spingersi con rinnovato ardore sulle frontiere della carità, per rendere visibile l'amore misericordioso e compassionevole del Signore, e far risuonare l'annuncio di Cristo là dove la Provvidenza le ha poste ad operare.

3.Di fronte alle mutate condizioni della mobilità umana, le Religiose di Madre Cabrini sono chiamate ad offrire un'accoglienza attenta e solidale ai migranti del nostro tempo, che spesso recano con sé, insieme con un carico di sofferenza, di solitudine e di povertà, anche un ricco bagaglio di umanità, di valori e di speranze. Si sentano altresì impegnate a porre particolare cura nella promozione della donna, specialmente in contesti dove essa è più minacciata ed indifesa. L'educazione dei bimbi e degli adolescenti, la catechesi e la pastorale giovanile continuino ad essere per loro vie privilegiate di evangelizzazione e di formazione cristiana, canali di trasmissione di una fede che incida sulla cultura e sulla vita.

Sostenute dalla parola del Signore che invita a "prendere il largo" e guardando all'esempio della Fondatrice, le Missionarie del Sacro Cuore di Gesù si dedicheranno con zelo ed entusiasmo alla messe che il Signore affida loro. Nonostante il contesto sociale spesso ostico, esse non desisteranno dal rendere testimonianza del primato di Dio e, con le parole e con la vita, diffonderanno attorno a sé la gioia della propria consacrazione a Cristo casto, povero e ubbidiente.

Ciò suppone in esse la lucida consapevolezza che primo e prioritario loro impegno deve essere la fatica quotidiana dell'ascesi cristiana personale e comunitaria per configurarsi a Cristo, "prendendo - come scriveva Madre Cabrini - Gesù per modello in tutti gli avvenimenti e in tutte le nostre azioni, unendo tutti i nostri passi ai Suoi, affine di non camminare che per la via del Suo amore".

4. Confido che il desiderio di fedeltà alla missione ed al carisma originario conduca codesto Istituto a custodire sempre il grande valore della vita comunitaria. E' quanto mai importante costruire comunità fraterne, che evangelizzino in primo luogo con la loro testimonianza di vita. Le case in cui abitano le Missionarie del Sacro Cuore di Gesù siano vere scuole di formazione e di crescita umana e spirituale, luoghi dove si esprime l'amore di Dio nel servizio e nella carità, nel perdono donato e accolto. Un tale stile di vita costituirà per tutti eco eloquente della Buona Novella ed efficace proposta vocazionale, che non mancherà di motivare le giovani ad una seria riflessione sulla vita consacrata.

Altro impegno importante dell'Istituto sarà di proseguire il già intrapreso cammino di comunione e di condivisione del proprio carisma con i laici, affrontando insieme le sfide dell'oggi. Il desiderio di essere fedeli al carisma delle origini, conservando vive le superiori esigenze del Regno di Dio, non potrà non spingere ogni membro ed ogni comunità a percorrere un esigente itinerario di formazione permanente, nella costante attenzione alle sfide moderne e ai segni dei tempi.

5. Reverenda Madre, il Signore guidi con la forza del Suo Spirito i lavori capitolari, perché rechino all'intera vostra Famiglia religiosa gli auspicati frutti spirituali ed apostolici.

Nell'invocare su di voi la materna protezione di Maria Santissima delle Grazie, che Santa Francesca Saverio Cabrini additava alle sue figlie come Madre e Maestra, vi incoraggio nella vostra missione e con affetto imparto a Lei, Reverenda Madre, ed a ciascuna Missionaria del Sacro Cuore di Cristo una speciale Benedizione Apostolica, pegno di abbondanti grazie e di spirituale letizia.

Dal Vaticano, 24 Giugno 2002


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