GP2 Discorsi 2002 260

260 Cari amici, affidando il vostro incontro a Nostra Signora, vi auguro un lavoro fecondo, per rinnovarvi nella forza del vostro impegno al servizio di una bella e nobile causa. A ognuno di voi, e a tutti coloro che rappresentate, imparto di tutto cuore una particolare Benedizione Apostolica.


AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE


DEL BRASILE (NORDESTE 2) IN VISITA


"AD LIMINA APOSTOLORUM"


Sabato, 28 settembre 2002




Cari Fratelli nell'Episcopato,

1. Con gioia vi ricevo oggi, Pastori della Chiesa di Dio in Brasile, venuti dalle sedi metropolitane di Olinda-Recife, Paraíba, Maceió e Natal, e dalle Diocesi suffraganee. Sono Chiese che possiedono una ricca tradizione spirituale e missionaria - una di esse santificata dal martirio di sacerdoti, religiosi e laici -, e arricchite dalle salde virtù di numerose famiglie cristiane che hanno consolidato la fede della vostra patria. Siete venuti a Roma per realizzare questa visita ad limina, venerabile istituzione che contribuisce a mantenere vivi gli stretti vincoli di comunione che uniscono ogni Vescovo al Successore di Pietro. La vostra presenza qui mi fa sentire vicino anche ai sacerdoti, religiosi e fedeli delle Chiese particolari che presiedete.

Ringrazio il signor Vescovo Monsignor Fernando Antônio Saburido, Presidente del Regional Nordeste-2, per le cordiali parole che mi ha rivolto, a nome di tutti, rinnovando le espressioni di affetto e di stima e rendendomi partecipe delle vostre preoccupazioni e dei vostri progetti pastorali. L'occasione mi è propizia per ricordare Monsignor Antônio Soares Costa, vostro predecessore a capo di questo Regional che, per un misterioso disegno della Provvidenza, è venuto a mancare a metà di quest'anno; che Dio lo tenga nella sua gloria! Prego il Signore pieno di misericordia affinché, nelle vostre Diocesi e in tutto il Brasile, progrediscano sempre la stessa fede, la speranza, la carità e la coraggiosa testimonianza di tutti i cristiani, conformemente all'eredità ricevuta dalla Chiesa dai tempi degli Apostoli.

2. In primo luogo, desidero esprimere la mia profonda gratitudine per lo zelo con cui svolgete la missione che vi è stata affidata, spesso in circostanze difficili, per guidare il vostro gregge. Molte volte il Pastore deve prendere decisioni, "graviter onerata conscientia", su questioni che riguardano non solo una persona, ma anche una comunità o istituzioni della sua Diocesi. "Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi" (Rm 1,9). A Lui chiedo ardentemente che vi manteniate saldi nella fede e coraggiosi nella speranza che vi è stata data, "né morte né vita, ... né presente né avvenire, né potenze, né altezze né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore" (Rm 8,38-39).

Conosco la dinamica delle vostre Assemblee e lo sforzo per definire i diversi piani pastorali, che danno la priorità alla formazione del clero e degli agenti di pastorale. Alcuni di voi hanno promosso movimenti di evangelizzazione per facilitare l'aggruppamento dei fedeli in una stessa linea di azione. In questi ultimi anni ho voluto nominare nuovi Pastori in alcune Diocesi, come quelle di Floresta, Guarabira, Palmares, per citarne alcune, consentendo così di continuare l'opera di evangelizzazione in quelle regioni. Il Successore di Pietro conta su di voi perché la vostra preparazione si fondi sempre su quella spiritualità di comunione e di fedeltà alla Sede di Pietro, al fine di garantire che l'azione dello Spirito non sia vana. Di fatto, l'integrità della fede, insieme alla disciplina ecclesiale, è e sarà sempre un tema che richiederà attenzione e sollecitudine da parte di tutti voi, soprattutto quando si tratta di saper ponderare che esistono "una sola fede e un solo battesimo".

3. Fra i vari documenti che si occupano, come sapete, dell'unità dei cristiani, vi è il Direttorio per l'ecumenismo pubblicato dal Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani. Vari paragrafi di questo documento descrivono la "formazione di quanti si dedicano al ministero pastorale" (nn. 70-86), la "formazione specializzata" di agenti ecumenici" (nn. 87-90) e la "formazione permanente" di presbiteri e diaconi e altri agenti di pastorale "in continuo aggiornamento, tenendo presente che il movimento ecumenico è in evoluzione" (n. 91).

Queste norme potranno dare un sano orientamento allo studio teologico. Il fondamento, il centro, l'obiettivo finale della fede è Cristo, e la missione della Chiesa consiste nell'annunciarlo come nostro unico Salvatore. L'azione della Chiesa si svolge, in particolare, attraverso il ministero dei sacerdoti. Per questo, desidero rinnovare, ancora una volta, l'appello a porre al vertice della vostra sollecitudine pastorale l'importanza di promuovere vocazioni sacerdotali. Per assistere la numerosa popolazione di fedeli cattolici, sono necessari sacerdoti che possiedano una formazione adeguata, che permetta loro di assumere il gravoso compito di rappresentare la Persona di Cristo dinanzi alle comunità locali.

D'altro canto, un'adeguata formazione degli agenti di pastorale, come sostegno all'evangelizzazione promossa dai Vescovi e dai presbiteri, si rivelerà di grande utilità nello stimolare la convivenza e la testimonianza di fede negli ambienti più difficili.

4. "Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola" (Jn 17,21).

261 Quello che fu, al tempo stesso, un appello e una preghiera, "ci rivela l'unità di Cristo col Padre quale luogo sorgivo dell'unità della Chiesa e dono perenne che in lui questa, misteriosamente, riceverà fino alla fine dei tempi" (Novo Millennio ineunte NM 48). Queste considerazioni fatte subito dopo l'inizio del nuovo millennio, ci ricordano l'importanza di accogliere e di promuovere risolutamente lo spirito ecumenico con le altre Chiese e comunità ecclesiali.

Alle soglie dell'anno 2000 ho avuto l'opportunità di dare avvio alla Campagna della Fraternità, invitando a dialogare con i fratelli nella fede in quanto corresponsabili della Chiesa nella sua missione pastorale e salvifica. L'avvicinamento di tutti i cristiani nel cammino ecumenico promosso dal Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane in Brasile, affinché tutti gli uomini credano in Cristo, ha contribuito a creare un'intesa migliore, nella ricerca comune dell'unità voluta dal Signore.

Si tratta quindi di vedere concretizzata tale unità in spirito e vita, non solo nelle vostre regioni, ma in tutto il Paese. Indubbiamente il Brasile continua a essere una nazione prevalentemente cattolica, dove si deve tuttavia convivere con diverse altre Chiese e comunità ecclesiali, con le quali è importante coltivare buoni rapporti per una più incisiva azione evangelizzatrice.

5. La prospettiva ecumenica della teologia esorta all'adesione alla fede contenuta o spiegata nelle Sacre Scritture e nella Tradizione, e insegnata dal Magistero della Chiesa. Conosco lo sforzo compiuto dalle vostre Diocesi, volto a fissare le basi di un sano ecumenismo. Tuttavia, se nel Direttorio sopra citato si affermava che "la diversità è una dimensione della cattolicità" (n. 16), ciò non deve indurre a un certo indifferentismo che uguaglia, in un falso irenismo, tutte le opinioni.
Formulo voti affinché lo sforzo delle Comunità cristiane per conseguire la tanto sospirata unità, sia sempre fondato sulla verità già manifestata alla Chiesa nella sua realtà escatologica, poiché "gli elementi di questa Chiesa già esistono, congiunti nella loro pienezza, nella Chiesa cattolica e, senza tale pienezza nelle altre Comunità" (Lettera Enciclica Ut unum sint UUS 14).

Non vi è pertanto incompatibilità fra l'affermazione di un'adesione incondizionata alla Verità di Gesù Cristo e il rispetto per le coscienze. Se la religione non è solamente una questione di coscienza, ma anche di libera adesione alla Verità, che può o non può essere accolta, non si può però transigere sul suo contenuto; perciò è necessario illustrarla, senza trascurare gli elementi contenuti nei fatti rivelati. Tale è l'importanza del vostro impegno nel preparare formatori atti a garantire la massima fedeltà all'insegnamento teologico. Formare le coscienze, nella piena fedeltà al piano di salvezza rivelato dal Redentore degli uomini, è un compito di grande responsabilità dei Pastori e dei loro presbiteri.

La catechesi è, senza dubbio, un altro campo che merita particolare attenzione, poiché l'esistenza di scuole, collegi, università cattoliche o non cattoliche, costituisce la base culturale ed educativa del popolo di questa grande nazione. Il Brasile è sempre stato la culla di una convivenza serena delle diverse scuole di pensiero, e non potrà smettere di essere tale. Accanto al tipico atteggiamento di accoglienza e di convivenza, capace di aprire le braccia a persone di diversa origine, l'anima del vostro popolo ha saputo sempre coltivare i valori della libertà e del rispetto reciproco, come qualcosa di insito nella propria cultura e formazione. Questo aspetto non riveste forse grande importanza per l'educazione all'autentico ecumenismo?

6. Non dubitate quindi, amati Fratelli nell'Episcopato, che il migliore servizio prestato alla causa dell'ecumenismo lo offrirete quando, nella catechesi per gli adulti o per i giovani, saprete offrire una profonda educazione alla libertà poiché "dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà" (2Co 3,17). Il cristiano, quando vive integralmente la sua fede, è polo di attrazione, ispira fiducia e rispetto; non impone mai le sue convinzioni religiose, ma sa trasmettere la verità senza tradire la fiducia in lui riposta. Transige con le persone, senza mai transigere sull'errore. Per questa ragione il Catechismo della Chiesa Cattolica può affermare: "Allontanandosi dalla legge morale, l'uomo attenta alla propria libertà, si fa schiavo di se stesso, spezza la fraternità con i suoi simili e si ribella contro la volontà divina" (n. 1740).

Possa questo spirito riflettersi nelle diverse pastorali che sarete impegnati a orientare a partire da questo nostro incontro romano! Occorre insegnare l'autentica dignità della persona nel lavoro e nel focolare domestico, in campagna e in città. Abituarsi a rispettare e a convivere con chi la pensa diversamente, trasmettere pace ai cuori divisi, pregare per tutti, affinché la grazia di Dio possa addolcire gli animi induriti forse da un cattivo esempio di condotta.

7. Per testimoniare la carità che ci unisce, ho proposto per l'inizio di questo secolo di "fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo" (Novo Millennio ineunte NM 43).

Il cristiano in essa inserito e pervaso da questo spirito saprà cogliere ogni occasione per unirsi alle sue ansie e speranze: siano quindi anche vostre le gioie e i dolori della Chiesa; cercate di promuovere la solidarietà con i cristiani perseguitati a causa della loro fede in numerosi Paesi. Allo stesso tempo, cercate di promuovere il clamore della preghiera affinché il Signore si degni di affrettare il conseguimento di quella tanto desiderata unità di fede alla quale tutti aspiriamo.

262 Cari Fratelli, vi assicuro ancora una volta della mia profonda comunione nella preghiera, con una salda speranza nel futuro delle vostre Diocesi, nelle quali si riflette un Paese sempre giovane, disposto ad affrontare le nuove sfide di questo inizio secolo. Che il Signore vi conceda la gioia di servirlo, guidando in Suo nome le Chiese particolari che vi sono state affidate! Che la Vergine Santissima e i santi Patroni di ogni luogo vi accompagnino e proteggano sempre!

A voi, amati Fratelli nell'Episcopato, e ai vostri fedeli diocesani, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.


AI MEMBRI DEL 31° STORMO


DELL’AERONAUTICA MILITARE ITALIANA


Sabato, 28 settembre 2002




Signor Comandante,
Signori Ufficiali e Sottoufficiali,
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Al termine del mio soggiorno a Castel Gandolfo, sono lieto di incontrarmi ancora una volta con voi, cari rappresentanti del Trentunesimo Stormo dell’Aeronautica Militare Italiana. L’occasione mi è gradita per manifestarvi i miei sentimenti di profonda riconoscenza. Vi saluto cordialmente e vi ringrazio per la vostra premurosa disponibilità, che mi permette di svolgere agevolmente il mio ministero pastorale, quando esso richiede il trasferimento in varie località del territorio italiano.

Ho sempre ammirato la vostra grande abnegazione e la vostra collaudata competenza. E l’odierna circostanza costituisce un’occasione propizia per compiere, come di consuetudine, un gesto espressivo del mio grato apprezzamento per l’intero Trentunesimo Stormo, assegnando ad alcuni di voi speciali distinzioni pontificie.

2. Il vostro Comandante, nel rivolgermi la parola a nome vostro, ha voluto evidenziare i sentimenti che vi animano nel quotidiano servizio. Vi assicuro la mia preghiera affinché possiate portare a compimento ogni progetto di bene. Vi accompagni nel vostro lavoro e nella vita lo sguardo premuroso della Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra.

Mentre invoco su di voi e sulle vostre famiglie la divina assistenza, a tutti imparto la mia Benedizione.


AL PERSONALE DELLE VILLE PONTIFICIE


Sabato, 28 settembre 2002




263 Carissimi Fratelli e Sorelle!

Volgendo ormai a conclusione la mia permanenza estiva a Castel Gandolfo, mi è gradito accogliervi per questa visita di congedo, che mi offre l’opportunità di esprimere a ciascuno la mia viva riconoscenza per il lavoro che qui svolgete.

Saluto il Direttore Generale delle Ville Pontificie, dottor Saverio Petrillo, che ringrazio per le gentili espressioni rivoltemi. Con lui saluto il personale tutto. Carissimi, il Signore, fonte di ogni bene, vi ricompensi per la generosa dedizione e per lo spirito di sacrificio con cui contribuite a rendere confortevole e riposante la mia permanenza a Castel Gandolfo. Continuate ad offrire una quotidiana testimonianza della vostra fede, esprimendo la vostra appartenenza a Cristo in ogni ambiente.

A tutti assicuro un costante ricordo nella preghiera. Ed ora, in segno della mia costante benevolenza e con i voti più cordiali di una vita serena ed operosa, imparto di cuore a ciascuno di voi qui presenti ed alle vostre famiglie una particolare Benedizione Apostolica.




AL SINDACO E AI MEMBRI DELLA GIUNTA E DEL


CONSIGLIO COMUNALE DI CASTEL GANDOLFO


Lunedì, 30 settembre 2002




1. Sono lieto di porgere un cordiale saluto a Lei, Signor Sindaco, e agli onorevoli Signori membri della Giunta e del Consiglio Comunale, al termine del mio soggiorno estivo a Castel Gandolfo. Qui, il Signore mi ha concesso di trascorrere giorni sereni e distensivi a contatto con la natura, beneficiando del clima salubre di questi colli. Mentre mi accingo a riprendere il mio ministero pastorale in Vaticano, rinfrancato da questi mesi di riposo, desidero ringraziare ciascuno di Voi per la sollecitudine e la disponibilità dimostrata nei confronti della mia persona e dei miei collaboratori.

Ringrazio in maniera speciale Lei, Signor Sindaco, per le gentili parole rivoltemi e per i sentimenti che ha voluto esprimere anche a nome dell’Amministrazione e dell’intera cittadinanza di Castel Gandolfo.

2. Nel prendere congedo da questa comunità, a me sempre tanto cara, desidero manifestare ancora una volta vivo apprezzamento per l’ospitalità e la generosità che gli abitanti hanno voluto riservare non solo al Papa, ma anche ai pellegrini e visitatori venuti ad incontrarlo. Grazie di cuore!

Carissimi Fratelli e Sorelle desidero assicurarvi il mio affetto e la mia costante vicinanza spirituale. Porto nell’animo le vostre persone ed ogni vostra intenzione, mentre vi chiedo di accompagnarmi con la vostra preghiera.

Affido ciascuno all’intercessione di Maria, Regina della Pace, e a tutti imparto di cuore la mia Benedizione.


ALLE FORZE DELL’ORDINE


Lunedì, 30 settembre 2002




264 Cari Funzionari e Agenti di Polizia,
della Guardia di Finanza,
e Militari dell’Arma dei Carabinieri!

Nell’imminenza di lasciare la residenza di Castel Gandolfo, desidero rinnovarvi l’apprezzamento e la stima che nutro per il vostro generoso servizio a salvaguardia della sicurezza e della serenità di tutti.

In modo particolare, vorrei manifestare a ciascuno di voi cordiale riconoscenza, anche a nome dei miei Collaboratori e dei fedeli e pellegrini saliti numerosi quassù per incontrare il Papa. Grazie per il vostro instancabile impegno, che certamente ha comportato grande sacrificio. Continuate a rendere sempre onore a voi stessi e alla divisa che indossate. Sia il vostro lavoro animato da una carica interiore, che trova la sua origine nell’amore verso Dio.

Vi affido alla materna protezione di Maria Santissima, Virgo Fidelis, e con affetto imparto a voi, alle vostre famiglie e a quanti vi stanno a cuore, una speciale Benedizione Apostolica.

Ottobre 2002


MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


ALL’ABBADESSA GENERALE


DELL’ORDINE DEL SS. SALVATORE DI SANTA BRIGIDA




Alla Reverenda Madre
Tekla Famiglietti
Abbadessa Generale dell’Ordine del SS. Salvatore di santa Brigida

1. All’approssimarsi del settimo centenario della nascita di santa Brigida di Svezia, mi unisco volentieri alla gioia di codesta Famiglia religiosa. Mentre auguro pieno successo alle celebrazioni giubilari previste, in particolare al simposio commemorativo dal tema "La via della bellezza per un mondo più giusto e più degno", auspico che esse contribuiscano a porre ulteriormente in luce il valore del messaggio di santa Brigida per il nostro tempo.

Saluto cordialmente Lei, Rev.da Madre Abbadessa, e le sue Consorelle, rinnovando la mia gratitudine per il significativo lavoro apostolico svolto al servizio dell’unità dei cristiani specialmente in Europa, sulle orme della Santa svedese. A settecento anni dalla sua nascita, voi volete ritornare spiritualmente a quell’evento come al luminoso punto originario della vostra storia, attingendo rinnovato entusiasmo dal ricordo di quel provvidenziale inizio.

265 Riandando con la mente e col cuore alla sua esperienza mistica, tutta centrata sulla Passione del Redentore, voi vi impegnate a scorgere sul volto della Chiesa i riflessi della santità di Cristo, il Redentore dell’uomo, ormai per sempre "avvolto nel mantello intriso di sangue" (Ap 19,13), garanzia perenne e invincibile di universalesalvezza.

2. Proclamando Santa Brigida Compatrona d’Europa, ho inteso offrire ai fedeli del Continente un singolare modello di "santità al femminile". Dopo aver vissuto felicemente l’esperienza di sposa fedele, di madre esemplare e di educatrice sapiente, Brigida passò attraverso una santa vedovanza, approdando infine allo stato di vita consacrata. In ogni fase della vita, ella seppe sapientemente coniugare la contemplazione con un’attività ad amplissimo raggio, sostenuta sempre dall’amore per Cristo e per la Chiesa. Apportò alla comunità cristiana del suo tempo i doni propri della femminilità, e come donna pienamente realizzata si pose al servizio dei fratelli.

Il suo esempio può essere per le donne di oggi un efficace stimolo a farsi protagoniste d’una società dove sia pienamente rispettata la loro dignità; una società che sappia considerare l’uomo e la donna quali protagonisti a pari titolo dell’universale piano divino sull’umanità. Basta scorrere la biografia di questa donna, che seppe unire in sé la contemplazione più elevata con l’iniziativa apostolica più coraggiosa, per rendersi conto come Brigida possa offrire utili indicazioni anche alle donne di oggi sui modi opportuni per affrontare le problematiche concernenti la famiglia, la comunità cristiana, la stessa società.

3. Nella Lettera Apostolica in forma di "Motu Proprio" Spes aedificandi, del 1 ottobre 1999, osservavo che la Santa "fu apprezzata per le sue doti pedagogiche, che ebbe modo di esprimere nel periodo in cui fu richiesto il suo servizio alla corte di Stoccolma. Da questa esperienza matureranno i consigli che in diverse occasioni darà a principi e sovrani per la retta gestione dei loro compiti. Ma i primi a trarne vantaggio furono ovviamente i figli, e non a caso una delle figlie, Caterina, è venerata come santa" (n. 4). Quale prezioso esempio per i nuclei familiari della nostra epoca!

Santa Brigida è anche maestra di vita consacrata. Grande impegno dispiegò infatti per la formazione di chi accettava di abbracciare la regola dell’Ordine da lei fondato, sempre attenendosi alle indicazioni del Vangelo, alla cui scuola con mano delicata e ferma orientava coloro che si univano a lei nel cammino di perfezione religiosa. La sua azione pedagogica si radicava in una solida maturità morale e spirituale. Proprio per questo la lezione di vita che ci ha tramandato si rivela tuttora valida. Potremmo riassumerla in queste parole: l’educazione è credibile quando traduce in pratica la "pedagogia della virtù". Per educare occorre cioè essere virtuosi, oltre che saggi e competenti. Solo la virtù abilita al titolo di maestri.

4. La spiritualità di santa Brigida presenta molteplici dimensioni. Può quindi costituire una proposta interessante per tutti. In lei ammiriamo un cristianesimo basato sull’imitazione incondizionata di Cristo, ed animato da scelte coerenti con il Vangelo. Fu maestra nell’accogliere la Croce come esperienza centrale della fede; fu discepola esemplare della Chiesa nel professare una cattolicità piena; fu modello di vita insieme contemplativa ed attiva, e fu apostola infaticabile nel ricercare l’unità fra i cristiani; fu anche dotata di intuizione profetica nel leggere la storia nel Vangelo e il Vangelo nella storia.

Nel cuore della spiritualità brigidina si pone il primato assoluto di Dio, del quale "non ci si può prendere gioco" (Ga 6,7). La dimensione missionaria dipende da quella mistica. L’impegno caritativo, missionario e perfino politico, scaturiva in Brigida dalla passione per la preghiera e la contemplazione. Perché ebbe tempo per Dio, ella ebbe anche tempo per l’uomo.

Nelle dichiarazioni al processo di canonizzazione, la figlia Caterina ricordava che, "mentre il babbo era in vita, e poi quando la mamma rimase vedova, non si sedeva mai a tavola senza aver dato da mangiare a dodici poveri". A ragione pertanto le fu attribuito l’appellativo di "madre dei poveri". Anche nel periodo della permanenza a Roma si confermò madre premurosa per gli ultimi, dando un sigillo di autenticità alla forte esperienza mistica che la contraddistingueva.

Quanti intendono prendersi cura delle antiche e nuove situazioni di disagio possono pertanto trovare valido incoraggiamento nell’esempio di questa mistica del Nord-Europa. La sua strategia apostolica rappresenta una formula di sicura efficacia per la "nuova evangelizzazione".

5. Merita di essere sottolineato uno speciale aspetto della sua spiritualità: la dimensione mariana della sua consacrazione a Cristo. Una Donna, Maria, si trova nel cuore dell’economia della salvezza. Santa Brigida invita a guardare alla Vergine di Nazareth come all’icona femminile del cristianesimo. Cercando di imitare Maria, ella si sforzò di essere sposa, madre, religiosa fedele: sulle orme della Vergine, tendeva in ogni circostanza a compiere appieno la volontà di Dio. Non senza ragione il mio Predecessore Bonifacio IX, nella cerimonia di canonizzazione, poté affermare che Brigida in tutta la sua vita, fu sommamente devota della Beata Vergine (cfr Bolla Ab origine mundi, 23 luglio 1391).

Scorrendo il libro delle Rivelazioni, quasi diario del suo pellegrinaggio interiore, si legge che molte volte apprese da Maria il significato dei misteri di Cristo. Imparò a ripetere, mentre contemplava adorando l’incarnato Verbo di Dio, "Sii benedetto, mio Dio, mio Signore, mio Figlio" (VII, 21), memore delle parole di Gesù che aveva detto: "Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre" (Mt 12,50).

266 6. Come, poi, non ricordare la sua passione per l’unità della Chiesa? Sono note le sue preghiere e le sue iniziative per conservare integra l’inconsutile tunica di Cristo, la santa comunità dei discepoli del Redentore. Quale donna di unità, ella si propone quindi a noi come testimone di ecumenismo. La sua personalità armoniosa ispira la vita dell’Ordine che a Lei fa rimontare le proprie origini nella direzione di un ecumenismo spirituale e insieme operativo, anche per il decisivo impulso riformatore che la Beata Elisabetta Hesselblad ha voluto imprimere a codesta Famiglia religiosa. L’unità della Chiesa è una grazia dello Spirito, che va implorata costantemente nella preghiera.

Possa quest’anno giubilare essere per l’Ordine del SS. Salvatore uno stimolo a percorrere con gioia quella che il mio venerato Predecessore, il Papa Paolo VI, amava chiamare "la via della bellezza", la via cioè della santità che è forma suprema di bellezza, nella piena fedeltà alla propria vocazione.

Con tali sentimenti, mentre invoco sull’intera comunità delle Brigidine abbondanti grazie di Dio per intercessione della Madre del Signore, di santa Brigida e della beata Elisabetta Hesselblad, imparto a Lei, Reverenda Madre, ed a ciascuna delle sue figlie, quale pegno di costante affetto, una speciale Benedizione Apostolica.

Da Castel Gandolfo, 21 Settembre 2002

IOANNES PAULUS II


MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


ALLA SUPERIORA GENERALE DELLA CONGREGAZIONE


DELLE ANCELLE DELLA VISITAZIONE




Alla Reverenda Madre
Sr. M. Vincenza Minet
Superiora Generale della Congregazione
delle Ancelle della Visitazione

1. Sono lieto di rivolgere il mio cordiale saluto a Lei e alle Consorelle riunite al Villaggio San Francesco e Santa Croce in Acerno (Salerno) per il IV Capitolo Generale, tempo di singolare grazia per la Congregazione, che celebra quest'anno il 25° di fondazione. Alcune di voi fanno parte del nucleo originario dell’Istituto e, avendo vissuto le vicende che ne segnarono gli inizi, portano ancora più profondamente impresso nel cuore il "magnificat" per quanto il Signore ha compiuto.

Questo cantico di lode esse lo partecipano alle consorelle più giovani, così che l'intera Congregazione, in ogni sua comunità e in tutte le sue attività, possa vivere ed operare in quella interiore esultanza dello spirito, che caratterizza il mistero gaudioso della visita di Maria all’anziana cugina Elisabetta.

Con grande gioia mi unisco al comune rendimento di grazie al Signore per i benefici ricevuti. Ugualmente incoraggio il vostro desiderio di guardare con profetico coraggio all'avvenire per meglio comprendere quali siano le sfide e le attese della Chiesa e del mondo. È quanto intendete fare nel corso della presente assemblea capitolare, che ha come tema: "Il nostro carisma in un mondo che cambia".

267 2. Il vostro carisma affonda le radici nel mirabile mistero della Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta. A questa scena evangelica, altamente eloquente nella sua semplicità, è rivolta l’attenzione di ognuna di voi. Voi intendete ad essa ispirarvi sempre, sia quando operate tra bambini abbandonati e denutriti, come pure quando vi ponete al servizio degli anziani, degli ammalati, nelle parrocchie o in terra di missione.

Inesauribili in verità sono le ricchezze spirituali che promanano da quest’episodio del Vangelo di Luca. L’esempio della Vergine domanda di essere costantemente attualizzato e coniugato con le diverse esigenze storiche, geografiche e culturali. In un mondo che cambia il carisma non muta, ma ha bisogno, per operare efficacemente e portare frutti abbondanti, di quella "fantasia della carità" di cui ho parlato nella Lettera Apostolica Novo Millennio ineunte (cfr n. 50).

3. Essere "Ancelle della Visitazione" significa imitare ogni giorno Maria Santissima, che, accolto con fede l’annuncio dell'Angelo, "si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta la città di Giuda" (
Lc 1,29), per essere vicina ad Elisabetta, bisognosa d’aiuto perché in attesa di Giovanni il Precursore. Farsi prossimo a chi è nel bisogno: ecco il comandamento che Cristo ha dato ad ogni discepolo, e che voi assumete come ideale e scopo della vostra esistenza e della vostra azione comunitaria.

Dio rivela a Maria la prodigiosa gravidanza dell’anziana parente, quale segno che a Lui nulla è impossibile. Anche a voi il Signore non ha mancato e non mancherà di indicare le persone a cui offrire concreta solidarietà, perché in voi e in loro crescano la fede e la riconoscenza verso la sua infinita e onnipotente misericordia.

Proseguite, carissime, a camminare in questa direzione, consapevoli che nel prossimo in difficoltà è Cristo stesso che onorate e servite. Sia vostra cura inoltre crescere ogni giorno di più nello spirito di fraterna comunione. Una comunità, dove regna la carità di Cristo, lavora con gioia e armonia superando più facilmente ostacoli e difficoltà.

4. Carissime Sorelle, siate soprattutto persone di fede e di incessante preghiera. L'intima comunione con Dio, "realizzata in noi dallo Spirito Santo, ci apre, attraverso Cristo e in Cristo, alla contemplazione del volto del Padre" (Lett. ap. Novo Millennio ineunte, 32). Che sarebbe il vostro Istituto senza quest’anima? Che sarebbe il servizio ai fratelli senza la spinta invisibile dell’orazione costante? Tutto si ridurrebbe a mera assistenza e attività sociale, perdendo la sua carica di profetica testimonianza.

Nel mistero della Visitazione, la contemplazione e l’azione appaiono in una sintesi armoniosa. Nella ferialità del servizio di Maria ad Elisabetta si respira il clima della santità, quotidiano compimento della volontà divina in ogni circostanza.

Auguro a ciascuna di voi di vivere ed operare in ogni comunità dell’Istituto con questo stile, che crea il clima favorevole alla santità. In Italia, in Polonia, in Brasile, nelle Filippine, in Kenia e in Madagascar e dovunque la Provvidenza vorrà chiamarvi, mantenete intatto il vostro carisma. Vi guidi e vi assista Maria, la Vergine della Visitazione: con Lei elevate ogni giorno il vostro "magnificat" a Dio, ricco di misericordia. Quanto a me non mancherò di ricordarvi nella preghiera, mentre di cuore benedico voi, i lavori del Capitolo e l’intera vostra famiglia religiosa.

Dal Vaticano, 8 Settembre 2002

IOANNES PAULUS II



AI PELLEGRINI CONVENUTI PER LA CANONIZZAZIONE


DI SAN JOSEMARÍA ESCRIVÁ DE BALAGUER


Lunedì, 7 ottobre 2002




Carissimi Fratelli e Sorelle!

268 1. Con gioia vi rivolgo il mio cordiale saluto, all'indomani della canonizzazione del beato Josemaría Escrivá de Balaguer. Ringrazio S.E. Mons. Javier Echevarría, Prelato dell'Opus Dei, per le parole con cui si è fatto interprete di tutti i presenti. Saluto con affetto i numerosi Cardinali, Vescovi e sacerdoti che hanno voluto prendere parte a questa celebrazione.

Questo festoso incontro unisce una grande varietà di fedeli, provenienti da tanti Paesi e appartenenti ai più diversi ambiti sociali e culturali: sacerdoti e laici, uomini e donne, giovani e anziani, intellettuali e lavoratori manuali. E' questo un segno dello zelo apostolico che ardeva nell'anima di San Josemaría.

2. Nel Fondatore dell'Opus Dei spicca l'amore per la volontà di Dio. Esiste un criterio sicuro di santità: la fedeltà nel compiere la volontà divina fino alle ultime conseguenze. Su ciascuno di noi il Signore ha un progetto, ad ognuno affida una missione sulla terra. Il santo non riesce neppure a concepire se stesso al di fuori del disegno di Dio: vive soltanto per realizzarlo.

San Josemaría fu scelto dal Signore per annunciare la chiamata universale alla santità e per indicare che la vita di tutti i giorni, le attività comuni, sono cammino di santificazione. Si potrebbe dire che egli fu il santo dell'ordinario. Era infatti convinto che, per chi vive in un'ottica di fede, tutto offre occasione di un incontro con Dio, tutto diviene stimolo alla preghiera. Vista così, la vita quotidiana rivela una grandezza insospettata. La santità si pone davvero alla portata di tutti.

3. Escrivá de Balaguer fue un santo de gran humanidad. Todos los que lo trataron, de cualquier cultura o condición social, lo sintieron como un padre, entregado totalmente al servicio de los demás, porque estaba convencido de que cada alma es un tesoro maravilloso; en efecto, cada hombre vale toda la Sangre de Cristo. Esta actitud de servicio es patente en su entrega al ministerio sacerdotal y en la magnanimidad con la cual impulsó tantas obras de evangeliza­ción y de promoción humana en favor de los más pobres.

El Señor le hizo entender profundamente el don de nuestra filiación divina. Él enseñó a contemplar el rostro tierno de un Padre en el Dios que nos habla a través de las más diversas visicitu­des de la vida. Un Padre que nos ama, que nos sigue paso a paso y nos protege, nos comprende y espera de cada uno de nosotros la respuesta del amor. La consideración de esta presencia paterna, que lo acompaña a todas partes, le da al cristiano una confianza inque­brantable; en todo momento debe confiar en el Padre celestial. Nunca se siente solo ni tiene miedo. En la Cruz - cuando se presen­ta - no ve un castigo sino una misión confiada por el mismo Señor. El cristiano es necesariamente optimista, porque sabe que es hijo de Dios en Cristo.

4. Saint Josemaría was profoundly convinced that the Christian life entails a mission and an apostolate: we are in the world to save it with Christ. He loved the world passionately, with a “redemptive love” (cf. Catechism of the Catholic Church, no. 604). Precisely for this reason his teachings have helped so many ordinary members of the faithful to discover the redemptive power of faith, its capacity to transform the earth.

This is a message that has abundant and fruitful implications for the evangelizing mission of the Church. It fosters the Christianization of the world “from within”, showing that there can be no conflict between the divine law and the demands of genuine human progress. This saintly priest taught that Christ must be the apex of all human activity (cf. Jn
Jn 12,32). His message impels the Christian to act in places where the future of society is being shaped. From the laity’s active presence in all the professions and at the most advanced frontiers of development there can only come a positive contribution to the strengthening of that harmony between faith and culture which is one of the greatest needs of our time.

5. Saint Josemaría Escrivá a dépensé sa vie pour le service de l’Église. Dans ses écrits, les prêtres, les laïcs qui suivent les voies les plus diverses, les religieux et les religieuses trouvent une source stimulante d’inspiration. Chers Frères et Soeurs, en l’imitant avec une ouverture d’esprit et de coeur, dans la disponibilité à servir les Églises locales, vous contribuez à donner de la force à la “spiritualité de communion” que la Lettre apostolique Novo millennio ineunte indique comme l’un des buts les plus importants pour notre temps (cf. nn. 42-45).

Il m’est cher de conclure par un appel à la fête liturgique de ce jour, Notre-Dame du Rosaire. Saint Josemaría écrivit un bel opuscule intitulé Le Saint Rosaire, qui s’inspire de l’enfance spirituelle, disposition d’esprit propre à ceux qui veulent parvenir à un total abandon à la volonté divine. De grand coeur, je vous confie tous à la protection maternelle de Marie, ainsi que vos familles, votre apostolat, vous remerciant de votre présence.

[3. Escrivá de Balaguer fu un santo di grande umanità. Tutti coloro che lo frequentarono, di qualsiasi cultura o condizione sociale, lo sentirono come un padre, completamente dedito al servizio degli altri, poiché era convinto che ogni anima è un tesoro meraviglioso; in effetti, ogni uomo vale tutto il Sangue di Cristo. Questo atteggiamento di servizio è evidente nella sua dedizione al ministero sacerdotale e nella magnanimità con cui diede impulso a tante opere di evangelizzazione e di promozione umana a favore dei più poveri.

269 Il Signore gli fece comprendere profondamente il dono della nostra filiazione divina. Egli insegnò a contemplare il volto tenero di un Padre nel Dio che ci parla attraverso le più diverse vicissitudini della vita. Un Padre che ci ama, che ci segue passo a passo e ci protegge, ci comprende e attende da ognuno di noi la risposta dell'amore. La considerazione di questa presenza paterna, che lo accompagna ovunque, dà al cristiano una fiducia incrollabile; in ogni momento deve confidare nel Padre celeste. Non si sente mai solo e non ha paura. Nella Croce - quando si presenta - non vede un castigo, bensì una missione affidata dal Signore stesso. Il cristiano è necessariamente ottimista, poiché sa che è figlio di Dio in Cristo.

4. San Josemaría era profondamente convinto che la vita cristiana richieda una missione e un apostolato: siamo nel mondo per salvarlo con Cristo. Amò il mondo appassionatamente, con "amore redentore" (cfr Catechismo della Chiesa cattolica,
CEC 604). Proprio per questo motivo i suoi insegnamenti hanno aiutato così tanti membri ordinari dei fedeli a scoprire la forza redentrice della fede, la sua capacità di trasformare la terra. Questo messaggio ha implicazioni numerose e feconde per la missione evangelizzatrice della Chiesa. Promuove la cristianizzazione del mondo "dall'interno", mostrando che può non esserci contrasto fra la legge divina e le esigenze di autentico progresso umano. Questo sacerdote santo pensava che Cristo dovesse essere l'apice di tutta l'attività umana (cfr Jn 12,32).

Il suo messaggio esorta i cristiani ad agire in luoghi in cui si plasma il futuro della società. Dalla presenza attiva del laicato in tutte le professioni e presso le frontiere più avanzate dello sviluppo può derivare soltanto un contributo positivo al rafforzamento di quell'armonia fra fede e cultura che è una delle necessità più importanti del nostro tempo.

5. San Josemaría Escrivá ha speso la sua vita al servizio della Chiesa. Nei suoi scritti, i sacerdoti, i laici che seguono le vie più diverse, i religiosi e le religiose trovano una fonte stimolante d'ispirazione. Cari Fratelli e Sorelle, imitandolo con apertura di mente e di cuore, nella disponibilità a servire le Chiese locali, voi contribuite a dare forza alla "spiritualità di comunione" che la Lettera Apostolica Novo Millennio ineunte indica come uno degli obiettivi più importanti per il nostro tempo (cfr nn. 42-45).

Sono lieto di concludere con un appello alla festa liturgica odierna della Beata Vergine Maria del Rosario. San Josemaría scrisse un bell'opuscolo intitolato Il Santo Rosario, che s'ispira all'infanzia spirituale, disposizione d'animo propria di coloro che vogliono giungere a un totale abbandono alla volontà divina. Di tutto cuore, affido alla protezione materna di Maria tutti voi, come pure le vostre famiglie, il vostro apostolato, ringraziandovi per la vostra presenza e benedicendovi con affetto.]

6. Ringrazio ancora una volta tutti i presenti, specialmente quelli venuti da lontano. Vi invito, carissimi Fratelli e Sorelle, a recare dappertutto una chiara testimonianza di fede, secondo l’esempio e l’insegnamento del vostro santo Fondatore. Vi accompagno con la mia preghiera e di cuore benedico voi, le vostre famiglie e le vostre attività.




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