GP2 Discorsi 2003 91


AI PARTECIPANTI AL MEETING

INTERNAZIONALE "UNIV 2003"


Lunedì, 14 aprile 2003


Carissimi giovani!

1. Sono lieto di accogliere anche quest'anno tutti voi, che frequentate le attività di formazione cristiana promosse dalla Prelatura dell'Opus Dei in tanti Paesi del mondo. Siete convenuti a Roma per trascorrere la Settimana Santa e per partecipare all'incontro internazionale dell'UNIV: vi saluto cordialmente e vi auguro che queste giornate romane siano occasione di un rinnovato incontro con Gesù e di una forte esperienza ecclesiale.

Per il vostro Congresso Universitario avete scelto come tema: "Costruire la pace nel XXI secolo". E' un tema quanto mai attuale in questi mesi in cui siamo preoccupati, oltre che per la situazione in Iraq, per tanti focolai di violenza e di guerra, che si sono accesi anche in altri continenti. Tutto ciò rende più urgente una vera educazione alla pace.

2. Per i credenti la prima e fondamentale azione in favore della pace è la preghiera, poiché la pace è dono dell'amore di Dio.

Ieri, Domenica delle Palme, in tutte le Diocesi è stata celebrata la Giornata Mondiale della Gioventù. Nel Messaggio, che per tale occasione ho rivolto ai giovani, ho chiesto loro, in questo tempo minacciato dalla violenza, dall'odio e dalla guerra, di impegnarsi a testimoniare che Gesù è Colui che può donare la vera pace al cuore dell'uomo, alle famiglie e ai popoli della terra.

I quattro pilastri su cui deve poggiare la pace sono la verità, la giustizia, l'amore e la libertà, come ha insegnato il beato Giovanni XXIII nell'Enciclica Pacem in terris, di cui abbiamo celebrato qualche giorno fa il 40 anniversario (cfr AAS 55 [1963] 265-266).

3. Per essere costruttori di pace occorre anzitutto vivere nella verità. Voi, giovani, abbiate il coraggio di porvi domande sincere sul senso della vita; forgiatevi ad una limpida rettitudine di pensiero e di azione, di rispetto e di dialogo con gli altri. Abbiate, in primo luogo, quel rapporto vero con Dio che richiede conversione personale e apertura al suo mistero. L'uomo capisce se stesso solo in rapporto a Dio, che è pienezza di verità, di bellezza e di bontà.

Osserva San Josemaría Escrivá: "C'è chi cerca di costruire la pace nel mondo senza mettere nel suo cuore l'amore di Dio... Come è possibile realizzare una simile missione di pace? La pace di Cristo è quella del suo Regno; e il Regno di nostro Signore si fonda sul desiderio di santità, sull'umile disponibilità a ricevere la grazia, su una vigorosa opera di giustizia, su una divina effusione di amore" (E' Gesù che passa, 82).

4. Alla verità va congiunta la giustizia, insieme al rispetto della dignità di ogni persona. Sappiamo però che senza amore sincero e disinteressato, la stessa giustizia non potrebbe assicurare al mondo la pace. La pace vera fiorisce in effetti quando nel cuore viene vinto l'odio, il rancore e l'invidia; quando si dice no all'egoismo e a tutto ciò che spinge l'essere umano al ripiegamento su se stesso e alla difesa del proprio tornaconto.

92 Se l'amore, che è il segno distintivo dei discepoli di Cristo, si traduce in gesti di servizio gratuito e disinteressato, in parole di comprensione e di perdono, l'onda pacificatrice dell'amore si allarga e si estende sino ad interessare l'intera comunità umana. E' allora più facile comprendere anche il quarto pilastro della pace, e cioè la libertà, il riconoscimento dei diritti delle persone e dei popoli e il libero dono di sé nel responsabile compimento dei doveri che competono a ciascuno nel proprio stato di vita.

5. Cari giovani dell'UNIV! Se cercherete di seguire questa via, sarete in grado di offrire un contributo efficace alla costruzione di un mondo "pacificato" e "pacificatore". Scrive il vostro santo Fondatore: "Compito del cristiano: annegare il male nella sovrabbondanza del bene. Non si tratta di far campagne negative, né di essere anti-qualcosa. Al contrario: si tratta di vivere di affermazioni, pieni di ottimismo, con gioventù, allegria e pace; di guardare tutti con comprensione" (Solco, n. 864). Seguite questi insegnamenti, accogliete la pace che Cristo dona a chi gli apre il cuore e diffondetela in ogni ambiente.

Vegli su voi, sui vostri desideri e progetti, sulle vostre famiglie e sulle nazioni dalle quali provenite Maria, Regina pacis. Vi assistano il santo Fondatore e i vostri celesti Patroni. Augurandovi di prepararvi con fede a celebrare la Pasqua, di cuore tutti vi benedico.



VIA CRUCIS AL COLOSSEO


MEDITAZIONI DEL SANTO PADRE


GIOVANNI PAOLO II



PREGHIERA INIZIALE

Il Santo Padre:

Nel nome del Padre
e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.

Via Crucis del Venerdì Santo dell'anno 2003.

Via Crucis della comunità ecclesiale dell'Urbe
convocata presso il Colosseo,
tragico e glorioso monumento della Roma imperiale,
93 testimone muto di potenza e di dominio,
memoriale di eventi di vita e di morte,
dove sembrano risonare, quasi interminabile eco,
urla di sangue (cf. Gn
Gn 4,10)
e parole imploranti concordia e perdono.

Via Crucis del Venticinquesimo anno del mio Pontificato
quale Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale.
Per grazia di Dio nei venticinque anni
del mio servizio pastorale
non ho mai mancato a questo appuntamento,
vera Statio Urbis et Orbis,
94 incontro della Chiesa di Roma
con pellegrini venuti da tutte le parti del mondo
e con milioni di fedeli che seguono la Via Crucis
attraverso la radio e la televisione.

Anche quest'anno,
per rinnovata misericordia del Signore,
sono con voi per ripercorrere nella fede
il tragitto che Gesù compì dal pretorio di Ponzio Pilato
alla cima del Calvario.

Via Crucis,
abbraccio ideale tra Gerusalemme e Roma,
95 tra la Città amata da Gesù
dove egli donò la vita per la salvezza del mondo,
e la Città sede del Successore di Pietro,
che presiede alla carità ecclesiale.

Via Crucis, cammino di fede:
in Gesù condannato a morte
riconosceremo il Giudice universale;
in Lui carico della Croce, il Salvatore del mondo;
in Lui crocifisso, il Signore della storia,
il Figlio stesso di Dio.

Notte del Venerdì Santo,
96 notte tiepida e trepida del primo plenilunio di primavera.
Siamo riuniti nel nome del Signore.
Egli è qui con noi, secondo la sua promessa (cf. Mt
Mt 18,20).

Con noi è anche Santa Maria.
Ella fu sulla vetta del Golgota
quale Madre del Figlio morente,
Discepola del Maestro di verità ,
nuova Eva presso l'albero della vita,
Donna del dolore
associata all'"Uomo dei dolori che ben conosce il patire " (Is 53,3),
Figlia di Adamo, Sorella nostra, Regina della pace.

97 Madre di misericordia,
ella è china sui suoi figli,
ancora esposti a pericoli e affanni,
per vederne le sofferenze,
udire il gemito che si leva dalla loro miseria,
per recare conforto e ravvivare la speranza della pace.


Preghiamo.

Breve pausa di silenzio

Guarda, Padre santo,
il sangue che sgorga dal costato trafitto del Salvatore;
guarda il sangue versato da tante vittime
98 dell'odio, della guerra, del terrorismo,
e concedi benigno che il corso degli eventi nel mondo
si svolga secondo la tua volontà nella giustizia e nella pace,
e la tua Chiesa si dedichi con serena fiducia
al tuo servizio e alla liberazione dell'uomo.
Per Cristo nostro Signore.
R . Amen.


PRIMA STAZIONE


Gesù è condannato

a morte



V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.


99 Dal Vangelo secondo Marco. 15, 14-15

La folla gridò più forte: " Crocifiggilo! ".
E Pilato, volendo dare soddisfazione alla moltitudine,
rilasciò loro Barabba
e, dopo aver fatto flagellare Gesù ,
lo consegnò perché fosse crocifisso.


MEDITAZIONE

La sentenza di Pilato fu emessa sotto la pressione dei sacerdoti
e della folla. La condanna a morte per crocefissione
avrebbe dovuto soddisfare le loro passioni ed essere la risposta
al grido: " Crocifiggilo! Crocifiggilo! " (Mc 15,13-14
ecc.). Il pretore romano pensò di sottrarsi alla sentenza
100 lavandosi le mani, come si era disimpegnato prima dalle
parole del Cristo che aveva identificato il suo regno con
la verità , con la testimonianza alla verità (
Jn 18,38). Nell'uno
e nell'altro caso Pilato cercava di conservare l'indipendenza,
di restare in qualche modo " in disparte ". Ma
erano solo apparenze. La Croce alla quale fu condannato
Gesù di Nazaret (Jn 19,16), come pure la sua verità del
regno (Jn 18,36-37), dovevano toccare la profondità dell'anima
del pretore romano. Questa fu ed è una Realtà , di
fronte alla quale non si può restare in disparte o al margine.
Il fatto che Gesù , Figlio di Dio, sia stato interrogato sul suo
101 regno, che per questo sia stato giudicato dall'uomo e condannato
a morte, costituisce il principio di quella testimonianza
finale di Dio che tanto ha amato il mondo (cf. Gv
Jn 3,16).
Noi ci troviamo di fronte a questa testimonianza e sappiamo
che non ci è lecito lavarci le mani.


ACCLAMAZIONI

Gesù di Nazaret, condannato alla morte di croce,
testimone fedele dell'amore del Padre.
R. Kyrie, eleison.

Gesù, Figlio di Dio, obbediente alla volontà del Padre,
fino alla morte di croce.
R. Kyrie, eleison.

Tutti:

102 Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Stabat Mater dolorosa,
iuxta crucem lacrimosa,
103 dum pendebat Filius.


SECONDA STAZIONE


Gesù è caricato

della Croce


V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 20

Dopo averlo schernito,
lo spogliarono della porpora
e gli rimisero le sue vesti,
poi lo condussero fuori
per crocifiggerlo.


MEDITAZIONE

104 Ha inizio l'esecuzione, cioè l'attuazione della sentenza. Cristo
condannato a morte deve essere caricato della Croce
come gli altri due condannati che devono subire la stessa
pena: " fu annoverato tra i malfattori " (
Is 53,12). Cristo
s'avvicina alla Croce avendo tutto il corpo terribilmente
straziato e contuso, col sangue che gli scorre sul volto
dal capo coronato di spine. Ecce Homo! (Jn 19,5). È in
Lui tutta la verità del Figlio dell'uomo predetta dai profeti,
la verità sul servo di Jahvé annunciata da Isaia: " Fu
piagato per le nostre iniquità ... le sue piaghe ci hanno
guariti " (Is 53,5).
105 È in Lui anche presente una certa conseguenza, che suscita
stupore, di ciò che l'uomo ha fatto col suo Dio. Pilato dice:
" Ecce Homo" (
Jn 19,5): " Guardate ciò che avete fatto di
quest'uomo! ". In questa affermazione sembra parlare
un'altra voce, che pare voler dire: " Guardate cosa avete
fatto in quest'uomo col vostro Dio! ".
È commovente l'avvicinamento, l'interferenza di questa
voce che sentiamo attraverso la storia con ciò che giunge
a noi mediante la consapevolezza della fede. Ecce Homo!
Gesù " chiamato Messia " (Mt 27,17) prende la Croce sulle
sue spalle (Jn 19,17). L'esecuzione è iniziata.


ACCLAMAZIONI

106 Cristo, Figlio di Dio,
che riveli all'uomo il mistero dell'uomo.
R . Christe, eleison.

Gesù , servo del Signore,
dalle tue piaghe siamo stati guariti.
R . Christe, eleison.

Tutti:

Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
107 Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.


Cuius animam gementem,
contristatam et dolentem
pertransivit gladius.



TERZA STAZIONE


Gesù cade

per la prima volta



V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
108 R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal libro del profeta Isaia. 53, 4-6

Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità .
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
109 ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti.

MEDITAZIONE

Gesù cade sotto la Croce. Cade per terra. Non ricorre alle
sue forze sovrumane, non ricorre alla potenza degli angeli.
" Credi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi
darebbe subito più di dodici legioni di angeli? " (Mt 26,53).
Non chiede questo. Avendo accettato il calice dalle mani del
Padre (), vuole berlo fino in fondo. Vuole
proprio questo. E perciò non pensa ad alcuna forza sovrumana,
benché esse siano a sua disposizione. Possono provare
110 dolorosa meraviglia coloro che l'avevano visto quando
comandava alle umane infermità , alle mutilazioni, alle malattie,
alla morte stessa. Ed ora? Nega Lui tutto questo?
Eppure " noi speravamo ", diranno qualche giorno dopo i
discepoli di Emmaus (cf. Lc
Lc 24,21). " Se tu sei il Figlio di
Dio... " (Mt 27,40), lo provocheranno i membri del Sinedrio:
"Ha salvato gli altri, e non può salvare se stesso "
(Mc 15,31 Mt 27,42), griderà la folla.


E Lui accetta queste frasi provocatorie, che sembrano annullare
tutto il senso della sua missione, dei discorsi pronunciati,
dei miracoli fatti. Accetta tutte queste parole, ha
111 deciso di non opporsi. Vuole essere oltraggiato. Vuole vacillare.
Vuole cadere sotto la Croce. Vuole. È fedele fino alla
fine, fino nei minimi particolari a questa affermazione:
" Non si faccia quello che io voglio, ma quello che vuoi
Tu " (cf. Mc Mc ).
Dio trarrà la salvezza dell'umanità dalle cadute di Cristo
sotto la Croce.


ACCLAMAZIONI

Gesù, mite agnello redentore,
che porti su di te il peccato del mondo.
R . Kyrie, eleison.

Gesù , compagno nostro nel tempo dell'angoscia,
112 solidale con la debolezza umana.
R . Kyrie, eleison.


Tutti:

Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
113 sed libera nos a malo.


O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
mater Unigeniti!



QUARTA STAZIONE


Gesù incontra

sua Madre



V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Luca. 2, 34-35. 51

Simeone parlò a Maria, sua madre:
" Egli è qui per la rovina
114 e la risurrezione di molti in Israele,
segno di contraddizione
perché siano svelati i pensieri di molti cuori.
E anche a te una spada trafiggerà l'anima "...
Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.


MEDITAZIONE

La Madre. Maria incontra il Figlio sulla via della Croce. La
croce di Lui diventa la croce di Lei, l'umiliazione di Lui è la
sua, l'obbrobrio pubblico diviene quello di Lei. E` l'umano
ordine delle cose. Così lo debbono sentire coloro che la
circondano e così lo coglie il suo cuore: " ...A te pure una
spada trapasserà l'anima " (Lc 2,35). Le parole dette quando
115 Gesù aveva quaranta giorni si adempiono in questo
momento. Esse raggiungono ora la pienezza totale. E Maria
va, trafitta da questa invisibile spada, verso il Calvario di
suo Figlio, verso il proprio Calvario. La devozione cristiana
la vede con questa spada nel cuore e così la dipinge e scolpisce.
Madre dolorosa!
"O Tu che hai compatito con Lui! ", ripetono i fedeli, consapevoli
nell'intimo proprio così si deve esprimere il mistero
di questa sofferenza. Benché questo dolore le appartenga e
la tocchi nella stessa profondità della sua maternità , tuttavia
la verità piena di questa sofferenza viene espressa con la
116 parola compassione. Ella appartiene allo stesso mistero:
esprime in qualche modo l'unità con la sofferenza del
Figlio.


ACCLAMAZIONI

Santa Maria, madre e sorella nostra nel cammino di fede,
con te invochiamo il tuo Figlio Gesù .
R. Kyrie, eleison.

Santa Maria, intrepida sulla via del Calvario,
con te supplichiamo il tuo Figlio Gesù .
R . Kyrie, eleison.


Tutti:
Pater noster, qui es in caelis:
117 sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.


Quae maerebat et dolebat
pia mater, cum videbat
Nati poenas incliti.



QUINTA STAZIONE


Gesù è aiutato

dal Cireneo

118
a portare la Croce



V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 21-22

Allora costrinsero un tale che passava,
un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna,
padre di Alessandro e Rufo,
a portare la croce.
Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota,
che significa luogo del cranio.

MEDITAZIONE

Simone di Cirene, chiamato a portare la Croce (cf. Mc Mc 15,
119 21; Lc 23, 26), certamente non la voleva portare. E` stato
quindi costretto. Egli camminava accanto al Cristo sotto lo
stesso peso. Gli prestava le sue spalle quando le spalle del
condannato sembravano troppo deboli. Gli era vicino: più
vicino di Maria, più vicino di Giovanni, il quale, anche se
uomo, non è stato chiamato per aiutarlo. Hanno chiamato
lui, Simone di Cirene, padre di Alessandro e Rufo, come
riporta il vangelo di Marco (
Mc 15,21). L'hanno chiamato,
l'hanno costretto.
Quanto è durata questa costrizione? Per quanto tempo gli
ha camminato accanto, mostrando che niente lo univa al
120 condannato, alla sua colpa, alla sua pena? Per quanto tempo
è andato così , interiormente diviso, con una barriera di
indifferenza verso l'Uomo che soffriva? " Ero nudo, ebbi
sete, ero carcerato " (cf. Mt
Mt 25,35 Mt Mt 25,36), ho portato la Croce...
e: l'hai portata con me?... davvero fino alla fine l'hai
portata con me?
Non si sa. San Marco riporta solo il nome dei figli del
Cireneo e la tradizione sostiene che appartenevano alla comunità
dei cristiani vicina a san Pietro (cf. Rm Rm 16,13).


ACCLAMAZIONI

Cristo, buon samaritano,
ti sei fatto prossimo al povero, all'ammalato, all'ultimo.
121 R . Christe, eleison.

Cristo, servo dell'Eterno, consideri come fatto a te,
ogni gesto d'amore verso l'esule, l'emarginato, lo straniero.
R . Christe, eleison.


Tutti:
Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
122 sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.


Quis est homo qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplicio?


SESTA STAZIONE


La Veronica

asciuga il volto

di Gesù


V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

123 Dal libro del profeta Isaia. 53, 2-3

Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per potercene compiacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia.


MEDITAZIONE

La tradizione ci ha tramandato la Veronica. Forse essa
completa la storia del Cireneo. Perché è certo che - benché,
essendo donna, non abbia fisicamente portato la Croce
e non sia stata costretta a farlo - ella questa Croce con
124 Gesù l'ha certamente portata: l'ha portata così come poteva,
come in quel momento era possibile farlo e come le
dettava il cuore, ed ha asciugato il suo Volto.
Questo particolare, riferito dalla tradizione, sembra anche
facile da spiegare: sulla pezzuola con la quale gli ha asciugato
il Volto, sono rimaste impresse le sembianze di Cristo.
Proprio perché era tutto insanguinato e sudato poteva lasciare
tracce e contorni.
Però il senso di questo particolare può anche essere interpretato
diversamente, se lo si considera alla luce del discorso
escatologico di Cristo. Sono molti indubbiamente coloro
125 che domanderanno: " Signore, quando mai abbiamo fatto
questo? ". E Gesù risponderà : " Tutto ciò che avete fatto a
uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatto a me "
(cf. Mt
Mt 25,37-40). Il Salvatore infatti imprime la sua somiglianza
su ogni atto di carità , come sul lino della Veronica.


ACCLAMAZIONI

O Volto del Signore Gesù ,
sfigurato dal dolore, splendente della gloria divina.
R. Kyrie, eleison.

O Volto santo,
impresso quale sigillo su ogni gesto d'amore.
R. Kyrie, eleison.


Tutti:
126 Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.


Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari,
dolentem cum Filio?



SETTIMA STAZIONE


Gesù cade per

127
la seconda volta



V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 1-2. 9. 16

Io sono l'uomo che ha provato la miseria
sotto la sferza della sua ira.
Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare
nelle tenebre e non nella luce...
Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra,
ha ostruito i miei sentieri...
Mi ha spezzato con la sabbia i denti,
128 mi ha steso nella polvere.

MEDITAZIONE

" Io sono un verme e non un uomo, ludibrio a tutti, scherno
della plebe " (Ps 22,7): le parole del profeta salmista trovano
la loro piena realizzazione in queste strette, ardue
stradine di Gerusalemme, durante le ultime ore che precedono
la Pasqua. E si sa che queste ore, prima della festa,
sono snervanti e che le strade sono affollate. E in tale contesto
che si verificano le parole del salmista, anche se nessuno
ci pensa. Non si rendono certamente conto di questo
coloro che dimostrano disprezzo, per i quali questo Gesù di
Nazaret che cade per la seconda volta sotto la Croce è
129 diventato oggetto di ludibrio.
E Lui lo vuole, vuole che si compia la profezia. Cade, quindi,
esausto a causa dello sforzo. Cade per volontà del Padre,
volontà pure espressa nelle parole del Profeta. Cade per
volontà propria, perché : " come si adempirebbero le Scritture?"
(
Mt 26,54): " Io sono un verme e non un uomo "
(Ps 22,7), quindi neppure " Ecce Homo" (Jn 19,5), ancor
meno, ancor peggio.
Il verme striscia attaccato alla terra; l'uomo, invece, come re
delle creature, vi cammina sopra. Il verme rode anche il
legno: come il verme, il rimorso del peccato rode la coscienza
130 dell'uomo. Rimorso per la seconda caduta.

ACCLAMAZIONI

Gesù di Nazaret, divenuto infamia degli uomini,
per nobilitare tutte le creature.
R. Kyrie, eleison.

Gesù , servitore della vita,
schiacciato dagli uomini, innalzato da Dio.
R. Kyrie, eleison.


Tutti:
Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
131 fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Pro peccatis suae gentis
vidit Iesum in tormentis
et flagellis subditum.

OTTAVA STAZIONE


Gesù incontra

le donne

di Gerusalemme


132 V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 28-31

Gesù , voltandosi verso le donne, disse:
" Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me,
ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.
Ecco, verranno giorni nei quali si dirà :
Beate le sterili e i grembi che non hanno generato
e le mammelle che non hanno allattato.
Allora cominceranno a dire ai monti:
Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci!
133 Perché se trattano così il legno verde,
che avverrà del legno secco? ".

MEDITAZIONE

Ecco la chiamata al pentimento, al vero pentimento, al
rimpianto, nella verità del male commesso. Gesù dice alle
figlie di Gerusalemme che piangono alla sua vista: " Non
piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri
figli " (Lc 23,28). Non si può restare alla superficie del
male, bisogna arrivare alle sue radici, alle cause, alla verità
della coscienza fino in fondo.
Proprio questo vuole dire il Gesù che porta la Croce, che da
sempre " conosceva ciò che sta nell'uomo " (cf. Gv Jn 2,25) e
134 sempre lo conosce. Perciò Lui deve restare sempre il più
vicino testimone dei nostri atti e dei giudizi che su di essi
facciamo nella nostra coscienza. Forse ci fa persino comprendere
che questi giudizi devono essere ponderati, ragionevoli,
oggettivi-dice: " non piangere "-, ma nello stesso
tempo legati con tutto ciò che questa verità contiene: ce ne
avverte perché è Lui che porta la Croce.
Ti chiedo, Signore, di saper vivere e camminare nella verità !


ACCLAMAZIONI

Signore Gesù, sapiente e misericordioso,
Verità che guida alla Vita.
R. Kyrie, eleison.

135 Signore Gesù, compassionevole,
la tua presenza lenisce il pianto nell'ora della prova.
R. Kyrie, eleison.


Tutti:

Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
136 et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Tui nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
poenas mecum divide.


NONA STAZIONE


Gesu` cade

per la terza volta


V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 27-32

È bene per l'uomo portare il giogo
137 fin dalla giovinezza.
Sieda costui solitario e resti in silenzio,
poiché egli glielo ha imposto;
cacci nella polvere la bocca,
forse c'è ancora speranza;
porga a chi lo percuote la sua guancia,
si sazi di umiliazioni.
Poiché il Signore non rigetta mai...
Ma, se affligge, avrà anche pietà
secondo la sua grande misericordia.

MEDITAZIONE

" Umiliò se stesso ancor di più , facendosi obbediente fino
138 alla morte, anzi fino alla morte di croce " (Ph 2,8). Ogni
stazione di questa Via è una pietra miliare di questa ubbidienza
e di questo annientamento.
La misura di questo annientamento la cogliamo quando
cominciamo a seguire le parole del profeta: " Il Signore ha
posto sopra di Lui l'iniquità di noi tutti... Tutti noi andavamo,
come pecore, errando, ciascuno deviava per la sua
strada, ma il Signore ha posto sopra di Lui l'iniquità di noi tutti " (Is 53,6).
La misura di questo annientamento la concepiamo quando
vediamo che Gesù cade ancora, per la terza volta, sotto la
Croce. La cogliamo quando meditiamo chi è colui che cade,
139 chi è colui che giace nella polvere della strada sotto la Croce,
accanto ai piedi di gente nemica che non gli risparmia
umiliazioni e oltraggi...

Chi è colui che cade? Chi è Gesù Cristo? " Egli, pur possedendo
la natura divina, non pensò di valersi della sua eguaglianza
con Dio, ma preferì annientare se stesso, prendendo
la natura di schiavo e diventando simile agli uomini; e dopo
che ebbe rivestito la natura umana, umiliò se stesso ancor di
più, facendosi obbediente fino alla morte, anzi fino alla
morte di croce " (
Ph 2,6-8).


ACCLAMAZIONI

Cristo Gesù,
140 tu hai assaporato l'amarezza della terra
per mutare il gemito del dolore in canto di giubilo.
R. Christe, eleison.

Cristo Gesù,
che ti sei umiliato nella carne
per nobilitare tutta la creazione.
R. Christe, eleison.


Tutti:

Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
141 fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Eia Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.

DECIMA STAZIONE

Gesù è spogliato

delle vesti


142 V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 24

I soldati si divisero le sue vesti,
tirando a sorte su di esse
quello che ciascuno dovesse prendere.

MEDITAZIONE

Quando Gesù sta sul Golgota spogliato delle vesti (cf.
Mc 15, 24 ecc.), i nostri pensieri si rivolgono a sua Madre:
ritornano indietro, all'origine di questo corpo, che già ora,
prima della crocifissione, è tutto una piaga (cf. Is Is 52,14). Il
mistero dell'Incarnazione: il Figlio di Dio prende il suo
143 corpo dal seno della Vergine (cf. Mt Mt 1,23 Lc 1,26-38).
Il Figlio di Dio parla al Padre con le parole del salmo:
" Non hai voluto né sacrificio, né offerte... ma tu mi hai
formato un corpo " (Ps 40 [39], 8. 7; He 10,6 He 10,5). Il corpo
dell'uomo esprime la sua anima. Il corpo di Cristo esprime
l'amore verso il Padre: "Allora ho detto: Eccomi, io vengo...
per fare, o Dio, la tua volontà " (Ps 40 [39], 9; Eb
10, 7). " Io faccio sempre quello che é di suo piacimento "
(Jn 8,29). Questo corpo spogliato compie la volontà del
Figlio e quella del Padre con ogni piaga, con ogni brivido di
dolore, con ogni muscolo strappato, con ogni rivolo di sangue
144 che scorre, con tutta la stanchezza delle braccia, con le
ammaccature del collo e delle spalle, con un terribile dolore
alle tempie. Questo corpo compie la volontà del Padre
quando è spogliato delle vesti e trattato come oggetto di
supplizio, quando racchiude in sé l'immenso dolore dell'umanità
profanata.
Il corpo dell'uomo viene profanato in vari modi.
In questa stazione dobbiamo pensare alla Madre di Cristo,
perché sotto il suo cuore, nei suoi occhi, tra le sue mani il
corpo del Figlio di Dio ha ricevuto un'adorazione piena.

ACCLAMAZIONI

Gesù , corpo santo,
145 ancora profanato nelle tue membra vive.
R. Kyrie, eleison.

Gesù , corpo offerto per amore,
ancora diviso nelle tue membra.
R. Kyrie, eleison.



Tutti:

Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
146 et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Fac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam.


UNDICESIMA STAZIONE


Gesù è inchiodato

sulla Croce


V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

147 Dal Vangelo secondo Marco. 15, 25-27

Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.
E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva:
" Il re dei Giudei ".
Con lui crocifissero anche due ladroni,
uno alla sua destra e uno alla sinistra.


MEDITAZIONE

"Mi hanno traforato mani e piedi, posso contare tutte le
mie ossa " (Ps 22,17-18). " Posso contare... ": che parole
profetiche! Eppure si sa che questo corpo è un riscatto. Un
grande riscatto è tutto questo corpo: le mani, i piedi, ed
ogni osso. Tutto l'Uomo in massima tensione: scheletro,
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GP2 Discorsi 2003 91