GP2 Discorsi 2004 189

189 Cari Membri della Giunta e del Consiglio Comunale!

Al termine del soggiorno estivo a Castel Gandolfo, mi è caro porgere a ciascuno il mio cordiale saluto. In particolare ringrazio Lei, Signor Sindaco, per le cortesi parole con le quali si è fatto interprete dei sentimenti di tutti i presenti. Estendo questo mio riconoscente pensiero ai Membri dell’Amministrazione Comunale e all’intera cittadinanza per la calorosa ospitalità riservatami durante questi mesi.

In questa ridente e laboriosa località dei Castelli Romani, a me tanto cara, ho potuto trascorrere giorni sereni e riposanti. Ora mi appresto a fare ritorno in Vaticano, confortato anche dalla vostra spirituale vicinanza e preghiera. Per tutto questo vi ringrazio di cuore, anche a nome dei miei Collaboratori.

Affido voi e quanti vi sono cari alla materna protezione della Vergine Maria, Regina del Santo Rosario, e di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica.




ALLE FORZE DELL’ORDINE DI CASTEL GANDOLFO


Martedì, 28 settembre 2004




Cari Funzionari e Agenti di Polizia,
della Guardia di Finanza,
e Militari dell’Arma dei Carabinieri!

Mentre mi accingo a lasciare la residenza di Castel Gandolfo, sento il dovere di esprimervi la mia stima e il mio apprezzamento per il generoso e fedele servizio che svolgete a tutela dell’ordine e della sicurezza.

Vi ringrazio per aver contribuito al sereno e tranquillo mio soggiorno in questa bella località. Vi auguro di essere sempre testimoni dei valori di giustizia, lealtà e spirito di sacrificio, che trovano la loro sorgente più profonda nell’amore per Dio e per il prossimo.

Per questo vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e, mentre invoco su di voi e sulle vostre famiglie la materna protezione di Maria Santissima, Virgo Fidelis, a tutti imparto con affetto la Benedizione Apostolica.


A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR ION ILIESCU,


PRESIDENTE DELLA ROMANIA


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Giovedì, 30 settembre 2004




Signor Presidente,

Le rivolgo il mio cordiale benvenuto, esprimendo viva gratitudine per questa sua visita, in occasione della quale si inaugura, nei Musei Vaticani, la Mostra dal titolo emblematico “Stefano il Grande, ponte fra l’Oriente e l’Occidente”.

L’odierno incontro mi offre l’opportunità di ricordare con commozione e riconoscenza la memorabile visita che ho avuto la gioia di compiere in Romania nel 1999. Pellegrino di fede e di speranza, sono stato accolto con calore ed entusiasmo da Lei e dalle Autorità statali, da Sua Beatitudine il Patriarca Teoctist e da tutto il popolo della venerabile Chiesa Ortodossa di Romania. Un abbraccio particolarmente fraterno ricevetti dai Vescovi e dalle dilette Comunità cattoliche, di rito sia bizantino che latino.

Signor Presidente, formulo a Lei, ai suoi collaboratori e all’intera Nazione rumena un affettuoso augurio di prosperità e di pace. Accompagno questi auspici con la mia preghiera, invocando su tutti la benedizione del Signore.


AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA COLOMBIA


IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"


Giovedì, 30 settembre 2004






Cari Fratelli nell'Episcopato,

1. Sono lieto di ricevervi in questo incontro che, al termine della vostra visita ad limina, mi permette di salutarvi tutti insieme e di incoraggiarvi nella speranza, tanto necessaria per il ministero che generosamente esercitate nelle rispettive Arcidiocesi e Diocesi delle province ecclesiastiche di Bogotá, Bucaramanga, Ibagué, Nueva Pamplona, Tunja e quella eretta di recente di Villavicencio.

Con il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo avete avuto l'opportunità di rafforzare i vincoli che uniscono il vostro operato odierno alla missione affidata da Cristo ai Dodici e ispirarvi al loro esempio di abnegata e costante dedizione all'evangelizzazione di tutti i popoli. In questo incontro, e negli altri tenuti con i diversi Organismi della Curia Romana, appaiono evidenti ed effettive la comunione con la Sede di Pietro e la sollecitudine che devono avere tutti i Vescovi per la Chiesa universale (cfr Lumen gentium LG 23).

Ringrazio il Signor Cardinale Pedro Rubiano Sáenz per le parole che mi ha rivolto a nome di tutti, esprimendo la vostra adesione e il vostro affetto sincero. Così facendo riflettete anche il profondo spirito religioso del popolo colombiano e la grande stima delle vostre comunità per il Papa. Portate loro il mio saluto e ricordate loro che le tengo particolarmente presenti nelle preghiera, soprattutto in questo difficile momento per la Nazione.

2. Nel vostro ministero potete contare su fattori decisivi per portare a termine l'opera dell'evangelizzazione, quali sono il crescente numero di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, l'ampia presenza di Istituti religiosi che arricchiscono le Chiese particolari, come pure l'esistenza di tanti centri di studio e di formazione. Tutto ciò dimostra la profondità che la fede cristiana ha raggiunto nel Paese e il dinamismo dell'impegno apostolico, sia dei fedeli individualmente sia delle istituzioni ecclesiastiche. Allo stesso tempo ciò rappresenta un patrimonio inestimabile per aiutare tutti i battezzati a realizzare la loro vera e ultima vocazione: giungere alla santità (cfr Lumen gentium LG 39).

191 In effetti, questi sono la meta e il programma di base di ogni azione pastorale. "Sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all'insegna di un'etica minimalista e di una religiosità superficiale" (Novo Millennio ineunte NM 31). Proprio in questi giorni la visita delle reliquie di santa Teresa del Bambin Gesù in terra colombiana è un'opportunità per prendere coscienza del fatto che siamo tutti chiamati alla santità, obiettivo fondamentale della missione della Chiesa.

3. Nell'analizzare la situazione della Chiesa e della società colombiana avete constatato l'incremento di un fenomeno realmente preoccupante, qual è il deterioramento morale. Si presenta in forme molto diverse e coinvolge i più svariati ambiti della vita personale, familiare e sociale, minando l'importanza intrinseca di una condotta moralmente retta e mettendo in serio pericolo l'autenticità stessa della fede, che "origina ed esige un impegno coerente di vita, comporta e perfeziona l'accoglienza e l'osservanza dei comandamenti divini" (Veritatis splendor VS 89).

È un fenomeno dovuto, in parte, a ideologie che negano all'essere umano la capacità di conoscere in modo nitido il bene e di metterlo in pratica. Anche se, spesso, si tratta di una coscienza offuscata o che cerca di giustificare in modo ingannevole la propria condotta, con il sostegno di un ambiente che, in maniera accecante, presenta falsi valori tendenti a occultare o a denigrare il bene supremo al quale aspira la persona nel più profondo del suo cuore.

È, pertanto, una sfida molto importante che implica diverse linee di azione pastorale e che ha come modello Gesù, il Buon Pastore, che venne proprio a chiamare i peccatori (cfr Mt 9,13), avvicinandosi a molti di essi ed esortandoli a cambiare il loro modo di vivere (cfr Lc 19,8).

4. La misericordia di Gesù e la sua compassione dinanzi alla fragilità umana non gli impedivano di indicare con chiarezza quale era la condotta da seguire o gli atteggiamenti più conformi alla volontà divina, smontando spesso le argomentazioni insidiose dei suoi avversari; ciò gli conquistò l'ammirazione della gente, perché "insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi" (Mt 7,29). Il Signore non si esimeva neanche dal denunciare ipocrisie o arbitri. Seguendo i suoi insegnamenti, gli Apostoli nella loro predicazione non smisero di insistere sulle esigenze etiche di quanti erano chiamati a vivere "nella giustizia e nella santità vera" (Ep 4,24).

Come suoi successori, spetta ai Vescovi insegnare "che anche le stesse cose terrene e le umane istituzioni, nel disegno di Dio creatore, sono ordinate alla salvezza degli uomini e possono, per ciò, non poco contribuire all'edificazione del corpo di Cristo" (Christus Dominus CD 12). Proclamare la giustizia, la verità, la fedeltà o l'amore per il prossimo, in tutte le sue implicazioni concrete, è inerente all'annuncio evangelico nella sua integrità. Questo annuncio contribuisce alla formazione di una coscienza retta e illumina tutti gli uomini di buona volontà: così "forse ti ascolteranno e ognuno abbandonerà la propria condotta perversa" (Jr 26,3).

Questo insegnamento, integro e in totale sintonia con la dottrina morale della Chiesa, sarà molto più fecondo se sarà unito all'esempio personale, all'accompagnamento costante e all'incoraggiamento instancabile. In effetti, "il Vescovo è il primo annunciatore del Vangelo con le parole e con la testimonianza della vita" (Pastores gregis, n. 26). Ciò è importante soprattutto nell'attuale momento storico in cui, da una parte la forza di volontà si vede accerchiata dalla tentazione di una vita facile e dall'altra l'insistenza sui diritti occulta la necessità di assumersi i propri doveri e le proprie responsabilità. Molto possono fare i Pastori, le persone consacrate, i catechisti e gli altri agenti di evangelizzazione mediante la loro gioiosa testimonianza personale di vita irreprensibile, mettendo in evidenza i veri valori umani.

In tal modo mostrano, da un lato che la pienezza di vita secondo i criteri del Vangelo consiste nell'essere e non nell'avere, e dall'altro che assumersi le proprie responsabilità, anche se a volte è doloroso, è un requisito indispensabile per affermare la vera dignità della persona, il che genera inoltre una pace interiore frutto del dovere compiuto e dello sforzo realizzato per una causa giusta. Una pace che si estende anche al contorno sociale e, in particolare, alle istituzioni, quando queste, basate su un autentico spirito di servizio al bene comune, sono rette da criteri di uguaglianza, giustizia, onestà e verità.

5. Di recente avete riflettuto sull'iniziazione cristiana come uno dei punti chiave dell'evangelizzazione. Un argomento cruciale e al contempo appassionante, poiché risponde direttamente al mandato di Cristo: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni... insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ha comandato" (Mt 28,19-20). Si tratta di coltivare la fede nascente, come germogli che accrescono e danno nuova vita alla Chiesa di Dio. Iniziare alla fede è anche, per i Pastori e le comunità, una magnifica opportunità di rivivere il mistero salvifico di Dio fin dai suoi albori: il dono immeritato della grazia santificante che ci unisce più profondamente a Cristo; l'effusione dello Spirito Santo che trasforma e vivifica, facendo della vita umana una continua crescita come nuova creatura, l'incorporazione alla Chiesa per essere con essa seme e inizio del Regno di Dio in terra (cfr Lumen gentium LG 5). Tutto ciò pone dinanzi agli occhi l'aspetto sublime della nostra origine come cristiani e l'eccelsa vocazione alla quale siamo chiamati.

Nelle diverse fasi dell'iniziazione cristiana, colui che insegna i misteri della salvezza sente anche il bisogno di approfondirli ogni giorno, senza dare nulla per risaputo o scontato, scoprendo continuamente la sua grandezza e mantenendo vivo lo stupore dinanzi al sublime. Ciò gli sarà di grande aiuto non solo per accrescere la propria fede e consolidare l'impegno battesimale, ma anche per prendere coscienza della grande responsabilità che si assume dinanzi ai catecumeni e ai neofiti.

Il futuro di questi ultimi come discepoli di Gesù sarà condizionato, in buona misura, dall'esempio delle persone che li hanno formati, come pure dalla capacità di inculcare nel loro cuore una fede viva, salda e completa.

192 La necessità di un'iniziazione cristiana organizzata, adattata alle condizioni culturali del nostro tempo e di ogni luogo, guidata da Pastori e catechisti esemplari ben preparati, diviene una priorità, soprattutto laddove l'ambiente sociale è sfavorevole alla crescita nella fede o mancano i canali per la sua trasmissione e il suo sviluppo, quali sono la famiglia, la scuola o la stessa comunità cristiana. Forse può risultare utile ispirarsi alla disciplina dei primi secoli, quando, oltre a comprovare le buone intenzioni dei candidati, li si istruiva con cura nel messaggio di Cristo e nella condotta propria del cristiano, esaminando poi "se hanno vissuto correttamente il loro catecumenato, se hanno onorato le vedove, se hanno visitato i malati, se hanno compiuto opere buone" (Traditio Apostolica, n. 20).

6. Nel concludere questo incontro, desidero incoraggiare la vostra speranza, tanto necessaria soprattutto nella difficile situazione che sta attraversando la Colombia, da dove giungono continue notizie di attentati contro la vita, la libertà e la dignità delle persone, come se l'essere umano fosse una mercanzia dal valore insignificante.

È nota anche la vastità raggiunta dal fenomeno del sequestro di persona, piaga che colpisce migliaia di famiglie e che mostra, ancora una volta, la perversione a cui può giungere la bassezza umana quando, in nome di sinistri interessi, si perde ogni prospettiva morale e non si riconoscono né si rispettato i diritti fondamentali dell'uomo. In Colombia molti di questi mali hanno origine nel narcotraffico, con ramificazioni in molti settori, che affligge da anni la Nazione con incalcolabili conseguenze negative in tutti gli ambiti della vita sociale.

Davanti a simili fatti, condivido il vostro dolore e apprezzo i tanti sforzi compiuti per allontanare la violenza, eliminare le sue cause e attenuare i suoi effetti, prestando un'adeguata attenzione alle vittime e incoraggiando instancabilmente quanti desiderano abbandonare il linguaggio delle armi per intraprendere il cammino del dialogo pacifico.

Vi chiedo, cari Fratelli Vescovi, di portare il mio incoraggiamento e il mio cordiale saluto alle vostre Chiese particolari, soprattutto ai sacerdoti, alle comunità religiose, ai catechisti e alle altre persone dedite all'appassionante compito di essere portatori della luce di Cristo e di mantenerla viva fra il popolo di Dio.

Mentre invoco la protezione di Nuestra Señora de Chiquinquirá sui vostri compiti apostolici, come pure su tutti gli amati colombiani, vi imparto con affetto la Benedizione Apostolica.


A S.E. IL SIGNOR GENERALE PERVEZ MUSHARRAF


PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ISLAMICA DEL PAKISTAN


Giovedì, 30 settembre 2004




Signor Presidente,

saluto con piacere Lei e quanti la accompagnano nella sua visita in Vaticano e la ringrazio per i cordiali sentimenti che mi ha espresso a nome della sua nazione.

In questi tempi di violenze e tumulti, incoraggio Lei e i suoi concittadini a continuare a promuovere uno spirito di dialogo e di tolleranza nella vostra regione. È solo riconoscendo la necessità della comprensione reciproca fra i popoli, attraverso uno scambio di idee franco e aperto, che il mondo può ottenere giustizia e pace autentiche.

Su di Lei e su tutto il popolo pakistano invoco di cuore le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente.

Ottobre 2004



AI PELLEGRINI DALLA DIOCESI DI SPLIT


IN OCCASIONE DEL 17° CENTENARIO


DEL MARTIRIO DI SAN DOMNIO


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Venerdì, 1° ottobre 2004




Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di rivolgere il mio cordiale benvenuto a tutti voi, giunti in pellegrinaggio a Roma in occasione del 17° centenario del Martirio di San Domnio, Patrono della vostra Comunità diocesana e della Città di Split.

Saluto con affetto il vostro Arcivescovo, Mons. Marin Barišic, che ringrazio per le parole indirizzatemi anche a nome di tutti voi. Con lui saluto il vostro Arcivescovo emerito, Mons. Ante Juric. E saluto anche Mons. Frane Franic, presente spiritualmente. Un saluto speciale anche ai sacerdoti. Rivolgo, altresì, il mio deferente pensiero al Sindaco di Split, al Presidente della Contea di Split-Dalmazia e alle altre Autorità qui convenute.

La vostra presenza mi offre l’opportunità di ricordare con piacere la calorosa accoglienza, che mi avete riservato durante la Visita pastorale alla vostra Arcidiocesi, il 4 ottobre 1998.

2. Provenendo dai luoghi in cui San Domnio e gli altri Martiri delle vostre regioni hanno reso una testimonianza a Cristo dai primi secoli fino ai nostri giorni, siete giunti presso le Tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e degli altri Martiri di Roma. Avete voluto manifestare così la vostra adesione alla fede che essi stessi hanno confessato.

Tale adesione richiede un impegno di costante fedeltà a Cristo e alla Chiesa per una testimonianza coraggiosa e coerente nella famiglia, nei luoghi di studio e di lavoro e negli altri ambienti della società. Sforzatevi, pertanto, di promuovere un coerente umanesimo cristiano in ogni manifestazione della vostra vita, tanto nel privato quanto nel pubblico. Vi sia guida e sostegno l’eroico esempio di San Domnio e degli altri Martiri, che, spinti da una salda fede in Cristo, hanno donato se stessi per il bene dei fratelli.

3. Vi assista con la sua materna protezione la Beata Vergine, Regina dei Martiri, e vi accompagni sempre l’intercessione del vostro celeste Patrono.

Su ciascuno di voi, sulle vostre famiglie, sulla vostra Arcidiocesi, come pure sulla vostra diletta Patria scenda l’abbondanza delle grazie divine, delle quali vuol essere pegno la Benedizione Apostolica che di gran cuore vi imparto.

Siano lodati Gesù e Maria!


AI MEMBRI DELLA TELEVISIONE CATTOLICA FRANCESE KTO


E AI RAPPRESENTANTI


DELLA RIVISTA "POLITIQUE INTERNATIONALE"


IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA


DEL "PRIX DU COURAGE POLITIQUE"


Sabato, 2 ottobre 2004

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Signor Cardinale,

cari Fratelli nell'Episcopato,
Signore, Signori,

Sono lieto di accogliervi e saluto cordialmente il Signor Cardinale Lustiger, così come il Signor Patrick Wajsman, Direttore della rivista Politique Internationale, e i membri del KTO, televisione cattolica francese, ringraziandovi per la consegna del "Prix du courage politique". Ciò dimostra l'attenzione prestata alla missione di pace della Chiesa in un mondo in cui i conflitti purtroppo sono troppo numerosi. Desidero lanciare un nuovo appello alla pace, per costruire una società di fraternità fra i popoli.

Il mio pensiero va ai giornalisti che, con le loro testimonianze e le loro pubblicazioni, sono artefici della pace e della libertà, e pagano un pesante tributo ai conflitti. Penso anche agli ostaggi e alle loro famiglie, vittime innocenti della violenza e dell'odio, e invito tutti gli uomini di buona volontà al rispetto della vita delle persone. Nessuna rivendicazione può sfociare in un mercanteggiare su vite umane. Il cammino della violenza è una via senza uscita.

Affidandovi alla Vergine Maria e implorando per il mondo il dono della pace, che viene da Dio, imparto a voi, come pure alle persone che vi sono care, la Benedizione Apostolica.



UDIENZA AI PELLEGRINI

CONVENUTI PER LA BEATIFICAZIONE DI:

PIERRE VIGNE

JOSEPH-MARIE CASSANT

ANNA KATHARINA EMMERICK

MARIA LUDOVICA DE ANGELIS

CARLO D’AUSTRIA

Lunedì, 4 ottobre 2004

Carissimi Fratelli e Sorelle!


1. Sono lieto di incontrarvi di nuovo all’indomani della solenne liturgia di beatificazione. Vogliamo soffermarci ancora a riflettere insieme sull’attualità del messaggio e della spiritualità di questi cinque nuovi Beati.

2. La vie des Bienheureux Pierre Vigne et Joseph-Marie Cassant nous exhorte à nous tourner amoureusement vers le Seigneur Jésus, Tête de l’Église, présent dans le sacrement de l’Eucharistie. L’un et l’autre ont contemplé longuement ce mystère dans le silence de la prière et ils ont trouvé dans cette nourriture spirituelle le désir de suivre le Christ ainsi que la grâce de la conversion. Que leur exemple et leur intercession aident les communautés chrétiennes d’aujourd’hui à mettre l’Eucharistie, source et sommet de la vie de l’Église, au centre de leur existence. Qu’elle suscite l’élan missionnaire dont le monde a besoin pour entendre la Bonne Nouvelle !

3. La existencia de la Madre Ludovica de Angelis estuvo consagrada a la gloria de Dios y al servicio de los hermanos. Los largos años pasados en el Hospital de Niños de La Plata - centro que hoy lleva su nombre - tuvieron como programa: “Hacer el bien a todos, no importa a quién”. En esta tarea se desvió por atender a los niños enfermos, trabajando con competencia con el personal sanitario y siendo como superiora de la comuni­dad ejemplar para sus Hermanas. Su vida fue un continuo camino hacia la santidad, presentán­dose a nuestra consideración como intercesora y testimonio de caridad.

195 4. In inniger Verbundenheit mit dem leidenden Erlöser erfüllte die „Mystikerin aus dem Münsterland“ das Apostelwort, für den Leib Christi, die Kirche, zu ergänzen, was an den Leiden Christi noch fehlt (vgl. Kol 1, 24). Auf die Fürsprache der seligen Anna Katharina öffne der Herr eure Herzen für die innere und äußere Not der Mitmenschen. Das Vorbild der Seligen stärke in allen die Tugend der Geduld und den Geist des Opfers.

Karl von Österreich wollte stets dem Willen Gottes dienen. Der Glaube war ihm Richtschur in seiner Verantwortung als Herrscher und Familienvater. Nach seinem Beispiel bestimme das Vertrauen auf Gottes Führung auch euer Leben! Mögen euch die neuen Seligen auf eurer Pilgerreise zur himmlischen Heimat begleiten.

5. Je suis heureux de saluer les Évêques et les Représentants des Autorités civiles, ainsi que les Frères trappistes, les Soeurs du Saint-Sacrement, et tous les pèlerins francophones présents ce matin. Que les nouveaux bienheureux vous aident à toujours rendre grâce à Dieu !

Saludo a los Obispos, sacerdotes y fieles, y con especial afecto a las Hijas de Nuestra Señora de la Misericordia, que participan en esta Audiencia. Encomiendo a todos bajo la intercesión de los nuevos Beatos.

Einen glaubensfrohen Gruß richte ich an die Bischöfe, Priester und Ordensleute sowie an die vielen Gläubigen aus den Ländern deutscher Sprache. Gott erhalte euch in seiner Gnade!

Traduzione italiana delle parti del discorso pronunciate in lingua francese, spagnola e tedesca:

[2. La vita dei Beati Pierre Vigne e Joseph-Marie Cassant ci esorta a volgerci amorevolmente verso il Signore Gesù, Capo della Chiesa, presente nel sacramento dell'Eucaristia. Entrambi hanno contemplato a lungo questo mistero nel silenzio della preghiera e hanno trovato in questo nutrimento spirituale il desiderio di seguire Cristo come pure la grazia della conversione. Che il loro esempio e la loro intercessione aiutino le comunità cristiane di oggi a mettere l'Eucaristia, sorgente e culmine della vita della Chiesa, al centro della loro esistenza. Che ella susciti quello slancio missionario di cui il mondo ha bisogno per udire la Buona Novella!

3. L'esistenza di Madre Ludovica De Angelis fu consacrata alla gloria di Dio e al servizio dei fratelli. I lunghi anni trascorsi nell'Ospedale per Bambini di La Plata - centro che oggi porta il suo nome - ebbero come programma: "Fare il bene a tutti, non importa a chi". In questo compito si prodigò per assistere i bambini malati, lavorando con competenza insieme al personale sanitario e come superiora esemplare della comunità per le sue consorelle. La sua vita fu un continuo cammino verso la santità, presentandosi alla nostra considerazione come intercessore e testimone di carità.

4. In profonda unione con il Salvatore sofferente la "Mistica del Land di Münster" realizzò la missione dell'Apostolo di completare quello che manca ai patimenti di Cristo per il Corpo di Cristo, la Chiesa (cfr
Col 1,24). Su intercessione della Beata Anna Katharina il Signore renda i vostri cuori disponibili alle necessità interiori ed esteriori del prossimo. L'esempio della Beata rafforzi in tutti la virtù della pazienza e lo spirito di sacrificio!

Carlo d'Austria volle fare sempre la volontà di Dio. La fede fu il criterio della sua responsabilità di regnante e di padre di famiglia. Sul suo esempio, che la fede in Dio determini anche l'orientamento della vostra vita! Che i Beati vi accompagnino lungo il vostro pellegrinaggio alla Casa celeste!

5. Sono lieto di salutare i Vescovi e i Rappresentanti delle autorità civili, come pure i Frati Trappisti, le Suore del Santissimo Sacramento, e tutti i pellegrini francofoni qui presenti questa mattina. Che i nuovi Beati vi aiutino a rendere sempre grazie a Dio!

196 Saluto i Vescovi, i sacerdoti e i fedeli, e con particolare affetto le Figlie di Nostra Signora della Misericordia, che partecipano a questa Udienza. Affido tutti all'intercessione dei nuovi Beati.
Rivolgo un gioioso saluto di fede ai Vescovi, ai sacerdoti e ai religiosi, così come ai numerosi fedeli provenienti dai Paesi di lingua tedesca. Dio vi conservi nella sua grazia!]



Carissimi Fratelli e Sorelle! Invocando la celeste intercessione della Vergine Maria e dei nuovi Beati, vi benedico di cuore, insieme con le vostre Comunità di provenienza e con quanti vi sono cari.


AI MEMBRI DELLA COMMISSIONE


TEOLOGICA INTERNAZIONALE


Giovedì, 7 ottobre 2004




Signor Cardinale,
Venerati Fratelli nell’Episcopato,
Reverendi e Illustri Professori!

1. Con la Sessione Plenaria che in questi giorni si sta svolgendo incominciate i lavori di un nuovo "quinquennio", il settimo dalla sua fondazione, della Commissione Teologica Internazionale. Mi è molto gradito ricevervi in questa occasione, nel momento in cui iniziate un periodo di riflessione teologica, che mi auguro sia fecondo per il bene di tutta la Chiesa. Saluto specialmente il Presidente della Commissione, il Signor Cardinale Joseph Ratzinger, che ringrazio vivamente per i sentimenti espressi nell’indirizzo di omaggio.

2. I temi scelti per lo studio della Commissione durante i prossimi anni sono del massimo interesse. Prima di tutto la questione della sorte dei bambini morti senza battesimo. Non si tratta semplicemente di un problema teologico isolato. Tanti altri temi fondamentali si intrecciano intimamente con questo: la volontà salvifica universale di Dio, la mediazione unica e universale di Gesù Cristo, il ruolo della Chiesa, sacramento universale di salvezza, la teologia dei sacramenti, il senso della dottrina sul peccato originale… Toccherà a voi scrutare il "nexus" fra tutti questi misteri, in vista di offrire una sintesi teologica che possa servire di aiuto per una prassi pastorale più coerente e illuminata.

3. Di non minore importanza è il secondo tema, quello della legge morale naturale. Come sapete, ho parlato già su questo argomento nelle Lettere Encicliche Veritatis splendor e Fides et ratio. E’ stata da sempre una convinzione della Chiesa che Dio abbia dato all’uomo la capacità di arrivare con la luce della sua ragione alla conoscenza di verità fondamentali sulla sua vita e il suo destino, e in concreto sulle norme del suo retto agire. Sottolineare davanti ai nostri contemporanei questa possibilità è di grande importanza per il dialogo con tutti gli uomini di buona volontà e per la convivenza ai più diversi livelli su una base etica comune. La rivelazione cristiana non rende inutile questa ricerca, anzi, ci spinge ad essa illuminandone il cammino con la luce di Cristo, nel quale tutto ha consistenza (cfr Col 1,17).

La vostra esperienza nei vari paesi della terra e la vostra conoscenza dei problemi teologici vi aiuterà a dare alla vostra riflessione concretezza e organicità.

197 4. Affido all’intercessione di Maria Santissima i vostri lavori, chiedendo al Signore che la vostra Sessione Plenaria sia animata da un intenso spirito di preghiera e di comunione fraterna, sotto la luce della Sapienza che viene dall’alto.

Nell’esprimervi la mia fiducia, vi esorto a perseverare nella riflessione sui temi indicati e vi accompagno con la mia Benedizione.


AI PASTORI DELLA CHIESA DI NEW YORK (U.S.A.)


IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"


Venerdì, 8 ottobre 2004




Cari Fratelli Vescovi,

1. È per me una grande gioia oggi darvi il benvenuto, Pastori della Chiesa a New York, nel quadro della serie ininterrotta di visite ad limina Apostolorum dei Vescovi americani. Vi saluto nel nome del nostro Salvatore Gesù Cristo, attraverso il quale rendiamo sempre grazie al nostro Padre celeste che ha il "potere di fare molto di più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi" (Ep 3,20).

Negli incontri precedenti con gli altri Vescovi degli Stati Uniti, abbiamo concentrato la nostra attenzione sul dovere sacro di santificare e ammaestrare il Popolo di Dio. Con il gruppo che vi ha preceduto ho cominciato a riflettere sulla grande responsabilità di governare i fedeli. Continuiamo anche oggi a esaminare questo stesso munus regendi, che deve essere sempre realizzato nello spirito dell'esortazione presente nel Rito dell'Ordinazione del Vescovo: "Episcopato è il nome di un servizio, non di un onore, poiché al Vescovo compete più il servire che il dominare, secondo il comandamento del Maestro" (Pontificale Romano, Rito dell'Ordinazione del Vescovo: Omelia; cfr Pastores gregis, n. 43).

2. Nelle vostre Chiese particolari, siete chiamati ad agire nomine Christi. Infatti, è da vicari e ambasciatori di Cristo che governate la porzione del gregge affidatovi (cfr Lumen gentium LG 27). In quanto Pastori, avete "il compito di radunare la famiglia dei fedeli e fomentare in essa la carità e la comunione fraterna" (Pastores gregis, n. 5). Tuttavia, la vostra funzione immediata di Pastori non può essere isolata dalla vostra più ampia responsabilità per la Chiesa universale. In quanto membri del Collegio Episcopale, cum et sub Petro, condividete di fatto la sollecitudine per tutto il Popolo di Dio, ricevuto attraverso l'ordinazione episcopale e la comunione gerarchica (cfr Lumen gentium LG 23). Inoltre, mentre garantite la comunione delle vostre Diocesi con la Chiesa nel mondo, permettete anche alla Chiesa universale di attingere alla vita e ai carismi della Chiesa locale in uno "scambio di doni". L'autentica unità "cattolica" presuppone questo reciproco arricchimento nell'unico Spirito. Considerato in un contesto adeguatamente teologico, il "potere di governo" emerge come qualcosa di più di una mera "amministrazione" o dell'esercizio di capacità organizzative: è uno strumento di edificazione del Regno di Dio. Dunque, vi incoraggio a continuare a guidare attraverso l'esempio, per evangelizzare il vostro gregge per la sua santificazione, preparandolo in tal modo a condividere la Buona Novella con gli altri. Promuovete la comunione nel suo ambito per prepararlo alla missione della Chiesa! Accogliendo amorevolmente i tre munera a voi affidati, ricordate che la vostra sacra responsabilità di insegnare, santificare e governare non può essere delegata a nessun altro: è la vostra vocazione personale.

3. Sono grato per il profondo affetto che i cattolici americani provano tradizionalmente per il Successore di Pietro così come per la loro sensibilità e generosità verso le necessità della Santa Sede e della Chiesa universale. I Vescovi degli Stati Uniti hanno sempre dimostrato un grande amore per colui in cui il Signore stabilì: "il principio e il fondamento perpetuo e visibile dell'unità della fede e della comunione" (Lumen gentium LG 18). La vostra fedeltà costante al Romano Pontefice vi ha spinto a elaborare modi per rafforzare il vincolo che unisce la Chiesa in America con la Sede Apostolica. Questi sentimenti devoti sono il frutto della comunione gerarchica che unisce al Papa tutti i membri del Collegio Episcopale. Al contempo, costituiscono una grande fonte spirituale per il rinnovamento della Chiesa negli Stati Uniti. Nell'incoraggiare il vostro popolo a rafforzare la sua fedeltà al Magistero e la sua unione di mente e di cuore al Successore di Pietro, offritegli l'orientamento ispirazionale necessario per condurlo nel terzo millennio!

4. Uno dei frutti del Concilio Vaticano II è stata una nuova comprensione della collegialità episcopale. Uno dei modi con cui questa visione ecclesiale si realizza a livello di Chiesa locale è l'attività delle Conferenze Episcopali. Oggi, i Vescovi possono svolgere in modo fecondo il proprio compito soltanto quando operano armoniosamente e a stretto contatto con gli altri Vescovi (cfr Christus Dominus CD 37 Apostolos suos CD 15). Per questo motivo, è necessaria una riflessione costante sul rapporto fra la Conferenza Episcopale e il singolo Vescovo.

Miei cari Fratelli nell'Episcopato, prego affinché lavoriate diligentemente l'uno con l'altro, in quello spirito di cooperazione e unanimità di cuore che dovrebbe sempre caratterizzare la comunità dei discepoli (cfr At Ac 4,32 Jn 13,35 Fil Ph 2,2). Le parole dell'Apostolo si applicano in modo particolare a quelle relative alla salvezza delle anime: "Vi esorto, pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti" (1Co 1,10).

In quanto responsabili ecclesiali, comprenderete che non può esserci unità di prassi senza un implicito consenso, che, di certo, si può ottenere attraverso un dialogo franco e dibattiti fondati, basati su sani principi pastorali e teologici. Soluzioni a problemi difficili emergono quando questi ultimi vengono analizzati onestamente e totalmente sotto la guida dello Spirito Santo. Non lesinate alcuno sforzo per garantire che la Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti costituisca uno strumento efficace di rafforzamento della vostra comunione ecclesiale e vi assista nel governo pastorale dei vostri fratelli e delle vostre sorelle in Cristo.


GP2 Discorsi 2004 189