GP2 Discorsi 2004 198

198 5. Senza recare pregiudizio all'autorità su una Chiesa particolare che il Vescovo diocesano ha ricevuto da Dio, la Conferenza Episcopale dovrebbe assisterlo nello svolgimento della sua missione in armonia con i suoi fratelli Vescovi. Le strutture e le procedure di una Conferenza non dovrebbero mai divenire eccessivamente rigide. Al contrario, attraverso una costante rivalutazione dovrebbero venire adattate alle mutevoli esigenze dei Vescovi. Affinché una Conferenza svolga la sua funzione, è necessario preoccuparsi di garantire che i suoi uffici o le sue commissioni si adoperino per "aiutare i Vescovi e non per sostituirsi a essi e ancor meno per costituire una struttura intermedia tra la Sede Apostolica e i singoli Vescovi" (Pastores gregis, n. 63).

6. Fratelli, prego affinché in ogni occasione siate in grado di lavorare insieme per proclamare il Vangelo con maggiore efficacia nel vostro Paese. Desidero esprimere il mio apprezzamento per quanto avete già ottenuto insieme, in particolare con le vostre dichiarazioni su questioni legate alla vita, all'educazione e alla pace. Vi esorto ora a rivolgere la vostra attenzione alle numerose e urgenti questioni che riguardano direttamente la missione della Chiesa e la sua integrità spirituale, per esempio il declino della partecipazione alla Messa e del ricorso al Sacramento della Riconciliazione, le minacce al matrimonio e le necessità religiose degli immigrati. Fate sentire chiaramente la vostra voce, annunciando il messaggio di salvezza in ogni occasione opportuna e non opportuna (cfr
2Tm 4,1)! Con fiducia predicate la Buona Novella cosicché tutti possano essere salvati e giungano alla conoscenza della verità (cfr 1Tm 2,4)!

7. Al termine delle mie osservazioni di oggi, faccio mie le parole di san Paolo: "Fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi" (2Co 13,11). Affidando voi e i vostri sacerdoti, diaconi, religiosi e fedeli laici all'intercessione di Maria, Madre d'America (cfr Ecclesia in America, n. 72), imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica quale pegno di grazia e di forza nel suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo.




AI GIOVANI DELLA DIOCESI DI ROMA


PARTECIPANTI ALLA MISSIONE "GESÙ AL CENTRO"


Sabato, 9 ottobre 2004




Carissimi Giovani!

1. È per me una gioia accogliervi, mentre sta ormai per concludersi la Missione agli adolescenti e giovani, dal titolo quanto mai bello e impegnativo "Gesù al Centro", e l’Incontro dei rappresentanti dei gruppi giovanili europei di Adorazione Eucaristica.

Vi saluto tutti con affetto! Ringrazio in particolare il Cardinale Camillo Ruini per le cortesi parole, con le quali ha illustrato il valore e gli obiettivi di queste iniziative, curate dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile di Roma. Estendo il mio cordiale saluto ai Vescovi e ai Sacerdoti presenti, come pure a tutti coloro che, a vario titolo, hanno animato le celebrazioni, gli incontri e le manifestazioni di questi giorni.

2. L’Anno dell’Eucaristia è ormai alle porte e queste iniziative pastorali, che hanno visto la partecipazione di tanti giovani dall’Italia, dall’Europa e dagli Stati Uniti d’America, ci introducono in questo speciale tempo di grazia per tutta la Chiesa.

Eucaristia e missione sono due realtà inscindibili, come sottolinea l’apostolo Paolo: "Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga" (1Co 11,26). L’Eucaristia, infatti, è il memoriale dell’offerta redentrice di Gesù al Padre per la salvezza degli uomini. Attraverso il sacrificio sulla Croce, Gesù "fa" l’Eucaristia, rende cioè grazie al Padre. Questo mistero chiede a ciascuno di noi di rendere grazie con Cristo al Padre, non tanto con le parole quanto con la nostra stessa vita unita alla sua.

3. Non c’è quindi autentica celebrazione ed adorazione dell’Eucaristia che non conduca alla missione. Al tempo stesso, la missione presuppone un altro essenziale tratto eucaristico: l’unione dei cuori. La missione che state celebrando in questi giorni a Roma è un esempio di comunione tra tante aggregazioni laicali giovanili della Diocesi di Roma, parrocchie, sacerdoti, religiose e religiosi, seminaristi. Proprio perché avete condiviso la preparazione e la realizzazione di queste iniziative, siete divenuti protagonisti di esperienze che lasceranno un segno profondo non soltanto in voi, ma anche in tanti vostri coetanei incontrati nelle scuole, nelle piazze, nelle strade, negli ospedali e nelle chiese.

Auspico che questa bella esperienza pastorale, autentica scuola di comunione e di nuova evangelizzazione, possa proseguire ed ampliarsi. Vi incoraggio a fare in modo che la creatività e la generosità dimostrate in questi giorni diventino stimolo per l’intera Chiesa di Roma a mantenere vivo il suo spirito missionario.

199 4. In questa speciale circostanza desidero affidarvi alcune consegne. Innanzitutto, l’amore per l’Eucaristia. Non stancatevi mai di celebrarla e di adorarla, insieme con tutta la comunità cristiana, soprattutto alla Domenica. Sappiate metterla al centro della vostra vita personale e comunitaria, affinché la comunione con Cristo vi aiuti a compiere scelte coraggiose.

In secondo luogo, la passione missionaria. Non abbiate paura di rendere ragione della speranza che è in voi (cfr
1P 3,15), una speranza che ha un nome ben preciso: Gesù Cristo! Questa speranza va trasmessa ai vostri coetanei andandoli a cercare, offrendo loro vera amicizia e accoglienza, conducendoli a scoprire il grande dono dell’Eucaristia.

5. Infine, per facilitare l’incontro del mondo giovanile con una vera spiritualità eucaristica, non stancatevi mai di formarvi alla scuola dell’ascolto della Parola di Dio, della preghiera, della celebrazione dei sacramenti. Ricordate sempre che il primo luogo dell’evangelizzazione è la persona umana, verso la quale l’Eucaristia ci spinge, chiedendoci capacità di ascolto e di amore. Così anche i vostri amici potranno accogliere come Maria, "donna eucaristica" (cfr Ecclesia de Eucaristia, n. 53), nel proprio cuore, il Verbo che si è fatto carne e ha posto la sua dimora tra noi. A tale scopo, esorto il Servizio diocesano per la pastorale giovanile a studiare nuove proposte per creare vere e proprie scuole di evangelizzazione per i giovani.

Mentre prosegue il cammino di preparazione alla XX Giornata Mondiale della Gioventù, che avrà per tema: "Siamo venuti per adorarlo" (Mt 2,2), auspico fin d’ora che quell’incontro sia una rinnovata occasione per confrontarvi, sostenervi, approfondire insieme il Mistero che celebrate ed adorate, e per cercare insieme vie e modi per viverlo concretamente.

6. Carissimi giovani! Grazie per ciò che siete e per tutto ciò che realizzate per Cristo e per la Chiesa. Vi assicuro il mio ricordo al Signore durante la celebrazione della santa Messa e l’Adorazione Eucaristica, che, fin dagli anni della giovinezza, pratico costantemente. Sappiate che ne ho sempre tratto grandi frutti di bene, non soltanto per me personalmente, ma anche per tutti coloro che la Divina Misericordia mi ha affidato.

Con affetto vi benedico insieme con quanti avete incontrato durante questi giorni e con tutti i vostri amici. Gesù sia sempre al centro della vostra esistenza!

MESSAGGIO TELEVISIVO DI GIOVANNI PAOLO II


IN OCCASIONE DELLA IV GIORNATA PONTIFICIA IN POLONIA


Sabato, 9 ottobre 2004






Saluto la Fondazione "Opera del Nuovo Millennio" e tutti coloro che in occasione dell’anniversario del pontificato intraprendono diverse iniziative religiose, culturali e sociali. Sono lieto che il ricordo del giorno, in cui il Signore mi ha chiamato alla sede di Pietro, diventi occasione per la preghiera, la riflessione sulle questioni della fede e sulla realtà della Chiesa, nonché per concreti gesti di misericordia, soprattutto a favore della gioventù che necessita di sostegno nell’acquisto dell’educazione adeguata per le rispettive attitudini. Questo sforzo della Chiesa in Polonia porti frutti di pace nella vita personale, familiare e sociale.

Benedico tutti di cuore: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo


ALLE PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE


DELLE SUORE DI NOSTRA SIGNORA


Lunedì, 11 ottobre 2004

Care Suore,


200 saluto con affetto nel Signore voi tutte che partecipate all'Undicesimo Capitolo Generale della Congregazione delle Suore di Nostra Signora e prego affinché, in queste giornate di deliberazione, lo Spirito Santo vi conceda la gioia di lavorare insieme con un'autentica comunicazione di cuore e di mente e vi benedica con abbondanti grazia e saggezza.

La Fondatrice della vostra Congregazione, suor Maria Aloysia, formatasi nella ricca tradizione della vostra Madre spirituale, santa Julie Billiart, diede vita a un nuovo Istituto Religioso interamente ispirato e sostenuto dall'amore provvidenziale di Dio.

Dopo un periodo di servizio generoso al suo prossimo, giunse a comprendere che l'amore compassionevole di Dio per i suoi figli poteva risplendere ancor più luminosamente in una vita totalmente consacrata al Signore. Fin dall'inizio comprese che la santità personale e la missione sono aspetti inseparabili dell'impegno radicale a seguire Cristo. La celebrazione del vostro Capitolo e, in particolare, il compito di riesaminare le vostre Costituzioni vi offrono l'opportunità di analizzare e di rivedere la vostra fedeltà a quella stessa visione e al carisma particolare della vostra Fondatrice che si esprime nella vostra spiritualità e nelle vostre tradizioni vive. Quest'analisi, condotta con apertura orante allo Spirito Santo, vi assisterà nel discernere quali aspetti del vostro Istituto andrebbero rafforzati per conferire una testimonianza ancor più chiara dell'amore inesauribile di Dio. Vi esorto, dunque, a continuare a rispondere con gioia alla vostra chiamata alla santità nella perfezione della carità e a curare, secondo le vostre tradizioni, quell'ascetismo proprio delle persone consacrate "che è loro necessario per dilatare il cuore e aprirlo all'accoglienza del Signore e dei fratelli" (Vita consecrata
VC 38). Predicate la Buona Novella in maniera efficace, essendo pienamente ciò che siete e portando tale realtà a tutte le popolazioni!

Mie care suore,

il Capitolo Generale è un invito a riappropriarsi del dinamismo iniziale dello spirito della vostra Fondatrice e a "prendere il largo" (cfr Lc 5,4). Che Maria, nostra Madre, modello di vita consacrata, vi ispiri e vi sostenga. Assicurandovi della vostra costante presenza nelle mie preghiere, imparto di tutto cuore la mia Benedizione Apostolica a tutti i membri della Congregazione delle Suore di Notre Dame.


AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE


DELLA SOCIETÀ DELL'APOSTOLATO CATTOLICO (PALLOTTINI)


Giovedì, 14 ottobre 2004




Carissimi Fratelli!

1. Con grande gioia vi accolgo, in occasione del Capitolo Generale della Società dell’Apostolato Cattolico, sgorgata dal grande amore di san Vincenzo Pallotti. A ciascuno rivolgo il mio cordiale saluto. In particolare, saluto il nuovo Rettore Generale, Padre Fritz Kretz, che ringrazio per le cortesi parole con cui ha voluto illustrarmi le prospettive future della vostra Famiglia religiosa. Il mio pensiero si estende al nuovo Regime Generale e a tutti i Confratelli, che operano generosamente in varie parti del mondo.

2. Durante l’Assemblea Generale, avete riflettuto su alcune sfide religiose che l’Istituto deve affrontare in questo momento storico. In particolare, avete meglio evidenziato il servizio che la vostra Società è chiamata a rendere nell’ambito dell’Unione dell’Apostolato Cattolico. Voi, Sacerdoti e Fratelli Religiosi Pallottini, siete come il tronco del grande albero che, mediante la partecipazione dei laici all’originaria intuizione carismatica, estende i suoi rami nei diverso ambienti sociali, per animarli di autentico spirito evangelico. Per svolgere tale missione è necessario mantenersi saldamente ancorati a Cristo, che san Vincenzo Pallotti amò e servì con eroica fedeltà. Solo a queste condizioni le vostre Comunità saranno “cellule vive di ispirazione e attività pallottina”.

3. Questa fedeltà allo spirito delle origini esige da voi una costante formazione e una condivisa ansia missionaria. Solo persone totalmente protese alla ricerca di una “misura alta” della vita cristiana possono compiere scelte pastorali di grande efficacia apostolica. A fondamento di tutto ci sia un’intensa preghiera e un’assidua vita sacramentale, centrata sull’Eucaristia. Spiritualità e apostolato, formazione e missione sono le due facce di quell’unica perfezione evangelica, che traspare in modo esemplare nell’esistenza di san Vincenzo Pallotti.

Carissimi, nell’affidarvi alla celeste intercessione del vostro Fondatore e alla materna protezione di Maria, Regina degli Apostoli, imparto di cuore a voi e all’intera Famiglia Pallottina una speciale Benedizione Apostolica.




AI PARTECIPANTI AL COLLOQUIO


ORGANIZZATO IN OCCASIONE DEI 10 ANNI DI FONDAZIONE


DELLA CONFERENZA EUROPEA DELLE RADIO CRISTIANE


201
Venerdì, 15 ottobre 2004




1. Vi saluto cordialmente, cari partecipanti al Colloquio che celebra i dieci anni di fondazione della Conferenza Europea delle Radio Cristiane.Ringrazio il vostro Presidente per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti.

Mi rallegro con voi: in questi anni, raggruppando numerose Radio europee, dall'Atlantico agli Urali, avete operato per consolidare negli ascoltatori la consapevolezza delle comuni radici cristiane e per stimolarne l’impegno a servizio della pace. Avete così dato un prezioso contributo all’edificazione dell'Europa su fondamenti etici e spirituali, favorendo la comprensione e l'avvicinamento tra i popoli del nostro continente.

2. Vi esorto a perseverare con generosità in questa importante missione. Le vostre voci, nella varietà dei rispettivi programmi, continuino a testimoniare Cristo, salvezza del mondo, e ad annunziare a tutti il suo Vangelo di pace.

Sul vostro lavoro invoco l’aiuto divino, in pegno del quale vi imparto la mia Benedizione, che volentieri estendo alle vostre famiglie e a tutti gli ascoltatori delle vostre Radio.




AI COMPONENTI DEL CORO E DELL'ORCHESTRA


DELL'ARMATA RUSSA


Venerdì, 15 ottobre 2004




Carissimi!

1. Saluto e ringrazio il Coro e l'Orchestra dell'Armata Russa, a cominciare dal Direttore. Estendo il mio cordiale pensiero ai Signori Cardinali, ai Vescovi, alle Autorità, all’Ambasciatore Litvin, Rappresentante della Federazione Russa presso la Santa Sede, e a coloro che hanno voluto essere presenti. Tutti saluto e ringrazio di cuore.

Ci è stato presentato stasera, attraverso musiche, canti e danze tradizionali, un repertorio folkloristico in cui si rispecchia l’indole più schietta del nobile Popolo russo.

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Traduzione italiana del saluto pronunciato in lingua russa:

202 Grazie per tutto questo, carissimi amici del Coro e dell'Orchestra dell’Armata Russa.

La mia riconoscenza va, in modo singolare, al Signor Andermann ed a quanti in vario modo hanno collaborato alla realizzazione di questo evento artistico. Ringrazio pure la RAI, che ha voluto diffonderlo in mondovisione.

Su tutti e specialmente sui Componenti del Complesso Accademico di canto e ballo dell'Armata Russa, invoco la protezione della “Madre di Dio” di Kazan, la cui icona è tornata di recente in Russia, Terra a me particolarmente cara.

CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA,

ADORAZIONE E BENEDIZIONE EUCARISTICA

IN OCCASIONE DELL’INIZIO DELL’ANNO DELL’EUCARISTIA

Altare della Confessione della Basilica Vaticana

Domenica, 17 ottobre 2004




1. "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).

Raccolti davanti all'Eucaristia, sperimentiamo in questo momento con particolare vivezza la verità della promessa di Cristo: Egli è con noi!

Saluto voi tutti che siete riuniti a Guadalajara per partecipare alla conclusione del Congresso Eucaristico Internazionale. Saluto, in particolare, il Cardinale Giuseppe Tomko, mio Legato, il Cardinale Juan Sandoval Íñiguez, Arcivescovo di Guadalajara, i Signori Cardinali, gli Arcivescovi, i Vescovi, i sacerdoti del Messico e di tanti altri Paesi, lì presenti.

Il mio saluto si estende a tutti i fedeli di Guadalajara, del Messico e delle altre parti del mondo, uniti con noi nell'adorazione del Mistero eucaristico.

2. Il collegamento televisivo tra la Basilica di San Pietro, cuore della cristianità, e Guadalajara, sede del Congresso, è come un ponte gettato tra i continenti e fa del nostro incontro di preghiera una ideale "Statio orbis", nella quale convergono i credenti del mondo intero. Il punto di incontro è Gesù stesso, realmente presente nella Santissima Eucaristia col suo mistero di morte e di risurrezione, in cui si uniscono il cielo e la terra e s'incontrano tra loro popoli e culture diverse. Cristo è "la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo" (Ep 2,14).

3. "L'Eucaristia luce e vita del nuovo Millennio". Il tema del Congresso ci invita a considerare il Mistero eucaristico non solo in se stesso, ma anche in rapporto ai problemi del nostro tempo.

203 Mistero di luce! Di luce ha bisogno il cuore dell'uomo, appesantito dal peccato, spesso disorientato e stanco, provato da sofferenze di ogni genere. Di luce ha bisogno il mondo, nella difficile ricerca di una pace che appare lontana, all'inizio di un Millennio sconvolto ed umiliato dalla violenza, dal terrorismo e dalla guerra.

L'Eucaristia è luce! Nella Parola di Dio costantemente proclamata, nel pane e nel vino divenuti corpo e sangue di Cristo, è proprio Lui, il Signore Risorto, che apre la mente e il cuore, e si fa riconoscere, come dai due discepoli ad Emmaus, nello "spezzare il pane" (cfr
Lc 24,25). In questo gesto conviviale riviviamo il sacrificio della Croce, sperimentiamo l'amore infinito di Dio, ci sentiamo chiamati a diffondere la luce di Cristo tra gli uomini e le donne del nostro tempo.

4. Mistero di vita! Quale aspirazione più grande della vita? Eppure su questo universale anelito umano si allungano ombre minacciose: l'ombra di una cultura che nega il rispetto della vita in ogni suo stadio; l'ombra di una indifferenza che consegna innumerevoli persone a un destino di fame e di sottosviluppo; l'ombra di una ricerca scientifica posta a volte al servizio dell'egoismo del più forte.

Carissimi Fratelli e Sorelle, dobbiamo sentirci interpellati dalle necessità di tanti nostri fratelli. Non possiamo chiudere il cuore alle loro implorazioni di aiuto. E neppure possiamo dimenticare che "non di solo pane vive l'uomo" (cfr Mt 4,4). Abbiamo bisogno del "pane vivo disceso dal cielo" (Jn 6,51). Gesù è questo pane. Nutrirci di lui significa accogliere la vita stessa di Dio (cfr Jn 10,10), aprendoci alla logica dell'amore e della condivisione.

5. Ho voluto che questo Anno fosse particolarmente dedicato all'Eucaristia. In realtà tutti i giorni, e specialmente la Domenica, giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa vive di questo mistero. Ma la comunità cristiana è invitata, in questo Anno dell'Eucaristia, a prenderne più viva coscienza con una celebrazione più sentita, con una adorazione prolungata e fervente, con un maggiore impegno di fraternità e di servizio agli ultimi. L'Eucaristia è sorgente ed epifania di comunione.E' princìpio e progetto di missione (cfr Mane nobiscum Domine, capp. III e IV).

Sulle orme di Maria, "donna eucaristica" (Ecclesia de Eucharistia, cap. VI), la comunità cristiana viva dunque di questo mistero! Forte del "pane di vita eterna", diventi presenza di luce e di vita, fermento di evangelizzazione e di solidarietà!

6. Mane nobiscum, Domine! Come i due discepoli del Vangelo, ti imploriamo, Signore Gesù: rimani con noi!

Tu, divino Viandante, esperto delle nostre strade e conoscitore del nostro cuore, non lasciarci prigionieri delle ombre della sera.

Sostienici nella stanchezza, perdona i nostri peccati, orienta i nostri passi sulla via del bene.

Benedici i bambini, i giovani, gli anziani, le famiglie, in particolare i malati. Benedici i sacerdoti e le persone consacrate. Benedici tutta l'umanità.

Nell'Eucaristia ti sei fatto "farmaco d'immortalità": dacci il gusto di una vita piena, che ci faccia camminare su questa terra come pellegrini fiduciosi e gioiosi, guardando sempre al traguardo della vita che non ha fine.

204 Rimani con noi, Signore! Rimani con noi! Amen.

Al termine del Discorso, Giovanni Paolo II pronuncia le seguenti parole:

Ho ora la gioia di annunciare che il prossimo Congresso Eucaristico Internazionale avrà luogo in Québec nel 2008.

Questa prospettiva susciti nei fedeli un ancor più generoso impegno a vivere con intensità il presente Anno dell’Eucaristia!


AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA MONDIALE


DELLE DONNE PARLAMENTARI


PER LA TUTELA DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA


Lunedì, 18 ottobre 2004






1. Sono lieto di rivolgere un cordiale benvenuto a tutti voi, gentili signore e illustri signori, che saluto con viva cordialità. Attraverso di voi, vorrei far giungere il mio pensiero alle molte nazioni del mondo, che fanno parte dell’Unione Interparlamentare. Un saluto speciale dirigo al Presidente della Camera dei deputati d’Italia ed alla Parlamentare lettone, che hanno interpretato i comuni sentimenti.

2. L’odierno nostro incontro si colloca nel contesto della Conferenza Mondiale delle Donne parlamentari per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, promossa dalla Presidenza del Parlamento Italiano. Il tema dei lavori, che oggi si concludono, concerne le condizioni di disagio in cui versano non pochi bambini ed adolescenti in varie parti del mondo. Vostro obbiettivo è, tra l’altro, individuare insieme efficaci forme di tutela dei minori da parte delle Istituzioni. Esprimo al riguardo tutto il mio apprezzamento per questo lodevole impegno in favore delle fasce più giovani della popolazione, mentre vi incoraggio a proseguire su tale cammino, nella consapevolezza che i bambini e gli adolescenti costituiscono il futuro e la speranza dell’umanità.

Della famiglia umana essi sono il tesoro più prezioso, ma al tempo stesso, più fragile e vulnerabile. Occorre pertanto prestare costante ascolto ed attenzione a ogni loro legittima esigenza ed aspirazione. In maniera speciale, nessuno può tacere o rimanere indifferente quando bambini innocenti soffrono, sono emarginati e feriti nella loro dignità di persone umane.

3. L’immenso grido di dolore dell’infanzia abbandonata e violata in non poche regioni della terra, deve spingere le Istituzioni pubbliche, le associazioni private e tutti gli uomini di buona volontà a prendere rinnovata coscienza del dovere, che tutti abbiamo, di proteggere, difendere ed educare con rispetto ed amore queste fragili creature.

Per essere efficace, ogni azione di tutela nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza, non può non ispirarsi a quella doverosa considerazione dei loro diritti fondamentali, ben espressa nella nota massima di Giovenale: “maxima debetur puero reverentia” (cfr Satire, XIV, 47). Nel Vangelo, inoltre, Gesù addita i bambini come nostri “modelli” di vita e condanna con fermezza coloro che non li rispettano.

4. Gentili signore e illustri signori, auguro pieno successo alle giornate di studio della vostra Conferenza ed auspico che, grazie al contributo di tutti, il sogno di costruire un futuro migliore per le nuove generazioni diventi realtà. Per intercessione di Maria, Madre della speranza, conceda Iddio all’umanità di vedere presto realizzata questa profezia di pace!

205 Accompagno tale auspicio con l’assicurazione della mia preghiera, mentre di cuore tutti vi benedico.


A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR NICANOR DUARTE FRUTOS


PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL PARAGUAY


Lunedì, 18 ottobre 2004

Signor Presidente,


Sono lieto di porgerle il benvenuto in questa udienza in occasione della sua visita a Roma. Colgo l'opportunità per rinnovarle le espressioni del mio affetto per il popolo paraguaiano e le chiedo di essere così gentile da trasmettergli il saluto del Papa e la certezza di essere ricordato nella preghiera.

Spero che il messaggio cristiano, che è penetrato nell'animo di questo nobile popolo e ha recato frutti di santità in San Roque Ruiz e nei suoi compagni martiri, continui a offrire ispirazione e incoraggiamento a quanti sono impegnati nello sviluppo del Paraguay lungo il cammino della giustizia e della solidarietà. Invocando la protezione della Virgen Pura y Limpia de Caacupé benedico di cuore tutti i paraguaiani.




AI PARTECIPANTI AL PELLEGRINAGGIO


DELLA DIOCESI DI PELPLIN (POLONIA)


Martedì, 19 ottobre 2004




Saluto cordialmente tutti gli abitanti di Kaszuby, pervenuti in pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli. Sono lieto di potervi accogliere insieme con il vostro Vescovo, che ringrazio per le sue benevoli parole.

Realizzate questo pellegrinaggio secondo una particolare intenzione: per la beatificazione del Servo di Dio il Vescovo Konstantyn Dominik. E’ giusto che con la preghiera cerchiate di sostenere il processo di riconoscimento della sua santità, cominciato ormai nel 1961. E’ questo un contributo importante, perché testimonia della venerazione, di cui gode il candidato agli onori degli altari, e nello stesso tempo crea un’atmosfera spirituale di apertura all’azione della grazia che prepara le condizioni per interventi miracolosi. Il fedele Pastore della vostra Diocesi continui a tutelarla con particolare cura.

Portate, vi prego, il mio saluto ai vostri cari e a tutti i fedeli della Chiesa a Pelplin. Benedico tutti di cuore: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Sia lodato Gesù Cristo!


IN VIDEO-COLLEGAMENTO CON MALTA,


PER IL CONVEGNO INTERNAZIONALE DEI SACERDOTI


PROMOSSO DALLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO


Giovedì, 21 ottobre 2004




Signor Cardinale,
206 Venerati Fratelli nell’Episcopato,
Carissimi sacerdoti!

1. Ben volentieri mi unisco idealmente a voi, convenuti a Malta per prendere parte ad un significativo incontro spirituale. Vi saluto con affetto e, in voi, saluto le comunità dalle quali provenite. Vi siete raccolti a Malta, isola che conserva la memoria viva del passaggio di san Paolo. Conquistato da Gesù, egli si fece umile e coraggioso servitore del Vangelo sino ad affermare con vigore: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (
Ga 2,20).

2. Ogni sacerdote, chiamato dalla Provvidenza divina ad aiutare gli uomini e le donne, i giovani e gli adulti a seguire le orme del divino Maestro, può riconoscere in queste parole di Paolo il suo programma. La Chiesa ha bisogno di presbiteri santi, che siano a loro volta “forgiatori di santi per il nuovo millennio”.

Il Signore vi invita, carissimi, ad essere suoi apostoli innanzitutto con la santità della vostra vita. Spetta a voi di far risuonare in ogni luogo la potenza della parola di verità del Vangelo, che sola può cambiare in profondità il cuore dell’essere umano e dargli la pace.

3. Cari sacerdoti, se vi lascerete afferrare da Cristo come l’apostolo Paolo, anche voi sarete in grado di proclamare per le strade del mondo l’infinita misericordia del Padre celeste, “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4). Diventerete così maestri credibili di vita evangelica e profeti di speranza.

In un mondo inquieto e diviso, segnato da violenza e da conflitti, c’è chi si chiede se sia ancora possibile parlare di speranza. Ma proprio in questo momento è indispensabile presentare con coraggio la vera e piena speranza dell’uomo, che è Cristo Signore.

4. Il celeste modello a cui ispirarvi resta sempre la Vergine Maria. All’Angelo Gabriele l’umile fanciulla di Nazareth manifestò la sua piena disponibilità a compiere la volontà divina: “Eccomi, disse, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38).

Quel “fiat” iniziale ella confermò poi in ogni momento della vita fino al Calvario, ove Gesù morente la affidò a Giovanni: “Ecco la tua madre” (Jn 19,27). Da quel giorno Maria diventò la madre di tutti i credenti; in special modo madre vostra, cari sacerdoti, per accompagnarvi nel cammino di ogni giorno.

5. Fate costante ricorso a Lei nel vostro ministero. La Vergine vi aiuterà a presentare ai bambini e ai giovani, alle famiglie e agli ammalati, agli imprenditori e agli operai, agli intellettuali ed ai politici, in altre parole all’intera umanità, il Frutto benedetto del suo seno, il Redentore crocifisso e risorto. Possano tutti accoglierlo, amarlo ed essergli fedeli sino al termine della loro esistenza!

A tutti la mia affettuosa Benedizione!




AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE


DI ANGOLA, SÃO TOMÉ E PRINCIPE


IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"


207
Venerdì, 22 ottobre 2004

Cari Fratelli nell'Episcopato,


1. Con grande gioia e affetto in Cristo Signore porgo il benvenuto e saluto tutti voi, Pastori della Chiesa di Dio pellegrina nelle terre di Angola e di São Tomé e Principe, che state compiendo la visita ad limina Apostolorum, mossi dal desiderio di confermare la vostra fede e il vostro ministero pastorale - "esponendo, in particolare alle persone più ragguardevoli, il Vangelo che predicate, con il timore di correre o di aver corso invano" (cfr
Ga 2,2) - e di testimoniare la dedizione dei vostri fedeli alla Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, fondata da Cristo sulla roccia di Pietro.

Ringrazio Monsignor Damião Franklin, Arcivescovo di Luanda e Presidente della vostra Conferenza Episcopale, per le parole che mi ha appena rivolto a nome di tutti, esprimendo i vostri sentimenti unitamente ai segni di speranza e alle preoccupazioni pastorali della vostra Chiesa locale. Rivolgo un saluto particolare alla nuova Diocesi di Dundo con il suo Vescovo e a quanti, fra voi, sono entrati di recente a far parte del Collegio Episcopale. Al vostro ritorno, dite ai sacerdoti, ai consacrati e alle consacrate, ai catechisti e agli altri fedeli laici che il Papa prega per loro e li incoraggia ad affrontare le sfide poste dal Vangelo, seme di vita nuova per le vostre nazioni. E a tutti i vostri concittadini trasmettete i miei cordiali voti di pace e di fraternità in Dio, Padre di tutti.

2. Dalla vostra ultima visita ad limina, è stato concesso all'umanità di varcare la soglia di un nuovo millennio, il terzo bagnato dalla luce del Figlio di Dio che "per noi uomini, per la nostra salvezza è disceso dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria". In sintonia con l'intera Chiesa, le comunità cristiane di São Tomé e Principe e di Angola hanno vissuto la ricca esperienza del Grande Giubileo dell'anno 2000, culminato con l'appello del Maestro divino: "Prendi il largo" (Lc 5,4) per annunciare la Buona Novella a tante persone che ancora non la conoscono. Sì, amati Fratelli, "queste moltitudini hanno il diritto di conoscere la ricchezza del mistero di Cristo, nella quale noi crediamo che tutta l'umanità può trovare, in una pienezza insospettabile, tutto ciò che essa cerca a tentoni su Dio, sull'uomo e sul suo destino, sulla vita e sulla morte, sulla verità" (Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi EN 53). Per questo, continuate con ardore ad annunciare la Buona Novella dell'unico e anelato Salvatore dell'umanità!

Conoscendo la responsabilità collegiale e la comunione che vi affratella nel servizio dell'unica "famiglia di Dio" (Ep 2,19), supplico il nostro Padre comune di rafforzare in tutti voi lo spirito di solidarietà e la sollecitudine ecclesiale affinché la Conferenza Episcopale possa svolgere sempre meglio la sua funzione di spazio di confronto fraterno di idee e di collaborazione, fruttificando in una condivisione delle risorse, sia materiali sia spirituali, con le vostre Diocesi che vivono maggiormente nel bisogno. Sapete bene come "Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene" (2Co 9,8). In tal modo, sarete capaci di ricostruire le comunità devastate dalla guerra, alleviare i loro cuori feriti e aiutare le persone a voi affidate a progredire lungo il cammino del Vangelo.

3. Oggi più che mai l'Angola ha bisogno di pace con giustizia; ha bisogno di riconciliazione, rifiutando qualsiasi tentazione di violenza. A tutti ricordo che questa non è in grado di risolvere i problemi dell'umanità, e non contribuisce neppure a superare i contrasti. È necessario avere il coraggio del dialogo. Sono persuaso che lo sforzo e la buona volontà delle parti coinvolte nelle questioni irrisolte possono contribuire a costruire una cultura di rispetto e di dignità.

È il momento di una profonda riconciliazione nazionale; occorre lavorare, senza posa, per offrire alle generazioni future un Paese in cui tutti i componenti della società convivano e collaborino. La Chiesa, che ha sofferto enormemente durante i conflitti, deve mantenere la sua vigorosa posizione al fine di proteggere le persone che non hanno voce. Miei cari Fratelli nell'Episcopato, vi esorto ad adoperarvi incessantemente per la riconciliazione e a rendere una testimonianza autentica dell'unità mediante gesti di solidarietà e di sostegno alle vittime di decenni di violenza.

4. Non perdete di vista il lungo cammino da percorrere affinché il Vangelo trasformi lo spirito e il cuore dei fedeli cristiani dal di dentro, e questi si riconoscano come fratelli e sorelle in Cristo. A tal fine occorre un'adeguata iniziazione cristiana che porti i battezzati, da un lato a superare concezioni ancestrali come la stregoneria o il concubinaggio, e dall'altro a ribellarsi contro la mentalità secolarizzata o persino agnostica regnante. In realtà, antiche pratiche che non sono state ancora purificate dallo Spirito di Cristo, difficoltà nel considerarsi membri di un'unica famiglia redenta dal sangue di Cristo, i pericoli insiti in una società materialistica e atea rendono fragili i vincoli nelle famiglie e fra i gruppi umani.

Per questo, non lesinate sforzi per far sì che i battezzati assimilino pienamente il messaggio evangelico e ad esso conformino la loro vita, senza dover rinunciare agli autentici valori africani. Si tratta di fare in modo che si lascino conquistare da Cristo, accettino di dipendere radicalmente da Lui, desiderino vivere la sua vita e seguirLo lungo il cammino di un'autentica santità (cfr 1Th 4,3); a tal fine, invitate i fedeli delle vostre Diocesi a volgere lo sguardo a Cristo, aiutandoli a contemplare il suo volto. La pastorale sacramentale e liturgica, la formazione catechetica, biblica e teologica, le diverse espressioni artistiche e musicali, e anche i vari mezzi di comunicazione sociale tradizionali o moderni: tutto deve servire a far sì che i credenti assimilino e vivano le ricchezze della loro fede al fine di partecipare pienamente alla vita della propria comunità ecclesiale.

Questa partecipazione diviene visibile e concreta nella partecipazione domenicale dell'assemblea cristiana che si riunisce - voglia Dio il maggior numero di volte possibile - per celebrare l'Eucaristia; non senza motivo quest'ultima costituisce il punto culminante dell'iniziazione cristiana.Nel corrente anno ad essa dedicato, la Chiesa "trovi nuovo slancio per la sua missione e riconosca sempre di più nell'Eucaristia la fonte e il vertice di tutta la sua vita" (Lettera Apostolica Mane nobiscum Domine, n. 31). In questo momento penso soprattutto ai tanti battezzati delle vostre comunità, la cui situazione matrimoniale irregolare impedisce loro di accostarsi in modo fecondo all'Eucaristia (cfr Lettera enciclica Ecclesia de Eucharistia, n. 37). Che la grazia di Dio si riveli in tutto il suo potere nella loro vita, spingendoli alla conversione con la consolante prospettiva di prendere finalmente parte alla mensa di Dio!

208 5. Accanto a questa ombra, le vostre relazioni quinquennali ricordano anche la testimonianza offerta da innumerevoli famiglie che vivono in modo eroico la fedeltà al sacramento del matrimonio cristiano, nel quadro di una legislazione civile o di usanze tradizionali poco favorevoli al matrimonio monogamico. Quest'ultimo si vede insidiato da diversi fenomeni come il già citato concubinaggio, la poligamia, il divorzio, la prostituzione; alcune di queste attività immorali portano alla diffusione dell'Aids, un'epidemia che non può essere ignorata per le innumerevoli vittime mietute e per la grave minaccia che rappresenta rispetto alla stabilità sociale ed economica della nazione.

Facendo tutto ciò che è in vostro potere, cari Vescovi, per difendere la santità della famiglia e il posto prioritario che occupa in seno alla società, non cessate di proclamare con voce alta e chiara il messaggio liberatore dell'amore cristiano autentico. I diversi programmi educativi, sia religiosi sia secolari, devono sottolineare il fatto che l'amore vero è un amore casto, e che la castità ci offre una salda speranza di superare le forze che minacciano l'istituzione della famiglia e, allo stesso tempo, di liberare l'umanità da quel devastante flagello che è l'Aids. Ripeto qui la raccomandazione che vi ho rivolto nell'Esortazione Apostolica Ecclesia in Africa: "L'affetto, la gioia, la felicità e la pace procurati dal Matrimonio cristiano e dalla fedeltà, così come la sicurezza data dalla castità, devono essere continuamente presentati ai fedeli, soprattutto ai giovani" (n. 116).

6. I giovani esigono, da parte vostra, una particolare attenzione per la lotta che devono sostenere per un futuro degno in una situazione generale di povertà, spesso aggravata dalla mancanza di una famiglia, perché dispersa o disgregata, e per le conseguenze della guerra che li hanno traumatizzati. Aiutateli a respingere "le tentazioni di scorciatoie illegali verso falsi miraggi di successo o di ricchezza" (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1998, n. 7), frutto spesso di una pubblicità ingannevole che può esercitare, soprattutto su di loro, una grande attrazione; per neutralizzarla, devono comprendere che sono realmente una nuova generazione di costruttori, chiamati a edificare la civiltà dell'amore, nella libertà e nella solidarietà. Che i giovani, nelle difficoltà che incontrano, non perdano mai la speranza nel futuro! Come hanno dimostrato le Giornate Mondiali della Gioventù, essi hanno una particolare capacità di dedicare il meglio delle loro energie alla solidarietà a favore dei bisognosi e alla ricerca della santità cristiana. Mediante una vita di preghiera e una vita sacramentale intensa, rimangano uniti a Cristo per trasmettere i valori del Vangelo nel proprio ambito di vita e assumere generosamente il proprio ruolo nella trasformazione della società.

Tutta la comunità ecclesiale deve adoperarsi affinché le giovani generazioni siano opportunamente formate e preparate per le responsabilità che le attendono e che, in un certo modo, già competono loro. Un mezzo particolarmente efficace per assicurare una simile formazione sono le scuole cattoliche. La loro identità specifica si deve riflettere sia nel programma di studi globale sia in ogni ambito della vita scolastica, facendo di esse comunità in cui gli alunni trovino alimento per la fede e si preparino per la loro missione nella Chiesa e nella società. Oltre a ciò, è necessario continuare a promuovere l'insegnamento morale e religioso, anche nelle scuole pubbliche, cercando di creare nell'opinione pubblica un consenso circa l'importanza di questo tipo di formazione; tale servizio, che può derivare da una collaborazione più stretta con il Governo, costituisce un'importante forma di partecipazione cattolica attiva alla vita sociale dei vostri Paesi. Grandi speranze, per la realizzazione di questo vostro compito volto a garantire professori adeguatamente formati per offrire un'educazione cattolica nel mondo della scuola, sono riposte nell'Università Cattolica di Angola.

Quest'ultima ha fatto sì che il contributo offerto dalla Chiesa nel campo dell'educazione elementare e secondaria producesse i suoi frutti anche nell'ambito dell'educazione superiore.

7. Nelle vostre scelte pastorali non trascurate mai la formazione dei diversi agenti dell'evangelizzazione, affinché possano garantire il loro ruolo insostituibile nella Chiesa e nella società; ciò è oggi ancora più necessario in vista dell'offensiva delle sette, che approfittano della situazione di miseria e della credulità dei fedeli per allontanarli dalla Chiesa e dalla parola liberatrice del Vangelo. Continuate pertanto a dedicare un'attenzione particolare alla formazione dei catechisti, che saluto con affetto, apprezzando la loro instancabile dedizione; vi incoraggio a concedere a questi preziosi collaboratori della vostra missione sostegno materiale, morale e spirituale, e a far sì che beneficino di una formazione dottrinale sia iniziale sia permanente. Che siano modelli di carità e difensori della vita, poiché il loro esempio quotidiano di vita cristiana è una testimonianza preziosa per quanti devono orientare verso e in nome di Cristo!

Come principali responsabili della Chiesa, assicuratevi che tutti i candidati al sacerdozio siano scelti attentamente e formati per potersi dedicare poi totalmente alla loro missione. Contando su formatori e professori di comprovata maturità umana e sacerdotale, possano i seminaristi acquisire una seria istruzione spirituale, intellettuale e pastorale, unitamente a una salda formazione umana, che generi in essi quella maturazione affettiva e quell'amore responsabile necessari in una persona chiamata al celibato, ossia chiamata a "offrire, con la grazia dello Spirito e con la libera risposta della propria volontà, la totalità del suo amore e della sua sollecitudine a Gesù Cristo e alla Chiesa" (Esortazione Apostolica, Pastores dabo vobis
PDV 44). I sacerdoti che in modo così particolare si consacrano a Cristo, Capo della Chiesa, sono chiamati a distaccarsi dai beni materiali e a dedicarsi al servizio dei loro fratelli attraverso il dono personale totale nel celibato. I comportamenti scandalosi devono essere sempre analizzati, indagati e corretti.

Il fiorire di vocazioni alla vita consacrata, soprattutto alla vita religiosa femminile, è un magnifico dono del Cielo alla Chiesa di São Tomé e Principe e di Angola, dono per il quale è necessario rendere grazie e al quale non potete rinunciare, in quanto le persone consacrate arricchiscono le vostre Chiese particolari non solo con l'efficienza dei loro servizi, ma anche e soprattutto con la loro testimonianza personale e comunitaria del Vangelo; "senza questo segno concreto, la carità che anima l'intera Chiesa rischierebbe di raffreddarsi, il paradosso salvifico del Vangelo di smussarsi, il "sale" della fede di diluirsi in un mondo in fase di secolarizzazione" (Esortazione Apostolica Vita consecrata VC 105).

8. All'inizio di un nuovo millennio, il nostro impegno episcopale, cari Fratelli, appare "caratterizzato da urgenze nuove, che esigono la concorde dedizione di tutte le componenti del Popolo di Dio" (Esortazione Apostolica Pastores gregis, n. 74). Ora, sulla terra, non esiste nulla di più efficace dell'Eucaristia per indurre i cristiani a essere e a sentirsi un'unica cosa; non vi è altro momento in cui si incontrano e si fondono gli uni con gli altri così intimamente come quando si comunicano a Gesù Eucaristia, che abbraccia e unisce tutti a Sé. Così si realizza sulla terra quello che già accade in Cielo: Cristo unisce, a Sé e gli uni agli altri, tutti coloro che vivono in Lui. Basta che vi comunichiate a Lui, correttamente, per sentirvi veramente uniti.

A questo centro di attrazione di tutti i cuori umani, che è l'Eucaristia, ho voluto dedicare un anno per una sua maggiore e più ampia presa di coscienza e venerazione da parte dei fedeli. Dio mi ha concesso la grazia di avviare la Chiesa lungo il suo itinerario giubilare per il bimillenario di Cristo che, con questo Anno dell'Eucaristia, raggiunge per così dire l'apogeo. Affido alla vostra sollecitudine pastorale, amati Vescovi di Angola e di São Tomé e Principe, la decisione circa le iniziative più opportune per ravvivare una simile coscienza nelle vostre comunità ecclesiali "finché Cristo sia formato in tutti e in ognuno dei suoi membri" (cfr Ga 4,19), come s'incarnò nel seno della Vergine Madre, Signora e Patrona vostra. Su tutti voi, e sui sacerdoti, sui consacrati e sulle consacrate, sui catechisti e su tutti i fedeli laici delle vostre Diocesi, discenda, propiziatrice dei doni dell'Altissimo, la mia Benedizione Apostolica.


GP2 Discorsi 2004 198