GPII 1988 Insegnamenti - Omelia celebrata nel Santuario mariano - Caacupé (Paraguay)

Omelia celebrata nel Santuario mariano - Caacupé (Paraguay)

Titolo: Che nel vostro Paese diventi realtà la giustizia di Dio in favore dei poveri

Testo:

"Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1,28).


1. Quante persone hanno salutato Maria con queste felici parole, pronunciate per la prima volta a Nazaret! In quante lingue e in quanti scritti della grande famiglia umana! "Piena di grazia". così si rivolge il messaggio divino alla Vergine Maria.

Queste parole sono un'eco della benedizione eterna con cui Dio ha legato l'umanità redenta al suo eterno Figlio: "In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo... predestinandoci ad essere suoi figli adottivi" (Ep 1,4-5).

Quando la Vergine accolse il messaggio portato dall'angelo, la divina ed eterna benedizione, per virtù dell'Altissimo, scese su di lei e la ricopri con la sua ombra: "Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù...

Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto"" (Lc 1,31-38).

Amatissimi fratelli e sorelle, stiamo vivendo in tutta la Chiesa l'anno mariano. In questo anno dedicato a Maria, sono felice di poter visitare il Popolo di Dio che vive in questa terra del Paraguay: un Paese, potremmo dire, eminentemente mariano, poiché nella sua geografia ha lasciato chiaramente inscritto in bella sequenza di nomi, il Vangelo dei misteri di Maria: Concepcion, Encarnacion, Asuncion.

"Che corazoité güivé po ma maitei; ha hi'anteté cheve Nandeyara ta pende rovasa ha to hykuavo pende apytepe i mborayhu ha i ne'e marangatu" (Con tutto il cuore vi saluto e desidero che Dio vi benedica e faccia scendere su di voi il suo amore e la sua santa Parola).


2. In questo Santuario nazionale di nostra Signora dei Miracoli di Caacupé desidero abbracciare nel mio saluto di fede e di amore alla Vergine il pastore della diocesi assieme a tutti i fratelli nell'episcopato che ci accompagnano; al tempo stesso saluto con affetto i sacerdoti e i seminaristi, i religiosi e le religiose e tutta la Chiesa del Paraguay che arriva in questo Santuario come a casa propria, perché è la casa della nostra madre comune.

Contemplando l'immagine benedetta di nostra Signora di Caacupé, sembra riannodarsi la misteriosa trama di una storia secolare nella quale felicemente coincidono per questa nazione l'arrivo del messaggio cristiano di salvezza e la presenza materna di Maria in queste terre. Anche qui si è compiuto ciò che tante volte abbiamo visto in altri luoghi: con l'arrivo del Vangelo, con l'annuncio del Cristo che si è fatta presente anche sua madre, che è anche madre dei discepoli di Gesù e che raduna tutti i suoi figli nella Chiesa, che è la famiglia di Dio. In questo modo si realizza senza sosta il mistero della comunità ecclesiale, riunita attorno a Maria come nel cenacolo.

Caacupé è il luogo che Maria stessa ha voluto scegliere, come attestano i semplici segni e le testimonianze che ci ha trasmesso la storia di questo Santuario, per restare in mezzo a voi, per fissare la sua dimora fra queste montagne, con un gesto squisito di amore materno e di fedeltà alla sua missione universale.

Questo Santuario nazionale con la sua forza di "attrazione e di irradiazione" è luogo benedetto dove troverete sempre la madre che Cristo ci ha dato nel testamento di amore della croce (cfr. Jn 19,27).

Venire in pellegrinaggio a Caacupé, come siete soliti fare con tanto fervore l'8 dicembre, quando vi radunate qui dai quattro punti cardinali del Paraguay, è andare a questo incontro con la Madre di Dio per consolidare la fede e la grazia di Dio in voi e poter spalancare gli spazi del vostro cuore a Cristo, il Redentore (cfr. RMA 28).

Caacupé è il centro di questa geografia mariana, espressa così mirabilmente nei nomi delle vostre città che perpetuano la memoria dei principali misteri di Maria.


3. Rallegrati, "piena di grazia".

Quando ascoltiamo queste parole il nostro pensiero va a quel mistero nel quale la Chiesa venera colei che fu predestinata ad essere, per la sua Immacolata Concezione, la Madre del Verbo eterno di Dio.

"Concepcion!" La Chiesa afferma che questo mistero si è compiuto in previsione dei meriti di Cristo. Colei che sarebbe stata la Madre del Redentore fu la prima ad essere redenta. Fu redenta nel momento della sua concezione, perché l'eredità del peccato originale non tocco in alcun modo il suo essere umano.

Per opera di suo Figlio, Maria era già santa e immacolata davanti a Dio dal primo momento del suo concepimento.

"Concepcion!" I nostri cuori al tempo stesso vanno alla città che, nella vostra terra, porta proprio questo nome, mentre la mia voce cerca di avvicinarsi in modo particolare a tutti e a ciascuno dei figli di quella amata diocesi.

Il mistero dell'Immacolata Concezione della Vergine Maria esprime pienamente la fedeltà di Dio al suo piano di salvezza. Maria, la piena di grazia, la donna nuova, è stata "dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa una nuova creatura" (LG 56). In lei Dio ha voluto lasciare bene impressi i segni dell'amore con cui ha circondato fin dal primo istante colei che sarebbe diventata la Madre del Verbo incarnato.

Davanti ai nostri occhi Maria rende testimonianza dell'amore infinito di Dio, della gratuità con la quale ci elegge, della santità con cui vuole adornare tutti i suoi figli adottivi, quelli che riceveranno, per mezzo del suo Figlio Gesù, la benedizione dall'alto per essere "santi e immacolati al suo cospetto nella carità" (Ep 1,4).

In questo modo, come afferma il Concilio Vaticano II la Vergine Maria è Stella della evangelizzazione, presenza evangelizzatrice con tutti i suoi misteri, perché "entrata intimamente nella storia della salvezza, riunisce in sè in qualche modo e riverbera i massimi dati della fede; così quando la si predica e la si onora" (LG 65).


4. "Rallegrati, piena di grazia".

Nel nostro mondo e nel nostro tempo, nel momento in cui si insiste sul potere della forza, sul potere della scienza e della tecnica, sembra che non vi sia spazio per i poveri, per i semplici. Nonostante tutto la Vergine Maria, nel mistero della sua Immacolata Concezione, proclama che il potere viene da Dio, che la vera saggezza ha in lui la sua origine.

Così lo intendono anche i semplici, i puri di cuore (cfr. Mt 5,8), ai quali il Padre rivela i suoi segreti (cfr. Mt 11,25). così lo intendete voi, paraguayani che, di generazione in generazione siete venuti in pellegrinaggio a questo Santuario, dove la Madre di Dio ha voluto visitarvi e rimanere in mezzo a voi per condividere le vostre sofferenze e gioie, le vostre difficoltà e speranze.

Si raccomandano in modo particolare alla sua protezione le famiglie contadine del Paraguay che, mosse dalla loro fede semplice, vengono piene di fiducia a questo Santuario.

A voi, amati "campesinos", che coltivate la terra con sudore e con fatica, si rivolge anche la mia parola di incoraggiamento e di speranza.

Voi con il vostro lavoro date alla società dei beni che sono necessari per il suo sostentamento.

Mi appello perciò al senso di giustizia e solidarietà delle persone responsabili affinché siano convenientemente tutelati i vostri legittimi diritti e siano garantite le forme legali di accesso alla proprietà della terra, modificando quelle situazioni obiettivamente ingiuste, che il "campesinos" più povero è costretto a subire (cfr. LE 21).

Amatissimi "campesinos", siate, attraverso il vostro lavoro onorato e sostenuti da adeguate forme di associazione per la difesa dei vostri diritti, gli artefici del vostro sviluppo integrale, caratterizzandolo con il segno della vostra naturale umanità e della vostra concezione cristiana della vita.

In Maria si fondino le speranze dei più poveri e degli emarginati. Ella, che è come la sintesi del Vangelo "ci insegna che è mediante la fede e nella fede che, sul suo esempio, il Popolo di Dio diventa capace di esprimere in parole e di tradurre nella sua vita il mistero del disegno della salvezza e le sue dimensioni liberatrici sul piano dell'esistenza individuale e sociale" (Congr. pro Doctr.

Fidei "Libertatis Conscientia", 97).

Maria è segno inconfondibile che Dio ci accompagna sempre con il suo amore. Ella proclama con tutto il suo essere che quanto riceviamo da Dio è grazia.

La Vergine è anche la nostra vera educatrice nel cammino della fede. Infatti, chi crede accoglie la Parola di Dio, la verità e la vita piena che egli ci offre attraverso la mediazione di suo Figlio Gesù Cristo nel quale "ci ha benedetto con ogni benedizione spirituale nei cieli" (Ep 1,3).

L'uomo di fede si abbandona completamente a Dio che è amore e che ci ha lasciato in Maria il segno della sua vittoria sul peccato (cfr. RMA 11).


5. "Concepirai un figlio, lo darai alla luce", dice a Maria l'angelo. "Non temere... perché hai trovato grazia presso Dio" (Lc 1,31 Lc 1,30).

E' possibile pensare a qualcosa di più grande? Vi può essere una grazia, un dono più eccelso di questo: essere Madre di Dio? Vi può essere una dignità più grande? Il Verbo di Dio si è incarnato nel seno della Vergine Maria! "Encarnacion!" Il mistero dell'incarnazione! In questi momenti il mio ricordo va anche alla città che porta questo nome estremamente suggestivo, con i cui figli ho avuto la gioia di incontrarmi questa mattina per una indimenticabile celebrazione di fede e di amore. Da questo centro mariano mi soffermo sul messaggio che ha il suo compimento nel fatto storico dell'incarnazione: che Dio abiti costantemente fra voi! Che sia l'Emmanuele per le generazioni che si succederanno attraverso i secoli nella vostra terra! Da questo Santuario Maria, Madre di Gesù continua ad annunciare il mistero del Verbo fatto carne che ha posto la sua tenda in mezzo a noi e per mezzo del suo Spirito ci ha resi capaci di essere figli di Dio (cfr. Jn 1,14).

Maria è stata questa terra vergine nella quale lo Spirito ha fatto germogliare il Verbo di vita per la nostra natura umana. Lei ci annuncia e garantisce la verità dell'incarnazione.

"Encarnacion!" Maria, la Vergine di Nazaret, nel parlare con il messaggero di Dio che chiede il suo consenso per entrare nella storia degli uomini, continua nella Chiesa di tutti i tempi questa specifica missione: offrirci a Cristo, manifestarlo, mostrarlo come unico salvatore. Come fece in Betlemme con i pastori e più tardi con i magi venuti dall'Oriente.

Inoltre, proprio perché ha sperimentato dentro di sè, come nessun'altra creatura l'amore di Dio verso l'umanità, ci sta dicendo con il suo dolce e soave nome, con la sua presenza in mezzo al Popolo di Dio, anche in Paraguay, che Gesù è per sempre l'Emmanuele, il Dio con noi; che il Vangelo si inserisce felicemente in ogni cultura e in ogni nazione, purificando ed elevando tutto ciò che è autenticamente umano.


6. Modelli eccelsi, che hanno saputo incarnare il messaggio cristiano nelle culture, continuano ad essere san Roque Gonzàlez de Santa Cruz e i compagni martiri, che ho avuto la gioia di canonizzare in Asuncion, a nome di tutta la Chiesa.

Come gli evangelizzatori del popolo guarani, anche il Papa, inginocchiato ai piedi della santissima Vergine dei Miracoli, qui in Caacupè, desidera esprimere il rispetto e la considerazione verso i valori che sono alla base delle vostre culture autoctone.

perciò, vi esorto a conservare con giusto orgoglio le migliori tradizioni e consuetudini del vostro popolo. A coltivare l'idioma, le espressioni artistiche e soprattutto a rafforzare sempre di più il profondo senso religioso.

Difendendo la vostra identità oltre a svolgere un servizio, adempite ad un dovere: il dovere di trasmettere la vostra cultura e i vostri valori alle future generazioni. In questo modo, tutta la nazione sarà valorizzata, mentre la comune fede cattolica spingerà tutti ad aprire il cuore ai fratelli, senza escludere nessuno, in uno sforzo solidale per lavorare con impegno in favore della patria e del bene comune.

E' ben noto, amati fratelli e sorelle, che sia nella vita dei nativi che in quella dei "campaesinos" non mancano difficoltà e problemi. Spesso sono stati emarginati e trascurati. La Chiesa attuale, come fece la Chiesa del passato con san Roque Gonzàlez, Luis Bolanos e molti altri missionari, vuole sostenere decisamente le richieste di rispetto dei loro legittimi diritti, senza perciò smettere di ricordare i loro doveri.

Questo camminare solidale con i fratelli, potenziando i loro valori e animando dal di dentro la loro cultura ha un posto importante nella prospettiva e nella realtà del mistero dell'incarnazione. Mistero della presenza di Dio tra noi, della comunione di Dio tra noi, dell'unità indissolubile tra l'amore a Dio e l'amore verso i fratelli, perché con la sua incarnazione il Figlio di Dio "si è unito in certo modo a ogni uomo" (GS 22).

La Vergine con il suo cantico del "Magnificat" annuncia che la verità su Dio che salva non si può separare dalla manifestazione del suo amore per i poveri e gli umili. Questa è la verità salvifica che ci propone Maria con il mistero dell'incarnazione.


7. Come potete rendervi conto, la stessa geografia della vostra patria ci indirizza verso la peregrinazione della fede con cui Maria, presente nel mistero di Cristo e della Chiesa, precede il Popolo di Dio, lo evangelizza e lo incoraggia nelle sue difficoltà.

I paraguayani hanno sperimentato intimamente la presenza costante della Madre di Dio in questo paesaggio sereno e di particolare bellezza, quasi nascosti tra i monti e le colline. E hanno potuto constatare l'efficacia della sua mediazione per i frutti di grazia e di santità che da qui ha effuso incessantemente su tutto l'amato popolo. Nelle ore difficili della storia della nazione, nei momenti di sofferenza e di dolore, i paraguayani hanno rivolto il loro sguardo verso Caacupé, faro luminoso della fede, nel quale hanno trovato energie sufficienti per giustificare l'eroismo, la generosità, la speranza.

Lo sguardo retrospettivo verso il passato di una meravigliosa storia di fede, non ci esime dal dovere di confrontarci con i problemi presenti e con il futuro della Chiesa e della nazione.

Maria, la donna nuova da Caacupé, con la sua presenza ecclesiale, con la sua materna mediazione, alla quale con tanta profondità religiosa si affidano tutti i paraguayani, vi sta dicendo che non si può costruire il futuro senza la luce del Vangelo.


8. La Vergine Madre, dopo la sua assunzione in cielo, vive nella gloria della maestà di Dio per rendere testimonianza del destino di tutti gli uomini.

Vive alla presenza di Dio per intercedere per noi. La sua missione è infatti quella di rendere presenti e sempre più vicini i misteri di Cristo, l'Emmanuele: avvicinare Dio agli uomini e avvicinare gli uomini a Dio.

Si. Gli uomini... e tutte le nazioni.

Che Dio realizzi tutto questo nella vostra terra paraguayana; tra tutti i cittadini e tutti i gruppi sociali. Che nel vostro Paese sia una realtà la giustizia di Dio in favore dei poveri, come cantiamo nel "Magnificat" di Maria; tra poveri e ricchi, tra quelli che governano e quelli che sono governati. Che maturi in tutti questi ambiti la giustizia divina e allo stesso tempo la giustizia umana.

"Tupasy Caacupé, remimbiva ko cerro pâ'umé, ayeruré ndeve che corazôite guivé, re hovasa hagua ha renangareko hagua opra ara ko Paraguay retâ rehe" (Vergine di Caacupé, che irradi luce da questi luoghi montuosi, ti chiedo di tutto cuore di benedire e di proteggere in ogni momento questa nazione paraguayana).

Madre di Dio, tu che sei figura della Chiesa, fa che essa, sempre fedele al suo divino Fondatore adempia la sua missione evangelizzatrice in questa terra, dove gli stessi nomi delle città annunziano "le grandi opere di Dio" (cfr. Ac 2,11), gli avvenimenti della salvezza che Dio stesso ha vincolato a te nella storia dell'umanità. Concepcion - Encarnacion - Asuncion.

"Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te".

Amen.


queste parole:]


1. Salve Maria, Stella del mattino! / Con tutto il popolo del Paraguay, / santissima Vergine di Caacupé, / purissima nella tua Immacolata Concezione, / Signora dei Miracoli e Madre della patria, / vengo a confermare alla tua presenza / l'offerta di amore e di fedeltà / che ti presentano riconoscenti / i figli di questa terra / che tu accompagni nel loro pellegrinaggio di fede. / La tua immagine ci parla di armonia / tra Vangelo e cultura nativa, / della solidità della religiosità popolare, / dell'attrazione che esercitano da secoli / il tuo nome e il tuo Santuario.


2. Vergine Immacolata, piena di grazia! / Davanti alla tua immagine si sono inchinate le generazioni passate, / tutti i paraguayani ti riconoscono come patrona e guida. / In questo giorno felice ti offro e ti affido / la Chiesa tutta del Paraguay, / i pastori e i fedeli, / i sacerdoti, i religiosi e le religiose, / i laici, le famiglie, i giovani. / Affido alle tue attenzioni la fedeltà del Paraguay / alla sua vocazione e alle sue radici cristiane, / perché sotto la tua protezione / possa ottenere la piena realizzazione / che tu, Maria, ci indichi in tuo Figlio / vero Dio e vero uomo.


3. Maria di Nazaret, segno di consolazione e di speranza! / A te che precedi e guidi il nostro cammino di fede, / il nostro pellegrinaggio verso il futuro, / affidiamo la nuova evangelizzazione / che inizia in questo Santuario di Caacupé, / come inizio a Nazaret / con il mistero dell'incarnazione, / e nel cenacolo di Pentecoste / con la venuta dello Spirito Santo. / Tu che sei primizia della nuova umanità, / salvaguarda i valori della cultura autoctona, / la fede che germoglia nei cuori semplici, / la profonda religiosità del popolo.


4. Regina e Signora del Paraguay! / Ravviva nelle menti e nei cuori / il fervore per i tuoi misteri, / scolpiti nel più profondo / della nostra fede e della nostra cultura, / quei misteri che la geografia della nazione esalta: / "Concepcion": l'amore del Padre ti ha riempita di grazia, / segno della vittoria sul peccato e sul male. / "Encarnacion": il mistero del Figlio di Dio fatto uomo; / la vicinanza e l'amore del nostro Dio / che ci è arrivato per mezzo tuo. / "Asuncion": il destino definitivo della Chiesa / che risplende nella tua glorificazione / alla destra del Cristo, il Redentore risorto. / Oggi desideriamo e chiediamo che per tua intercessione / tutta la Chiesa del Paraguay, / riunita intorno alla tua immagine / come gli apostoli a Pentecoste, / riceva una nuova effusione dello Spirito / per proclamare il Vangelo / con l'integrità di una fede profonda / e la fecondità della testimonianza cristiana. / Sii tu, o Maria, il segno della vera libertà / di tutti i figli di Dio nel Paraguay, / congregati nell'unità della Chiesa / della quale tu sei / modello perfetto e madre amorosa. / Amen.


Data: 1988-05-18 Data estesa: Mercoledi 18 Maggio 1988




Incontro con i giovani - Asuncion (Paraguay)

Titolo: "Il Signore vi chiama all'impegno per servire l'uomo nella difesa dei suoi diritti e della sua dignità"

Testo:

"Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?" (Mt 19,16).

Carissimi giovani del Paraguay.


1. Con grande gioia ho atteso l'incontro con voi al termine del mio viaggio apostolico in questa bellissima terra, in questo vostro Paraguay Pora, del quale ho potuto percepire, insieme alle sue gioie, virtù e speranze, anche i dolori, le sofferenze e le inquietudini.

In questa notte di dialogo e di riflessione avete voluto farmi partecipe di alcuni aspetti salienti della realtà che vi tocca vivere. Ho ascoltato con affetto, nel constatare una volta di più, qui, come nelle altre parti del mondo, i propositi e le aspirazioni vibranti di generosità delle vostre giovani anime.

Durante gli anni della gioventù si va delineando in ciascuno la propria personalità. Il futuro comincia già a farsi presente e l'avvenire viene visto come qualcosa che è a portata di mano. Questi anni rappresentano il periodo più propizio per "una scoperta particolarmente intensa dell'io dell'uomo e delle proprietà e capacità che esso racchiude" ("Epistula Apostolica ad iuvenes internationali vertente anno iuventuti dicato", die 31 mar. 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII, 1 [1985] 757ss). E' questo il periodo in cui la vita viene vista come un promettente progetto per la realizzazione del quale ciascuno è e chiede di essere protagonista.

E' anche il tempo più adatto per discernere e prendere più radicalmente coscienza del fatto che la vita non può svolgersi lontano da Dio e dagli altri. E' il momento di affrontare i grandi interrogativi, di scegliere tra l'egoismo o la generosità. In una parola: il giovane si trova di fronte ad una occasione irripetibile di orientare la propria esistenza al servizio di Dio e degli uomini, contribuendo in questo modo alla costruzione di un mondo più cristiano e quindi più umano.

Di fronte a questa vasta prospettiva che si offre ai vostri occhi, è inevitabile che si pongano davanti a voi grandi interrogativi: Qual'è il senso della vita? In che direzione orientarla? Su quale fondamento devo costruirla? Sono queste domande cruciali, dense di significato, che non possono essere liquidate con una risposta affrettata.

Questi medesimi interrogativi angosciavano probabilmente quel giovane del Vangelo che si avvicino a Gesù per chiedergli: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?" (Mt 19,16). Come accade per voi, la vita si era mostrata promettente agli occhi di quel ragazzo che desiderava viverla intensamente, in modo generoso, con decisioni definitive. Desiderava raggiungere la vita eterna e per questo cercava un cammino sicuro. Era un buon israelita, che osservava la legge fin da giovane (cfr. Mc 10,20) ma anelava ad orizzonti più ampi per il suo amore; per questo si era messo alla ricerca del Maestro, alla ricerca di Gesù, l'unico che ha "parole di vita eterna" (Jn 6,88).

Carissimi giovani: avvicinatevi anche voi al Maestro se desiderate trovare risposta agli aneliti del vostro cuore. Cercate Cristo, che essendo maestro, modello, amico e compagno, è il Figlio di Dio fatto uomo, Dio con noi.

Dio vivo che, morto sulla croce e risuscitato, ha voluto rimanere al nostro fianco per comunicarci il calore della sua amicizia divina, perdonandoci, colmandoci della sua grazia e rendendoci simili a lui. Cristo è colui che ha parole di vita eterna perché è la vita stessa.

Cercatelo nella preghiera, nel dialogo sincero e assiduo con lui.

Rendetelo partecipe degli interrogativi che nascono dai problemi e dai progetti propri della vostra gioventù e dal futuro della vostra patria. Cercatelo nella sua Parola, nei santi Vangeli e nella vita liturgica della Chiesa. Accostatevi ai sacramenti. Aprite con fiducia le vostre aspirazioni più intime all'amore di Cristo che vi attende nell'Eucaristia. Troverete risposta a tutte le vostre inquietudini e scoprirete con gioia che la coerenza di vita che egli vi chiede è la porta per ottenere la realizzazione dei più nobili desideri della vostra giovane anima.


2. Passando al racconto evangelico che abbiamo ascoltato, vediamo come, alla domanda del giovane israelita il Signore risponde "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti" (Mt 19,17-18).

Cari giovani, l'insegnamento che deriva da questo dialogo è evidente: per entrare nella vita, per giungere al cielo, bisogna osservare i comandamenti.

"Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel Regno dei cieli ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Mt 7,21).

Non bastano dunque le parole, Cristo ci chiede di amarlo con le opere: "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amero e mi manifestero a lui" (Jn 14,21).

"La fede e l'amore - come vi dissi in occasione della III Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata quest'anno a Roma - non si riducono a parole o a sentimenti vaghi. Credere in Dio e amare Dio significa vivere tutta la vita con coerenza alla luce del Vangelo... e questo non è facile. Si! Molte volte c'è bisogno di un grande coraggio per andare contro corrente o contro la mentalità di questo mondo. Ma, lo ripeto, questa è l'unica via per costruire una vita riuscita in pieno" ("Homilia occasione oblata celebrationis "III Giornata Mondiale della Gioventù"", 3, die 27 mar. 1988: , XI,1 [1988] 774).


3. Alla nuova domanda del giovane del Vangelo, che desidera sapere dalle labbra del Maestro quali siano questi comandamenti, Gesù li enumera: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso" (Mt 19,18-19).

In un'altra occasione quando un dottore della legge, con il proposito di tentarlo, gli domanda quale sia il comandamento più grande, il Signore risponde: "Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente" (Mt 22,37).

Giovani del Paraguay, con le stesse parole di Cristo io vi dico: amate il Signore con tutto il vostro cuore, con tutta la vostra anima e con tutta la vostra mente. Non guardate mai ai comandamenti come qualcosa di negativo, come precetti che limitano la libertà o come moniti di castigo. I comandamenti si comprendono, si trasformano in forza liberatrice nel momento in cui ciascuno cerca di capire e compiere il grande comandamento dell'amore a Dio sopra tutte le cose.

Amare Dio sopra tutte le cose vuol dire semplicemente aspirare ad essere santi. Giovani che mi ascoltate, con quell'animo così caratteristico del vostro popolo guarani, con il coraggio dei vostri antenati non rinunciate ad intraprendere il compito esigente e tenace della vostra santificazione personale.

Il vostro Paese e il mondo intero continuano ad avere bisogno di santi: persone di tutte le età, ma soprattutto giovani, disposte ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze.

Amare Dio sopra tutte le cose è anche il segreto per conseguire la felicità già in questa vita. Giovani paraguayani, non cercate la felicità nel piacere, nel possesso dei beni materiali, nella sete di potere. Si è felici per quello che si è, non per quello che si ha, la felicità è dentro il cuore, è nell'amare, è nel darsi per il bene degli altri senza attendersi nulla in cambio. 4. "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente; ...amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22,37-39). In questa risposta di Gesù al dottore della legge si riassumono tutti i comandamenti.

E san Giovanni precisa, a questo proposito, nella sua prima lettera: "Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede" (1Jn 4,20).

Il cammino indicato dai comandamenti per giungere in cielo, per raggiungere la felicità, passa attraverso l'amore e il servizio al fratello. Il Signore aspetta che confermiate l'autenticità del vostro amore a Dio con opere di carità verso il prossimo. Il Signore vi dà appuntamento insieme al fratello sofferente, dimenticato, oppresso. Egli vi chiama ad un deciso impegno al servizio dell'uomo, nella difesa dei suoi diritti e della sua dignità, come Figlio di Dio quale egli è. Dovete amare Dio e i vostri fratelli contribuendo così all'edificazione di una società nella quale i beni siano divisi tra tutti, in una società, in cui tutti possano vivere in modo adeguato alla loro condizione di persone.

Il cammino per entrare nella vita nuova che Cristo vi offre, vi permetterà di costruire il vostro futuro con la consapevolezza che la formazione professionale o lavorativa - lo studio - così come il lavoro, sono mezzi di santificazione, di realizzazione personale e strumenti di servizio agli altri.

Esorto pertanto tutti voi, giovani lavoratori, studenti, universitari ad un rinnovato impegno nella vostra formazione lavorativa, nei vostri studi. In particolar modo invito gli alunni ed i professori dell'Università Cattolica del Paraguay ad incrementare la vostra volontà di servizio la vostra preparazione dottrinale, professionale e scientifica nella fedeltà agli insegnamenti della Chiesa, sotto la guida del Vescovi. Non sono il profitto materiale o la sete di possesso che devono motivarvi nel vostro studio o nel vostro lavoro.

Il cammino verso la vita richiederà che siate consapevoli in ogni momento del fatto che bisogna evitare il denaro facile attraverso mezzi che siano contrari alla legge di Dio, poiché qualunque vantaggio ottenuto in questo modo è certamente ingiusto e suppone un pregiudizio a danno del prossimo: "Non rubare, non testimoniare il falso" (Mt 19,18) disse Gesù al giovane. Assumete dentro di voi come un imperioso dovere la difesa della moralità pubblica, vivendola innanzitutto voi stessi, attraverso il pudore, la sobrietà, e la temperanza di vita. Allo stesso tempo vi invito alla pratica costante della solidarietà con gli altri, che vi condurrà a partecipare a molte iniziative in favore dei vostri fratelli e a crearle li dove mancano, coinvolgendo il meglio della vostra intelligenza e capacità di iniziativa.

Prendete esempio da san Roque Gonzàlez de Santa Cruz, paraguayano come voi, missionario coraggioso e instancabile evangelizzatore. Egli seppe associare una vasta e intensa predicazione del messaggio di Cristo con l'inizio di quella grande opera di civilizzazione e di progresso, i villaggi guarani, alla cui creazione e sviluppo contribui decisamente.

Tutta questa fecondità apostolica fu possibile grazie ad una eccelsa santità che, nel grande incontro del Campo Nu Guazu, abbiamo dichiarato solennemente a nome di tutta la Chiesa. Imitatelo, prima di tutto, nella lotta per mantenervi uniti a Cristo perché la vostra vita produca frutti analoghi nelle circostanze che vi toccherà vivere.

"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Jn 15,13). Ragazzi e ragazze del Paraguay! Non abbiate paura di impegnare la vostra vita per gli altri! Non vi scoraggiate di fronte ai problemi! Non desiderate di sfuggire al vostro impegno venendo a patti con la mediocrità o il conformismo! E' l'ora di assumersi le proprie responsabilità, di impegnarsi, di non retrocedere.

Il motto che avete scelto per questo anno eucaristico: "Cristo-Eucaristia per un nuovo Paraguay" è molto eloquente. Una nuova società fondata sulla legge dell'amore!, perché Cristo è rimasto nella Eucaristia per un atto d'amore. Ad una tale società non si può giungere con il ricorso alla violenza perché questa è l'antitesi del'amore. La violenza non è mai una soluzione. Anche se a volte può sembrare una strada facile e rapida non è mai il sentiero per entrare nella vita.


5. Giovani che mi ascoltate e giovani di tutta questa terra! Questo è anche un momento prezioso della vostra vita nel quale comincia a manifestarsi un aspetto molto particolare e profondo dell'amore: l'amore che nasce tra l'uomo e la donna.

"Un'esperienza nuova... che sin dall'inizio richiede di essere iscritta in quel progetto di vita" ("Epistula Apostolica ad iuvenes internationali vertente anno iuventuti dicato", die 31 mar. 1985: , VIII, 1 [1985] 757ss).

Un grande avvenimento per il vostro cuore, un tema centrale della vostra vita, pieno di bellezza e di promesse e allo stesso tempo di trascendenza e responsabilità. Un modo singolare, voluto da Dio, di amarlo per concretizzare l'amore verso il prossimo e per costruire il suo regno in questo mondo. Una realtà di amore che si realizza automaticamente soltanto nel matrimonio unico e indissolubile, istituito da Dio all'inizio ed elevato poi alla dignità di sacramento.

"Beati i puri di cuore perché vedranno Dio" (Mt 5,8). Solo un cuore puro può amare pienamente Dio! Solo un cuore puro può portare a termine fino in fondo la grande impresa dell'amore che è il matrimonio! Solo un cuore puro può servire pienamente gli altri! Sapete bene che quando non si rispettano i principi della legge naturale sulla sessualità si trasformano le persone in oggetti e tutto il grande contenuto dell'amore viene a ridursi ad un mero scambio egoistico. Si priva della vera umanità l'unione tra l'uomo e la donna abbassandola alla dimensione animale, che è incompatibile con la dignità di figli di Dio. Non mancano coloro che trasformano la capacità generativa dell'uomo e della donna in oggetto di commercio proclamando come conquista di libertà ciò che è puramente e semplicemente degradazione della persona e offesa al Creatore.

Giovani paraguayani, non lasciate che distruggano il vostro futuro. Non fatevi carpire la ricchezza dell'amore! Consolidate la vostra fedeltà, quella delle vostre future famiglie che formerete nell'amore di Cristo.


6. Ascoltate ora la risposta che il giovane del Vangelo dà a Gesù: "Ho sempre osservato tutte queste cose" (Mt 19,20) "sin dalla mia adolescenza" (Mc 10,20).

Quel giovane aveva osservato i comandamenti; per questo, poteva avvicinarsi con fiducia al Signore; per questo poteva chiamarlo maestro. Se voi, ragazzi e ragazze che mi ascoltate, desiderate riconoscere il Signore dovete al tempo stesso essere disposti ad osservare i comandamenti. Se qualche volta il volto di Gesù svanisce dalla vostra vita; se qualche volta vi assale perfino il pensiero che Dio non esista, chiedetevi seriamente se state osservando i comandamenti. Non dimenticate che spesso la perdita della fede non è un problema intellettuale, ma una questione di comportamento. E ricordatevi che il primo passo per recuperare una fede apparentemente perduta può essere quello di accostarsi al sacramento della Penitenza nel quale lo stesso Cristo vi aspetta per perdonarvi, per abbracciarvi, per incominciare una nuova vita.

E se nonostante il vostro sforzo personale per seguire Cristo alcune volte siete deboli e non vivete secondo la sua legge di amore e i suoi comandamenti, non vi scoraggiate! Cristo continua ad aspettarvi! Egli, Gesù, è il buon Pastore che carica sulle spalle la pecora smarrita e la cura affettuosamente perché guarisca! (cfr. Lc 15,4-7) Cristo è l'amico che non delude mai.


7. Nel racconto evangelico vediamo che il giovane dopo aver affermato di aver osservato tutti i comandamenti, aggiunge: "Che mi manca ancora?" (Mt 19,20). Quel giovane cuore mosso dalla grazia di Dio sente un desiderio di maggiore slancio, generosità e amore. Quel qualcosa in più che è proprio della gioventù, perché un cuore innamorato non calcola, non cavilla, vuole dare senza misura.

"Allora Gesù, fissatolo, lo amo e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi viene e seguimi"" (Mc 10,21).

A coloro che sono entrati nel cammino della vita, osservando i comandamenti e la legge dell'amore come quel giovane (cfr. Lc 18,21), il Signore propone nuovi orizzonti; il Signore propone mete più elevate e li chiama a darsi con slancio e senza riserve a questo amore. Scoprire questa chiamata, questa vocazione, significa prendere coscienza che Cristo ha gli occhi fissi su di te e con lo sguardo ti invita alla donazione totale nell'amore. Di fronte a questo sguardo, di fronte a questo suo amore il cuore spalanca le sue porte ed è capace di dire si.

Siate generosi nello slancio verso i vostri fratelli; siate generosi nel sacrificio verso gli altri e nel lavoro; siate generosi nel compiere i vostri doveri familiari e civili; siate generosi nella costruzione della civiltà dell'amore. E, soprattutto, se qualcuno di voi sente una chiamata a seguirlo più da vicino, a dedicargli totalmente il suo cuore, come gli apostoli Giovanni e Paolo, sia generoso, non abbia paura perché non c'è nulla da temere quando la ricompensa che attende è Dio stesso, che ogni giovane cerca, a volte senza saperlo.


8. Abbiamo ascoltato la fine di questo racconto "udito questo, il giovane se ne ando triste; poiché aveva molte ricchezze" (Mt 19,22).

"Il giovane se ne ando triste". San Matteo narra quello che in realtà è un'esperienza personale di tanti, forse anche di alcuni di voi: la tristezza che si sente quando si dice di no a Dio, quando non si osservano i comandamenti o quando non si vuole rispondere alla sua chiamata.

Quel giovane "aveva molti beni". Aveva soprattutto, come voi, una gioventù da offrire: una vita intera da poter dare al Signore. Che gioia se avesse detto di si! Quali meraviglie avrebbe potuto compiere Dio in un'anima generosa che gli si dona senza riserve! Ma no, egli preferi "i suoi beni": la sua tranquillità, la sua casa, le sue cose, i suoi progetti, il suo egoismo. Davanti all'alternativa di scegliere tra Dio e il suo io, preferi quest'ultimo; e se ne ando triste, come ci dice il Vangelo. Scelse il suo egoismo e trovo la tristezza. Giovani paraguayani! Quando nel seguire Cristo vi si presenta la scelta tra lui, tra uno dei suoi comandamenti, e il piacere effimero di qualcosa di materiale e sensibile, quando vi si presenta la scelta tra aiutare qualcuno che ne ha bisogno e il vostro proprio interesse, quando, in definitiva, dovete scegliere tra l'amore e l'egoismo, ricordate l'esempio di Cristo e fate con coraggio la scelta dell'amore.

Giovani che mi ascoltate, giovani che soprattutto volete sapere cosa dovete fare per guadagnare la vita eterna (cfr. Mt 19,16): dite sempre di si a Dio ed egli vi colmerà della sua gioia.

Carissimi amici del Paraguay, questo è il vostro momento. Cristo vi chiama e vi dice: seguimi! Questo seguirlo è vivere i suoi comandamenti, osservare fedelmente la sua parola, perché si costruisca nel vostro cuore un'amore vero, perché la vostra vita sia una vita piena. Amatissimi giovani ditegli di si: il Signore, la Chiesa e "il mondo, oggi più che mai, ha bisogno della vostra gioia e del vostro servizio, della vostra vita pura e del vostro lavoro, della vostra forza e della vostra donazione" ("Allocutio ad iuvenes in urbe "Buenos Aires" habita, occasione oblata celebrationis "Giornata Mondiale della Gioventù"", die 12 apr. 1987: , X, 1 [1987] 1256 ss).


9. La vita di Maria fu un continuo si all'amore. A lei che sin dall'annuncio dell'angelo "si è abbandonata completamente, manifestando "l'obbedienza della fede" a colui che le parlava mediante il suo messaggero" (RMA 13), a lei chiedo, per intercessione della Vergine dei Miracoli di Caacupé, di aiutarvi nel vostro cammino e nella vostra missione. Con lei che è la Stella del mattino, la Causa della nostra letizia, non ve ne andrete mai tristi perché vi indicherà sempre la strada che porta al suo Figlio divino: la strada della fraternità, del servizio ai fratelli, dell'onestà, della giustizia, il cammino dell'amore.

"Che corazoité güivé, po mo maitei ha aipota peeme guara mborayhu, tekoyoya ha yekopyty!" (Vi saluto di tutto cuore e auguro a tutti voi amore, giustizia e concordia)


Data: 1988-05-18 Data estesa: Mercoledi 18 Maggio 1988





GPII 1988 Insegnamenti - Omelia celebrata nel Santuario mariano - Caacupé (Paraguay)