GPII 1982 Insegnamenti - L'incontro con la gioventù nigeriana - Onitsha (Nigeria)

L'incontro con la gioventù nigeriana - Onitsha (Nigeria)

Titolo: Generosa disponibilità alla costruzione di una società fraterna

Testo:

Carissimi giovani della Nigeria.

Questo pomeriggio il Papa appartiene a voi.

Sono davvero felicissimo d'incontrarvi, convenuti come siete a migliaia da tutte le parti del vostro vasto paese. Avete messo in mostra per me la vostra giovanile agilità, le vostre affascinanti acrobazie, la vostra gioia, il vostro ottimismo. Ve ne sono profondamente grato; e sono molto felice di trovarmi con voi. Molto tempo prima che c'incontrassimo eravate presenti nei miei pensieri e nelle mie preghiere. Ed ora è venuto il momento del nostro incontro personale.

Vorrei condividere con voi alcune mie riflessioni.


1. La gioventù è l'età della speranza, della promessa, dell'entusiasmo, dei progetti e degli ideali. La gioventù non si dichiara vinta di fronte alle difficoltà. La gioventù rifiuta di rassegnarsi ai difetti e alle carenze dello "status quo". La gioventù crede in un mondo migliore, ed è decisa a collaborare concretamente al suo avvento.

Fatevi conoscere per la vostra generosità e la vostra apertura verso gli altri. Siate grati ai vostri genitori. Amateli, rispettateli, aiutateli, e obbedite loro. Accettate i vostri insegnanti, rispettateli e seguite le loro istruzioni. Fatevi conoscere per il vostro spirito di sacrificio, la vostra diligenza nello studio o nel lavoro, la vostra efficienza nei compiti assegnativi.

Impegnatevi totalmente nelle Organizzazioni cattoliche di apostolato dei laici per testimoniare Cristo. Siate un laicato che persegue assiduamente la sua missione, che è quella di trasmettere la parola di Cristo. Alcuni di voi saranno chiamati a diventare sacerdoti, religiosi o religiose, con un ruolo speciale di servizio nel Regno di Dio.


2. Carissimi giovani della Nigeria, siate eccellenti per disciplina, per forza di carattere e per affidabilità. Queste qualità si manifesteranno in diverse maniere.

Siate casti. Resistete a tutte le tentazioni che assalgono la santità del vostro corpo. Portate la vostra castità al sacerdozio, alla vita religiosa o al matrimonio. Avrete molte occasioni per esprimere disciplina attraverso la temperanza cristiana. Le attrattive e le sollecitazioni del mondo inducono spesso i giovani all'intemperanza o all'elevazione. Le tentazioni dell'alcool e della droga permeano il nostroambiente. Sono necessari forza di volontà e il ricorso alla preghiera in tutta umiltà per chiunque cerchi di agire veramente da uomo.


3. La grande decisione che vi aspetta è quella di scegliere uno stato di vita permanente. Per la maggior parte di voi la risposta sarà nel matrimonio. Ma per molti altri potrà essere il sacerdozio o la vita religiosa. Avrete bisogno del consiglio dei vostri sacerdoti, dei vostri genitori e dei vostri insegnanti.

Avrete bisogno della guida di Dio. Pregate. Affidatevi a Cristo. Apritegli i vostri cuori. Apriteli senza timore, senza reticenze. Non abbiate paura. Siate generosi. Chi dà poco raccoglie scarso frutto. Chi dà con generosità raccoglie un frutto abbondante. Potete contare sulla grazia di Dio.


4. Un buon cristiano è un buon cittadino. Amate il vostro paese, obbedite alle sue leggi; rispettate i suoi capi, e pagate i vostri tributi. Siete chiamati ad assumervi le vostre responsabilità nelle attività politiche, sociali, economiche e culturali. Quando sarete maggiorenni, votate e fatevi votare nelle elezioni politiche.

Desidero cogliere questa occasione per rendere omaggio al programma nazionale del servizio della gioventù, per rivolgere la mia lode ai giovani che si dedicano così generosamente a questo servizio dal loro Stato di origine, forgiando nuovi vincoli di amicizia e rafforzando la solidarietà fraterna e l'unità nazionale. Sono anche grato per la considerazione data ai sacerdoti ed ai religiosi, i cui compiti non devono contrastare con il loro stato di sacerdoti o di religiosi.


5. Nella vostra condizione di giovani, dovete cercare continuamente di individuare i mali della vostra società come la corruzione, l'appropriazione indebita dei fondi del governo o delle società, le spese esagerate e improduttive, l'esibizione della ricchezza, la negligenza verso i poveri e gli emarginati, il nepotismo, il tribalismo, l'antagonismo politico, il rifiuto dei diritti dei poveri, l'aborto, la contraccezione e altri mali che afflggono altri paesi. Come giovani autentici dovete osservare, valutare e poi agire conformemente ai dettami del Vangelo di Gesù Cristo.


6. Ovunque irradierete gioia, pace, amore per i fratelli, ottimismo e speranza per una Nigeria migliore. Questo è il vostro contributo di cristiani: questo è ciò che imparate dal Signore. Questa è la sfida del mondo, che deve prendere radici nella vostra vita e fruttificare. Ricordate come Gesù vi sfida continuamente nei Vangeli: "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedrannoDio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio..." (Mt 5,7-9).

Desidero esprimervi il mio apprezzamento per le molte forme di apostolato organizzato dai giovani ai vari livelli (nazionale, diocesano, parrocchiale e di villaggio), per le tante associazioni tramite le quali svolgete il vostro compito di apostolato dei laici e riaffermate il vostro desiderio di servire gli uomini nel nome di Cristo. Voglio anche esprimere il mio riconoscimento ai vostri cappellani che vi aiutano così validamente, ed anche ai religiosi ed alle religiose ed ai laici che contribuiscono a fare delle vostre organizzazioni una espressione vitale della vita della Chiesa.


7. Giovani della Nigeria, sono venuto per incoraggiarvi nella vostra grande missione che è quella di costruire un mondo migliore, di portare avanti il Regno di Cristo, Regno della verità e della vita, della santità e della grazia, della giustizia, dell'amore e della pace. E' a lui che voglio indirizzare il vostro sguardo, come era stato detto ai primi cristiani: "tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede" (He 12,2). Nel suo nome - nel nome santo di Gesù, Salvatore del mondo, redentore dell'uomo, amico dei giovani - voglio esprimervi quei sentimenti che ho condiviso con i giovani di tutto il mondo: Giovani della Nigeria, avete una dignità incomparabile come figli di Dio, come fratelli e sorelle di Cristo.

Giovani della Nigeria, Cristo è morto per voi, per redimervi. Cristo vi ama, ed anche io vi amo.

Giovani della Nigeria, "amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio" (1Jn 4,7).




1982-02-13 Data estesa: Sabato 13 Febbraio 1982




Agli ammalati e agli anziani nell'ospedale san Carlo Borromeo - Onitsha (Nigeria)

Titolo: Il significato cristiano della sofferenza e della vecchiaia

Testo:

Cari amici.

Sono felice di essere fra voi, ammalati ed anziani, in questo pomeriggio. Voi siete preziosi agli occhi di Dio. Le vostre vite hanno un profondo significato per la società e per me stesso.

La mia gioia è ancora più grande per il fatto che vi incontro in questo famoso ospedale dedicato a san Carlo Borromeo, il nome del quale mi era stato dato dai miei genitori al battesimo.

II mio predecessore Paolo VI ha visitato questo luogo nel 1962 quando era ancora in fase di costruzione, e ha contribuito per la sua costruzione. Vedo il gesto amorevole della Chiesa di Onitsha nel dedicare questo ospedale a san Carlo Borromeo, l'apostolo di Milano e patrono del vostro primo Arcivescovo di Onitsha, Carlo Heerey, C.S.Sp., che è morto nel 1967.

1. Finché ci troviamo nel nostro pellegrinaggio terreno, la sofferenza e la malattia esisteranno sempre. Fanno parte della nostra condizione umana, sono i risultati del peccato originale, ma non sono necessariamente per la colpa dell'individuo. C'è tanta gente di diversa età che soffre non per colpa propria. I bambini, in modo particolare, sono vulnerabili alla sofferenza, spesso causata dalla trascuratezza o negligenza degli adulti. La realtà di malattia e denutrizione nella vita di milioni di bambini è un fatto che richiama l'attenzione e l'azione. E la condizione del bambino ritardato ci fa riflettere sul senso della vita umana.

La vecchiaia pure porta le sue proprie difficoltà e la debolezza fisica.


2. Nonostante Dio permetta l'esistenza della sofferenza nel mondo, certamente non gode di questa. Difatti, nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, amava i malati, ha dedicato grande parte del suo ministero terreno a sanare gli ammalati e confortare gli afflitti. Il nostro Dio è un Dio di compassione e di consolazione. E aspetta da noi che usiamo tutti i mezzi ordinari per impedire, alleviare ed eliminare la sofferenza e la malattia. perciò abbiamo i programmi preventivi di cura sanitaria; abbiamo medici, infermiere, istituzioni di medicina e ausiliari di ogni specie.

La scienza medica ha fatto grandi progressi. Noi dovremmo approfittare di tutto questo.


3. Ma anche dopo tutti questi sforzi, la sofferenza e la malattia esistono. Il cristiano vede un significato nella sofferenza. Sopporta una tale sofferenza con pazienza, amor di Dio e generosità. La offre tutta a Dio, per Cristo, specialmente durante il sacrificio della santa Messa. Quando l'ammalato riceve la Comunione, si unisce a Cristo vittima. Quando la sofferenza è unita alla passione di Cristo e alla sua morte redentiva, allora acquista grande valore per l'individuo, per la Chiesa e per la società.

Questo è il senso di quelle meravigliose parole di san Paolo, sulle quali dobbiamo continuamente meditare: "perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa" (Col 1,24).

So anche personalmente cosa vuol dire essere malato e rimanere per molto tempo in ospedale e come è possibile confortare e sostenere chi condivide la stessa sorte di detenzione e sofferenza, e quanto sia necessario pregare per i malati e dimostrare loro un amorevole interesse. A questo proposito, sono lieto di osservare che in questo ospedale avete una bella Cappella con il santissimo Sacramento e che vi è un cappellano fisso.

Gesù stesso vuol essere la vostra forza e consolazione tramite la sua presenza eucaristica e il ministero dei suoi sacerdoti.


4. Voi che siete avanzati in età siete cittadini maggiori. Avete fatto nascere il calore del giorno nel combattimento della vita e avete acquistato tanta conoscenza, saggezza e esperienza. Vi prego di condividere tutto questo generosamente con la generazione più giovane. Avete qualcosa di molto importante da offrire al mondo; e il vostro contributo è purificato e arricchito tramite la pazienza e l'amore che sono vostri, quando siete uniti con Cristo. La vecchiaia infiacchisce il corpo e porta seco debolezza e qualche volta malattia. La nostra risposta include attenzione medica e cristiana pazienza. In unione con Cristo siete chiamati a ringraziare Dio Padre per avervi donato la vita umana e per avervi chiamati a vivere in questo mondo e per sempre in unione con Cristo.


5. In Nigeria avete il bel valore culturale del sistema esteso di famiglia.

I malati e gli anziani non sono abbandonati dai loro figli, nipoti, cugini o altri parenti, L'ombrello aperto della carità è un tetto per tutti.

Questa è una preziosa eredità che deve mantenersi. Questo ideale si trova sotto pressione, specialmente nelle città e nei borghi dove le persone anziane sono qualche volta tagliate dalla famiglia patriarcale. L'abbandono e la solitudine degli anziani risulta quando un grande valore culturale è stato tolto ed è stato sostituito da qualcosa di totalmente non-africano.


6. Ai medici, alle infermiere, agli ausiliari e tutti quelli che curano i malati in Nigeria, senza dimenticare i diversi consigli di medicina e infermieristici, professionali e amministrativi, esprimo la mia stima e gratitudine. La vostra sollecitudine umanitaria è pregevole. La vostra carità cristiana merita la vita eterna. Gesù stesso si è preoccupato dei malati e da questo dipenderà il nostro giudizio finale e la nostra ricompensa: "Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fino dalla fondazione del mondo; perché... ero malato e mi avete visitato" (Mt 25,34-36).


1982-02-13 Data estesa: Sabato 13 Febbraio 1982




Ai sacerdoti e ai seminaristi della Nigeria - Enugu (Nigeria)

Titolo: Il sacerdote deve essere il lievito della società nigeriana di oggi

Testo:

Cari fratelli sacerdoti, miei cari seminaristi.

"La pace di Cristo regni nei vostri cuori" (Col 3,15).

Sono particolarmente felice d'incontrare, oggi, voi sacerdoti e seminaristi della Nigeria. Voi siete chiamati ad essere i cooperatori immediati dei vostri Vescovi. Da voi, in gran parte, dipende il lavoro di evangelizzazione in questa terra. Permettetemi di condividere con voi alcuni pensieri sul sacro ministero del sacerdozio.


1. Il sacerdote è inviato da Cristo e la sua Chiesa a proclamare il Vangelo di salvezza, soprattutto nella celebrazione dell'Eucaristia. Il sacerdote è ordinato per offrire il sacrificio della Messa, e rinnovare così il Mistero Pasquale di nostro Signore Gesù Cristo. Come ministro di Cristo, il sacerdote è chiamato a santificare il Popolo di Dio, con la parola e i sacramenti. Condivide la sollecitudine pastorale del Buon Pastore, che è spesso espressa nella preghiera per il gregge. Come sacerdoti, voi ed io siamo chiamati a predicare e ad insegnare la Parola di Dio con chiarezza, viva fede e impegno personale, con ortodossia e amore. Siamo tutti chiamati a radunare il Popolo di Dio, a costruire il Corpo della Chiesa.

In conformità alla volontà di Cristo, il sacerdote svolge il suo apostolato sotto la guida del suo Vescovo e in unione con i suoi fratelli sacerdoti.


2. La vostra giovane Chiesa in Nigeria è piena di vita e di vigore. Con vero dinamismo di apostoli i vostri sacerdoti missionari hanno posto solide fondamenta tramite la preghiera, la diligenza, la castità e la dedizione nella carità. I sacerdoti e i Vescovi locali hanno assunto l'impegno della missione e l'hanno consolidata. In questo momento avete tante iniziative avanzate per far si che la Chiesa si senta sempre più incarnata nella vostra cultura.

Io mi congratulo con voi per l'armonia con la quale i sacerdoti diocesani della Nigeria, i sacerdoti missionari e i sacerdoti degli Ordini religiosi collaborano per promuovere il Regno di Cristo.


3. Capisco benissimo che molti di voi sono eccessivamente oberati di lavoro.

Alcuni di voi, parroci, hanno diecimila Cattolici da servire; altri forse ne hanno molti di più. Ci possono essere quindici villaggi per un solo sacerdote. La maggior parte di voi celebrano due o tre sante Messe ogni domenica in luoghi distanti, insegnano la dottrina cristiana e danno la benedizione Eucaristica.

Il vostro popolo si affolla al sacramento della Riconciliazione. Voi adempite questo ministero con pazienza e amore. Mi è noto che in alcuni luoghi i sacerdoti delle parrocchie contigue si uniscono in uno sforzo comune per rendere questo sacramento più efficace ed accessibile. Fate questo andando in gruppi di dieci o venti nelle vostre parrocchie vicine durante i tempi forti di Confessione come Natale e Pasqua.

Questo, miei cari fratelli nel sacerdozio, è un modo meraviglioso di compiere la volontà di Cristo nel servire il suo popolo. Voi date così ai vostri parrocchiani una buona scelta di confessori e offrite una testimonianza silenziosa dell'unico sacerdozio di Cristo e della vostra fraterna solidarietà. Il Papa gioisce della vostra fedeltà a questo ministero sacramentale estremamente importante, nel quale il potere del perdono di Cristo ed il risanamento toccano i cuori umani.


4. Prestate anche molta attenzione alla preparazione dei candidati agli altri Sacramenti e alla promozione generale della catechesi. Animate e coordinate il lavoro dei catechisti, insegnanti cattolici ed altri insegnanti di religione. La vostra Conferenza Episcopale ha recentemente posto l'accento sull'importanza del catecumenato e ha emanato direttive e lettere per la giusta esecuzione dei sacramenti di iniziazione. Lodato sia Gesù Cristo, che tramite voi e i vostri catechisti continua a provvedere per l'affermazione più profonda della Chiesa nel potere della Parola di Dio.


5. Desidero esprimere la mia stima per l'apostolato di quei sacerdoti che, in collaborazione coi loro Vescovi, lavorano in centri diocesani, centri di pastorale e catechesi, seminari minori e maggiori, nei servizi sociali, nel Segretariato Cattolico in Lagos, scuole, collegi, università, nei mass media, assegnazioni di missioni fuori diocesi, in Nigeria stessa o fuori di questa, ed in altri impegni simili. Questi sacerdoti stanno servendo Cristo anche in aree importantissime. La Chiesa ha bisogno del loro particolare contributo per la sua missione pastorale; lo scopo di tutte queste attività è di evangelizzare, di comunicare Cristo.


6. Dio ha benedetto la Nigeria con tanti seminaristi minori e maggiori. Difatti il vostro Bigard Memorial Seminary in Enugu e Ikot Ekpene è uno dei più grandi del mondo. I vostri professori di seminario si sono distinti per il loro premuroso desiderio di insegnare la Parola di Dio e per il loro duro e semplice lavoro. Che il Signore ricompensi tutti coloro che - laici, religiosi, sacerdoti e Vescovi - hanno reso questo fatto possibile. Possa egli benedire la Sacra Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli che vi dà l'appoggio morale, finanziario e tecnico.

Il numero elevato dei vostri seminaristi non deve mai diventare motivo per ammettere un tipo di formazione meno esigente.

Di grandissima importanza deve essere nel seminario l'amicizia con Cristo centrata sull'Eucaristia e alimentata specialmente dalla preghiera e la meditazione della Parola di Dio. Questa amicizia con Cristo è autenticamente espressa nel sacrificio, nell'amore del prossimo, nella castità e nello zelo apostolico. Richiede inoltre fedeltà agli studi e un certo distacco dalle cose di questo mondo. C'è bisogno di un più grande numero di direttori spirituali per i vostri seminaristi. Un sacerdote assegnato a prestare servizio in un seminario dovrebbe rallegrarsi se gli venisse affidato questo compito speciale. Dovrebbe sforzarsi di presentare ai seminaristi con la parola e l'esempio gli ideali più elevati del sacerdozio. Quale grande privilegio è quello di aiutare a guidare i giovani a una maggiore conoscenza e un amore più grande di Gesù Cristo, il Buon Pastore. I seminaristi che non sono adatti per l'ordinazione dovrebbero essere consigliati con fermezza e carità di seguire un'altra vocazione.


7. Nessun sacerdote può svolgere bene il suo ministero se non vive in unione con Cristo. La sua vita, come quella di Cristo, deve essere caratterizzata da abnegazione, zelo per la diffusione del Regno di Dio, castità perfetta e illimitata carità. Tutto questo è possibile solo quando il sacerdote è una persona di preghiera e di devozione eucaristica. Pregando la Liturgia delle Ore in unione con la Chiesa, troverà forza e gioia per l'apostolato. In preghiera silenziosa davanti al santissimo Sacramento sarà costantemente rinnovato nella sua consacrazione a Gesù Cristo e confermato nel suo impegno permanente del celibato sacerdotale. Invocando Maria, la Madre di Gesù, il sacerdote sarà sostenuto nel suo generoso servizio verso tutti i fratelli e le sorelle di Cristo nel mondo. Si, il sacerdote non deve permettere ai bisogni passeggeri dell'apostolato attivo di sopraffare la sua vita di preghiera. Non deve essere completamente occupato nel lavoro per Dio in modo da correre il pericolo di dimenticare Dio stesso. Si ricorderà che il nostro Salvatore ci ha ammoniti che senza di lui non possiamo far nulla. Senza di lui, possiamo pescare tutta la notte ma non prendere niente.


8. Nessun sacerdote può lavorare completamente da solo. Lavora con i suoi fratelli sacerdoti e sotto la guida del Vescovo, che è il loro padre, fratello, cooperatore e amico. Il sacerdote autentico manterrà l'amore e l'unità del presbiterio.

Presterà rispetto ed obbedienza al suoVescovo come ha solennemente promesso nel giorno della sua ordinazione. Il presbiterio del Vescovo con tutti i suoi sacerdoti, diocesani e religiosi, dovrebbe funzionare come una famiglia, come un gruppo apostolico segnato di gioia, comprensione reciproca e amore fraterno. Il sacerdozio esiste perché, tramite il rinnovamento del Sacrificio di Cristo, il mistero dell'amore salvifico di Cristo possa entrare nella vita del Popolo di Dio.

I sacerdoti non devono dimenticarsi di aiutare i loro fratelli sacerdoti che si trovano in difficoltà: morale, spirituale, finanziaria o altra. E i sacerdoti malati e anziani devono trovare nella vostra carità fraterna sostegno e sollievo.


9. Nessuno stato di vita sfugge alle tentazioni e voi dovete cercare di identificare le vostre. Con la grazia di Dio e con uno sforzo perseverante dovete combattere per resistere a qualunque tentazione si presenti sulla vostra via: come, per esempio, la trascuratezza della disciplina, l'indolenza, l'instabilità, l'indisponibilità, la grande frequenza di viaggi o la dissipazione della energia apostolica. Fidandovi nella grazia, rigetterete le tentazioni contro il celibato tramite la vigilanza, la preghiera e la mortificazione. Rifiuterete di essere presi dall'attrazione di cose materiali e non metterete la vostra gioia nel denaro, grandi macchine, e una posizione elevata nella società. I partiti politici non sono per voi. E' il campo proprio dell'apostolato laico. Voi siete piuttosto i cappellani dei laici, che negli affari politici devono assumere il loro ruolo distinto (cfr. GS 43). Per rinforzarvi contro le tentazioni è di grande importanza per ogni sacerdote il sacramento della Penitenza. Qui, noi ministri di riconciliazione, troviamo per la nostra propria vita l'efficacia corroborante e salutare di Cristo ed il suo amore clemente e misericordioso.


10. I Nigeriani amano lo studio. Questo è un bene. C'è bisogno di sacerdoti dotti che possano rispondere alle esigenze della Chiesa e della società. Ogni sacerdote dovrebbe cercare di perfezionarsi tramite lo studio personale di teologia, catechesi ed altre scienze sacre. Cercate di trovare il tempo per un tale studio frequentemente. Dopo l'ordinazione, quando si tratta di andare all'università o ad altri istituti in Nigeria oppure fuori di questa, saranno inviati alcuni sacerdoti secondo le necessità diocesane ed il progetto per il quale i Vescovi avranno la responsabilità definitiva. Non fate niente senza il vostro Vescovo, o peggio ancora contro di lui specialmente su questo punto. I sacerdoti che si trovassero in una posizione irregolare possono ora ritornare sui propri passi e trovare la pace di coscienza. Nello stesso modo resisterete contro ogni tentazione di cercare lavoro in qualche luogo senza o contro il vostro Vescovo. Condividiamo tutti in Cristo un unico sacerdozio. Cerchiamo di mantenere la sua unità ed il suo amore.


11. Il sacerdote deve essere il lievito nella comunità nigeriana di oggi. In una nazione dove tante persone sono più che preoccupate ad accumulare denaro, il sacerdote con la parola e l'esempio deve richiamare l'attenzione a valori superiori. L'uomo non vive di solo pane. Il sacerdote deve identificarsi coi poveri, così che possa portare loro il Vangelo edificante di Cristo. Ricordatevi che Gesù ha applicato queste parole a se stesso: "Lo Spirito del Signore è su di me, per questo egli mi ha unto, per annunziare la buona novella ai poveri" (Lc 4,18).

Dato che "l'evangelizzazione non sarebbe completa se non tenesse conto del reciproco appello, che si fanno continuamente il Vangelo e la vita concreta dell'uomo" (EN 29), il sacerdote sarà profondamente interessato a portare la luce del Vangelo e la potenza della Parola di Dio per toccare diversi problemi riguardanti la vita di famiglia, i diritti e doveri umani fondamentali, la giustizia e la pace, lo sviluppo e la liberazione, la cultura e la scienza. Si sforzerà di rendere presente Cristo e la Chiesa nel campo delle arti e della scienza, della cultura e delle professioni. Sono particolarmente lieto per la inaugurazione dell'Istituto Cattolico nell'Africa occidentale in Port Harcourt per opera dei Vescovi della Nigeria, Ghana, Sierra Leone, Liberia e Gambia, per studi ecclesiastici superiori.

I sacerdoti che lavorano nei mass-media hanno un'opportunità meravigliosa di condividere Cristo con gli altri, come fanno i direttori spirituali con i religiosi e i laici, i cappellani di tutte le organizzazioni laiche di apostolato, e i sacerdoti che reclutano vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. A tutti voi dico: "E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel Nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre" (Col 3,17).

Carissimi sacerdoti e futuri sacerdoti della Nigeria, come Vescovo di Roma e vostro fratello sacerdote, vi benedico di cuore. Abbraccio ciascuno di voi con profondo affetto in Gesù Cristo l'Unico vostro Maestro e vostro più intimo amico, che ha amato ciascuno di voi con un amore perenne. Vi affido tutti a Maria, la Madre di Gesù, nostro supremo Sacerdote.




1982-02-13 Data estesa: Sabato 13 Febbraio 1982




L'omelia della Messa con le ordinazioni sacerdotali - Kaduna (Nigeria)

Titolo: Noi sacerdoti siamo dati al popolo che ha bisogno della misericordia del Signore

Testo:

Cari fratelli e sorelle in Cristo.

Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso.


1. E' veramente una gioia essere a Kaduna oggi. Io rendo grazie al Signore per questa felice opportunità di celebrare l'Eucaristia con tutti voi e di ordinare al sacerdozio di nostro Signore Gesù Cristo questo grande numero di diaconi provenienti da diverse diocesi della Nigeria. Le vite di coloro che riceveranno l'ordinazione sacerdotale offrono una grande promessa per la crescita continua della Chiesa in questa amata terra e portano un fresco slancio al vitale impegno dell'evangelizzazione. Con tutti i credenti della Nigeria e con la Chiesa di ogni parte del mondo io benedico il Signore della messe che manda questi nuovi operai nella sua messe.


2. In questo lieto giorno permettetemi di rivolgere le mie parole in modo particolare a coloro che sono in procinto di ricevere l'ordinazione sacerdotale.

Fratelli miei, ciascuno di voi ha ricevuto la chiamata ad essere sacerdote, e con ciò, il privilegio di essere chiamato servitore di Gesù Cristo. L'ordinazione conferisce l'autorità ed il mandato di proclamare il Vangelo e di predicare in nome della Chiesa. Come sacerdoti voi presiederete alla celebrazione dell'Eucaristia e nel nome di Cristo rimetterete i peccati nel sacramento della Penitenza. In queste ed in molte altre attività attraverso le quali voi offrirete alla Chiesa di Dio la cura di pastori cercate sempre di essere considerati come uno che serve. Possano le parole della II° Preghiera eucaristica essere l'espressione della vostra costante gratitudine per la vostra chiamata al sacerdozio: "Padre, noi ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale".

Voi siete stati chiamati ad imitare il Signore ed il Maestro che voi amate, a seguire l'esempio del Figlio dell'Uomo che "non è venuto per essere servito, ma per servire, e dare la sua vita in riscatto per molti" (Mt 20,28).

Ricordate anche che Gesù ha fatto comprendere chiaramente ai suoi discepoli che essi non devono mai imporre la propria volontà ai loro compagni, o cercare il riconoscimento della loro autorità. Come san Paolo noi consideriamo un privilegio essere chiamati servi di Cristo Gesù (cfr. Rm 1,1).


3. Una delle più importanti caratteristiche della vita terrena di Gesù fu la priorità che egli dava alla preghiera. San Luca ci dice che "folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità, ma Gesù si ritirava spesso in luoghi solitari a pregare" (Lc 5,15-16). Benché sentisse grande compassione per la folla e zelo ardente per proclamare che il Regno del Signore è vicino, tuttavia Gesù cercava regolarmente e spesso un luogo solitario per essere solo con il suo Padre celeste. Talvolta egli trascorreva persino l'intera notte in preghiera.

L'autore della Lettera agli Ebrei ci parla dell'intensità della preghiera di Gesù: "... nei giorni della sua vita terrena egli offri preghiere e suppliche, con forti grida e con lacrime silenziose" (He 5,7). Con tutto il suo cuore e con tutta l'anima Gesù imploro il Padre suo per i bisogni del popolo e chiese la forza di conformare le sue azioni umane con la volontà del Padre.

Fratelli miei, non dobbiamo mai dimenticare questo insegnamento che il nostro Salvatore ci lascio con la parola e con l'esempio. La preghiera è un elemento essenziale della vita cristiana ed è uno dei mezzi principali con cui il sacerdote serve il suo popolo. E' pure attraverso la preghiera che noi conserviamo ed approfondiamo il nostro amore personale per Cristo e che noi scopriamo ed accettiamo la volontà del Signore per noi. Il tempo dedicato alla preghiera non è un tempo sottratto al nostro popolo. E' un tempo dedicato a lui con il Signore che è la sorgente di ogni bene. Questo è il motivo per cui la Chiesa non esita a chiedere ai suoi ministri di pregare la Liturgia delle Ore. Essere sempre fedeli a questo impegno della Liturgia delle Ore ci unisce con la Chiesa di tutto il mondo nel grande compito di lodare e venerare il Dio vivente.


4. La lettera agli Ebrei ci insegna inoltre che il nostro Signore e Maestro durante la sua vita sulla terra "imparo l'obbedienza dalle cose che pati" (5,8).

La sofferenza è un elemento inevitabile della sequela. Per questo Gesù disse ai suoi discepoli: "Chi non porta la croce e non viene dietro a me non può essere mio discepolo" (Lc 14,27). Questo non deve indurci ad obliare o a lasciarci sfuggire il fatto che la fede in Cristo è la sorgente di una profonda gioia (cfr. Jn 15,11) e che Gesù ha promesso ai suoi discepoli una pace che il mondo non può dare (cfr. Jn 14,27). Ma resta vero che la sofferenza è parte della sequela di Cristo. E la sofferenza è in stretto rapporto con l'obbedienza, per cui quando noi accettiamo la sofferenza che la Divina Provvidenza permette per noi, noi ci rendiamo più intimamente conformi alla volontà del Padre che è nei cieli.

Oggi voi promettete non solo a me, ma anche al vostro Vescovo, obbedienza e rispetto. Per questa promessa voi stabilite con il vostro Vescovo ed i suoi successori uno speciale vincolo di fiducia. Voi avete dichiarato che collaborerete con lui e che assumerete le sue direttive ed eseguirete i suoi comandi per il bene della Chiesa locale, in spirito di amore e di rispetto. In questo voi imiterete Cristo che è venuto non per fare la sua volontà, ma la volontà di Colui che lo ha mandato (cfr. Jn 6,38). Ricordate che la vostra salvezza si è compiuta attraverso l'opera di redenzione del Figlio che spoglio se stesso, prese la condizione di servo e si fece obbediente fino alla morte (cfr. Ph 2,7-9).


5. La prima lettura della santa Messa di oggi contiene una descrizione del ministero che Gesù applico a se stesso all'inizio della sua vita pubblica (cfr. Lc 4,16ss) e che ogni sacerdote può fare suo, non importa da quanti anni egli sia stato ordinato: "Lo Spirito del Signore Dio è stato dato a me, perché Dio mi ha consacrato con l'unzione. Egli mi ha mandato per annunziare ai poveri la lieta novella, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà per gli schiavi, la scarcerazione per i prigionieri" (Is 61,1).

Notate che l'unzione del Signore è stata data per i poveri, per i prigionieri, per coloro che hanno il cuore ferito. In altre parole, gli unti del Signore sono mandati al popolo che si trova in uno speciale bisogno della misericordia del Signore. Per questo io ho scritto nella mia lettera enciclica "Dives in Miserdicordia": "La Chiesa deve rendere testimonianza alla misericordia di Dio rivelata in Cristo, nell'intera sua missione di Messia, professandola in primo luogo come verità salvifica di fede e necessaria ad una vita coerente con la fede, poi cercando di introdurla e di incarnarla nella vita sia dei fedeli, sia, per quanto possibile, in quella di tutti gli uomini di buona volontà" (n. 12).

Come sacerdoti, voi avete una singolare opportunità e responsabilità di proclamare la misericordia di Dio. Con la vostra pastorale dolcezza e compassione voi rivelate al popolo le tenerezze di Cristo; attraverso lavostra zelante predicazione ed insegnamento voi proclamate la bontà del Signore e parlate del suo potere di redenzione. Come ministri dei Sacramenti, specialmente dell'Eucaristia e del sacramento della Riconciliazione, voi lo mettete in contatto con il nostro Signore che è ricco di misericordia.


6. In questo giorno di gioia io non posso trattenermi dal dire una parola sulla grande necessità di vocazioni per la vita religiosa e per il sacerdozio. Le parole del nostro Salvatore ci invitano a riflettere: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi, chiedete dunque al Signore della messe di mandare operai nella sua messe" (Mt 9,37). Come noi ci rallegriamo oggi all'ordinazione di questi nuovi sacerdoti, noi vediamo nei loro cuori che sono così desiderosi di servire, una grande speranza per il futuro della Chiesa.

Allo stesso tempo, io faccio appello al Popolo di Dio perché sia memore del grande bisogno di incoraggiare vocazioni per il sacerdozio e per la vita religiosa. Il nostro Signore Gesù Cristo non mancherà di provvedere per la vita della sua Chiesa, ma egli chiede le preghiere e la collaborazione di ciascuno.

Le famiglie cristiane hanno un particolare ruolo da compiere nel creare un'atmosfera di fede in cui la vocazione possa svilupparsi. E voi, novelli sacerdoti di questo giorno, siate sempre memori dell'importanza del vostro esempio e della gioiosa testimonianza del vostro celibato.

Io vi affido oggi alla Vergine Maria, la Madre di Dio. Vi sia sempre vicina e vi conservi sempre nell'amore del suo Figlio, il nostro supremo Sacerdote, Gesù Cristo.




1982-02-14 Data estesa: Domenica 14 Febbraio 1982





GPII 1982 Insegnamenti - L'incontro con la gioventù nigeriana - Onitsha (Nigeria)