GPII 1982 Insegnamenti - Omelia nella Messa a Bellahouston Park - Glasgow (Gran Bretagna)

Omelia nella Messa a Bellahouston Park - Glasgow (Gran Bretagna)

Titolo: Siate fedeli al retaggio di fede trasmesso dai vostri padri

Testo:

Figli carissimi della Chiesa Cattolica in Scozia!


1. Le Sacre Scritture danno una testimonianza eloquente della fede incrollabile posta in Dio da una generazione dopo l'altra. Dal tempo di Abramo e attraverso i secoli questa fede è rimasta saldamente fondata sulla promessa di Dio di inviare un Salvatore per liberare il suo popolo.

Tra tutte le espressioni di fede, nessuna è mai stata più spontanea di quella pronunciata da Andrea, il pescatore di Galilea: "Abbiamo trovato il Messia!" Jn 1,41). Così profonda fu l'impressione che Gesù fece su di lui, che "il mattino seguente Andrea incontro suo fratello e gli disse "Abbiamo trovato il Messia" - che significa il Cristo - e condusse Simone da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa - che vuol dire Pietro"" (Jn 1,41-42). Fu dunque Andrea, celeste patrono della vostra cara Scozia, che presento Pietro a Gesù!


2. La giornata odierna è un'altra tappa significativa nella storia della nostra salvezza: il successore di Pietro viene a visitare i figli spirituali di Andrea! Siamo uniti gli uni agli altri da una fratellanza soprannaturale più forte di un legame di sangue. Testimoniamo qui e adesso di professare quella stessa identica fede in Gesù, nella ferma speranza di poter anche noi condurre altri a lui. Questa comune professione di fede è il motivo che mi spinge a compiere la mia visita pastorale nella vostra patria.


3. Carissimi fratelli e sorelle, riflettiamo per qualche minuto sui testi delle Sacre Scritture che sono state proclamate nella Liturgia della Parola.

Siamo qui riuniti sulle pendici di questa collina scozzese per celebrare la Messa. Non siamo forse come quei primi discepoli e seguaci di Gesù che sedettero ai suoi piedi sulle pendici della collina vicino a Cafarnao? Cosa insegno loro Gesù? E cosa vuole insegnare oggi, a ciascuno di noi, il divino Maestro? In parole semplici e chiare, Gesù traccio le condizioni per essere ammessi nel Regno dei cieli. Suggeri riflessioni su ogni aspetto della vita quotidiana. Gesù propose una nuova concezione di vita. Nelle prime frasi introduttive del Sermone della Montagna, Gesù enuncio il motivo fondamentale del Nuovo Tempo che era venuto a proclamare.

Lo spirito nuovo è quello della mitezza, della generosità, della semplicità, e soprattutto della sincerità. Evitare l'arroganza, le critiche, la ricerca del proprio bene. I discepoli del nuovo Regno devono cercare la felicità anche nella povertà, nelle privazioni, nelle lacrime e nell'oppressione. Cercare il Regno presuppone un cambiamento radicale di mentalità, di comportamento, di rapporti con gli altri. Come la Legge fu rivelata a Mosè sul Monte Sinai, così nel "Sermone della Montagna" Gesù, il nuovo Legislatore, offre all'umanità intera un nuovo modello di vita, una carta della vita cristiana.

Quale non sarà stata la sorpresa di quei primi ascoltatori nell'udire queste drammatiche parole di Cristo! Particolarmente quelli che erano poveri in spirito, miti, oppure afflitti, oppressi - sentirsi proclamare degni di entrare nel Regno dei cieli!


4. E' questa amorosa paternità di Dio che pervade ogni parola di Gesù. In tutto il suo discorso egli esorta i suoi ascoltatori a rispondere al Padre, a dargli una risposta di amore filiale. Chiunque è animato da questo spirito nuovo è figlio di Dio. Questo non è lo spirito di schiavitù che riporta il timore nella nostra vita; è lo spirito di figliolanza, che ci fa gridare: "Abbà, Padre" (Rm 8,14-15).


L'amore può chiedere più di quanto possa esigere il timore. L'amore sarà il fondamento del Nuovo Tempo. Gesù lo affermerà in un'altra




"Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (@Jn 14,23@).


5. Nelle qualità che si esigono da un vero discepolo di Gesù possiamo vedere l'immagine di Gesù stesso, tratteggiata dai profeti dell'Antico Testamento ma descritta di nuovo nelle Beatitudini. Era chiaramente intenzione di Gesù che la vita dei suoi discepoli fosse modellata sulla sua. "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorero. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore" (Mt 11,28-29). E altrove dice ancora: "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Jn 14,6).


6. E' essenziale per noi comprendere che Gesù ha per ognuno di noi un compito specifico nella vita. Ciascuno di noi è scelto individualmente, chiamato per nome - da Gesù! Non vi è nessuno tra noi che non abbia una vocazione divina! Ecco cosa san Paolo scriveva nella sua lettera agli Efesini, che è stata proclamata poco fa: "A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo... E' lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti; altri come evangelisti, altri come pastori e maestri; affinché i santi costituiscano l'unità nell'opera di servizio" (4,7.11-12).

Prima di tutto e sopra ogni altra cosa, Dio ci ha chiamati ad esistere.

Ci ha chiamati ad essere! Ci ha chiamati, attraverso il suo Figlio Gesù Cristo, ad una conoscenza di lui nostro Padre amoroso. Ci ha chiamati ad essere suoi figli! Ci ha chiamati a compiere il suo progetto eterno nelle nostre singole vite, sotto la guida di Gesù. Ci ha chiamati ad essere coeredi, con Gesù, del suo Regno celeste! Ciò che Dio Padre ci offre attraverso il suo Figlio è una nuova vita come suoi veri figli, con Gesù nostro fratello; un appello pressante a vivere, ad amare, a operare per la venuta del suo Regno. E qualora fossimo esitanti e disorientati, Gesù si offre egli stesso come guida, quando dice: "Seguimi!" (Lc 9,59).


7. Carissimi in Cristo! Quale risposta ha dato la Scozia in passato all'invito di Dio? La storia del cristianesimo ci dice che sin dai primi tempi, forse già nella seconda metà del quarto secolo, la Scozia abbraccio il Vangelo di Gesù Cristo. Il suo santo Nome è stato invocato per più di 1500 anni su questa terra. San Ninian, san Colombano e san Kentigern furono i primi ad evangelizzare i pagani e costituire una Chiesa Cristiana primitiva. Dopo gli anni oscuri nei quali le invasioni dei Vichinghi non riuscirono a spegnere la luce della Fede, l'avvento al trono della Regina Margherita diede inizio ad un nuovo capitolo nella storia della Chiesa in Scozia, che attinse nuovo vigore dalla riorganizzazione interna e da contatti più stretti con la Chiesa universale.

Per quanto situata geograficamente all'estremo limite dell'Europa, la Chiesa in Scozia fu particolarmente prediletta dai Papi, al centro e nel cuore della Cristianità, tanto che le venne conferito il titolo eccezionale di "Specialis Filia Romanae Ecclesiae", "Figlia particolarmente diletta della Chiesa Romana". Quale magnifico appellativo! La Chiesa fu profondamente coinvolta nella lotta per l'indipendenza nazionale, con i suoi Vescovi - uomini come Robert Wishart di Glasgow - in prima fila con i vostri patrioti. In tutto l'alto Medio Evo la vostra santa Fede ha continuato a fiorire qui, con la costruzione di magnifiche Cattedrali e Chiese, con la fondazione di numerose case monastiche in tutto il territorio. I nomi dei Vescovi Wardlaw, Turnbull ed Elphinstone restano legati inseparabilmente alla fondazione delle vostre Università, delle quali questa piccola nazione è sempre stata così giustificabilmente fiera, nel mentre studiosi scozzesi come Duns Scoto, Riccardo di san Vittore e John Major acquisivano fama internazionale e onoravano la loro patria.

Il XVI secolo trovo il clero ed i laici impreparati agli sconvolgimenti religiosi di quel tempo che spazzarono dalla Scozia la Chiesa medioevale senza lasciarne traccia. Le gerarchie scomparvero; i fedeli rimasti furono dispersi; la Scozia rimase isolata rispetto alle riforme decretate dal Concilio di Trento.

Ma anche questo è parte del disegno provvidenziale di Dio: infatti nei secoli successivi si assistette ad una fiera lotta per la sopravvivenza contro le persecuzioni e l'esilio. Per supplire alla carenza di sacerdoti Papa Clemente VIII fondo a Roma un Collegio per i vostri giovani connazionali, e Seminari analoghi furono aperti in altri luoghi sicuri sul continente, per inviare operai alla "Missione scozzese". Anche gli Ordini religiosi misero a disposizione personale scelto per collaborare in quest'opera. Chi non ricorda il nome di san Giovanni Ogilvie, gesuita, che a poche miglia da dove ci troviamo ora offri la sua vita in testimonianza della Fede in Cristo! I Vicari Apostolici, ai quali era affidata l'organizzazione dell'intera attività missionaria, confemavano nelle loro lettere a Roma l'attaccamento di questo pugno di cattolici scozzesi alla Fede dei loro padri, alla Sede di Pietro e alla persona del Papa. Questi documenti, gelosamente conservati durante tutti questi anni, ci possono servire come uno specchio nel quale si riflette fedelmente il nobile volto della comunità cattolica scozzese, segnato inequivocabilmente dalla povertà e dalla sofferenza, ma radioso nell'attesa di quel nuovo giorno che, nei tempi di Dio, sorgerà sicuramente per la Chiesa in Scozia.

Amatissimi cattolici di Scozia, le preghiere dei vostri antenati non sono rimaste inascoltate! La loro salda speranza nella divina Provvidenza non è rimasta delusa! Un secolo e mezzo fa l'ondata della repressione cambio direzione, e la piccola comunità cattolica acquisto gradatamente una nuova vitalità. L'arrivo di numerosi emigranti cattolici dalla vicina Irlanda, accompagnati da zelanti sacerdoti irlandesi, ingrandi e arricchi spiritualmente la vostra comunità, convincendo Papa Leone XIII a ricostituire la gerarchia cattolica in Scozia come primo atto del suo pontificato. Da allora si è assistito ad un progresso rapido e costante.


8. Voi siete gli eredi di questo sacro retaggio. I vostri padri vi hanno trasmesso l'unico retaggio al quale attribuivano realmente un valore, la nostra santa fede cattolica! L'accorato appello che vi rivolgerebbero oggi dal cielo sarebbe questo: "Cercate il Regno di Dio" (Lc 12,31). Volgetevi dunque a Dio con cuore grato e ringraziatelo di aver ristabilito tempi tranquilli per la comunità cattolica in Scozia.


9. Quello che un secolo fa era un sogno è diventato oggi realtà. E' avvenuta una trasformazione completa della vita cattolica in Scozia, ed oggi i cattolici di Scozia hanno assunto il loro ruolo legittimo in ogni settore della vita pubblica, mentre alcuni si sono visti conferire cariche oltremodo importanti e prestigiose in questo Paese. Non si sta forse realizzando ciò che san Paolo ci dice nella lettura odierna agli Efesini: "così il corpo cresce in modo da edificare se stesso nella carità" (4,16)? Voi attingete le vostre origini in un glorioso passato, ma non vivete nel passato. Appartenete al presente, e la vostra generazione non deve accontentarsi di riposare sugli allori conquistati dai vostri padri ed antenati.

Dovete dare la vostra risposta alla chiamata di Cristo perché lo seguiate ed entriate con lui come coeredi nel Regno del Padre. Ma ci sembra più difficile seguire Cristo oggi in confronto con il passato. Dargli la nostra testimonianza nella vita moderna significa impegnarci in una lotta quotidiana che non si può risolvere così rapidamente e così decisamente come fecero i martiri del passato.

Come credenti siamo continuamente esposti alle sollecitazioni della società moderna che vogliono spingerci a conformarci alle concezioni di questa èra secolare, a fissare nuove priorità al posto di quelle di prima, a limitare le nostre aspirazioni con il rischio di compromettere la nostra coscienza di cristiani.


10. Lo spirito di questo mondo vorrebbe farci capitolare sui principi più fondamentali della nostra vita di cristiani. Oggi più che mai le dottrine fondamentali della Fede vengono messe in discussione, i valori della morale cristiana vengono contestati e messi in ridicolo. Cose aborrite dalla generazione precedente alla nostra sono oggi codificate dalla società! Esistono problemi della massima gravità ai quali è impossibile dare una risposta semplice; ne vi si può dare una risposta ignorandole. Questioni di tanta portata esigono la massima attenzione dalla nostra coscienza cristiana.


11. Trovare risposte a tali questioni sarebbe un compito immane, quasi impossibile da intraprendere senza aiuto per la maggior parte dei credenti. Ma non siete soli.

Lo Spirito di Dio è operante nella Chiesa. Mai come in questi ultimi tempi l'insegnamento della Chiesa Cattolica è stato così ampiamente riformulato, tenendo conto proprio dei problemi che inquietano la coscienza moderna. Basti elencare gli argomenti in merito ai quali i Papi, il Concilio Ecumenico, il Sinodo dei Vescovi, e le varie Conferenze Episcopali, inclusa quella dei Vescovi Scozzesi hanno fatto dichiarazioni chiare ed autorevoli sulla fede e sulla pratica della fede, come guida dei fedeli in questi tempi di dubbi e perplessità. A nome di tutti i pastori del gregge di Cristo, ai quali è stato affidato da Dio l'ufficio di pastori e maestri (Ep 4,11), vi assicuro che siamo profondamente consapevoli dei problemi che dovete affrontare nella vita, e dell'ansietà che riempie così spesso i vostri cuori.


12. Adempiendo al grande e sublime compito di condurre il gregge alla vita eterna, dobbiamo tenere sempre in mente le parole dell'apostolo Paolo a Timoteo: "Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, insisti su di essa. Rigetta la falsità, correggi l'errore, richiama all'obbedienza - ma fa' tutto con pazienza e con l'intenzione di insegnare... Fa' della predicazione della Buona Novella il lavoro della tua vita" (2Tm 4,2 2Tm 4,5).

Fratelli carissimi! Predicare la Buona Novella di Gesù è il lavoro della mia vita. Oltre a questo, ho ancora un altro ministero da adempiere nella Chiesa, quale successore di Simon Pietro al quale Gesù stesso disse: "Io ho pregato per te, Simone, che non venga meno la tua fede... e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22,31). E' per questo che sono venuto da Roma in Scozia. Per questo ho accettato con gioia l'invito dei vostri Vescovi a venire a confermarvi nella nostra fede Cattolica "che ci viene dagli Apostoli" ("Canone Romano".


13. Consentitemi quindi di fare mia l'esortazione di san Paolo che vi viene rivolta nella Liturgia odierna: "Vi esorto dunque a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuta" (Ep 4,1). E' con le parole stesse di Cristo "Voi siete il sale della terra... voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13-14), chiamati da Dio Padre ad essere suoi apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri per gli uomini e le donne di questa generazione, che dovete condurre a Gesù come una volta Andrea condusse il fratello Simon Pietro. Siano essi attratti dall'esempio della vostra vita quotidiana. Il vostro impegno nelle vie sicure del modo di vivere cristiano potrebbe essere decisivo per portare la salvezza a molti.

Il mondo è ancora capace di riconoscere il valore della bontà autentica! Siate fedeli alla memoria di coloro che vi hanno coraggiosamente preceduti nella Fede. Siate diligenti nel trasmettere intatto il retaggio spirituale che vi è stato affidato. Siate fedeli alle vostre preghiere quotidiane, alla santa Messa ed al sacramento della Penitenza, incontrandovi regolarmente con Gesù nostro Salvatore amoroso e misericordioso. Difendete il sacro valore della vita e la santità del matrimonio. Comprendete la vostra santa fede cattolica e vivete secondo i suoi insegnamenti. Fate fronte alle difficili sfide della vita moderna con cristiana fortezza e pazienza. Non ha forse detto Gesù ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16,24 Mc 8,34)?


14. Figlioli amatissimi! Sono stato tenuto al corrente dei diligenti preparativi di diversi mesi che hanno preceduto la mia visita pastorale in Scozia. Ho seguito con ammirazione e soddisfazione l'intenso programma di rinnovamento spirituale della comunità cattolica proposto dai Vescovi per garantire che gli effetti della mia visita producano frutti durevoli. Ringrazio dal profondo del cuore ognuno di voi per le preghiere che hanno accompagnato questa preparazione, per tutti gli sforzi che sono stati fatti per assicurarne il successo. "Questo è il giorno fatto dal Signore: quale immensa gioia per noi!" (Ps 118,24). Affido tutti voi, Vescovi, clero, religiosi e laici alla materna intercessione di Maria, Madre Immacolata di Dio e Madre della Chiesa.


15. Prima di concludere voglio rivolgermi per alcuni istanti alla più grande comunità di credenti in Cristo, quelli che condividono con i miei fratelli cattolici il privilegio di essere scozzesi, figli e figlie anch'essi di questa nazione antica. Conosco la vostra venerazione per le Sacre Scritture, che accolgono per quello che sono, Parola di Dio e non dell'uomo. Ho riservato a questo momento e voglio leggervi adesso le restanti parole di quel passo della lettera di san Paolo agli Efesini: "Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio, Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti" (Ep 4,5-6). Questo passo rivela chiaramente la volontà di Dio nei confronti dell'uomo, un piano al quale la volontà dell'uomo può opporsi ma che non può vanificare. E' il piano di Dio per noi tutti, "perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura" (He 13,15). Siamo soltanto pellegrini su questa terra, in cammino verso quel Regno dei cieli che ci è stato promesso come figli di Dio. Amatissimi fratelli in Cristo, non possiamo noi compiere in futuro questo pellegrinaggio insieme, la mano nella mano, "sopportandoci a vicenda con amore, completamente dimentichi di noi stessi, con mitezza e pazienza", facendo tutto quello che possiamo per "conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace" (Ep 4,2-3)? Scenderebbe sicuramente su di noi la benedizione di Dio nostro Padre nel nostro pellegrinaggio.

Al momento di dare inizio alla celebrazione del sacrificio eucaristico di Cristo, ricordiamoci di tutti coloro che sono coinvolti, dall'una e dall'altra parte, nel conflitto del Sud Atlantico. Nella gioia della nostra celebrazione odierna non possiamo dimenticare le vittime della guerra, i morti ed i feriti, le famiglie colpite dal lutto. Supplichiamo il Dio di misericordia di dare la pace in questa nostra giornata, la pace di Cristo nostro Signore. Così sia.


16. Amato popolo di Scozia, prego affinché scenda su di voi e su tutti coloro che vi sono cari, dovunque si trovino, l'abbondanza della benedizione di Dio, cosicché le vostre famiglie possano prosperare e la pace e l'armonia possano regnare nelle vostre case. Possa l'intercessione dei beati apostoli Pietro e Andrea ottenere questo per voi! E per la vostra amata patria la Scozia, voglio riprendere e fare mie le parole familiari a molti di voi: "Signore, fa' che la Scozia rifiorisca attraverso la predicazione della tua parola e la lode del tuo nome"! così sia.




1982-06-01 Data estesa: Martedi 1 Giugno 1982




L'incontro con la conferenza episcopale di Scozia - Edimburgo (Gran Bretagna)

Titolo: La fedeltà e l'amicizia con Cristo necessarie alla nostra quotidiana vita apostolica

Testo:

Cari Fratelli nell'Episcopato.


1. Ci siamo riuniti questa sera nel nome di Gesù Cristo, "Pastore e guardiano" delle nostre anime (1P 2,25), "Pastore supremo" del gregge (1P 5,14).

Siamo qui riuniti per riflettere sul nostro ministero episcopale e per offrirlo al Padre attraverso Cristo nostro Signore, nel cui nome lo esercitiamo.

Indubbiamente molti sono i fattori che influenzano il nostro ministero ed a cui dobbiamo dare risposta come guide del Popolo di Dio. Un gran numero di questi fattori sono davanti ai nostri occhi proprio in questo periodo, mentre le nostre menti sono tanto preoccupate per la pace e la riconciliazione. In simile occasione sentiamo molti doveri incombere su di noi, proprio perché siamo stati incaricati del "ministero di riconciliazione" (2Co 5,18) e perché siamo stati chiamati a predicare un Vangelo di pace.


2. Ciò che è basilare nell'identità di un Vescovo, è il suo dover essere il segno vivente di Gesù Cristo. "Nei Vescovi - sancisce il Concilio Vaticano II - è presente in mezzo ai credenti il Signore Gesù Cristo Pontefice Sommo" (LG 21).


3. Questa verità fondamentale ci porta a guardare bene dentro di noi e nel nostro bisogno di santità di vita. L'efficacia soprannaturale del nostro ministero si collega in tanti modi al nostro grado di santità - al grado nel quale ci configuriamo in Cristo attraverso la carità e la grazia. Per questo dovremmo accogliere l'invito di san Paolo, e considerarlo diretto proprio a noi: "Rivestite l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera" (Ep 4,24).

Come Gesù, noi siamo chiamati a predicare la conversione, a far risuonare le parole pronunciate da lui all'inizio del suo pubblico ministero: "Convertitevi e credete nel Vangelo" (Mc 1,14). Ma, anche qui il nostro risultato dipenderà da quanto siamo aperti alla grazia; noi stessi dobbiamo compiere la conversione che proclamiamo. Così la santità sarà anche per noi, come ho avuto modo di dire ad un altro gruppo di Vescovi in una precedente occasione (AAS 71 [1979] 1220).


4. Non ci sono dubbi su questo punto: la nostra fedeltà all'amore di Gesù e la nostra amicizia per lui sono necessarie all'intera opera apostolica che fa parte della nostra vita quotidiana. Questa fedeltà all'amore, questa amicizia con Cristo, il cui Regno noi proclamiamo, devono essere nutrite dalla forza della nostra preghiera. Solo l'unione con Cristo fa si che diventiamo effettivi ministri del Vangelo. Ricordiamo le parole di Gesù: "Chi rimane in me, e io in lui, dà molto frutto" (Jn 15,5).


5. Come Vescovi, abbiamo il dovere di meditare sulla santità di Cristo. Ma il nostro popolo ci chiede ancora di più: vuole, ed ha bisogno del segno di una anticipazione profetica, della santità alla quale li invitiamo. Esso ci chiede di essere la sua guida verso la santità, di indicare chiaramente per tutti la via verso Cristo.

E così dobbiamo essere, secondo l'espressione di san Pietro, "modelli del gregge" (1P 5,3), insegnando il modo di dire "si" a Dio, "si" al prossimo, "si" ai più alti ideali della vita cristiana.


6. La sfida è alta, ma è ancora più alto il potere della grazia di Cristo.

Attraverso l'adorazione dell'Eucaristia voi troverete luce e forza, letizia del cuore, ispirazione e le maggiori vie verso la santità. E come primi sacerdoti che conducono il loro popolo riunito per il culto verso il Sacrificio Eucaristico, voi troverete il pieno adempimento del vostro ministero episcopale.

Nell'usare il sacramento della Penitenza troverete un rinnovato contatto con il Cristo di cui siete i pietosi rappresentanti, e che vi chiama individualmente ad ogni rinnovata conversione e santità di vita. Voi troverete i mezzi per dare nuova assicurazione ai vostri sacerdoti ed alla gente dell'estrema importanza di questo sacramento nella Chiesa attuale. Dal vostro stesso modo di vita - una vita in unione con Dio attraverso la preghiera e la penitenza - deriverà un progresso nel vostro zelo di predicatori del mistero della salvezza e della vita eterna: "Ex abundantia enim cordis os eius loquitur (perché "la bocca parla per la pienezza del suo cuore)" (Lc 6,45).


7. Tutto nelle vostre vite, l'intero apostolato della Scozia, sarà considerato dal punto di vista della compagnia di Cristo che vi ha scelti per predicare "le imprescrutabili ricchezze" (Ep 3,8), per lottare per la pace, e per dare, come lui fece, la vostra vita per il gregge.

Cari fratelli Vescovi, in questo incontro collegiale di oggi abbiamo la meravigliosa occasione di dedicare di nuovo noi stessi, insieme, al nostro ministero episcopale al servizio di Cristo e della sua Chiesa. Ed in questa visione dobbiamo sempre ricordare che Gesù Cristo occupa il primo posto nella nostra vita. Fu Cristo che incarico i Dodici "che stessero con lui e anche per mandarli..." (Mc 3,14).


8. Questa è anche la nostra chiamata, per sempre: essere con Cristo ed essere mandati - insieme - a proclamare la Buona Novella del Regno di Dio. Attraverso la vostra santità, e la santità delle Chiese locali che dirigete e che servite, possa questa Buona Novella continuare ad espandersi per la Scozia, a gloria della santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.

Possa Maria, Regina di pace e Madre della Chiesa, intercedere per voi e per tutti quelli che attraverso la vostra parola crederanno nel nome di suo Figlio, Gesù Cristo.




1982-06-01 Data estesa: Martedi 1 Giugno 1982




L'omelia della Messa di Pontcanna Fields - Cardiff (Gran Bretagna)

Titolo: Cristo è il pane vero che dà vita al mondo

Testo:

Cari amici in Cristo.


1. Oggi il Vescovo di Roma saluta per la prima volta il popolo del Galles nel suo bel Paese. E' una grande gioia per me essere con voi qui, a Cardiff. Ringrazio Dio per il privilegio di celebrare l'Eucaristia con voi, di unirmi a voi nel glorificare e lodare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

A questa Messa partecipano rappresentanti di ogni parrocchia cattolica del Galles e membri della Chiesa venuti dall'Inghilterra. Saluto anche coloro che rappresentano le altre comunità cristiane del Galles. Nell'amore di Cristo io vi saluto tutti.

Il popolo del Galles ha un'antica tradizione di fedeltà a Cristo. Dai primi tempi del cristianesimo, avete proclamato il vostro amore a Cristo ed avete cercato di manifestare questo amore con il servizio agli altri e la fedeltà alla Parola di Dio. Il seme della Parola di Dio vi è giunto in un primo tempo da Roma; una volta piantato, ha messo radici, è fiorito ed ha fruttificato. Si è espresso nella vostra letteratura ed ha lasciato il segno nella vostra storia. Ed è rimasto vivo nei cuori di ogni generazione dai tempi dei Romani fino al giorno d'oggi. E' lo stesso Vangelo che io proclamo a voi oggi: il Vangelo del nostro Salvatore Gesù Cristo, che è il Signore della storia ed il Pane di Vita in un mondo che ha bisogno di salvezza.


2. Le letture della Messa di oggi ci invitano a riflettere sul mistero dell'Eucaristia. Questo grande mistero venne prefigurato ai tempi dell'Antico Testamento, quando Dio forni agli Israeliti la manna nel deserto. Nella prima lettura, sentiamo le parole che Mosè rivolge al popolo: "Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto... ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che neppure i tuoi padri avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore" (Dt 8,2-3). Dio ha insegnato al popolo che lui soltanto era il suo Signore. Lui solo li avrebbe liberati dalla schiavitù. Lui soltanto si sarebbe preso cura di loro nelle difficoltà e nei dolori che avrebbero incontrato sulla via della terra promessa.

Quando furono affamati ed assetati, egli fece cadere la manna dal cielo e scaturire l'acqua dalla roccia.

Ciò che venne anticipato nell'Antico Testamento si è compiuto in Gesù Cristo. Egli ha dato ai suoi seguaci il cibo per il viaggio della fede, quando ha affidato alla Chiesa il dono dell'Eucaristia. Gesù stesso è il nuovo cibo spirituale, perché l'Eucaristia è il suo Corpo ed il suo Sangue presenti sotto le specie del pane e del vino. Egli stesso dice nel Vangelo: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete" (Jn 6,35).

Qui, nel Galles, l'Eucaristia ha assunto un aspetto preminente nella Chiesa fin dai primi tempi. Ciò si manifesta nei simboli cristiani della Eucaristia che sono stati scoperti negli scavi archeologici del forte romano di Caerleon. Fortunatamente, questa grande eredità è proseguita dai primordi fino al giorno d'oggi. Questo fatto non deve sorprenderci, poiché l'Eucaristia ha un ruolo centrale nella vita cristiana e poiché il mistero dell'Eucaristia è strettamente legato al mistero della Chiesa. Per ogni generazione nella Chiesa, il cibo che nutre il Popolo di Dio è l'Eucaristia, il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo.


3. Che bella preghiera viene menzionata nel Vangelo di oggi! Dopo che Gesù aveva parlato al popolo del vero pane che viene dal cielo e che dà vita al mondo, il popolo grida: "Dacci sempre questo pane" (Jn 6,34). Questa preghiera manifesta una profonda fame da parte del popolo, che va al di là della fame di cibo. E' una fame che nasce dal profondo dell'anima e dal desiderio di amore e di appagamento. E' una brama di pienezza e di salvezza ed uno struggimento di pienezza di vita: è la fame di unione con Dio. Cristo è la risposta di Dio a questa preghiera, la risposta di Dio alla fame più profonda del cuore umano. Tutte le grida di angoscia dell'umanità a Dio dalla caduta di Adamo ed Eva trovano appagamento nel Figlio di Dio fatto uomo. Gesù dice ancora: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete". Possa questa preghiera - "Dacci sempre questo pane" - essere sempre la nostra preghiera. Dal giorno della nostra prima Comunione fino a quello della morte, non venga mai a mancare questo profondo desiderio di Cristo, il pane vero che dà vita al mondo.


4. Ed ora desidero parlare a questi piccoli che stanno per ricevere la santa Comunione per la prima volta. Cari bambini: Gesù viene a voi oggi in un modo nuovo, in un modo speciale. Egli vuole vivere in voi. Egli vuole parlarvi nei vostri cuori. Egli vuole rimanere con voi tutto il giorno.

Gesù viene a voi nell'Eucaristia cosicché voi possiate vivere per sempre. La santa Comunione non è un cibo come gli altri. E' il pane della vita eterna. E' qualcosa di molto più prezioso dell'oro o dell'argento. E' più preziosa di qualsiasi cosa voi possiate immaginare. Perché questo pane consacrato è il Corpo e il Sangue di Gesù. E Gesù ha promesso che se voi mangerete la sua Carne e berrete il suo Sangue, lui vivrà in voi e voi vivrete per sempre.

Voi venite oggi all'altare con fede e preghiera. Promettetemi che cercherete di essere vicini a Gesù sempre, e di non volgergli mai le spalle.

Quando crescerete, continuate ad imparare da Gesù ascoltando la sua Parola e parlando con lui nella preghiera. Se starete vicini a lui, sarete sempre felici.


5. Cari genitori di questi bambini: il vostro amore per Cristo ha reso possibile questo giorno. Perché voi siete i primi maestri dei vostri bambini sulla strada della fede. Con quello che dite e fate, mostrate loro le verità della fede ed i valori del Vangelo. Questo non è solamente un dovere sacro, ma una grazia, un grande privilegio. Molti altri membri della Chiesa condividono questa responsabilità, ma la responsabilità più grande per la formazione religiosa dei vostri bambini cade sulle vostre spalle. perciò cercate di rendere le vostre case realmente cristiane. Aiutate i vostri bambini a crescere e maturare come fece Gesù a Nazaret, "in sapienza, statura e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2,52).

Non permettete a nessuno di approfittare della loro mancanza di esperienza e di conoscenza. Poiché condividete con loro il pellegrinaggio verso Dio, possiate essere sempre uniti in preghiera e adorazione ed in umile amore di Dio e del suo popolo.


6. Cari insegnanti delle nostre scuole cattoliche: anche voi meritate un posto d'onore nella celebrazione di oggi. Insieme ai genitori, voi aiutate a preparare i bambini a ricevere degnamente i sacramenti e ad un ruolo più attivo nella comunità cristiana. Voi li portate al rispetto e alla conoscenza della Parola di Dio ed insegnate loro la dottrina della Chiesa. E in tal modo li introducete gradualmente nella ricchezza del mistero della salvezza.

Voi siete eredi di una grande tradizione, ed il Popolo di Dio vi è debitore. Nel portare avanti la vostra importante missione in quella comunità particolare che è la scuola cattolica, possiate sempre nutrire un profondo amore per la Chiesa. Possa il vostro amore per la Chiesa esprimersi in tutte le vostre attività e riflettersi nel modo in cui amministrate il sacro deposito della fede.


7. Amati fratelli sacerdoti: questo è un giorno di gioia anche per voi, perché questi piccoli appartengono alle parrocchie che avete il privilegio di servire.

Con le loro famiglie ed i loro insegnanti, voi introducete i bambini nella comunità cristiana più ampia e li aiutate a crescere fino alla pienezza della maturità in Cristo. A loro e a tutta la parrocchia cercate di dare la cura del pastore. Possiate essere i migliori pastori e modellare le vostre vite sull'esempio del nostro Signore e Redentore.

Io so che i vostri Vescovi desiderano sviluppare in tutta la Gran Bretagna e nel Galles programmi pratici di educazione alla fede per gli adulti. Io vi sollecito ad essere all'avanguardia in questo sforzo, che è così importante per la vitalità della Chiesa.

Vi esorto anche a far si che una degna celebrazione dell'Eucaristia sia il compito prioritario del vostro ministero pastorale. Ricordate le parole del Concilio Vaticano II: "Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra pasqua e pane vivo" (PO 5). Nessun altro compito è di così grande importanza per la Chiesa e di maggiore servizio al vostro popolo, poiché la celebrazione del Sacrificio Eucaristico è la sorgente ed il vertice di tutta la vita cristiana. Assicuratevi che la Messa venga celebrata con profondo rispetto e pienezza di preghiera, e fate ogni sforzo per promuovere la partecipazione attiva dei laici. Rendete testimonianza alla fede della Chiesa nella Presenza reale di Cristo con la vostra quotidiana adorazione eucaristica (cfr. PO 18). E attraverso il rinnovamento liturgico che è stato voluto dal Concilio, possano tutte le vostre parrocchie diventare comunità vive con fede e carità.


8. Miei fratelli e sorelle in Cristo, ogni volta che noi ci riuniamo nell'Eucaristia, prendiamo parte al grande mistero della fede. Noi riceviamo il pane della vita ed il calice dell'eterna salvezza. Questa è la fonte della nostra gioia e il motivo della nostra speranza. Mentre parliamo di vita e del Pane di Vita, ricordiamoci di tutti quelli che sono morti in conflitti in tutto il mondo: nel conflitto del Sud Atlantico, nel conflitto tra Iran e Iraq, dovunque viene versato il sangue dell'uomo. E nella potenza del sangue di Cristo, possiamo trovare tutti pace, riconciliazione e vita eterna. Così sia.


1982-06-02 Data estesa: Mercoledi 2 Giugno 1982





GPII 1982 Insegnamenti - Omelia nella Messa a Bellahouston Park - Glasgow (Gran Bretagna)