GPII 1983 Insegnamenti - Ai giovani di Jasna Gora - Czestochowa (Polonia)

Ai giovani di Jasna Gora - Czestochowa (Polonia)

Titolo: Vegliare sulla vita sociale e perseverare nella speranza




1. All'ora dell'appello di Jasna Gora sto, o Madre, davanti all'amata tua effige per salutarti. Ti saluto come pellegrino venuto dalla Sede di san Pietro a Roma, e insieme come figlio di questa terra, in mezzo alla quale, da seicento anni, sei presente nella tua effige di Jasna Gora.

Sono venuto qui spesso col grido del cuore: ogni mercoledi ti ho parlato davanti ai partecipanti alle udienze generali in Vaticano. Ho vissuto così il Giubileo dei seicento anni insieme con tutti coloro che ti venerano, insieme con tutta la mia Nazione. Oggi mi è dato di stare ancora una volta in questo luogo sacro, e di guardare il tuo volto di Jasna Gora.

Ti saluto nell'ora dell'appello serale, dopo la santa Messa celebrata dal Primate di Polonia insieme con gli assistenti spirituali dei giovani. Ti saluto insieme con tutti i partecipanti a quest'incontro e, prima di tutto, con la gioventù polacca.

Sono lieto del fatto che siamo qui insieme, davanti alla Madre della nostra Nazione. Godo, cari giovani amici, di poter insieme con voi salutarla ancora una volta con le parole dell'odierna liturgia serale: "Benedetta sei tu, figlia, davanti a Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra: tu, splendido onore della nostra gente!".


2. Sono lieto perché, insieme con voi, gioventù polacca, potro meditare sul conciso, eppur tanto ricco contenuto dell'appello di Jasna Gora, che divenne quasi una particolare eredità del Millennio del Battesimo della Polonia.

Già durante la preparazione di quel grande anniversario, nel 1966, ogni giorno, alle ore ventuno, ripetevamo cantando o recitando queste parole: "Maria, Regina della Polonia, sono vicino a te, mi ricordo di te, veglio".

Parole concise, ma eloquenti, si sono radicate nella nostra memoria e nel nostro cuore. L'anno del Millennio è passato, ma noi continuiamo a sentire il bisogno di ripeterle.

Sono lieto che mi è dato oggi di salutare la Signora di Jasna Gora, prima meditando, e poi cantando l'appello di Jasna Gora insieme con la gioventù polacca.


3. Pronunciando queste parole: "Maria, Regina della Polonia, sono vicino a te, mi ricordo di te, veglio", non soltanto noi diamo una testimonianza della presenza spirituale della Genitrice di Dio tra le generazioni abitanti in terra polacca.

Queste parole provano, altresi, che noi crediamo nell'amore che ci circonda costantemente. Questo amore è nato ai piedi della Croce, quando Cristo - come ci ha ricordato il Vangelo di questa sera - affido a Maria il suo discepolo Giovanni: "Ecco il tuo figlio" (Jn 19,26). Noi crediamo che, in quell'unico uomo, Cristo le affido ogni uomo, e contemporaneamente desto nel suo Cuore un amore tale da essere il riflesso materno del suo proprio amore redentivo.

Noi crediamo di essere amati di quest'amore, di essere da esso circondati, cioè dall'amore di Dio, il quale si è rivelato nella Redenzione, e dall'amore di Cristo, che ha compiuto questa Redenzione mediante la Croce, e infine dall'amore della Madre, che stava sotto la Croce e dal Cuore del Figlio accetto nel suo Cuore ogni uomo.

Se pronunciamo le parole dell'appello di Jasna Gora è perché noi crediamo in questo amore. Crediamo che esso da secoli è presente tra le generazioni, che abitano la terra polacca. Crediamo che esso è particolarmente presente nel regno dell'Icona di Jasna Gora.

A quest'amore ricorriamo. La consapevolezza che c'è un tale amore, che esso ha in terra polacca un suo segno particolare, che possiamo ad esso ricorrere, dà a tutta la nostra esistenza cristiana e umana una certa dimensione fondamentale: una sicurezza più grande di tutte le esperienze e delusioni, che la vita ci può preparare.


4. Se pronunciamo le parole dell'appello di Jasna Gora, ciò facciamo non solo per ricorrere a questo amore redentivo e materno, ma anche per rispondere a questo Amore.

Le parole: "Sono vicino a te, mi ricordo di te, veglio", infatti, sono insieme una confessione d'amore, con la quale desideriamo corrispondere all'amore, col quale siamo eternamente amati.

Queste parole sono insieme un interiore programma dell'amore.

Definiscono l'amore non secondo la misura del sentimento, ma secondo l'atteggiamento interiore, che esso costituisce. Amare vuol dire: essere vicini alla persona che si ama ("sono vicino a te"); significa insieme: essere vicini all'amore, col quale sono amato. Amare significa poi: ricordare. Camminare, in un certo qual modo, con l'immagine della persona amata negli occhi e nel cuore. Vuol dire insieme: meditare quest'amore, col quale sono amato, ed approfondire sempre di più la sua divina e umana grandezza. Amare significa infine: vegliare.

Permettetemi di sviluppare insieme a voi, in particolare, questa caratteristica dell'amore.

E' una cosa estremamente importante che nella gioventù - cioè in un'età nella quale si svegliano nuovi sentimenti d'amore, sentimenti che decidono a volte di tutta la vita - si cammini con un tale maturo programma interiore d'amore, del quale parla l'appello di Jasna Gora.

Rispondendo all'amore col quale siamo eternamente amati dal Padre in Cristo, rispondendo ad esso insieme come all'amore materno della Genitrice di Dio, noi stessi impariamo l'amore.

La Signora di Jasna Gora è maestra del bell'amore per tutti. E questo è particolarmente importante per voi, cari giovani. In voi, infatti, si decide quella forma d'amore che avrà tutta la vostra vita e, tramite voi, la vita umana nella terra polacca. Quella matrimoniale, familiare, sociale, nazionale, ma anche sacerdotale, religiosa, missionaria. Ogni vita si determina e si valuta mediante la forma interiore dell'amore. Dimmi qual è il tuo amore, e ti diro chi sei.


5. Veglio! Quanto è bello che nell'appello di Jasna Gora si sia trovata questa parola. Essa possiede una sua profonda genealogia evangelica: Cristo molte volte dice: "Vegliate" (Mt 26,41). Forse anche dal Vangelo essa passo nella tradizione dello scoutismo. Nell'appello di Jasna Gora essa è l'elemento essenziale della risposta che desideriamo dare all'amore, dal quale siamo circondati nel segno della Sacra Icona.

La risposta a quest'amore deve essere proprio il fatto che io veglio! Che cosa vuol dire: "veglio"? Vuol dire: mi sforzo di essere un uomo di coscienza.

Non soffoco questa coscienza e non la deformo; chiamo per nome il bene e il male, non li offusco; elaboro in me il bene, e cerco di correggermi dal male, superandolo in me stesso.

Questo è un problema fondamentale, che non si potrà mai sminuire, né spostare su un piano secondario. No! Esso è dappertutto e sempre un problema di primo piano. E' tanto più importante, quanto più numerose sono le circostanze che sembrano favorire la nostra tolleranza del male e il fatto che facilmente ci assolviamo da esso, specie se così fanno gli adulti.

Miei cari amici! Sta a voi mettere una ferma barriera all'immoralità, una barriera - io dico - a quei vizi sociali, che non chiamero qui per nome, ma dei quali voi stessi siete perfettamente a conoscenza. Ciò dovete esigere da voi stessi, anche se gli altri non lo esigessero da voi. Le esperienze storiche ci dicono quanto costo a tutta la Nazione l'immoralità di certi periodi. Oggi quando lottiamo per la futura forma della nostra vita sociale, ricordate che questa forma dipende da come sarà l'uomo. Dunque: vegliate! Cristo ha detto agli apostoli, durante la preghiera nel Getsemani: "Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione" (Mt 26,41).


6. Veglio vuol dire inoltre: vedo un altro. Non mi chiudo in me, nella stretta cerchia dei miei propri interessi, dei miei propri giudizi. Veglio vuol dire: amore del prossimo; vuol dire: fondamentale solidarietà inter-umana.

Davanti alla Madre di Jasna Gora desidero ringraziare per tutte le prove di questa solidarietà, che hanno dato i miei connazionali, tra i quali anche la gioventù polacca, nel difficile periodo di mesi non lontani. Mi sarebbe difficile enumerare qui tutte le forme di questa sollecitudine, della quale erano circondate le persone internate, imprigionate, licenziate dal lavoro e anche le loro famiglie. Voi sapete questo meglio di me. A me giungevano soltanto notizie sporadiche benché frequenti.

Che questo bene, sprigionatosi in tanti luoghi e in tanti modi, non cessi nella terra polacca. Che si confermi costantemente quel "veglio, dell'appello di Jasna Gora, che è una risposta alla presenza della Madre di Cristo nella grande famiglia dei polacchi.


7. Veglio significa anche: mi sento responsabile di questa grande comune eredità, il cui nome è Polonia. Questo nome definisce tutti noi. Questo nome obbliga tutti noi. Questo nome costa a tutti noi.

Forse a volte noi invidiamo i francesi, i tedeschi o gli americani, perché il loro nome non è legato ad un tale prezzo della storia, e perché molto più facilmente sono liberi. Mentre la nostra libertà polacca costa così cara.

Non faro, miei cari, un'analisi comparativa. Diro solo che proprio ciò che costa costituisce il valore. Non si può, infatti, essere veramente liberi senza un onesto e profondo rapporto con i valori. Non desideriamo una Polonia che non ci costi niente. Vegliamo, invece, accanto a tutto ciò che costituisce l'autentica eredità delle generazioni, cercando di arricchirla. Una Nazione, poi, è prima di tutto ricca di uomini. Ricca dell'uomo. Ricca di gioventù. Ricca di ciascuno che veglia nel nome della verità: questa, infatti, dà forma all'amore.


8. Miei giovani amici! Davanti alla nostra comune Madre e Regina dei cuori, desidero dirvi, alla fine, che conosce le vostre sofferenze, la vostra difficile giovinezza, il senso di ingiustizia e di umiliazione, la mancanza di prospettive per il futuro tanto spesso sentita, forse le tentazioni di fuga in qualche altro mondo.

Anche se non sono tra voi ogni giorno, come in passato succedeva per tanti anni, tuttavia porto nel cuore una grande sollecitudine. Una grande, enorme sollecitudine. Una sollecitudine per voi. E proprio perché "da voi dipende il domani".

Prego per voi ogni giorno.

E' bene che siamo qui insieme nell'ora dell'appello di Jasna Gora. In mezzo alle prove del tempo presente, in mezzo alla prova, per la quale passa la vostra generazione, questo appello del Millennio continua ad essere un programma.

In esso è contenuta una fondamentale via d'uscita. Perché l'uscita in qualunque dimensione: economica, sociale, politica, deve avvenire prima nell'uomo.

L'uomo non può rimanere senza uscita.

Madre di Jasna Gora, che ci sei stata data dalla Provvidenza per la difesa della Nazione polacca, accetta questa sera quest'appello della gioventù polacca insieme col Papa polacco, e aiutaci a perseverare nella speranza! Amen.

Data: 1983-06-18 Data estesa: Sabato 18 Giugno 1983

Ai Padri Paolini a Jasna Gora - Czestochowa (Polonia)

Titolo: Ringraziare la Madre di Dio e, tramite lei, la Santa Trinità

Cari Figli di san Paolo, primo eremita! Prima della benedizione finale, vorrei rivolgere qualche parola a voi, poiché festeggiamo qui non soltanto il 600° anniversario dell'Immagine della Madonna di Jasna Gora, cioè i sei secoli di Jasna Gora, ma anche i sei secoli della vostra vocazione e del vostro servizio in questo Santuario. I vostri seicento anni a Jasna Gora sono, in un certo senso, assorbiti in questo grande Giubileo della Chiesa in Polonia e di tutta la Nazione, così come la vostra vita, la vita di intere generazioni di monaci, religiosi, fu assorbita in questi sei secoli di Jasna Gora sulla terra polacca.

Ringraziando, insieme alla Chiesa e alla mia Nazione, per questi sei secoli di Jasna Gora, vorrei ringraziare, insieme a voi per i vostri sei secoli, tutte le generazioni dei servi di Dio, figli di san Paolo, primo eremita. Paolini che qui a Jasna Gora hanno fatto la loro guardia pastorale all'immagine di Jasna Gora, hanno custodito questo santuario, lo hanno servito e lo hanno difeso quando ce n'era bisogno, come il grande Augustyn Kordecki.

Questa è, miei cari fratelli, una grande grazia di Dio. Si può dire che questa grazia di Jasna Gora è diventata il carisma comune di tutto il vostro Ordine, poiché, quantunque vi troviate anche oltre Jasna Gora, in Polonia e oltre i suoi confini, pare che il servizio a Jasna Gora esprima più pienamente il carisma del vostro Ordine nella Chiesa e sulla terra polacca e, indirettamente, anche nella Chiesa universale. E' stato grande il mio desiderio di incontrarvi, di essere a Jasna Gora e di ringraziare per i sei secoli di presenza della Madonna nella sua Immagine di Jasna Gora sulla terra polacca; ho desiderato di incontrarvi e di ringraziare, insieme a voi, per questa grazia comune, che vi è stata concessa; di ringraziare la Madre di Dio, ringraziare, tramite la Madre di Dio, la Santa Trinità. E' davvero una grazia enorme ed eccezionale, ed è anche certamente un servizio grande, difficile e responsabile, poiche Jasna Gora è forse il punto più nevralgico dell'attività pastorale su tutta la terra polacca, soprattutto se si tratta dell'attività pastorale compiuta nel Sacramento della penitenza.

Quindi, questo servizio responsabile e difficile, questo grande servizio sacerdotale e pastorale esige anche ad ognuno di voi una particolare maturità spirituale, una ricca vita interiore, una grande perfezione spirituale. Sappiamo bene che tale perfezione non è fine a se stessa, ma il suo fine è l'amore. Ebbene, la vostra vocazione particolare è l'amore, un grande amore verso le anime degli uomini, che sorge dal grande amore verso Dio.

Dovete essere coloro che donano, dovete esprimere questo amore, che Dio eterno vuole elargire in questo posto, per il tramite della Madre di suo Figlio, ai figli e alle figlie della Nazione polacca e anche al numerosi pellegrini provenienti da oltre i confini della Polonia, da lontano e da vicino.

Quindi dovete annunciare questo amore, dovete esserne i servi e, sia per esprimerlo sia per servirgli, dovete continuare a riempirvi di esso. Questa è la vostra perfezione paolina. Dovete esigere questo amore da voi stessi, dovete esercitarvi in esso, dovete trovare in esso il contenuto, il programma e lo scopo della vostra vocazione. Questa è una grande vocazione, vocazione particolare, vocazione paolina, e, innanzitutto, vocazione di Jasna Gora. Mi congratulo con voi, per questa vocazione, in occasione del 600° anniversario. Poiché congratularsi significa ringraziare. Ma prima di tutto, in occasione di questo anniversario, vi auguro con tutto il cuore che la vocazione e il carisma del vostro Ordine si estendano alle nuove generazioni; che Jasna Gora, grazie al vostro servizio, cresca, cresca e diventi raggiante, cresca mediante l'azione dello Spirito Santo, con quella crescita interiore che è propria della Serva del Signore, Sposa dello Spirito Santo. I nostri tempi hanno bisogno di questa azione, poiché sono tempi di grandi lotte. Il defunto Cardinale Stefan Wyszynski, Primate polacco, che fu vostro confratello spirituale, ne parlava spesso. Molte volte diceva, usando ogni tanto le parole latine: "Non est nobis colluctatio adversus carnem et sanguinem, sed adversus principes... tenebrarum harum" (Ep 6,12).

Proprio nel periodo di queste grandi lotte, Maria ci viene data come segno. "Una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle" (Ap 12,1), così la vede Giovanni nell'Apocalisse. Proprio in periodo di questa grande lotta con i "principes et potestates... tenebrarum harum" è necessaria un'illuminazione potente, più potente che in qualsiasi altro momento, della forza dello Spirito Santo, attraverso la sua Purissima Sposa. Voi, cari fratelli, vi trovate come sulla strada di questa illuminazione; essa vi attraversa; vi inserisce nel vostro servizio; costituisce il contenuto quotidiano di questo servizio, sia nella vostra vita di clausura, vita monastica, sia nella, vostra vita pastorale.

Cari fratelli e figli, Paolini, che Dio vi ricompensi per i seicento anni del vostro servizio a Jasna Gora, e che Dio vi aiuti negli anni successivi di servizio del vostro Ordine. E' ciò che desidero dirvi qui, davanti a questa Immagine amatissima, celebrando la Santa Messa per tutta la Chiesa, secondo il dovere del mio incarico e della mia vocazione. So che qui, a Jasna Gora, voi pregate molto per me, e molti pregano per me, per il Papa.

Del resto, i miei predecessori avevano chiesto tale preghiera. L'aveva chiesta, al Primate defunto, Giovanni XXIII. L'aveva chiesta Paolo VI. Io, ovviamente, l'ho chiesta in un modo particolare e la chiedo anche oggi, poiché al centro della lotta, di cui parla san Paolo nella sua Lettera agli Efesini, al centro di questa lotta c'è la Sede Apostolica, c'è Pietro, il suo servizio e la sua missione. Serviamo insieme, lottiamo insieme e insieme amiamo, poiché questa è una lotta mediante l'amore. Cristo chiese a Pietro: "Mi ami?" (Jn 21,15). Questa è la lotta mediante l'amore. L'amore è la nostra forza nel lottare. perciò ci uniamo così fortemente a Colei che ha amato di più e che continua ad amare, per vincere con l'amore questa lotta, che si fa mediante l'amore.

Accettate queste parole come preambolo della benedizione che, in occasione del mio pellegrinaggio, voglio dare alla vostra comunità religiosa di Jasna Gora e anche, al di là di questo luogo, in Polonia e in qualsiasi altro posto. Benedico tutti i presenti, ma voi in modo particolare.

Data: 1983-06-19 Data estesa: Domenica 19 Giugno 1983

Omelia a Jasna Gora - Czestochowa (Polonia)

Titolo: La sovranità dello Stato nella capacità di promuovere la libertà




1. "Grande è il Signore e degno di ogni lode / nella città del nostro Dio. / Il suo monte santo, altura stupenda, / è la gioia di tutta la terra. / Come avevamo udito, così abbiamo visto / nella città del Signore degli eserciti, / nella città del nostro Dio: / Dio l'ha fondata per sempre (Ps ,2-3 Ps ,9).

Con queste parole del Salmo dell'odierna Liturgia, desidero soprattutto rendere gloria all'unico Dio. Per la gloria del Dio Eterno, Padre e Figlio e Spirito Santo, per la gloria della Santissima Trinità, la Chiesa in Polonia, sotto la guida dei suoi Pastori, celebra in modo solenne il Giubileo nazionale, unitamente al 600° anniversario di Jasna Gora; da sei secoli è presente su questo "monte santo, la Genitrice di Dio, come Madre e Regina della nostra Nazione, per mezzo della sua Effige famosa per le grazie concesse.

Ecco, vengo in pellegrinaggio per rendere gloria al Dio Eterno in questo santuario nazionale della mia Patria, nel quale la Signora stessa di Jasna Gora, come Serva del Signore, rende alla Santissima Trinità ogni onore e gloria, ogni amore e gratitudine, ciò che lei stessa qui riceve.


2. Ringrazio Dio, che mi ha concesso di presentarmi sulle soglie del santuario di Jasna Gora - come si esprime il poeta - "Basta stare davanti alla soglia, basta respirare, per respirare Dio" (C.K. Norwid, "Prave"); che ci ha dato oggi di celebrare qui il santissimo Sacrificio eucaristico, che corona le celebrazioni di ringraziamento per i sei secoli, che durano ormai da un anno e che sono state prolungate ancora per questo.

A tale solennità la Chiesa in Polonia si è preparata per sei anni come già in precedenza per il millennio del Battesimo, durante nove anni, mediante la Grande Novena.

Saluto cordialmente tutti i presenti, Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, Sacerdoti, Famiglie religiose maschili e femminili; tutti i pellegrini: connazionali o ospiti venuti dall'estero. Insieme con voi, cari fratelli e sorelle, come Vescovo di Roma e insieme figlio di questa terra polacca, gioisco di poter rendere gloria alla Santissima Trinità, lodando la Madre di Dio dopo i sei secoli di permanenza sul luogo particolarmente da lei prediletto.

"Ricordiamo, Dio, la tua misericordia / dentro il tuo tempio. / Come il tuo nome, o Dio / così la tua lode si estende / ai confini della terra; / è piena di giustizia la tua destra" (Ps 47,10-11).

Siamo venuti per lodare la giustizia di Dio e la sua benignità, che si sono manifestate all'interno di questo tempio; e insieme alla salmodia di lode della Liturgia, i nostri cuori anelano a Maria mentre ripetiamo: "Tu, splendido onore della nostra gente" (Jdt 15,9).


3. La Liturgia esprime il mirabile mistero del santuario di Jasna Gora, prima di tutto, presentandoci il brano del Vangelo di Giovanni sullo sposalizio a Cana di Galilea.

Questo testo parla della presenza della Madre di Gesù - "c'era la Madre di Gesù" -, e dell'invito di Gesù stesso e dei suoi discepoli. La cosa infatti avviene all'inizio dell'insegnamento del Figlio di Maria, all'inizio della sua attività pubblica in Galilea.

L'evento evangelico ci richiama alla mente, innanzitutto, il millennio stesso del Battesimo. Infatti, mediante quell'evento dell'anno 966, mediante il Battesimo all'inizio della nostra storia, Gesù Cristo venne invitato nella nostra Patria, quasi in una Cana polacca. E, con lui invitata, venne subito la Madre sua.

E' venuta e fu presente insieme a suo Figlio, come confermano numerose testimonianze dei primi secoli del cristianesimo in Polonia, e particolarmente il canto "Bogurodzica" (Genitrice di Dio).

Nell'anno 1382-1383 si manifesta della nostra storia quasi una nuova forma di quell'invito. L'immagine di Jasna Gora porta con sé un nuovo segno della presenza della Madre di Gesù. Si può dire che allora anche Cristo stesso venne invitato nella nostra storia in un modo nuovo. Venne invitato a manifestare la sua potenza salvifica, così come fece per la prima volta a Cana di Galilea. Venne invitato affinché i figli e le figlie della terra polacca si trovassero nel raggio della potenza salvifica del Redentore del mondo.

A Cana di Galilea, Maria dice ai servitori del banchetto nuziale: "Fate quello che vi dirà" (Jn 2,5), cioè qualunque cosa vi dirà, fatela. Iniziando dal


1382, Maria si presenta davanti al figli e alle figlie di questa terra, davanti ad intere generazioni, e ripete le stesse parole. In questo modo, Jasna Gora diventa un luogo speciale di evangelizzazione. La Parola della Buona Novella acquista qui una espressività eccezionale, e al tempo stesso la Madre le fa quasi da mediatrice. Jasna Gora apporto nella storia della Chiesa della nostra terra e in tutto il nostro cristianesimo polacco quei lineamenti materni, gli inizi dei quali si ricollegano all'evento di Cana di Galilea.


4. "Qualunque cosa vi dirà, fatela". E che cosa ci dice Cristo? Non è forse prima di tutto, quello che troviamo nel testo così denso della lettera di san Paolo ai Galati, che forma la seconda lettura di oggi? "Dio mando il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli.

E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per volontà di Dio" (Ga 4,4-7).

Questo ci dice Cristo, di generazione in generazione. Lo dice attraverso tutto ciò che fa e ciò che insegna. Lo dice prima di tutto mediante quel che egli è. E' il Figlio di Dio - e viene a dare a noi l'adozione come figli. Ricevendo dalla potenza dello Spirito Santo la dignità di figli di Dio, in forza di quello Spirito diciamo a Dio: "Padre". Come figli di Dio non possiamo essere degli schiavi. La nostra figliolanza di Dio porta in sé l'eredità della libertà.

Cristo presente insieme alla sua Madre in una Cana polacca pone davanti a noi, di generazione in generazione, la grande causa della libertà. La libertà viene data all'uomo da Dio come misura della sua dignità. Tuttavia, al tempo stesso, essa gli viene data come un compito: "La libertà non è un sollievo, bensi la fatica della grandezza" (L. Staff, "Ecco il tuo canto"). L'uomo, infatti, può usare la libertà bene o male. può per mezzo di essa costruire o distruggere.

Nell'evangelizzazione di Jasna Gora è contenuta la chiamata all'eredità dei figli di Dio. La chiamata a vivere la libertà. A fare buon uso della libertà. A edificare e non a distruggere.

Questa evangelizzazione di Jasna Gora, per vivere in una libertà degna dei figli di Dio, ha una sua lunga storia, di sei secoli. Maria a Cana di Galilea collabora con suo Figlio. Lo stesso accade a Jasna Gora. Quanti pellegrini sono passati per il santuario di Jasna Gora durante sei secoli? Quanti si sono convertiti qui, passando dal cattivo al buon uso della propria libertà? Quanti hanno riacquistato la vera dignità di figli adottivi di Dio? Quanto potrebbe raccontare a questo proposito la cappella dell'immagine di Jasna Gora? Quanto potrebbero dire i confessionali di tutta la basilica? Quanto potrebbe dire la Via Crucis lungo le mura? Un enorme capitolo di storia delle anime! Questa, forse, è la più fondamentale dimensione del 600° anniversario di Jasna Gora. Essa è rimasta e continua a rimanere negli uomini vivi, nei figli e nelle figlie di questa terra, quando Dio manda nei loro cuori lo Spirito del suo Figlio, così che in tutta la verità interiore possono gridare: "Abbà, Padre!".


5. Tuttavia, l'evangelizzazione della libertà a Jasna Gora ha ancora un'altra dimensione. E' la dimensione della libertà della Nazione, della Patria libera, restituita alla dignità di Stato sovrano. La Nazione è veramente libera quando può configurarsi come comunità determinata dall'unità di cultura, di lingua, di storia. Lo Stato è solidamente sovrano quando governa la società e insieme serve il bene comune della società e consente alla Nazione di realizzarsi nella sua propria soggettività, nella sua propria identità. Ciò comporta tra l'altro la creazione di opportune condizioni di sviluppo nel campo della cultura, dell'economia e in altri settori di vita della comunità sociale. La sovranità dello Stato è profondamente legata alla sua capacità di promuovere la libertà della Nazione, cioè di sviluppare condizioni che le permettono di esprimere tutta la sua peculiare identità storica e culturale, di essere cioè sovrana mediante lo Stato.

Queste verità elementari di origine morale si propongono in modo drammatico nello spazio dei secoli, durante i quali l'Effige di Jasna Gora ha testimoniato la speciale presenza della Madre di Dio nella storia della nostra Nazione.


6. L'inizio di questa presenza si ricollega al periodo del passaggio dal tempi dei Piast a quelli degli Jagelloni. Si può dire che questo inizio precede il periodo più favorevole della nostra storia: il "secolo d'oro". Oggi desideriamo anche ringraziare per questi secoli di grande sviluppo e di prosperità. L'esperienza storica indica, tuttavia, che Maria ci è stata data nella sua Immagine di Jasna Gora prima di tutto per i tempi difficili.

L'annuncio di questi tempi fu, nel secolo XVII, il periodo del "Diluvio" (da noi conosciuto così bene dal romanzo di Sienkiewicz). Sin dal tempo in cui Jasna Gora resistette alla pressione degli Svedesi, da quando in seguito a ciò la Patria intera si libero degli invasori, inizio un legame particolare del santuario di Jasna Gora con la storia sempre più difficile della Nazione. La Madre di Dio viene proclamata, in base al voto di Giovanni Casimiro, la Regina della Polonia.

Con lo scorrere del tempo, il 3 maggio, legato alla memoria anniversaria della costituzione, diventerà la festa della Regina della Polonia, di Colei che è stata "data per la difesa della Nazione polacca". Questa costituzione testimonia in modo irrefutabile la volontà di conservare l'indipendenza della Patria mediante la promulgazione di opportune riforme. Purtroppo, quasi all'indomani della proclamazione della costituzione, la Polonia fu privata di questa indipendenza, cedendo alla prepotenza contemporaneamente da tre parti. In questo modo fu violato il fondamentale diritto della Nazione, un diritto di ordine morale.

Durante il precedente pellegrinaggio in Patria, nel 1979, ho detto a Jasna Gora che qui, sempre, siamo stati liberi. E' difficile esprimere diversamente ciò che divenne l'Immagine della Regina della Polonia per tutti i polacchi nel tempo durante il quale la loro Patria fu cancellata dalla carta dell'Europa come Stato indipendente. Si! Qui, a Jasna Gora poggiava anche la speranza della Nazione e la tensione perseverante verso il recupero dell'Indipendenza, espressa in queste parole: "Davanti ai tuoi altari portiamo implorazioni, Signore, degnati di restituirci la Patria libera".

Ed è anche qui che abbiamo imparato la fondamentale verità sulla libertà della Nazione: la Nazione perisce se deforma il suo spirito, la Nazione cresce quando il suo spirito si purifica sempre di più, e nessuna forza esterna è in grado di distruggerlo.


7. Abbiamo festeggiato il Millennio del Battesimo quando - dall'anno 1918 - la Polonia come Stato sovrano si ritrovo sulla carta dell'Europa; l'abbiamo celebrato dopo l'orribile esperienza della seconda guerra mondiale e dell'occupazione. Il Giubileo del 600° anniversario dell'Immagine di Jasna Gora è quasi un indispensabile compimento a quello del Millennio. Il complemento della grande causa, di una causa essenziale per la storia degli uomini e per la storia della Nazione.

Il nome di questa causa e: Regina della Polonia.

Il nome di questa causa è: Madre.

Abbiamo una situazione geopolitica molto difficile. Abbiamo una storia molto difficile, specialmente nell'arco degli ultimi secoli. Le esperienze dolorose della storia hanno acuito la nostra sensibilità nel campo dei fondamentali diritti dell'uomo e della Nazione: particolarmente del diritto alla libertà, all'essere sovrano, al rispetto della libertà di coscienza e di religione, dei diritti del lavoro umano... Abbiamo anche diverse debolezze e difetti umani, peccati, anzi peccati gravi, che dobbiamo continuamente tener presenti, e continuamente liberarcene...

Ma - cari fratelli e sorelle, amatissimi compatrioti -, pur in mezzo a tutto ciò, abbiamo a Jasna Gora una Madre. Questa è una Madre premurosa, così come lo fu a Cana di Galilea. Questa è una Madre esigente, così come ogni buona madre è esigente. Questa è pero al tempo stesso una Madre che aiuta: in questo si esprime la potenza del suo Cuore materno.

Questa è infine la Madre di Cristo, di quel Cristo che, per usare le parole di san Paolo, ripete costantemente a tutti gli uomini e a tutti i popoli: "Non sei più schiavo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per volontà di Dio (Ga 4,7).


8. Secondo il contenuto dell'odierno Vangelo, desideriamo invitare Cristo nel futuro evolversi della storia della nostra Patria, così come venne invitato, insieme a sua Madre, a Cana di Galilea. Proprio questo significa il Giubileo di Jasna Gora nella nostra Patria. Esso è il tempo del ringraziamento e contemporaneamente il tempo dell'invito.

Accade così, che questo nostro Giubileo nazionale di Jasna Gora coincida nella Chiesa universale con il Giubileo dell'Anno della Redenzione. Ci ricolleghiamo alla Redenzione del mondo compiuta sulla Croce, attraverso i 1950 anni da essa trascorsi, guardando insieme verso la data che deve chiudere il secondo millennio dopo Cristo nella storia dell'umanità, e inaugurandone il terzo.

Ed ecco che, in un tale contesto storico, desideriamo invitare Cristo, per mezzo della Madonna di Jasna Gora, nel nostro futuro. Prima di tutto in questo futuro immediato, che ormai è compreso nei limiti della presente generazione di uomini e della Nazione. Ed insieme nel futuro più lontano, secondo la volontà e i decreti di Dio Onnipotente. Diciamo a Cristo per Maria: sii con noi in ogni tempo! E questo invito lo deponiamo qui, a Jasna Gora.


9. Abbracciamo con lo sguardo e col cuore tutto questo Santuario: Jasna Gora, la nostra Cana di Galilea polacca. Pensiamo al nostro futuro. E il futuro incomincia oggi. Oggi siamo qui riuniti nell'anno del Signore 1983. Oggi guardiamo nei tuoi occhi, o Madre! O Maria, che hai visto a Cana di Galilea che "non hanno più vino" (Jn 2,3)... O Maria! Eppure tu conosci tutto ciò che ci manca! Tutto ciò che ci duole.

Tu conosci le nostre sofferenze, le nostre colpe e le nostre aspirazioni. Tu sai che cosa travaglia i cuori della Nazione consacrata a te per il millennio "nella materna schiavitù dell'amore...". Parla al Figlio! Parla al Figlio del nostro difficile "oggi". Parla del nostro difficile "oggi" a questo Cristo, che siamo venuti ad invitare per tutto il nostro avvenire.

Quest'avvenire incomincia "oggi", ed esso dipende da come sarà il nostro "oggi".

A Cana di Galilea, quando è venuto a mancare il vino, tu hai detto ai servi, additando Cristo: "Fate quello che vi dirà" (Jn 2,5). Pronunzia queste parole anche a noi. Pronunziale sempre! Pronunziale instancabilmente! O Madre di quel Cristo che è Signore del secolo futuro... E fa si che noi, in questo nostro difficile "oggi", ascoltiamo il tuo Figlio. Che lo ascoltiamo giorno dopo giorno e opera dopo opera. Che lo ascoltiamo anche quando egli dice cose difficili ed esigenti.

Da chi andremo? Egli ha parole di vita eterna! (cfr. Jn 6,68). Il Vangelo è la gioia della fatica, ed è insieme la fatica della gioia e della salvezza.

O Madre! Aiutaci a passare, con il Vangelo nel cuore, attraverso il nostro difficile "oggi" verso l'avvenire, nel quale abbiamo invitato Cristo.

Aiutaci a passare attraverso il nostro difficile "oggi" verso quell'avvenire nel quale abbiamo invitato anche Cristo, il Principe della Pace.


10. Abbracciamo ancora una volta con lo sguardo e col cuore il nostro santuario di Jasna Gora. Porgiamo l'orecchio alle parole del Salmo della odierna liturgia: "Circondate Sion, giratele intorno, / contate le sue torri, / per narrare alla generazione futura: / Questo è il Signore, nostro Dio / in eterno" ().

Data: 1983-06-19 Data estesa: Domenica 19 Giugno 1983


GPII 1983 Insegnamenti - Ai giovani di Jasna Gora - Czestochowa (Polonia)