GPII 1984 Insegnamenti - Agli Amerindi e agli Inuit - Sainte Anne de Beaupré (Canada)

Agli Amerindi e agli Inuit - Sainte Anne de Beaupré (Canada)

Titolo: Artefici del vostro avvenire in dialogo con tutta la società

Testo:

Diletti fratelli e sorelle.


1. Vi ringrazio di cuore per essere venuti da tutte le vostre regioni, anche le più lontane, per darmi l'occasione di incontrarvi, come incontrero i vostri fratelli e sorelle a Huronia e a Fort Simpson. Voi rappresentate i primi abitanti di questa immensa regione dell'America del Nord. Per lunghi secoli voi l'avete segnata con la vostra impronta, le vostre tradizioni, la vostra civilizzazione.

Altre ondate di popolazioni sono venute dall'Europa, con le loro culture e con la fede cristiana. Esse hanno preso posto accanto a voi; questo continente così vasto permetteva una coabitazione che ha avuto le sue ore difficili ma che si è anche rivelata fruttuosa. Dio ha dato la terra a tutti gli uomini. Oggi voi avete il vostro posto ben segnato in questo Paese.

Senza perdere nulla della vostra identità culturale, avete compreso che il messaggio cristiano vi era stato destinato da Dio, come agli altri. Oggi, vengo a salutare voi, gli autoctoni, che ci avvicinate alle origini del popolamento del Canada, e vengo a celebrare con voi la nostra fede in Gesù Cristo. Mi ricordo di quel giorno della beatificazione di Kateri Tekakwitha, a Roma, dove parecchi di voi erano presenti. Non dimentico i calorosi e pressanti inviti che mi avete rivolto, ma non potevo recarmi a visitare ciascuno dei vostri villaggi e territori: quelli delle differenti nazioni di Amerindi, dispersi in numerose regioni del Canada, e quelli degli Inuit, il cui orizzonte familiare è quello delle nevi e dei ghiacci prossimi al Polo Nord. E' per questo che ho voluto incontrarvi qui, a Sainte Anne de Beaupré, su questo stesso terreno in cui ogni anno piantate le vostre tende. Voi venite qui in pellegrinaggio, per pregare sant'Anna, che chiamate, in maniera così toccante, la vostra nonnina. I vostri avi sono venuti spesso a pregare qui, dopo che gli Huroni vi fecero il loro primo pellegrinaggio nel 1671 e i Micmacs nel 1680. Essi entravano così in questo grande movimento popolare che avrebbe fatto di questo luogo uno dei santuari più frequentati dell'America del Nord.


2. A nome di tutti i pellegrini, in unione con i vescovi di questo Paese, voglio ringraziare i Redentoristi e i loro collaboratori. Grazie ad essi, questo santuario è sempre molto attivo. Attenti alla devozione popolare, essi hanno saputo far posto ai gesti che esprimono liberamente e con forza la fede, la preghiera e il bisogno di riconciliazione. Grazie ad essi, sant'Anna, la madre di Maria, è sempre invocata in numerose famiglie canadesi.

Ma dobbiamo anche rendere grazie per tutti quelli che, per amore vostro, sono venuti a proporre, ai vostri avi e a voi stessi, di diventare fratelli in Gesù Cristo, per farvi approfittare del dono che essi stessi avevano ricevuto.

Penso ai Gesuiti, come i padri Vimont e Vieuxpont che, da Fort Anne e Cap Breton, hanno portato il Vangelo ai Micmacs, e li hanno aiutati a offrire la loro fede a Gesù salvatore, venerando sua madre, Maria, e la madre di Maria, sant'Anna.

Penso a molti altri religiosi e religiose di grande merito, dall'epoca dei fondatori ai nostri giorni. Desidero nominare specialmente i missionari Oblati di Maria Immacolata. Essi hanno preso in carico questa vasta regione del Grande Nord canadese. Hanno consacrato la loro vita all'evangelizzazione e al sostegno di numerosi gruppi di Amerindi, condividendo la loro vita, diventando i pastori, i vescovi di coloro che sono divenuti credenti. E inoltre sono stati i primi missionari cattolici che sono andati a incontrare gli Inuit e ad abitare con essi per testimoniare Gesù Cristo e fondare la Chiesa; l'intercessione di santa Teresa del Bambino Gesù, patrona delle missioni, ha contribuito a fecondare il loro laborioso apostolato.

Ma bisogna dire pure che le diverse popolazioni amerinde, fin dalla metà del XVII secolo, poi a loro tempo gli Inuit, si sono mostrate accoglienti all'annuncio di Gesù Cristo. Oggi questi cristiani, a pieno titolo nella Chiesa, anche se non lo sono affatto nella società, sanno partecipare attivamente - e spesso in coppia - alla catechesi dei loro fratelli e dei loro figli, all'animazione della loro preghiera; essi sono fedeli alla celebrazione dell'Eucaristia; spesso assumono le loro responsabilità nei consigli pastorali.

Si, mi dispiace di non poter andare sul posto a incoraggiare questi valorosi missionari e questi valorosi cristiani che portano in essi il sangue e la cultura dei primi abitanti di questo Paese.


3. Nel corso dei secoli, cari Amerindi e Amerinde, cari Inuit, avete scoperto progressivamente nelle vostre culture dei modi propri di vivere la vostra relazione con Dio e con il mondo, volendo essere fedeli a Gesù e al Vangelo.

Continuate a coltivare questi valori morali e spirituali: l'acuto senso della presenza di Dio, l'amore della vostra famiglia, il rispetto delle persone anziane, la solidarietà con il vostro popolo, la condivisione, l'ospitalità, il rispetto della natura, l'importanza data al silenzio e alla preghiera, la fede nella Provvidenza. Conservate preziosamente questa sapienza. Lasciarla impoverire significherebbe impoverire anche le persone che vi circondano. Vivere questi valori spirituali in modo nuovo richiede da parte vostra maturità, interiorità, approfondimento del messaggio cristiano, preoccupazione della dignità della persona umana, fierezza di essere Amerindi e Inuit. Cioè esige il coraggio di eliminare ogni forma di asservimento capace di compromettere il vostro avvenire.

Il vostro incontro col Vangelo non solo vi ha arricchiti, ma ha arricchito la Chiesa. Sappiamo bene che questo non è stato fatto senza difficoltà e, a volte, non senza incompetenza. Tuttavia, voi ne fate esperienza oggi, il Vangelo non distrugge quello che vi è di meglio in voi. Al contrario, esso feconda dall'interno le qualità spirituali e i doni che sono propri alle vostre culture (cfr. GS 58). D'altra parte, le vostre tradizioni amerinde e inuit permettono nuove espressioni del messaggio della salvezza e ci aiutano a comprendere meglio fino a che punto Gesù è salvatore e la sua salvezza cattolica, ossia universale.


4. Questo riconoscimento di quanto avete compiuto, non può far dimenticare le grandi sfide che si pongono ai vostri popoli nel contesto nordamericano attuale.

Come tutti gli altri cittadini, ma con più acutezza, voi temete le ripercussioni delle trasformazioni economiche, sociali e culturali sul vostro tradizionale modo di vivere. Voi vi preoccupate circa il divenire della vostra identità indiana, della vostra identità inuit, e della sorte dei vostri figli e dei vostri nipoti.

Tuttavia, non rifiutate il progresso della scienza e della tecnologia. Voi percepite le sfide che pongono, e ne sapete già trarre profitto. Con ragione, pero, voi volete controllare il vostro avvenire, preservare le vostre caratteristiche culturali, attuare un sistema scolastico che rispetti le vostre lingue.

Il Sinodo dei vescovi sulla "giustizia nel mondo" (1971), proclamava che, nella reciproca collaborazione, ogni popolo doveva essere il principale artefice del suo progresso economico e sociale, e anche che ogni popolo doveva partecipare alla realizzazione del bene comune universale come membro attivo e responsabile della società umana (cfr. Proposizione n. 8). E' in questa ottica che voi dovete essere gli artefici del vostro avvenire, in tutta libertà e responsabilità. Che la sapienza degli anziani si unisca allo spirito di iniziativa e al coraggio dei più giovani per rimuovere questa sfida.

Questa tenacia nella salvaguardia della vostra personalità è compatibile con uno spirito di dialogo e di benevola accoglienza tra tutti coloro che oggi, dopo essere venuti a ondate successive, sono chiamati a formare la popolazione molto diversa di questo territorio vasto come un continente e a portarvi una forma di sviluppo.


5. So che la relazioni tra autoctoni e bianchi sono spesso ancora tese e pregne di pregiudizi. Inoltre dobbiamo constatare che in parecchi luoghi gli autoctoni sono tra i più poveri e i più emarginati della società. Essi soffrono per i ritardi apportati ad una giusta comprensione della loro identità e delle loro attitudini a partecipare agli orientamenti del loro avvenire.

Coloro che governano questo Paese hanno sempre più a cuore il rispetto delle vostre culture e dei vostri diritti, desiderando rettificare le situazioni penose. Tutto questo si esprime già in alcuni testi legislativi, suscettibili di progresso, e in un migliore riconoscimento dei vostri luoghi di decisione. E' auspicabile che si sviluppino delle collaborazioni efficaci e un dialogo basato sulla buona fede e sull'accettazione dell'altro nella sua differenza. La Chiesa non interviene direttamente in questo campo civile, ma conoscete la sollecitudine che essa ha per voi e che cerca di ispirare in tutti quelli che vogliono vivere nello spirito cristiano.


6. Come discepoli di Gesù Cristo, noi sappiamo che il Vangelo ci chiama a vivere come fratelli e sorelle. Sappiamo che Gesù Cristo rende possibile la riconciliazione tra i popoli, con tutte le sue necessità di conversione, giustizia e amore sociale. Se noi crediamo veramente che Dio ci ha creato a sua immagine, noi dovremmo essere in grado di accettarci l'un l'altro con le nostre diversità e nonostante le nostre limitazioni e i nostri peccati.

Cercando una buona comprensione tra gli abitanti di questo Paese, che deve affrontare le difficoltà della vita moderna, è necessario che voi abbiate la più completa fiducia in ciò che potete fare per aiutarvi l'un l'altro, e per essere rinnovati. Gesù Cristo, nel quale noi crediamo, può spezzare le catene del nostro egoismo individuale e collettivo. Egli ci dà la forza del suo Spirito così che noi possiamo trionfare sulla difficoltà e realizzare la giustizia.


7. Rassicurati dall'amore che Dio nutre per voi, dedicate voi stessi al vostro compito; ricordate senza dimenticarvene mai che la Chiesa di Gesù Cristo è la vostra Chiesa. Essa è il luogo in cui il sole della parola vi illumina, dove voi trovate il nutrimento e la forza per continuare sulla vostra via. Essa è come quei "nascondigli" che i vostri antenati hanno costruito lungo il cammino dei loro viaggi, così che nessuno potesse trovarsi all'improvviso senza provviste.

Permettetemi di ripetere questa descrizione della Chiesa in alcune delle vostre lingue; questo sarà un modo di avvicinarmi a voi e di esprimervi il mio affetto fraterno. [Omissis] Ora dobbiamo lasciarci. Nella lingua dei nostri fratelli e sorelle Inuit, vorrei assicurarvi che voi siete miei amici, voi tutti che siete amati da Dio. Vi portero nel mio cuore e nella mia preghiera. Vi affidero a Maria e a sant'Anna perché cresciate nella fede e perché siate, a vostro modo, dei testimoni di Gesù Cristo in questo Paese. E in nome di Gesù Cristo, vi benedico di tutto cuore.

Data: 1984-09-10 Data estesa: Lunedi 10 Settembre 1984




Agli animatori di Notre-Dame - Cap-de-la-Madeleine (Canada)

Titolo: Guidate i pellegrini verso la conversione

Testo:

Cari fratelli e sorelle.

Fin dai tempi lontani dell'evangelizzazione, qui esiste la devozione alla Vergine Maria. Come annunciare e realizzare l'opera di suo Figlio senza guardare verso sua Madre, senza ammirare la sua disponibilità e la sua fede, senza implorare la sua intercessione? Questo antichissimo santuario di Notre-Dame du Cap-de-la-Madeleine ne è il segno e io sono felice di esserne a mia volta pellegrino.

Si viene qui da tutto il Québec, dalle altre province, da tutto il Canada. Questi momenti di pellegrinaggio sono tempi forti della vita cristiana, grandi momenti di preghiera comunitaria e personale, con una libertà e una semplicità che non sempre si trovano in casa propria: sono occasioni di rinnovamento nell'ascolto della parola di Dio. Si viene a deporre ai piedi di Maria le proprie preoccupazioni e richieste, con una fiducia che piace a Dio; spesso si riscopre nello stesso tempo la propria vocazione: cristiana, sacerdotale o religiosa. La contemplazione di Maria Immacolata porta a desiderare la purificazione, il sacramento della Penitenza, il bisogno di un cuore nuovo, animato dallo Spirito Santo. E io sono sicuro che molti ripartono da qui, dopo aver pregato insieme con Maria come a Pentecoste, con un accresciuto zelo apostolico.

E' quindi molto importante che questi pellegrinaggi siano bene accolti, guidati; che siano mantenuti lo spirito di preghiera e il miglior senso ecclesiale. Pertanto mi congratulo e incoraggio i missionari Oblati di Maria lmmacolata, che 82 anni fa hanno preso in carico questo santuario. Ricordavo questa mattina l'intenso lavoro di evangelizzazione che i vostri confratelli, cari amici Oblati, hanno realizzato e continuano a compiere in tutto il Grande Nord canadese e in molte altre regioni, soprattutto a servizio degli Amerindi. Ma in un certo senso, anche questo ministero di Notre-Dame du Cap-de-la-Madeleine è missionario. Esso deve permettere un rinnovamento del popolo di Dio. E si inserisce nella linea della vostra spiritualità mariana che voi avete contribuito a rafforzare e a diffondere in Canada.

In questo luogo saluto pure i religiosi e le religiose che si uniscono ai pellegrini, li servono e pregano con loro. Oggi apprezzo in particolare la presenza delle suore contemplative che, come Maria, la sorella di Marta, stanno davanti al Signore, in adorazione, per unirsi alla sua lode al Padre, alla sua offerta redentrice, per testimoniare il loro fervido amore a Cristo che ci ha tanto amati e che dimora qui nel santissimo Sacramento. Care sorelle, con Maria, Madre di Gesù, voi contemplate suo Figlio: "Ave verum corpus, natum de Maria Virgine!". Questa preghiera silenziosa, gratuita, è un'importante testimonianza per tutti i pellegrini di questo santuario, ed è di una misteriosa fecondità per l'approfondimento del loro cammino spirituale.

Fratelli e sorelle, che la Vergine santissima vi ottenga pace e gioia a servizio del Signore! Per sua intercessione, che Dio benedica il ministero che il Vescovo di Roma compie in questo luogo! E che egli accolga la preghiera che ora si innalzerà, in questa basilica, nella nostra assemblea eucaristica!

Data: 1984-09-10 Data estesa: Lunedi 10 Settembre 1984




Omelia nel santuario - Cap-de-la-Madeleine (Canada)

Titolo: Maria, modello della Chiesa, fonte di fede e speranza nostra

Testo:

Cari fratelli e sorelle.


1. "Beata colei che ha creduto!" (Lc 1,45). Queste parole sono state rivolte a Maria di Nazaret da sua cugina Elisabetta, durante la Visitazione. Esse fanno parte del secondo saluto che Maria ha ricevuto. Il primo è stato quello dell'angelo, al momento dell'Annunciazione: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1,28). così si espresse Gabriele, il messaggero inviato da Dio a Nazaret, in Galilea.

In occasione della visita di Maria nella casa di Zaccaria, questo saluto dell'angelo trova sulle labbra di Elisabetta il suo complemento umano: "Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo" (Lc 1,42). Questo saluto umano e quello dell'angelo a Maria sono impregnati della stessa luce. L'uno e l'altro sono la parola di Dio, sulle labbra dell'arcangelo come su quelle di Elisabetta. L'uno e l'altro formano un insieme unificato. L'uno e l'altro sono diventati la nostra preghiera alla Madre di Dio, la preghiera della Chiesa. "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?". (Lc 1,43).

Elisabetta è stata la prima a professare la fede della Chiesa: Madre del mio Signore, Madre di Dio, "Theotokos"!


2. "Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore!" (Lc 1,45). Oggi, queste parole di Elisabetta rivolte a Maria alla Visitazione, sono ripetute da tutta la Chiesa. Con queste parole, tutta la Chiesa benedice anzitutto Dio stesso: "Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo" (1P 1,3).

Nostro Signore, Gesù Cristo, è il Figlio. Egli è della stessa natura dei Padre. Si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo. Si è incarnato all'Annunciazione nel seno della Vergine di Nazaret, ed è nato da lei come vero uomo. Egli è Dio fatto uomo. In concreto, ciò si è compiuto in Maria al momento dell'Annunciazione dell'angelo. E in questo, in questo mistero, ella ha creduto, per prima: ella ha creduto in Dio stesso sulle parole dell'angelo. Ella ha detto "fiat", avvenga di me quello che hai detto! "Eccomi, sono la serva del Signore". E fu così.

Quando la Chiesa benedice Dio, Padre di Gesù Cristo, con le parole della prima lettera di Pietro, essa benedice anche questo "fiat" di Maria, della serva del Signore.


3. Con le parole dell'apostolo Pietro, la Chiesa si unisce a Maria nella sua fede.

"Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un'eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi" (1P 1,3-5).

Ecco la fede della Chiesa e la speranza della Chiesa. Ma al di sopra di tutto, ecco la fede di Maria. Ella ha la sua parte, una parte sovreminente, nella fede e nella speranza della Chiesa. Ella ha creduto prima degli apostoli. Quando la sua parentela non credeva in Gesù (Jn 7,5), e le folle avevano più entusiasmo che fede, ella era incrollabile nella fede.

Maria è il modello primordiale della Chiesa che cammina sulla via della fede e sulla via della speranza. Sul cammino della fede, della speranza e della carità. Nella costituzione sulla Chiesa, il Concilio Vaticano II si esprime così: "Della Chiesa... la Madre di Dio è figura nell'ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo... Per la sua fede e obbedienza genero sulla terra lo stesso Figlio di Dio... quale Eva novella credendo non all'antico serpente, ma al messaggero di Dio. Diede poi alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra i molti fratelli (Rm 8,29), cioè tra i fedeli, alla rigenerazione e formazione dei quali essa coopera con amore di madre" (LG 63).


4. "Beata colei che ha creduto"... Queste parole di Elisabetta, che la Chiesa intera ha fatto sue, noi le ripetiamo oggi nel santuario di Notre-Dame du Cap in terra canadese.

La Chiesa che è su questa terra esulta di gioia professando, in questo stesso luogo, la sua partecipazione alla fede di Maria. Con tutta la Chiesa universale, la vostra Chiesa ringrazia Maria di averla aiutata a costruire la fede del popolo di Dio nel corso di numerose generazioni.


5. Si, dal momento in cui la testimonianza della fede cattolica è stata portata sulla terra canadese, e condivisa dalla popolazione, la Vergine Maria ha avuto una parte importante nell'adesione a Gesù Salvatore, il Verbo incarnato in lei, e nella crescita di questo popolo di credenti. I fondatori di questa Chiesa erano uomini di grande fede, consacrati a Notre-Dame. Non poteva essere diversamente. E così in tutti i Paesi, e voi sapete che i miei compatrioti in Polonia ne hanno fatto una profonda esperienza. Si tratta di una devozione fortemente ancorata nel cuore del popolo cristiano, nella sua preghiera quotidiana, nelle famiglie e nelle comunità parrocchiali, ed essa si concretizza sempre con l'erezione di alcuni santuari mariani importanti, dove i fedeli amano recarsi in pellegrinaggio e dove la Vergine stessa manifesta in modo particolare la sua potente intercessione.

Questo fu il caso di qui, e, cari fratelli e sorelle, voi ne conoscete certamente la storia. La rievoco perché anch'io sono stato colpito. Nel 1651, l'abate Jacques de la Ferté, parroco di Sainte-Medeleine de Châteaudun, in Francia, fece dono del feudo - del Cap - ai missionari Gesuiti. Nel villaggio che essi ben presto fondarono in questo luogo, nel giorno della Presentazione di Maria, la parrocchia prese il nome di Cap-de-la-Madeleine; la devozione mariana divenne tale che una Congregazione del Rosario era già stata istituita prima della fine del XVII secolo. Fu qui che, nel 1714, fu eretto il santuario che divenne poi il santuario mariano nazionale e la più antica chiesa del Canada. Ma la tradizione ci trasmette dei fatti ancor più commoventi. Nel 1879, i parrocchiani di Cap-de-la-Madeleine, durante tutto l'inverno, supplicarono la Vergine Maria e lavorarono con inaudito coraggio, per trasportare qui le pietre necessarie al nuovo edificio mariano, su un ponte di ghiaccio provvidenzialmente formatosi sul fiume San Lorenzo, da allora chiamato il ponte dei rosari. Ed essi hanno raccolto dalla Vergine il segno che ella approvava questa iniziativa.

Questi fatti, cari fratelli e sorelle, sono un'ammirabile testimonianza della fede dei vostri padri, della loro giusta comprensione del ruolo di Maria nella Chiesa. Da allora, la stessa pietà mariana ha condotto qui, da tutto il Canada, migliaia di pellegrini venuti a cercare fede e coraggio presso la loro Madre! Gente di tutte le età e di ogni condizione; umili e poveri soprattutto; coppie giovani e anziane; genitori preoccupati per l'educazione dei loro figli; giovani, persone alla ricerca di colui che è "la via, la verità e la vita"; malati alla ricerca di un'aggiunta di fede e di speranza; missionari che sono venuti a consacrare il loro difficile apostolato alla Regina degli apostoli; tutti coloro che desiderano un nuovo slancio per servire il Signore, servire la Chiesa, servire i loro fratelli, come fece Maria quando ando da Elisabetta.

Questi pellegrinaggi ci fanno vivere "ore di cielo" come dicono alcuni, nella gioia della fede, con Maria; e lungi dal farci evadere dai nostri impegni quotidiani, essi ci danno una forza nuova per vivere il Vangelo oggi, pur aiutandoci nella traversata fino all'altra riva della vita, dove Maria "brilla già innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione" (LG 68).

Si, questo pellegrinaggio mariano rimane una grazia immensa fatta al popolo canadese. Possa, il flusso di oranti, non esaurirsi mai in questo luogo! Possa riempire spesso questa basilica da voi recentemente ricostruita e ampliata sotto il nome di Notre-Dame de l'Immaculée-Conception! Penso con soddisfazione a quei diecimila giovani delle scuole primarie del Canada, venuti qui per preparare la mia visita. Ho visto i messaggi che mi hanno inviato in questa occasione. Io li ringrazio. Mi congratulo con essi e dico loro: con Maria, costruite anche voi la Chiesa del Canada.

Io stesso, così desideroso di segnare ciascuna delle mie visite pastorali con un pellegrinaggio al grande santuario mariano del Paese, sono commosso e soddisfatto di farmi pellegrino di Maria, in questo luogo, e di raccomandare alla nostra Madre la mia missione apostolica e la fedeltà di tutto il popolo cristiano del Canada.


6. Oggi, infatti, veniamo al santuario di Notre-Dame du Cap in quanto generazione del nostro tempo. Veniamo a pregare con il vescovo di Trois-Rivières, monsignor Laurent Noël, con tutti i suoi diocesani e coloro che, da tutta la regione, si sono messi in cammino verso questo insigne luogo mariano. Veniamo per ripetere con Elisabetta: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore!" (Lc 1,45). Veniamo per confermare la partecipazione delle generazioni passate alla fede della Madre di Dio.

Nella bella eredità che vi è stata lasciata e che ha fatto di voi quello che siete, la fede era primordiale e la devozione a Maria, alla quale si consacrarono i vostri predecessori, teneva un posto importante nella fedeltà a questa fede.

Veniamo per trasferire in qualche modo questa partecipazione nel cuore della nostra generazione e delle generazioni future.

Le parole rivolte da Dio a Maria si sono compiute. Questo adempimento si chiama Gesù Cristo. Quando il Risorto si presenta, dopo la sua passione, davanti agli apostoli, uno di essi, Tommaso, che era assente in quel momento, non voleva credere. Una settimana dopo egli vide Cristo e proclamo: "Mio Signore e mio Dio!" (Jn 20,28). E senti il Maestro dirgli: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!" (Jn 20,29).

E voi, cari fratelli e sorelle, "voi amate Cristo pur senza averlo visto e credete in lui senza vederlo..." (1P 1,8). In questa fede trovate un aiuto in Maria, la Madre di Cristo: ella fu la prima a credere! Ella vi conduce a lui.

Preghiamo in questo luogo per la nostra generazione, perché le generazioni future partecipino alla fede della Madre di Dio.

Questa fede vi aiuta a sopportare le sofferenze e le pene della vita, vi aiuta a perseverare nella speranza anche attraverso "varie prove". Inoltre, queste "prove verificheranno la qualità della vostra fede che è ben più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, si prova col fuoco" (1P 1,7).

Preghiamo perché la nostra generazione abbia una fede cosciente e ricca di maturità, una fede a tutta prova! Che tale fede sia una partecipazione alla fede di Maria, che sta ritta ai piedi della croce di suo Figlio sul Calvario. La grande prova di Maria non fu quella di vedere suo Figlio rigettato e condannato a morte dai capi del suo popolo? Ella lo ha seguito fino alla fine. Ha condiviso tutto. Ella si è unita a Gesù che offriva la sua vita per la salvezza del mondo...

E noi, quando Dio sembra lontano, quando non comprendiamo le sue vie, quando la croce ferisce le nostre spalle e il nostro cuore, quando soffriamo a causa della nostra fede, impariamo dalla nostra Madre la fermezza della fede nella prova, e come attingere forza e coraggio dal nostro incondizionato attaccamento a Gesù Cristo.


7. E' così che Maria ha potuto ripetere in modo singolare queste parole, pronunciate nel suo "Magnificat": "Ha guardato l'umiltà della sua serva" (Lc 1,48). L'umiltà di Maria associata in un'unione salvifica allo spogliamento del Figlio crocifisso! La Chiesa intera, guardando Maria ai piedi della croce, ripete con particolare esultanza: "Beata colei che ha creduto...". Ed ecco che questa fede di Maria ai piedi della croce appare come la prima aurora del mattino di Pasqua. La croce e la risurrezione si uniscono in uno stesso mistero: il mistero pasquale. La Chiesa vive, di giorno in giorno, questo mistero. E lo medita nella preghiera, e qui, la preghiera del Rosario, della corona, assume tutta la sua importanza. E' con Maria, al ritmo del saluto angelico, che noi entriamo in tutto il mistero di suo Figlio, fatto carne, morto e risuscitato per noi. In un santuario come quello di Notre-Dame du Cap, ma anche nella vita di ogni cristiano, di ogni famiglia, questa preghiera mariana deve essere come il respiro quotidiano.

La Chiesa medita, ma celebra anche l'ineffabile mistero pasquale, ogni giorno, nell'Eucaristia. E' proprio questo il vertice della nostra assemblea di credenti questa sera: con Maria ci avviciniamo alla sorgente, ci uniamo all'offerta di suo Figlio, ci nutriamo della sua vita: "Mistero della fede!".

E giorno dopo giorno la Chiesa esprime la sua gioia esuberante davanti a questo mistero, estraendo il suo segreto dal cuore della Madre di Cristo nel momento in cui ella canta il "Magnificat": "L'anima mia magnifica il Signore... grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente. Santo è il suo nome..." (Lc 1,46 Lc 1,49).

Impariamo da Maria il segreto della gioia che scaturisce dalla fede, allo scopo di illuminare con essa le nostre vite e le vite degli altri.

Il Vangelo della Visitazione è colmo di gioia: la gioia di essere visitati da Dio, la gioia di aprire le porte al Redentore. Questa gioia è il frutto dello Spirito Santo, e nessuno ce la può togliere se rimaniamo fedeli a lui.

O Madre! Notre-Dame du Cap! Fa' che la Chiesa in terra canadese attinga sempre la forza della sua fede nel mistero pasquale di Cristo! Fa' che essa l'attinga dal tuo "Magnificat"! L'Onnipotente ha fatto veramente per noi grandi cose. Santo è il suo nome!

Data: 1984-09-10 Data estesa: Lunedi 10 Settembre 1984




Nel santuario di Notre-Dame - Cap-de-la-Madeleine (Canada)

Titolo: Atto di affidamento del Canada a Maria

Testo:


1. Ti saluto, piena di grazia, / il Signore è con te! / Ti saluto, umile serva del Signore, / benedetta tra tutte le donne! / Ti saluto, santa Madre di Dio, / Vergine gloriosa e benedetta! / Ti saluto, Madre della Chiesa, / santa Maria: Madre nostra!


2. Vergine del Capo, / tu apri le braccia per accogliere i tuoi figli! / Piccoli e grandi, tu li ascolti e li consoli; / tu mostri loro la fonte di ogni gioia e di ogni pace: / Gesù, il frutto del tuo seno.


3. Io presento al tuo amore di Madre gli uomini e le donne di questo Paese. / Ti prego per i bambini e i giovani: / che essi avanzino nella vita guidati dalla fede e dalla speranza, / che aprano il loro cuore agli inviti del Padrone della messe.

/ Ti prego per le persone della terza età: / affinché conoscano la pace e si sappiano amati. / Ti prego per le coppie: / affinché scoprano la bellezza sempre nuova / dell'amore generoso e aperto alla vita. / Ti prego per le famiglie: / affinché vivano la gioia dell'unità in cui ciascuno / dona agli altri il meglio di se stesso. / Ti prego per i celibi: / affinché scoprano la felicità nel servire / e nel sapersi utili ai loro fratelli e sorelle. / Ti prego per le persone consacrate: / affinché diano testimonianza, attraverso il loro libero impegno, / dell'appello di Cristo per la costruzione di un mondo nuovo.


4. Ti prego per coloro cui è affidato il popolo di Dio: / i vescovi, i sacerdoti, i diaconi / e tutti coloro che prestano un servizio ecclesiale e un apostolato. / Conservali nel coraggio e nella gioia del Vangelo.


5. Ti prego per i malati, / coloro che sono affaticati e scoraggiati. / Da' quiete alla loro sofferenza / e la capacità di offrirla con Cristo. / Rendici attenti alle loro pene e ai loro bisogni.


6. Ti prego per gli uomini e le donne / che la società mette da parte e rifiuta. / Rendici fraterni verso tutti e aiutaci a vedere in essi / i poveri nei quali tuo Figlio si identifica.


7. Guida i responsabili politici / sulle vie della giustizia per tutti. / Aiuta la comunità umana a progredire nella solidarietà.


8. Ti prego per tutti coloro che si allontanano da Dio. / Riconducili verso l'amore e la luce del Signore.


9. In più di un Paese gli uomini si fanno guerra. / Sostieni le vittime straziate, / e converti coloro che seminano disgrazie.


10. Tanti nostri fratelli e sorelle nell'umanità soffrono la fame. / Rendici capaci di condividere di più e gratuitamente.


11. Sostieni la Chiesa in Canada nella proclamazione del Vangelo. / Conferma in essa il potere della tua parola. / Disponila al servizio della giustizia. / Rafforza in essa la comunione / che tuo Figlio instauro tra i membri del suo corpo. / Aiuta tutti i figli dispersi di Dio / a cercare la pienezza dell'unità.


12. Madre dei fedeli! / Prega per noi, poveri peccatori. / Insegnaci a vivere nell'amicizia con Dio e nel mutuo soccorso fraterno, / per camminare sulle vie del Signore, / forti nella fede / e fortificati dal sostegno della tua presenza.


13. Ti presento i miei fratelli e le mie sorelle di questo Paese. / Accoglili nella tua bontà rassicurante e nella tenerezza materna / perché essi sono amati da tuo Figlio Gesù, / che te li ha affidati nel momento in cui offriva la sua vita / per la moltitudine. Amen!

Data: 1984-09-10 Data estesa: Lunedi 10 Settembre 1984





Nella cattedrale metropolitana - Montréal (Canada)

Titolo: Domandiamo alla Vergine la luce e l'amore di Dio

Testo:

Cari fratelli e care sorelle.

Sono molto commosso di cominciare il mio pellegrinaggio a Montréal in questa basilica-cattedrale di Maria Regina del mondo. Nella pianta vi ritrovo in effetti, una grande somiglianza con la basilica di San Pietro a Roma; monsignor Ignace Bourget, il secondo vescovo di Montréal, alla fine del secolo scorso, ha voluto simboleggiare con questa costruzione la stretta unione della Chiesa del Canada con la Santa Sede. Ed è significativo che sia stata dedicata a Maria, sotto il titolo di Regina del mondo.

Come ogni cattedrale, è il centro e il simbolo di tutta l'arcidiocesi.

Saluto con grande gioia il suo arcivescovo, monsignor Paul Grégoire: lo ringrazio vivamente della sua accoglienza e delle sue parole che testimoniano la vicinanza pastorale del suo popolo cristiano. Saluto il suo predecessore, il mio venerabile fratello, il cardinale Paul Léger di cui ognuno conosce la testimonianza di carità che è andato a portare in Africa. Saluto i vescovi ausiliari di monsignor Grégoire e tutti gli altri vescovi della provincia ecclesiastica di Montréal e della regione. Sono egualmente felice di veder qui il Capitolo della cattedrale, i rappresentanti del presbiterio, dei religiosi, delle religiose e del laicato cristiano. I miei rispettosi saluti vanno anche al sindaco di Montréal e a tutte le autorità civili che hanno contribuito all'organizzazione del mio soggiorno col senso dell'accoglienza e dell'efficacia che giustamente contribuiscono al buon nome della città.

Dopo Québec, era naturale che venissi in questa grande metropoli, tanto famosa per la sua estensione, per la sua densità e per il dinamismo della sua popolazione di cultura francese, caratteristica di Québec, ma dove anche i gruppi anglofoni hanno un proprio spazio e dove più di venticinque etnie forestiere hanno acquistato diritto di cittadinanza. La sua situazione, lo spirito d'intraprendenza dei suoi abitanti e dei suoi responsabili le hanno procurato uno sviluppo senza pari, un meritato prestigio internazionale; nel corso degli ultimi decenni, delle grandi manifestazioni culturali hanno attirato su questa città l'attenzione del mondo intero.

Di fronte a un tale sviluppo è ancora più commovente ricordare l'origine modesta e allo stesso tempo straordinaria della città: il villaggio di Hochelaga; la collina battezzata col nome di Montréal al tempo di Jacques Cartier: l'iniziativa dei pionieri che sono venuti a fondare Ville-Marie nell'isola di Montréal con Paul de Chomedy, il Sieur de Maisonneuve, Jeanne Mance; l'apostolato di Margherita Bourgeoys, considerata come la "Madre della colonia" e quanti altri cristiani e cristiane convinti che hanno dato alla città una sua anima! La città si è estesa, si è trasformata, si è modernizzata. Ma Dio vi tiene sempre il suo posto, come questa cattedrale dimostra, proprio nel cuore della città. Si, questa terra è santa perché Dio vi abita e il suo mistero vi dimora come una luce, come un richiamo, come una forza per il cuore di ciascuna persona umana che si apre alla volontà di Dio come suor Maria Leonia che proclameremo beata domani. E il riflesso della presenza del Signore può essere riconosciuto al cuore di ogni impresa che vuol rendere la città più conforme alla dignità umana. Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo perché ogni uomo lasci penetrare in lui la luce e l'amore di Dio.

Questa grazia la domandiamo per Maria, per mezzo di Maria, in questa cattedrale che la venera e l'onora. Essa ci ha dato il Cristo e continua ad aprire a noi il suo cammino. Se essa regna con lui in cielo, partecipe della sua risurrezione, è per servire ancora l'umanità alla ricerca di felicità, alla ricerca di vera libertà, in cerca di autentico progresso, in cerca di amore, in cerca di verità, in cerca di santità.

Salve Regina! Salve, nostra Regina! [Canto della Salve Regina]

Data: 1984-09-10 Data estesa: Lunedi 10 Settembre 1984


GPII 1984 Insegnamenti - Agli Amerindi e agli Inuit - Sainte Anne de Beaupré (Canada)