GPII 1985 Insegnamenti - Congedo dalla popolazione - Bangui (Repubblica Centrafricana)

Congedo dalla popolazione - Bangui (Repubblica Centrafricana)

Titolo: Urge accogliere in spirito di pace e neutralità i rifugiati




1. Sono ben consapevole di aver appena iniziato la visita pastorale nel vostro caro Paese. Non so se la Provvidenza mi permetterà di tornarvi più a lungo. Ma il momento che ho passato a Bangui è stato molto denso e ricordero in particolare la celebrazione eucaristica in cui si è espressa con fervore la preghiera di numerosi centrafricani. Ho ricevuto con gioia la testimonianza di vitalità di questa Chiesa, e ho potuto esprimere i miei incoraggiamenti a tutti i suoi operatori apostolici. Da Roma, pensero spesso nella preghiera a questa terra africana e alla messe cristiana che continua a preparare.

Ringrazio vivamente tutti coloro che hanno permesso il buono svolgimento di questa visita. Sono lieto di ripetere, qui, la mia gratitudine a sua eccellenza il signor presidente della Repubblica, per la benevolenza con la quale mi ha accolto e accompagnato durante questa giornata. La mia riconoscenza va pure a tutti coloro che hanno amabilmente contribuito come responsabili, coordinatori o agenti dell'organizzazione, della sicurezza, del servizio d'ordine, e anche come personale benevolo a servizio della Chiesa.


2. Al suo Paese, signor presidente, rinnovo i miei auguri cordiali. Con questa visita volevo manifestargli la stima, il rispetto e l'incoraggiamento della Santa Sede. Con lei, con tutti quelli che si preoccupano del bene comune della nazione e della felicità di tutti i loro compatrioti, desideriamo che la Repubblica Centrafricana viva in uno spirito di totale riconciliazione e nella pace, all'interno come all'esterno, che essa mobiliti tutte le sue forze per consacrarsi - in un clima di libertà e di leale cooperazione - allo sviluppo delle sue risorse, alla promozione umana integrale di tutti i suoi cittadini. Noi auspichiamo che, progressivamente, essa risolva felicemente i suoi problemi, che a volte sono delle vere sfide; abbiamo ricordato quella della formazione agricola, quella della gioventù. Ci auguriamo che la Repubblica Centrafricana possa beneficiare della benevolenza e della solidarietà di altri Paesi, in particolare dei Paesi africani. E non dimentichiamo il contributo che essa stessa può dare a certi problemi lancinanti in Africa. Penso ai rifugiati in pericolo che hanno bisogno di trovare presso i loro vicini un'accoglienza generosa in uno spirito di pace e di neutralità, e una certa integrazione, in attesa che possano - com'è auspicabile - ritornare nel loro Paese e ricostituire la loro famiglia. Sono a conoscenza che un buon numero di essi ha trovato, qui, l'ospitalità desiderata.


3. I cattolici formano una parte importante della popolazione. Essi sono decisi a combattere i mali che potrebbero paralizzare il progresso del Paese, ostacolare la giustizia e la pace. Essi tendono la mano ai loro fratelli, cristiani o non, per agire nel senso del rispetto dell'altro, dell'onestà, del reciproco aiuto, del bene comune. Essi sanno, malgrado i loro limiti di cui sono consapevoli, che certe virtù vanno di pari passo con la loro fede: questa mattina abbiamo meditato su questo spirito di servizio e di amore, che ci viene da Cristo e che è all'opera ovunque, nella Chiesa universale, a nome della quale sono venuto a testimoniare.

Su questo punto, possano essi incontrare sempre, da parte dei loro compatrioti, la comprensione, la fiducia e l'incoraggiamento! E possano continuare a formare tra essi delle comunità vive che manifestano la loro gioia dell'amore di Dio, sparso nel loro cuore.

A tutti i diocesani di Bambari, di Bangassou, di Berberati, di Bassangoa, di Bouar, che non ho potuto visitare, come quelli di Bangui e che non hanno potuto raggiungerci per diverse ragioni, porgo il mio saluto affettuoso.

Benedico i vescovi miei fratelli, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i laici, tutti quelli che lavorano per il Vangelo. Il mio pensiero affettuoso raggiunge specialmente coloro che soffrono per le malattie, infermità, prove; anch'essi partecipano, con la loro pazienza e il loro amore, alla nascita della Chiesa. Io mi sento vicino ad essi. Essi sono vicini a Maria, la Vergine ai piedi della croce, la Vergine nella gloria del cielo.

Il Signore doni a tutti il suo conforto e la sua pace! Nel suo nome, vi benedico di tutto cuore. E vi ringrazio per la vostra accoglienza.

Data: 1985-08-14 Data estesa: Mercoledi 14 Agosto 1985





Arrivo all'aeroporto - Kinshasa (Zaire)

Titolo: Questi giorni segnino la vostra dedizione a Cristo e ai fratelli

Signor presidente, eminenza, eccellenze, signore, signori, cari fratelli e sorelle.


1. Ritrovando la terra dello Zaire per una grande festa cristiana, vorrei esprimervi la mia gioia di tornare nel vostro Paese così invitante. Nel 1980 avevo trascorso parecchi giorni nello Zaire, segnati da numerosi incontri, il cui ricordo resta vivo in me. Oggi, prima di raggiungere il Congresso eucaristico internazionale di Nairobi, sono particolarmente felice di poter rispondere al pressante invito che i vostri vescovi mi avevano presentato a Roma, di venire qui a proclamare beata la vostra suora Anwarite Nengapeta. Ringrazio il signor cardinale Malula, arcivescovo di Kinshasa, monsignor Monsengwo Pasinya, presidente della Conferenza episcopale, e tutti i miei fratelli nell'episcopato, di avermi invitato a nome di tutti i cattolici di questo Paese, con un'insistenza così delicata che mi ha commosso.

Signor presidente della Repubblica, tengo ad esprimerle la mia gratitudine per il suo invito e la sua premura nel rendere la mia visita possibile, assumendo con diligenza tutte le disposizioni in vista della sua organizzazione. Le parole da lei pronunciate dicono, in termini ai quali sono molto sensibile, la qualità dell'accoglienza riservatami, secondo le belle tradizioni africane di ospitalità. Apprezzo la possibilità che avro domani d'intrattenermi di nuovo con lei.

Numerose personalità l'accompagnano, signor presidente, in questa cerimonia di benvenuto: esse rappresentano le più alte autorità del suo Paese e, particolarmente, della capitale. lo le ringrazio per la cortesia che manifesta la loro presenza e rivolgo ad esse un saluto deferente e cordiale.


2. Fin dal mio arrivo, voglio esprimere la mia calorosa simpatia a tutto il popolo di questa grande città di Kinshasa e dell'insieme dello Zaire. Voi avete segnato una tappa nella storia del vostro Paese commemorando recentemente il 25° anniversario della vostra indipendenza. Il cammino percorso è notevole; le insidie non sono mancate. Ma voi conservate la volontà di impegnarvi, senza risparmiare i vostri sforzi. Auguro a ciascuno di voi la soddisfazione di vedere il suo lavoro ricompensato, di vivere in una società armoniosa e fraterna. I miei auguri vanno in particolare alla numerosa gioventù del vostro popolo che si prepara ad assumere le proprie responsabilità in questo mondo esigente e difficile. E' importante che tutti impieghino le qualità dello spirito e del cuore affinché le risorse della terra servano al bene comune degli uomini, e perché i popoli del mondo sappiano moltiplicare i loro scambi benefici, stabilire tra essi una collaborazione dinamica nella pace. Come tutti i loro compatrioti, i cattolici desiderano partecipare attivamente agli sforzi della nazione.


3. La mia breve visita ha come primo scopo di permettere un nuovo incontro del Vescovo di Roma con la Chiesa cattolica nello Zaire. Cinque anni fa abbiamo celebrato insieme il centenario della seconda evangelizzazione del vostro Paese, un secolo in cui le vostre comunità si sono sviluppate rapidamente nell'ardore, in cui avete ricevuto non solo il messaggio, ma edificato la Chiesa ormai solidamente radicata nella vostra terra. Durante il mio primo pellegrinaggio tra voi, abbiamo comunicato intensamente ringraziando Dio e affidandogli il vostro futuro. Domani esalteremo i meriti di una di voi, pegno della fecondità di una Chiesa che matura, che approfondisce la parola di Dio e testimonia la viva presenza di Cristo.

Successore dell'apostolo Pietro, incaricato di confermare nella fede i miei fratelli e le mie sorelle sotto tutte le latitudini, sono felice di trovarmi tra di voi per porre questo punto luminoso sulla strada della Chiesa dello Zaire, in comunione con i vescovi di tutte le vostre diocesi. Queste giornate di festa possano segnare una nuova avanzata nella vostra dedizione a Cristo, nella vostra solidarietà con tutti i vostri fratelli, i cristiani d'Africa e degli altri continenti! Mentre questa sera inizia la solennità della sua Assunzione, Nostra Signora dello Zaire possa confortarvi nella speranza.


4. Arrivando qui, desidero rivolgere un cordiale saluto anche a tutti gli zairesi che costituiscono altre comunità cristiane oltre la Chiesa cattolica. Saluto pure coloro che appartengono a tradizioni spirituali differenti. Siano certi nel mio rispetto e del desiderio sincero dei cristiani d'intrattenere con tutti fraterne relazioni.

Sulla mia strada, prima di lasciare il vostro Paese, avro l'occasione di celebrare la messa con i cristiani dello Shaba riuniti a Lubumbashi. Ma se il tempo di cui dispongo non fosse limitato, vorrei essere vicino a tutti gli zairesi, ad ogni famiglia, ad ogni bambino... E penso pure a coloro che sono immobilizzati dalla malattia e dalla sofferenza: vorrei tanto portare loro conforto, e anche a tutte le persone che sono nella prova. Ad essi esprimo i miei auguri affettuosi.


5. So che i diversi incontri che avro durante il mio soggiorno hanno richiesto molto impegno per la loro organizzazione, tanto da parte delle autorità civili che da parte delle diocesi che mi accolgono. Tutti quelli che si prodigano per prepararli e per adempiere a tutti i compiti necessari, spesso a prezzo di un lavoro che rimane nascosto, siano certi della mia viva riconoscenza.

A tutti, presenti e lontani, grazie di tutto cuore! Dio vi benedica!

Data: 1985-08-14 Data estesa: Mercoledi 14 Agosto 1985





Beatificazione di Anuarite - Kinshasa (Zaire)

Titolo: Primo frutto perfetto della grazia in terra zairese




1. Oggi la Chiesa contempla i cieli aperti: "Si apri il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza" (Ap 11,19).

Noi celebriamo l'Assunzione di Maria, la Madre di Dio, la Vergine, la Madre del nostro Redentore. E' lei precisamente che la Chiesa riconosce nel segno grandioso che appare in cielo: "Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle" (Ap 12,1). Si, Maria è segno del mondo nuovo. Del mondo riunito in Dio, del mondo trasfigurato in Dio.

Trasfigurato dalla potenza della risurrezione di Cristo.

Infatti, "come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo" (1Co 15,22): tutti avranno la vita eterna in Dio stesso. La prima che entra in questa vita in pienezza è Maria.


2. Ecco perché oggi, giorno dell'Assunzione, la Chiesa fa memoria del momento in cui Maria ha cantato il Magnificat sulla soglia della casa di Zaccaria: "L'anima mia magnifica il Signore / e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore... / Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente / e santo è il suo nome!" (Lc 1,46-49).

Quel giorno, in occasione della sua visita alla parente Elisabetta, Maria ha manifestato con queste parole l'esultanza della sua anima davanti al mistero della maternità divina che era a lei destinata per la grazia della santissima Trinità.

Oggi, con le stesse parole ella esprime l'esultanza della sua anima di fronte al mistero dell'Assunzione, frutto definitivo della sua maternità divina operata dalla grazia della santissima Trinità. Maria adora Dio. Maria proclama le "meraviglie" di Dio che l'Onnipotente ha compiuto in lei e per mezzo di lei.


3. Oggi, con Maria salita al cielo, la Chiesa adora Dio, nella Chiesa che è nel vostro Paese, lo Zaire. A Kinshasa, la capitale, e in tutte le province, nel Kasi, nello Shaba, nel Kivu, nel Basso-Zaire, all'Equatore, al Bandundu, nell'Alto Zaire dove è vissuta Anuarite Nengapeta. Sono lieto di pregare con voi tutti, con tutti i cristiani delle diocesi dello Zaire, delle parrocchie, dei monasteri di vita contemplativa, delle comunità religiose. E sono particolarmente unito all'arcivescovo di Kinshasa, il cardinale Malula, e a tutti i miei fratelli nell'episcopato. Li ringrazio anche per lo zelo con il quale hanno preparato la beatificazione.

Ecco che "Dio si è chinato sull'umiltà della sua serva" (cfr. Lc 1,48) e sull'amore indiviso di una figlia di questa terra. E le permette oggi di partecipare alla gloria della Madre di Dio, alla gloria di tutti i santi e di tutti i beati.

Un giorno Anuarite aveva annotato sul suo taccuino personale queste parole: "Amare il Signore, perché egli ha fatto per me grandi cose, quanto grande è la sua bontà". Ella esprimeva così il senso della sua vita, riprendendo la preghiera di Maria.

E' bello che proprio qui, nel suo Paese, il vostro Paese, e nel giorno in cui si celebra la gloria della Vergine Maria, la Chiesa proclami beata la sua figlia Maria Clementina Anuarite. Noi possiamo ammirarla e prenderla come modello, tanto più volentieri in quanto ci è vicina nel tempo; ella rappresenta veramente la vostra comunità cristiana e la onora con i suoi meriti e la sua fedeltà al Signore.

Anuarite ha passato tutta la sua esistenza nell'Alto Zaire, tra Wamba e Bafwabaka. Non sembrava dotata di qualità fuori dal comune. Fanciulla modesta, che accettava i suoi limiti, ma che lavorava con perseveranza per superarli, aveva un temperamento talvolta vivace, scherzoso; e in altri momenti conosceva l'inquietudine e la sofferenza. Con grande spontaneità si mostrava disponibile agli altri, con semplicità era contenta di una delicata accoglienza verso il prossimo.

Da bambina, insieme con sua madre, aveva ricevuto il Battesimo. La fede crebbe in lei e divenne una forza potente nell'orientamento della sua vita. Volle, giovanissima, consacrare la sua vita al Signore come religiosa: nella comunità della Jamaa Takatifu, la Congregazione della Sacra Famiglia consacrata particolarmente a compiti educativi, ella porto la sua costanza nel lavoro, il suo senso del servizio, l'amore per i suoi giovani alunni, la sua attenzione ai poveri e ai malati, la gioia che sapeva irradiare, il suo desiderio di progredire spiritualmente. I membri della sua famiglia e della sua congregazione, oggi presenti, sono lieti di poter testimoniare delle sue qualità.

Anuarite si era impegnata senza riserve nel seguire il Signore; a lui aveva donato la sua fedeltà e consacrato la sua verginità. E, giorno per giorno, con affetto e profondità, pregava la Madre di Cristo; la si vedeva come immersa nella preghiera accanto all'immagine della Madonna, o attenta a recitare il Rosario con le sue sorelle o con i fanciulli dei quali si occupava. Maria illuminava la sua fede, la sosteneva, la faceva progredire. Semplicemente, Anuarite amava la Madre del Signore. Un segno commovente di ciò fu il suo attaccamento alla statuetta che porto su di sé fino alla morte.

Quando arriva il tempo della prova, questa giovane religiosa l'affronta: la fede, il senso dell'impegno preso, il valore primordiale che ha per lei la verginità, una preghiera intensa e il sostegno della fede permettono di restare incrollabile. Nella terribile ansietà di veder intaccata la sua purezza, davanti alla minaccia per la sua stessa vita, Anuarite dice: "Ora l'anima mia è turbata".

Parola che ricorda quella di Gesù (cfr. Jn 12,27), e che mostra quanto il Vangelo penetrasse la vita di questa giovane consacrata. Ella supera il turbamento dell'angoscia; il suo coraggio è senza debolezza, sostenuto dalla presenza affettuosa dei suoi superiori e delle sue consorelle.

Anuarite ha mostrato un'audacia degna dei martiri che, a cominciare da Stefano a Gerusalemme, punteggiano la storia della Chiesa con la loro imitazione eroica del Cristo. Per difendere la sua superiora, minacciata a causa del suo proprio rifiuto, ella osa dire: "Voi ucciderete me soltanto". Quando i colpi mortali la raggiungono, le sue sorelle odono chiaramente queste parole da lei rivolte a chi la colpisce: "Vi perdono perché non sapete quello che fate"; e ancora: "E' come l'ho voluto". Nel modo più diretto, Anuarite segue il Cristo al quale si è donata: come lui, perdona, come lui compie il suo sacrificio: e io stesso, a nome di tutta la Chiesa, perdono con tutto il cuore.


4. Nel Vangelo, quando Maria arriva sulla soglia della casa di Zaccaria, Elisabetta "esclamo a gran voce: Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,4 Lc 2 Lc 1,45). Anche Anuarite Nengapeta, figlia della vostra terra, ha creduto all'adempimento della promessa di Dio nei suoi riguardi: era una di quelle che hanno scelto di non sposarsi per il regno di Dio. Ella aveva meditato sull'esempio delle vergini martiri antiche, era stata impressionata dal sacrificio di Maria Goretti e da quello dei martiri dell'Uganda. Anuarite sapeva il prezzo che la sua fedeltà le poteva costare. Ha ascoltato la parola del Cristo: "Non c'è amore più grande che dare la propria vita" (cfr. Jn 15,13).

Nell'ora della minaccia, non esita a mettere al di sopra di tutto il valore della sua consacrazione al Cristo nella castità perfetta. La sera della sua morte, nella casa blu di Isiro, aveva detto: "Ho rinnovato i miei voti, sono pronta a morire". Anuarite è una salda testimone del valore insostituibile di un impegno preso verso Dio e sostenuto dalla sua grazia.

Beata colei che, molto vicina a noi, ha mostrato la bellezza del dono totale di sé per il regno. La grandezza della verginità è l'offerta di tutte le proprie capacità di amare affinché, libero da ogni altro legame, tutto l'essere sappia amare il Signore come uno sposo e amare coloro che il Signore ama. Non c'è in questo alcuna disistima per l'amore coniugale. Sappiamo che Anuarite si preoccupava di aiutare le coppie a lei vicine perché mantenessero la fedeltà del loro proprio impegno, di cui lodava la bellezza.

Ciò che l'ha condotta al martirio è il valore primordiale della fedeltà.

Martirio vuol dire precisamente essere testimone: Anuarite fa parte di quei testimoni che attirano dietro di sé e sostengono la fede e la generosità dei fratelli e delle sorelle. Quando, la notte del 30 novembre 1964, tutte le religiose della comunità sono minacciate, battute e ferite, il sacrificio di Anuarite, invece di spaventarle, le incoraggia nella loro fermezza e le aiuta a passare attraverso la prova nella pace. C'è in questo un segno eloquente della testimonianza di speranza che la morte di una di loro ha costituito. Ricordiamo la lettura di san Paolo: "Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti... così tutti riceveranno la vita in Cristo" (1Co 15,20 1Co 15,22).


5. Per questo lei - questa figlia della vostra terra - può cantare oggi con Maria il "Magnificat", come le sue sorelle lo hanno cantato nel momento in cui lei dava la sua vita in mezzo a loro.

Nel suo sacrificio, la potenza di Dio si è manifestata, le "meraviglie" di Dio si sono rinnovate. A giusto titolo ella può cantare: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente... Ha spiegato la potenza del suo braccio... ha innalzato gli umili... Santo è il suo nome... D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata" (Lc 1,48-51).


6. Questo canto d'azione di grazie e di lode, tutti voi potete cantarlo con Anuarite, cari fratelli e sorelle: ecco infatti, per il centenario del Battesimo della vostra patria, che abbiamo celebrato insieme non molto tempo fa, il primo frutto; il frutto perfetto della grazia del santo Battesimo, la prima zairese che la Chiesa solennemente proclama beata, martire della fede in mezzo a voi! E' un grande avvenimento nella storia della Chiesa nella vostra terra.

Mi rallegro di poter essere in mezzo a voi - come successore di Pietro - in questo giorno importante. E di poter cantare, con voi e con la vostra beata, il Magnificat mariano nella solennità dell'Assunzione.

Si, la potenza di Dio si manifesta nella "meraviglia" che è Maria, la Madre di Dio, entrata nella gloria del regno. Prima tra i santi, ella illumina il cammino di tutti gli uomini e di tutte le donne.

Anuarite aveva risposto alla vocazione della verginità liberamente offerta. Ed ecco che ella si unisce al lungo corteo di quelle vergini che, dall'epoca romana, all'inizio del primo millennio, avevano dato la loro vita per il Cristo: Blandina, Agata, Lucia, Agnese, Cecilia, Pelagia, Solange... Con le vergini martiri che l'hanno preceduta, la beata Anuarite incoraggia coloro che si impegnano alla castità rispondendo alla loro vocazione religiosa.


7. Ma in qualsiasi condizione luogo e tempo il Signore chiama coloro per i quali ha dato il suo figlio, a seguirlo sulle vie della santità. La vocazione degli sposi consiste nel vivere un amore esigente e generoso nella loro unione, perché la via della loro perfezione passa per il dono di tutta la loro persona al loro coniuge, passa per la trasmissione della vita ai figli e la dedizione che la loro educazione richiede. Vivendo il loro matrimonio come una risposta attiva all'amore del Signore, gli sposi si uniscono all'azione di grazie: "ll Signore ha fatto per me grandi cose".

Fratelli e sorelle, riprendiamo insieme questa preghiera, perché egli ha detto a tutti noi di accogliere il Cristo, "la luce vera che illumina ogni uomo".

"A quanti lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio" (Jn 1,9 Jn 1,12).

"Per mezzo del Battesimo siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, perché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova" (Rm 6,4).

Giovani o vecchi, conosciuti o sconosciuti, umili o potenti, a tutti noi il Cristo permette ogni giorno di mettere in comune con generosità i beni della terra e della vita, di superare le nostre debolezze e le nostre divisioni, di avanzare con entusiasmo verso un mondo rinnovato, perché la forza dell'amore spezza le catene dell'egoismo e dell'odio. Giorno per giorno, nella fede e nell'amore che Dio mette nei nostri cuori, noi possiamo intendere l'appello a seguire Gesù. Con umiltà e con gioia, ciascuno può offrire le pene e i successi degli uomini, unito con il Figlio di Dio che dà il suo corpo e il suo sangue per la moltitudine, in remissione dei peccati. In questa Eucaristia, voglia lo Spirito del Signore riunirci in un solo corpo nella santità del Cristo! Egli ci unisca a sé nella sua offerta! Ci renda saldi nella speranza e capaci di annunciare ai nostri fratelli la buona novella che il mondo salvato riceve la santità di Dio! 8. così dunque la Chiesa vede oggi, sulla bella e ricca terra dello Zaire, "il cielo aperto": grazie alla solennità dell'Assunzione della Madre di Dio, grazie anche a questa prima beatificazione di una figlia della vostra terra, grazie all'impegno generoso di figli e figlie di questo popolo nel servizio del Signore e nell'amore dei loro fratelli.

Il popolo di tutta la vostra terra si rallegra. L'Africa nera si rallegra. Tutta la Chiesa cattolica si rallegra e rende grazie per la testimonianza dei suoi fratelli d'Africa.

La gioia di questa grande giornata abbia ad aprire un capitolo nuovo nella storia del popolo di Dio su questa terra santificata e benedetta. Amen. Data: 1985-08-15 Data estesa: Giovedi 15 Agosto 1985


Recita dell'Angelus - Kinshasa (Zaire)

Titolo: Maria, Nostra Signora d'Africa, veglia su questi tuoi figli

Cari fratelli e sorelle.

Voi sapete che a Roma, ogni domenica, c'è la consuetudine che il Papa reciti l'Angelus con i fedeli presenti e con molti altri che lo seguono per radio.

In questo giorno di festa mariana, sono lieto di recitare con voi questa preghiera che ricorda in poche parole il mistero di Maria, la serva del Signore alla quale è stato dato di divenire la Madre di Dio, e tutto il mistero dell'incarnazione, di Dio che è venuto ad abitare in mezzo a noi.

Noi onoriamo la Vergine Maria particolarmente in questo giorno nel quale la contempliamo nella gloria. Ella ha risposto all'annuncio dell'angelo con la fede pura. Fin dal primo momento della sua missione si è mostrata totalmente disponibile al servizio del Signore. Ella partecipa ormai, nella sua umanità, alla condizione gloriosa della nuova alleanza sigillata nella morte e risurrezione del suo figlio Gesù Cristo. Lei che si era interamente donata, è veramente ricolmata dalla presenza di Dio; ella vive per sempre nella luce del Regno.

Maria, che hai dato al mondo il tuo Figlio, / Maria, che hai seguito il cammino della croce, / Maria, che eri in mezzo ai discepoli in preghiera nel Cenacolo, / Maria, che hai conosciuto gli inizi della Chiesa alla Pentecoste con la forza dello Spirito, / Maria, che sei Madre di tutti gli uomini salvati dal Cristo, / Maria, tu che hai attirato sulle tue orme la beata Anuarite e tanti santi e sante, / noi ti salutiamo oggi e ti preghiamo con fiducia: / nella tua tenerezza, intercedi per l'umanità nella sua debolezza! / Nella tua gloria, rinsalda nei nostri cuori la speranza della salvezza! / Veglia su tutti i tuoi figli e le tue figlie d'Africa, / o Nostra Signora d'Africa! [Dopo la preghiera:] Voglio esprimere ancora la mia profonda gioia per questa storica festa della beatificazione di Anuarite Nengapeta; qui, nel suo Paese, sulla terra zairese in cui ha vissuto e offerto la sua vita a Dio.

Partecipo alla gioia della Chiesa dello Zaire, di tutto il popolo zairese, di sua eccellenza il presidente della Repubblica. So quanto questa beatificazione gli stava a cuore, come a numerosi suoi compatrioti. Conserviamo nella memoria l'esempio di Anuarite. E' su questi fatti di coraggio, di fedeltà agli impegni, di santità, che si costruiscono l'onore di una nazione, la sua maturità, la sua solidarietà, la sua unità, il suo progresso. Per questa grande nazione zairese io continuo a pregare e a formulare gli auguri più cordiali.

Data: 1985-08-15 Data estesa: Giovedi 15 Agosto 1985





Alla comunità diocesana - Kinshasa (Zaire)

Titolo: Vivere il Vangelo integralmente, aspetti difficili compresi

Cari amici.


1. In questa festa dell'Assunzione, dopo la messa solenne nella quale, stamane, ho avuto la gioia d'annunciare la beatificazione della vostra sorella Anuarite nella vostra terra, sono felice d'incontrarvi in questa cattedrale insieme ai vostri vescovi.

Porgo il mio cordiale saluto a tutti voi, che portate il compito di animare l'evangelizzazione di questo grande Paese, nella diversità delle vostre situazioni e delle vostre funzioni. Vi porto gli auguri e l'incoraggiamento del successore di Pietro, il quale scriveva ai primi cristiani: "Servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo: grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza, nella conoscenza di Dio e di Gesù signore nostro" (2P 1,1-2).

Apprezzo il vostro desiderio di situare il nostro incontro nel quadro di una liturgia della parola, culminante nella professione religiosa di molti vostri fratelli e di molte vostre sorelle. Che magnifico seguito della nostra celebrazione di questa mattina, sotto il patrocinio di Notre-Dame dello Zaire e della beata Anuarite! 2. Abbiamo ascoltato il Vangelo. Vorrei meditare sull'insegnamento di questa parabola di Gesù: egli la rivolge ai suoi discepoli, a voi stessi, agenti dell'evangelizzazione nello Zaire.

Vi propongo di rendere grazie per i talenti che vi sono affidati dal Signore. Innanzitutto è il vostro bel Paese, nel quale la terra è generosa. Poi è la vita che avete. Le vostre qualità di spirito e di cuore. La comunità umana nella quale siete nati, che vi ha formati, che vi trasmette il retaggio delle sue qualità ancestrali, dei suoi insostituibili valori. E' la natura dell'uomo e l'opera tutta del Creatore! Tra i talenti che avete ricevuto vi è anche l'instancabile fedeltà di Dio alla propria creatura, anche quando essa si allontana da lui, quando degrada la sua opera, quando non sa più riconoscere il viso del Padre di amore totale. Dio si è unito a noi, moltiplicando le alleanze con noi. Quando ne è stato il tempo, ci ha mandato il suo stesso Figlio, che ha dato la sua vita per riunirci nel suo amore. Ci ha chiamati a portare al mondo la sua parola di speranza, a costituire la sua Chiesa, il suo popolo. Di fronte al nostro Creatore e nostro Salvatore, che ci affida tante vere ricchezze, noi siamo i servitori felici di farle fruttare.


3. Ed è nostra responsabilità, la parabola dice anche questo, non lasciare nascosti i talenti. Ci riempie di dignità il fatto che il Maestro conti su di noi perché partecipiamo alla sua opera creatrice e salvifica. Certo, ciascuno di noi non è che un modesto costruttore, che invano si affaticherebbe, se il Signore non desse all'edificio solidità, e alla comunità vitalità (cfr. Ps 126,1). E ci vuole responsabili al punto che la nostra stessa vita eterna sia interessata dalla risposta che diamo alla sua fiducia. La parabola dei talenti non ci permette di dimenticare la gravità del nostro rifiuto.

Fratelli e sorelle, vi ripeto in nome del Signore: siate servitori buoni e fedeli. Affinché il tesoro dia frutti, vi viene richiesto di utilizzare le vostre capacità, ciascuno secondo il proprio ruolo, per far scoprire ai vostri fratelli il disegno di Dio. Giorno e notte portate la parola di verità e di speranza. Andate a dire ai vostri fratelli: "Abbiamo trovato il Messia" (Jn 1,41)! "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato"; voi potete adempiere la missione, affidata da Cristo risuscitato, la potete adempiere, perché la promessa è certa: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,19-20). Dividete con gli altri l'amore del quale siete amati! Edificate il tempio spirituale (cfr. 1P 2,5)! So che potete essere stanchi, e tentati di prendere altre strade rispetto alla via nella quale vi ha chiamati il Signore. So quali contraddizioni incontrate in un mondo indifferente e talvolta ostile al messaggio di cui siete portatori. Tuttavia non scoraggiatevi. Ascoltate Gesù che vi dice: "Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno" (Lc 12,32).


4. E' una felice circostanza che siano qui riuniti sacerdoti, religiosi e laici, poiché è allo stesso compito che siete occupati. I vostri ruoli diversi contribuiscono a un'opera unica, così come le diverse membra formano uno stesso corpo. Affinché dia frutto in questa terra dello Zaire l'ammirevole talento che costituisce la base della Chiesa, che tutti uniscano i loro sforzi, siano nati in questo Paese o siano venuti da fuori di esso, siano ministri che hanno ricevuto l'ordinazione, uomini e donne consacrate, oppure laici impegnati.

Guidati dalla parola di Dio, rassicurati dalla presenza del Signore, voi rendete possibile l'incontro fecondo tra l'uomo africano e il Vangelo. Il radicamento nella cultura, se bene inteso, significa crescita della Chiesa in questa terra, rappresenta la forma concreta dell'alleanza tra Dio e gli uomini, in questo luogo e in questo tempo. E' l'accoglimento della verità universale da parte di una comunità umana dotata di una sua particolare sensibilità, formata dalla propria lunga ricerca del senso della vita. così cresce la pianta, e diventa un albero che "fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra" (Mc 4,32).

Ricordiamoci sempre che l'alleanza di Dio con gli uomini risulta dall'iniziativa del Creatore e Salvatore. La fedeltà del popolo al proprio Signore suppone un'apertura piena di umiltà al messaggio evangelico, che non gli è propria, nonché l'osservare alcune fondamentali regole di vita. Mettere in atto l'alleanza per costruire la Chiesa esige da parte nostra l'adesione ai valori espressi dal Vangelo, e che sono stati universalmente vissuti dalla Chiesa nel corso dei secoli. I vostri compiti di animazione della comunità, di formazione, di predicazione, di sostegno contribuiscono a illuminare i vostri fratelli e sorelle affinché conducano la propria vita nello spirito della morale cristiana.


5. Tra i numerosi ambiti nei quali operate, vorrei ricordarne solo alcuni, con poche parole, per via della loro particolare importanza affinché la dignità della persona umana venga rispettata sia nella vita sociale che nelle decisioni individuali. Penso innanzitutto alla famiglia, alla santità del matrimonio.

Aiutate i giovani a preparare consapevolmente la propria unione, affinché la fedeltà del loro amore rispecchi quella di Dio. Che gli sposi siano sufficientemente generosi perché la coppia sia stabile, felice, costituisca un ambiente favorevole allo sbocciare dei figli. Conoscete la dottrina della Chiesa.

Fate tutto il possibile affinché sia capita e seguita.

Molti di voi hanno responsabilità educative, e io so quanto la Chiesa si adoperi ad aiutare i giovani perché siano ben preparati ad entrare nella vita attiva e a far fronte, con maturità e col massimo di capacità, alle difficoltà che inevitabilmente li aspettano. Sostenete la loro fede, aiutateli a trovare il senso della loro vita e a capire la loro vocazione, nella luce del Vangelo e nello spirito comunitario al quale la tradizione africana può così bene disporli.

Altri assicurano numerosi servizi nel campo della salute. Siano essi incoraggiati dall'attenzione privilegiata che sempre il Signore ha manifestato ai malati. Contribuire a iniziare il maggior numero possibile di persone all'opera nel campo della salute e accompagnare coloro che soffrono è un nobile compito nel quale la Chiesa ha sempre visto l'esercizio di un autentico amore verso il prossimo.

Nella comunità nazionale, anche tutto ciò che ha a che fare con lo sviluppo costituisce un dovere. Prendendo parte ad esso, i cristiani si inseriscono nel disegno della creazione, rispondono alla parola del Signore che sin dalle origini affida la terra all'uomo perché possa vivere di essa (cfr. Gn 1,26-29). La partecipazione allo sviluppo è indispensabile; so che vi dedicate ad essa con la sollecitudine per la giustizia e l'armonia nella società, e in particolare che sostenete i più poveri e vi preoccupate dell'occupazione giovanile.


6. Cari amici che assumete tante responsabilità tra i cristiani dello Zaire, la vostra vocazione vi ha portato a prendervi carico dei "talenti" affidati dal Signore. Siate voi sacerdoti, religiosi o laici impegnati, è una grazia poter rispondere generosamente a questo appello. Affinché, nel corso degli anni, siate servitori buoni e fedeli di Cristo, vi esorto vivamente a unificare nella vostra vita personale l'impegno attivo e disinteressato con la vita di preghiera e con la cultura intellettuale.

Naturalmente il tipo di formazione varierà secondo la vostra condizione di vita e la natura del vostro compito. Tuttavia il mio pressante invito è rivolto a tutti. Raggiungerete l'equilibrio e sarete felici se non smetterete mai d'approfondire la vostra vita spirituale, di studiare la parola di Dio e la dottrina della Chiesa, mentre progredirete nella padronanza delle tecniche più diverse che sono utili all'esercizio delle vostre funzioni. E a questo arriverete tanto meglio quanto più sarete aperti allo scambio fraterno nella comunità nonché alle indicazioni dei vostri pastori e dei vostri responsabili superiori.

Per quanto riguarda il senso del messaggio cristiano, è importante considerarlo in tutta la sua ampiezza, ricercare una visione d'insieme senza trascurare taluni aspetti apparentemente più difficili, a vantaggio di altri nei quali più spontaneamente si ritrovano i propri centri di interesse. Il generoso dinamismo dell'evangelizzazione raggiunge meglio il suo scopo se passa attraverso una buona comprensione del contenuto del messaggio nella sua interezza, nonché attraverso la profonda disponibilità spirituale del latore del messaggio nei confronti del Signore che lo manda ai suoi fratelli.

Cari fratelli e sorelle, è a tutti voi che mi sono rivolto, perché voi siete agenti di una stessa evangelizzazione. La Chiesa conta in modo particolare sul ruolo specifico dei laici in seno al mondo, nonché su coloro che, a tempo pieno o parziale si impegnano in compiti essenziali con immensa dedizione, nella catechesi, nella liturgia, nell'animazione di gruppi di preghiera e di altri movimenti nei servizi di carità.


7. Ora vorrei esprimere ai sacerdoti che partecipano al sacerdozio plenario del loro vescovo, quanto io apprezzi il loro disinteresse personale nei confronti del ministero. I sacerdoti diocesani nati qui, quelli che fanno parte degli istituti missionari internazionali e quelli venuti per "fidei donum" assicurano insieme un servizio di primaria importanza. E' loro richiesto molto, poiché il talento loro affidato è il sacerdozio istituito da Cristo alla vigilia della sua passione.

Attraverso di essi, il Signore riunisce i suoi, poiché li manda ad essere i pastori del suo gregge. Attraverso di essi, la grazia della presenza concreta del Salvatore è offerta a tutti. Attraverso il loro sacerdozio, la Chiesa di un dato luogo è unita a quella della diocesi e alla Chiesa universale che è il grande corpo di Cristo, uno solo nel mondo. Attraverso la loro partecipazione al sacerdozio di Cristo, essi dimostrano che la comunità non trae da se stessa ciò che la fa vivere, quanto piuttosto che lo riceve come un dono.

Sacerdoti, fratelli miei, come successore di Pietro vengo a incoraggiarvi. Voi avete un compito esigente che richiede la disponibilità di tutta la vostra vita, di tutto il vostro cuore. Prego perché il Signore vi renda felici in questo ministero sacerdotale nel quale siete i servitori dei servitori di Dio, seguendo Gesù Cristo che, amandoci fino alla fine, ha preso in mezzo a noi il posto di colui che serve (cfr. Jn 13,1 Lc 22,27).


8. Questa giornata è particolarmente importante per voi, cari fratelli e sorelle impegnati nella vita religiosa. Questa mattina abbiamo ricordato e celebrato la vostra beata sorella Anuarite. Ora, in mezzo a questa grande assemblea pastorale, un gruppo di religiosi e di suore prendono a loro volta la via dell'impegno.

Anuarite ha risposto appieno alla sua vocazione. La vediamo offrire la propria vita per devozione al Signore, al quale ha offerto la propria castità, obbedienza e povertà. Essa rifulse come un segno nel cuore delle vostre comunità, al centro della Chiesa dello Zaire. La vostra vocazione è quella di essere, anche voi, segno che il servizio del Signore e dei suoi fratelli è un valore fondamentale, a tal punto che alcuni uomini e donne vi consacrano tutta la propria vita, tutte le proprie energie, tutto il loro proprio amore. Alcuni mesi prima del martirio, in un giorno di riflessione, Anuarite aveva scritto l'essenziale nel suo diario personale: "La nostra vocazione è l'amore. Servire Dio. Il Signore Gesù quando ci ha chiesto il sacrificio: il sacrificio delle cose di questo mondo, sacrificio dell'amore umano, sacrificio della nostra stessa persona".

Illuminati dalla devozione di Anuarite, tutti i religiosi e tutte le religiose, tutte le persone consacrate che vivono in questo Paese rinnovano il loro impegno senza riserve al seguito di Cristo. Tutti si uniscono nelle lodi al Signore. Penso in modo particolare ai monasteri contemplativi che sono testimoni privilegiati della vita offerta a Dio nella Chiesa.

Cari fratelli e care sorelle che state per compiere la professione dei voti perpetui e che sarete consacrate al Signore, sappiate che insieme alle vostre superiori, il Papa, i vostri vescovi e tutta la comunità vi danno il loro incitamento e vi esprimono la loro riconoscenza per la vostra devozione. Nei vostri istituti, voi impegnate a Dio tutta la vostra persona. Il popolo di Dio tutto intero fa assegnamento sulla vostra fedeltà, sulla forza del vostro esempio e sulla vostra preghiera. La Chiesa conta sui servizi ai quali vi dedicate negli anni, in particolare a favore dei più poveri, di coloro che aspettano che si faccia loro sentire e capire la parola di Dio, delle comunità che hanno bisogno di essere animate e sostenute dal vostro appoggio.

Nell'offrirvi a Dio, voi promettete di vivere povere, caste e obbedienti. Le rinunce necessarie siano per voi una gioia, poiché sono segno di vero amore. Per il sacrificio a cui acconsentite, la forza dello Spirito Santo non vi mancherà: egli vi permetterà di compierlo assieme a Gesù nell'alleanza nuova ed eterna. Per voi che pronunciate i primi voti, la croce che riceverete sarà testimonianza quotidiana della presenza nella vostra vita di Gesù morto e risorto.

A voi, suore professe, le vostre superiore consegneranno tra breve un anello che io benedico; che esso sia il segno della vostra unione, senza riserve, al Dio fedele, nella comunità delle vostre sorelle. La Chiesa intera, coi santi che ora invocheremo, prega per la vostra fedeltà all'impegno preso.

Sacerdoti, laici, religiosi e religiose che state intorno a queste nuove professe, rendiamo grazie al Signore! Che Notre-Dame dello Zaire vi sostenga con la sua intercessione materna! E che il Dio di speranza vi colmi di ogni gioia e di ogni pace nella fede! Che l'esempio di Anuarite resti per voi un segno indelebile.

Amen. Data: 1985-08-15 Data estesa: Giovedi 15 Agosto 1985






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