GPII 1985 Insegnamenti - Agli animisti - Togoville (Togo)

Agli animisti - Togoville (Togo)

Titolo: "Il sentimento del sacro possa condurvi a Dio"

Cari amici, sono molto commosso che siate venuti a incontrarmi e a partecipare alla preghiera dei cattolici, in questo santuario dedicato alla santa Vergine Maria, madre di Gesù Cristo. So che eravate venuti ad assistere alla dedicazione nel 1973, riconoscendo così il posto peculiare che Maria ha tra gli amici di Dio, in quanto madre del suo diletto Figlio. Vi esorto a venire a pregarla. Ricordo anche che nel 1975 una delegazione di alcuni di voi venne a Roma a salutare il mio predecessore, il papa Paolo VI. Vi ringrazio della vostra iniziativa deferente e fiduciosa.

La natura, esuberante e splendida, in questo luogo di foreste e di laghi, impregna gli spiriti e i cuori del suo mistero, e li orienta in modo spontaneo verso il mistero di colui che è l'autore della vita. E' questo sentimento religioso che vi anima, e che anima, si può dire, l'insieme dei vostri compatrioti. Possa questo sentimento del sacro, che caratterizza da sempre il cuore umano creato a immagine di Dio, condurre gli uomini a desiderare di avvicinarsi sempre più a questo Dio creatore, in spirito e in verità, a riconoscerlo, ad adorarlo, a ringraziarlo, a cercare la sua volontà. così la loro preghiera e la loro condotta morale saranno ispirati dallo Spirito di Dio stesso.

Il loro sentimento religioso sormonterà la paura, poiché noi crediamo che Dio è buono e che anche la natura uscita dalle sue mani è buona. Il timore proverrebbe piuttosto dal male che abita nel cuore dell'uomo, quando si allontana da Dio.

Tuttavia il senso di Dio, di per sé, può essere colmo di pace, di rispetto, di fiducia, di gioiosa sottomissione.

Ai cristiani, Gesù Cristo ha insegnato a conoscere Dio e a pregarlo come "Padre nostro". Essi credono anche che Gesù Cristo libera l'uomo dai suoi peccati e dalla morte eterna. In lui, Dio stabili una nuova alleanza, che tutti gli uomini desiderano nel profondo del cuore, che gli uomini religiosi vorrebbero realizzare; l'arcobaleno, fra il cielo e la terra, appare loro come un simbolo di questo legame tra Dio e gli uomini. E' in nome di Gesù Cristo, in nome della Chiesa, che mi ha affidato la missione di guidare, che io mi presento tra voi.

Preghiamo, gli uni e gli altri, perché Dio attiri tutti gli uomini, nostri fratelli, verso la sua luce, e li colmi delle sue benedizioni.

Data: 1985-08-09 Data estesa: Venerdi 9 Agosto 1985


Visita alla cattedrale - Lomé (Togo)

Titolo: "Questa Chiesa diocesana deve restare missionaria"

Cari fratelli e sorelle.


1. Riuniti questa sera, nella cattedrale di Lomé, lodiamo Dio per tutte le grazie ricevute durante queste due giornate di visita pastorale, ma anche per tutta la storia dell'evangelizzazione del vostro Paese che trova un'espressione significativa in questo tempio divino, la cui costruzione ebbe inizio nel 190


1.

Spontaneamente noi, qui, rendiamo omaggio alla memoria di monsignor Jean Strebler, primo arcivescovo di Lomé, che ha inaugurato la nuova costruzione nel 1956 e del quale tutti conosciamo i meriti missionari in tutto il Togo.

Personalmente, nel salutare tutti coloro che sono presenti qui questa sera, vi ringrazio della vostra accoglienza, e soprattutto della preghiera che avete appena elevato a Dio per il successore di Pietro. Sono certo che continuerete a pregare spesso per il suo ministero.

E insieme preghiamo per questa diocesi, per la Chiesa in Togo. Questa cattedrale è il simbolo della "Casa spirituale" che voi tutti costruite ogni giorno a Lomé con il vostro arcivescovo, monsignor Dosseh-Anyron: sacerdoti di questa parrocchia, delle parrocchie della città e della diocesi di Lomé, uniti in un unico "presbiterium", religiosi e religiose consacrati alle missioni apostoliche o alla contemplazione, catechisti, laici impegnati nei molteplici servizi della Chiesa o nel rendere testimonianza nell'ambito della loro professione, ragazzi e ragazze, malati, associazioni e confraternite diverse, tutti i battezzati.


2. Vorrei rivolgere una parola di incoraggiamento per ciascuno in particolare, di cui potete indovinare il contenuto. Che ciascuno si senta come una pietra viva, preziosa, utile, che contribuisca alla bellezza e alla vitalità di tutta la Chiesa! E a tutti io dico: vivete nella gioia di essere il popolo di Dio, quella gioia che esprimete tanto spontaneamente, tanto calorosamente nelle vostre celebrazioni. Vivete approfondendo la conoscenza che avete della fede e la relazione personale con Dio nella preghiera. Questa cattedrale, come ogni casa di Dio, invita continuamente alla preghiera, all'adorazione. Vivete nella fraternità: non dimenticate che questo è il segno per eccellenza dal quale si riconoscono i discepoli di Cristo. In questo modo voi sarete una Chiesa che celebra, che prega, che ama.


3. A Lomé voi formate una Chiesa viva, ben visibile, dato il numero dei cattolici.

Di certo voi avvertite anche la necessità di mantenere aperta agli altri la vostra comunità. Nella fedeltà alla vostra fede, non temete di intrattenere un dialogo rispettoso e fraterno con loro. E in primo luogo con i protestanti: la nostra fede comune in Cristo salvatore, la nostra meditazione comune del Vangelo, spingono gli uni e gli altri a progredire in un sano ecumenismo, come lo vuole la Chiesa, allo scopo di realizzare a poco a poco la volontà formale del Signore: "Che siano una sola cosa". Ciò che è possibile, ora, è la stima reciproca, l'accoglienza, la carità, alcune forme di preghiera in comune. E penso anche a tutti gli uomini di buona volontà delle altre religioni, la cui generosità può edificarci e per i quali la nostra testimonianza deve essere un cammino verso la fede. La vostra Chiesa diocesana, l'ho detto tante volte, deve restare missionaria.


4. Questa cattedrale è dedicata al Sacro Cuore di Gesù. E' un'indicazione preziosa, è tutto un programma! Invece di prolungarmi nel discorso, vi invito a pregare con me: "Sacro Cuore di Gesù, immagine perfetta, nella nostra natura umana, di Dio Padre, pieno di misericordia, sii benedetto per tutte le grazie di fede, di perseveranza, di vocazioni, che hai concesso a questo popolo del Togo.

Conservalo nella pace, nella gioia, nell'azione di grazia.

Ed ora fortifica la fede, la speranza e la carità di quanti hai chiamato a conoscere in verità l'amore di Dio. Continua a effondere in essi questo amore che dà loro un atteggiamento filiale verso il Padre celeste, che li incoraggia a pregare come figli di Dio. Dona a tutti il desiderio di purificare incessantemente il proprio cuore, per renderlo trasparente al Vangelo, il coraggio di "rompere", all'occorrenza, con il peccato, il desiderio ardente che si sviluppi la vita di Dio. che tu hai messo in loro con il Battesimo.

Gesù, dolce e umile di cuore, consola quelli che sono stanchi, dona loro il riposo che hai promesso.

Rendi ciascuno cosciente della propria vocazione originale, del proprio ruolo di battezzato, di cresimato, di persona consacrata, di diacono, di sacerdote. Rafforza la loro unità. Estendi incessantemente la loro carità alla dimensione di quell'amore benevolo, inesauribile, senza frontiere, che il tuo cuore divino non ha mai cessato di manifestare agli uomini.

Che arda in essi il fuoco che tu hai portato sulla terra, la passione del tuo regno! Che essi partecipino sempre più all'opera della redenzione, che hai compiuto per loro sulla croce, al prezzo del tuo sangue! Che essi proseguano il loro cammino verso la pienezza della vita, alla quale ci attiri tutti, nell'incontro "faccia a faccia" del cielo.

Amen!

Data: 1985-08-09 Data estesa: Venerdi 9 Agosto 1985





Congedo festoso e caloroso - Lomé (Togo)

Titolo: Le culture devono assimilare meglio i germi di salvezza

Signor presidente, cari fratelli nell'episcopato, signore e signori, cari amici.

Dio sia lodato!


1. Rendendo grazie a Dio, esprimo a voi tutti la mia gioia per queste due giornate trascorse insieme, all'inizio del mio terzo viaggio apostolico in Africa. Ho goduto piacevolmente della vostra ospitalità: essa è proverbiale, ma ho constatato che meritate a giusto titolo questa reputazione! Mi sono compiaciuto anche della testimonianza delle comunità cristiane che ho incontrato, della loro vitalità, della loro preghiera ardente, della semplicità calorosa della loro accoglienza. Le nostre grandi assemblee di preghiera a Lomé, a Kara e a Togoville resteranno nella memoria del cuore, come gli altri incontri. Infine, sono felice anche di vedere che la mia visita ha rafforzato la vostra gioia e la vostra speranza.


2. Partendo, vorrei esprimere la mia viva gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito all'organizzazione di questi giorni di festa. A lei, signor presidente della Repubblica, che mi ha accolto personalmente con grande cortesia, che mi ha ricevuto tra voi con onore e che ha preso generosamente numerose ed eccezionali disposizioni per garantire il buono svolgimento degli incontri che avevo a cuore.

Al di là della mia persona, voglio vedervi la stima che lei ha per la missione universale della Santa Sede e anche il ruolo importante della comunità cattolica in questo paese e il suo sviluppo nella libertà religiosa. La mia riconoscenza va pure a tutte le autorità pubbliche, a tutti i servizi che hanno apportato il loro contributo, amabile ed efficace, alle diverse tappe di questo viaggio.


3. La Chiesa nel Togo ha avuto anch'essa una parte importante nella preparazione del programma. Ringrazio, assieme ai vescovi, coloro che, sacerdoti, religiose e laici, hanno dedicato il loro tempo, il loro talento, la loro fatica, perché i nostri incontri fossero i più fruttuosi possibile. Ho provato una vera soddisfazione, non solo per il fervore della vostra partecipazione, ma per l'attenzione con cui avevate preparato spiritualmente la mia visita, per meglio "fare Chiesa con Pietro". Sono certo che il rinnovamento spirituale iniziato continuerà e porterà tutti i suoi frutti.

Saluto con particolare affetto i malati, gli handicappati, tutti coloro che soffrono o che non sono potuti venire ai nostri incontri: che Dio stesso dia loro il suo conforto! Per questa Chiesa, ho già formulato tanti voti: continuero a raccomandarla a Dio nella preghiera. Desidero al di sopra di tutto che voi guardiate avanti. Avendo ricevuto la fede cristiana, approfonditela, traetene tutte le conseguenze, costruite con essa una civiltà cristiana originale, che attinga a quanto vi è di meglio nelle vostre tradizioni, e che si rimetta, nello stesso tempo, all'esperienza della Chiesa universale. Non è il Vangelo che deve cambiare, sono le culture che devono sforzarsi di assimilare meglio i germi di vita e di salvezza portati da Gesù Cristo. E' importante perseguire questa evangelizzazione in profondità, secondo gli orientamenti del Concilio Vaticano II, alla luce e con la forza dello Spirito Santo. Sono certo che potete preparare, con la grazia di Dio, un bell'avvenire per la vostra Chiesa, se coltivate con perseveranza il seme autentico del Vangelo seminato nella vostra terra, e se vigilate sulla sua crescita. così, la vostra comunità cattolica darà essa stessa la sua ricchezza nel concerto della Chiesa universale e, in questo Paese, in armoniosa relazione con tutti i cittadini, essa contribuirà al progresso della nazione.

Non voglio partire senza salutare i nostri fratelli protestanti e le altre comunità religiose, che mi hanno accolto con benevolenza.


4. Per tutti gli abitanti di questo Paese e i loro dirigenti, i miei auguri sono auguri di pace. Non ignoro i difficili problemi che il Togo deve risolvere, come molti Paesi di questa zona africana, per uno sviluppo autenticamente umano; questi problemi sono resi ancor più gravi da prove come quella della siccità. Ma so che il Togo è in grado di farvi fronte, anche con poveri mezzi, nella concordia e in una solidarietà rispettosa della dignità delle persone e delle comunità. Lo sviluppo spirituale, la giustizia, la pace, la prosperità - ottenuta grazie alla cooperazione di tutti con la solidarietà internazionale e ripartita equamente - tali sono le condizioni di un avvenire felice per tutto il Paese, e tali sono gli auguri che formulo in modo speciale per il Togo.

Vi ringrazio ancora. Vi assicuro che il Togo resterà vicino al mio cuore e alla mia preghiera. Dicendovi arrivederci, chiedo a Dio di colmarvi delle sue benedizioni!

Data: 1985-08-10 Data estesa: Sabato 10 Agosto 1985





Arrivo all'aeroporto - Abidjan (Costa d'Avorio)

Titolo: Solidarietà con i più bisognosi segno del vero progresso

Signor presidente, eminenza, eccellenze, signore e signori, cari fratelli e sorelle della Costa d'Avorio.


1. Il vostro invito era insistente, e sono stato colpito dalla vostra diligenza nel terminare la cattedrale di Abidjan per il momento del mio terzo viaggio sul continente africano. E' stato quindi ben volentieri che ho ceduto alle vostre richieste. Con vera gioia, ritorno nel vostro paese, brevemente, cinque anni dopo la mia prima visita pastorale della quale conservo un vivo e felice ricordo. E' di tutto cuore che vi ringrazio, fratelli miei nell'episcopato, il cardinale Bernard Yago e gli altri vescovi di questo Paese, per avermi invitato a consacrare la cattedrale della vostra grande città. Esprimo la mia gratitudine alle autorità e al popolo della Costa d'Avorio per la calorosa accoglienza riservatami.

Le parole da lei pronunciate, signor presidente della Repubblica, mi toccano profondamente. Non soltanto manifestano tutta la sua considerazione per il magistero della Chiesa, che cerca di promuovere dovunque la pace, la libertà, il rispetto delle persone e della loro vita, ma mi felicito perché manifestano l'ideale di tutto il popolo ivoriano e la volontà dei suoi dirigenti. Riavendomi di nuovo nella sua nazione, lei mi permette di ritrovare questo popolo di cui lei ha segnato la storia recente. E con lei, sono felice di salutare i suoi compatrioti, gli uomini e le donne che abitano in questo dinamico Paese. Rivolgo ad essi i miei auguri più cordiali per la loro felicità personale, perché ciascuno e ciascuna possa conoscere lo sviluppo delle proprie capacità e della propria vita di famiglia, malgrado le difficoltà di una crisi dalle dimensioni internazionali che non ha risparmiato la vostra regione.


2. La mia presenza tra voi, oggi, riveste il carattere pastorale di tutto il mio pellegrinaggio in terra d'Africa; ed è un atto specificamente religioso che mi induce a fare una tappa ad Abidjan. Ma vorrei cogliere questa occasione per ripetere ai nostri fratelli di altre confessioni cristiane, la nostra disponibilità a ricercare l'unità e la cooperazione fraterna, e per esprimere a tutti coloro che si riconoscono in altre tradizioni religiose al di fuori del cristianesimo, il mio rispetto e il desiderio della Chiesa cattolica d'intrattenere con tutti delle relazioni imperniate sulla fiducia. So che la Costa d'Avorio è un Paese accogliente e che la tolleranza è reale tra gruppi di tradizioni e origini differenti. Nell'ambito dello Stato, è importante che tutti mettano in comune i loro sforzi leali per far fronte ai compiti necessari, affinché l'avvenire di un giovane popolo possa essere previsto con sicurezza e perché domani le inquietudini e i dubbi di oggi siano superati.

E' mio desiderio che tutti possano prendere parte a uno sviluppo armonioso della società, offrendo a ciascuno la possibilità di vedere riconosciuta la sua utilità nella diversità delle funzioni. Ai giovani, in particolare, esprimo la speranza che essi siano ben preparati alle loro prossime responsabilità e siano bene accolti nella vita attiva. Credo che la maggior parte di essi condivida la convinzione che l'avvenire sarà felice e degno dell'uomo solo se i valori essenziali della giustizia, della libertà delle persone e dei gruppi, del rispetto della vita, ispireranno tutta l'attività della società. E, più ancora, un vero progresso suppone che gli uni e gli altri siano insieme dediti al bene comune, che vivano una solidarietà fraterna e concreta con i più bisognosi. In questo spirito, un popolo può contribuire a consolidare la pace alla quale tutti aspirano; un Paese può mostrare il suo senso della cooperazione e del reciproco aiuto con coloro che non hanno le sue stesse facilità. So che è desiderio della Costa d'Avorio di partecipare a tutti gli sforzi di pace e di progresso che la comunità internazionale svolge specialmente in questo continente.


3. Fin dal mio arrivo, vorrei rivolgermi specialmente ai cattolici e rinnovare loro tutti i miei incoraggiamenti nella vitalità delle loro comunità. In voi, saluto la Chiesa radicata in Africa, fedele a ciò che vi è di meglio nel vostro patrimonio ancestrale, e ricca dell'apporto universale del cristianesimo reso accessibile grazie alla generosità di fratelli delle Chiese più antiche, venuti a darne testimonianza. Voi avete udito, a nome dello stesso Vangelo, la chiamata a sviluppare le qualità umane e spirituali di ogni persona. Con tutto quello che vi è di prezioso nella vita cristiana, portate generosamente il vostro contributo all'educazione della gioventù, così importante in questo continente, perché le insostituibili qualità dei suoi abitanti si sviluppino il più felicemente possibile. Saluto con predilezione quelli tra di voi che rispondono alla vocazione di offrire completamente la loro vita al servizio di Dio e dei loro fratelli, con il loro impegno nella vita sacerdotale o religiosa.

A tutti i laici che si riuniscono con i loro pastori per approfondire la loro esperienza e la loro formazione di adulti responsabili, esprimo la mia fiducia per assumere sia i compiti necessari alla vita della Chiesa stessa, sia la presenza qualificata dei cristiani nella vita professionale. In diverse regioni, alcuni movimenti si organizzano per aiutare i loro membri ad acquisire le competenze e la maturità di cui la comunità ha bisogno.

Tutti, sappiate attingere dalla buona novella, che è il dono di Dio, le ragioni fondamentali di amare e di servire i vostri fratelli che attendono di essere riconosciuti nella loro dignità e sostenuti nella loro speranza del futuro.

Non cessate di nutrire con la forza del Vangelo la vostra partecipazione ai diversi compiti che svolgete nella società del vostro Paese.

Alle numerose personalità che hanno voluto essere presenti, a voi tutti che mi ricevete oggi, esprimo il mio cordiale ringraziamento per la vostra presenza. In questo momento penso anche a tutti i vostri compatrioti che non potro incontrare, e assicuro particolarmente del mio affetto coloro che sono sottoposti alla prova della malattia o che sono colpiti da altre sofferenze; vorrei poter portare a ciascuno un conforto e motivi di speranza. Ad ogni famiglia, ad ogni persona, esprimo con tutta semplicità la mia simpatia e i miei voti augurali.

Che Dio benedica questo Paese!

Data: 1985-08-10 Data estesa: Sabato 10 Agosto 1985





Nella cattedrale - Abidjan (Costa d'Avorio)

Titolo: Confronto dei valori cristiani con le aspirazioni degli uomini




1. "I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità" (Jn 4,23).

Una donna di Samaria interroga Gesù. Lo fa perché ha scoperto la verità della sua parola: Gesù ha illuminato la sua vita. Gesù le ha annunciato il dono dell'acqua viva che calma ogni sete per sempre. Questa donna, il cui popolo si teneva a distanza da quello di Gerusalemme, adesso lo interroga: dove si può adorare Dio? E Gesù, l'inviato di Dio per tutti gli uomini, il vero profeta, proclama che l'ora è venuta in cui non è più su una sola montagna o in una sola città che si incontra Dio. In ogni luogo, ormai, l'incontro di Dio è possibile con l'uomo che cerca il Padre in spirito e verità.

Consacrando oggi la vostra cattedrale, noi desideriamo ardentemente che essa divenga un "vero tempio di Dio e degli uomini", in questa grande città del continente africano: che essa serva al culto che rendono "i veri adoratori in spirito e verità". E' nostro auspicio e nostra convinzione che questo edificio sarà una testimonianza di preghiera autentica: coloro che accolgono la verità di Dio e che sono illuminati dal suo Spirito si volgono verso il Padre per rendere grazie dei suoi doni e supplicarlo di effonderli con abbondanza sulla comunità umana.


2. Cinque anni fa, l'11 maggio 1980, sono stato da voi invitato a benedire la prima pietra della vostra cattedrale. E ora mi è dato di consacrare la casa che voi avete costruita per Dio. Rendo grazie per questo raro privilegio. Rendo grazie specialmente per tutto ciò che questa impressionante realizzazione rappresenta nella vostra nazione, che ha celebrato il 25° anniversario della sua indipendenza.

Incoraggiati da tutto un popolo, gli architetti e i numerosi costruttori hanno portato a termine un'opera meravigliosa, perché è segno eloquente di fede, ed è testimonianza della maturità e della vitalità di una Chiesa. Con voi che riempite questa cattedrale, io rendo grazie. E con voi tutti, la folla che si è radunata all'esterno, attorno alla casa del Signore, rendo grazie, perché Dio stabilisce la sua dimora in mezzo agli uomini! La Chiesa di Abidjan, la Chiesa in Costa d'Avorio, manifesta con questa costruzione materiale che essa stessa è in verità una costruzione spirituale.

Senza il dinamismo interiore della fede, senza la speranza fondata sul Cristo vivente, un tempio di pietra resterebbe vuoto di senso, per quanto grandioso esso sia. La ragion d'essere di un tempio di pietra è il tempio interiore della comunità dei discepoli del Signore. Ascoltiamo di nuovo, come cinque anni fa, la parola dell'apostolo Pietro: "Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale" (1P 2,5).

Costruire la Chiesa è un'opera che lo Spirito di Dio anima e rende possibile. Innalzare un tempio è l'offerta di tutta una comunità che si raduna per celebrare il sacrificio del Signore. Essa eleva sul suolo del suo Paese un segnale che costituisce un richiamo permanente ad innalzare lodi a Dio, ad accogliere i suoi doni, ad ascoltare la sua parola, a rafforzare la fraternità, a invitare incessantemente nuovi fratelli perché conoscano la buona novella della salvezza portata dal Cristo.


3. Voi portate a termine un edificio, ma sapete che la costruzione della Chiesa continua. E' un compito di tutti i giorni e di tutte le generazioni. Per adempierlo fedelmente occorre che gli uomini siano purificati e rinnovati incessantemente, che siano convertiti dalla grazia di Dio e distolti dal peccato che è opera di morte. Per questo abbiamo cosparso su di noi, così come sui muri della chiesa, l'acqua battesimale nella quale siamo stati purificati e uniti alla vita nuova data dal Cristo. Quest'acqua Gesù l'aveva promessa alla samaritana del Vangelo dicendole: "L'acqua che io daro diventerà sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna" (cfr. Jn 4,14).

Prima di consacrare la cattedrale canteremo le litanie dei santi.

Metteremo così in risalto che la Chiesa vivente ha per fondamento gli apostoli e i santi di tutte le epoche. Questo santuario è dedicato a san Paolo. Quale gioia invocare il patrocinio dell'apostolo delle nazioni su questa terra d'Africa! Quale gioia per il Vescovo di Roma affidare questa chiesa di Abidjan a colui che corono il suo pellegrinaggio missionario fecondando la terra di Roma con il dono del suo sangue! Il popolo oggi chiamato ad essere santo è il popolo in mezzo al quale Dio ha suscitato i santi innumerevoli che sono per noi degli esempi: essi sono vivi nel regno dei cieli e intercedono per noi. Il patrocinio di san Paolo e la comunione di tutti i santi siano per la Chiesa che qui si raduna un fermento di unità e di amore! E vorrei ricordare che voi onorate particolarmente la Regina degli apostoli, sotto il titolo di Nostra Signora d'Africa, innalzando un altro santuario di cui ho potuto benedire la prima pietra. Ella vi guidi e vi sia di soccorso, vi accompagni sulle vie del servizio di Dio e degli uomini! 4. Al centro di questa azione liturgica, una grande preghiera esprime la nostra azione di grazie e la nostra supplica. Consacrando una Chiesa, noi lodiamo Dio che ci permette di essere radunati dal Cristo nella sua dimora, noi lodiamo Dio che fa della sua Chiesa il corpo vivo santificato dal sangue del Cristo. Noi lodiamo Dio che erige la città santa, perché essa ha per pietra angolare il Cristo Gesù. E noi supplichiamo umilmente che questo luogo veda il peccato perdonato, i fedeli uniti nel memoriale della Pasqua. Nella speranza della salvezza, noi chiediamo che la comunità riunita pratichi la misericordia e scopra la vera libertà dei figli di Dio.


5. Con i vescovi di questo Paese, io faro sull'altare e sui muri dell'edificio l'unzione del sacro crisma. L'olio santo significa la potenza di Dio che prende e consacra: con l'unzione, il Padre ha fatto di Gesù il suo Cristo, cioè colui che lo Spirito ha totalmente penetrato. Oggi, con l'unzione, egli fa di questa chiesa il luogo in cui lo Spirito del Cristo libera ciascuno dal peccato e lo battezza nel mistero della sua morte e della sua risurrezione. Egli fa di questa chiesa, mediante l'unzione, il luogo santo dove egli chiama il suo popolo a riunirsi e a partecipare della sua stessa vita.

Oggi, lo Spirito del Signore ha fatto di questo altare il segno del Cristo, perché è lui il sacerdote per eccellenza, è lui che offre la sua vita nel sacrificio eucaristico. Ed egli ci concede di offrirlo a nostra volta attraverso il ministero del vescovo e dei sacerdoti. A questo altare egli invita i battezzati a comunicare la sua presenza reale, egli li unisce nel suo corpo. Consacrato dall'unzione, l'altare manifesta il centro vivo di questa chiesa, il luogo dell'Eucaristia, centro di tutti gli altri sacramenti.

Il fumo dell'incenso sarà il simbolo della preghiera che sale verso il Padre attraverso il Cristo presente nel suo popolo, dell'offerta gradita a Dio. La luce accesa sull'altare, diffusa in tutta la cattedrale, rappresenterà ai nostri occhi la luce del Cristo che egli ci chiede di far risplendere agli occhi degli uomini, portando il suo messaggio e diffondendo il suo amore.

Questi gesti dell'antica tradizione cristiana esprimono in profondità la realtà che è la Chiesa, la bellezza dell'immagine del Cristo che si imprime in lei. Con gioia, in questo giorno felice, lodiamo il Signore riprendendo le parole del salmo: "Quanto sono amabili le tue dimore, / Signore degli eserciti! / Beato chi abita la tua casa... / Beato chi trova in te la sua forza / e decide nel suo cuore il santo viaggio!" (Ps 83,2 Ps 83,5 Ps 83,6).


6. La pagina del libro di Neemia che abbiamo appena letta evoca un'assemblea del popolo di Dio presso il tempio di Gerusalemme. Noi vi troviamo un esempio per l'assemblea cristiana d'oggi, per gli "abitanti della casa" del Signore. Possiate voi radunarvi nell'unità, felici di essere la Chiesa, il popolo che Dio si è acquistato (cfr. Ep 1,14)! Possiate ascoltare la lettura dei libri santi che sono la parola e la legge di Dio, e rispondere ad essa come facevano i nostri padri che l'acclamavano esclamando: "Amen!". Con questa parola essi pronunciavano l'adesione della loro fede e accettavano la legge di Dio per condurre la loro vita. Il popolo riunito da Esdra riceve con gioia ed emozione questa parola che è da Dio, questa parola che invita alla fedeltà in risposta alla fedeltà di Dio, questa parola dell'alleanza tra Dio e l'umanità, ora adempiuta per sempre dal Verbo fatto carne, dal Figlio di Dio venuto "perché ricevessimo l'adozione a figli" (Ga 4,5).

Possiate, in sempre maggior numero, mettere in comune in questa cattedrale la gioia di essere illuminati dalla parola della salvezza, di essere resi forti dalla presenza del Signore, di essere disponibili a partecipare fraternamente ai doni ricevuti per la vita! 7. L'assemblea dei cristiani prende qui un rilievo particolare. La cattedrale occupa nella Chiesa locale il primo posto tra i santuari: essa è la chiesa del vescovo, quella in cui egli riunisce i sacerdoti e i fedeli del popolo, quella in cui attorno al rappresentante del Cristo per questa diocesi - si manifesta la coesione del corpo tutt'intero. Nella circostanza storica di questa consacrazione, sono lieto di salutare il vostro arcivescovo, il cardinal Bernard Yago, pastore che conduce questa diocesi da venticinque anni con fede e dedizione. Mi rallegro della presenza dei cardinali Zoungrana e Thiandoum e degli altri vescovi che rappresentano gli episcopati dei Paesi dell'Africa dell'Ovest. Saluto e incoraggio tutti i sacerdoti, che prolungano tra voi il ministero del vescovo, quelli che sono nati su questa terra e quelli che hanno lasciato il loro paese per venire qui a servire la Chiesa. Saluto cordialmente anche i fratelli e le religiose che hanno contribuito in così grande misura alla costruzione della comunità cristiana di questo paese fin dagli inizi, per dare testimonianza del Vangelo con il dono di loro stessi e attraverso numerose istituzioni. Rivolgo un saluto deferente ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane e dell'Islam, che hanno voluto partecipare a questa cerimonia. E sono sensibile alla presenza in mezzo a voi delle alte autorità del vostro Paese e del corpo diplomatico; saluto in particolare il signor presidente della Repubblica. E vorrei esprimere i miei fervidi auguri a voi tutti, miei fratelli e sorelle ivoriani o venuti da altrove: in occasione di questa solenne consacrazione, Dio doni a tutti voi di fortificare una comunità felice di compiere la sua volontà di pace, unità e amore! Egli vi doni la sua ricompensa per tutta la generosità e tutti gli sforzi impiegati in comune per edificare questa cattedrale nella capitale, nel luogo stesso in cui hanno sede gli organi rappresentativi e direttivi di questo Paese. Qui voi avete eretto un segno che richiama la forza dei valori spirituali nella vita delle nazioni.

Noi affidiamo questa chiesa, questa comunità cristiana, al Cristo che è la pietra angolare dell'edificio; lo faremo particolarmente nella concelebrazione dell'Eucaristia del Papa, dell'arcivescovo di Abidjan, dei vescovi della Costa d'Avorio e dei loro fratelli. Questo sottolinea quanto il vescovo che raduna nella sua cattedrale la Chiesa di una diocesi sia legato ai suoi fratelli, quelli dello stesso Paese anzitutto, quelli del mondo intero, e specialmente quello che ha ricevuto il mandato di succedere all'apostolo Pietro per confermare tutti i suoi fratelli nella fede. Cari fratelli e sorelle di Abidjan e della Costa d'Avorio, quando voi entrate in questa chiesa del vescovo, non dimenticate che la sua missione lo mette in stretto rapporto con le altre Chiese; e presentemente il vostro arcivescovo, che è cardinale, è molto vicino al Papa di Roma, partecipa alla sua sollecitudine per tutte le Chiese e per tutti i problemi del mondo.

E come non evocare fin da oggi il Congresso eucaristico internazionale che si aprirà per la prima volta nell'Africa nera! Sia esso per tutte le famiglie del mondo un appello all'unità attorno al Cristo salvatore! Perché il Figlio di Dio è venuto in mezzo a noi, ha dato il suo corpo e il suo sangue perché tutti abbiano in lui la vita.


8. Il Cristo ha detto alla samaritana: "E' giunto il momento in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori". Questo momento viene in questo Paese, dopo una storia già lunga; diversi gruppi di evangelizzatori hanno cercato di stabilire qui la Chiesa dal XVII al XIX secolo, e non hanno potuto rimanervi; delle prove, nelle quali molti hanno offerto la loro vita, hanno interrotto la loro opera. Il momento è giunto in modo decisivo nel 1895, quando la fondazione della Chiesa nel vostro Paese ha potuto essere intrapresa su una base duratura dai Padri delle Missioni Africane e dal primo prefetto apostolico di Abidjan, ai quali presto si sono associate le suore di Nostra Signora degli apostoli. E' giusto, in questo giorno, richiamare la memoria di tutti gli evangelizzatori che hanno speso qui la loro salute, e talvolta la loro vita, per stabilire - grazie alla loro carità eroica - una Chiesa che ha ora le sue radici e che sviluppa da sola i suoi rami, che porta essa stessa i frutti della semente che viene da Dio. Penso alle diocesi che hanno potuto essere erette sotto la responsabilità dei vescovi africani.

Al presente, il "momento" di Dio è venuto in modo nuovo. La cattedrale che la Chiesa in Costa d'Avorio dedica a san Paolo con la consacrazione di oggi, officiata dal Vescovo di Roma, è un segno di maturità nell'opera di evangelizzazione che rimane sempre da continuare. Il Vangelo del Cristo è indirizzato a tutti gli uomini, e su coloro che lo hanno ricevuto fino ad oggi incombe la responsabilità di farlo giungere ai loro fratelli. Si è parlato, giustamente, di seconda evangelizzazione. E', in verità, il confronto dei valori cristiani con il retaggio, le aspirazioni, le scoperte e i poteri degli uomini. In tutti i campi, il rispetto della vita, il senso della giustizia, la ricerca dell'unità traducano concretamente l'impegno dei cristiani a imitare Cristo nella loro partecipazione alle diverse attività della società! Possa l'approfondimento della vita ecclesiale rendere le vostre comunità sempre più fedeli, più capaci di irradiamento, più responsabili, in collegamento con tutti i membri del corpo di Cristo nel mondo! Questo segno esteriore, nobile, segni profondamente le vostre anime: questo edificio rappresenta la "dimora di Dio con gli uomini". La sua forma evoca simbolicamente la santa Trinità, la sua struttura richiama la struttura della vita cristiana che poggia sui sette sacramenti dati dal Signore alla sua Chiesa.

Siete voi stessi il tempio di Dio: ciascuno di voi è tempio di Dio. San Paolo ci domanda: "Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?" (1Co 3,16). Noi proclameremo nel prefazio della preghiera eucaristia: "Città santa è la tua Chiesa, fondata sugli apostoli e unita in Cristo pietra angolare. Essa cresce e si edifica con pietre vive e scelte, cementate nella carità con la forza del tuo Spirito, fino al giorno in cui, o Padre, sarai tutto in tutti e splenderà in eterno la luce del tuo Cristo" ("Rituale della consacrazione delle chiese").

La presenza di Dio che è Spirito faccia di coloro che abiteranno questa casa, che è la sua casa, dei veri adoratori in spirito e verità, ora e per i secoli a venire! Amen. Data: 1985-08-10 Data estesa: Sabato 10 Agosto 1985






GPII 1985 Insegnamenti - Agli animisti - Togoville (Togo)