GPII 1986 Insegnamenti - Incontro di preghiera nella "St. Augustine High School" - Vasai (India)

Incontro di preghiera nella "St. Augustine High School" - Vasai (India)

La vitalità della Chiesa locale rivela l'amore eterno di Dio


Cari amici, cari fratelli e sorelle in Cristo.


1. E' per me una grande gioia fare a Vasai la prima tappa della mia visita all'arcidiocesi di Bombay. Vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza e vi saluto nell'amore di nostro Signore Gesù Cristo.

Siamo riuniti in quella parte dell'attuale arcidiocesi di Bombay nella quale venne proclamata per la prima volta la fede cristiana e vennero fondate le prime comunità cristiane. Qui, in questa regione, si è ripetuta la realtà descritta nella lettura del primo Libro di Samuele tratta dalle Scritture che abbiamo appena ascoltato. Dio chiamo Samuele al suo servizio, e Samuele rispose con pronta e generosa decisione: "Eccomi... Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta" (1S 3,4-10). I vostri antenati a Vasai ascoltarono la chiamata di Dio, e anch'essi furono rapidi e generosi nella loro risposta.

Fu a Vasai che giunsero i missionari nella prima metà del XVI secolo per proclamare il messaggio evangelico di pace e di riconciliazione in Cristo. Fu a partire dalla città fortificata le cui rovine sono qui vicino che Francescani, Gesuiti, Domenicani e Agostiniani partirono per predicare la buona novella ai villaggi e alle città di Vasai. A seguito dei loro sforzi, sostenuti e resi fruttuosi dallo Spirito Santo, i vostri antenati giunsero a credere in Gesù Cristo e si riunirono in comunità cristiane, antesignane di quella che sarebbe divenuta, quattro secoli più tardi, l'arcidiocesi di Bombay.


2. Mi rallegro d'essere con voi in questo momento, così che insieme possiamo innalzare i nostri cuori e le nostre voci in un sentito inno di ringraziamento al nostro Padre celeste per le opere di salvezza che ha compiuto in mezzo a voi nel corso di questi quattro secoli.

I vostri antenati accolsero la buona novella di Gesù Cristo. Si affidarono alla sua Chiesa. Rimasero fedeli attraverso tutte le fasi della vita della Chiesa in questa regione. Furono leali in mezzo alle difficoltà. E i frutti della loro fedeltà non sono mancati. E' grazie alla loro perseveranza che la fede è stata trasmessa di generazione in generazione, sino a giungere a voi, e oggi la possiamo vedere nella rigogliosa vita delle parrocchie di Vasai.

In questo contesto offriamo la nostra preghiera di ringraziamento al Signore: con gratitudine a lui per la fede cristiana che vi è stata affidata. Lo ringraziamo in particolar modo per i doni di santità e di amorevole servizio che hanno contrassegnato la vita di tanti figli e figlie della Chiesa in questo luogo.

Tra questi spicca la memoria di san Gonsalo Garcia, il giovane francescano nativo di Vasai, che subi il martirio in Giappone insieme ai suoi confratelli, dando così il più alto esempio di cosa la buona novella della salvezza in Gesù Cristo ha significato per il popolo cristiano di Vasai.

E' buona cosa tornare al passato e pensare all'incommensurabile dono della chiamata di Dio al popolo di questa regione. Abbiamo bisogno di tornare a quell'epoca nella quale diveniste "il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce" (1P 2,9).


3. Effettivamente le vicende della Chiesa a Vasai costituiscono un peculiare svelarsi del grande mistero dell'amore di Dio per la famiglia umana. Attraverso questa vicenda "si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini" (Tt 3,4). Nel pellegrinaggio di ciascuna Chiesa locale - nelle umili cose d'ogni giorno così come nei grandi eventi, nelle gioie così come nel dolore, nella pace e nella persecuzione - è all'opera il mistero dell'amore eterno di Dio. La Chiesa vive per proclamare questa "bontà" di Dio. Lo fate in particolar modo quando vi radunate intorno alla tavola eucaristica e celebrate il sacrificio salvifico di Cristo sino alla fine dei tempi (cfr. 1Co 11,26). Questo è esattamente l'annuncio di gioia e di speranza al quale il mondo anela, poiché nella passione e morte di Gesù l'eterno amore salvifico del Padre è pienamente rivelato: "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Jn 3,16).

Fratelli e sorelle di Vasai, di Bombay e di tutta l'India: voi siete chiamati al sublime compito di rendere note la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini" e di darne testimonianza. Qui la vicenda della vocazione del giovane Samuele diviene un modello per ogni cristiano. L'unica risposta degna dell'amore di Dio è il generoso impegno della vostra vita al servizio dei vostri fratelli: "Eccomi... Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta" (1S 3,4-10)


4. Se ci guardiamo intorno e chiediamo in che modo la "bontà" di Dio si manifesta oggi a Vasai, siamo immediatamente colpiti dalla vitalità della vostra vita familiare e parrocchiale. Le vostre famiglie molto unite, che favoriscono lo sviluppo personale dei loro membri e allo stesso tempo contribuiscono grandemente alla stabilità e al progresso della società nel suo insieme, sono un prezioso dono dell'amore di Dio. Nella vita familiare vi sono sempre difficoltà e sfide. Oggi la vita familiare è appesantita e minacciata in modi nuovi. Tuttavia come cristiani voi siete consapevoli che il potere di redenzione di Cristo rende possibile una comunione più profonda e più intensa, che è la base e l'anima della comunità del matrimonio e della famiglia (cfr. FC 18).

Desidero incoraggiarvi a rafforzare la vostra vita e il vostro amore familiare. Mi è stato detto che la preghiera familiare è diffusa tra voi, e in particolare la recita del Rosario in famiglia.

Care famiglie di Vasai: ascoltate il mio appello. Il Papa vi chiede di continuare a pregare insieme. Pregate insieme come famiglia, per la vostra famiglia e per le altre famiglie. Genitori: insegnate ai vostri figli a pregare con amorevole fiducia nel nostro Padre celeste. Giovani coppie: chiedo in particolare a voi di coltivare quest'usanza della preghiera familiare. La stabilità, felicità e tranquillità delle vostre famiglie dipendono in larga misura dal vostro rapporto di preghiera con Dio.


5. La bontà e l'amore di Dio si manifestano anche nella vita pastorale e catechistica delle vostre parrocchie, nel vostro ricevere regolarmente i sacramenti, nella vostra fedeltà ai comandamenti della Chiesa, nella vostra devozione ai santi e in particolare a Maria, Regina dei santi e Madre della Chiesa. Questa devozione a Maria è una caratteristica della vostra vita cristiana sin dagli inizi, quando le immagini di Nostra Signora nelle chiese del Rimedio e di Pali attrassero un gran numero di devoti, sia cristiani che non-cristiani.

Chi può sorprendersi, dunque, che da una vita familiare e parrocchiale così dinamica sia scaturito un flusso costante di vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa? Sono molto felice di notare il gran numero di giovani uomini e donne che le famiglie e le parrocchie di Vasai hanno diligentemente preparato e generosamente offerto al sacerdozio e alla vita religiosa, non solo nell'arcidiocesi di Bombay, ma anche in altre parti dell'India. La Chiesa ringrazia per questo, e prega che continuiate a cooperare col Signore delle messi, in modo che la sua Chiesa possa avere sempre validi messaggeri del Vangelo.


6. Desidero inoltre indirizzare una particolare parola di incoraggiamento ai laici per quanto riguarda il loro specifico ruolo e la loro responsabilità nella Chiesa e nella società civile. E' loro compito particolare rendere nota la bontà di Dio nel mondo delle cose temporali, operare per il bene comune e contribuire a edificare la società sui principi di giustizia e verità, libertà e amore.

Nel corso degli ultimi cinquanta anni, il desiderio di conoscenza, sia secolare che cristiana, ha portato alla fondazione di numerose istituzioni educative: un collegio universitario, un collegio di istruzione secondaria, istituti di educazione, un Istituto Tecnico, quattordici licei e una scuola elementare quasi in ogni parrocchia. Non è forse questa una cosa della quale essere particolarmente riconoscenti? Come possiamo valutare in termini umani il contributo che la Chiesa in questo modo sta dando all'avanzamento generale e al progresso sociale a Vasai? So anche dei molteplici sforzi di cooperazione compiuti in special modo dai laici a Vasai, che hanno come obiettivo il benessere del popolo e l'apostolato della Chiesa. Queste imprese cooperative nei campi bancario, agricolo, della pesca, della salute e educativo sono testimonianza della crescente maturità della coscienza sociale della comunità cristiana di Vasai. Superando l'interesse personale e desiderosi di promuovere il bene comune, voi cercate di riunire insieme le vostre risorse umane e finanziarie in modi che vadano a beneficio della Chiesa e della società. Possano tali sforzi cooperativi fiorire, resistere a ogni forma di faziosità e a ogni parvenza di interesse egoistico, ed essere veramente un'opera di giustizia nell'amore.

Possano tutte le salutari iniziative che prendete per conseguire una maggiore giustizia sociale e un accresciuto sviluppo sociale ed economico promuovere veramente il miglioramento dei poveri ciascuno nel proprio ambiente.


7. Cari fratelli e sorelle, in tutti questi modi, nell'armonia della vita familiare, nella vitalità delle vostre parrocchie, e nella vita di tutto il popolo di Dio a Vasai, la "bontà di Dio e il suo amore per gli uomini" si viene rivelando giorno per giorno. L'amore di Dio è una chiamata, alla quale ciascuno di voi deve rispondere in generoso servizio agli altri, in particolare verso i più poveri e verso coloro che continuano la loro ricerca della pace e della verità.

Possano la vostra fede e speranza in Gesù Cristo ispirarvi a opere di amore che edifichino la Chiesa in mezzo a voi e contribuiscano alla pace e all'unità della più ampia comunità della quale siete parte.

Con grande rispetto e amore, invoco le benedizioni di Dio su di voi: sulla comunità cattolica, su tutti i nostri fratelli che professano con noi una comune fede in Gesù Cristo, e su tutti i nostri fratelli e sorelle di altre tradizioni religiose, che stimiamo e amiamo, e che sono uniti con noi in legami di comunanza e fraterna solidarietà.

La pace sia con tutti voi!

Data: 1986-02-09 Domenica 9 Febbraio 1986




L'Angelus nella Basilica di Nostra Signora della Montagna - India

La storia della Chiesa in India è segnata dalla devozione a Maria


Cari fratelli e sorelle in Cristo!


1. E' per me una gioia particolarmente grande venire in questa Basilica di Nostra Signora della Montagna, come prima di me ha fatto il mio predecessore Papa Paolo VI. Questo tempio è santificato dai piedi dei pellegrini che a migliaia vengono qui per rendere omaggio alla Beata Madre di Dio.

Ancora prima di venire qui, ho sentito molto parlare della devozione a Nostra Signora, che è caratteristica del popolo dell'India. La Basilica qui in Bandra ne è un simbolo. Inoltre, vi sono altri templi mariani famosi come Nostra Signora della Grazie in Sardhana, Nostra Signora di Lourdes in Vijayawada e Nostra Signora della Salute in Vailankanni. Quando sarà scritta la storia della Chiesa in India, questo aspetto mariano della vostra vita spirituale occuperà un posto d'onore e rinomato.


2. Veramente Maria di Nazareth merita la nostra venerazione ed il nostro amore filiale. "Ella ha cooperato in modo tutto speciale all'opera del Salvatore con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità" (LG 61).

Ella ha cambiato tutta la storia umana con il suo "fiat", con la sua libera accettazione della volontà di Dio. Mediante questo atto di fede e di amore, ella si è lasciata trasformare da Dio. Sottomettendosi totalmente a Dio, ella acconsentiva a divenire la Madre del Redentore del mondo: il Verbo eterno divenne carne, Dio divenne uomo. Dal momento della Annunciazione, ella si dedico a suo figlio, alla sua persona ed alla sua opera, al mistero della redenzione che egli compiva. Da quel giorno e per tutti i tempi, ella assiste suo figlio nella sua missione di salvezza. In ogni epoca, Maria è vicina alla Chiesa, il Corpo di Cristo. E pertanto ella viene giustamente chiamata "Madre della Chiesa".


3. Nel suo ruolo di nostra Madre nella fede, Maria si prende cura di tutti i fedeli, aiutandoli ad avvicinarsi a suo figlio, a confidare nella Provvidenza del Padre, ad aprire le loro menti ed i loro cuori allo Spirito Santo, a partecipare attivamente alla missione della Chiesa. Mediante la sua preghiera e la sua ispirazione, Maria aiuta la Chiesa a continuare l'opera di Cristo nel mondo.

In modo speciale, la Beata Vergine assiste i nostri sforzi nella promozione della riconciliazione e della pace nel mondo ed nel rafforzare l'unità di tutti i cristiani. Fa questo dirigendo la nostra attenzione al suo figlio divino e istruendoci come istrui ai tempi delle nozze di Cana: "Fate quello che vi dirà" (Jn 2,5). Se rimaniamo fedeli a quello che Cristo ci dice, se noi continuamente diremo insieme a Maria "Avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38), allora ci saranno pace e riconciliazione nel mondo, e noi saremo uno in Cristo.

Ed è proprio in considerazione del ruolo di Maria nell'opera della unità dei cristiani che il Concilio Vaticano II ha esortato i fedeli con le seguenti parole: "Tutti i fedeli effondano insistenti preghiere alla Madre di Dio e madre degli uomini, perché ella, che con le sue preghiere aiuto le primizie della chiesa, anche ora in cielo esaltata sopra tutti i beati e gli angeli, nella comunione di tutti i santi interceda presso il Figlio suo, finché tutte le famiglie dei popoli, sia quelle insignite del nome cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro Salvatore, nella pace e nella concordia siano felicemente riunite in un solo popolo di Dio, a gloria della santissima e indivisibile Trinità" (LG 69). Amen.[Traduzione dall'inglese]

Data: 1986-02-09 Domenica 9 Febbraio 1986




Visita alla cattedrale del Santo Nome - Bombay (India)

Nel nome di Gesù grazia e salvezza


Caro arcivescovo Pimenta, cari fratelli e sorelle in Cristo.

Come il mio predecessore Paolo VI sono venuto da pellegrino alla cattedrale del Santo Nome di Bombay. Sono particolarmente lieto che la mia visita abbia luogo in occasione del centenario dell'arcidiocesi. Il titolo della vostra Cattedrale esprime la vostra venerazione e il vostro amore per il nome del Signore Gesù, "il nome che è al di sopra di ogni altro nome" (Ph 2,9). San Giovanni ci dice che il suo proposito nello scrivere il Vangelo era "che voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome" (Jn 20,31). E san Pietro, pieno di Spirito Santo, proclamo: "In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati" (Ac 4,12).

Nel nome di Gesù si trovano grazia e salvezza, pace e consolazione, gioia e speranza per tutto il mondo. Benedetti sono coloro che hanno riconosciuto Gesù come loro Signore e Salvatore. Possa ogni nostra azione dare gloria e lode al suo santo nome.

Data: 1986-02-09 Domenica 9 Febbraio 1986




Omelia alla Messa al Parco Shivajj - Bombay (India)

La famiglia dev'essere una comunità di pace e di amicizia


Cari fratelli e sorelle.


1. Queste parole del profeta Ezechiele trovano il loro compimento nel cenacolo di Gerusalemme. Alla vigilia della sua passione, Cristo dice agli apostoli: "Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace" (Jn 14,26-27).

Siamo qui riuniti, oggi, nella città di Bombay, la capitale dello Stato di Maharashtra, per pregare in modo particolare per questa pace che è data da Cristo, per questa pace che è trasmessa ai cuori umani e alle comunità umane nel potere dello Spirito Santo. E' Dio che trasforma i cuori degli uomini, così come ha eloquentemente proclamato il profeta Ezechiele: "Vi daro un cuore nuovo, mettero dentro di voi uno spirito nuovo, togliero da voi il cuore di pietra e vi daro un cuore di carne" (Ez 36,26).


2. La Chiesa non cessa mai di proclamare la verità che la pace nel mondo affonda le sue radici nel cuore degli uomini, nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna. La pace può essere soltanto il frutto di un cambiamento spirituale, che inizia nel cuore di ogni essere umano e che si diffonde attraverso le comunità. La prima di queste comunità è la famiglia. E la famiglia la prima comunità ad essere chiamata alla pace, e la prima comunità a ricercare la pace: pace e amicizia fra gli individui e i popoli. Per questo motivo la nostra riflessione e la nostra preghiera oggi è incentrata sulla famiglia. E' nostra speranza che una grande invocazione per la pace e l'amicizia si levi da questa piccolissima ed essenziale cellula della società.

Questa invocazione deve raggiungere tutti i gruppi; deve raggiungere la famiglia di ogni nazione e infine la grande famiglia di tutte le nazioni del mondo. Possano unirsi qui all'unisono la voce dell'India e la voce della Chiesa.


3. Leviamo questa voce nel luogo in cui, circa vent'anni fa, Papa Paolo VI era con voi durante il Congresso eucaristico internazionale di Bombay. Quell'importante occasione segno il primo momento nella storia in cui un successore di san Pietro ha fatto visita alla vostra patria. Al termine di quelle storiche giornate, Paolo VI espresse la sua ammirazione per il popolo dell'India e di questa città con queste parole: "Nel nostro ricordo Bombay rimarrà il simbolo e il compendio del grande continente asiatico, con le sue antiche culture e tradizioni, con le sue immense popolazioni, con il suo ardente desiderio di pace" (4 dicembre 1964).

Rendo grazie a Dio per il privilegio di seguire i passi del mio predecessore. Sono lieto di aver avuto la possibilità di viaggiare attraverso numerosi importanti luoghi del vostro grande Paese. Ed è una gioia per me essere oggi a Bombay con voi. Posso assicurarvi che, quando partiro, anch'io portero nel cuore un vivo ricordo delle ricche culture e tradizioni dell'India. Ricordero il vostro ardente desiderio di pace e faro tesoro della mia esperienza della vitalità della Chiesa in questo antico Paese.

Desidero ora rivolgere un saluto particolare all'arcivescovo Pimenta, ai vescovi ausiliari e a tutti i miei confratelli vescovi di questa regione dell'India. Insieme a loro saluto i miei fratelli sacerdoti, i religiosi, le religiose e tutti i fedeli. I miei saluti non sono rivolti solo ai fratelli cristiani, ma anche ai fratelli e alle sorelle delle religioni Indù, Musulmana, Sikh, Buddista, Giainista e Parsa, e alle autorità civili e religiose di questo luogo. In particolare saluto le famiglie di Bombay e di tutta l'India e mi è gradita questa occasione per meditare insieme a voi sul ruolo della famiglia cristiana nella costruzione di un nuovo mondo di pace.


4. "Porro il mio spirito dentro di voi" (Ez 36,27). Quando due esseri umani, un uomo e una donna, si accostano all'altare in veste di ministri del sacramento del matrimonio, la Chiesa invoca il Creatore. Essa chiede allo Spirito Santo di scendere su queste due persone che diventeranno marito e moglie e che stanno per iniziare una famiglia. Essi vanno a vivere sotto lo stesso tetto e a creare una casa. La casa è il luogo in cui vive la famiglia, la struttura esterna di quella vita. Ma allo stesso tempo c'è anche il mistero intimo dei loro cuori. Gli uomini non vivono soltanto in una casa; essi creano anche una casa. E la creano per il fatto di "vivere" l'uno nel cuore dell'altro: il marito nella moglie e la moglie nel marito, i figli nei genitori e i genitori nei figli. La casa paterna è la mutua residenza dei cuori umani.

Così nella casa vediamo un riflesso del mistero del quale parla Cristo nel cenacolo: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Jn 14,23).


5. La liturgia di oggi ci fa venire alla mente la stupenda immagine della comunità del matrimonio e della famiglia, che è da sempre descritta nella Sacra Scrittura.

La troviamo nella lettera agli Efesini, nella quale san Paolo dice dell'unione di marito e moglie nel matrimonio cristiano: "Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!". L'amore del marito e della moglie ha il suo modello nell'amore di Cristo per la Chiesa e riflette questo amore nel mondo. Gesù ha dato l'espressione più completa del suo amore sulla croce, quando ha sacrificato la sua stessa vita per amore della sua sposa, la Chiesa. Lo Spirito Santo, che ognuno di noi ha ricevuto nel Battesimo e nella Cresima, fa si che i mariti e le mogli siano capaci di amarsi l'un l'altro con lo stesso amore sacrificale. Per questo motivo san Paolo esorta i mariti con le seguenti parole: "E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa" (Ep 5,25-26). L'amore di Cristo dura per sempre e costantemente dà vita e frutto. Allo stesso modo, gli sposi cristiani sono indissolubilmente legati l'uno all'altro in un'unione che si propone di generare e allevare nuova vita.


6. Ogni coppia che si accosta l'altare per diventare ministro del sacramento del matrimonio, deve avere dinanzi agli occhi quest'immagine. In questo sacramento la Chiesa invoca lo Spirito Santo, affinché grazie al suo potere santificante possa operare nell'uomo e nella donna un cambiamento sponsale del cuore, un cambiamento che diventerà una solida base del patto coniugale. Questo cambiamento sponsale del cuore è allo stesso tempo una speciale consacrazione nel matrimonio (cfr. HV 25). Quando l'uomo e la donna si consegnano l'uno all'altro, consacrano a Dio le loro anime e i loro corpi, cosicché dalla loro unione possa svilupparsi una completa comunità familiare, una comunione di amore e di vita.

I mariti e le mogli ricevono questa comunione come un dono, un dono che hanno il compito di approfondire e di ampliare. Con la trasmissione responsabile della vita, essi accolgono con gioia i figli come un segno di fecondità e un dono di Dio. Con la nascita di un figlio, che esige un maggiore amore sacrificale, essi scoprono la loro stessa unione d'amore approfondita e ampliata fino a comprendere gli altri. Nelle parole del vostro saggio indiano, Rabindranath Tagore, essi riconoscono questa verità: "Ogni bimbo che nasce / porta con sé il messaggio / che Dio non ha perso fiducia nell'umanità".

Per il Concilio Vaticano II, la paternità responsabile significa che i genitori devono "tener conto sia del proprio bene personale che di quello dei figli, tanto di quelli nati che di quelli che si prevede nasceranno; valutando le condizioni sia materiali che spirituali della loro epoca e del loro stato di vita; e, infine, tenendo conto del bene della comunità familiare, della società temporale e della Chiesa stessa". Il Concilio continua dicendo che "quando si tratta di mettere d'accordo l'amore coniugale con la trasmissione responsabile della vita, il carattere morale del comportamento non dipende solo dalla sincera intenzione e dalla valutazione dei motivi, ma va determinato secondo criteri oggettivi, che hanno il loro fondamento nella dignità stessa della persona umana e dei suoi atti, criteri che rispettano, in un contesto di vero amore, il significato totale della mutua donazione e della procreazione umana" (GS 50).

Troviamo alcune similitudini nelle affermazioni del Mahatma Gandhi.

Mentre asseriva che "l'atto della generazione deve essere controllato per la crescita ordinata del mondo", egli si domandava: "Come deve essere conseguita la sospensione della procreazione?". E rispondeva: "Non con impedimenti immorali o artificiali... ma con una vita di disciplina e di autocontrollo". E aggiungeva: "I risultati morali possono essere conseguiti soltanto grazie ai freni morali".

Questa, cari fratelli e sorelle, è la profonda convinzione della Chiesa.

E' inoltre compito della famiglia, ovunque e in tutta la società, proclamare che tutta la vita umana è sacra dal momento del concepimento. E' compito di tutta l'umanità respingere tutto ciò che ferisce, indebolisce o distrugge la vita umana, tutto ciò che offende la dignità di ogni essere umano.


7. La famiglia è chiamata dalla parola del Dio vivente ad essere una comunità di pace e di amicizia. Allo stesso tempo, la famiglia richiama tutti gli individui e tutte le nazioni a costituire una tale comunità.

Innanzitutto, per svilupparsi in modo adeguato, la famiglia ha bisogno di un'atmosfera sociale di pace e di fratellanza, che protegga i suoi diritti. In modo significativo, la situazione della famiglia oggi in India presenta alcuni segni incoraggianti: la considerazione data alla fedeltà reciproca; i meritevoli sforzi compiuti per promuovere la dignità delle donne; la cura dei genitori per i loro bambini e la devozione dei figli ai loro genitori; l'attenzione data alla qualità dei rapporti interpersonali nel matrimonio e all'educazione dei figli, solo per menzionarne alcuni.

D'altra parte, la famiglia oggi è sottoposta a una grande tensione dovuta ad alcune tendenze della moderna società, all'accelerato sviluppo e ad altre forme di pressione. La famiglia si trova di fronte al rischio della frammentazione e al crollo dell'autorità. I genitori trovano difficoltà a trasmettere valori autentici ai loro figli. Il rapido sviluppo dell'urbanizzazione porta con sé suburbi sovraffollati, problemi di alloggio e un più elevato tasso di disoccupazione o di sottoccupazione: tutto ciò ha un effetto negativo sulla famiglia. La ben nota opposizione della Chiesa ai mali morali che colpiscono la famiglia e la vita coniugale è dovuta alla sua profonda convinzione che questi mali sono contrari al piano di Dio per l'umanità e che essi violano la sacralità del matrimonio e i valori della vita umana. La Chiesa ha la responsabilità di difendere i diritti della famiglia e il totale benessere dell'umanità, ed è per questo motivo che essa rinnova il proprio impegno di proclamare la piena verità sull'uomo.


8. Anche la pace e la fratellanza sono necessarie per la vita della comunità locale e di gruppi sociali più vasti, e della nazione stessa. La qualità della vita di una nazione, o della vita di qualsiasi comunità, dipende dalla presenza o dall'assenza di pace e fratellanza.

Quando esiste un'atmosfera di pace, si sviluppano straordinarie energie per il bene, che danno alla gente gioia e creatività, aiutandola a raggiungere la piena maturità e a lavorare insieme come figli e figlie di un Dio amorevole. Dove esiste un' autentica solidarietà fraterna, i diritti dei deboli e degli indifesi non sono violati; anzi, la dignità e il benessere di tutti sono tutelati e promossi. E ci può essere pace soltanto dove regnano la giustizia, la libertà e l'autentico rispetto per la natura dell'uomo.

Ma il mondo moderno è già troppo avvezzo alla mancanza di fraternità e alla violenza, alla tensione, alla discriminazione e all'ingiustizia. Il modo in cui affrontiamo questi problemi è una prova per la nostra umanità, una prova della qualità delle nostre comunità e nazioni. E' una sfida a cui deve far fronte l'India e ogni altra nazione del mondo.


9. Anche la totalità dell'umanità costituisce una famiglia. Questa è la grande famiglia dell'uomo con tutta la sua varietà. La causa di garantire la pace, la giustizia internazionale e l'autentica solidarietà di tutti i popoli in tutto il mondo è un'aspirazione particolare del nostro tempo. E' espressa dai capi delle nazioni e delle Organizzazioni internazionali. I programmi per la pace sono appoggiati in vari modi da quasi tutti i partiti politici del mondo. I movimenti popolari e l'opinione pubblica sostengono la stessa causa. In ogni Paese la gente è stanca dei conflitti e delle divisioni. Il mondo anela all'armonia e alla pace.


10. Per questo motivo la Chiesa del XX secolo fa costantemente appello alla giustizia e allo sviluppo umano integrale. Nelle Conferenze episcopali e nelle Chiese locali, grazie agli sforzi di parrocchie e di varie associazioni, con l'insegnamento e l'azione per la giustizia, e in molti altri modi, la Chiesa opera per l'armonia e la fratellanza. Soprattutto essa fa affidamento sul contributo delle famiglie cristiane di testimonianza al Vangelo di amore fraterno di Gesù.

Essa non cessa di chiedere che all'umanità possa essere dato "uno spirito nuovo", che il "cuore di pietra" possa essere sostituito con un "cuore di carne"; che possa esistere una vera pace in tanti centri di conflitto e nella vita internazionale del nostro tempo.

Poiché il mondo è la casa degli individui, dei popoli, delle nazioni, dell'umanità. La razza umana è più numerosa che mai e sta raggiungendo un progresso scientifico e tecnico mai conosciuto prima. perciò, il progresso etico, il progresso spirituale, un progresso pienamente umano, sono quanto mai necessari.

Su questo punto, l'invocazione della Chiesa esprime, ne sono certo, i sentimenti di molti cuori qui in India.


11. Allo stesso tempo, la terra - la casa degli uomini - appartiene a Dio. La liturgia di oggi lo proclama con le parole del salmista: "Date al Signore, o famiglie dei popoli, / date al Signore gloria e potenza, / date al Signore la gloria del suo nome... / Tremi davanti a lui tutta la terra. / Dite tra i popoli: "Il Signore regna!". / Sorregge il mondo, perché non vacilli; / giudica le nazioni con rettitudine... / perché viene a giudicare la terra. / Giudicherà il mondo con giustizia / e con verità tutte le genti" (Ps 95,7-10 Ps 95,13).

Possa questa voce che sale dal cuore della Chiesa, che si fa una con la voce dell'India, con l'invocazione di ogni famiglia costituita in base al patto con Dio, il Creatore della vita e la sorgente dell'amore. Possa questa voce diventare sempre più forte; possa non rimanere inascoltata. Amen.

Data: 1986-02-09 Domenica 9 Febbraio 1986




Dopo la celebrazione al Parco Shivajj - Bombay (India)

Affidamento a Maria della Chiesa in India



1. O Maria di Nazaret, Madre di Dio, Madre della Chiesa.

Al termine di questo santo sacrificio della Messa, ci rivolgiamo a te in preghiera, con fiducia e speranza; ti offriamo i pensieri più profondi dei nostri cuori.

Veniamo a te, Madre Santa di Dio, memori delle ultime parole che tuo Figlio ti rivolse mentre eri ai piedi della croce: "Donna, ecco il tuo figlio!" (Jn 19,26).

Donna, ecco il tuo figlio! Maria, ecco i tuoi figli e le tue figlie! Dilettissima Madre, ecco i tuoi figli qui sulla terra, ecco i tuoi figli e le tue figlie qui in India! A imitazione di Gesù che affido l'amato discepolo Giovanni alle tue cure, affido a te tutto il popolo che abita questa grande terra. Sii loro vicina con materna protezione. Apri le braccia per abbracciare tutti coloro che guardano a te e ti chiedono di presentare le loro preghiere a Dio.

O Maria, Vergine purissima, affido al tuo amore e alle tue cure tutti i giovani dell'India, i bambini la cui innocenza esprime la bontà del loro Creatore e la cui piccolezza rivela la grandezza del loro Creatore. Preghiamo per i giovani che sono alla ricerca della verità e della direzione e dello scopo della propria vita. Ti chiediamo di guidare i giovani che studiano nei seminari e tutti coloro che si stanno preparando a consacrare la loro vita a Dio con i voti della castità, della povertà e dell'obbedienza.

Amorevole Madre del nostro Salvatore. Affido a te tutte le famiglie, specialmente mariti e mogli che cercano di modellare la loro casa sulla tua casa di Nazaret. Intercedi per i genitori e i loro figli, affinché il loro amore sia forte e fedele come l'amore che riempie il tuo Cuore Immacolato.


2. Maria Santissima, affidiamo a te quella famiglia che è la Chiesa in India, col suo clero e i religiosi, i suoi diversi riti e tradizioni liturgiche, i suoi due millenni di esperienza e la sua gioventù sempre vigorosa. Come parte del corpo di Cristo sulla terra, la Chiesa in India cerca di imitare il tuo Figlio divino e di essere per il popolo di questa terra la voce, le mani, i piedi, il corpo offerto in sacrificio. Pongo dinanzi a te la sua grande opera di rinnovamento spirituale, i suoi sforzi di proclamare il Vangelo dell'amore misericordioso, le sue iniziative ecumeniche, il suo desiderio di essere una forza riconciliatrice in seno alla società. Prega per i tuoi figli e figlie della Chiesa, affinché possano essere sempre fedeli, sempre pieni di gioia e di speranza, e per sempre un popolo di carità che proclama la buona novella ai poveri. Nell'amore di tuo Figlio abbraccia tutti coloro che soffrono: i vecchi e i deboli, gli ammalati e le persone sole, quanti sono scoraggiati e vivono nell'indigenza.

Maria, Regina della pace, i tuoi figli anelano alla pace. Essi hanno fame e sete di giustizia. Essi desiderano vivere in armonia malgrado tutta la violenza e le divisioni che esistono nel mondo. Tuo Figlio pregava il Padre "affinché tutti siano una sola cosa" (Jn 17,20) e oggi facciamo nostra la sua preghiera. Contiamo sulla tua intercessione dinanzi al trono di grazia di Dio.

Ottienici il favore di vivere in perfetta unione con Gesù e con i nostri fratelli e sorelle. E possa tutto ciò che facciamo e diciamo rendere sempre maggiore gloria e lode al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Amen.

Data: 1986-02-09 Domenica 9 Febbraio 1986





GPII 1986 Insegnamenti - Incontro di preghiera nella "St. Augustine High School" - Vasai (India)