GPII 1986 Insegnamenti - Agli anziani di un Istituto - Perth (Australia)

Agli anziani di un Istituto - Perth (Australia)

La vecchiaia tempo di responsabilità per il futuro


"Non ci perdiamo d'animo. Sebbene il nostro uomo esteriore deperisca, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno" (2Co 4,16). Cari fratelli e sorelle in Cristo.


1. Venendo a visitare gli anziani a "Glendalough", sono felice di trovare una vera casa per persone anziane affidata alla cura delle Piccole sorelle dei Poveri. E oggi, da questa casa voglio esprimere il mio profondo affetto a tutti i membri più anziani della società australiana in ogni parte di questa nazione: quelli che vivono in case come questa; i molti che vivono con parenti e amici; quelli che vivono da soli, in special modo se malati, invalidi o infermi. A ognuno di voi offro i miei calorosi auguri di benessere e felicità ed esprimo la speranza che, diminuendo con l'età le vostre energie fisiche - come deve essere nel nostro pellegrinaggio terreno - le vostre risorse spirituali interiori possano aumentare e rinnovarsi giorno per giorno. Voi sapete che dovunque vado, amo stare con i giovani che mi ispirano con il loro entusiasmo. Ma voglio anche che sappiate che provo grande felicità incontrandomi con gli anziani. Voi mi rendete partecipe della vostra pace e della saggezza accumulata nella vostra vita.


2. Viviamo questo momento insieme con spirito di ringraziamento a Dio per la vita che ci ha donato. Voi potete attingere al vostro passato ricco di ricordi. Molti di voi hanno figli e nipoti di cui essere orgogliosi. Forse alcuni di voi ricordano periodi segnati dal dolore e da speranze mai realizzate. Ma tutti noi, usando le parole della prima lettera di san Giovanni, "conosciamo l'amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto" (1Jn 4,16). Si, Dio ha amato e continua ad amare ognuno di voi profondamente e in modo personale. Se pensate al vostro passato, vedete che la vostra vita intera è la storia dell'amore di Dio che scende su di voi in fasi successive. La vita in se stessa è un dono dell'amore del Padre, come lo è stato il vostro Battesimo, la vostra fede cristiana e la presenza dello Spirito Santo nel corso degli anni. Per tutti questi doni cantiamo un inno di gratitudine a Dio: Benedetto il Signore che in me compi meraviglie d'amore" (Ps 31,21).


3. Miei fratelli e sorelle: molti di voi sono esempi di pazienza nell'attendere la venuta del Signore e per la fiducia che egli vi condurrà a lui. Voi ricordate la sua promessa e siete convinti che si realizzerà anche per voi: "Nella casa del mio Padre ci sono molte dimore... Io vado a preparare il posto per voi: affinché dove sono io siate voi" (Jn 14,2-3). Tutti noi che abbiamo fede nel nostro Signore Gesù Cristo sappiamo che la nostra morte non sarà completamente diversa dal resto del nostro viaggio terreno. Anch'essa sarà venuta dell'amore di Dio su di noi, ma amore di Dio nella sua pienezza che trasforma.


4. Tuttavia, qualunque sia la nostra età, tutti noi dobbiamo cercare di usare in pieno il tempo che ancora ci rimane da vivere. Ci sono persone che credono che dopo una certa età non esistano ulteriori prove da affrontare, che non sia più possibile crescere. Ognuno di voi sa che ciò non è vero. Imparare a invecchiare richiede saggezza e coraggio. L'esperienza della vecchiaia è uno dei capitoli più difficili della grande arte del vivere. Eppure è un'esperienza che tocca sempre più persone nella nostra epoca. Si calcola che in Australia, durante i prossimi trent'anni, il numero delle persone oltre i 65 anni raddoppierà. La società mette in rilievo le implicazioni economiche e politiche che questo incremento della popolazione anziana comporterà. Ma spetta a noi, in quanto cristiani, il compito di ricordare al mondo la preziosa esperienza e la saggezza, il modo di pensare e le energie spirituali degli anziani.


5. La spiritualità della vecchiaia ha le sue personali e particolari sfide e i suoi inviti. Fra i più importanti c'è l'appello alla riconciliazione che gli anziani affrontano al tramonto della loro vita. Ricordando la vostra vita passata potrete trovare sofferenze e insuccessi personali. E' importante meditare su queste esperienze per vederle alla luce dell'intero viaggio della vita. Capirete che alcuni fatti che vi hanno causato dolore vi hanno reso anche molti benefici.

Forse vi hanno dato la possibilità di fare del bene, che altrimenti non avrebbe fatto parte del disegno della vostra vita. Essendo cristiani, dobbiamo offrire i nostri ricordi al Signore. Pensare al passato non cambia la realtà delle vostre sofferenze o delusioni, ma può cambiare il modo di valutarle. I giovani non riescono a comprendere completamente l'abitudine degli anziani di ricordare cose di un tempo ormai lontane, ma tale riflessione ha il suo compito. E quando è fatta in preghiera può considerarsi fonte di risanamento.


6. Parlo dell'importante risanamento spirituale che rafforza la libertà interiore delle persone anziane. Questo tipo di risanamento si ottiene attraverso una consapevolezza e una giusta valutazione dei modi in cui Dio opera sia nelle debolezze che nelle virtù umane. Anche il ricordo dei nostri peccati non ci scoraggia più, perché noi sappiamo che la misericordia di Dio è più grande dei nostri peccati e che il perdono di Dio è una prova del suo fedele amore per noi.

Gesù - la via, la verità e la vita - prende su di sé le nostre debolezze umane e i nostri errori e ci offre in cambio salvezza, perdono e pace. La promessa della risurrezione rende capaci gli anziani di vedere tutta la loro vita in modo totalmente diverso. In qualsiasi modo voi siate stati chiamati a soffrire, io vi esorto a trovare coraggio nelle parole di san Paolo: "Stimo che le sofferenze del tempo presente non possano essere paragonate alla gloria futura che si rivelerà in noi... la creazione tutta geme e soffre le doglie del parto; anzi, non solo essa, ma anche noi... gemiamo in noi stessi, in attesa... del riscatto del nostro corpo.

In speranza, infatti, noi siamo stati salvati" (Rm 8,18 Rm 8,22-24).

Nel processo di risanamento che dovrebbe accompagnare la vecchiaia, occupa un importante ruolo il sacramento della Penitenza. In questo sacramento la riconciliazione con Dio, con la Chiesa e con il prossimo diventano una profonda esperienza spirituale. E' un'esperienza che può e dovrebbe essere rinnovata a intervalli regolari. Con questo sacramento si viene in diretto contatto con la misericordia di Cristo e con il suo amorevole perdono. E qui esorto i sacerdoti a ricordare quanto questo ministero sia importante per le persone malate e anziane.

C'è anche il sacramento degli Infermi che giova sia all'anima che al corpo. La Chiesa chiede che, attraverso l'unzione con l'olio e la preghiera devota, i nostri peccati siano perdonati, che i peccati rimanenti vengano cancellati e che l'aumento della grazia sia accompagnato da un miglioramento di salute, secondo la volontà di Dio per il nostro bene. Spero che voi vi accosterete a questo sacramento con fiducia. La Chiesa rende accessibile agli anziani questo sacramento non solo in caso di grave malattia ma anche quando la debolezza dell'età li opprime. Io stesso ne ho tratto molto conforto quando mi trovavo in ospedale cinque anni fa.


7. L'esperienza della vecchiaia porta con se un nuovo atteggiamento nei confronti del tempo. Ora voi avete l'opportunità di apprezzare ogni momento della vita.

Avete la possibilità di fermarvi per ammirare ed essere grati per le ordinarie cose della vita, cose che forse avevate trascurato precedentemente: le piccole realtà come l'amicizia e la solidarietà umana, e la bellezza del mondo che ci parla della bellezza infinitamente più grande del Creatore. Tutto ciò offre nuove possibilità per la preghiera contemplativa, una preghiera fatta non solo di parole ma anche e soprattutto di fiducioso abbandono nelle mani di Dio. Potete giungere a capire che, sebbene la vita stessa è un dono, la vostra in particolar modo è lo speciale dono di Dio per voi e il vostro dono per ricambiare Dio. L'immensità e il mistero di Dio si diffondono nella vostra vita in modi inattesi e voi siete invitati a una più stretta unione con Dio. Voi avete molte possibilità di innalzare a Dio le vostre menti e i vostri cuori nella preghiera e di ciò dovete ringraziarlo. La vecchiaia, pur portando con sé il richiamo al passato, è anche un tempo di responsabilità per il futuro. E' un invito a un nuovo interesse nella vita, a instaurare un nuovo rapporto con il mondo. Di solito gli anziani non prendono parte all'attività sociale e politica, ma voi potete contribuire ancora in molti modi a rendere migliore il mondo. Voi avete esperienza da dividere, saggezza da comunicare, tolleranza da insegnare, sebbene tutto ciò non sia sempre evidente alle giovani generazioni. Nella società odierna c'è molto bisogno delle vostre parole di amore e di pace. Soprattutto è attraverso la vostra vita di preghiera - accompagnata a volte dalla sofferenza - che voi aiuterete a portare al mondo l'amore redentore di Cristo. Voi siete in grado di insegnare ai giovani quanto sia importante saper valutare la vita in se stessa e per se stessa. Voi invitate gruppi di altre età a capire che l'attività febbrile non è la giusta dimensione per una vita utile. La vostra capacità di amare la vita per se stessa, nonostante la vostra energia e la vostra mobilità diminuiscano, sfida gli altri a riflettere non solo sul valore dell'agire ma anche sul valore dell'essere. La vostra vita è diretta verso il regno dei cieli e ciò provoca quelle persone i cui interessi sono strettamente legati al mondo terreno. Poiché vi separate gradualmente da alcuni beni, voi aiutate gli altri a riflettere sui loro rapporti con le cose materiali. In questo modo la vostra vita è un'eloquente testimonianza dei valori fondamentali predicati da Cristo.


8. Diventando vecchi si diventa più dipendenti. Siamo veramente fortunati se, negli ultimi anni della nostra vita, troviamo persone che si interessano a noi e ci aiutano. Questo è il meraviglioso e meritevole lavoro compiuto da molti, all'interno della famiglia o per un amico anziano, in ospedali o in luoghi come questo. E' l'opera svolta da molti religiosi a cui si uniscono anche devoti lavoratori laici. Tutti coloro che si prendono cura dei fratelli e delle sorelle più anziane servono Cristo. La loro è una meravigliosa vocazione e una grande testimonianza di carità cristiana. Voglio rivolgere un'ultima raccomandazione e una parola di incoraggiamento a tutti voi che vi prendete cura degli anziani. Il vostro non è un lavoro limitato alle cose fisiche e materiali. Voi avete il prezioso compito di aiutare i membri anziani della comunità e fare dei loro ultimi anni un periodo di realizzazione e completamento. E' un periodo in cui essi devono integrare le gioie e i dolori, le speranze e le preoccupazioni della vita - che le persone anziane sentono con particolare sensibilità - in una visione della vita che riconosca la Provvidenza di Dio e poggi totalmente sulla sua misericordia e sul suo amore. Per questo motivo dovete sempre accostarvi a questo compito con amore e rispetto, che dovete rinnovare giornalmente nella certezza che Cristo ripete a voi le parole del Vangelo: "l'avete fatto a me" (Mt 24,40). Servendo gli anziani, rendete una chiara testimonianza di ciò in cui credete: fede nella dignità della persona umana; fede che la vita in Cristo è la più importante di tutte le realtà; fede nella vita che si protrae al di là del tempo nell'eterna felicità insieme al nostro amato Dio.

Il vostro compito dunque è un'iniziativa di solidarietà umana e di amore evangelico. La vostra amorevole cura è un prezioso aiuto per le persone anziane.

La vostra chiara testimonianza è un aiuto e un incoraggiamento per tutti noi.


9. Io chiedo a chiunque in Australia si prende cura di un genitore o di un parente anziano, e ai religiosi e ai laici che servono gli anziani in ospedali o in luoghi come questo, di continuare la propria opera con rinnovata fede e dedizione, nel nome del più grande dei comandamenti: l'amore. Prego affinché il popolo australiano rispetti sempre gli anziani e dimostri loro uno speciale affetto: prego affinché la condotta sociale sia sempre basata sul rispetto assoluto della loro dignità e dei loro inalienabili diritti. E ai giovani australiani dico: guardate al tesoro di umanità e saggezza che trovate negli anziani del vostro Paese e che è vostro! Amateli e siate loro riconoscenti! Gesù disse ai suoi discepoli: "Vi lascio la pace; vi do la mia pace" (Jn 14,27). Non posso augurarvi migliore benedizione, miei fratelli e sorelle maggiori, della pace di Cristo. Possa la pace essere l'atmosfera in cui trascorrete i vostri giorni e possa essa rimanere costantemente nelle vostre anime. Possiate essere capaci di dividere la vostra pace con coloro che vi sono vicini. Ricordate sempre che Gesù ci ha donato sua madre Maria affinché fosse anche nostra Madre. Lei ci è vicina ogni giorno del nostro pellegrinaggio verso il cielo. Troverete forza e gioia chiedendo l'aiuto di Maria, specialmente rivolgendovi a lei con quella bellissima preghiera che è il Rosario.

Lei è la Regina del cielo e ci attende tutti insieme a suo Figlio. Nel tempo deciso dal Signore lei ci accoglierà nella nostra dimora eterna, dove insieme agli angeli e ai santi loderemo per sempre la santissima Trinità: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. E ora, in pegno della nostra unione spirituale in Cristo e nella sua Chiesa, impartisco con gioia a voi tutti la mia speciale benedizione apostolica.

Data: 1986-11-30 Domenica 30 Novembre 1986




All'inaugurazione del Centro Cattolico - Perth (Australia)

Dal comune impegno l'efficacia dell'istruzione cattolica


Cari fratelli e sorelle in Cristo,


1. Sono lieto di essere qui in occasione della cerimonia di benedizione e di inaugurazione del Centro Cattolico per le attività educative della Chiesa dell'Australia Occidentale. Si tratta di un avvenimento di particolare importanza.

Il Centro stesso, che comprende l'Ufficio di Istruzione Cattolica e l'Istituto Cattolico, si basa sui grandi risultati conseguiti dagli educatori cattolici nel passato e guarda al futuro in maniera costruttiva. Il Centro è un segno dell'impegno della Chiesa a istruire persone di ogni età - sia giovani che adulti - ed è un mezzo concreto per raggiungere tale scopo. Vi lodo con piacere per questa importante iniziativa e per lo zelo evangelico che essa simboleggia.

Sono grato ai rappresentanti dei Governi federali e statali per la loro presenza e saluto anche i rappresentanti dell'intera comunità d'istruzione cattolica dell'Australia Occidentale nonché tutti coloro che provengono dal Collegio d'istruzione superiore dell'Australia occidentale e dal Collegio della Divinità di Perth. Grazie a voi tutti per essere qui. L'istruzione è un diritto primario dell'uomo e perciò è un problema fondamentale che riguarda sia la società civile che la Chiesa. Il suo scopo è descritto nelle parole del Concilio Vaticano II dove si legge: "La vera educazione deve promuovere la formazione della persona umana sia in vista del suo fine ultimo sia per il bene delle varie società, di cui l'uomo è membro e in cui, divenuto adulto, avrà mansioni da svolgere" (GE 1). Di conseguenza, attraverso questo Centro, come attraverso tutte le altre numerose iniziative educative della Chiesa, viene perseguito un doppio scopo: istruzione nella fede e istruzione nel sapere, che è necessario agli uomini per assumere le proprie responsabilità personali nell'ambito della propria famiglia, del proprio posto di lavoro e della società. Le ultime parole di Gesù ai suoi discepoli erano un comandamento a proclamare il Vangelo a tutti i popoli di ogni tempo e luogo: "Andate, dunque, e fate [miei] discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte le cose che io ho comandato a voi" (Mt 28,18-20). Queste parole sono importanti per noi oggi. Esse mantengono la loro stessa forza e sfida. E voi avete accolto tale sfida qui nell'Australia Occidentale. L'avete accolta e siete ansiosi di affrontarla.


2. E, in effetti, quali immense sfide devono affrontare gli educatori cattolici nel mondo di oggi. Un mondo in cui il materialismo e il perseguimento del piacere distolgono molte persone dall'ascoltare la voce del Signore e perfino la voce delle proprie aspirazioni interiori. Nello stesso tempo, vi sono grandi segni di speranza che indicano che molti altri si stanno rendendo conto di quanto sia vuota una vita lontana da Dio, e avvertono una nuova fame e sete di Dio. Fra queste diverse correnti del mondo moderno, l'istruzione cattolica cerca di essere fedele alla propria dimensione religiosa. L'istruzione cattolica è chiamata a sviluppare il dono della fede. Mira a condurre coloro che sono stati battezzati alla pienezza della vita cristiana.

Tenta di promuovere il desiderio di adorare Dio nello spirito e nella verità e di condividere in maniera più completa la vita della santissima Trinità.

Nel mondo di oggi, noi dobbiamo aiutare sia i giovani che gli adulti ad avere una comprensione chiara e concreta della fede, affinché essi possano affermare la loro identità cristiana e cattolica. Solo allora essi potranno diventare gioiosi testimoni di Cristo nei tempi mutevoli in cui noi viviamo.

L'istruzione deve anche assistere i membri della Chiesa affinché questi apprezzino maggiormente la loro vocazione umana, poiché tutti siamo chiamati a migliorare il mondo. Se gli uomini posseggono valori veramente umani e solidi principi morali, essi saranno in grado di trovare "soluzioni pienamente umane" ai problemi della propria vita (GS 11). I cristiani sanno che la loro fede li aiuta a contribuire in modo più efficace al bene della società in cui vivono.


3. E' giusto che questo centro che oggi ci apprestiamo a benedire, ospiti sia l'Ufficio d'Istruzione che l'Istituto Cattolico. Questi due organismi sono insieme responsabili di gran parte degli sforzi educativi cattolici che si compiono in Australia Occidentale. Voi istruite i bambini. Voi aiutate gli adulti a crescere nella fede. Voi mirate a promuovere la piena maturità in Cristo provvedendo alle esigenze spirituali e favorendo lo sviluppo delle capacità fisiche, morali e intellettuali. Naturalmente, un'istruzione cristiana completa non può essere impartita solo dagli insegnanti. La piena crescita dell'individuo avviene a casa, nella parrocchia e nella comunità civile così come nella scuola. L'istruzione cattolica è la responsabilità di tutta la Chiesa, e la sua efficacia dipende da quanto tutti i membri della Chiesa locale cooperano fra di loro. Qui, nell'Australia Occidentale, voi possedete un ricco retaggio di sacrificio e dedizione. Se, da questo edificio, guardiamo verso Subiaco, quel nome ci riporta alla memoria uomini come il vescovo Salvado, che incarno la grande tradizione benedettina con il suo amore per l'insegnamento e il suo zelo evangelizzatore. Pensiamo allo spirito di abnegazione di sé dei sacerdoti, la maggior parte dei quali vennero da altri Paesi per costruire la Chiesa dell'Australia Occidentale. Pensiamo anche agli sforzi generosi dei religiosi che anteposero sempre alle proprie comodità ed esigenze la missione di ampliare il regno di Dio. A tal proposito ricordiamo specialmente le Sorelle del Buon Pastore e la loro instancabile sollecitudine per il benessere e l'educazione delle fanciulle a loro affidate. Questo è il mandato che avete ricevuto, insieme all'esperienza tramandata dalle vostre famiglie. Questa è una meravigliosa base su cui continuare la missione di Cristo nel futuro.

4. Prima di concludere, desidero esprimere il mio sincero apprezzamento per i sussidi finanziari offerti dal Commonwealth e dai Governi degli Stati alle scuole private. E' giusto che avvenga una simile compartecipazione, poiché coloro che fruiscono di questi sussidi diventano cittadini produttivi nell'ambito della società australiana. Sono sicuro che la vita onesta e fruttuosa di molti dei laureati usciti da questi istituti, ha dimostrato che tale assistenza è più che vantaggiosa per tutti gli australiani. Vi assicuro che preghero per il successo di questo Centro e di tutti i vostri sforzi volti all'opera vitale della istruzione cattolica. Possiate voi e coloro che assistite crescere sempre nella verità e nell'amore di Dio. Poiché, come dice san Giovanni: "Nella nostra vita di verità e amore noi avremo la grazia, la misericordia e la pace da Dio Padre e da Gesù Cristo" (2Jn 3). Che Dio vi benedica tutti.

Data: 1986-11-30 Domenica 30 Novembre 1986




A conclusione del lungo pellegrinaggio - Perth (Australia)

Il Australia per adempiere la missione apostolica


Caro popolo australiano, cari amici.


1. Questo momento di congedo è strettamente legato al gioioso ricordo del mio arrivo a Canberra una settimana fa, e dei tanti meravigliosi avvenimenti che si sono svolti da allora. Per parecchi mesi ho pianificato e ho atteso con impazienza questa visita pastorale. Ero felice perché mi avrebbe condotto in ogni Stato e Territorio dell'Australia, e perché mi avrebbe dato l'opportunità di incontrare australiani di molti ambienti e di tante diverse provenienze. E ora, mentre mi accingo a partire, voglio che sappiate quanto ha significato per me questa visita.

Ho avuto prova del calore e dell'ospitalità dell'intera nazione australiana. Mi avete veramente aperto i vostri cuori e mi avete accolto come un amico e un fratello. La vastità del vostro Paese, con tutte le sue maestose attrattive e la sua bellezza naturale, è superata soltanto dall'ospitalità e dallo spirito entusiastico della sua gente: dalle popolazioni aborigene e isolane che ho incontrato ad Alice Springs ai vostri immigrati più recenti, che mi è parso d'incontrare in ogni tappa del mio viaggio. Nei giovani e negli anziani, e in tutti i genitori con le loro famiglie ho avuto la gioia di scoprire il segreto della grandezza dell'Australia i vostri tesori più preziosi. E' stata una gioia particolare per me essere accanto ai miei fratelli e sorelle della fede cattolica. In tutti i luoghi che ho visitato, ho avuto il privilegio di unirmi alle Chiese locali nella celebrazione dell'Eucaristia, sorgente e momento culminante della vita cristiana. Quale sommo pastore della Chiesa cattolica ho la responsabilità di confermare tutte le Chiese locali nella loro fede e di incoraggiarle a perseverare nella fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo. Adempiere a questa missione apostolica in Australia non è stato soltanto un grande piacere, ma è stata anche una fonte di autentica ispirazione. La Chiesa in Australia, come l'Australia stessa, è giovane e vigorosa. E' desiderosa di fare grandi cose per Cristo e per tutta l'umanità.


2. E' con un senso di profonda gratitudine che vi dico stamane addio. Desidero ringraziare le autorità federali, quelle dei vari Stati e quelle civili che mi hanno dato una così generosa assistenza e in special modo il primo ministro che ha voluto onorarmi con la sua presenza e con le sue parole. Ringrazio ancora una volta i vescovi cattolici e il vostro Governo per avermi invitato a venire qui. Vi sono profondamente grato per aver organizzato e predisposto tutto per rendere possibile il mio soggiorno.


3. Sono grato anche ai responsabili delle misure di sicurezza durante la mia visita. Ringrazio coloro che hanno organizzato i trasporti ai vari luoghi di appuntamento e i dirigenti e operatori dei mezzi di comunicazione di massa che hanno curato la copertura di ognuno degli eventi della scorsa settimana, eventi che resteranno un ricordo incancellabile del mio incontro con l'anima australiana.

Le suggestive cerimonie e il meraviglioso spirito di collaborazione manifestato da ciascuno resteranno impressi nel mio cuore. A voi tutti che avete lavorato con tanta dedizione e mi avete accolto a braccia aperte, esprimo il mio profondo e sentito ringraziamento.


4. Sono venuto in Australia per unirmi ai miei fratelli e sorelle della fede cristiana nel celebrare Gesù Cristo la via, la verità e la vita. Questo è il cuore della nostra fede. Questa è la base della nostra speranza. Questa è la fonte della nostra gioia. Sono venuto anche per rivolgere parole di stima e amicizia a tutti coloro che credono in Dio, e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Il mio messaggio è stato inoltre una proclamazione della dignità umana e un appello alla solidarietà e alla pace tra gli uomini, all'insegna della verità e della giustizia, della libertà e dell'amore. E tutto questo, caro popolo dell'Australia, è quanto desidero per voi oggi e negli anni che verranno. Ricordate sempre chi siete, dove state andando e perché. Ricordate quanto avete da offrire al mondo e quanto il suo destino dipenda da voi. In quanto nazione siete chiamati a compiere grandi cose, poiché siete chiamati ad amare Dio e a servire i vostri fratelli! Ed ora: Avanti, Australia Bella!

Data: 1986-12-01 Lunedi 1 Dicembre 1986




Omelia alla concelebrazione - Victoria (Seychelles)

Costituite un punto d'incontro nella comunità internazionale


Si, cari fratelli e sorelle. E' lungo il cammino sull'Oceano per venire fino a voi! Ma ora noi siamo molto contenti di essere in mezzo a voi per portarvi il saluto di tutta la Chiesa. E per condividere con voi la parola di Gesù Cristo.


1. "Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito..." (1Co 12,13). In quanto battezzati, noi siamo vicini a Dio, noi lo chiamiamo: "Padre". Battezzati, noi ci riuniamo per celebrare l'Eucaristia. Noi abbiamo parte nel sacrificio del Cristo, il Salvatore. Noi partecipiamo al sacerdozio regale di Cristo, che ci permette di offrire con lui dei sacrifici spirituali. Noi riceviamo in comunione il corpo e sangue del Figlio di Dio, nostro Redentore. Per lui e in lui, noi siamo figli adottivi di Dio. Cari fratelli e sorelle, si, noi possiamo ringraziare Dio per tutti i doni che ci ha dato, a partire dalla natura che possiamo ammirare. Non vivete voi in un bellissimo Paese, bagnato dal sole e fecondato dalle piogge, con le sue montagne, la bellezza delle rocce, la vegetazione delle sue foreste, la dolcezza delle sue spiagge? Qui siamo portati a lodare, dal profondo del cuore, il Creatore del mondo! Ma l'opera divina più bella è il cuore umano: all'inizio, Dio ha creato l'essere umano, uomo e donna, a sua immagine e somiglianza; e non ha smesso di amare gli uomini; malgrado il loro rifiuto, il loro peccato e la loro miseria, li riconduce liberamente verso di lui, li perdona, li riconcilia, fa un'alleanza con essi. In Cristo Gesù, l'alleanza tra Dio e gli uomini diventa straordinaria: lo stesso Figlio di Dio si fa uomo; per mezzo della croce e della risurrezione egli salva gli uomini, ristabilisce la loro unione con Dio; trasmette ad essi la sua vita, la vita di Dio; li raduna nella sua Chiesa per condividere l'amore del Padre e le ricchezze dello Spirito. Ecco la buona novella che si è diffusa nel mondo intero iniziando dal Signore Gesù, continuando poi con gli apostoli e con i missionari del Vangelo, che è stata portata nelle vostre isole e alla quale avete creduto. Per tutti questi doni della natura e per la grazia, noi rendiamo grazie. Oggi, il successore di Pietro viene a confermarvi nella fede, incoraggiare la vostra comunità per darle un nuovo slancio nella costruzione della Chiesa.


2. E' con queste parole di speranza che io saluto la Chiesa cattolica nella diocesi di Port Victoria che si estende in tutte le isole degli arcipelaghi delle Seychelles. Saluto in particolare il suo vescovo, mons. Felix Paul, originario del Paese, che ha ricevuto il difficile incarico di riunire e guidare questa Chiesa nel nome di Gesù Cristo; saluto tutti coloro che collaborano con lui: sacerdoti, religiosi, laici. Vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza. Voi formate un popolo pacifico, felice di vivere nella propria terra, e la cui varietà culturale rappresenta un'occasione di vitalità e un esempio di convivialità fraterna. Voi siete fieri di essere abitanti delle Seychelles. Siete fieri di essere cristiani.

Voi formate una Chiesa che è sempre stata fedele alla fede, predicata dai primi insediamenti fino alle soglie dei tempi moderni; essa si è sviluppata molto bene grazie all'opera dei Cappuccini di Savoia e della Svizzera, e ha preso, soprattutto in questo secolo, uno slancio notevole che è importante oggi rinnovare. Saluto tutti gli altri abitanti delle Seychelles: coloro che condividono la fede cristiana, i nostri fratelli anglicani; coloro che aderiscono ad altre religioni, qui o nell'Oceano Indiano, l'Islamismo o l'Induismo. Saluto le autorità civili di questo paese che hanno il compito di assicurare il bene comune di tutti.

So che sono anche presenti delegazioni delle Isole Comore, delle Isole Mauritius, con mons. Margeot, dell'Isola della Riunione, con mons. Aubry, e anche fedeli venuti dal Madagascar e da numerosi Paesi dell'Africa orientale: spero un giorno di visitare le vostre Chiese, già da oggi vi saluto e vi ringrazio.


3. Cari fratelli e sorelle, per mezzo del Battesimo siamo stati come innestati in Cristo. Rimaniamo in lui, come i tralci sul ceppo della vite. Rimanere in lui significa conservare la sua parola, cioè credere in lui, credere nell'amore di Dio effuso nei nostri cuori dallo Spirito Santo: "Rimanete nel mio amore". Significa pregare il Dio vivente che è presente in noi come sorgente di vita e di ogni dono: "Chiedete quel che volete e vi sarà dato" (Jn 15,7). Rimanere in Cristo significa essere fedeli ai suoi comandamenti e rifiutare di separarsi da lui con il peccato, perché si diventerebbe allora come un tralcio secco, buono per il fuoco. Significa mettere in pratica le sue parole, sviluppare al massimo la capacità di amore che ci ha dato, come i tralci vivi che crescono di continuo e portano frutto. "In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto" (Jn 15,8).


4. Pertanto il Battesimo inaugura la nostra vocazione cristiana. Nell'unico Spirito, noi siamo chiamati a collaborare con la grazia ricevuta "per formare un solo corpo"), il corpo di Cristo, cioè la Chiesa. "Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte" (1Co 12,13 1Co 12,27). Le membra sono diverse: le loro funzioni e le loro attività sono varie, come i doni della grazia, come i ministeri e i carismi. Le vocazioni sono complementari e ciascuno deve rispondere alla sua; tutte sono utili per la vitalità del corpo nell'armonia e nell'unità. La Chiesa diocesana è una famiglia in cui il vescovo è il padre e il pastore, nel nome di Gesù Cristo: "Nei vescovi, quindi, assistiti dai presbiteri, è presente in mezzo ai credenti il Signore Gesù Cristo, pontefice sommo" (LG 21). Il vescovo ha diritto non soltanto al rispetto dei suoi sacerdoti e dei suoi fedeli, ma alla collaborazione di tutti, in una reale comunione, egli stesso è il ministro di Cristo a disposizione di tutti, per servire la crescita del corpo di cui il Cristo è la vita. Tutti i battezzati vi hanno la loro parte, grazie alla testimonianza della loro vita e al loro apostolato, nella comunità cristiana e nel mondo.


5. Rivolgendomi ai laici cristiani, prima di tutto dico loro: cari fratelli e sorelle, approfondite la vostra fede. Non rimanete fermi alle nozioni elementari del catechismo ricevute nell'infanzia. Non potreste resistere all'interpellanza dei gruppi settari, né alle questioni sollevate dalla scienza o dai nuovi costumi di vita. Per questo rimettetevi all'ascolto della parola di Dio, soprattutto durante la messa della domenica. Quindi riflettete insieme e pregate: nei movimenti, nei gruppi del Rosario, nei diversi incontri di preghiera, di catechesi, di neocatecumenato, nelle comunità ecclesiali di base. "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro", ha detto Gesù (Mt 18,20). Avvicinatevi ai sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia, dove trovate il perdono e la forza di Gesù. E tutto questo riguarda tutti voi, gli uomini come le loro spose. Irradiati dallo Spirito di Cristo, voi avrete a cuore il fatto di viverlo e testimoniarlo. La vostra vita familiare, la vostra vita di lavoro, tutte le vostre relazioni di vicinato, nell'ambiente sociale o nella vostra professione, tutto sarà impregnato da uno spirito nuovo, lo spirito di servizio, il coraggio nel lavoro, l'onestà e la giustizia, la purezza che è rispetto per le persone, e l'amore che è la ricerca del loro bene. E' in questo spirito che partecipate al progresso del paese, sotto tutti i suoi aspetti, alle responsabilità politiche e sociali, per un miglioramento delle condizioni di vita e dei costumi, per la costruzione del futuro delle Seychelles, nell'accoglienza dei turisti che possono essere per voi un'occasione di scambio, di apertura, di servizio e di testimonianza nel dare e nel ricevere. La Chiesa e lo Stato hanno ruoli complementari, che richiedono un rispetto delle diverse competenze e una collaborazione, per il bene delle popolazioni. In tutti i campi della vita, Cristo vi chiede di essere suoi testimoni coraggiosi. E nella parrocchia, nella diocesi, egli vi invita ad avere la vostra parte nei servizi della comunità ecclesiale: catechesi, liturgia, servizio della carità. Il prossimo Sinodo incoraggerà i laici del mondo intero ad assumere meglio il loro giusto posto nella Chiesa.


6. Particolarmente importante è il campo della vita familiare. Una società si disgrega quando i matrimoni si fanno sempre meno numerosi e più instabili, perché ognuno ricerca prima di tutto di soddisfare il suo egoismo e i facili piaceri, quando si accettano le infedeltà e le rotture. I cristiani devono quindi testimoniare che una vita familiare solida, ben preparata, animata dall'amore reciproco, è un valore insostituibile. Ricevendo il sacramento del matrimonio, essi riconoscono che tutto l'amore viene da Dio e non può essere vissuto fedelmente che con la grazia di Dio, con la forza dell'amore che Cristo ha manifestato per la sua Chiesa. E nell'accogliere la vita secondo una paternità responsabile, rispettandola sempre fin da quando è concepita, essi diventano i cooperatori dell'amore di Dio creatore. Essi sono anche i primi responsabili dell'educazione dei loro figli, della loro crescita nella fede. Cari sposi e genitori cristiani, in virtù del matrimonio, voi avete una missione di primo piano nella Chiesa e nella società. Pregate, pregate insieme il Cristo presente nella vostra casa. E cercate, in occasione di riunioni o di ritiri, di aiutarvi reciprocamente tra famiglie.


7. Mi rivolgo anche ai bambini e ai giovani. Cari amici, voi avete ricevuto dai vostri genitori la vita e l'educazione alla fede. Essi hanno ancora molto da dirvi e da darvi, anche se alcuni non hanno la vostra istruzione. Ascoltate con fiducia la loro esperienza, la loro testimonianza, i loro consigli, e date loro, a vostra volta, l'aiuto che essi si aspettano da voi. Ma bisogna che voi stessi approfondiate la vostra fede, affinché essa divenga una convinzione, una scelta personale. L'istruzione che voi ricevete nei vari istituti scolastici rappresenta un'occasione per il vostro avvenire, per l'avvenire delle Seychelles. E questa deve essere accompagnata da uno sforzo reale per conoscere ciò che Dio ha rivelato agli uomini nella Bibbia e nel corso della storia della Chiesa. Questa rivelazione non spiega, come le scienze, i "come" della natura, ma essa risponde ai nostri "perché": essa dimostra il senso dell'esistenza nel piano di Dio. così sarete capaci di rendere conto della speranza che è in voi e di rispondere, senza timore, ai nuovi interrogativi che sorgono nel corso dei vostri studi. E' per questo che la Chiesa desidera avere sempre la possibilità di rendere ai giovani questo servizio che, ai suoi occhi, è primario: proporre loro, nel rispetto della loro coscienza, il messaggio cristiano, l'esperienza della vita nella Chiesa e il senso di una vita da costruire alla luce di Gesù Cristo. Io so che le "teachers" e le "misses", aiutate da una religiosa, vi danno con dedizione un certo insegnamento sulla fede: io le incoraggio vivamente. La catechesi, per portare dei frutti, deve essere accompagnata anche dalla testimonianza di vita degli educatori e dei genitori, in un'atmosfera di dialogo; la vostra fede deve anche esprimersi in iniziative di azione cristiana; essa ha bisogno di essere nutrita con la preghiera, con le celebrazioni, con i sacramenti, specialmente con l'Eucaristia. Sembra che i sacerdoti e i catechisti potrebbero riuscire in questo nell'ambito parrocchiale. E quanto a voi, giovani cristiani del "National Youth Service", io vi chiedo di essere particolarmente fedeli nel trovare il vostro nutrimento spirituale nelle Messe che sono celebrate nei vostri campi. Preparate il vostro avvenire, sviluppando anche i valori morali della rettitudine di cuore, della lealtà, della resistenza nello sforzo, dell'amicizia.

Preparatevi all'amore umano sul quale sarà fondata la vostra famiglia, se questa è la vostra vocazione. C'è un apprendimento del rispetto dell'altro, della conoscenza reciproca, della padronanza di sé, del dono di sé. L'amore è molto più delle soddisfazioni superficiali della sensibilità. E' la risposta a una vocazione meravigliosa che Dio ha inscritto nei vostri cuori, e per la quale voi dovete essere semplici, forti, generosi, capaci di garantire l'unità delle responsabilità del matrimonio. Auguro nello stesso tempo che la chiamata del Signore a seguirlo nella vita sacerdotale o religiosa sia accolta dai giovani ai quali egli dona questa grazia, per il bene più grande dei loro fratelli e della Chiesa delle Seychelles.

E voi tutti, fratelli e sorelle adulti, sforzatevi di incoraggiare e sostenere queste vocazioni delle quali avete tanto bisogno.


8. In effetti, senza il ministero dei sacerdoti, la - Chiesa qui formata da tutti i battezzati non può ricevere la vita divina del capo che è il Cristo; essa non può sopravvivere, né rimanere unita, né camminare nella luce della fede, né essere missionaria. E voi siete tutti, giustamente, preoccupati dall'esiguo numero e dall'invecchiamento dei vostri sacerdoti, religiosi e secolari.

Nell'anno in cui ricorre il bicentenario del curato d'Ars, io incoraggio tutti questi sacerdoti a continuare il loro santo ministero, in una grande comunione fraterna, in collaborazione con il loro vescovo, a ricercare un nuovo slancio spirituale e delle iniziative apostoliche che rispondano alle necessità dei laici. Esiste una soluzione per ciò che riguarda il cambio dei sacerdoti? Io penso che voi potete contare sulla solidarietà delle altre Chiese, specialmente quelle della Conferenza episcopale dell'Oceano Indiano, ma anche, progressivamente, sui sacerdoti che usciranno da questo paese. Preghiamo il Padrone del campo di inviare operai per la sua messe! Voi avete anche fatto l'esperienza, cari fratelli e sorelle, della testimonianza decisiva e del lavoro apostolico molto apprezzabile dei religiosi, sia che si tratti dei fratelli dell'Istruzione cristiana, delle religiose di san Giuseppe di Cluny che hanno suscitato molte vocazioni qui nelle Seychelles, delle Suore di santa Elisabetta, legate a questa diocesi, o delle missionarie della carità di Madre Teresa. E' necessario quindi preparare anche il rinnovamento della vita religiosa.


9. Ascoltiamo ancora la raccomandazione suprema del Signore Gesù: "Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Questo è il mio comandamento; che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati" (Jn 15,14 Jn 15,12). Si nota quindi che ogni vocazione umana non ha piena realizzazione che nell'amore: è vero per la famiglia, per i rapporti tra cittadini, tra gruppi sociali, tra razze, tra popoli.

E' l'amore che suscita e ispira la pace, il rispetto, l'aiuto reciproco. La vocazione cristiana che è una vocazione alla santità, consiste essenzialmente nella carità: amare il Signore nostro Dio con tutte le nostre forze, amare il prossimo come il Cristo ci ha amato. Un amore che va fino al punto estremo: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici". Ecco, cari fratelli e sorelle, ciò che deve caratterizzare la vostra comunità cristiana nelle Seychelles. Si, che la benevolenza, l'accoglienza, lo sforzo per un'intesa nella verità, l'appoggio reciproco, il perdono, la fiducia, contraddistinguano tutti i vostri rapporti tra laici, sacerdoti, religiosi, vescovo, come anche la vostra apertura leale e generosa a tutti gli altri, nella fedeltà alla vostra identità cristiana. Operando nell'amore del Cristo, voi porterete frutto, un frutto che rimane (cfr Jn 15,16). Voi preparerete per il paese un avvenire di felicità, di pace, di fraternità al quale gli abitanti delle Seychelles hanno sempre aspirato. E Cristo, nel giudizio, vi riconoscerà come suoi discepoli.


10. Desidero inoltre incoraggiarvi a stabilire dei legami sempre più saldi con le altre Chiese locali, a cominciare dalle diocesi delle Mauritius, dell'isola di Riunione e con l'Amministrazione apostolica delle Isole Comore, con le quali la vostra diocesi è ormai unita nella stessa Conferenza episcopale dell'Oceano Indiano. Il dialogo e la cooperazione che voi approfondirete con essi potranno rivelarsi benefici per tutte le opere che abbiamo ricordato: catechesi, movimenti, vocazioni. Questa solidarietà è una testimonianza cristiana, ed è anche uno stimolo per la ricerca di un bene comune per tutta la vostra regione, nel rispetto dell'individualità di ogni nazione. Anche a livello di comunità internazionale, le Seychelles, essendo nel mezzo dell'Oceano, non sono come un punto d'incontro naturale delle vie marittime e aeree, e chiamate, quindi, a giocare un ruolo negli scambi e nell'intesa mondiale? Anche le nazioni meno popolate e meno potenti contribuiscono alla qualità pacifica delle relazioni internazionali, grazie alla loro indipendenza e alla loro apertura universale. Quanto alla Chiesa universale, essa è solidale con i vostri sforzi e li incoraggia. Voi avete in essa il vostro posto e la vostra testimonianza da portare. Il successore di Pietro, che presiede alla sua unità, è lieto oggi di fare scalo qui da voi, di pregare con voi, per rafforzare i legami che vi uniscono a tutti i vostri fratelli e sorelle, membri dello stesso corpo di Cristo in tutto il mondo. 11. "La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio" (Rm 8,19). L'Avvento che è iniziato ieri ci fa vivere questa attesa. La salvezza offerta da Dio in Gesù Cristo è indirizzata al mondo intero, a tutte le creature.

E la vostra terra ne trae beneficio, partecipando appieno alla missione di proclamare a sua volta questa grazia di Dio. Facciamo nostro il canto del salmista: "Acclamate al Signore, voi tutti della terra, / servite il Signore nella gioia... / egli ci ha fatti e noi siamo suoi, / suo popolo e gregge del suo pascolo... / Lodatelo, benedite il suo nome... / eterna la sua misericordia, / la sua fedeltà per ogni generazione" (Ps 99). Si, la sua fedeltà è sicura come le rocce granitiche delle vostre isole.

Non abbiate paura dell'avvenire! Abbiate timore soltanto di essere infedeli al Cristo che è il capo del corpo, che è la nostra forza e la nostra vita.

Se voi guardate a Maria, sua Madre e nostra Madre, se continuate a pregarla con fiducia, essa vi condurrà sicuramente a Cristo, o vi porterà a lui; vi aiuterà ad aprire i vostri cuori allo Spirito Santo, che farà in voi, come fece in lei, meraviglie: è lui che rinnova le nostre vite, diffondendo il suo amore, le apre alla speranza e le colma di gioia (cfr Jn 15,11). [In creolo:] Si, abbiamo molto da fare! Ma siamo insieme, i membri di uno stesso corpo. E Cristo è il nostro capo. Fiducia! La sua forza non ci mancherà. [Dopo la Messa:] Voglio ancora una volta ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione di questo incontro eucaristico, tutti coloro che hanno partecipato e soprattutto i fratelli vescovi e i sacerdoti che hanno concelebrato con me questa Eucaristia. Il mio soggiorno alle Seychelles è breve ma, grazie a questa celebrazione eucaristica, è pieno, è essenziale, è sostanziale. Ci siamo incontrati sacramentalmente in Cristo, in Cristo crocifisso e risorto. Questo incontro in Cristo, questa unione, questa comunione la porteremo con noi, tutti voi delle Seychelles e io, io che sono Vescovo di Roma e successore di Pietro. Quanto devo ringraziare il Signore per questa grazia che mi ha dato, per la grazia di essere qui, di partecipare a tutta questa bellezza della natura e dell'animo umano. Vi ringrazio per i vostri canti. Devo sottolineare la presenza di molte personalità ma, insieme, devo sottolineare la presenza di molti giovani, che hanno partecipato a questa celebrazione eucaristica. Con questa Eucaristia abbracciamo spiritualmente tutto il vostro Paese, tutte queste isole, tutti i suoi abitanti, soprattutto coloro che condividono la nostra fede e anche tutti gli altri. Questo sacrificio ci ha elevati tutti al livello di figli di Dio, ci ha fatti figli di Dio. Il mio soggiorno è breve, ma vi porto in modo speciale nel mio cuore di pastore, di Vescovo di Roma, successore di Pietro. Sono anche i legami del cuore che devono unirci nella carità di Cristo e nel suo corpo, nella sua Chiesa. Ancora una volta grazie a tutti.

Data: 1986-12-01 Lunedi 1 Dicembre 1986





GPII 1986 Insegnamenti - Agli anziani di un Istituto - Perth (Australia)