GPII 1986 Insegnamenti - Nella Chiesa del Gesù - Città del Vaticano (Roma)


7. Attraverso tutto ciò - e, forse, nonostante tutto ciò - non diventa tuttavia visibile un'altra faccia di Roma? Quella nata non dalla "grazia", ma dal "peccato"? Questa città, come tante altre "megalopoli" del mondo intero, non appare ai nostri occhi, ed anche agli occhi degli stranieri, come uno dei tanti "ambienti laicizzati" dell'attuale secolarizzazione? E' difficile trovare una risposta univoca! Tuttavia, non cessano di venire qui numerosi pellegrini, da diversi paesi e continenti. Roma non cessa di parlare e non cessa di irradiare la luce che qui, una volta, è stata portata dalla riva del Giordano. E non si può mettere questa Luce "sotto il moggio". E dinanzi a tutti i sintomi e le statistiche dell'economia umana non cessa di agire la verità di queste parole di San Paolo: "Ubi abundavit peccatum, superabundavit gratia" - super-abundavit! Secondo questo metro Dio stesso fa i conti con la storia dell'uomo sulla terra; anche con la storia di questa città.


8. E perciò l'ultima parola della nostra comune preghiera di oggi - della comune preghiera di Roma - è il "Te Deum". L'adorazione di Dio. L'adorazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Risuonino alla fine dell'Anno del Signore 1986 le parole che lodano le "grandi opere di Dio". "Te ergo quaesumus Tuis famulis subveni, quos pretioso Sanguine redemisti". Il nostro tempo umano è un metro del passare della terra - del mondo - e dell'uomo nel mondo. Dio è eternità. Dio non tramonta. Egli è la Vita Eterna: "aeterna fac cum sanctis Tuis in gloria numerari". Fa' o Signore che possiamo essere annoverati fra i tuoi santi nella gloria eterna. Amen.

Data: 1986-12-31 Mercoledi 31 Dicembre 1986





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