GPII 1989 Insegnamenti - Recita del "Regina Coeli" - Ai fedeli riuniti, Antananarivo (Madagascar)

Recita del "Regina Coeli" - Ai fedeli riuniti, Antananarivo (Madagascar)

Affidatevi come la beata Vittoria alla forza della semplicità del rosario


Cari fratelli e sorelle.

A metà della giornata abbiamo l'abitudine di rivolgerci alla Vergine Maria, salutata dall'angelo che le annuncia la sua missione di madre del Figlio di Dio. In questo tempo pasquale noi la preghiamo con l'antica lode alla Regina del cielo.

La beata Vittoria prediligeva questo soffermarsi con la santa Vergine.

Le era fedele. In questi giorni in cui la Chiesa onora la vostra prima beata è giusto che cantiamo con lei questa preghiera prima di separarci.

Ricordiamoci che Vittoria pregava continuamente la Madre di Gesù. Il suo rosario non la abbandonava mai. Al ritmo di "Ave o Maria", meditava i misteri del rosario nella gioia dell'Incarnazione accolta da Maria con pura obbedienza, in unione con la Passione e morte del Salvatore, nell'ammirazione per la gloria di Cristo risorto e di sua Madre salita al cielo.

Vittoria aveva sempre sulle labbra le parole della preghiera che esprime la nostra fiducia nella Madre di Gesù, Madre della Chiesa e Madre degli uomini.

Seguiamo questo esempio. Nella sua semplicità il rosario ci aiuta a vivere il mistero cristiano con Maria e a confermare la nostra fede al suo seguito.

O Vergine Immacolata, onorata nei primi santuari sorti nel Madagascar, noi affidiamo la Chiesa di questo Paese alla vostra protezione dolce e materna.

O Regina del cielo, voi che avete conosciuto la gioia della Risurrezione di Gesù, Figlio di Dio e vostro Figlio, date ai vostri figli e figlie malgascie la gioia di trovare sempre nella fede la presenza viva del Redentore! O Regina del cielo, voi che avete seguito Gesù sul Calvario prima di saperlo risorto, donate a quanti dei vostri figli e delle vostre figlie malgascie sono provati dalla sofferenza la forza della speranza e la pace del cuore.

O Regina del cielo, voi che eravate presente nel Cenacolo quando lo Spirito Santo discese sui discepoli, aiutate i vostri figli e le vostre figlie malgascie affinché siano sempre testimoni coraggiosi del Vangelo e artefici di unità nell'amore!

1989-04-30

Domenica 30 Aprile 1989




L'incontro con il laicato - Antananarivo (Madagascar)

Nella Chiesa-comunione del Madagascar pulsa il cuore di laici corresponsabili


Cari fratelli e sorelle.


1. "Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13-14).

Queste parole di Gesù si rivolgono a tutti i discepoli. Si adattano in maniera tutta particolare ai fedeli laici (cfr CL 15). In nome di Gesù sono venuto a ripeterlo a voi, cristiani del Madagascar. Sono molto felice di incontrarvi, di ascoltare la vostra testimonianza, di vedere la vostra vitalità cristiana e di confermarvi nella vostra missione di testimoni di Cristo.

Vi ringrazio dell'attaccamento nei confronti del Vescovo di Roma che avete espresso nel vostro indirizzo di saluto, voi che rappresentate le forze vive della Chiesa in questo Paese.

L'impegno del laicato cristiano nel Madagascar non costituisce indubbiamente un caso unico nella Chiesa, ma è particolarmente significativo. In molti paesi, infatti, soprattutto in quelli di antica cristianità, cerchiamo di convincere i laici ad assumersi tutte le loro responsabilità di battezzati e a non scaricarle sui sacerdoti, poiché tutti i membri del Corpo di Cristo devono essere attivi. E' ciò che ho fatto anche di recente indirizzando ai cattolici l'esortazione "Christifideles Laici" sulla vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo. Riprendevo in gran parte le testimonianze offerte al Sinodo dei Vescovi del 1987, a Roma. Facevo eco all'ampio invito di Gesù a lavorare per l'evangelizzazione del mondo: "Andate anche voi nella mia vigna" (Mt 20,3).

Ora, si ha l'impressione che da voi non si debba insistere molto: i laici si sono immediatamente assunti la loro parte di lavoro. Fin dall'inizio, come avete appena ricordato, quando ancora non c'erano sacerdoti malgasci e i missionari stranieri mancavano o erano dovuti partire, dopo un primo rapido annuncio, i cristiani si sono organizzati, soprattutto i giovani dell'"Unione cattolica". Hanno sostenuto e formato i catecumeni, li hanno condotti alla preghiera, sono stati missionari perfino nei villaggi della savana e degli altipiani. Una laica, Vittoria Rasoamanarivo, che abbiamo appena beatificato, e un fratello delle Scuole cristiane, Raphaël Louis Rafiringa, si incaricavano di animare la vita della Chiesa. E, da allora, i laici sembrano non aver più disertato la vigna del Signore.


2. Ciò non significa che in mezzo a voi il ruolo specifico del sacerdote o del Vescovo siano offuscati o diminuiti. Al contrario, più partecipate ai servizi della Chiesa, più esercitate il vostro apostolato e più sentite il bisogno di ministri ordinati che agiscano in nome del Cristo-Capo per riunire la Chiesa trasmettendole il Vangelo e i sacramenti (cfr CL 32). Sono al vostro servizio per permettervi di compiere la vostra missione di battezzati, che è una partecipazione alla funzione sacerdotale, profetica e regale di Gesù Cristo (cfr CL 14). Non potete sostituirvi ad essi come pastori, anche se siete delegati a questa o quella funzione. Ma gli stessi sacerdoti non possono lavorare come fate voi, dall'interno, alla santificazione del mondo.

La gioia con cui mi parlate delle prime vocazioni sacerdotali, delle attuali vocazioni di religiosi e religiose, dimostra che comprendete bene che tutti si completano al servizio di un medesimo fine: la crescita del Regno di Dio.

Mi rallegro, quindi, con tutti i laici che acconsentono a consacrare il loro tempo, le loro forze, il loro cuore, a lavorare nella vigna del Signore, e io chiamo tutti gli altri, ognuno secondo i doni ricevuti.


3. La missione del laico comprende dei servizi alla Chiesa, una testimonianza, un apostolato, insomma un'azione nel quadro dell'opera di evangelizzazione. Ma per agire e testimoniare da cristiani, bisogna innanzitutto essere cristiani.

L'apostolato sarebbe artificioso, infruttuoso e accolto male se non fosse l'espressione di una fede approfondita, di una carità sincera, di un'autentica preghiera. Cristo non vi dice soltanto: introdurrete il vostro sale nel mondo; o porterete una luce nel mondo; ma "voi siete il sale della terra", "voi siete la luce del mondo". Non potete che irradiare quello che già siete dentro voi stessi.

Cari fratelli e sorelle, prendete dunque coscienza di ciò che siete diventati con il Battesimo. Siete divenuti membra del Corpo di Cristo, templi dello Spirito Santo. Vi siete rivestiti del Cristo. L'essere antico, l'"uomo vecchio" che eravate è stato come sepolto con Cristo; un essere nuovo è nato in voi con una capacità di credere, di sperare e di amare come Dio. Non è merito vostro: è un dono dell'amore di Dio. Tuttavia, avete creduto, avete dato il vostro consenso alla chiamata di Dio. Con la sua grazia, dovete conformarvi sempre di più a colui di cui portate dentro di voi l'immagine. Amate come egli ha amato! Vi ripeto le parole di Pietro: "Ma ad immagine del santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta" (1P 1,15).

Questa santità presuppone un rapporto di fiducia con Dio, intrattenuto attraverso la preghiera personale e comunitaria; richiede anche la messa in pratica quotidiana delle beatitudini. Non ci sia divorzio fra la vostra fede e la vostra vita! (cfr CL 59)! Incarnerete così la novità del Vangelo, la porterete dentro di voi come un sale che dà sapore e conserva, come una luce che brilla, che riscalda e illumina. Non avrete certo coscienza di questo risplendere, ma sarà un richiamo per tutti gli altri.

Certamente dobbiamo restare umili. Non siamo mai all'altezza di una simile vocazione. Portiamo questo tesoro dentro vasi d'argilla. E' meglio riconoscerlo. Voi stessi avete appena espresso la paura che provate spesso davanti a ciò che il Vangelo chiede. Ma lo Spirito di santità rimane in voi; vi permette di riprendervi; vi impedisce di rassegnarvi alle diverse forme del peccato, all'ingiustizia, alla violenza, all'odio; vi spinge a ricostruire incessantemente l'armonia fra i fratelli, l'amicizia nell'aiuto reciproco, ciò che nella vostra tradizione chiamate il "fihavanana".


4. Non solo il Signore vi chiama personalmente alla santità, ma vi manda a testimoniare. Il Battesimo e la Confermazione vi hanno abilitato e impegnato nell'opera di evangelizzazione. E il Matrimonio anche.

Nella Chiesa stessa partecipate a tutto ciò che ne assicura la vitalità, la santificazione, il sostegno materiale, la vita comunitaria e soprattutto la testimonianza del Vangelo (cfr CL 33). Si può parlare di una corresponsabilità dei fedeli laici nella Chiesa-comunione che è anche la Chiesa-missione (cfr. "Cristifideles Laici", 32). Questo si manifesta in molti modi, a livello della parrocchia, della diocesi, dell'insieme del Paese.

Partecipate ai consigli pastorali e offrite anche un'apprezzata collaborazione ai lavori delle Commissioni episcopali, in particolare della Commissione Episcopale per l'apostolato dei laici; contribuite alla preparazione di documenti attraverso i quali i Vescovi interpellano la coscienza dei vostri compatrioti su questioni importanti.

Da molto tempo, nella comunità dei villaggi che dipendono dal centro dove si trova il pastore di tutti, il catechista e un comitato di laici hanno l'incarico di dirigere la preghiera domenicale in assenza del sacerdote, di animare la comunità e di partecipare alle decisioni insieme al sacerdote. Oltre al ruolo liturgico, i laici assicurano gran parte della catechesi, quasi del tutto nella savana, e la preparazione ai sacramenti.

Nelle città, la gioventù numerosa dei licei ha un bisogno impellente di essere iniziata alla fede; incoraggio tutti coloro che vi si dedicano. I cristiani che insegnano nelle scuole cattoliche possono donare un'educazione in cui la fede cattolica impregna tutto ciò che compone lo spirito e il cuore. Possano cogliere quest'occasione! La pastorale familiare è anch'essa un apostolato estremamente importante, sia che si tratti di preparare i giovani al matrimonio sia che si tratti di aiutare le famiglie a viverlo secondo il progetto di Dio e l'insegnamento della Chiesa.

Anche il servizio ai fratelli e alle sorelle più bisognosi è una caratteristica essenziale della Chiesa, e conosco le generose iniziative presso di voi da parte degli organi della Caritas, iniziative nelle quali i laici hanno una parte importante. Non dimenticate mai l'assistenza agli ammalati e ai poveri.

Contiamo su di voi anche per annunciare il Vangelo a tutti coloro che non l'hanno ancora ricevuto e ascoltato per mezzo della fede (cfr CL 34).

Per tutti questi servizi che edificano la Chiesa, spero che i laici conservino lo spirito d'iniziativa e la generosità che hanno dimostrato fin dall'inizio dell'evangelizzazione in Madagascar. Mi rallegro nel sapere che dei sacerdoti e numerose religiose malgasce li sostengano in queste attività ecclesiali. Ma la buona volontà dei laici non è sufficiente: bisogna che essi acquistino la competenza necessaria a questi servizi, soprattutto la formazione catechetica, dottrinale, pedagogica, liturgica, nello spirito del Cristo, del Cristo-servitore.


5. La vostra testimonianza e la vostra azione non potrebbe limitarsi all'aiuto alle comunità ecclesiali. Il mondo è il campo del vostro apostolato. "Il "mondo" diviene così il centro e il mezzo della vocazione cristiana dei fedeli laici" afferma l'esortazione post-sinodale "Christifideles Laici" (CL 15).

L'apostolato naturalmente mira alla conversione e al progresso spirituale delle persone; si tratta di toccare il cuore del proprio vicino, dell'amico, del compagno di lavoro. E' questa l'importanza dell'apostolato personale, che con semplicità proviene da una vita veramente cristiana.

Ma le persone sono profondamente segnate dal loro ambiente, dalle mentalità che le circondano, dalle condizioni di vita, dalle istituzioni. Nel Madagascar, siete particolarmente sensibili a questa solidarietà che unisce le persone nel bene e nel male. L'apostolato deve quindi cercare di introdurre la novità del Vangelo nelle mentalità e nelle strutture sociali per permettere la felicità e il progresso morale e spirituale dell'uomo e della comunità. E' un dovere urgente nel momento in cui la società rischia di degradarsi. E se un apostolato di questo tipo è collettivo, diventa più efficace e testimonia meglio il mistero della Chiesa che è comunione (cfr CL 29).

E' proprio su questo terreno che cercate di agire. Facendo eco alla lettera dei vostri Vescovi, del novembre 1987, alcuni tra di voi hanno redatto un documento significativo: "I laici di fronte alla ricostruzione nazionale". Siete ben consapevoli dei mali che pervertono lo spirito umano, il "fanahy maha-olona", e si contrappongono alla solidarietà, la vera e propria "fihavanana".

Stigmatizzate le ingiuste diseguaglianze, la corruzione, tutto ciò che distrugge la pace sociale e la giustizia. Se "coloro che prendono le decisioni" hanno la prima responsabilità, tutti i cittadini sono coinvolti. E pensate giustamente che la missione della Chiesa è quella di proporre la sua etica di servizio, di giustizia, di verità, di amore, di perdono, di speranza. Come non apprezzare questo impegno, con l'augurio che si realizzi concretamente! Tanti Malgasci hanno ricevuto un'educazione cristiana che dovrebbe consentir loro di assumersi da cristiani le loro responsabilità sociali, se non cedono all'inerzia o alla paura.

Bisogna vegliare anche affinché questo impegno sia alla portata dei cristiani di ogni ambiente sociale, non solo professionisti, ma operai e contadini. D'altra parte, i nostri fratelli protestanti e anche gli altri credenti possono associarsi ai cattolici quando si tratta di questa ricostruzione morale per promuovere il senso del bene comune, dell'onestà, della giustizia, della dignità delle persone.

L'esortazione "Christifideles Laici" (CL 36-44) ricorda tutti i tipi di impegno che hanno a che fare con la vita sociale, economica, amministrativa, sindacale, educativa, o con i gravi problemi dell'alimentazione, della salute, del lavoro per i giovani, senza dimenticare le responsabilità politiche, restando sempre inteso che le opzioni personali legittime in quest'ultimo campo non potrebbero essere identificate con quelle della Chiesa. Voglio infine richiamare l'attenzione sul primo campo di impegno sociale: la famiglia (CL 40). La civiltà e la solidità dei popoli dipendono soprattutto dalla qualità umana delle loro famiglie: accoglienza e rispetto della vita, fedeltà dei coniugi, educazione dei figli.

Voglio quindi incoraggiare tutti i movimenti e le associazioni che rispondono a questo dovere di apostolato: coloro che rafforzano la vita spirituale dei cristiani o la loro sensibilità apostolica, come le Comunità di vita cristiana e la Legione di Maria, i movimenti di educazione dei giovani (MEJ, lo scoutismo e Ibalita), i movimenti delle famiglie (FTK), i movimenti di Azione Cattolica dei bambini, dei giovani, soprattutto per coloro che vivono nelle campagne, e degli adulti. Che i loro membri si impregnino dello spirito di Cristo, poiché è la sua opera che deve compiersi in loro e attraverso di loro! Che siano soprattutto testimoni dell'amore preferenziale di Cristo per i poveri! Ecco, cari amici laici, gli orientamenti che il Papa vi invita a seguire nella vostra azione, con i suoi fratelli Vescovi del Madagascar. Lavorate con fiduciosa collaborazione con loro. Il popolo del Madagascar vi dà fiducia, ha gli occhi fissi su di voi che appartenete alla religione del Figlio di Dio fatto uomo, che aderite al suo messaggio d'amore. La Chiesa conta su di voi; voi siete la Chiesa, il Corpo di Cristo. Non dimenticate le parole del Signore: "Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo". Che l'esempio e l'intercessione della beata Vittoria ci stimolino! E io, con tutto il cuore, prego Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, affinché vi benedica, benedica le vostre famiglie, i vostri movimenti, e tutto il vostro Paese.

1989-04-30

Domenica 30 Aprile 1989




Il discorso ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai seminaristi e ai novizi - Antananarivo (Madagascar)

Spirito di comunione, vita spirituale e solida formazione cardini di una luminosa testimonianza delle anime consacrate


Cari fratelli e sorelle.


1. Vi ringrazio vivamente per la vostra accoglienza affettuosa e fiduciosa. Mi piace ascoltare la vostra testimonianza sulla vita dei sacerdoti e dei religiosi in Madagascar; apprezzo il realismo con cui voi identificate le ombre e ricordate i progressi auspicabili; sono sensibile alla gioia, allo slancio, alla speranza che risiedono in voi. La mia venuta tra di voi vorrebbe incoraggiare questo progredire nella vita religiosa.

Ho appena incontrato i laici cattolici malgasci. Anch'essi rappresentano una grande speranza per lo slancio della Chiesa in Madagascar. Sono coscienti del ruolo che devono rivestire - in virtù del Battesimo e della Cresima - nei diversi servizi della Chiesa e nella testimonianza da portare in seno al mondo. A questo si sono applicati sin dall'inizio dell'evangelizzazione, sulla scia della beata Vittoria Rasoamanarivo. Ma contano molto su di voi che consacrate direttamente le vostre forze, i vostri talenti, il vostro cuore all'accrescimento del Regno di Dio; essi scoprono con gioia il risveglio e la maturazione, la moltiplicazione e la luminosità delle vocazioni religiose e sacerdotali. Senza di voi, la loro vita cristiana sarebbe malnutrita, le loro attività soffrirebbero di dispersività, il loro apostolato mancherebbe di sostegno ed il loro spirito evangelico di slancio verso l'Assoluto. Da parte loro, essi vi offrono uno stimolo, un'esigenza di competenza, un impegno concreto nei diversi settori della vita e, molto spesso, un esempio di santità.


2. Con voi, rendo grazie a Dio per la vitalità della Chiesa in Madagascar da un secolo e mezzo, vitalità cui le anime consacrate hanno dato un grande contributo.

Basti qui ricordare il nome di fratel Raphaël Louis Rafiringa, il primo religioso malgascio.

Vorrei soprattutto che voi rendeste grazie a Dio per la vostra vocazione. E' lui che vi ha chiamati, senza che voi poteste neanche meritarlo. Vi ha fatto segno in moltissime maniere, attraverso gli altri e attraverso la vita interiore, e voi vi siete messi in moto.

Nella vostra vita sacerdotale o religiosa, conoscete indubbiamente la pena ed a volte la difficoltà; non constatate sempre voi stessi il frutto del vostro apostolato. Ma il Signore, cui voi avete offerto la vostra persona e la vostra vita, non smette di stare con voi; avete la gioia di sapervi amati da lui e di rispondere al suo amore, avete l'onore di operare direttamente per il suo Regno e di rendere ai vostri fratelli e sorelle il più elevato dei servizi. Egli vi ha promesso cento volte tanto in questo mondo e la vita eterna (cfr Mc 10,30). Si, davvero, rendete grazie al Signore, con Maria, sua madre, per le tante meraviglie! Ed io lo prego affinché vi conservi nella sua gioia e nella sua pace.


3. Cari fratelli e sorelle, fra i tre orientamenti generali che ritengo opportuno ricordarvi, nominero innanzitutto lo spirito di comunione fra voi tutti, con i vostri Vescovi, con tutto il Popolo di Dio, con la Chiesa universale. La comunione è quella che caratterizza i rapporti fra tutti i membri del Corpo di Cristo. Essa è propria dell'ordine del mistero della Chiesa, come ha ben sottolineato il Sinodo dei Vescovi riunitosi a Roma nel 1985 (cfr. "Relatio Finalis" II, c, 1), oltre all'esortazione "Christifideles Laici" (cfr CL 19). Essa è partecipazione alla pienezza della vita di Dio; è accoglienza della Parola di Dio; è adesione alla stessa dottrina di fede, alla stessa etica cristiana fondamentale; è partecipazione agli stessi sacramenti, è organizzazione secondo le medesime strutture essenziali. Si deve tradurre nella vita attraverso la carità che viene da Cristo, e comprende la ricerca del bene altrui, la solidarietà, il perdono, lo spirito di collaborazione, la convergenza degli sforzi in una pastorale d'insieme, l'aiuto mutuo tra regioni, in tutti i casi l'opzione preferenziale per i poveri.

Ne va non soltanto dell'efficacia, ma della testimonianza di quel che è la Chiesa: una famiglia. La nazione malgascia che soffre a volte di divisioni ha bisogno di questa testimonianza. Il tema scelto per la mia visita riunisce quest'esigenza di comunione, simile al "fihavanana" caratteristico della vostra civiltà.

Ma la comunione non è uniformità; essa presuppone che ciascuno partecipi al bene dell'insieme con i suoi talenti, il suo carisma personale, la spiritualità del proprio istituto, la sua missione specifica della Chiesa. In un corpo, tutto i membri non hanno certo la stessa funzione, san Paolo ce lo ha dimostrato abbondantemente (cfr 1Co 12). Possa questo spirito di comunione ispirare i vostri rapporti e la vostra cooperazione fra missionari e figli di questo Paese, tra sacerdoti, laici e religiosi, tra gruppi etnici differenti!


4. Vi esorto inoltre ad approfondire il vostro rapporto con il Signore, per radicare profondamente in lui la vostra vita spirituale. Spontaneamente, il popolo malgascio ha il senso della presenza di Dio; esprime molto facilmente la sua fede attraverso un linguaggio poetico e simbolico; possiede il senso comunitario.

A voi, cari fratelli e sorelle, è dato ed è chiesto di andare più in là.

Avete fatto il voto di seguire Cristo nella castità, nella povertà, nell'obbedienza, nella pratica delle beatitudini o della vita comunitaria, oppure avete ricevuto l'ordinazione sacerdotale per essere pastori in nome di Cristo, o ancora, vi preparate a questo. Cercate i mezzi di approfondire senza sosta la vostra vita spirituale e di aumentare le vostre risorse: ascolto e meditazione quotidiani della Parola di Dio, preghiera personale e comunitaria, partecipazione all'Eucaristia, riflessione o revisione di vita con altri, ricerca costante dello Spirito di Cristo e delle virtù che si addicono allo stato sacerdotale o religioso. L'incontro quotidiano delle bellezze o delle miserie umane, nel ministero o nell'apostolato, deve integrare le vostre preghiere; può stimolarli, a condizione di rapportare tutto al Signore, per la sua gloria. Non offritegli soltanto una parte del vostro tempo o delle vostre attività apostoliche generose, ma la vostra persona. I nostri fratelli e sorelle desiderano trovare in noi dei "ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio" (1Co 4,1). Si, che il vostro cuore aderisca a Cristo, amato al di sopra di tutto! E che la vostra disponibilità sostanziale testimoni la ricerca dell'Assoluto e del Regno di Dio che verrà!


5. Evidentemente, l'amore e la ricerca della santità devono andare di pari passo con l'acquisizione della competenza richiesta dal ministero o dai servizi da compiere nella Chiesa e nella società. Voi stessi parlate di perseguire "una solida formazione umana, religiosa e teologica" e notate come l'elaborazione teologica sia ancora insufficiente per portare a compimento l'opera d'inculturazione necessaria.

E' infatti importante progredire nella conoscenza del disegno di Dio sul mondo e sugli uomini, così com'è rivelato nella Bibbia. Questo disegno di Dio è stato vissuto dalla Chiesa in circostanze molto diverse lungo tutta la sua storia.

Nell'approfondire incessantemente il Credo essenziale, la Chiesa, assistita dallo Spirito Santo, ha raccolto un'esperienza e precisato una dottrina che illuminano la via di tutti i cristiani. Il successore di Pietro e tutti i Vescovi in comunione con lui hanno ricevuto la missione di conservare e presentare questo deposito della fede. I teologi, in sintonia con il Magistero, contribuiscono a valorizzarlo e ad approfondirlo riguardo alle diverse culture, per tutto quello che segna in concreto gli uomini e suscita nuovi problemi. Questo compito dev'essere seguito anche qui per una giusta inculturazione in terra malgascia, per quanto riguarda fra le altre la presentazione catechetica del messaggio evangelico, lo svolgimento della liturgia, l'adattamento della vita consacrata, l'impegno sociale dei cristiani. Se l'antropologia, la sociologia, la pedagogia, la semantica apportano un aiuto prezioso, la teologia conserva il suo ruolo di fondamento capitale e di luce. Tutta la Chiesa in Madagascar è implicata in quest'opera; i pastori ed i religiosi a titolo particolare. Cioè le esigenze della formazione nei seminari e le scuole, ma continuata anche durante tutta la vita sacerdotale e religiosa, grazie alle riunioni, alle pubblicazioni, a tutto quel che può assicurare una risorsa. I laici, fortunatamente molto attivi da voi, molto desiderosi di essere un fermento cristiano nella società, saranno evidentemente molto esigenti per coloro che la vocazione sacerdotale o religiosa pone al servizio del Popolo di Dio, con la missione di illuminarlo, di guidarlo e di prepararlo (cfr. "Epistula universis presbyteris Feria V in Cena Domini", anni MCMLXXXIX, missa, die 12 mar. 1989: vide "supra", p. 647).


6. A queste considerazioni comuni a tutti voi, desidero aggiungere alcune parole particolari per i diversi gruppi che rappresentate.

Desidero innanzitutto salutare i sacerdoti, malgasci o missionari stranieri, religiosi o diocesani. Quanto cammino percorso dall'ordinazione del primo sacerdote malgascio del 1872, dall'ordinazione del primo Vescovo malgascio nel 1939! In alcune diocesi, in particolare sugli altopiani, siete divenuti relativamente numerosi; ma altrove i vostri ranghi sono ancora molto radi. Dovete fare fronte a molteplici compiti di evangelizzazione in villaggi dispersi, vegliare che i vostri fedeli abbiano accesso alla Parola di Dio ed ai sacramenti, formare i laici che vi aiuteranno ad animare le comunità di base. Certuni tra voi, soprattutto i preti secolari nelle regioni rurali, soffrono un isolamento che a volte li porta a scoraggiarsi.

Cari fratelli sacerdoti, prego il Signore che vi dia la sua forza e la sua pace. Considerate sempre la grazia inaudita del vostro sacerdozio. La fedeltà alla propria vocazione richiede coraggio. Ma il Signore vuole anche che voi sappiate unire le vostre forze. Siate attenti gli uni verso gli altri, sostenendovi fraternamente. Formate attorno al vostro Vescovo un presbiterio che esprima una profonda comunione, al di là delle diversità di temperamento, di metodo apostolico, differenze di etnia o di Paese di origine. Confidate nel vostro Vescovo come in un padre; egli avrà a cuore di riflettere con voi intorno alle condizioni spirituali e materiali della vostra vita. Desidero anche che il mutuo aiuto tra laici vi stimoli e vi sia di conforto.

Con le famiglie in particolare, preoccupatevi di suscitare delle vocazioni al sacerdozio e di formarle. E' attraverso la qualità della vostra vita sacerdotale, attraverso la vostra gioia di servire il Signore e la sua Chiesa che lo Spirito Santo darà lo stesso desiderio ai giovani che vi incontrano.


7. Saluto ugualmente i religiosi. Rendo omaggio innanzitutto a coloro, uomini e donne, che si consacrano a Dio nella vita contemplativa, poiché so quanto sia preziosa la loro preghiera e benefica la loro luminosità per l'animazione spirituale e liturgica di tutta la Chiesa.

E' ammirevole vedere tante famiglie religiose apostoliche lavorare nella complementarietà dei loro carismi spirituali! Il vostro primo servizio è quello di evangelizzare il Popolo di Dio, di formarlo alle responsabilità nella Chiesa; voi vi preoccupate inoltre del ricambio, sia perché formate giovani religiosi, sia perché preparate futuri sacerdoti diocesani. Ho notato che unite spesso le vostre forze formando degli inter-noviziati ed inter-juniorati. Vi benedica il Signore e vi moltiplichi! E per quanto riguarda voi, care sorelle, sono felice di constatare il vostro dinamismo religioso. Dopo le prime sorelle di san Giuseppe di Cluny, il numero delle religiose malgascie si è accresciuto in maniera sorprendente: ecco che ora siete quasi milleseicento. Non è forse evidente vedere in ciò il segno che la consacrazione religiosa è sempre più largamente accettata e desiderata in questo Paese, considerata come una via per la piena realizzazione della femminilità? Voi siete molto impegnate al servizio della società: insegnamento ed educazione, servizi sanitari e sociali, promozione femminile molto apprezzabile e anche il ruolo che voi assumete direttamente nella pastorale, sia che si tratti di catechesi, sia di sostegno a movimenti, di animazione liturgica. La vostra testimonianza e la vostra azione rivestono un'importanza capitale per i laici e per i sacerdoti. Attive e contemplative, testimoniate che il Signore Gesù merita di essere amato e seguito per lui stesso, che il suo amore vi riempie e che è per causa sua che voi vi dedicate al servizio dei vostri fratelli e sorelle. Voi siete le testimoni della carità di Cristo.

Accanto ai religiosi e alle religiose, desidero salutare anche i laici consacrati. Gli istituti secolari costituiscono oggi una forma molto apprezzabile di presenza nel cuore del mondo e d'impegno della Chiesa. Essi aiutano i laici a tendere verso la santità attraverso i compiti temporali, unendo in maniera profonda la preghiera e l'azione.


8. Infine vedo nel vostro gruppo un certo numero di giovani novizi e studenti così come seminaristi maggiori.

Cari amici, avete già ascoltato la mia insistenza per una formazione filosofica e teologica molto seria, che è alla base dell'ulteriore approfondimento, di tutti gli sforzi d'inculturazione e delle applicazioni pratiche nella pastorale. Vi auguro di realizzare bene l'unità della vostra formazione, secondo queste tre componenti: teologica, spirituale, pastorale. In definitiva, vi preparate ad essere i pastori di cui il popolo malgascio ha bisogno. Un periodo di preparazione spirituale prima degli studi sembra una buona iniziativa. La vostra vita sacerdotale varrà in gran parte quel che vale attualmente la vostra formazione alla fede, alla preghiera, allo zelo missionario, alla vita di gruppo ma anche alla responsabilità personale, alle virtù sacerdotali e religiose. La Chiesa in Madagascar si affida a voi e conta sulla vostra disponibilità senza riserve.


9. Ci avviciniamo al tempo della Pentecoste. Pregate lo Spirito Santo di rinnovare senza sosta il vostro cuore di apostoli. Pregate la Vergine Maria di aprire la vostra anima allo Spirito Santo, nella fiducia e nella gioia.

Allora voi potrete dire con il Signore: "Lo Spirito del Signore è sopra di me: per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri la buona Novella, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi" (Lc 4,18-19).

Cristo diceva ai suoi discepoli: "Non vi chiamo più servi... ma vi ho chiamati amici" (Jn 15,15). Si, siete tutti entrati in amicizia con il Signore.

Egli vi dice anche: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (Jn 20,21).

Come Vescovo di Roma e successore di Pietro, in maniera particolare incaricato della fedeltà e dell'unità di tutta la Chiesa, sono felice di ripetervi queste parole per confermare la vostra speranza e il vostro zelo. Di tutto cuore, vi benedico: benedico tutti i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i laici consacrati, i novizi e i seminaristi del Madagascar, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Voglio aggiungere qualche parola in italiano, perché so che ci sono qui molti missionari italiani.

Oggi voi parlate più la lingua malgascia che quella italiana, ma sempre quella italiana rimane la vostra prima lingua. Ed un Papa che viene da Roma - città situata al centro dell'Italia - deve rendere testimonianza del vostro grande contributo missionario: contributo della Chiesa in ltalia e di tutta la Chiesa e i cattolici, ma specialmente contributo dei missionari che vanno in diversi paesi, come qui in Madagascar. Vi saluto di cuore, vi porto la voce della vostra Patria, della Chiesa in Italia.

E ancora una parola ai missionari della Polonia.

Vi porto un cordiale saluto da Roma ma anche dal trono della Signora di Jasna Gora, dalla nostra Patria, nella nostra lingua, questa lingua dei padri, che tale rimane per sempre e dopo ci aiuta ad apprezzare i tesori delle lingue dei popoli ai quali andiamo portando la luce del Vangelo. Su queste vie missionarie Dio benedica voi tutti, cari connazionali: uomini e donne che qui state seguendo le orme del servo di Dio padre Jan Bejzym.

Tutti i giorni sia con voi, come lo era con lui, la Signora di Jasna Gora.

1989-04-30

Domenica 30 Aprile 1989





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