GPII 1989 Insegnamenti - Il discorso ai rappresentanti dei movimenti laicali - Blantyre (Malawi)

Il discorso ai rappresentanti dei movimenti laicali - Blantyre (Malawi)

La via alla santità passa soprattutto attraverso la famiglia


Carissimi fratelli e sorelle in Cristo.


1. Avete un detto nella vostra lingua: "Dziko ndi anthu", "sono le persone che fanno il mondo". Lo stesso può essere detto della Chiesa: "Sono le persone che fanno la Chiesa". Insieme ai vostri pastori, voi siete la Chiesa, oggi, qui, in questa terra d'Africa. E' dunque una grande gioia per me incontrarmi con voi - i responsabili laici - nel corso di questa visita pastorale, per confermarvi nella vostra fede cattolica, per incoraggiarvi a condividere la vita e la missione della Chiesa, e per esprimere il mio apprezzamento per tutte le cose buone che avete compiute nel Malawi attraverso la generosa risposta dei laici ai doni dello Spirito Santo.

Vedo qui oggi uno spaccato dei laici del Malawi, specialmente attraverso le associazioni ed i movimenti. Sono rappresentati membri di consigli parrocchiali ed ecclesiali, membri di piccole comunità cristiane. Per tutti voi valgano le parole del Vangelo che abbiamo ascoltate un momento fa: "Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13-14). Queste immagini si riferiscono in particolar modo a voi, laici della Chiesa di Cristo, perché è per vostro tramite che il Vangelo viene predicato ogni giorno nella quotidianità della vita sociale e familiare di cui è intessuta l'esistenza umana (cfr LG 31).

Qui nel Malawi vediamo compiersi la positiva, fiduciosa visione di rinnovamento descritta dai padri del Sinodo dei Vescovi del 1987 sulla vocazione e sulla missione dei laici; vediamo una forma nuova di attiva collaborazione tra sacerdoti, religiosi e laici; una attiva e diffusa partecipazione alla liturgia, alla proclamazione della Parola di Dio e alla catechesi; una grande varietà di servizi e di compiti affidati ai laici e da essi svolti; una fioritura di gruppi, di associazioni e di movimenti spirituali, oltre ad un impegno dei laici nella vita della Chiesa; e una partecipazione più piena delle donne allo sviluppo della società (cfr CL 2).

Allo stesso modo assistiamo qui nel Malawi ad un crescente desiderio da parte della Chiesa di soddisfare le proprie necessità senza fare eccessivo affidamento sull'aiuto di altre Chiese particolari. Il seme piantato e amorevolmente curato da altri ha ormai messo radici ed è pronto a dare frutti da solo, nella universale comunione della Chiesa. Anche questo è un segno di vitalità e di maturità dopo un secolo di opera missionaria svolto con dedizione da numerosi sacerdoti, religiosi e laici.


2. Cari fratelli e sorelle: so che il coinvolgimento dei laici è stato un capitolo importante della storia della Chiesa nel Malawi sin dall'inizio. Ma l'apostolato dei laici qui e in tutto il mondo ha ricevuto nuovo vigore e nuovo significato dal Concilio Vaticano II. Nello spirito del Concilio, vi esorto tutti a continuare a crescere nella conoscenza della nuova vita di grazia che è vostra grazie al Battesimo, ed a lasciare che una nuova vita trasformi i vostri pensieri, le vostre parole e le vostre azioni per la gloria di Dio e per la salvezza del mondo, affinché possiate partecipare pienamente alla vita e alla missione della Chiesa.

Cuore e anima di questa partecipazione è la chiamata universale alla santità, alla perfezione nella carità, che ha un posto centrale nell'insegnamento del Concilio (cfr LG 5). La santità è la nostra vocazione. La santità è il compimento della nostra dignità di persone create ad immagine e somiglianza di Dio e redente dal sangue dell'Agnello. Sono i santi la fioritura della Chiesa e il suo più grande tesoro. Dio rinnova in ogni epoca la Chiesa "chiamando uomini e donne di straordinaria santità, testimonianza vivente del suo imperituro amore" (cfr Proef. II pro Sanctis).

La santità è frutto di una "vita nello Spirito" (cfr Ga 5): una vita che spinge il battezzato a seguire e imitare Cristo vivendo le beatitudini, prestando orecchio alla Parola di Dio, partecipando alla vita sacramentale e liturgica della Chiesa, attraverso la preghiera personale, e soprattutto mettendo in pratica il comandamento dell'amore e del servizio, specialmente ai poveri ed ai sofferenti (cfr CL 16). La "vita nello Spirito" tocca ogni aspetto dell'esistenza dell'uomo, dalle pieghe più recondite della conoscenza personale alle azioni pubbliche più palesi.


3. Per la maggior parte dei laici, che sono sposati, la via alla santità passa soprattutto attraverso la famiglia, che è la "culla" dell'amore e della vita per la società. Condivido le vostre preoccupazioni riguardo ai matrimoni e alla vita familiare in Malawi: i seri problemi costituiti dai matrimoni irregolari, dal divorzio, dalle madri nubili, dalla poligamia, dalla contraccezione e dall'aborto.

La sfida è di fare delle vostre case scuole di amore e di vita, e di lavorare insieme nella Chiesa e nella società per salvaguardare i valori del matrimonio e della famiglia. L'apostolato familiare, iniziato dai vostri pastori, è d'importanza vitale per il bene spirituale e il benessere sociale non solo dei cattolici ma di tutti i cittadini del vostro Paese.

Il vostro rappresentante ha già espresso le vostre preoccupazioni per la gioventù del Malawi. Ci rendiamo sempre più conto che il compito non è semplicemente di provvedere ai giovani, ma anche di sollecitare la loro partecipazione, dare loro un senso di appartenenza, impegnare il loro idealismo e la loro energia giovanile nel compito di trasformare il mondo con l'amore di Cristo. Si, cari fratelli e sorelle, la Chiesa ha molte cose da discutere con i giovani. Purché il dialogo sia caratterizzato da cordialità, da chiarezza e da coraggio, si potrà avere un reale scambio tra generazioni a beneficio di tutti e per l'edificazione della Chiesa e della società nonostante tutti i problemi (cfr CL 46).

La testimonianza cristiana nella famiglia e tra i giovani fa parte di una sfida più grande cui la Chiesa fa fronte in modi diversi in tutto il mondo. E la sfida ad evangelizzare la cultura, "convertire, in virtù della sola potenza divina del messaggio che essa proclama, la coscienza personale e insieme collettiva degli uomini, l'attività nella quale essi sono impegnati, la vita e l'ambiente concreto loro propri" (Pauli VI, EN 18). Vi esorto dunque a lasciare che la parola di Cristo modelli il vostro stile di vita, come veri cristiani e veri Malawiani. Lasciate che le radici del Vangelo affondino sempre più nella vostra cultura. Perché è dentro e attraverso la cultura che la fede cristiana diventa parte della storia e artefice di storia.


4. Lungi dall'allontanarvi dal mondo, il carattere secolare della vostra vocazione vi immerge nelle sue profondità. Come laici cristiani voi avete il diritto e il dovere di partecipare alla vita pubblica - nei campi sociale, economico, giuridico, amministrativo e culturale - che servono il bene comune. Dovete testimoniare in essi i valori umani ed evangelici di libertà, giustizia, solidarietà, servizio, semplicità di vita, di amore che privilegia i poveri. Nella divina Provvidenza ogni situazione, ogni attività e responsabilità diventa un'opportunità per voi di praticare fede, speranza e carità (cfr. CL 42 CL 59). Questa sfida vale anche per il vostro lavoro quotidiano, per quanto umile o importante possa essere. Il lavoro ordinario possiede grandi valori personali e sociali. E' parte della via alla santità. Il lavoro non solo vi dà la possibilità di provvedere a voi stessi ed a coloro che vi sono affidati; vi unisce anche agli altri uomini nella fratellanza e nel servizio reciproco, e vi permette di partecipare all'opera divina di creazione e di compimento del mondo. Ciò che si chiede ai lavoratori è competenza, onestà e un autentico spirito cristiano. Di fronte alla disoccupazione ed a simili problemi sociali è necessario garantire che altri partecipino alla vita sociale ed economica del vostro Paese, e godano così della loro parte dei beni di questo mondo come frutto del loro lavoro (cfr. CL 43).


5. Cari fratelli e sorelle: la vostra dignità e la vostra missione in quanto figli e figlie di Dio nel Malawi consistono in questo: portare le persone a Dio perché attirate dal vostro stile di vita; essere santi perché gli altri si sentano ispirati alla santità; seguire Cristo perché gli altri lo cerchino. La formazione cristiana è essenziale per questa missione. Poiché la santità è la nostra regola di vita, la nostra formazione consiste nel cercare una somiglianza sempre maggiore a Cristo. Questo è il vero traguardo della formazione spirituale e dottrinale e il motivo per coltivare le virtù e le capacità che fanno di noi testimoni più efficaci del Vangelo. La formazione è un processo permanente, di discernimento della volontà di Dio nella nostra vita, e di apertura del nostro cuore per rispondere alla vocazione affidataci. Per scoprire la volontà di Dio dobbiamo ascoltare la sua Parola e la Chiesa; dobbiamo affidarci alla preghiera e ad una solida direzione spirituale; dobbiamo riconoscere i talenti datici da Dio e applicarli nella nostra situazione concreta (cfr. CL 58).

Tenendo presente tutto questo, voglio ringraziare i cappellani oggi presenti e tutti coloro che sono impegnati nella formazione dei laici, per il servizio vitale che rendono alla Chiesa. Desidero menzionare in particolare i catechisti, la cui opera è così importante per la crescita della Chiesa, e tutti i Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose per i quali i laici del Malawi sono gioia e coronamento del loro lavoro e dei loro sforzi.

Infine, cari fratelli e sorelle, raccomando tutti voi all'intercessione di Maria, madre della Chiesa. In questa scuola dedicata a nostra Signora della Sapienza, prego per tutti i laici del mondo: "O Vergine Santissima... / Con te rendiamo grazie a Dio... / per la splendida vocazione e per la multiforme missione / dei fedeli laici... / riempi i loro cuori di riconoscenza e di entusiasmo / per questa vocazione e per questa missione... / Insegnaci a trattare la realtà del mondo / con vivo senso di responsabilità cristiana / e nella gioiosa speranza della venuta del Regno di Dio... / Vergine madre guidaci e sostienici / perché viviamo sempre come autentici figli e figlie / della Chiesa di tuo Figlio. / E possiamo contribuire a stabilire sulla terra / la civiltà della verità e dell'amore, / secondo il desiderio di Dio e per la sua gloria. Amen" (CL 64).

1989-05-05

Venerdi 5 Maggio 1989




Ai rappresentanti delle diverse confessioni cristiane e di altre religioni - Blantyre (Malawi)

Sulla scia dell'incontro di Assisi tra capi religiosi continuiamo a pregare e a lavorare insieme per la pace


Carissimi amici.


1. E' per me una grande gioia incontrare voi, rappresentanti e capi di Chiese cristiane e di comunità ecclesiali, e capi di altre religioni. Questo incontro mi dà l'occasione di esprimere il mio apprezzamento per gli sforzi che avete fatto insieme ai capi della Chiesa cattolica nel promuovere uno spirito di comprensione e di fratellanza.

Uno dei motivi della mia visita pastorale in questo Paese è di celebrare il centenario della venuta dei primi missionari cattolici al Malawi. So bene che altri ambasciatori di Cristo erano già arrivati nella regione e avevano iniziato l'opera di diffusione del Vangelo di salvezza in Gesù Cristo. Hanno predicato e servito la gente con amore e con affetto. Rendiamo insieme grazie per tutto quello che è stato fatto nei tempi sin da allora.


2. In anni recenti sono stati fatti molti progressi nel campo della collaborazione ecumenica. In particolare, sono lieto di notare la collaborazione che si è instaurata in molti settori della vita religiosa e sociale tra il Consiglio cristiano del Malawi e la Conferenza Episcopale. Le iniziative congiunte che portate avanti, per esempio tramite il Comitato Cristiano di Servizio e l'Associazione Privata Ospedaliera, testimoniano del vostro comune desiderio di manifestare l'amore di Dio per la vostra gente. In tutte le forme di cooperazione ecumenica è importante che i cristiani non dimentichino l'obiettivo finale della loro comune attività, vale a dire, la ricerca della piena unità cristiana, "perché tutti siano una cosa sola" (Jn 17,21).

La base della nostra unità è già posta nel nostro comune Battesimo.

"Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo... poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù" (Ga 3,27-28). Il nostro Battesimo ci stimola dunque a fare tutto ciò che possiamo per rimuovere le divisioni che esistono ancora tra di noi, per rispondere pienamente alla volontà di Cristo che siano uniti nella fede coloro che ha chiamato ad essere suoi seguaci.


3. Come ben sapete, esiste una essenziale relazione tra la promozione dell'unità cristiana e la proclamazione del Vangelo. Le divisioni tra cristiani sono un ostacolo alla efficace predicazione del Vangelo e uno scandalo al mondo, particolarmente quando sembriamo proclamare "un regno diviso in se stesso" (Lc 11,17).

Ma nonostante queste divisioni è ancora possibile e necessario offrire insieme una testimonianza sincera per quanto limitata, per amore del Vangelo e in obbidienza alla volontà di Cristo. In questo senso io prego che il nostro incontro possa incoraggiare ulteriormente le relazioni ecumeniche tra i cristiani del Malawi.


4. Siamo tutti convinti che la preghiera comune sia non soltanto fondamentale per la ricerca dell'unità tra cristiani, ma anche importante per nutrire l'attività ecumenica stessa nella quale siamo impegnati. Nella preghiera impariamo ad aprire noi stessi a Dio ed agli altri. Nella preghiera comune per l'unità dei cristiani sperimentiamo l'identità tra cristiani che scaturisce dal nostro comune Battesimo, ma sperimentiamo nello stesso tempo il dolore della divisione. In questa stessa preghiera siamo tuttavia incoraggiati dallo Spirito di Cristo, che prega entro di noi (cfr. Rm 8,26), ad andare e lavorare insieme per l'unità di tutti i suoi seguaci. La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani e altre occasioni nell'arco dell'anno offrono splendide occasioni per una preghiera che porta ad una maggior comprensione reciproca, una maggior stima e un maggior amore.


5. Ai capi di altre religioni desidero dire quanto sono grato della vostra presenza e dell'occasione che mi viene data di incontrarvi. Voglio assicurarvi che la Chiesa cattolica è impegnata a promuovere unità ed amore tra tutte le genti, dando priorità "a tutto ciò che gli uomini hanno in comune e che li spinge a vivere insieme il loro comune destino" (NAE 1). La Chiesa è profondamente interessata a portare avanti il dialogo della mente e del cuore con i membri di altre tradizioni religiose per una maggior collaborazione al servizio della famiglia umana. L'incontro di molti capi di religioni di tutto il mondo ad Assisi nell'ottobre del 1986 mise in luce non solo la sensibilità di uomini e donne di religione alla necessità di lavorare insieme per la pace, la giustizia e il progresso nel mondo, ma anche il ruolo della religione stessa nel creare un clima di pace e di dialogo. Siamo realmente convinti che pace e realizzazione dell'uomo siano in definitiva un dono di Dio, il Padre di tutti, un dono che dobbiamo umilmente impetrare dalla sua amorosa misericordia.

Ho la speranza che tra voi ed i cristiani vi sarà sempre un forte vincolo di amicizia e di fiducia. Vi è tanto che può essere fatto in armonia per la crescita e per il benessere del Malawi!


6. A tutti coloro che sono qui presenti, capi cristiani e rappresentanti di altre religioni, desidero esprimere incoraggiamento per la vostra solidarietà nel promuovere la dignità ed i diritti di ogni uomo in questo Paese, nel prendervi cura dei malati e dei sofferenti, nel sostenere la vita di famiglia, nel portare riconciliazione e pace, E' mia speranza e mia preghiera che i vostri sforzi per lavorare insieme continueranno a crescere ed a prosperare. Vi saluto con le parole dell'apostolo Paolo: "Fratelli addio... abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace, e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi" (2Co 13,11).

1989-05-05

Venerdi 5 Maggio 1989




L'augurio durante la cerimonia di congedo - Blantyre (Malawi)

Popolo del Malawi: va' avanti con coraggio


Eccellenza, Presidente Banda, onorevoli membri del governo del Malawi, fratelli e sorelle in Cristo, signore e signori.


1. Nel momento di lasciare Blantyre, desidero esprimere la mia profonda gratitudine a lei, signor Presidente, ed a tutte le autorità civili e religiose del Malawi. Vi ringrazio sinceramente per il vostro invito a trascorrere questo tempo con voi.

In quest'ultimo giorno della mia visita al vostro bellissimo Paese, il mio pensiero si rivolge a tutte le persone del Malawi che mi hanno accolto come amico e come fratello. Sono grato a tutti coloro che hanno lavorato così alacremente per rendere possibile questa visita. Il mio ringraziamento va a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volontà - a coloro che ho potuto salutare personalmente ed a coloro che mi sono stati vicini attraverso la radio e la stampa. La vostra ospitalità è stata calorosa e ricolma d'amore. E' stata realmente africana!


2. Sono venuto come un fratello in Cristo, come un pellegrino al Popolo di Dio nel Malawi. Vi ringrazio di aver aperto i vostri cuori per ascoltare il messaggio dell'amore di Cristo e per il vostro desiderio di fare di quel messaggio una realtà visibile a tutto il mondo. Ringrazio i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi ed i seminaristi per i nostri incontri. Sono stato felice di stare insieme ai giovani, che sono un segno sicuro di speranza per il futuro di questo Paese; con i laici, che hanno un compito così importante da svolgere nella vita della Chiesa e della società; e con gli altri cristiani e membri di altre fedi che hanno partecipato alle varie manifestazioni di questa visita. Mi rimane da compiere l'atto finale della mia visita: la celebrazione della Messa a Lilongwe, la nuova capitale del Malawi. Per tutte queste occasioni di ascolto, di apprendimento, di condivisione e di preghiera, esprimo la mia eterna gratitudine.

E' stata per me una grande gioia essere testimone della grazia di Dio all'opera nella gente di questo Paese. Le splendide cerimonie e il meraviglioso spirito di partecipazione che le hanno accompagnate resteranno in me una memoria incancellabile. Le conservero come un prezioso tesoro. La Chiesa nel Malawi, come il Malawi stesso, è giovane e vigorosa. Essa è ansiosa di fare grandi cose per Cristo e per l'intera famiglia umana. Possa essere sempre così!


3. Credo fermamente nella bontà che è insita in ogni essere umano. Predico dunque rispetto e dignità per tutti, dovunque vado. Credo nel messaggio di conversione e di vita che vi ho proposto. Convertitevi e vivete! E' stato questo il tema della mia visita. Credo nella verità e nell'amore che scaturiscono dalla conversione e che portano alla pace. Oggi, sono lieto di dire: credo nel popolo del Malawi - nella vostra capacità di affrontare i problemi che assillano il vostro Paese, e di superarli con coraggio e con speranza.

Abbiamo celebrato la nostra unità nella fede e nell'amore. Possano quella fede e quell'amore rinforzarsi - possano esprimersi in una maggior comprensione, nel reciproco rispetto e soprattutto nella carità verso gli altri.

Popolo del Malawi: va' avanti con coraggio! Accettate la sfida dell'amore e del servizio cristiani.

Possa Dio onnipotente benedire abbondantemente il vostro bellissimo Paese, il suo popolo e il suo futuro! Dio Benedica il Malawi!

1989-05-06

Sabato 6 Maggio 1989




L'omelia durante la Messa - Ai fedeli riuniti, Lilongwe (Malawi)

Vi propongo una sfida: guardate dentro voi stessi, guardate alla ricchezza delle vostre tradizioni, guardate alla fede


"Dio è asceso... / Dio è re di tutta la terra / Dio regna sui popoli" (Ps 47,5-8).

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, carissimo popolo di Lilongwe e della regione circostante.


1. Questa Messa celebrata a Lilongwe, nuova capitale del Malawi, è l'atto finale della mia visita attuale in Africa. Ho trascorso otto giornate memorabili in quattro differenti paesi. In questa Eucaristia porto tutti i popoli d'Africa davanti al Signore del cielo e della terra, e rinnovo il mio appello a voi tutti di amarlo. Rimanete vicini a Cristo: è questo il mio messaggio a voi, oggi. Nelle mie visite pastorali in tutto il mondo ho rivolto questo appello a popoli di ogni razza e di ogni lingua: restate vicini a Cristo! Vi chiedo di ricordare questo luogo, dopo che saro partito.

Saluto il Vescovo Chimole, i sacerdoti della diocesi, i padri Bianchi che iniziarono questa missione; i padri Monfortani che hanno portato un così valido contributo all'evangelizzazione del Sud; i carmelitani, i francescani ed i padri di Kiltegan; i fratelli e le sorelle di congregazioni troppo numerose per menzionarle tutte, ma tutti amati e stimati per la loro testimonianza evangelica e per il loro amoroso servizio alla Chiesa. Invio un saluto speciale alle clarisse contemplative, la cui vita di preghiera e di penitenza ha una recondita fecondità spirituale. Offro il mio incoraggiamento a tutti i catechisti, ai membri di movimenti e di organizzazioni ecclesiali, ed a tutto il Popolo di Dio presente a questa Messa.

Ringrazio le pubbliche autorità per la loro partecipazione a questo momento di gioia per l'intera comunità cattolica. Ed a tutti i bambini e giovani qui presenti dico: il Papa vi ama e ripone in voi la sua speranza!


2. Abbiamo udito nella lettura degli Atti degli Apostoli che Cristo, quaranta giorni dopo la sua Risurrezione e in presenza degli apostoli, "fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo" (Ac 1,9).

La nube manifesta la presenza di Dio mentre nello stesso tempo lo vela allo sguardo (cfr Ex 24,15-18). Nell'antico testamento leggiamo che il Signore scese verso Mosè in una nube: "Il Signore scese nella nube e gli parlo" (Nb 11,25). Quando Gesù fu trasfigurato, la nube rivelo di nuovo la presenza di Dio (cfr Mt 17,1-8). Cristo verrà di nuovo "sulle nubi" (Ap 1,7), mentre gli eletti andranno incontro a lui, sempre sulle nubi (1Th 4,17).

Cristo fu avvolto dalla nube e nascosto alla vista degli apostoli.

Cristo che risorse dai morti il terzo giorno, trionfa sulla morte. Ora che è asceso al Padre, è andato a preparare un posto per gli eletti, che parteciperanno pienamente a questa nuova vita in cielo, in eterno. Cristo ha lasciato il mondo, ma si manifesterà di nuovo alla fine dei tempi (Ac 1,11).


3. La lettera agli Efesini parla anche del ritorno di Gesù al Padre. San Paolo scrive: "Ma che significa la parola "ascese", se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?" (Ep 4,9).

Si. "Discese": il Figlio di Dio, uno con il Padre, Dio da Dio e luce da luce, si fece uomo. "Discese" - inviato dal Padre nello Spirito Santo. "Discese" per la nostra salvezza e per redimerci dal peccato.

Questa vittoria è stata conseguita attraverso la Croce - per mezzo della Passione e morte di Gesù. Cristo crocifisso e sepolto nella tomba "risuscito il terzo giorno", e confermo così il suo potere sulla morte. In questo sta la verità riguardo a Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. E san Paolo aggiunge: "Colui che discese è lo stesso che anche ascese al disopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose" (Ep 4,10).

Cristo "ascese" e "siede alla destra del Padre" come eterno Figlio.

L'unico mediatore tra Dio e noi, fu inviato perché intercedesse per noi. Si fece Figlio dell'uomo, e come vero uomo "ritorno al Padre". Egli regna su tutto, ma il suo regno non è di questo mondo (cfr Jn 18,36). Questo disse Cristo davanti a Pilato.

Nello stesso tempo egli - il Messia - proclamo l'avvento del Regno e lo affido agli apostoli e alla Chiesa come compito da espletare. E se un uomo, con tutte le altre creature viventi, e temporaneamente soggetto alla morte, lui che ha vinto la morte ha rivelato e costituito il Regno che, in modo assoluto, supera tutte le potenze e tutti i regni terreni, e tutte le potenze delle tenebre e della morte.


4. Purtroppo i segni delle tenebre sono familiari a tutti e ad ognuno. Vi sono sofferenze personali e fallimenti personali. Vi sono mali collettivi e sociali che richiedono coraggio e sforzi senza fine per risolverli.

So che molti giovani non riescono a trovare lavoro, e si scoraggiano facilmente. La disoccupazione non promuove la dignità della persona, mentre "mediante il lavoro l'uomo non solo trasforma la natura, adattandola alle proprie necessità, ma anche realizza se stesso come uomo ed anzi, in un certo senso, "diventa più uomo"" (LE 9). In molte occasioni ho lanciato appelli per un nuovo ordine economico che permetta ai popoli dei paesi in via di sviluppo di guidare i propri destini in questo campo e di garantire risorse di occupazione per la popolazione attiva (cfr SRS 26). Vi incoraggio, giovani, a non perdere fiducia in voi stessi. Voi comprendete che la soddisfazione e la felicità risiedono non tanto nell'avere quanto nell'essere: essere uomini e donne maturi e responsabili, impegnati a costruire una società che sia giusta, pacifica e preoccupata dei deboli e dei bisognosi.

In anni recenti vi è stato un allarmante incremento del numero delle persone che hanno dovuto fuggire dalla loro patria per guerre e per fame. Il Malawi ha spalancato le porte a migliaia di rifugiati, molti dei quali cattolici.

Ogni sforzo da parte delle pubbliche autorità, delle Chiese e delle organizzazioni internazionali per aiutare questi fratelli e queste sorelle va incoraggiato e sostenuto. A voi che avete dovuto attraversare i confini, io dico: Non perdete la speranza! Cristo stesso era una volta un rifugiato in Egitto - qui in Africa! E' dalla parte vostra, per darvi coraggio e speranza. Dobbiamo pregare tutti per la pace, per una maggior stabilità e armonia in questo continente. E' in gioco l'avvenire dell'Africa!


5. Fratelli e sorelle: prima di lasciare l'Africa voglio esortare voi e tutti gli uomini di buona volontà a rendervi conto dell'importanza e della sacralità della vita familiare. Un popolo non può essere forte senza una solida vita familiare.

Una nazione non può sopravvivere a lungo nella giustizia e nell'armonia sociale senza una sana vita familiare. La famiglia è l'ambiente originale per lo sviluppo personale. E' la più grande scuola di relazioni umane e di maturità sociale. E' il posto delle prime nozioni e pratiche religiose.

La disaffezione in tante coppie sposate e la tragedia dello scioglimento dei matrimoni sono motivo di grave preoccupazione. L'unità deve rispecchiarsi in un profondo legame di amore tra i genitori e tra questi e i loro figli. Le culture africane hanno sempre insistito sull'amore per i figli. Rinuncerà l'Africa a quell'amore? In favore di che cosa? Il mio appello va a tutti i genitori: amate i vostri figli come il più grande dono elargito da Dio. Introduceteli a Cristo, guidateli nelle sue vie.

Come i genitori sono i primi maestri dei giovani nelle vie della fede, così le scuole cattoliche hanno anch'esse un importante ruolo come centri di formazione nella fede e nella crescita umana. Ringrazio le sorelle, i fratelli ed i laici che si sono dedicati al servizio dei giovani in questo modo. E' mia fervida speranza che la collaborazione tra lo Stato e la Chiesa continuerà a dare alle scuole cattoliche la libertà e l'appoggio di cui hanno bisogno per promuovere l'educazione. I bambini ed i giovani sono il futuro del Malawi.


6. Il tema della mia visita era "Convertitevi e vivete". I vostri Vescovi hanno scritto una lettera pastorale sull'argomento, per ricordarvi che i seguaci di Cristo sono costantemente chiamati alla conversione ed alla santità di vita. Cosa vuol dire condurre una vita di conversione? Significa vivere in fedeltà, come Cristo fu fedele - fedele al Padre e fedele alle sue promesse. Per il popolo del Malawi oggi, significa vivere nella fedeltà a Cristo, in uno spirito di amore, di generoso servizio agli altri, di rispetto, di unità e di armonia. Significa essere onesti, sinceri e affidabili nelle relazioni umane. Significa accettare gli altri con le loro tradizioni ed i loro doni speciali. Come popolo convertito e pieno di grazia, dovete proclamare la presenza amorosa e potente di Cristo nelle vostre città, nei vostri paesi, nei vostri villaggi e nelle vostre zone rurali. Cristo chiama ognuno di voi perché abbandoniate il peccato e ritorniate alla luce - la luce della fede, della speranza e della carità.

Oggi qui a Lilongwe, al termine della mia visita al Malawi e all'Africa, ringraziamo Dio per la grazia che è vostra in Gesù Cristo e per la Chiesa che è presente in mezzo a voi, cercando di rivelare l'amore di Dio per voi tutti. Il cristiano è "chiamato con la grazia" (Ga 1,6), "è acceduto alla grazia" (Rm 5,2) e vive sotto il suo Regno (cfr Rm 5,21 Rm 6,14). Questa esigenza è vita nel senso più pieno della parola, la vita di coloro che sono "ritornati dai morti" e che vivono una nuova vita con Cristo risorto (Rm 6,4 Rm 6,8). Attraverso la grazia riusciamo a diventare noi stessi. Attraverso la grazia cresciamo nella santità al cospetto di Dio.

Vi propongo oggi una sfida - una sfida a respingere un modo di vivere che non corrisponde alle vostre migliori tradizioni locali e alla vostra fede cristiana. Molti in Africa guardano al di là dell'Africa, alla cosiddetta "libertà del modo di vivere moderno". Oggi io vi esorto a guardare dentro voi stessi.

Guardate alla ricchezza delle vostre tradizioni, guardate alla fede che stiamo celebrando in questa assemblea. Qui troverete una autentica libertà - qui troverete Cristo che vi guiderà alla verità.


7. Leggiamo nel Vangelo di san Marco: "...il Signore Gesù, dopo aver parlato loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano" (Mc 16,19-20).

Si. Il Signore è asceso. Ma rimane con noi. E' con voi oggi, nel Malawi.

Oggi, cari amici, do un addio a questo meraviglioso Paese ed a voi, il popolo che mi ha dato il benvenuto con tanta cordialità e con tanto amore. Vi ringrazio tutti dal profondo del cuore. Chiedo a Dio di benedire le popolazioni della parte settentrionale del Paese, alcune delle quali sono qui oggi. Purtroppo non ho potuto visitarvi in questa occasione. Vi assicuro che vi terro presenti nei miei pensieri, con il mio affetto e nelle mie preghiere.

Porto con me il ricordo delle vostre facce sorridenti, e della speranza che questo Paese offre per il futuro dell'Africa e per il futuro della Chiesa.

Prego che l'opera di evangelizzazione iniziata qui quasi un secolo fa, e che ha già dato tanti frutti, continui a dare una ricca messe. Il messaggio di Cristo deve essere portato alla conoscenza di tutti. Prego che la Chiesa cattolica nel Malawi cresca nella sua statura spirituale e sia una luce sicura per tutti quelli che seguiranno.

Convertitevi e vivete! Dio benedica il Malawi! così sia.

1989-05-06

Sabato 6 Maggio 1989




Al termine della celebrazione - Lilongwe (Malawi)

Dio vi benedica, fratelli e sorelle del Malawi


Dopo quest'ultima celebrazione in Malawi, a Lilongwe, il Papa esprime la sua gratitudine per la vostra partecipazione, profondamente religiosa, all'Eucaristia, espressa dalle vostre preghiere, dalle vostre canzoni e dalla vostra partecipazione alla santa Comunione. Allo stesso tempo desidero salutare il Malawi intero. Esprimo la mia gratitudine per la vostra ospitalità. Dio vi benedica, fratelli e sorelle del Malawi.

1989-05-06

Sabato 6 Maggio 1989




Recita del "Regina Coeli" - Ai fedeli riuniti, Città del Vaticano (Roma)

Il dono del consiglio illumina la coscienza nelle scelte morali



GPII 1989 Insegnamenti - Il discorso ai rappresentanti dei movimenti laicali - Blantyre (Malawi)