GPII 1989 Insegnamenti - L'omelia durante la Messa - Ai fedeli riuniti, Uppsala (Svezia)

L'omelia durante la Messa - Ai fedeli riuniti, Uppsala (Svezia)

La grandezza di questa nazione si misura sulla grandezza delle sue famiglie


Cari fratelli e sorelle in Cristo, cari genitori e figli.


1. Miei cari ragazzi, sorelle e fratelli! Ci troviamo oggi in uno dei luoghi dove ebbe inizio il cristianesimo in questo Paese. Ci troviamo in un luogo che veniva considerato sacro persino prima dell'arrivo del cristianesimo in Svezia ed è qui in questo luogo storico che desidero salutare i bambini cattolici della Svezia ed i loro genitori. Noi tutti siamo figli di Dio ed è in questo spirito che celebriamo insieme questa Messa.

Vorrei salutare soprattutto i rappresentanti della Chiesa di Svezia e delle Chiese libere insieme alle autorità che hanno contribuito a rendere possibile questa Messa qui nella vecchia Uppsala.

E' con gioia particolare che do il benvenuto a molte famiglie di rifugiati che sono venuti qui a questa Messa da vari campi profughi del Paese. Ci sono molte persone in Svezia che hanno dovuto lasciare la loro patria per trovare una nuova casa qui. Ma per voi questo dolore è particolarmente acuto in quanto siete stati obbligati a trovare una nuova casa per i vostri figli e per voi stessi soltanto in questi ultimi mesi. Preghiamo il Signore affinché riusciate a trovare la sua pace nell'accoglienza che vi offre questo Paese.


2. Poiché siamo qui riuniti per celebrare il mistero di Cristo presente nella Parola e nel sacramento, riflettiamo sulla promessa a cui si fa riferimento nella prima lettura della Messa di oggi dove si legge che "per voi infatti è la promessa e per i vostri figli" (Ac 2,39). Cosa è questa promessa? E' il messaggio di salvezza per tutti i popoli. Era stato predicato da Cristo ed è ancora predicato dalla Chiesa nella potenza dello Spirito Santo. Prima di ascendere al cielo, Cristo aveva assicurato i suoi apostoli che non li avrebbe abbandonati. Egli promise loro il dono dello Spirito, e mantenne la sua promessa! Nel giorno di Pentecoste, quando gli apostoli si trovavano riuniti, "apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo" (Ac 2,3-4).

Miei cari amici: la promessa di salvezza, trasmessa dagli apostoli, è intesa per voi e per i vostri figli. Anche voi avete ricevuto il dono dello Spirito Santo come promessa di salvezza in Cristo. Ma questo dono porta con sè una responsabilità. Voi siete chiamati a fare promesse e a mantenerle: le promesse del vostro Battesimo, specialmente se esse sono vissute nella vita impegnandosi con Dio nel matrimonio, nel sacerdozio e nella vita religiosa. Oggi desidero parlarvi della vocazione al matrimonio in particolare, della paternità e della missione della famiglia secondo il piano di salvezza.


3. Quando i bambini e le bambine entrano nell'adolescenza, essi vengono attratti gli uni dalle altre. Iniziano a condividere le loro esperienze di vita, la loro storia familiare, i loro interessi e le loro esperienze di vita, la loro storia familiare, i loro interessi e le loro speranze per il futuro. Poco a poco una relazione di amore si sviluppa e si approfondisce, fino a quando raggiunge uno stadio in cui deve poi sfociare nel matrimonio.

Nel Matrimonio, un uomo ed una donna si impegnano reciprocamente con un patto inscindibile di donazione di sè all'altro, e promettono di essere fedeli uno verso l'altro fino alla fine, nonostante le difficoltà che potranno verificarsi.

In questo legame sacramentale, un uomo ed una donna formano una unione di amore, un amore che non è una emozione passeggera o un'infatuazione, ma una decisione libera e responsabile di unirsi insieme, completamente, "nella buona e nella cattiva sorte". Si tratta di un amore che deve essere proclamato al mondo, un buona Novella da dividere. La promessa del Matrimonio è un patto incondizionato e durevole. L'amore che è stato promesso sull'altare e che è stato benedetto nel rito del Matrimonio ha una stabilità che non è soggetta a cambiamento. Il Matrimonio cristiano è un sacramento stabilito così da Cristo. Esso possiede gli elementi del mistero dell'amore di Cristo per la sua Chiesa, la Sposa di Cristo (cfr. Ep 5,32). La parola "amore" ha un significato sacro e nel contesto del Matrimonio cristiano dovrebbe essere usata con particolare rispetto e riverenza.

Un amore di questo tipo e l'impegno della fedeltà per tutta la vita richiedono una attenta preparazione dalla prima infanzia fino al giorno del matrimonio. E dopo il giorno del matrimonio, dopo lo scambio dei voti, l'amore continua a crescere e ad approfondirsi; non deve diminuire con il passare degli anni. Il vero amore rimane e non potrà mai essere travolto dalle varie controversie. La grazia di Dio aiuta a sostenere il legame sacramentale e rafforza la coppia nell'affrontare le difficoltà della vita.


4. Nel piano di Dio l'amore del marito e della moglie supera se stesso; una nuova vita è generata, è nata una famiglia. Una famiglia è una comunità di amore e di vita. I figli esprimono in modo concreto l'amore promesso sull'altare. Una "famiglia" e una "casa": sono queste meravigliose parole, che evocano un senso di sicurezza e di intimità. Sono parole con un profondo significato che deve essere nutrito e protetto.

Essere genitori comporta preoccupazioni e difficoltà, ma anche gioia e senso di realizzazione. Vorrei ricordare a voi genitori: i vostri figli sono il vostro grande tesoro. Essi vi amano molto, anche se per loro, a volte, è difficile esprimere questo amore. E' una triste realtà il fatto che a causa delle pressioni del lavoro e del frenetico ritmo della vita molti genitori trovino sempre più difficile dedicare abbastanza tempo ai propri figli. Vi esorto oggi: cercate di trovare occasioni per un dialogo e per una condivisione profonda con i vostri figli. Non lasciate che essi divengano estranei pur vivendo sotto lo stesso tetto.

Gli anni trascorsi in casa passano velocemente. Sono anni preziosi. Ogni momento passato con i vostri figli li arricchirà, e in cambio anche voi scoprirete le vostre vite enormemente arricchite. Il futuro della Chiesa, il futuro dell'umanità stessa, dipende in gran parte dalla qualità della vita di famiglia e dall'intimità dei rapporti familiari. La grandezza di questa Nazione, e di ogni nazione, può essere misurata dalla grandezza delle sue famiglie.


5. Vorrei anche dire alcune parole ad un gruppo speciale qui presente: i figli.

[Parlando la lingua svedese il Papa ha detto:] Cari bambini! Il Papa non potrebbe venire sempre da Roma e dirvi quanto lui pensi a voi e a tutti i bambini della Svezia. In qualuque posto io faccia visita ai membri della Chiesa desidero incontrare i bambini del mondo. In voi è visibile l'amore di Dio. Voi siete per i vostri genitori un dono mandato da Dio. Anche la vostra vita è un dono mandato da Dio. E voi siete un dono per il vostro Paese: siete il suo futuro. Siete un dono per la Chiesa, per la vostra parrocchia, per la vostra scuola, per le vostre attività.

Io so che siete consapevoli di avere ricevuto così tanto. Non tutti i bambini hanno ricevuto le stesse cose. Non tutti i bambini sono felici. Non tutti sono in salute, ben nutriti e curati. Spero che cresciate con il grande desiderio di far qualcosa per quelli meno fortunati di voi, che cercherete di rendere questo mondo un luogo pieno di amore per coloro che hanno bisogno. Questo è ciò che Gesù si aspetta da voi.

Cercate di ricordare sempre, anche quando siete tristi, che Gesù è vostro amico. Vi chiama suoi figli e condivide le vostre ansie e si mostra preoccupato per voi. Come vostro amico vuole che voi gli parliate nella preghiera.

Lo pregate per i vostri genitori, i vostri fratelli e sorelle e i vostri nonni? Lo ringraziate di tutte le sue benedizioni? Lo pregherete per me? Grazie e sappiate che io vi portero sempre con me nel mio cuore.

[Dopo aver salutato in svedese i bambini, il Papa ha aggiunto un saluto in spagnolo e uno in polacco. Questo il testo in spagnolo:] A tutti coloro che parlano spagnolo, tutti gli Spagnoli, tutti i Latinoamericani, specialmente i Cileni qui presenti, rivolgo i miei migliori autori, per voi, per le vostre famiglie. Che Dio benedica le famiglie, i padri, come anche i bambini in tutte le famiglie.

[Questa la traduzione del testo polacco:] Ed ora voglio ripetere lo stesso augurio a tutti gli emigrati polacchi, sia coloro che hanno messo le radici in questa terra da molto tempo, sia coloro che sono venuti recentemente. Cari fratelli e sorelle, con tutte le vostre forze cercate di conservare e mantenere questo sacro legame sacramentale che unisce il Matrimonio e la famiglia. Fatelo per voi stessi, per voi: mariti e mogli; per voi: padri e madri, per i vostri figli, per i vostri nipoti, per il futuro della Nazione, anche per questa Nazione svedese e per la sua Chiesa. Ve lo auguro di cuore. Oggi prego per questo con tutti voi qui riuniti durante la santa Messa per le famiglie. Sia lodato Gesù Cristo.

[Riprendendo poi a parlare in inglese il Santo Padre ha così proseguito:]


6. Cari fratelli in Cristo: Come famiglie cristiane, genitori e figli insieme, voi siete chiamati a dare una testimonianza profetica, a scoprire con gli altri la presenza dello Spirito Santo nelle vostre vite. La vostra gioia nel ricevere la buona Novella è grande ma può essere ancora più grande se condivisa con gli altri.

I santi svedesi come santa Brigida e sant'Erik avevano capito tutto ciò: la buona Novella deve essere condivisa. Essi presero a cuore questa richiesta di nostro Signore, e oggi chiedo a tutte le famiglie svedesi di fare lo stesso.

Con Cristo io dico prima di tutto: "Andate!". Andate nel mondo confidando nell'amore di Dio. Per alcune persone il mondo può essere un posto vuoto perché essi hanno paura di credere nella luce, nell'amore e nella bontà che discendono dalla grazia di Dio. Andate da coloro che sono nel dubbio o che si sono smarriti nella vita, da coloro che vivono nella disperazione, da coloro i cui cuori sono riempiti dalle preoccupazioni della vita o dalle cose materiali così che c'è poco o niente spazio per Dio.

Insieme a Cristo vi dico: "Fate discepoli". E' un nostro privilegio indicare Cristo a coloro che lo stanno cercando ed invitarli a seguirlo. Non dobbiamo avere paura di rispondere a coloro i quali ci fanno domande fondamentali sulla nostra fede o di proclamare il Vangelo con parole e con opere. Non abbiate paura di fare discepoli tra coloro che sono completamente indifferenti a Cristo e al suo messaggio.

"Battezzate". Gesù ci ha chiamati a far parte della Chiesa, e desidera in cambio da noi che portiamo altri alla Chiesa. Egli vuole tutti gli uomini immersi nel suo amore, per purificare se stessi dai loro peccati, per lavarsi e diventare puri. Egli vuole che tutti si convertano e vivano.

"Insegnate", dice Gesù. Insegnate uno all'altro l'amore che Dio ha per ognuno di voi. Insegnate con la fede e con l'esempio. Genitori: insegnate ai vostri figli l'importanza di un rapporto personale con Gesù, il nostro diletto salvatore e amico. Insegnate loro l'importanza della preghiera. Voi siete i primi insegnanti dei vostri figli sulla strada della fede e della santità. Nessuno può prendere il vostro posto in questa opera.

Andate, fate discepoli, battezzate ed insegnate! Questa può essere la base di un vigoroso apostolato familiare in Svezia.


7. Il giorno di Pentecoste, la gente era così colpita dalle parole di Pietro che chiesero agli apostoli: "Che cosa dobbiamo fare fratelli?" (Ac 2,37). Voi potete rivolgervi la stessa domanda. Cosa dobbiamo fare? Voi avete ricevuto lo Spirito Santo con il sacramento del Battesimo e della Cresima. I suoi doni non devono rimanere nascosti ma devono essere usati per realizzare il Regno di Dio sulla terra. Cosa dovete fare? Avete la libertà di decidere. Il mondo sta aspettando la vostra risposta. Questo è il momento della vostra decisione! "La promessa è per voi e per i vostri figli".

Il Signore è stato fedele alle sue promesse. Voi dovete essere fedeli a lui. Andate avanti insieme nella fede, speranza ed amore che vivono nello Spirito del nostro Signore Gesù Cristo. Amen.

1989-06-09

Venerdi 9 Giugno 1989




Ai rappresentanti delle opere di assistenza tedesche - Stockholm (Svezia)

Il vostro aiuto è di grande importanza per la crescita della Chiesa scandinava


Cari fratelli e sorelle! Durante la mia visita nei cinque paesi della Confederazione Episcopale Nordica ho potuto rendermi conto che molti luoghi quali chiese, cappelle, canoniche sono state ristrutturate o costruite ex-novo. Ciò rappresenta un precedente importante, a dimostrazione del fatto che la Chiesa può adempiere in ogni modo il suo compito come viene richiesto dalle forme di vita e dalle aspettative odierne.

Senza l'aiuto straordinario che viene offerto alla Chiesa nordica della diaspora da amici e sostenitori come la Germania Federale, in primo luogo, questi nuovi edifici non sarebbero sorti. Il Bonifatiuswerk, il Sankt-Angarius-Werk e altri istituti caritativi hanno fatto molto in questo senso.

Inoltre mi è stato anche spiegato che il vostro sostegno non si limita al progetto architettonico. Con grande e sempre nuovo zelo andate via via scoprendo sempre nuove possibilità per la promozione e lo sviluppo della vita e dell'opera della Chiesa nella diaspora settentrionale così come per i vostri preti e collaboratori pastorali.

Tra l'altro il vostro aiuto si concretizza attraverso il finanziamento dei paramenti e gli arredi sacri per la santa Messa così che il servizio liturgico possa svolgersi in modo degno; offrite inoltre materiale didattico per la catechesi e alcuni veicoli. E' d'obbligo citare anche le molte donazioni che vengono utilizzate per il sostentamento del clero e per delle concrete iniziative pastorali.

Desidero dunque ringraziare voi, i vostri collaboratori e i molti benefattori per queste importanti donazioni. Potete stare certi di aver fatto il vostro dovere che è di grande importanza per la crescita della Chiesa in questi paesi. Il mio grazie va a voi anche per l'aiuto che offrite agli immigrati perché possano trovare veramente una nuova patria, ma anche per la vostra apertura nel dialogo ecumenico con i cristiani non cattolici.

Spero che voi stessi - forse anche attraverso le annuali settimane di studio per sacerdoti, laici, e religiosi - vi formiate la convinzione che questo aiuto non può essere considerato soltanto come puro e semplice sostegno materiale.

Si tratta piuttosto di una vera e propria collaborazione tra le Chiese locali che si è venuta sviluppando nella solidarietà cristiana e nella disponibilità all'aiuto reciproco per arrivare ad una vera amicizia.

Le esperienze pastorali nella diaspora dei paesi nordici possono a loro volta esservi di aiuto per fronteggiare meglio le difficoltà con le quali vi confrontate in modo analogo nelle vostre Chiese locali. La sfida di una crescente secolarizzazione ci pone di fronte nuovi problemi per la cui soluzione dobbiamo raccogliere nuove esperienze tutti insieme. Se volessimo confrontarci soltanto con i nostri problemi particolari verrebbe a mancarci la nostra natura cattolica, vale a dire la capacità di essere Chiesa universale. Rimaniamo cattolici soltanto quando sappiamo essere solidali e legati con tutte le Chiese particolari della terra, e questo vale sia per l'ambito materiale che per quello spirituale. Per tutti i cristiani vale in egual misura la parola dell'apostolo Paolo: "Per il momento la nostra abbondanza supplisca la vostra indigenza..." (2Co 8,14).

Amati fratelli e sorelle, raccomando il vostro lavoro futuro alle preghiere del vostro grande patrono, san Bonifacio l'apostolo dei tedeschi, e a quelle di sant'Ansgar, il primo missionario cristiano di queste terre del Nord.

Possano essere questi santi dei modelli e sostegno per la vostra opera e per tutti voi anche nel futuro! Ancora grazie dal profondo del mio cuore per il vostro lavoro fedele. Mi unisco alla vostra preghiera perché scenda su di voi e sui vostri instancabili collaboratori la benedizione divina.

1989-06-09

Venerdi 9 Giugno 1989




L'omelia dell'ultima Messa del pellegrinaggio - Vadstena (Svezia)

Giovani del Nord: ricordate che il significato più ricco della vita risiede nel donare


Miei cari giovani,


1. Oggi ci troviamo insieme nella città di santa Brigida. Brigida, la santa patrona della Svezia, è una donna che nella sua vita riusci a conciliare il matrimonio e la carriera. E' anche diventata una religiosa fondando anche un nuovo ordine nella Chiesa. Le sue sorelle sono ancora qui oggi.

E' qui che vi siete riuniti come rappresentanti di tutti i giovani dei paesi nordici. Adesso, al termine della mia visita in questi paesi, mi rivolgo a voi, giovani. Saluto voi in modo speciale, voi che siete il futuro della Chiesa cattolica e delle altre Chiese cristiane in questi paesi. Il mio speciale saluto va ai rappresentanti della diocesi luterana di Linköping, in particolare al gruppo di giovani provenienti da quella diocesi. La vostra presenza è un segno del clima ecumenico tra di voi per il quale ringraziamo Dio. Vorrei anche ringraziare i rappresentanti della città di Vadstena e il sindaco di questa contea. Desidero anche estendere un saluto particolare ai membri del movimento "Fede e Vita" che sono qui oggi.

[Il Santo Padre ha poi proseguito a parlare in inglese:]


2. Il tema della vostra preparazione per l'incontro di oggi è stato "Dai confini verso il Centro". Come tutti i giovani del mondo voi siete alla ricerca di ciò che è importante e centrale nella vita. Nonostante alcuni di voi siano distanti da un centro geografico, ed alcuni possano essere lontani dalla fede e dall'affidamento a Dio, siete venuti qui perché siete veramente alla ricerca di qualcosa di importante su cui basare le vostre vite. Voi volete stabilire salde radici e percepite che la fede religiosa è una parte importante per la vita piena che desiderate.

Permettetemi di dirvi che io capisco i vostri problemi e le vostre speranze, anche se la vostra situazione è differente sotto molti aspetti da quella che i vostri genitori ed io stesso abbiamo sperimentato quando eravamo giovani.

Quando avevo diciannove anni, scoppio la seconda guerra mondiale, e inizio un periodo di violenza e di stragi completamente senza senso, che colpi duramente il mio Paese. A volte ero preoccupato per la mia salvezza e per quella della mia famiglia e dei miei amici. Alcuni di voi hanno sperimentato le avversità, la persecuzione o le minacce alle vostre vite prima di venire nelle vostre nuove case. Ma la maggior parte di voi ha vissuto in pace, in libertà e nella sicurezza che il vostro Paese offre. Tuttavia, voi sapete che un alto livello di vita non produce automaticamente felicità e pace interiore.

Oggi, giovani amici, desidero parlarvi riguardo la pace e la gioia che possono essere trovate, non nel possedere ma nell'essere, conoscendo una persona e vivendo secondo il suo insegnamento. Questa persona è Gesù Cristo, nostro Signore e amico. Egli è il centro, il punto focale, colui che ci riunisce nell'amore.


3. Nel Vangelo della Messa di oggi, Gesù dice le seguenti parole nella casa di Zaccheo: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa" (Lc 19,9). Voglio ripetere queste parole di Gesù in questa casa, nel cortile del castello di Vadstena. Per tutti noi - sia in Svezia che in Roma - questo castello è associato alla memoria di santa Brigida. Durante la sua vita la Svezia era un paese cattolico. Il cristianesimo era tuttavia nuovo per la regione. Vivendo ai confini del mondo cristiano in quel tempo, essa venne chiamata da Dio per rinnovare la Chiesa, che lei aveva visto allontanarsi dal centro, lontana da Cristo. Essa venne a Roma e li lavoro incessantemente per l'unità della Chiesa. Era una donna con un carattere forte, con una fede eroica, ricca di speranza ed amore.

Insieme con santa Brigida, desidero ricordare alcuni tra i primi apostoli e missionari in Scandinavia e altrove nel Nord Europa, santi uomini e donne che vivevano testimoniando Cristo.

[Il Papa ha poi proseguito in lingua svedese:] Giovani di Svezia, vi ricordate la personalità di santa Brigida, e l'esempio di sua sorella Caterina, che hanno trovato nella loro fede cristiana lo scopo della loro vita? Anche sant'Ansgar ha viaggiato in queste regioni diffondendo il seme della fede. La sua coraggiosa opera missionaria gli ha guadagnato l'appellativo di "apostolo del Nord". Re Erik IX è il vostro santo patrono e il simbolo dell'unità nazionale. Questi uomini e donne fanno parte del vostro retaggio. Nel Vangelo essi hanno scoperto la grande avventura che ha dato un significato alla loro vita. Possano essi aiutarvi con le loro preghiere a fare altrettanto.

[Il Santo Padre, parlando poi in finlandese, ha detto:] Saluto i giovani finlandesi che sono giunti qui a celebrare con il Papa.

A voi, sant'Erik, il vostro santo patrono, rammenta che seguire Cristo richiede coraggio e un grande senso di fiducia nell'amorevole presenza di Dio nella vostra vita. Quando tornerete nel vostro Paese, dite alle vostre famiglie e ai vostri amici che il Papa li saluta e prega per loro.

[In lingua danese ha poi aggiunto:] Cari giovani di Danimarca: il vostro santo patrono, secondo la tradizione, è l'amato Re Canute, ma in Danimarca ci sono stati molti altri santi, uomini e donne. Meno di un anno fa ho avuto la grande felicità di proclamare beato il grande studioso e vescovo danese Niels Steensen. Possa il suo esempio insegnarvi a vivere pienamente nella pace, nella vostra fede cattolica.

[Parlando poi in lingua norvegese il Papa ha detto:] Giovani della Norvegia, la memoria di sant'Olaf è ancora molto viva nel vostro Paese. Dovete trasferire l'esempio della sua fede e della sua devozione nelle forme attuali di servizio cristiano. Siate forti nel vostro amore a Dio e riconoscetelo in ciascuno dei vostri fratelli e delle vostre sorelle di tutto il mondo che hanno bisogno del vostro aiuto e della vostra solidarietà.

[Infine il Papa, in islandese, ha detto:] Cari amici Islandesi conoscete la storia della vita di san Thorlak Thorhallsson? Egli era nativo della vostra terra ed era famoso per la sua cultura, la sua pietà e per il suo zelo.

Sono sicuro che anche voi troverete la forza di conoscere ed amare Gesù Cristo durante la vostra vita.

[Riprendendo poi a parlare in inglese il Santo Padre ha così proseguito:] Questi santi uomini e donne e molti altri ancora riconobbero Cristo come il centro delle loro vite anche se a volte essi rimanevano isolati o schiacciati sotto il peso delle difficoltà e dei problemi. Cari giovani: Cristo è il centro anche delle vostre vite. Egli è la vostra speranza, il vostro modello e la vostra gioia, la gioia della vostra gioventù! "La salvezza oggi è entrata in questa casa". L'"oggi" che testimonia i primi movimenti del cristianesimo in queste terre appartiene alla storia, e gli avvenimenti seguenti ci hanno allontanato da quel tempo. Tuttavia, nel piano di salvezza di Dio quel lontano "oggi" di secoli fa non è stato dimenticato; esso continua a vivere in Dio. Esso sopravvive anche nella Chiesa, nella liturgia, nella parola e nell'Eucaristia che è un "memoriale" - un ricordo e nello stesso tempo un rendere presente. Quando il Corpo e il Sangue di Cristo si fanno presenti noi sperimentiamo la comunione con tutti i santi.


4. Veramente la "salvezza è entrata in questa casa". La parola "salvezza" significa Dio che dà se stesso per la salvezza; si tratta di un autodonarsi divino che deve essere accettato spiritualmente da ogni persona e da tutta l'umanità. I santi sono una prova speciale dell'azione di Dio nel mondo: nel mondo dello spirito umano. L'azione di salvezza e santificante di Dio è offerta ad ogni persona. Oggi, come sempre, siamo invitati ad accettare questa divina azione di amore. Rispondendo all'invito di Dio con amore, l'opera santificante e salvifica del suo Spirito ricolmerà i cuori degli uomini e si estenderà verso gli altri. Non è forse la vita di santa Brigida e di molti altri santi una prova eloquente di tutto ciò? Cari genitori del Nord: voi siete venuti qui provenienti da differenti paesi e differenti culture, ma tutti voi sentite una chiamata comune ad essere uniti in Cristo, che ha dato a ciascuno di voi uno speciale dono o talento.

Malgrado la differenza, voi siete uniti nel suo nome siete membri di un corpo vivente (cfr 1Co 12,27).

Oggi a Vadstena celebriamo la nostra unità. Unità nella diversità. Essa è autenticamente nordica e autenticamente cattolica! Con differenti talenti e differenti speranze voi siete uno in Gesù, uno nell'ideale del servizio cristiano, uno nel perseguire la giustizia, uno nel proclamare una uguale dignità umana per tutti.


5. Una caratteristica speciale dei giovani del nostro tempo è l'apertura - apertura alla grande diversità culturale del nostro mondo. Ma voi dovete anche essere aperti a Cristo. così come fece nel caso del giovane ricco nel Vangelo (cfr Mc 10,17ss), Gesù guarda a voi ricchi in talenti e cose materiali e vi guarda con amore. Egli vi chiede di essere completamente aperti a lui. Egli non vi deluderà mai! In questa Messa io regalero una croce ad un rappresentante di ognuno dei vostri paesi come espressione della mia speranza in voi - in tutti voi - che veramente volete seguire Cristo. Facendo ciò, io diro, con tutto l'affetto che provo per i giovani: mantenetevi vicini a Cristo; camminate sui passi dei vostri santi. Voi sapete che non troverete mai la vera felicità rimanendo chiusi in voi stessi.

Non c'è spazio per l'egoismo o l'apatia nelle vostre vite. La croce parla di un linguaggio di donazione, e voi giovani avete così tanto da offrire, così tanto da dare! Aprendovi a Cristo voi saprete quale è il significato della Croce. Sul Calvario, Cristo diede se stesso come dono completo e perfetto ed egli vi chiede di fare altrettanto. La via che porta al Calvario è la via che conduce al centro, che vi condurrà alla santità. E' una strada che ognuno è chiamato a percorrere perché la vocazione alla santità è universale. Nessuno ne viene escluso (cfr 1Co 12,11).


6. Cosa significa essere santi? Per poter rispondere alla domanda dobbiamo ritornare un momento nella casa di Zaccheo del Vangelo di oggi. Zaccheo era un esattore, una persona che non godeva di buona reputazione nella società del suo tempo. Egli sapeva cosa significava vivere al margine. Ma quando ricevette Cristo nella sua casa egli comprese il dono che gli veniva offerto e si rallegro dicendo: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto" (Lc 19,8). Se Zaccheo era prima un peccatore, queste parole sono una prova della reale conversione da parte sua. Allo stesso tempo, esse ci fanno comprendere cosa è importante per la vita cristiana: esse ci aiutano a capire cosa significa "essere" in Cristo; "vivere nella grazia".

A volte la vita cristiana ci viene presentata soprattutto con termini che richiedono l'osservanza dei comandamenti di Dio e le leggi della Chiesa, e il rispettare gli obblighi verso lo Stato. Tutto questo è vero, ma se consideriamo l'argomento più profondamente, ci si presenta un'altra dimensione: la vita cristiana consiste nell'accettare il dono di Dio, lo Spirito Santo, e nel rispondere al dono con il dono di noi stessi. Noi stiamo parlando qui di uno "scambio di doni". Comunque, questi doni non hanno un uguale valore. Ciò che riceviamo da Dio in Cristo è infinitamente più grande di qualsiasi altra cosa che possiamo dare in cambio. Noi abbiamo ricevuto tutto da Dio, ed esiste un solo linguaggio con cui poterlo ringraziare, il linguaggio della donazione.

Saluto i sacerdoti provenienti dalla Germania sia orientale che occidentale e che sono giunti qui a Vadstena. Salutate in Germania tutta la gioventù, sia quella cattolica che quella protestante, da parte mia e da parte di tutta la gioventù svedese e scandinava che oggi si è riunita qui.

Il Papa deve tornare oggi pomeriggio a Roma. Non può quindi mancare la lingua italiana, tanto più che ci sono anche alcuni delegati provenienti da Roma e dall'Italia.

Voglio dirvi semplicemente che non rimango qui benché questo Paese sia molto bello. Non è caldo come l'Italia pero è molto accogliente.

Molte grazie. Molte grazie per la vostra partecipazione a questa Eucaristia, a questa assemblea dei giovani: siete qui insieme giovani europei, scandinavi, giovani latinoamericani e giovani cileni, perché siamo tutti della stessa famiglia umana, ma anche della stessa famiglia cristiana. Lontani nei luoghi, lontani nei continenti, ma uniti nella fede, nella preghiera, nell'amore e alcune volte uniti nell'esprimere i nostri sentimenti cristiani. Dio benedica tutti i presenti di lingua spagnola.

Vedo che avete portato qui la scritta: "Vegliamo". Una vecchia parola d'ordine degli scout. Siamo cresciuti nella scuola di scouting, e nello stesso tempo è il nostro modo di rivolgerci alla Madonna di Jasna Gora: "Sono con Te, ricordo, veglio". Durante la visita in Polonia ho sempre salutato i giovani polacchi con queste parole. A voi che vivete qui auguro di trovare un vostro posto nella comunità dei giovani in terra svedese. Ed a voi che siete venuti dalla Polonia auguro di ritrovare l'aspirazione comune a tutti i giovani dell'Europa e del mondo: Cristo - la via, la verità e la vita. Salutatemi la giovane Polonia.

Sia lodato Gesù Cristo.


7. Miei cari giovani amici: oggi rientro a Roma, al centro della Chiesa, la stessa Chiesa della quale voi siete gli amati figli e figlie, qui nel Nord! Salutandovi, desidero lasciarvi un dono - non semplicemente un caro ricordo di questo incontro, ma qualcosa di più. Io desidero donarvi il mio amore, lasciarvi il mio cuore! E, se possibile, desidero riportare a Roma il vostro dono alla Chiesa, il vostro dono al mondo - che è il vostro amore per Cristo e la vostra fedeltà al suo Vangelo. Il vostro amore per ogni essere umano, per ogni giovane, uomo e donna, ovunque nel mondo.

Giovani del Nord: ricordate che il significato più ricco della vita risiede nel donare. Ricordate che noi siamo pronti a dare in proporzione all'amore che portiamo, e quando l'amore è perfetto, il dono è completo. Si, cari giovani, ricordate il Dono! Amen.

1989-06-10

Sabato 10 Giugno 1989




La cerimonia di congedo - Linköping (Svezia)

Un popolo che riconosce Dio come Padre dell'umanità e che lavora per costruire un mondo di vera pace


Signor primo ministro, caro popolo della Svezia, cari amici.


1. Mentre mi preparo a salire sull'aereo che mi riporterà a Roma, desidero esprimere la mia gratitudine ad ognuno di voi per la calda accoglienza e la generosa ospitalità che mi avete riservato. In questi tre giorni, ho visto parte delle magnifiche bellezze naturali con le quali Dio ha benedetto la Svezia. Ma, cosa più importante, sono rimasto colpito da un popolo che è orgoglioso del proprio paese, e fermo nel suo proposito di costruire un mondo migliore per i propri figli, e sempre ben disposto ad accogliere coloro che vengono da lontano.

Faro tesoro di queste impressioni, e vi esorto a perseverare nelle grandi tradizioni religiose e nei valori che sono all'origine della vostra identità nazionale.

La mia visita in Svezia conclude il mio viaggio pastorale nei Paesi nordici. Sono venuto come successore di san Pietro per proclamare la verità salvifica che Gesù Cristo è il Figlio del Dio vivente (cfr Mt 16,16). Sono venuto come fratello in Cristo per portare testimonianza della verità che unisce tutti noi cristiani, nonostante le nostre divisioni.

Avvicinandosi la mia partenza, desidero esprimere i miei più profondi ringraziamenti a sua maestà il Re, al primo ministro, ed all'ambasciatore di Svezia presso la Santa Sede. I vostri sforzi per me e la sollecitudine per il successo della mia visita hanno dato l'esempio della buona volontà del popolo svedese. Vorrei anche ringraziare il "Landshövding", con i rappresentanti delle autorità municipali e tutti quelli che hanno contribuito al successo di questo pellegrinaggio. Dio benedica voi tutti, e possa la vostra opera devota portare ricchi frutti per il futuro della Svezia e del suo popolo.


2. Prima di lasciare la Svezia, benediro la prima pietra della nuova chiesa cattolica che dev'essere costruita qui a Linköping. Come prima pietra, simboleggia la solidità e la crescita della comunità cattolica - fatta di pietre viventi - che è chiamata ad essere costruita come casa spirituale fondata su Cristo stesso (cfr 1P 2,5). Essa serve come incoraggiamento a tutti i cattolici svedesi a mantenere salda la fede che hanno ricevuto e a tramandarla alle generazioni future; è un segno di speranza per tutti coloro che hanno desiderio di conoscere Cristo come il sicuro fondamento che dà significato a tutta la loro vita. Come san Paolo, "dimentico del passato e proteso verso il futuro" (Ph 3,13), possa questa comunità perseverare nel suo sforzo per edificare la Chiesa di Cristo nella fede, nella speranza e nell'amore. Al Vescovo Brandenburg e al Vescovo Kenney, esprimo la mia gratitudine per il loro zelo in nome del Vangelo e la vita spirituale affidata alle loro cure pastorali.

In questa pietra, vedo anche simboleggiata la forza e la promessa del giovane popolo della Chiesa. A Vadstena ho visto molti cuori vivere nell'amore di Cristo e sono divenuto molto fiducioso. A voi, giovani cattolici della Svezia e di tutti gli altri paesi nordici, rivolgo un fervente appello: sia Gesù Cristo il fondamento delle vostre vite e fonte della vostra gioia. Il futuro della Chiesa del Nord Europa è già nelle vostre mani. Non abbiate timore dello sforzo, del sacrificio e della disciplina che sono necessari per amare Cristo con tutto il vostro cuore. Non esitate ad adoperare le vostre energie a servizio degli altri, specialmente dei bisognosi, di quelli meno fortunati di voi.


3. Questa pietra è molto preziosa per un'altra ragione, perché proviene dalla cattedrale medievale di Linköping ed è stata presentata alla comunità cattolica dal Vescovo Lönnebo e da tutta la comunità luterana di Linköping. Questo nobile gesto richiama la nostra comune eredità, e ci sprona verso una maggiore unità in Cristo. Essa è un segno della grande speranza per tutto il Popolo di Dio.

Nonostante le nostre divisioni storiche, stiamo sinceramente cercando di rispondere alla grazia di Dio e insieme stiamo cercando di ricomporre ciò che un tempo fu diviso. Considero una grande benedizione essere riuscito ieri ad incontrare ed a pregare con i capi di altre Chiese cristiane e comunità ecclesiali a Uppsala. Possa questa Chiesa ricordarvi sempre che Cristo solo è il fondamento della nostra unità e perfezionatore della nostra fede (cfr He 12,2). Egli è "la pietra angolare" in cui "ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo del Signore" (Ep 2,20-21).

All'Arcivescovo Werkström e al Vescovo Lönnebo, rinnovo i miei ringraziamenti per tutta l'assistenza che ho ricevuto dalla Chiesa svedese e per la vostra sincera testimonianza di apertura e cooperazione ecumenica. La mia gratitudine si estende anche ai rappresentanti delle varie Chiese libere per la loro presenza e partecipazione a questi eventi. Vorrei anche rivolgere una parola di ringraziamento al coro della cattedrale di Linköping per la sua musica che ci ha aiutato ad elevare il nostro cuore al Signore in preghiera.


4. Caro popolo della Svezia: ti ringrazio ancora una volta, dal più profondo del cuore per la tua gentilezza nei miei confronti e per la tua apertura al Vangelo di Cristo che io ho predicato. Quel Vangelo è ascoltato in Svezia da più di mille anni ed ha dato forma alle più nobili aspirazioni della vostra società. Anche adesso, continua ad essere un riflesso sulla vostra vita e nella fede di così tanti Svedesi. Possa continuare a sfidarvi come individui e a modellare la vostra vita come un popolo che riconosce ed onora Dio come il Padre dell'umanità e che lavora per costruire un mondo di vera pace e di solidarietà universale, basato sulla fratellanza di tutti i figli di Dio.

[Il Papa ha poi benedetto i presenti in lingua svedese dicendo:] Dio benedica la Svezia, Dio benedica voi tutti.

1989-06-10

Sabato 10 Giugno 1989





GPII 1989 Insegnamenti - L'omelia durante la Messa - Ai fedeli riuniti, Uppsala (Svezia)